Interventi |
LO RUSSO Stefano Ne prenderò molti meno, grazie Presidente. Come abbiamo avuto modo di illustrare, in sede di dibattito, e in sede di dibattito, sia in Commissione, che in Aula, riteniamo questo Bilancio, un Bilancio non votabile, da parte del Partito Democratico, per le ragioni che abbiamo illustrato, che, succintamente, richiamo, un Bilancio, che, di fatto, non individua con chiarezza alcuna strategia, è un Bilancio privo di ogni tipo di visione, un Bilancio puramente ragionieristico e contabile, che, sostanzialmente, dice di fare delle cose, e, in realtà, non le fa, e ne fa, invece, delle altre, è un Bilancio che non individua con chiarezza alcuna strada. Ci saremmo aspettati che il Bilancio 2018 potesse dare, in qualche modo, la cifra dell'Amministrazione, in termini prospettici, invece, non lo fa e non lo fa, perché, in realtà, è lo specchio di questa Amministrazione Comunale, lo specchio di un'Amministrazione che tira a campare, che, sostanzialmente, gestisce l'ordinario, in assenza di qualsiasi visione strategica per il futuro, questo lo fa su tutte le politiche e, in particolar modo, su quelle dello sviluppo economico della Città, si difende dietro slogan vuoti, privi di significato, e che, sostanzialmente, vengono utilizzati come bandiere quando occorre fare dei post, quando occorre presenziare sulla rete, ma, molto meno, quando, invece, occorre dare delle risposte a questa Città, che le chiede, e che le chiede, forse, con un maggior rigore, in quanto considera il periodo di allenamento della nuova Amministrazione, ormai concluso da tempo. Un'assenza completa di politiche di sviluppo, che vengono annunciate e poi non trovano coerenza, relativamente alla capacità attrattiva nei confronti delle imprese, abbiamo perso dal radar le azioni concrete, conseguenti ad alcuni dei programmi che venivano sbandierati dall'Amministrazione, cito, ad esempio, ormai il mitologico "Open for business", dell'Assessore Sacco, di cui abbiamo perso nella nebbia, se volete, lo dico con un accento più anglosassone, no, lo faremo prossimamente, Sacco, quando la chiameremo a rispondere in Aula, chiedendole conto di che cosa ha fatto i questi due anni. Citiamo, ad esempio, no, su questo caso specifico e, in generale, verrò chiamato anche per altro, stia tranquillo, non ci faremo mancare niente. Penso, ad esempio, al tema delle periferie, periferie che attendevano dal cambio di Amministrazione un radicale cambio di prospettiva, in termini di attenzione politica e che, invece, questo cambio radicale di attenzione, non lo hanno avuto, un taglio verticale delle manutenzioni. Gli unici interventi sono quelli realisticamente fatti, sono quelli nel programma di AperTo, sono quelli finanziati dal Governo nazionale, sostanzialmente, una serie di problemi che sono ancora, tutti lì, sul tappeto, alcuni affrontati anche con buona volontà, forse con un po' di inesperienza, ma, certamente, in alcuni casi, con buona volontà. Il Barattolo continua a stare lì dov'è, il, MOI continua a stare lì dov'è, il Palazzo del Lavoro, dopo 2 anni, continua ad essere in quelle condizioni, il centro congressi Westinghouse è esattamente dove era stato lasciato nel 2016. TNE, nel frattempo, è, sostanzialmente fallita, non si intravede alcun orizzonte, non diciamo su tutte le questioni. Il giudizio, davvero, è drasticamente negativo, perché, in realtà, l'orizzonte prospettico di questa Città è, sostanzialmente, bloccato, lo è sulle politiche culturali, completamente, non si intravede un disegno culturale; avete ammazzato i grandi eventi, senza averli sostituiti adeguatamente; abbiamo dei dati in controtendenza nazionale sui flussi turistici; abbiamo dati in controtendenza nazionale sulla crescita, sull'occupazione giovanile, sul disagio nelle periferie, sul disagio abitativo. Non c'è un punto di questa Amministrazione, non diciamo tutti, ma un punto di questa Amministrazione, in cui si avverte un'inversione di tendenza. Questo Bilancio è lo specchio di questo tipo di azione, perché, di fatto, fa esattamente quello che non ci saremmo aspettati di vedere e che, purtroppo, abbiamo visto, oneri di urbanizzazione che finanziano spesa corrente, che dovevano essere considerati in termini emergenziali, che, invece, non sono stati fatti nel 2017, vengono riproposti nel 2018, e verranno riproposti nel 2019; patrimonio dell'ex IPAB che viene messo a reddito, violando uno dei principi cardine, che si voleva essere, in questi termini, all'origine della cessione di questo patrimonio alla Città, e così via. Per tutte queste ragioni, e soprattutto, direi e spero che da questo punto di vista, è stato apprezzato l'atteggiamento che abbiamo tenuto anche nella fase del dibattito, è stato un ragionamento costruttivo e, soprattutto, non ostruzionistico, lo abbiamo fatto convintamente, in quanto, purtroppo, non abbiamo osservato, neanche dopo svariati episodi negativi, un cambio di rotta. Credo che il compito dell'Amministrazione sia governare questa Città, e questo, più o meno, viene fatto. Sarebbe anche quello di dargli una prospettiva di futuro e di sviluppo. L'Assessore Rolando ha chiuso la sua relazione con un monito, che è quello di rischiare di perdere il futuro, citando Winston Churchill. Questo Bilancio non fa nulla per il futuro di questa Città, bivacchia e non costruisce alcuna prospettiva. Badate bene, ci saremmo aspettati anche prospettive alternative, cioè, non è che uno, per forza di cose, ha il Vangelo in mano, e, anzi, avremmo auspicato che, nel dibattito di questo cambio, come dire, che c'è stato, così radicale, a Torino, si potessero affermare anche visioni alternative della Città, rispetto a quelle che sono state le visioni che hanno trasformato Torino e l'hanno resa la Città che voi avete ereditato. Queste visioni alternative non le abbiamo viste, abbiamo visto un tirare a campare, abbiamo visto tutto e il contrario di tutto, in tutti i settori, nel welfare, nelle partecipate, nell'urbanistica, nella cultura, tutto e il contrario di tutto, con una gestione emergenziale, che, oggettivamente, non fa onore alla tradizione politica e amministrativa di questa Città. |