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MORANO Alberto Vorrei, sorridendo, ricordare al Consigliere Iaria che le permute si possono fare anche con conguaglio, non alla pari, però questo, lo dico sorridendo. Io ho letto con attenzione la relazione dell'Assessore Rolando, il Bilancio di previsione, la relazione del Collegio dei Revisori. In sede di approvazione del Bilancio di previsione 2017-2020, sicuramente più controversa e più dibattuta di questa, erano emerse alcune criticità nei rapporti fra l'Amministrazione 5 Stelle e il Collegio dei Revisori. In questa occasione, mi pare che la relazione fra la Città e il Collegio dei Revisori si sia svolta in modo istituzionalmente più corretto, anche se, secondo me, restano alcune zona d'ombra e di opacità, e, soprattutto, mi pare che l'attività di controllo sia stata più formale superficiale, che sostanziale, e non siano stati affrontati in dettaglio alcuni profilo di carattere fondamentale. Lascio ad altri una critica puntuale e politica sulle scelte operate dalla Giunta 5 Stelle, in sede di predisposizione del Bilancio di previsione. Queste altre persone prima di me le hanno fatte, sono sicuramente più politiche di quanto non sia io e mi limito a fare alcune brevi osservazioni e domande. In data 10 Gennaio 2018, ho formulato una richiesta di accesso agli atti, indirizzati, fra gli altri, al Dottor Calvano e al Dottor Pizzichetta, finalizzata a conoscere lo stato dei conti delle tre principali fondazione culturali partecipate dal Comune di Torino. In particolare, in quella sede, ho richiesto la consistenza della cassa al 31 dicembre 2017, il dettaglio dei crediti, con un'indicazioni di importo soggetto debitore, esistente al 31 dicembre 2017; il dettaglio dei debiti in essere, scaduti alla data del 31 dicembre 2017, con indicazione dell'importo del creditore e della data in cui il debito è scaduto; importo dei contributi versati dal Comune di Torino nel 2017, e dei contributi tuttora dovuti dal Comune di Torino per l'anno 2017 e per gli anni precedenti, e non ancora versati. A questa richiesta, ha dato risposta solo la fondazione Torino Musei, precisando, con particolare riferimento all'ultima domanda, che il credito della Fondazione Torino Musei, nei confronti del Comune di Torino, alla data del 31 dicembre 2017, ammontava a 5.726.000 euro. Il Teatro Regio ha risposto il 29 gennaio 2018, dicendo testualmente "Trattandosi di un'elaborazione complessa" non so che cosa ci sia di complesso nel leggere i dati contabili, "che richiede l'ultimazione dei conti necessari per la chiusura del Bilancio, riteniamo poter far prevenire quanto richiesto, entro la data del 31 marzo 2018". La risposta, come vi ho detto, era del 29 gennaio 2018, la data del 31 marzo 2018 è passata, nessuna informazione è stata fornita dal Teatro Regio, tantomeno dalla Città di Torino. Analogamente, il 5 febbraio 2018, il Direttore della Fondazione del Teatro Stabile, ha richiesto al Presidente del Teatro Stabile, una proroga del termine, in quanto l'Amministrazione del Teatro Stabile stava effettuando le operazioni di chiusura del 2017, e nelle more, alcuni dati contabili potevano subire sensibili variazioni. Io ho chiesto un dato puntuale al 31 dicembre 2017, non so come possa variare nel 2018. Vale la pena sottolineare che anche i questi caso la proroga non è stata concessa, ma le risposte non sono arrivare e, quindi, io chiedo nemmeno, e sottolineo, che nemmeno la Città di Torino ha fornito risposte su quella che è la sua posizione nei confronti delle tre Fondazioni. Tralasciando il fatto che le risposte alle richieste di accesso agli atti dovrebbero essere fornite nel termine di 30 giorni, mi chiedo, e chiedo all'Assessore Rolando, al Sindaco e al Collegio dei Revisori, quale grado di attendibilità ha il Bilancio di previsione finanziaria 2018-2020, se non si ha conoscenza dei debiti della Città, delle fondazioni culturali. Come avete, infatti, determinato i residui passivi presunti al 31 dicembre 2017, se non siete stati in grado di rispondere ad una semplice domanda in merito, quali controlli e verifiche incrociate avete fatto, è l'ABC della contabilità fare la circolarizzazione dei crediti, chiedere a un soggetto che cosa ti devo e verificare con le risultanze della contabilità del Comune, ma tutto questo è stato fatto, o se è stato fatto, non è stato portato a conoscenza dei Consiglieri. Un secondo punto, che non appare chiaro, è quello concernente i rapporti tra GTT, Infra.To e il Comune di Torino, e, infatti, come più volte ho avuto modo di sottolineare, o si salva GTT, o salta l'intero sistema, ma anche in questi caso, qualcosa non torna nel Bilancio di previsione 2018-2020. Nel piano industriale di GTT, approvato anche dalla Città di Torino, si precisa, alla pagina 56, che il canone parcheggio 2018, dovuto da GTT al Comune, pari a 17, 4 milioni di euro, non 7,4 sarà pagato per 10 milioni al termine del piano industriale di GTT, e, quindi, nel 2022, e per euro 7,4 milioni in 10 anni, a partire dal 2021, e, quindi dopo la scadenza di questa Giunta, al pari degli altri debiti di GTT nei confronti del Comune di FCT, che ammontano, complessivamente, a 92 milioni di euro. questi sono i dati riportati nel piano industriale di GTT alla pagina 56, approvato dal Comune di Torino. Questo è quanto scrive GTT, con l'approvazione del Comune e si vede al riguardo la lettera del Sindaco Appendino, del 