Interventi |
TRESSO Francesco Grazie, Presidente. Anche io parto dalle considerazioni finali della relazione di accompagnamento dell'Assessore Rolando in cui cita appunto lo statista Churchill e invita a non perderci sterili e stucchevoli rimpalli di colpe, invita invece a lavorare insieme e a percorrere con il contributo di tutti una strada che porti a un più forte sviluppo del territorio. Non mi voglio nel mio intervento perdere in stucchevoli rimpalli a chi spetti il primato dell'aver contribuito alla rovina della Città, francamente mi interessa poco, credo anche che non sia questa poi la visione di così pro attività che vogliamo invece dare per questa Città, però certo questo atteggiamento un po' mi stupisce dopo 2 anni in cui si è sentito fortemente la critica a quello che è stato tutto il passato, adesso arrivare, addivenire a più miti consigli e cercare quindi invece un rapporto di maggiore coesione, non so se siano proprie tecniche di Governo, più facilmente mi sembra che si tratti di avere constatato, toccato con mano quanto sia difficile gestire una Città e gestire un Bilancio complesso e articolato e quindi forse si faccia un passo indietro e si dica abbiamo bisogno del contributo di tutti. Il tema vero che emerge nella lettura di questo Bilancio, i documenti adesso allegati, nel Documento Unico di Programmazione, è proprio questo il tema per usare un termine di moda in questo periodo di discussione olimpiche e dell'eredità, quale sia l'eredità che l'Amministrazione Appendino lascerà alla prossima Amministrazione. Dopo 2 anni in cui ci siamo sentiti dire che appunto le politiche della Città erano condizionate anche l'intervento fatto adesso da chi mi ha preceduto, dal Consigliere Carretto, erano in questo termine, fossero condizionate appunto dalla situazione ereditata di conti in rosso, a me quello che inizia a spaventare onestamente in un Bilancio costruito con una forte componente di una tantum, con una forte componente di erosione di quello che è il patrimonio della Città è capire quale tipo di Città lasceremo non solo sotto il profilo della visione, ma anche sotto il profilo proprio patrimoniale. Sicuramente la Città che la Maggioranza ha ereditato è una Città indubbiamente fortemente compromessa sotto il profilo dell'indebitamento, creo che la Giunta precedente ce l'ha ricordato ancora ieri l'ex Sindaco Fassino avesse comunque fatto una politica di rigore che contribuiva anche al risanamento del debito, ma ancorché potesse essere giudicata sbagliata un'idea di sviluppo comunque c'era, quello che io continuo a non capire anche dalla lettura di questo documento è quale sia il tipo di Città che voi avete in testa di lasciare e soprattutto una Città che sarà più fortemente depauperata sotto il profilo patrimoniale, ma che in questi anni avrà parzialmente contribuito alla riduzione del debito, ma non avrà più investito, una Città in stallo diciamo. È una Città più povera, che non investe, che si ferma per un periodo così lungo, richiederà un periodo assai più difficile e più lungo ancora per recuperare. Vorrei entrare nel merito di quanto già sollevato nei giorni precedenti anche presentando una mozione di accompagnamento alla dismissione delle quote IREN tramite le partecipate FSU, FCT sul fatto appunto che le plusvalenze economiche dovute dalla alienazione di queste quote vengono utilizzate sulla spesa corrente, peraltro ricordiamo anche che la plusvalenza economica da conversione delle quote IREN che permette oggi ad Appendino di inserire 20 milioni circa per pareggiare il Bilancio del 2018 deriva da un convertendo che a sua volta è già stato generato dalla cessione nel 2005 e quindi se vogliamo per una volta possiamo parlare di un'attività che in questo termine è stata positiva, non solo negativa. Si beneficia di quanto fu fatto dalle precedenti amministrazioni. Oggi però si dismette la cassaforte del Comune non per risanare, non per investire, ma per finanziare la spesa corrente, questo è il tema che io ho cercato di porre all'attenzione, ma che anche il Consigliere Fornari mi ha invece criticato dicendo che allora dovevo provvedere io a trovare il modo con cui finanziare la spesa corrente. Questo giochino di utilizzare i dividendi di FCT derivanti dall'alienazione di FSU e utilizzarle per la spesa corrente va esattamente nella direzione contraria di quello che anche il pronunciamento della Corte dei Conti, pronunciamento 28 del 2018, ha ripetuto