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Estratto dal verbale della seduta di Martedì 10 Aprile 2018 ore 10,00
Paragrafo n. 5
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2018-00759
NOTA DI AGGIORNAMENTO DEL DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE (DUP) - PERIODO 2018-2021 (ARTICOLO 170, COMMA 1, DEL D.LGS. N. 267/2000). APPROVAZIONE.
Interventi
VERSACI Fabio (Presidente)
Possiamo procedere con la discussione a seguito dell'illustrazione di ieri dell'Assessore
Rolando. Ricordo a tutti che i tempi sono raddoppiati, quindi 20 minuti un Consigliere
per gruppo, gli altri 10. Ho iscritto a parlare il Capogruppo Lo Russo, ne ha facoltà per
20 minuti. Prego.

LO RUSSO Stefano
Grazie, Presidente. Nella discussione relativa al Bilancio di Previsione, partirei
dall'ultima frase citata dall'Assessore Rolando, che richiama addirittura Winston
Churchill, noi vogliamo altro, chissà cosa direbbe Winston Churchill a sentire dibattiti
in quest'Aula onestamente, però prendo spunto dalla questione che lei pone relativa al
passato e al presente e da questo punto di vista le riflessioni che facciamo in ordine al
bilancio che lei ha predisposto e che viene presentato all'attenzione del Consiglio
Comunale partono proprio dall'esigenza che condividiamo di non aprire nessuna lite tra
passato e presente perché neanche noi vogliamo perdere il futuro e quindi ci limitiamo
ad analizzare, a prescindere da quelli che sono stati i pregressi che hanno portato la
predisposizione del suo documento, il presente cercando di entrare nel merito delle
questioni che sono state sollevate. Il nostro giudizio sul suo bilancio, è un giudizio
drasticamente negativo, Assessore Rolando, e lo è per una serie svariata di motivi che
proverò ad enunciare in questo intervento. Lei lo definisce, a pagina 1 della sua
relazione, un bilancio prudente, non so se l'aggettivazione prudente è corretta dal punto
di vista anche politico, è un bilancio che peraltro è assolutamente 5 Stelle ed è
assolutamente appendiniano, cioè un bilancio che di fatto non evidenzia alcuna scelta
strategica e alcuna visione di sviluppo per questa Città. Questo è questo bilancio, poi se
è prudente, non è prudente questo lo vedremo ed è divertente l'inciso che fa nel
medesimo capoverso: che questo bilancio consentirà di tener fede alle linee
programmatiche e agli obiettivi che la Sindaca si è posta. Noi non sappiamo se questo
bilancio terrà fede, quelle linee programmatiche lì nei primi 20 mesi sono state
completamente disattese su tutta la linea, forse effettivamente l'auspicio che ha la
maggioranza è che con questo bilancio finalmente arriveranno nel rispetto di queste
linee programmatiche, sempre le stesse, quelle dei supermercati, quelle di non fare
ricorso per le spese correnti, ad entrate non ripetitive, tutta una serie di questioni
abbastanza, come dire, divertenti da leggere alla luce di questa frase, vedremo se poi
effettivamente si verificheranno. Lei parla poi nella sua medesima relazione alla pagina
2 di un bilancio che dà il segnale o accompagna operazioni di rilancio del sistema
economico locale e sostanzialmente il dubbio, è la prima cosa che viene in mente, è se
con questa frase fa ad esempio riferimento al tema di open for business. Lei si ricorda
che all'inizio del mandato, Assessore Rolando, in pompa magna venne annunciato il
grande programma dell'industria 4.0, le grandi operazioni di incentivazione del
produttivo che certamente avrebbero dato, accompagnato, mettiamola così, non so se a
differenza del passato, cercherò di usare il suo monito di Churchill, cercheremo di
evitare differenze, quello che noi non rileviamo è dove sono queste misure, cioè
francamente al di là degli slogan e al di là delle conferenze stampa, delle foto, delle
grandi riunioni con questo meccanismo: "Dateci le idee; partecipiamo insieme alla
dinamica della Città" che più alcuni Assessori di altri, in particolar modo forse mi viene
da citare certamente l'Assessore Sacco che ha un po' questa delega allo sviluppo
economico, che è il mio principale, come dire, punto di riferimento e faro metodologico,
il problema è che al di là di organizzare bellissime riunioni, sempre meno peraltro, finita
sta vicenda del bilancio, faremo un po' il punto della situazione e ci consentirà
l'Amministrazione Comunale in carica di verificare un po' quali sono effettivamente "le
azioni concrete di rilancio del sistema economico locale" che avete messo in campo
perché io leggo, leggo parole sue, Assessore Rolando. Abbiamo visto il titolo di open
for business, attendiamo fiduciosi anche consci del grande entusiasmo che ha scatenato
soprattutto dei giudizi del sistema economico produttivo locale, che sono entusiasti,
davvero entusiasti, Assessore Rolando, di come si sta andando avanti sul fronte dello
sviluppo economico locale in questa Città, lo vedremo. La questione - chiedo scusa, ho
preso qualche appunto, in questo intervento rischio davvero di essere, come dire, forse
leggermente sconnesso in termini di eloquenza nell'intervento - non paghi di averlo
messo negli incipit a pagina 7 lei con forza ribadisce che fate misure che favoriscono
l'attrazione di nuovi capitali, noi nel bilancio non ne abbiamo vista una di misura che
favorisca l'attrazione di nuovi capitali, non una, però magari ribadisco siamo noi che
non abbiamo letto le cose adeguatamente, e la creazione di condizioni affinché le
imprese di produzione e le aziende terziarie siano incentivate ad investire in
innovazione. Così! Cioè, è impressionante, c'è un elenco infinito ed interminabile di
misure per l'attrazione di nuovi capitali questo bilancio, non so se intendeva prudente in
questi termini, cioè c'è un po' di dicotomia, mi consenta, rispetto a messaggi che
vengono, come dire, ad essere un pochino divergenti, cioè bilancio prudente che è
appendiniano in tutto e per tutto, cioè un bilancio, non me ne voglia la Sindaca, da
ragionieri, ecco, cioè che non ha nessuna visione vera di sviluppo di questa Città
condito qua e là con, come dire, belle frasi che sicuramente chi è fuori da quest'Aula sta
apprezzando nella concretezza e nella declinazione. Cioè, sicuramente tutti gli operatori
economici di questa Città apprezzano e stimano davvero questo interventismo costante
che state mettendo in campo per dare dinamismo allo sviluppo economico locale di
questa Città, anche perché, e l'analisi ovviamente è per noi impietosa e, lo cita lei, il
tasso di disoccupazione torinese è pari a quello del Mezzogiorno d'Italia e
sostanzialmente fa riferimento ad una condizione economica di una certa qual difficoltà.
Ma la chicca di tutto questo ragionamento è poi successivamente a pagina 8, leggo cosa
lei, ripeto, cosa lei ha detto ieri: "L'Amministrazione sta investendo nella
riqualificazione di spazi urbani come progetti come AperTo e Co-City"; menomale che
è stato fatto un Piano periferie dal Governo precedente perché se non avessimo fatto il
Piano periferie davvero mi chiedo che cosa era fattibile davvero rivendicare. Periferie:
ricorda qualcosa questa parola? sempre nelle linee di mandato, quelle cose, sapete
quelle cose che non stanno nel centro sono le periferie, quelle su cui giustamente avete
correttamente stravinto le elezioni amministrative". Nella tutela dell'ambiente, nella
lotta all'inquinamento attraverso l'adozione di misura a favore della mobilità
sostenibile". Ecco, andate avanti anche sulla ZTL centrale, per favore! Sempre in
quest'ottica di sviluppo del sistema economico locale, non paghi di aver carrato tutta la
città di centri commerciali e non paghi di aver sostanzialmente raggiunto il record
assoluto, in una scala temporale, di ASPI superfici commerciali, fate anche una bella
blindatura del centro a pagamento. Dritti, per favore, andate dritti che sicuramente
verrete apprezzati e ricordati. "Nel portare innovazioni e tecnologie di avanguardia al
servizio della comunità": Dov'è l'Assessora Pisano? C'è? Ecco, se per servizi,
tecnologie di avanguardia intendiamo quelle meravigliose code che abbiamo visto
uscire dalla Consolata, credo che i torinesi dicano: "Ma anche no". Cioè, ma anche no.
