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Estratto dal verbale della seduta di Martedì 10 Aprile 2018 ore 10,00
Paragrafo n. 5
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2018-00759
NOTA DI AGGIORNAMENTO DEL DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE (DUP) - PERIODO 2018-2021 (ARTICOLO 170, COMMA 1, DEL D.LGS. N. 267/2000). APPROVAZIONE.
Interventi
ROLANDO Sergio
Ho ascoltato con molto interesse tutte le discussioni sia da parte della Minoranza, che
dalla parte della Maggioranza e devo dire che, tendenzialmente, ho apprezzato di più
quelli della Maggioranza, ma non è una novità. Vorrei soltanto dare due informazioni
aggiuntive, alcune che hanno una connotazione un po' tecnica, quindi, le direi per
ultime, però è l'unico accenno che farò, tenendo fede coerentemente, a quello che ho
detto nel passato e chissà cosa avrebbe detto Cavour, probabilmente dormiva, quando
nel 2015 è stata approvata quella delibera sull'IPAB Buon Pastore; è l'unico accenno
che farò, non ne farò altri al passato, però no, ma dormiva, mi hanno detto che dormiva,
forse c'era stato qualcosa, però era una battuta di spirito, non farò altre battute,
invece…, non vedo un tubo senza occhiali…. Allora, qualcuno ha sollevato un tema
tecnico del principio di competenza economica potenziata. Mi piace raccontare a tutti
che c'è un'eccezione al principio che prevede l'annualità secca: è il principio che
riguarda l'iscrizione delle entrate. Il 3.5 dell'allegato 4.2 dice che: "nel caso di
rateizzazione di entrate proprie, l'accertamento delle entrate effettuate ed imputata
all'esercizio in cui l'obbligazione nasce, a condizione che la scadenza dell'ultima rata
non sia fissata oltre i 12 mesi". Questo spiega perché gli oneri, le cauzioni - ricordo a
tutti un caso emblematico delle cauzioni, REAM, rientra in questo principio - si possono
iscrivere in un anno, purché il pagamento avvenga entro dodici mesi. Lo dice il
principio 4/2. Il Capogruppo Morano ha sollevato un tema che riguarda l'indebitamento
di debiti, che poi un giornale ci ha ricamato sopra, di GTT, Infra.To, perchè noi
abbiamo stanziato un importo inferiore a quello che è il debito che matura nel 2018.
Perché nello stanziamento GTT e nello stanziamento Infra.To, sono iscritti sia i 2, 3
milioni a parte, e i 3,8 che riguardano il passato, la spalmatura in 10 anni e poi è iscritta
una sola rata, una semi rata, perché? Perché quest'anno, finalmente, le due società
hanno obbedito all'indirizzo che gli è stato dato un anno fa, di predisporre il piano
industriale. Il piano industriale è stato presentato agli istituti, i tre istituti che finanziano
pesantemente le società partecipate torinesi; hanno il piano industriale tra le mai, tra due
giorni avranno anche il piano finanziario di FCT che, ovviamente, è una conseguenza di
altri anni, perchè espone i dividendi e le transazioni patrimoniali. A completamento di
questo cerchio, gli istituti di credito hanno detto che erano disponibili fino a consentire
uno spostamento, in coda ai mutui, o di una rata o di semi-rate. Questo è il motivo per
cui nel 2018 non è stato iscritto l'intero debito perchè se, come noi crediamo,
riusciremo a fare in modo che le due società più importanti del trasporto rinegozieranno
i mutui entro il secondo semestre, prima della fine del secondo semestre, e per questo
bisognerà avere le entrate che ci consentano di fare l'operazione, sarà possibile
riottenere questo accorciamento di una o due rate a fine mutuo, senza spostare la durata,
perché nessuno pensa di incrementare sui mutui di Infra.To dei mutui che hanno una
durata superiore ai vent'anni che, peraltro, saprete tutti come sono nati questi mutui,
perché sono nati intorno al 2009, con l'apporto di attivo patrimoniale, in conseguenza,
l'accensione di due grandi operazioni di debito, che facevano tra i 4 e i 500 milioni e
che sono riflessi nel Bilancio consolidato della città, anche se non abbiamo potuto
consolidare GTT, per le note vicende, ma fra qualche giorno, nella riedizione del
Bilancio consolidato, post approvazione del Bilancio 2016, lo vedremo tutti. Poi avevo
ancora qualcosa, ma di meno rilevante. È stato sollevato anche un tema che riguarda il
piano delle dismissioni per 42 milioni. Farò avere il cronoprogramma delle attività che,
peraltro, sono già iniziate, perchè sono due delibere con l'anticipo, la prima delibera
importante, che riguarda la famosa foresteria, si vedrà a giorni, la delibera con gli atti
successivi. Ricordo a tutti che dei 42 milioni; 15 milioni sono sulla foresteria, circa, poi
ci sono 12 milioni fra ex beni IPAB, in stato, come dire, San Marino, in stato non
proattivo, cioè, e qui aggiungo un'informazione che non avevo. Gli uffici hanno fatto i
conteggi di quanto ha investito la Città di Torino dal 2010 ad oggi, su beni ex IPAB: 25
milioni, 25 milioni di fondi del Comune, non dati da qualcuno. Allora, questi 25 milioni
che, probabilmente, hanno anche una storia, perché se la Corte dei Conti ha detto - e
non mi riferisco al passato - e ce lo dirà ancora, che abbiamo accertato più entrate di
quelle che potevamo accertare nel passato, perchè sovrastimavamo le entrate, con pochi
accantonamenti al Fondo crediti di dubbia esigibilità, oppure con la storia delle
sanzioni. Quindi, questi 25 milioni che sono stati spesi, probabilmente, sono frutto di
entrate che non sono mai state realizzate, in parte, nella locuzione della Corte dei Conti,
però li abbiamo spesi i 25 milioni. Allora, l'idea non malsana è che, finché la Città di
Torino, magari, dovendo obbedire a un piano di rientro, ma non aggiungo altro, fino a
quella cifra utilizza gli strumenti che ha avuto per compensare queste spese che ha fatto
perchè, probabilmente, ripeto, parte di quelle spese sono state finanziate da entrate,
magari non realizzate dal punto di vista degli incassi. Ho finito.

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