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Estratto dal verbale della seduta di Martedì 10 Aprile 2018 ore 16,00
Paragrafo n. 9
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2018-00761
BILANCIO DI PREVISIONE FINANZIARIO 2018-2020. APPROVAZIONE.
Interventi
LO RUSSO Stefano
Ne prenderò molti meno, grazie Presidente. Come abbiamo avuto modo di illustrare, in
sede di dibattito, e in sede di dibattito, sia in Commissione, che in Aula, riteniamo
questo Bilancio, un Bilancio non votabile, da parte del Partito Democratico, per le
ragioni che abbiamo illustrato, che, succintamente, richiamo, un Bilancio, che, di fatto,
non individua con chiarezza alcuna strategia, è un Bilancio privo di ogni tipo di visione,
un Bilancio puramente ragionieristico e contabile, che, sostanzialmente, dice di fare
delle cose, e, in realtà, non le fa, e ne fa, invece, delle altre, è un Bilancio che non
individua con chiarezza alcuna strada. Ci saremmo aspettati che il Bilancio 2018
potesse dare, in qualche modo, la cifra dell'Amministrazione, in termini prospettici,
invece, non lo fa e non lo fa, perché, in realtà, è lo specchio di questa Amministrazione
Comunale, lo specchio di un'Amministrazione che tira a campare, che, sostanzialmente,
gestisce l'ordinario, in assenza di qualsiasi visione strategica per il futuro, questo lo fa
su tutte le politiche e, in particolar modo, su quelle dello sviluppo economico della
Città, si difende dietro slogan vuoti, privi di significato, e che, sostanzialmente, vengono
utilizzati come bandiere quando occorre fare dei post, quando occorre presenziare sulla
rete, ma, molto meno, quando, invece, occorre dare delle risposte a questa Città, che le
chiede, e che le chiede, forse, con un maggior rigore, in quanto considera il periodo di
allenamento della nuova Amministrazione, ormai concluso da tempo. Un'assenza
completa di politiche di sviluppo, che vengono annunciate e poi non trovano coerenza,
relativamente alla capacità attrattiva nei confronti delle imprese, abbiamo perso dal
radar le azioni concrete, conseguenti ad alcuni dei programmi che venivano sbandierati
dall'Amministrazione, cito, ad esempio, ormai il mitologico "Open for business",
dell'Assessore Sacco, di cui abbiamo perso nella nebbia, se volete, lo dico con un
accento più anglosassone, no, lo faremo prossimamente, Sacco, quando la chiameremo
a rispondere in Aula, chiedendole conto di che cosa ha fatto i questi due anni. Citiamo,
ad esempio, no, su questo caso specifico e, in generale, verrò chiamato anche per altro,
stia tranquillo, non ci faremo mancare niente. Penso, ad esempio, al tema delle periferie,
periferie che attendevano dal cambio di Amministrazione un radicale cambio di
prospettiva, in termini di attenzione politica e che, invece, questo cambio radicale di
attenzione, non lo hanno avuto, un taglio verticale delle manutenzioni. Gli unici
interventi sono quelli realisticamente fatti, sono quelli nel programma di AperTo, sono
quelli finanziati dal Governo nazionale, sostanzialmente, una serie di problemi che sono
ancora, tutti lì, sul tappeto, alcuni affrontati anche con buona volontà, forse con un po'
di inesperienza, ma, certamente, in alcuni casi, con buona volontà. Il Barattolo continua
a stare lì dov'è, il, MOI continua a stare lì dov'è, il Palazzo del Lavoro, dopo 2 anni,
continua ad essere in quelle condizioni, il centro congressi Westinghouse è esattamente
dove era stato lasciato nel 2016. TNE, nel frattempo, è, sostanzialmente fallita, non si
intravede alcun orizzonte, non diciamo su tutte le questioni. Il giudizio, davvero, è
drasticamente negativo, perché, in realtà, l'orizzonte prospettico di questa Città è,
sostanzialmente, bloccato, lo è sulle politiche culturali, completamente, non si intravede
un disegno culturale; avete ammazzato i grandi eventi, senza averli sostituiti
adeguatamente; abbiamo dei dati in controtendenza nazionale sui flussi turistici;
abbiamo dati in controtendenza nazionale sulla crescita, sull'occupazione giovanile, sul
disagio nelle periferie, sul disagio abitativo. Non c'è un punto di questa
Amministrazione, non diciamo tutti, ma un punto di questa Amministrazione, in cui si
avverte un'inversione di tendenza. Questo Bilancio è lo specchio di questo tipo di
azione, perché, di fatto, fa esattamente quello che non ci saremmo aspettati di vedere e
che, purtroppo, abbiamo visto, oneri di urbanizzazione che finanziano spesa corrente,
che dovevano essere considerati in termini emergenziali, che, invece, non sono stati fatti
nel 2017, vengono riproposti nel 2018, e verranno riproposti nel 2019; patrimonio
dell'ex IPAB che viene messo a reddito, violando uno dei principi cardine, che si voleva
essere, in questi termini, all'origine della cessione di questo patrimonio alla Città, e così
via. Per tutte queste ragioni, e soprattutto, direi e spero che da questo punto di vista, è
stato apprezzato l'atteggiamento che abbiamo tenuto anche nella fase del dibattito, è
stato un ragionamento costruttivo e, soprattutto, non ostruzionistico, lo abbiamo fatto
convintamente, in quanto, purtroppo, non abbiamo osservato, neanche dopo svariati
episodi negativi, un cambio di rotta. Credo che il compito dell'Amministrazione sia
governare questa Città, e questo, più o meno, viene fatto. Sarebbe anche quello di dargli
una prospettiva di futuro e di sviluppo. L'Assessore Rolando ha chiuso la sua relazione
con un monito, che è quello di rischiare di perdere il futuro, citando Winston Churchill.
Questo Bilancio non fa nulla per il futuro di questa Città, bivacchia e non costruisce
alcuna prospettiva. Badate bene, ci saremmo aspettati anche prospettive alternative,
cioè, non è che uno, per forza di cose, ha il Vangelo in mano, e, anzi, avremmo
auspicato che, nel dibattito di questo cambio, come dire, che c'è stato, così radicale, a
Torino, si potessero affermare anche visioni alternative della Città, rispetto a quelle che
sono state le visioni che hanno trasformato Torino e l'hanno resa la Città che voi avete
ereditato. Queste visioni alternative non le abbiamo viste, abbiamo visto un tirare a
campare, abbiamo visto tutto e il contrario di tutto, in tutti i settori, nel welfare, nelle
partecipate, nell'urbanistica, nella cultura, tutto e il contrario di tutto, con una gestione
emergenziale, che, oggettivamente, non fa onore alla tradizione politica e
amministrativa di questa Città.

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