Allora, ci va anche un po' di pudore, cioè ogni tanto mettere in evidenza che è più
difficile governare che scrivere slogan a caso, può essere uno dei viatici che consente di
andare nell'ottica dell'auspicio nella sua frase di Winston Churchill, perché
riconosceremmo un po' più di onestà intellettuale rispetto a quello che, devo essere
sincero, non tanto lei quanto persona, ma è diciamo qualche esponente della
maggioranza politica che le consente di stare lì seduto, quest'oggi, e in generale al
governo della città, non abbiamo riconosciuto e poi, bellissima: "Nel favorire lo
sviluppo di artigianato e commercio locale" Sono i mercatini di Natale? Cioè che cosa è
questo, lo sviluppo di artigianato e commercio? Quindi la rivendicazione di queste
mirabolanti azioni di 20 mesi davvero sono un vero punto d'orgoglio, cioè dovete
veramente andarne orgogliosi. Veniamo ai punti più squisitamente contabili, in maniera
tale che così si traducano concretamente alcuni aspetti che hanno, come dire, stimolato
la curiosità dal punto di vista sostanziale. In particolar modo è divertente come
sostanzialmente lei cita l'incremento del Fondo crediti a dubbia esigibilità, perché
leggendo queste parti sembrerà vero che, come dire, effettivamente è stata fatta
un'operazione oggettivamente di grande livello, cioè mettere ad accantonamento il
fondo che sostanzialmente tende a coprire la spesa in virtù del fatto che abbiamo dei
crediti, tema storico, che non vengono riscossi, dopodiché però se noi andiamo a
verificare come i Revisori dei Conti definiscono, chiedo scusa, la..., c'è un passaggio su
questo tema che avete posto, nella loro relazione ad un certo punto, a pagina 28 di 40,
fanno riferimento specifico alla questione del Fondo di FCDE, chiedo scusa se uso
questo acronimo, e sostanzialmente dicono: "Si fa presente che enti che negli ultimi tre
esercizi hanno formalmente attivato un processo di accelerazione proprio delle capacità
di riscossione possono calcolare il Fondo crediti di dubbia esigibilità facendo
riferimento ai (incomprensibile) di tali esercizi". Cosa voglio dire? Che noi abbiamo
apprezzato dal punto di vista strutturale la questione dell'incremento del Fondo crediti
di dubbia esigibilità; poniamo l'attenzione, lo lasciamo per il verbale, che al momento è
solo formale perché se poi uno va ad analizzare l'effettiva capacità di riscossione della
Città, si accorge che questa non è sostanzialmente ancora allineata con quello che
dovrebbe essere. Sempre tornando alla sua relazione, Assessore, alla pagina 10, dopo
aver pontificato, con grande efficacia semantica, ve lo riconosco, perché l'intervento è
di un certo qual pregio in termini di lessico italiano, ad un certo punto però rivendica il
welfare che sostanzialmente, poi credo che altri colleghi del Partito Democratico
metteranno in evidenza questo aspetto, rivendica il welfare come elemento essenziale
della struttura portante della Città. Poi giustamente dice che è prevista una contrazione,
cioè giusto per stare in tema, un bilancio che è prudente dove c'è un elenco di cose che
dovrebbe garantire il rispetto degli equilibri di bilancio e va bene, ma soprattutto lo dice
lei, dovrebbe garantire il rispetto del programma di mandato di Appendino e soci. Io
invito tutti voi a leggere che cosa avete scritto e avete presentato ai cittadini di Torino,
che cosa avete fatto in questi 20 mesi e vi faccio una semplice domanda: se questo
bilancio è effettivamente il veicolo per rispondere a quel tipo di programma. Dite che il
welfare è essenziale e lo tagliate, sostanzialmente, diciamo così, che ci si permetta di
rilevare qualche piccola, qualche microscopica contraddizione. Dal punto di vista
strutturale viene rivendicata con grande enfasi la alienazione del patrimonio
immobiliare della Città; su questo noi siamo sempre stati molto chiari, abbiamo sempre
ritenuto che la razionalizzazione del patrimonio immobiliare della Città era una delle
condizioni programmatiche di qualunque Amministrazione di qualunque colore, perché
qui c'è un tema di riorganizzazione, ci saremmo aspettati, io glielo dissi
all'insediamento suo, se se lo ricorda, anche qualche grado di razionalizzazione del
patrimonio immobiliare in termini interassessorili, perché questa questione ovviamente
è una questione strutturale che, proprio per le esigenze che credo si rappresentino nel
prossimo futuro, sarà comunque utile fare, invece lei ha sostanzialmente interpretato
credo male la mia sollecitazione. Quando io le dissi: guardi che forse bisogna fare una
piccola ricognizione del patrimonio immobiliare nei diversi Assessorati perché occorre
avere una gestione unitaria, non intendevo bisogna vendere il patrimonio delle IPAB per
finanziare spesa, cioè guardi che non intendevamo quello, forse mi ha frainteso, allora
glielo dico a verbale in Aula, rifare una ricognizione generale del patrimonio
immobiliare non significa quello, Assessore Rolando, non significa fare un piano di
dismissioni in cui si prendeva quanto era stato lasciato dai nostri avi - caro Camillo,
guardaci tu - alla Città per prendere quei soldi e dirottarli a pagare spesa. Non
intendevamo quello, se siamo stati fraintesi, Assessore Rolando, ha sempre tempo
davvero a rettificare, anche perché sarebbe interessante capire dove vanno tutte queste
ipotetiche risorse perché poi purtroppo per noi la questione dell'effettiva rispondenza tra
la previsione di competenza e poi l'accertamento in cassa delle alienazioni immobiliari,
ahi noi, segna la difficoltà generale della contingenza economica della Città. Dal punto
di vista strutturale passerei alla questione delle Partecipate che lei non cita nella sua
relazione e quindi mi ha costretto a controllare se per caso era citata nel parere dei
Revisori e correttamente lo è, soprattutto per quanto riguarda due questioni che ci hanno
tenuto compagnia in questi ormai quasi due anni che sono, da un lato la strategia sulle
Partecipate in termini delle cosiddette privatizzazioni, questa bestia nera per alcuni del
Movimento 5 Stelle, perché per altri invece, come dire, vale tutto, mi viene da ridere,
sarebbe forse stato utile rimandare la discussione sul bilancio al termine della, come
dire, ridicola questione posta dal candidato, auto candidato Premier Di Maio nei
confronti del PD che di colpo è diventato attrattivo, sarebbe stato divertente fare questa
discussione a valle di questa fase, ma purtroppo i tempi, la tempistica ci obbliga a farla
oggi. Dicevo, sul tema Partecipate voi siete arrivati con un Piano di dismissione che noi
abbiamo sostanzialmente condiviso nei principi generali e puntualmente rivendicato di
non condividere sotto altri. Le due questioni, se se lo ricorda, erano il Centro
Agroalimentare e la SAGAT che sono le due questioni su cui come Partito Democratico
siamo sempre stati contrari; per quanto riguarda il CAAT alla non decisione in ordine a
valutazione delle quote da dismettere, per quanto riguarda SAGAT al fatto che il 10%
delle quote di proprietà della Città andavano mantenute perché riteniamo, continuiamo a
ritenere l'Aeroporto di una Città un asset strategico anche solo per sedere in Consiglio
di Amministrazione. Invece qui la questione, ed è questo il secondo elemento di fondo
che non si coglie, è dove vogliamo andare, cioè avete fatto una battaglia fuori tempo
massimo, scusatemi, sulla questione della SMAT; non so se ricorda la maggioranza
Consiliare che qui siete arrivati con la mozione e la delibera che avvia la
ripubblicizzazione e la società consortile mano sinistra, non a caso la chiamo mano
sinistra, con la mano destra avete fatto delle robe che credetemi, lo so che dovete fare un
atto di fiducia nel cattivo Lo Russo, ma mai nel Centro Sinistra sarebbe stato possibile
fare con la facilità con cui siete arrivati in quest'Aula. C'era davvero una discussione
politica che contrapponeva posizioni che al di là della posizione personale di chi vi parla
oggi, era davvero politica relativamente alle questione di IREN. La questione di IREN
la state gestendo e l'avete gestita votando convintamente, difendendo, io guardo alcuni
colleghi Consiglieri che rivendicano una forte aderenza ad alcuni valori, tipo la
proprietà pubblica delle società che gestiscono i servizi pubblici, cioè è davvero surreale
mettere insieme ascoltandovi le posizioni politiche sulla SMAT con tutto quello che
avete fatto e state facendo su IREN: la scissione delle finanziarie, la cessione delle
quote, cioè lì non vale niente? Cioè è incredibile da questo punto di vista. Poi noi
politicamente mica siamo in disaccordo, attenzione bene, noi abbiamo una posizione
molto coerente su questa questione e riteniamo che il processo di razionalizzazione del
gruppo IREN sia un processo che deve andare virtuosamente, da un punto di vista
strutturale a non modificare gli asset di governo e questo, Rolando, lei lo cita nella sua
relazione, ma non è merito di quest'Amministrazione, perché il passaggio sulla
governance che fa a pagina 12, che sostanzialmente dice: "Non solo per effetto di tale
decisione che segna l'alleanza stabile col Comune di Genova viene salvaguardato per il
futuro il controllo pubblico di IREN" è figlio di una logica e la logica era la modifica
che fu fatta e che trova i suoi effetti nel 2018 che consente di alienare quote senza
perdere il controllo. Sarebbe stato divertente, a ruoli invertiti, ascoltare la posizione del
Movimento 5 Stelle qualora avessimo fatto noi la cosa. Surreale. Mettere insieme le
delibere che avete votato di scissione di FSU e di cessione delle quote di IREN con le
delibere su SMAT, credo davvero che è un campionato mondiale, assolutamente vinto
dall'attuale maggioranza, di contorsione politica. Però se questo, come dire, consente a
voi di avere una credibilità in Città, dicevo prima sulla credibilità delle azioni che state
mettendo in campo, ma anche voi, ciascuno Consigliere quando andate immagino
sostanzialmente i militanti più attenti stiamo tutti lì a sostenere e ad applaudire, dal
punto di vista strutturale è davvero imbarazzante. Che cosa a nostro modo di vedere non
funziona ulteriormente in questo bilancio? Beh, sicuramente quanto possiamo leggere a
pagina 23. Vi ricordate, Consiglieri Comunali, guardo alcuni di voi in particolare,
quando ci spiegavate che non si usava il territorio per fare cassa? Non so se ve lo
ricordate, quella fase storica della vostra verginità politica in cui si spiegava che il
Partito Democratico era il Partito del mattone, era il Partito che faceva le speculazioni
edilizie, non so se ve la ricordate perché non capisco se avete problemi di memoria o
altri tipi di problemi. La cosa divertente è che la fase cosiddetta emergenziale con cui ci
avete spiegato qui che dovevamo usare gli oneri di urbanizzazione per pagare la spesa
corrente, non so se ve la ricordate, noi ce la ricordiamo, siamo di buona memoria, e
dicendo: "sarà l'ultimo anno", io me li ricordo gli interventi di molti dei presenti,
compreso l'intervento dei Vice Sindaco: "sarà l'ultimo anno che useremo oneri di
urbanizzazione per pagare spesa corrente" Eh! Così. Tant'è vero che, vi do qualche
piccolo elemento: al di là della previsione nostra di 45 milioni denunciata da noi,
completamente farlocca, che poi completamente da 32 ne avete spesi 29 di 32, 29 di 32
nel '17, la famosa fase emergenziale, non paghi lo fate nel '18 e vi portate anche avanti,
lo fate anche nel '19. Allora, abbiate pazienza, cioè anche qua capite che noi stiamo
davvero in difficoltà a muovere delle critiche perché avevamo fatto un'operazione
virtuosa di risanamento di questo tipo di questioni; se voi andate a prendere i bilanci,
come dire, che erano stati in qualche modo approvati, poi leggeremo, come dire, Corte
Conti cosa dirà sul vero bilancio 5 Stelle, che è quello del '17, ma perché quello del 16
è colpa di Fassino, invece '17 diciamo così, e che sarà divertente leggere questo
passaggio quando impegnate per il corrente anno 20 milioni e mezzo di 23 per spesa
corrente. Ma io mi chiedo, ma con che faccia, con che faccia politica potete davvero
continuare ad andare avanti rispetto a questo tipo di politiche? Alcune chicche, alcuni
dettagli, che però la dicono lunga a nostro modo di vedere, una cosa che mi è saltata
all'occhio, chiedo scusa, Presidente, prendo un po' di tempo di altri colleghi del Partito
Democratico, se posso. Grazie, gentilissimo. Dando per scontato, sperando che vada
bene anche ai colleghi. Il divertente e in qualche modo emblematico di cosa voglio dire
quando parlo che manca una strategia, cito ad esempio la questione del personale
comunale. Personale comunale è un tema da sempre e correttamente è stata proseguita e
viene proseguita una politica virtuosa di contrazione di costi, a pagina 27 della relazione
dei Revisori, alla voce formazione, sostanzialmente si individua una riduzione imposta
alla formazione. E' un errore politico, questa è una scelta politica, anche perché
parliamo veramente di importi qualche centinaia di migliaia di euro, ma è evidente che
quello è un segnale che viene dato che non si crede in questa cosa, cosa che invece
andrebbe fatta esattamente all'opposto, cioè io, come dire, penso che sarebbe stato
molto più importante come segnale politico dire è vero che abbiamo delle percentuali di
taglio che ci sono obbligate, ma ci sono delle scelte che non tocchiamo perché ha
ragione - non c'è Napoli - quello che diceva ieri, quando diceva che alla fine il bilancio
è un atto politico, è dal bilancio che si capiscono le strategie dell'Amministrazione.
