Interventi |
ROLANDO Sergio Ho ascoltato con molto interesse tutte le discussioni sia da parte della Minoranza, che dalla parte della Maggioranza e devo dire che, tendenzialmente, ho apprezzato di più quelli della Maggioranza, ma non è una novità. Vorrei soltanto dare due informazioni aggiuntive, alcune che hanno una connotazione un po' tecnica, quindi, le direi per ultime, però è l'unico accenno che farò, tenendo fede coerentemente, a quello che ho detto nel passato e chissà cosa avrebbe detto Cavour, probabilmente dormiva, quando nel 2015 è stata approvata quella delibera sull'IPAB Buon Pastore; è l'unico accenno che farò, non ne farò altri al passato, però no, ma dormiva, mi hanno detto che dormiva, forse c'era stato qualcosa, però era una battuta di spirito, non farò altre battute, invece…, non vedo un tubo senza occhiali…. Allora, qualcuno ha sollevato un tema tecnico del principio di competenza economica potenziata. Mi piace raccontare a tutti che c'è un'eccezione al principio che prevede l'annualità secca: è il principio che riguarda l'iscrizione delle entrate. Il 3.5 dell'allegato 4.2 dice che: "nel caso di rateizzazione di entrate proprie, l'accertamento delle entrate effettuate ed imputata all'esercizio in cui l'obbligazione nasce, a condizione che la scadenza dell'ultima rata non sia fissata oltre i 12 mesi". Questo spiega perché gli oneri, le cauzioni - ricordo a tutti un caso emblematico delle cauzioni, REAM, rientra in questo principio - si possono iscrivere in un anno, purché il pagamento avvenga entro dodici mesi. Lo dice il principio 4/2. Il Capogruppo Morano ha sollevato un tema che riguarda l'indebitamento di debiti, che poi un giornale ci ha ricamato sopra, di GTT, Infra.To, perchè noi abbiamo stanziato un importo inferiore a quello che è il debito che matura nel 2018. Perché nello stanziamento GTT e nello stanziamento Infra.To, sono iscritti sia i 2, 3 milioni a parte, e i 3,8 che riguardano il passato, la spalmatura in 10 anni e poi è iscritta una sola rata, una semi rata, perché? Perché quest'anno, finalmente, le due società hanno obbedito all'indirizzo che gli è stato dato un anno fa, di predisporre il piano industriale. Il piano industriale è stato presentato agli istituti, i tre istituti che finanziano pesantemente le società partecipate torinesi; hanno il piano industriale tra le mai, tra due giorni avranno anche il piano finanziario di FCT che, ovviamente, è una conseguenza di altri anni, perchè espone i dividendi e le transazioni patrimoniali. A completamento di questo cerchio, gli istituti di credito hanno detto che erano disponibili fino a consentire uno spostamento, in coda ai mutui, o di una rata o di semi-rate. Questo è il motivo per cui nel 2018 non è stato iscritto l'intero debito perchè se, come noi crediamo, riusciremo a fare in modo che le due società più importanti del trasporto rinegozieranno i mutui entro il secondo semestre, prima della fine del secondo semestre, e per questo bisognerà avere le entrate che ci consentano di fare l'operazione, sarà possibile riottenere questo accorciamento di una o due rate a fine mutuo, senza spostare la durata, perché nessuno pensa di incrementare sui mutui di Infra.To dei mutui che hanno una durata superiore ai vent'anni che, peraltro, saprete tutti come sono nati questi mutui, perché sono nati intorno al 2009, con l'apporto di attivo patrimoniale, in conseguenza, l'accensione di due grandi operazioni di debito, che facevano tra i 4 e i 500 milioni e che sono riflessi nel Bilancio consolidato della città, anche se non abbiamo potuto consolidare GTT, per le note vicende, ma fra qualche giorno, nella riedizione del Bilancio consolidato, post approvazione del Bilancio 2016, lo vedremo tutti. Poi avevo ancora qualcosa, ma di meno rilevante. È stato sollevato anche un tema che riguarda il piano delle dismissioni per 42 milioni. Farò avere il cronoprogramma delle attività che, peraltro, sono già iniziate, perchè sono due delibere con l'anticipo, la prima delibera importante, che riguarda la famosa foresteria, si vedrà a giorni, la delibera con gli atti successivi. Ricordo a tutti che dei 42 milioni; 15 milioni sono sulla foresteria, circa, poi ci sono 12 milioni fra ex beni IPAB, in stato, come dire, San Marino, in stato non proattivo, cioè, e qui aggiungo un'informazione che non avevo. Gli uffici hanno fatto i conteggi di quanto ha investito la Città di Torino dal 2010 ad oggi, su beni ex IPAB: 25 milioni, 25 milioni di fondi del Comune, non dati da qualcuno. Allora, questi 25 milioni che, probabilmente, hanno anche una storia, perché se la Corte dei Conti ha detto - e non mi riferisco al passato - e ce lo dirà ancora, che abbiamo accertato più entrate di quelle che potevamo accertare nel passato, perchè sovrastimavamo le entrate, con pochi accantonamenti al Fondo crediti di dubbia esigibilità, oppure con la storia delle sanzioni. Quindi, questi 25 milioni che sono stati spesi, probabilmente, sono frutto di entrate che non sono mai state realizzate, in parte, nella locuzione della Corte dei Conti, però li abbiamo spesi i 25 milioni. Allora, l'idea non malsana è che, finché la Città di Torino, magari, dovendo obbedire a un piano di rientro, ma non aggiungo altro, fino a quella cifra utilizza gli strumenti che ha avuto per compensare queste spese che ha fatto perchè, probabilmente, ripeto, parte di quelle spese sono state finanziate da entrate, magari non realizzate dal punto di vista degli incassi. Ho finito. |