12 Gennaio 2018 ed è confermato anche dalla lettera di Pit Marvic a Deloitte e GTT dell'11 dicembre 2017, ma già non trova conferma nel Bilancio di previsione, dove si fa riferimento unicamente all'importo di 7,4 milioni, il cui pagamento arriverà, peraltro in 10 rate annuali, a partire dal 2021. Forse che il principio di competenza era forzato, utilizzato per giustificare la contabilizzazione del debito REAM, non trova contabilizzazione per i crediti? Perché io, qui, onestamente, non sino un esperto contabile, però, mi sembra che vengano piegati alla convenienza dell'Amministrazione i principi contabili. Ed ancora, nel Bilancio di previsione, non sono stati contabilizzati i debiti del Comune nei confronti di GTT e Infra.To, per l'anno 2018, pari a complessivi 31 milioni, 7 milioni per GTT, 24 per Infra.To, oltre 6,4 milioni dovuto a GTT e Infra.To, per debiti pregressi, risultanti dalle bozze di convenzione che la Città ha approvato a settembre del 2017, quindi, totale 37,4 milioni. In particolare, sembrerebbe che nel Bilancio di previsione manchino circa 18 milioni, essendo stanziati solo 6 milioni per GTT e 13,5 milioni per Infra.To., tutto ciò che impatto ha sul piano di salvataggio di GTT? Ricordo al Sindaco e all'Assessore la Bilancio, ma anche la Collegio dei Revisori, che il Piano di salvataggio di GTT, peraltro, non ancora attuato, è stato approvato dalla Città, e necessariamente deve essere riflesso nella sua interezza nel Bilancio di previsione, perché noi non possiamo trovare un piano di salvataggio che la Città approva, che non trova la sua contropartita nel Bilancio di precisione e che, quindi, poi non potrebbe essere attuato. In ultimo, nella nota integrativa, si parla di dismissione di immobili, per 42 milioni di euro, di avvio della procedura di vendita delle partecipate e si dava per scontato l'esito positivo della vendita di azioni IREN, e, sempre parlando di GTT, nel perimetro di consolidamento della Città di Torino, si fa riferimento al risultato economico di GTT dell'anno 2015, 220,000 euro di utile, e si tralascia il risultato di GTT atteso per il 2016, risultante dalla bozza di Bilancio approvata dal Consiglio di Amministrazione, che porta una perdita di 63,5 milioni e qual è il grado di attendibilità di questo Bilancio, perché ci è stato detto che si deve prendere l'ultimo dato disponibile, ma se vi è una bozza di Bilancio approvata dal Consiglio di Amministrazione, occorre far riferimento alla bozza di Bilancio approvata dal Consiglio di Amministrazione, oppure non esiste una bozza di Bilancio di GTT approvata dal Consiglio di Amministrazione. Tornando ai presunti incassi, 42 milioni di euro per la dismissione di immobili, è vero, stiamo parlando di un Bilancio di previsione, e, quindi, il grado di attendibilità dei dati riportati dall'Assessore e dalla Giunta, non deve, necessariamente, esser alto, ma non può nemmeno essere inesistente, e allora io chiedo all'Assessore e al Sindaco, quante possibilità concrete ci sono di vendere immobili per 42 milioni di euro, entro fine anno, e qual è lo stato concreto della procedure di vendita, fino ad oggi emesse in atto dall'Amministrazione? Per quanto riguarda la dismissione delle partecipate, dopo la dilettantesca gestione della vendita del CAAT, di cui abbiamo avito notizie tra il serio e il faceto ieri, quante possibilità, in concreto, vi sono che la partecipata più appetibile venga effettivamente venduta, perchè, se continuiamo ad operare come dilettanti allo sbaraglio, anche i pochi interessati staranno lì ad aspettare, perché capiscono che più passa il tempo, più si abbassa il prezzo. E per finire, IREN, cosa succederà se alcuni azionisti di minoranza, fondi o piccoli comuni, particolarmente irritati da questa bozza di patto para-sociale, che attribuisce il controllo della società al Comune di Genova e al Comune di Torino, diversamente da quanto era, fino all'approvazione della scissione? Si rivolgeranno a CONSOB, lamentando un cambio di controllo. Voi sapete che la conseguenza del cambio di controllo è il diritto di vendere a chi ha acquistato il controllo, la propria partecipazione, ma se questo accade, quali saranno gli impatto sui conti del Comune di Torino? E, soprattutto, se la CONSOB formulerà osservazioni alla bozza di patto para- sociale non perchè stimolata, come avrebbe dovuto essere, dalla Città di Torino, ma perchè stimolata da qualche azionista di minoranza. Quanti giorni si perderanno? La delibera che è stata presa, che prevedeva espressamente il patto para-sociale come parte integrante, se venisse una modifica del patto para-sociale, potrà essere attuato, o occorrerà ritornare in Consiglio e si dovrà bloccare la procedura di scissione? E poi, siamo sicuri che qualche azionista non attivi la procedura prevista dall'attuale patto, per far valere la violazione del patto e richiedere il pagamento della penale? E finisco, facendo riferimento ai proventi. L'ha detto bene il Capogruppo Tresso, la vendita dei gioielli di famiglia non dovrebbe essere fatta a pezzettini, per finanziare la spesa corrente, dovrebbe essere fatta in un ambito, in contesto di risanamento della Città, per portare risorse che consentono di modificare strutturalmente il debito della Città e non semplicemente finanziare le esigenze di quest'anno, perchè un'altro anno, quelle azioni non ci saranno più e noi non avremo modificato nulla di quanto è strutturato. |