Quando io taglio il welfare faccio delle scelte; quando taglio la formazione del
personale, faccio delle scelte. Allora ci sono delle scelte, quando uso i supermercati per
pagare la spesa corrente, tra l'altro nei prossimi giorni cercheremo di capire questi 22
milioni, caro Vice Sindaco Montanari, quali altri supermercati, come dire, porteranno
nel '18 e nel '19, poi facciamo una progressione tendenziale nel quinquennio, speriamo
che riduciate un po' la velocità di 106 commerciali perché di questo passo la
sensazione, come dire, è che finiremo il 2021 con ZTL che blinda il centro, tutti i
supermercati nell'intorno e poi glielo andate a spiegare voi sostanzialmente alle persone
che verranno danneggiate da questo tipo di politiche. Da un punto di vista strutturale
quindi quello che abbiamo potuto rilevare, al di là di alcune questioni davvero più
specifiche, è che questo bilancio non è prudente, Assessore Rolando, questo bilancio è
privo di visione, è banalmente privo di visione, è un bilancio ragionieristico che punta
esclusivamente ad un controllo delle spese e delle entrate, ma che non declina alcuna
strategia politica. quelle che declina sono tutte strategie politiche che, mi dispiace
deluderla, ma non consentiranno di tener fede alle linee programmatiche e agli
obbiettivi che la Sindaca si è posta; io non so se li ha cambiati le linee programmatiche
e gli obbiettivi, di sicuro usare l'urbanizzazione per finanziare spesa corrente,
dismettere le quote di IREN e complessivamente fare le politiche, anzi non fare le
politiche che state non facendo, open for business ad esempio, denuncia oggettivamente
una carenza strutturale di visione. Per tutte queste ragioni, Assessore Rolando, pur
riconoscendole davvero uno sforzo al massimo delle sue capacità, non rileviamo gli
elementi per poter sostenere questo tipo di atto. Ma guardi, non tanto perché non vi
siano coerenze rispetto ad alcune questioni, le ho citato la questione Partecipate, noi non
facciamo mistero di ritenere un'esigenza prioritaria della Città la revisione strutturale
del quadro delle Partecipate a contenimento del debito, non a finanziamento di spesa
corrente. Non ho citato la questione del dividendo e di cosa paga quel dividendo, ma da
un punto di vista strutturale ribadiamo la posizione del Partito Democratico di totale
apertura rispetto ad una strategia qualora questa strategia venga posta all'attenzione del
Consiglio Comunale. Al momento questo documento contabile, è un documento
contabile; il dibattito che si è svolto nelle Commissioni noi abbiamo cercato di essere
abbastanza attenti, perlomeno da parte della maggioranza non è arrivata nessuna
sollecitazione emendativa, non è arrivato nessun punto di critica, questa maggioranza
vota tutto quello che gli viene presentato in quest'Aula, diciamo così non la vediamo
proprio stimolante l'iniziativa di alcuni Assessori, in particolar modo sul tema dello
sviluppo. Noi continuiamo a ritenere che il bilancio sia davvero l'atto fondamentale del
Comune ed è dal bilancio che si evincono le traiettorie, perché da questo tipo di
impostazione documentale si capisce dove sta andando la Città, il problema è che questa
Città, ahi noi, non sta andando da nessuna parte. Non ha un piano ragionevole di
incentivazione delle attività produttive, passa da ZTL a pagamento, fiere, mercati,
baracchette nel Centro Storico, mercatini più o meno sviluppati, robe così, cioè con
tutto il dovuto rispetto, non voglio veramente derubricare anche iniziative che sono
lodevoli, anticipo, spero di non scontentare i miei colleghi, se facciamo San Giovanni
coi droni può essere una bella esperienza, cioè non è che, di per sé può anche non essere
male, ma il futuro di Torino non passa da San Giovanni coi droni, cioè voi siete davvero
irresponsabili, nel senso che non avete un'idea di sviluppo. Quello che manca ad
Appendino e alla sua Giunta, ho capito che dal Consiglio arrivano pochi suggerimenti,
quindi guardo voi, è questo, è questo, non c'è un'idea di sviluppo, guardate che il
modello organizzativo della Città può anche variare e non ho dubbi a dire, sono passati
quasi due anni, posso anche dire che forse il modello di sviluppo che c'era aveva
segnato il suo tempo, ma diciamocela con franchezza, il modello e la visione di
sviluppo di Torino aveva segnato il suo tempo dal punto di vista urbanistico,
infrastrutturale, di gestione operativa e giustamente forse era giunto il momento di
cambiare il modello di sviluppo, ma andava cambiato, non azzerato, questo è il punto
politico. Il punto politico è questo qui, il modello di sviluppo se era effettivamente
schifoso e si era discusso a lungo se lo era o non lo era, ma al di là del tema specifico se
c'è Mozart, il Jazz Festival, Monet, il modello di sviluppo andava forse cambiato,
diciamola con franchezza, cogliamo questa occasione che è un'occasione anche
abbastanza importante della Sala Rossa, andava cambiato, non azzerato. Noi stiamo
assistendo, abbiamo assistendo e stiamo assistendo all'azzeramento critico di un
modello di sviluppo e alla non sostituzione di questo modello di sviluppo con un
modello di sviluppo realmente alternativo. Quest'Amministrazione va in tutte le
direzioni possibili: vuole pubblicizzare la SMAT e vende IREN; è contro i supermercati
e li fa, è contro l'uso del consumo di suolo e usa l'urbanizzazione per pagare la spesa
corrente. Va bene, non importa, paradossalmente sono contraddizioni anche legittime in
una coalizione politica come questa, ma davvero non sono rispondenti al fabbisogno
della Città. Ribadiamo e concluso la nostra piena disponibilità quando ci verrà chiesto,
perché in questi due anni non ci è mai stato chiesto niente, quando ci verrà chiesto noi
un po' di idee le abbiamo; se volete siamo disponibili a fornirle, siamo anche disponibili
a fornire idee concrete per lo sviluppo della Città, avete avuto un'intuizione delle
Olimpiadi, è un'intuizione felice, guardo l'Assessore Finardi, siamo disponibili, il PD è
disponibile perché almeno su una..., non è che le Olimpiadi salveranno Torino, tanto per
essere chiari, né possiamo consegnare la visione di sviluppo della Città alla candidatura
olimpica, ma quando avete delle buone idee noi ci siamo. Ci siamo, siamo qua, Sindaca
Appendino, per dare i nostri voti, per contribuire ad un dibattito e per aiutare questa
Città che sta facendo una fatica del boia. Per tutte queste ragioni io credo che
difficilmente, Assessore Rolando, le potremmo dare sostegno al suo bilancio di
previsione.

VERSACI Fabio (Presidente)
Ho iscritta a parlare la Capogruppo Artesio. Prego.