espressamente, ovvero quello di non generare un depauperamento patrimoniale della Città, infatti entrate che dovrebbero essere in conto capitale e quindi destinate a nuovi investimenti o alla riduzione del debito vengono invece utilizzate per pagare gli stipendi o servizi o le manutenzioni. Il Bilancio 2018 quindi quadra per questi oltre 40 milioni derivati dai dividendi di FCT, ricordiamo anche che sono alienazioni di quote che erano state comprate ad un prezzo di mercato, le quote IREN, molto, molto più basso, erano a 50 centesimi, adesso sono arrivate a toccare anche i 3 euro ad dazione e che comunque hanno generato e che continuerebbero a generare degli utili anche in questi anni che venendo a mancare non potranno essere più utilizzati per esempio per coprire l'aumento del fondo crediti di dubbia esigibilità che cresce di anno in anno e deve essere finanziato proprio sulla spesa corrente. Anche nel 2017 si inquadrò il Bilancio con dividendi e riduzioni di capitale di FCT, quindi si prosegue in questa politica, in questa scelta, questa sì che è una scelta, forse una non scelta che comporta questo tipo di conseguenza che è quello di rosicchiare, di erodere questo patrimonio, patrimonio immobiliare in questo senso non offrendo nulla in contro partita, ma semplicemente erodendo proprio quelle che sono le risorse della Città. Ricordiamo poi che c'è un piano di alienazione anche immobiliare molto importante e anche questo comunque fa parte di un patrimonio che era stato costruito, poi in parte siamo tutti d'accordo anche sul fatto che bisogna fare una pulizia, che bisogna anche provvedere ad ottimizzare, però sicuramente il raggiungere l'equilibrio di Bilancio grazie a queste cospicue entrate una tantum presto o tardi è un tipo di scelta che andrà a finire e ci si chiede a partire già dal prossimo anno mi chiedo come si riuscirà poi a garantire il pareggio di Bilancio. Ora non è che sia una novità tutta dell'Amministrazione pentastellata quella di attuare delle dismissioni importanti, era già stato fatto anche in precedenza anche dalle precedenti Amministrazioni, ci mancherebbe, però anche quando nel 2012 furono dismesse quote di TRM e di AMIAT il ricavato fu destinato 50% agli investimenti e 50% alla riduzione del debito, in questo caso purtroppo non vediamo invece neanche il convertire questi ricavati sulla riduzione del debito. Ecco, questo per dire che mi spaventa pensare a cosa ci attende, è un possibile futuro a valle di un'Amministrazione che agisce in modo spregiudicato e che rischia di rendere la Città più povera con un'impossibilità di fare poi scelte di investimento, in questo senso mi sembra una politica, una visione che manca di lungimiranza. In sostanza, chi verrà dopo la Giunta Appendino troverà gli stessi debiti, solo ridotti del naturale piano di ammortamento, magari ricadenzati, allungati, ma contemporaneamente troverà un patrimonio considerevolmente ridotto. Anche la scusa del piano di rientro, che anche l'intervento che mi ha preceduto, è stata richiamata come quella che…, ma anche l'Assessore Rolando l'ha richiamata, come quella che ha determinato poi le scelte di questo Bilancio. È vero, però, ricordiamolo che il taglio della spesa è, comunque, sempre inferiore all'incremento del fondi della FCDE, cosiddetto. Anche questo, in realtà, non sta facendo null'altro che applicare quello che è previsto da una norma nazionale, che non è richiesto solo al Comune di Torino, ma è richiesto a tutti i Comuni, e, quindi, anche in questo senso, non si sta facendo null'altro, se non attenersi a quello che per legge bisogna fare. È già stato detto, anche in precedenza, da chi mi ha preceduto, che c'è un pesante ammontare di entrate straordinarie, richiamo gli oneri di urbanizzazione, richiamiamo i ricavi da fabbricati dell'IMU, che solo quest'anno sarà possibile, le multe, che pur essendo scese di 12 milioni, rispetto al 2017, preventivato, sono, comunque, un patrimonio cospicuo, i 42 milioni di evidenti di FCT, eccetera, però, ecco, ci si chiede, ma quant'è, coerentemente, realisticamente, in maniera oggettiva, l'esigibilità, poi, di queste entrate. A me sembra, poi, che si possa prevedere una forzatura piuttosto cospicua delle poste in entrata, e che, quindi, queste, ancora una volta, porteranno a gravare sull'anticipazione di cassa, incrementando ulteriormente questa posta. Si è già detto sull'utilizzo degli oneri di urbanizzazione, sulla spesa corrente, quest'anno, bontà