ARTESIO Eleonora
Grazie. Quando è iniziata, nelle Commissioni, la discussione in ordine al bilancio di
previsione 2018, avevo esplicitamente chiesto all'Assessore referente quali fossero i
margini di agibilità politica non solo delle minoranze, ma di tutto il Consiglio Comunale
rispetto ad una previsione finanziaria che aveva scontato una via libera al percorso da
parte della Corte dei Conti e che quindi scontava anche delle rigidità e dei vincoli. Ho
concluso il lavoro nelle Commissioni per arrivare a quest'Aula con la convinzione che il
2018 è un anno in cui non c'è agibilità politica non solo per le minoranze, ma nemmeno
per il Consiglio Comunale. Siamo di fronte quindi ad uno strumento finanziario
sostanzialmente e fortemente ingessato, dal punto di vista politico il giudizio sintetico è
che se il 2017 era l'anno in cui si sarebbero dovute ascrivere le non scelte ai vincoli
imposti dal bilancio della Giunta Fassino, il 2018 è l'anno in cui si devono ascrivere le
non scelte dovute ai vincoli imposti dalla Corte dei Conti, confidiamo nel 2019, ma
l'Assessore ieri ci diceva già che il 2019 sarà l'anno sicuramente più difficile, in modo
particolare per quello che riguarda il ricorso alle politiche di investimenti e la possibilità
di contrarre mutui. Detto questo, di fronte alla difficoltà di entrare nel merito
all'orientamento di alcune voci di spesa nonostante i lodevoli sforzi che con i colleghi
abbiamo scambiato attraverso atti di accompagnamento al bilancio, forse non sarebbe
stato impossibile avviare nel 2018 almeno un profilo politico pubblico di questa
Amministrazione relativamente a tutta la tematica della finanza degli Enti Locali e al
rapporto tra le autonomie locali e il bilancio dello Stato, perché i vincoli nei quali si
trovano ad operare, non il Comune di Torino, ma tutte le amministrazioni comunali a
seguito di precise scelte che discendono da politiche nazionali e da obbedienza a
compatibilità europee, sono diventate ormai per tutte le amministrazione esplicitamente
insostenibili e ci sono amministrazioni che cercano di avviare delle strade intanto di
alfabetizzazione del proprio riferimento territoriale, della propria cittadinanza sui temi
del bilancio affinché la comprensione renda la cittadinanza partecipe di un'operazione
di messa in discussione di quei vincoli fondamentali e di possibili alternative a quei
vincoli; cito per tutti il caso del Comune di Napoli a cui rimanderei soprattutto per la
lettura dei volantini che sono diffusi nell'ambito scolastico e che spiegano come il dover
onorare un debito ingiusto possa produrre soprattutto nei servizi educativi delle
significative riduzioni incolpevoli dal punto di vista dell'Amministrazione Comunale
che le deve praticare, ma che potrebbero essere significativamente parte di un'iniziativa
politica intesa in senso nobile e in senso lato ovvero di partecipazione della popolazione
alla consapevolezza dei proprio strumenti finanziari. Guardate che se oggi sembra un
racconto anacronistico sul quale magari qualcuno che pure arriva dalla mia stessa storia
potrebbe anche sorridere, fu esattamente quello che fece il Sindaco Novelli negli anni
80 quando ricostruendo il tema dell'autonomia finanziaria del Comune di Torino, che
peraltro aveva ritrovato in situazioni difficili tanto quanto le amministrazioni che si
erano succedute, costruì proprio, attraverso il lavoro dei bilanci nelle Circoscrizioni, una
consapevolezza pubblica sul tema dei vincoli della finanza e una capacità di
contrattazione con livelli nazionali superiori alle amministrazioni precedenti. Quindi
non stiamo inventando nulla di eversivo e non stiamo neanche proponendo nulla che
non sia già stato fatto, che non sia in pratica in altri livelli amministrativi. Devo dire che
c'è una mozione presentata dalla maggioranza che accompagna il documento
finanziario che sembra avviare questo tipo di percorso sia pure in una forma devo dire
molto da doppio petto, di rapporti istituzionali per i quali si chiede all'ANCI di
intervenire affinché vengano fatti passi verso il governo, credo che l'orientamento sarà
di sottoscrivere per quel che mi riguarda quella mozione di accompagnamento, però
vorrei richiamare qui gli elementi di gravità che rendono una mozione ancora
insufficiente. Intanto cominciamo da un fatto incontrovertibile, a Torino negli ultimi 10
anni sono atterrati il 49,2% di meno di contributi statali e questo è un dato di fatto e la
diminuzione dei trasferimenti da parte dello Stato non può essere contemperata dalla
capacità impositiva di un'Amministrazione Comunale soprattutto in un ambito
territoriale che tutti riconoscono essere connotato da una situazione di crisi economica
significativa, di una questione settentrionale significativa che espone particolari fasce di
popolazione a rischi di vulnerabilità, di fronte ai quali un'Amministrazione responsabile
cerca di contenere la caduta in disagio attraverso riduzioni di politiche tariffarie o di
gravame tributario. Questo dato, è un dato particolarmente significativo per tutti i
Comuni, ma io lo voglio citare in modo particolare per Torino per fare due operazioni:
uno, spiegare la specificità torinese; due, rendere anche un po' di giustizia che onestà
intellettuale pretende a questo continuo rimpallarsi di responsabilità tra amministrazioni
successive e amministrazioni precedenti perché bisogna dire che se la Città di Torino è
stata, in quello che viene chiamato indice di indipendenza nei confronti dello Stato in
linea con le altre città più o meno fino al 2008, parlo di città comparabili con
popolazione superiore a 500.000 abitanti, abbiamo avuto dei picchi particolarmente
favorevoli nel rapporto con lo Stato, dal 2008 al 2011, che hanno portato l'indice di
dipendenza della Città di Torino al 32% per poi crollare negli anni successivi e in modo
particolare negli anni dell'Amministrazione Fassino. Lo dico con un dato sintetico:
l'Amministrazione di Chiamparino beneficiava di trasferimenti da parte dello Stato
equivalenti a 319 euro per ogni cittadino per ogni anno; l'Amministrazione Fassino si è
fermata sotto i 100 euro l'anno per ogni cittadino. Questo non giustifica l'aspetto
politico delle scelte dell'Amministrazione precedente, evidentemente detto da una
persona che si è rappresentata politicamente in maniera alternativa, ma certo non può
essere dimenticato nel momento in cui si ricostruisce storicamente l'andamento di un
bilancio e si definiscono anche i giudizi sulle operazioni che sono state compiute nel
passato, Operazioni che ci rappresentano il tentativo di stare a galla in un quadro in cui
l'andamento del debito del Comune di Torino è significativamente preoccupante, non
solo quello che l'Assessore Rolando nella sua relazione di ieri ha citato, cioè la
restituzione dei mutui contratti che andando per spese di investimento sono anche
caratteristici di attività svolte per qualificare la Città, secondo le ipotesi di sviluppo che
chi governava proponeva, ma non soltanto per sanare le relazioni tra l'Amministrazione
e le proprie partecipate, in particolare Infra.To e GTT, ma anche per altri due elementi
che io voglio introdurre nella mia relazione, uno è l'onere dei derivati rispetto alle
relazioni con i mutui, quindi i mutui vanno considerati nella loro dimensione di mutui
esenti da derivati o mutui con derivati sottostanti e gli interessi che vengono restituiti
per le anticipazioni di liquidità e per le anticipazioni di cassa. Se noi aggiungiamo questi
due elementi alla condizione della quota annua di restituzione dei mutui che l'Assessore
Rolando ci richiamava, la condizione del debito del Comune di Torino è molto
significativa, quasi 4 miliardi di euro, ma oltre ad essere significativa in termini assoluti,
cioè come onere economico, se noi volessimo liquidare magicamente oggi i derivati
questo sarebbe un importo che grava sulla condizione di restituzione e considerando le
quote e i tassi di interesse con i quali restituiamo le anticipazioni di liquidità e di cassa,
l'insieme di questo gravame comporta un vincolo sulla spesa corrente del 25% della
spesa corrente, cioè qualunque Amministratore di questa Città al primo gennaio di ogni
anno finanziario sa che dovendo scegliere le opzioni politiche per servizi e prestazioni
deve accantonare un quarto delle risorse del Comune di Torino esclusivamente ad
onorare il debito, quindi la facoltà politica di qualunque Amministrazione si esercita su
tre quarti del bilancio. Ma chi sono i creditori della Città di Torino? Io li cito
velocemente: San Paolo; Cassa Depositi e Prestiti; Unicredit; Banca Dexia; Deutsche
Bank; Monte dei Paschi; ABN Amro; JP Morgan; Banca Etica per una piccola quota.
Allora, l'insieme di questi interlocutori ha relazioni differenti con l'Amministrazione
Comunale: alcuni hanno relazioni regolate esclusivamente da mutui, altri hanno
relazioni regolate da mutui e da anticipazioni per liquidità o per cassa, altri hanno
relazioni regolate da BOC e mutui sottostanti. Ma questa relazione con soggetti così
diversi, che è avvenuta tra il 1998 ed oggi, perché questo è l'andamento del debito, ed è
un andamento che ci accompagnerà fino al 2030 e in qualche caso fino al 2036, vede i
rapporti nel pagamento degli interessi con un andamento che è del 4,8% di tasso di
interessi sui mutui a tasso fisso e del 4,7% sui mutui a tasso strutturato. Ciascuno dei
presenti che abbia avuto o abbia in corso delle contrattazioni con istituti bancari per
stipulare un'anticipazione ai fini dell'acquisto di una casa o di altre spese familiari e stia
contrattando il tasso di interessi, sa bene che 4,8 e 4,7 sono dei tassi di interesse
significativamente più elevati dell'andamento medio. Domanda: non è proprio possibile
contrattare questo tasso di interessi? La loro diminuzione comporterebbe un'entrata
sulle tasse del Comune che di gran parte solleverebbe l'opzione politica di scelta tra una
risorsa libera del sistema finanziario. Pare non sia possibile. Noi abbiamo calcolato che
se si dimezzasse questo tasso di interesse dal 4,7 al 2 e rotti per cento avremmo
un'entrata, cioè un'agibilità, non un'entrata, una maggiore agibilità di 30 milioni.
Dicono, non è possibile, perché il Comune si presenta in una relazione asimmetrica con
gli Istituti Finanziari perché il rating comunale non è particolarmente apprezzabile, ma
il rating è anche esso una valutazione di natura finanziaria, cioè coloro che ci valutano
sono coloro che contraggono i prestiti, sono coloro che applicano gli interessi. Forse
questa operazione potrebbe essere agevole a partire dal rapporto con la Cassa Depositi e
Prestiti vista la natura originariamente pubblica della Cassa Depositi e Prestiti e forse
potremmo cominciare, oltre che fare mozioni di accompagnamento al bilancio a mettere
in pratica l'Ordine del Giorno con il quale si chiedeva che il Comune di Torino
diventasse capofila nel percorso di ripubblicizzazione di Cassa Depositi e Prestiti o
forse potremmo trovare degli alleati in questo tentativo di rinegoziare i mutui. Chi
potrebbero essere gli alleati della Città di Torino? Ma i nostri accompagnatori,
sostenitori, coprogettatori di tutte le politiche educative, sociali, attive del lavoro: le
Fondazioni Bancarie. Noi siamo qua ogni anno, quando analizziamo i bilanci di questi
comportiamo a vanificare la generosità delle Fondazioni Bancarie che sostengono i
progetti della Città che diversamente non potrebbero essere più realizzati. Con tutto il
rispetto e con tutta la riconoscenza, sottolineo anche in Sala Rossa, dopo averlo detto in
altri contesti, che le Fondazioni Bancarie agiscono sulla base di missioni sociali, perché
questa è la loro natura, altrimenti non esisterebbero, le Fondazioni Bancarie nascono per
la loro natura di missioni sociali nel momento in cui con la Legge Amato sono stati
scissi gli istituti finanziari, trasformati in S.p.A. dalle Fondazioni Bancarie che hanno
questa vocazione di sviluppo territoriale, sono quindi del tutto compatibili col loro
mandato, però non sono i salti sociali del terzo millennio e quindi non essendo i salti
sociali del terzo millennio vorrei ricordare a tutti che partecipano degli Istituti Bancari
di riferimento: Fondazione Compagnia San Paolo all'8,7% del capitale di Intesa San
Paolo e Fondazione CRT ha una partecipazione del 2,5% del capitale di Unicredit.
Allora, queste fondazioni, che restituiscono gli utili delle loro banche, non certo tutti,
alla Città di Torino, perché ricordo che le Fondazioni Bancarie trasferiscono alla Città di
Torino rispettivamente, Compagnia San Paolo nell'ambito di una convenzione triennale,
16 milioni circa e CRT 2,5 milioni euro anno circa, forse potrebbero essere utili alleati
nel provare a rinegoziare con le banche di riferimento da cui le Fondazioni nascono, i
tassi di interesse. Tutto questo è possibile, e vado a concludere, se si volesse, così come
mi auguro si vorrà fare per negoziare il tasso di interesse più favorevole nella prossima
gara del tesoriere, tutto ciò se si fosse consapevole del fatto che oggi la politica vede
una stagione di soggezione alla finanza e che il fatto non è casuale. Il fatto non è
causale, anzi è molto probabile che, come molte analisi di economisti, per carità,
politicamente marcati sottolineano, che i creditori del debito pubblico sappiano
benissimo che i debitori, cioè i Comuni, le Province e le Regioni non saranno mai in
grado di concludere e onorare il loro debito, perché sono unicamente interessati al
protrarsi del debito e al protrarsi del versamento degli interessi, così come sono
interessati all'alienazione del patrimonio pubblico. Io vorrei ricordare un rapporto di
Deutsche Bank, fatto in sede di Commissione Europea, in cui si diceva, cito: "i Comuni
offrono il maggior potenziale di privatizzazione"; in una relazione presentata alla fine
del settembre 2011 al Ministero delle Finanze il patrimonio dei Comuni ha un valore
complessivo di 80 miliardi di euro, pari a circa il 5,2% del PIL, quindi un piano di
concessione potrebbe generare circa 70 miliardi di entrare. Deutsche Bank, non il piano
di alienazioni del Comune di Torino. Quindi forse in un anno in cui non si riescono a
fare scelte di bilancio si potrebbero fare scelte politiche, ma per fare scelte politiche,
cioè la rimessa in discussione del debito a partire da questa analisi della conduzione
iugulatoria del debito del Comune di Torino e della condizione di dipendenza
finanziaria delle autonomie locali, bisogna avere una visione politica. Cito anche io la
drammatica parola che in quest'Aula crea l'orticaria, della visione; altri vi chiedono una
visione strategica della Città, io vi dico forse occorre una visione politica; dalla mia
cultura politica vi dico questa è la critica al finance capitalismo di cui Luciano Gallino
ha scritto delle parole sagge, ma voi la visione politica non potete averla perché non
siete né di destra, né di sinistra e quindi abbiamo un bilancio che galleggia, galleggiava
nel 2017, galleggiava nel 2018, aspettiamo fiduciosamente il 2019.

VERSACI Fabio (Presidente)
Ho iscritto a parlare il Consigliere Carretto, prego.

CARRETTO Damiano
Buongiorno a tutti e a tutte. Io farò un intervento non così tecnico come quello della
Consigliera Artesio, di cui in realtà condivido penso il 98% delle parole.
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, no, condivido. Ma soprattutto un
intervento di cui apprezzo l'onestà intellettuale perché questo bilancio, lo sappiamo
tutti, parte da vincoli che ci sono stati imposti, che ci sono stati imposti per evitare il
predissesto del Comune e a questo punto io vorrei tornare a ieri. Ieri il Consigliere Lo
Russo - forse è in Conferenza Stampa, ma magari ascolterà poi - il Consigliere Lo
Russo ieri nel suo intervento sul turismo ha detto una cosa che mi ha colpito molto, ha
parlato di già eliminazione della Juventus dalla Champions League. Voi mi direte, cosa
c'entra questa cosa? Ed io credo che in questo momento in quella frase, tolto il fatto
che, lo dico per gli amici juventini, forse quella profezia sarebbe stata fatta, diciamo,
avrebbe dovuta farla Fassino e forse ci sarebbe stata speranza, c'è tutto il disfattismo e
la critica distruttiva di un partito che ha governato Torino negli ultimi 20 anni. Io ho
sentito l'intervento del Consigliere Lo Russo e mi sono stupito del fatto che in
mezz'ora, perché ha parlato mezz'ora, l'aspetto del piano di rientro e della Corte dei
Conti non sia mai stato sollevato, mai o forse sì, ma se così è non l'ho sentito, ma in
mezz'ora diciamo, mezz'ora di intervento sul Bilancio della Città di Torino forse
l'aspetto delle condizioni finanziarie del Comune di Torino forse andava affrontata, mi
dispiace che non ci sia nessuno del Partito Democratico in Aula in questo momento. Sì,
perché avrei voluto ripetere assieme a loro la parola predissesto, che forse non è entrata
in testa al Partito Democratico perché hanno portato la Città di Torino in predissesto,
l'hanno portata loro, non ci è andata da sola la Città di Torino in predissesto, qualcuno
ce l'ha portata con delle visioni che forse più che visioni erano allucinazioni, questa è la
verità. Quindi io credo che l'analisi sul Bilancio vada fatta in maniera intellettuale
onesta, cercando di capire quali sono i problemi, quali sono le soluzioni nel breve, nel
medio e nel lungo periodo, 2018 e 2019 lo sappiamo, saranno anni difficili, ripeto non
per scelta nostra. Ed io credo che un disfattismo e attacchi distruttivi che non portano a
nulla se non a mettere la propria incompetenza perché poi è questo che... Credo che il
Consiglio Comunale tutto dovrebbe interrogarsi su, come dice la Consigliera Artesio,
sulla visione politica di aspetti che vincolano l'azione amministrativa di un Ente Locale,
ma in realtà sono vincoli che oramai vincolano l'azione di qualsiasi Ente Locale perché
bene o male tutti gli Enti Locali hanno avuto determinate visioni che hanno portato di
fatto tantissimi enti a non avere più agibilità politica, ad essere sotto l'occhio della Corte
dei Conti, ormai quanti enti pubblici sono governati dalla Corte dei Conti e non dalla
politica? Ed io credo che dalla Città di Torino dovrebbe partire una richiesta e diciamo
una richiesta di unione di intenti a livello nazionale, ripeto, attraverso ANCI, attraverso
il Parlamento, attraverso quello che sarà il Governo sempre che ci sia un Governo
perché magari fra 3 mesi, 4 mesi, 6 mesi si torna a votare, però questa è la parte
fondamentale. L'ultimo aspetto che volevo sottolineare e arrivo un po' nella parte che
mi compete, ovvero la parte sull'urbanistica, sugli oneri, tolto il fatto che quest'anno la
parte sugli oneri del Bilancio è contratta rispetto all'anno scorso, siamo intorno ai 20, 22
milioni, 23, quanti sono. Questa narrazione, questo continuo raccontare una Torino che
non esiste, che ha fatto perdere le elezioni al Sindaco Fassino, io continuo a dire:
"Sindaco, Fassino ha perso le elezioni perché si è ostinato a raccontare una Città che
non esiste, che non esiste", così come sta facendo adesso il Partito Democratico
attraverso le parole del suo Capogruppo, continuare a dire che abbiamo disseminato la
Città di Torino di centri commerciali è falso, è falso. Io continuo a dire e lo ripeto, lo
ripeterò ogni volta, andremo avanti così fino al 2021 probabilmente, basta la sola
variante del palazzo del lavoro per (incomprensibile) il doppio una variante, il doppio di
quanto approvato dalla nostra Giunta, dal nostro Consiglio. Uno, una variante e
continuare a raccontare questa cosa che la Città viene disseminata di centri commerciali,
che eravamo contro i centri commerciali, adesso li stiamo facendo, è falso, continuo a
dire che è falso, abbiamo usato più le 106, su questo vi do ragione, noi con lo strumento
delle 106 abbiamo approvato alcuni interventi delle medie strutture, ma sulle varianti io
continuo a dire, non lo so, non vogliamo prendere il palazzo del lavoro, prendiamo il
piano Regaldi, una grande struttura, sette medie strutture, noi abbiamo approvato sette
medie strutture in 2 anni, un solo intervento il piano Regaldi sono una grande struttura e
sette medie strutture, quindi io do un consiglio al Partito Democratico, continuare a
raccontare cose che non esistono, politiche dell'Amministrazione che non esistono
perché sono inventate, sono narrate a proprio uso e consumo, poi magari i propri
sostenitori ci credono anche perché poi capita di parlare, magari i cittadini ci credono
anche, ma coi cittadini basta parlarci, ogni volta che qualche commerciante, qualche
cittadini mi dice "voi fate i centri commerciali", mi bastano 2 minuti, 2 minuti, mi
spiace dover perdere 2 minuti per dover smontare tesi che non stanno né in cielo e né in
terra, 2 minuti, 4 numeri ed è finita tutta la magia, tutta. Signori, io continuo a dire che
non serve a niente e non ci fate una bella figura, e non ci fate una bella figura, cioè se
poi l'obbiettivo è scendere a livello nazionale sotto il 10%, la strada è perfetta, ci siete,
ma io credo che raccontare la verità, noi forse ci dite che non abbiamo visione, non
abbiamo strategie, noi semplicemente raccontiamo la verità, raccontiamo la verità,
diciamo le cose come stanno, non raccontiamo di mondi fantastici, disneyani, di castelli,
principesse e dragoni, raccontiamo la verità, la Città e non sempre va tutto bene, e non
sempre ci sono piani mirabolanti, vi ricordo che quando è stata eletta la Sindaca
Appendino è stata eletta anche la Sindaca Raggi, un giornalista disse "l'unica cosa che
devono fare per essere migliori di chi le ha precedute è fare cose normali", fare cose
normali, no raccontare, fare, inventare, Torino 2050 saremmo la capitale del mondo, no,
no, la Città dei processi, ma dei processi che sono molto lenti, la Città sta vivendo un
momento di crisi, probabilmente siamo all'apice della crisi, siamo all'apice spero,
siamo all'apice della crisi, l'Italia è all'apice della crisi, c'è una ripresa, dicono tutti c'è
una ripresa, il governo dimissionario, il Governo Renzi ha fatto uscire l'Italia dalla crisi,
non è vero, l'Italia cresce dell'1% e qualcosa, il resto dell'Europa cresce del 3, del 4.