vostra, avete ammesso che, forse, l'anno scorso si era un pochettino giocato al rialzo, e, quindi, sono stati posti solo, mi sembra, 21 milioni di oneri di urbanizzazione, ritenendo che, forse, effettivamente, nonostante il Vicesindaco Montanari ci abbia spiegato che in anni passati erano state valorizzate a che cifre maggiori, ma, forse, il mercato immobiliare ha avuto una certa flessione, benissimo. Con l'entrata in vigore delle nuove leggi sul Bilancio, è vero che la destinazione di proventi e dei titoli abilitativi edilizi e anche delle sanzioni, possono essere utilizzati per finanziare la spesa corrente, però questo non significa che, con quegli stessi oneri di urbanizzazione possiamo finanziare spese già contrattualizzate, in sostanza non possiamo pagarci le bollette IREN, perché, comunque, mi sembra che è una posta importante, se non sbaglio, 9 milioni, sia ammessa dagli oneri di urbanizzazione a pagare il contratto di servizio di IREN. Allora, non mi sembra un principio molto virtuoso, Assessore, di utilizzare i proventi degli oneri di urbanizzazione per pagare il contratto di gestione IREN. A tutti gli effetti, si tratta di debiti fuori Bilancio, visto e considerato che non si tratta di certezza di esigibilità, però, su questo mi sembra che ci sia una certa disinvoltura nel bypassare quelli che sono i principi seri della contabilità. Torno ancora a un aspetto che è stato richiamato anche nella relazione di accompagnamento dell'Assessore, che riguarda le entrate, definite, mi sembra, una tantum del caso REAM. Io spero che tutta la vicenda sia da considerarsi una tantum, per come si è sviluppato, onestamente, non voglio, qui, adesso, riprendere discussioni che hanno già lungamente interessato quest'Aula, ma ricordiamo, appunto, che erano, comunque, a fine 2016, delle spese che non esistevano, poi dichiarate fuori Bilancio, debiti fuori Bilancio, poi nell'approvazione 2017, che, comunque, ricordiamo, fu sempre un'approvazione di Bilancio che ebbe il parere negativo del Revisore dei Conti e della direzione contabile, caso che non è proprio usuale, mi sembra un po' un unicum, anche a livello nazionale. E poi ci compaiono, magicamente, come, nella posta 2018, benissimo. Non riprendo questioni, appunto, di merito, che, peraltro, sono oggetto anche di indagini in corso, però riprendo un aspetto legato alla coerenza, Assessore. Se il principio è valido e lei ci ha lungamente spiegato i principi della competenza finanziaria potenziata, i debiti e i crediti sono imputati nell'esercizio in cui l'obbligazione viene a scadenza, eccetera, eccetera, molto bene, ma per coerenza, se questo principio è valido per la spesa, che sia valido anche per l'entrata. Nelle poste in entrata, io ho visto nei canoni dovuti da GTT alla Città, ma mi sembra che nel piano di rientro e di salvataggio accordato con GTT, la Città si sia impegnata a posticipare negli esercizi futuri, il ricorso a questi canoni. Allora, se ci siamo impegnati e abbiamo concordato che dilazioneremo questi canoni dovuti a GTT, come possiamo metterli in entrata, avendo lo stesso principio sul Bilancio? Come possiamo concorrere alla costruzione del Bilancio 2018? Mi sembra che, in Commissione, lei richiamasse il principio del non incrementato FCDE, ma questo, francamente, lo trovo non corretto, perché qui si sta parlando di questione di competenza e non di casa, quindi, lo stesso principio deve valere anche per le entrate, non solo per le uscite, di nuovo una questione di coerenza. Ancora, nella sua relazione, lei fa un'affermazione, che, francamente, trovo pesante, poi, a quella che è la declinazione nel consegno del Bilancio, "L'obiettivo di questo Bilancio, in cui abbiamo dovuto compiere delle scelte difficili, e individuare la priorità degli interventi e utilizzare al meglio le risorse per favorire le risorse di un sistema capace di integrare servizi e politiche sociali e abitative, con politiche e servizi per il lavoro", quindi, è un'attenzione alle politiche sociali. Mi sembra che questo non si sia materializzato, in quello che è l'ambito del piano straordinario di alienazione, per il novero di proprietà comunale, che, come ho avuto modo do discutere in Commissione, ha circa mezzo milione di euro di beni provenienti dal patrimonio ex IPAB. Già nel caso dell'estinzione dell'istituto del Buon Pastore, che aveva generato un trasferimento di patrimonio immobiliare di oltre 16 milioni di euro, su cui