Signori, l'Italia..., questo non è essere disfattisti, è dire la verità, l'Italia è ancora in
difficoltà, la Città di Torino forse se ieri qualcuno avesse ascoltato nell'interezza e con
attenzione l'intervento del Consigliere Russi con le citazioni del rapporto Rota, che
ripeto arrivano fino 2014/2015, Torino è una Città in crisi ed è una Città che paga scelte
politiche sbagliate e bisognerebbe ammetterlo ogni tanto, scelte politiche sbagliate,
scelte politiche di lungo periodo sbagliate, che poi vengono narrate, raccontate lo
sappiamo, cioè ieri sembrava di essere di nuovo in campagna elettorale nel 2016, stesse
cose, stesse identiche cose e continuate a raccontare le stesse cose, sapendo che non
sono vere, che sono già state smentite e continuate a raccontare le stesse cose anche nei
vostri interventi. Nei vostri interventi, onestamente sentivo il Consigliere Lo Russo
sembrava di..., era lo stesso dell'anno scorso, forse gli hanno dato i fogli sbagliati, lo
stesso intervento dell'anno scorso, uguale. Quindi io ripeto e chiudo, questo Bilancio è
un Bilancio difficile, è un Bilancio fatto con attenzione, come dice l'Assessore Rolando,
probabilmente prudente, con la prudenza che forse è mancata negli anni scorsi e che ha
portato, lo ripeto, perché forse vorrei che fosse chiaro, al Comune in predissesto, in
predissesto, a GTT quasi fallita, a Fondazione Torino Musei 12 milioni di debiti, al
Salone del Libro che stava andando a Milano, che stava fallendo, questa è la visione di
quelli che c'erano prima e che ci ha portato a questo, ci ha portato ad un piano di rientro
che ci vincola a scelte politiche, ma io credo e ne sono convinto questo Bilancio ha il
compito di segnare un punto, di segnare un punto da cui Torino può, attraverso una
situazione finanziaria finalmente sotto controllo, pensare nel meglio periodo di tornare
ad investire, di tornare a fare interventi che servano alla Città, questo non significa che
nel '18 e nel '19 non si farà nulla, io credo che le parole dell'Assessore Rolando siano
state molto chiare, se poi sbeffeggiate a chi ha distrutto la Città, ma va bene, in realtà il
piano c'è, il piano c'è ed è un piano concreto, è un piano che ha prospettive, forse non
vengono colte o è più facile, non so, attaccare, non riconoscere i propri errori,
probabilmente così è la politica d'altronde, non è che ce la siamo inventata oggi, però
vorrei tornare alla questione dell'onestà intellettuale, cioè non riconoscere il lavoro di
quest'Amministrazione è segno di mancanza di onestà intellettuale, non riconoscere gli
sforzi che si stanno facendo seppur in una situazione finanziariamente bloccata è segno
di disonestà intellettuale. Quindi io chiudo dicendo ho apprezzato l'intervento della
Consigliera Artesio, lo ripeto, non ho apprezzato l'intervento del Capogruppo del
Partito Democratico, ho apprezzato e continuo ad apprezzare il lavoro della Giunta e
della Sindaca perché questa Città ha bisogno esattamente di questo.

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
Grazie. Consigliere Tresso, prego.

TRESSO Francesco
Grazie, Presidente. Anche io parto dalle considerazioni finali della relazione di
accompagnamento dell'Assessore Rolando in cui cita appunto lo statista Churchill e
invita a non perderci sterili e stucchevoli rimpalli di colpe, invita invece a lavorare
insieme e a percorrere con il contributo di tutti una strada che porti a un più forte
sviluppo del territorio. Non mi voglio nel mio intervento perdere in stucchevoli rimpalli
a chi spetti il primato dell'aver contribuito alla rovina della Città, francamente mi
interessa poco, credo anche che non sia questa poi la visione di così pro attività che
vogliamo invece dare per questa Città, però certo questo atteggiamento un po' mi
stupisce dopo 2 anni in cui si è sentito fortemente la critica a quello che è stato tutto il
passato, adesso arrivare, addivenire a più miti consigli e cercare quindi invece un
rapporto di maggiore coesione, non so se siano proprie tecniche di Governo, più
facilmente mi sembra che si tratti di avere constatato, toccato con mano quanto sia
difficile gestire una Città e gestire un Bilancio complesso e articolato e quindi forse si
faccia un passo indietro e si dica abbiamo bisogno del contributo di tutti. Il tema vero
che emerge nella lettura di questo Bilancio, i documenti adesso allegati, nel Documento
Unico di Programmazione, è proprio questo il tema per usare un termine di moda in
questo periodo di discussione olimpiche e dell'eredità, quale sia l'eredità che
l'Amministrazione Appendino lascerà alla prossima Amministrazione. Dopo 2 anni in
cui ci siamo sentiti dire che appunto le politiche della Città erano condizionate anche
l'intervento fatto adesso da chi mi ha preceduto, dal Consigliere Carretto, erano in
questo termine, fossero condizionate appunto dalla situazione ereditata di conti in rosso,
a me quello che inizia a spaventare onestamente in un Bilancio costruito con una forte
componente di una tantum, con una forte componente di erosione di quello che è il
patrimonio della Città è capire quale tipo di Città lasceremo non solo sotto il profilo
della visione, ma anche sotto il profilo proprio patrimoniale. Sicuramente la Città che la
Maggioranza ha ereditato è una Città indubbiamente fortemente compromessa sotto il
profilo dell'indebitamento, creo che la Giunta precedente ce l'ha ricordato ancora ieri
l'ex Sindaco Fassino avesse comunque fatto una politica di rigore che contribuiva anche
al risanamento del debito, ma ancorché potesse essere giudicata sbagliata un'idea di
sviluppo comunque c'era, quello che io continuo a non capire anche dalla lettura di
questo documento è quale sia il tipo di Città che voi avete in testa di lasciare e
soprattutto una Città che sarà più fortemente depauperata sotto il profilo patrimoniale,
ma che in questi anni avrà parzialmente contribuito alla riduzione del debito, ma non
avrà più investito, una Città in stallo diciamo. È una Città più povera, che non investe,
che si ferma per un periodo così lungo, richiederà un periodo assai più difficile e più
lungo ancora per recuperare. Vorrei entrare nel merito di quanto già sollevato nei giorni
precedenti anche presentando una mozione di accompagnamento alla dismissione delle
quote IREN tramite le partecipate FSU, FCT sul fatto appunto che le plusvalenze
economiche dovute dalla alienazione di queste quote vengono utilizzate sulla spesa
corrente, peraltro ricordiamo anche che la plusvalenza economica da conversione delle
quote IREN che permette oggi ad Appendino di inserire 20 milioni circa per pareggiare
il Bilancio del 2018 deriva da un convertendo che a sua volta è già stato generato dalla
cessione nel 2005 e quindi se vogliamo per una volta possiamo parlare di un'attività che
in questo termine è stata positiva, non solo negativa. Si beneficia di quanto fu fatto dalle
precedenti amministrazioni. Oggi però si dismette la cassaforte del Comune non per
risanare, non per investire, ma per finanziare la spesa corrente, questo è il tema che io
ho cercato di porre all'attenzione, ma che anche il Consigliere Fornari mi ha invece
criticato dicendo che allora dovevo provvedere io a trovare il modo con cui finanziare la
spesa corrente. Questo giochino di utilizzare i dividendi di FCT derivanti
dall'alienazione di FSU e utilizzarle per la spesa corrente va esattamente nella direzione
contraria di quello che anche il pronunciamento della Corte dei Conti, pronunciamento
28 del 2018, ha ripetuto espressamente, ovvero quello di non generare un
depauperamento patrimoniale della Città, infatti entrate che dovrebbero essere in conto
capitale e quindi destinate a nuovi investimenti o alla riduzione del debito vengono
invece utilizzate per pagare gli stipendi o servizi o le manutenzioni. Il Bilancio 2018
quindi quadra per questi oltre 40 milioni derivati dai dividendi di FCT, ricordiamo
anche che sono alienazioni di quote che erano state comprate ad un prezzo di mercato,
le quote IREN, molto, molto più basso, erano a 50 centesimi, adesso sono arrivate a
toccare anche i 3 euro ad dazione e che comunque hanno generato e che
continuerebbero a generare degli utili anche in questi anni che venendo a mancare non
potranno essere più utilizzati per esempio per coprire l'aumento del fondo crediti di
dubbia esigibilità che cresce di anno in anno e deve essere finanziato proprio sulla spesa
corrente. Anche nel 2017 si inquadrò il Bilancio con dividendi e riduzioni di capitale di
FCT, quindi si prosegue in questa politica, in questa scelta, questa sì che è una scelta,
forse una non scelta che comporta questo tipo di conseguenza che è quello di
rosicchiare, di erodere questo patrimonio, patrimonio immobiliare in questo senso non
offrendo nulla in contro partita, ma semplicemente erodendo proprio quelle che sono le
risorse della Città. Ricordiamo poi che c'è un piano di alienazione anche immobiliare
molto importante e anche questo comunque fa parte di un patrimonio che era stato
costruito, poi in parte siamo tutti d'accordo anche sul fatto che bisogna fare una pulizia,
che bisogna anche provvedere ad ottimizzare, però sicuramente il raggiungere
l'equilibrio di Bilancio grazie a queste cospicue entrate una tantum presto o tardi è un
tipo di scelta che andrà a finire e ci si chiede a partire già dal prossimo anno mi chiedo
come si riuscirà poi a garantire il pareggio di Bilancio. Ora non è che sia una novità
tutta dell'Amministrazione pentastellata quella di attuare delle dismissioni importanti,
era già stato fatto anche in precedenza anche dalle precedenti Amministrazioni, ci
mancherebbe, però anche quando nel 2012 furono dismesse quote di TRM e di AMIAT
il ricavato fu destinato 50% agli investimenti e 50% alla riduzione del debito, in questo
caso purtroppo non vediamo invece neanche il convertire questi ricavati sulla riduzione
del debito. Ecco, questo per dire che mi spaventa pensare a cosa ci attende, è un
possibile futuro a valle di un'Amministrazione che agisce in modo spregiudicato e che
rischia di rendere la Città più povera con un'impossibilità di fare poi scelte di
investimento, in questo senso mi sembra una politica, una visione che manca di
lungimiranza. In sostanza, chi verrà dopo la Giunta Appendino troverà gli stessi debiti,
solo ridotti del naturale piano di ammortamento, magari ricadenzati, allungati, ma
contemporaneamente troverà un patrimonio considerevolmente ridotto. Anche la scusa
del piano di rientro, che anche l'intervento che mi ha preceduto, è stata richiamata come
quella che…, ma anche l'Assessore Rolando l'ha richiamata, come quella che ha
determinato poi le scelte di questo Bilancio. È vero, però, ricordiamolo che il taglio
della spesa è, comunque, sempre inferiore all'incremento del fondi della FCDE,
cosiddetto. Anche questo, in realtà, non sta facendo null'altro che applicare quello che è
previsto da una norma nazionale, che non è richiesto solo al Comune di Torino, ma è
richiesto a tutti i Comuni, e, quindi, anche in questo senso, non si sta facendo null'altro,
se non attenersi a quello che per legge bisogna fare. È già stato detto, anche in
precedenza, da chi mi ha preceduto, che c'è un pesante ammontare di entrate
straordinarie, richiamo gli oneri di urbanizzazione, richiamiamo i ricavi da fabbricati
dell'IMU, che solo quest'anno sarà possibile, le multe, che pur essendo scese di 12
milioni, rispetto al 2017, preventivato, sono, comunque, un patrimonio cospicuo, i 42
milioni di evidenti di FCT, eccetera, però, ecco, ci si chiede, ma quant'è, coerentemente,
realisticamente, in maniera oggettiva, l'esigibilità, poi, di queste entrate. A me sembra,
poi, che si possa prevedere una forzatura piuttosto cospicua delle poste in entrata, e che,
quindi, queste, ancora una volta, porteranno a gravare sull'anticipazione di cassa,
incrementando ulteriormente questa posta. Si è già detto sull'utilizzo degli oneri di
urbanizzazione, sulla spesa corrente, quest'anno, bontà vostra, avete ammesso che,
forse, l'anno scorso si era un pochettino giocato al rialzo, e, quindi, sono stati posti solo,
mi sembra, 21 milioni di oneri di urbanizzazione, ritenendo che, forse, effettivamente,
nonostante il Vicesindaco Montanari ci abbia spiegato che in anni passati erano state
valorizzate a che cifre maggiori, ma, forse, il mercato immobiliare ha avuto una certa
flessione, benissimo. Con l'entrata in vigore delle nuove leggi sul Bilancio, è vero che
la destinazione di proventi e dei titoli abilitativi edilizi e anche delle sanzioni, possono
essere utilizzati per finanziare la spesa corrente, però questo non significa che, con
quegli stessi oneri di urbanizzazione possiamo finanziare spese già contrattualizzate, in
sostanza non possiamo pagarci le bollette IREN, perché, comunque, mi sembra che è
una posta importante, se non sbaglio, 9 milioni, sia ammessa dagli oneri di
urbanizzazione a pagare il contratto di servizio di IREN. Allora, non mi sembra un
principio molto virtuoso, Assessore, di utilizzare i proventi degli oneri di
urbanizzazione per pagare il contratto di gestione IREN. A tutti gli effetti, si tratta di
debiti fuori Bilancio, visto e considerato che non si tratta di certezza di esigibilità, però,
su questo mi sembra che ci sia una certa disinvoltura nel bypassare quelli che sono i
principi seri della contabilità. Torno ancora a un aspetto che è stato richiamato anche
nella relazione di accompagnamento dell'Assessore, che riguarda le entrate, definite, mi
sembra, una tantum del caso REAM. Io spero che tutta la vicenda sia da considerarsi
una tantum, per come si è sviluppato, onestamente, non voglio, qui, adesso, riprendere
discussioni che hanno già lungamente interessato quest'Aula, ma ricordiamo, appunto,
che erano, comunque, a fine 2016, delle spese che non esistevano, poi dichiarate fuori
Bilancio, debiti fuori Bilancio, poi nell'approvazione 2017, che, comunque, ricordiamo,
fu sempre un'approvazione di Bilancio che ebbe il parere negativo del Revisore dei
Conti e della direzione contabile, caso che non è proprio usuale, mi sembra un po' un
unicum, anche a livello nazionale. E poi ci compaiono, magicamente, come, nella posta
2018, benissimo. Non riprendo questioni, appunto, di merito, che, peraltro, sono oggetto
anche di indagini in corso, però riprendo un aspetto legato alla coerenza, Assessore. Se
il principio è valido e lei ci ha lungamente spiegato i principi della competenza
finanziaria potenziata, i debiti e i crediti sono imputati nell'esercizio in cui
l'obbligazione viene a scadenza, eccetera, eccetera, molto bene, ma per coerenza, se
questo principio è valido per la spesa, che sia valido anche per l'entrata. Nelle poste in
entrata, io ho visto nei canoni dovuti da GTT alla Città, ma mi sembra che nel piano di
rientro e di salvataggio accordato con GTT, la Città si sia impegnata a posticipare negli
esercizi futuri, il ricorso a questi canoni. Allora, se ci siamo impegnati e abbiamo
concordato che dilazioneremo questi canoni dovuti a GTT, come possiamo metterli in
entrata, avendo lo stesso principio sul Bilancio? Come possiamo concorrere alla
costruzione del Bilancio 2018? Mi sembra che, in Commissione, lei richiamasse il
principio del non incrementato FCDE, ma questo, francamente, lo trovo non corretto,
perché qui si sta parlando di questione di competenza e non di casa, quindi, lo stesso
principio deve valere anche per le entrate, non solo per le uscite, di nuovo una questione
di coerenza. Ancora, nella sua relazione, lei fa un'affermazione, che, francamente, trovo
pesante, poi, a quella che è la declinazione nel consegno del Bilancio, "L'obiettivo di
questo Bilancio, in cui abbiamo dovuto compiere delle scelte difficili, e individuare la
priorità degli interventi e utilizzare al meglio le risorse per favorire le risorse di un
sistema capace di integrare servizi e politiche sociali e abitative, con politiche e servizi
per il lavoro", quindi, è un'attenzione alle politiche sociali. Mi sembra che questo non si
sia materializzato, in quello che è l'ambito del piano straordinario di alienazione, per il
novero di proprietà comunale, che, come ho avuto modo do discutere in Commissione,
ha circa mezzo milione di euro di beni provenienti dal patrimonio ex IPAB. Già nel
caso dell'estinzione dell'istituto del Buon Pastore, che aveva generato un trasferimento
di patrimonio immobiliare di oltre 16 milioni di euro, su cui avevamo anche fatto
presente l'esito, anche, di una mozione che era stata votata congiuntamente, anche dalla
Maggioranza. Vedo che, invece, purtroppo, non si perde io vizio di continuare ad
impegnare le risorse senza il vincolo di destinazione socio-assistenziale. Lei ci ha ben
spiegato che queste andremo a concorrere sulle entrate dei servizi socio-assistenziali,
ma, di fatto, senza incrementare questi importi. Si sarebbe almeno potuto spostare il
vincolo su altri edifici, come fu fatto anche in passato, in alienazioni del tutto analoghe,
e che, quindi, consentirebbe almeno di mantenere il valore patrimoniale, non
vanificando lo spirito originario in cui nacquero questi ingenti patrimoni, ricordiamolo,
frutto di lasciti a favore delle fasce più deboli e più povere della Città. Chiudo ancora
con un ultimo punto, che è quello che riguarda il taglio lineare applicato alle
Circoscrizioni, poi lei ci ha anche detto che si cercherà, nel corso degli rassettamenti
successivi, di cercare di limitare questo taglio che ha riguardato circa 400.000 euro sui 5
milioni, complessivamente allocati, per le Circoscrizioni, è un taglio dell'8%. A parte le
modalità con cui questo taglio è stato comunicato, che ci sono state spiegati anche
dall'assemblea, insomma, dei Presidenti di Circoscrizione, che, comunque, non è stato
certo frutto di una discussione nell'ambito del tavolo di coordinamento sul
decentramento, che la stessa Sindaca, ricordiamolo, presiede, per quanto riguarda le
materie di ripartizione economica, ma che, viceversa, ha sempre disertato, tant'è che
non si è mai presentata a questo tavolo, quindi, anche i presidenti di Circoscrizione
hanno saputo di questo taglio, senza essere preventivamente coinvolti nella scelta. È
chiaro che è un taglio che riguarda pesantemente tutto quella che è l'aliquota
discrezionale, a carico delle Circoscrizioni e che, quindi, li obbliga a togliere le risorse
sull'assistenza domiciliare, sui soggiorni estivi per i disabili sulle iniziative culturali,
perché, necessariamente, bisogna far fronte ad altre spese, quali, per esempio, i rimborsi
per l'utenza degli impianti sportivi esternalizzati, o altro, quindi, bisognerà, per forza, di
nuovo, andare a ledere, a erodere quello che è il pur modesto Bilancio a carico di nuovo
di esercizi sociali più delocalizzati. D'altronde questa è un politica di affossamento delle
Circoscrizioni, che, mi sembra, la Giunta stia portando avanti in maniera abbastanza
definita, senza, peraltro, aver chiarito quale sia l'idea di decentramento che sia alla base,
però, di fatto è la politica che costringe a chiudere le anagrafi decentrate, trasferendo il
personale alla SORIS, peraltro, questo , cercando, forse si…, mi dica, Consigliere Iaria,
ha qualcosa da dirmi? (INTERVENTO FUORI MICROFONO) Ah, Giovara, se vuole,
andiamo al bar parliamo dopo, volentieri, perché, intanto…, e, comunque, di fatto,
togliendo risorse anche sui servizi, sappiamo bene che ci vogliono 3 mesi per fare una
carta di identità, e questo per poter fare Città che si vuole porre come obiettivo, quello
di una Città smart e innovativa. Bene, chiudo anch'io dicendo che mi sembra un
Bilancio che è finalizzato a fare quello che deve fare un Bilancio, cioè, chiudere il
pareggio. Non emergono, sicuramente, delle possibilità di poter dare un giudizio, anche
politico, su una visione che, secondo me, continua ad essere non alla base di queste
scelte, scelte che, sicuramente, sono dettate da sistemi rigidi e di mancato trasferimenti
dal Governo centrale, ce lo ricordava bene la Capogruppo Artesio prima, però,
sicuramente, nonostante venga richiamato anche dalla relazione di accompagnamento
dell'Assessore, questa idea di sviluppo e questa necessità di poter fornire un cambio di
passo deciso, un'accelerazione verso lo sviluppo che contribuisca a imprimere misure
che favoriscono l'attrazione di nuovi capitali, ma mi sembra che qui si stia cercando
solo di riuscire a chiudere con dei conti, proprio un po' da bilancino, cercando di far
ricorso ad entrate straordinarie, che non potranno essere ripetibili, si va ad erodere un
patrimonio che, come ho detto, e non è chiaro il tipo di eredità che si potrà lasciare ai
successori. Richiamo anche io Churchill, come ha fatto l'Assessore, purtroppo, per quel
film che gira per le nostre sale, in questi giorni e si chiama "l'ora più buia", non vorrei
che anche questo fosse il preludio a un'ora molto buia per la nostra Città.