avevamo anche fatto presente l'esito, anche, di una mozione che era stata votata congiuntamente, anche dalla Maggioranza. Vedo che, invece, purtroppo, non si perde io vizio di continuare ad impegnare le risorse senza il vincolo di destinazione socio-assistenziale. Lei ci ha ben spiegato che queste andremo a concorrere sulle entrate dei servizi socio-assistenziali, ma, di fatto, senza incrementare questi importi. Si sarebbe almeno potuto spostare il vincolo su altri edifici, come fu fatto anche in passato, in alienazioni del tutto analoghe, e che, quindi, consentirebbe almeno di mantenere il valore patrimoniale, non vanificando lo spirito originario in cui nacquero questi ingenti patrimoni, ricordiamolo, frutto di lasciti a favore delle fasce più deboli e più povere della Città. Chiudo ancora con un ultimo punto, che è quello che riguarda il taglio lineare applicato alle Circoscrizioni, poi lei ci ha anche detto che si cercherà, nel corso degli rassettamenti successivi, di cercare di limitare questo taglio che ha riguardato circa 400.000 euro sui 5 milioni, complessivamente allocati, per le Circoscrizioni, è un taglio dell'8%. A parte le modalità con cui questo taglio è stato comunicato, che ci sono state spiegati anche dall'assemblea, insomma, dei Presidenti di Circoscrizione, che, comunque, non è stato certo frutto di una discussione nell'ambito del tavolo di coordinamento sul decentramento, che la stessa Sindaca, ricordiamolo, presiede, per quanto riguarda le materie di ripartizione economica, ma che, viceversa, ha sempre disertato, tant'è che non si è mai presentata a questo tavolo, quindi, anche i presidenti di Circoscrizione hanno saputo di questo taglio, senza essere preventivamente coinvolti nella scelta. È chiaro che è un taglio che riguarda pesantemente tutto quella che è l'aliquota discrezionale, a carico delle Circoscrizioni e che, quindi, li obbliga a togliere le risorse sull'assistenza domiciliare, sui soggiorni estivi per i disabili sulle iniziative culturali, perché, necessariamente, bisogna far fronte ad altre spese, quali, per esempio, i rimborsi per l'utenza degli impianti sportivi esternalizzati, o altro, quindi, bisognerà, per forza, di nuovo, andare a ledere, a erodere quello che è il pur modesto Bilancio a carico di nuovo di esercizi sociali più delocalizzati. D'altronde questa è un politica di affossamento delle Circoscrizioni, che, mi sembra, la Giunta stia portando avanti in maniera abbastanza definita, senza, peraltro, aver chiarito quale sia l'idea di decentramento che sia alla base, però, di fatto è la politica che costringe a chiudere le anagrafi decentrate, trasferendo il personale alla SORIS, peraltro, questo , cercando, forse si…, mi dica, Consigliere Iaria, ha qualcosa da dirmi? (INTERVENTO FUORI MICROFONO) Ah, Giovara, se vuole, andiamo al bar parliamo dopo, volentieri, perché, intanto…, e, comunque, di fatto, togliendo risorse anche sui servizi, sappiamo bene che ci vogliono 3 mesi per fare una carta di identità, e questo per poter fare Città che si vuole porre come obiettivo, quello di una Città smart e innovativa. Bene, chiudo anch'io dicendo che mi sembra un Bilancio che è finalizzato a fare quello che deve fare un Bilancio, cioè, chiudere il pareggio. Non emergono, sicuramente, delle possibilità di poter dare un giudizio, anche politico, su una visione che, secondo me, continua ad essere non alla base di queste scelte, scelte che, sicuramente, sono dettate da sistemi rigidi e di mancato trasferimenti dal Governo centrale, ce lo ricordava bene la Capogruppo Artesio prima, però, sicuramente, nonostante venga richiamato anche dalla relazione di accompagnamento dell'Assessore, questa idea di sviluppo e questa necessità di poter fornire un cambio di passo deciso, un'accelerazione verso lo sviluppo che contribuisca a imprimere misure che favoriscono l'attrazione di nuovi capitali, ma mi sembra che qui si stia cercando solo di riuscire a chiudere con dei conti, proprio un po' da bilancino, cercando di far ricorso ad entrate straordinarie, che non potranno essere ripetibili, si va ad erodere un patrimonio che, come ho detto, e non è chiaro il tipo di eredità che si potrà lasciare ai successori. Richiamo anche io Churchill, come ha fatto l'Assessore, purtroppo, per quel film che gira per le nostre sale, in questi giorni e si chiama "l'ora più buia", non vorrei che anche questo fosse il preludio a un'ora molto buia per la nostra Città. |