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
Grazie Consigliere Tresso, ha chiesto la parola il Consigliere Iaria, prego.

IARIA Antonino
Grazie Vicepresidente. Allora, a parte che mancavano anche ancora all'appello
l'affondamento di Valentino e Valentina, Michelotti, cos'è che mancava? Forse i
serpenti nelle scuole, e una persona che non posso citare, sennò, magari, li nominiamo,
magari, poi, ci possono essere le querele. Allora, io, invece, volevo intervenire su
un'affermazione del Consigliere Lo Russo, che, tra l'altro, ha fatto due affermazioni
importanti, una ha detto che ha completamente sbagliato la sua previsione di sviluppo
urbanistica della Città, io l'ho sentita quella frase lì, e lo si che l'ha detto per farsi bello
anche davanti a noi, per la possibile alleanza che faremo a livello nazionale, quindi, ci
ha lasciato, come dire, un appunto, per ringraziarselo. Invece io volevo intervenire sul
discorso che faceva Lo Russo sul welfare, sul famoso taglio sul welfare, allora,
prendiamo, prima cosa, io vorrei dire che, e lo abbiamo già detto in tante occasioni, che
i servizi di welfare della Città di Torino sono molto alti e sono superiori, come servizi,
alla media sicuramente regionale, ma anche nazionale, merito anche delle Giunte
precedenti, lo abbiamo ripetuto in molte occasioni e ricordando, appunto, che abbiamo,
appunto, questi servizi molto validi, servizi erogati dalla Città di Torino, siamo anche
attrattori di utenti che arrivano della Città Metropolitana e anche da altre parti della
regione, quindi, diventiamo anche attrattori di persone con bisogni molto importanti.
Questo discorso è anche funzionale al fatto che quando uno parla di predissesto e riesce,
scusate, parola di paino di rientro e con un piano di rientro in atto, riesce mantenere
questi servizi alti di welfare, ha già fatto una vittoria politica importante, dimostra anche
di essere capace a livello amministrativo. La dimostrazione della capacità, a livello
dimostrativo, dipende anche dal fatto che, nel caso sempre del welfare cittadino, e dei
servizi sociali, eccetera, non si può parlare di taglio, ma è semplicemente un
riparametrazione delle esigenze di Bilancio, fatte rispetto all'analisi che è stata fatta e
anche dall'apporto che si è avuto, delle prestazioni socio-sanitarie, dello scorso anno,
analizzando l'andamento delle prestazioni socio-sanitarie, si è, chiaramente, fatto il
Bilancio di previsione sui servizi di welfare, che, appunto, noi integriamo, che il
Comune integra con una parte del suo Bilancio. Un altro fattore importante che è stato
citato, è stato citato il discorso che il Comune di Torino non vive in un'isola che non è a
contatto con altri enti locali, con altre problematiche, quindi, la sinergia fra gli enti, con
altre istituzioni, è molto importante, perché questo permetterebbe, in tutti i campi, dal
sociale, o anche dall'urbanistica, dai trasporti, a programmare questa famosa visione di
sviluppo, che non può essere solo incentrata nei limiti cittadini e, da questo punto di
vista, secondo me, stiamo già lavorando bene. Tra l'altro, si parlava sempre di visione
politica che non abbiamo, non siamo ideologici, però, detta anche dalla compagna
Artesio, noi, in questi due anni, abbiamo avuto una visione politica molto comunista,
nel senso che abbiamo salvato delle aziende pubbliche, la GTT è quella più famosa, ma
anche il Consorzio di Sistemi Informativi, da una possibile privatizzazione e abbiamo
avviato anche la ripubblicizzazione della società SMAT, con molte difficoltà, però,
l'abbiamo riavviata, quindi, dire che non abbiamo una visione politica precisa, in alcuni
casi diciamo che abbiamo una visione politica di sinistra, che è mancata a quello che si
definiva il partito di Sinistra, che, per anni, ha governato questa Città, quindi, io direi
appunto, di fermarmi, volevo precisare solo queste cose. Un appunto vorrei farlo su,
sempre questo discorso che viene tirato fuori, del possibile problema della ZTL centrale,
io faccio un'offerta pubblica, io abito in Borgo Vittoria, mi porto dietro sempre il mio
atto di casa, sono disposto a fare una permuta immobiliare con una casa del centro, di
pari metratura, anche con ZTL a pagamento, anche con abbonamento del parcheggio,
secondo me, ci guadagno, ci guadagno sicuramente. Io ce l'ho sempre l'atto pronto e
abbiamo anche un notaio in sala, chiunque, nel centro, voglia fare una permuta
immobiliare, che si può fare, giusto, notaio Morano? Si può fare di pari metratura
rispetto alla mia casa di Borgo Vittoria, io sono pronto, con tutti i problemi che il
centro, che le nostre politiche sul trasporto del centro Città stanno causando ai cittadini,
grazie.

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
Grazie, Consigliere Morano.

MORANO Alberto
Vorrei, sorridendo, ricordare al Consigliere Iaria che le permute si possono fare anche
con conguaglio, non alla pari, però questo, lo dico sorridendo. Io ho letto con attenzione
la relazione dell'Assessore Rolando, il Bilancio di previsione, la relazione del Collegio
dei Revisori. In sede di approvazione del Bilancio di previsione 2017-2020, sicuramente
più controversa e più dibattuta di questa, erano emerse alcune criticità nei rapporti fra
l'Amministrazione 5 Stelle e il Collegio dei Revisori. In questa occasione, mi pare che
la relazione fra la Città e il Collegio dei Revisori si sia svolta in modo istituzionalmente
più corretto, anche se, secondo me, restano alcune zona d'ombra e di opacità, e,
soprattutto, mi pare che l'attività di controllo sia stata più formale superficiale, che
sostanziale, e non siano stati affrontati in dettaglio alcuni profilo di carattere
fondamentale. Lascio ad altri una critica puntuale e politica sulle scelte operate dalla
Giunta 5 Stelle, in sede di predisposizione del Bilancio di previsione. Queste altre
persone prima di me le hanno fatte, sono sicuramente più politiche di quanto non sia io
e mi limito a fare alcune brevi osservazioni e domande. In data 10 Gennaio 2018, ho
formulato una richiesta di accesso agli atti, indirizzati, fra gli altri, al Dottor Calvano e
al Dottor Pizzichetta, finalizzata a conoscere lo stato dei conti delle tre principali
fondazione culturali partecipate dal Comune di Torino. In particolare, in quella sede, ho
richiesto la consistenza della cassa al 31 dicembre 2017, il dettaglio dei crediti, con
un'indicazioni di importo soggetto debitore, esistente al 31 dicembre 2017; il dettaglio
dei debiti in essere, scaduti alla data del 31 dicembre 2017, con indicazione dell'importo
del creditore e della data in cui il debito è scaduto; importo dei contributi versati dal
Comune di Torino nel 2017, e dei contributi tuttora dovuti dal Comune di Torino per
l'anno 2017 e per gli anni precedenti, e non ancora versati. A questa richiesta, ha dato
risposta solo la fondazione Torino Musei, precisando, con particolare riferimento
all'ultima domanda, che il credito della Fondazione Torino Musei, nei confronti del
Comune di Torino, alla data del 31 dicembre 2017, ammontava a 5.726.000 euro. Il
Teatro Regio ha risposto il 29 gennaio 2018, dicendo testualmente "Trattandosi di
un'elaborazione complessa" non so che cosa ci sia di complesso nel leggere i dati
contabili, "che richiede l'ultimazione dei conti necessari per la chiusura del Bilancio,
riteniamo poter far prevenire quanto richiesto, entro la data del 31 marzo 2018". La
risposta, come vi ho detto, era del 29 gennaio 2018, la data del 31 marzo 2018 è passata,
nessuna informazione è stata fornita dal Teatro Regio, tantomeno dalla Città di Torino.
Analogamente, il 5 febbraio 2018, il Direttore della Fondazione del Teatro Stabile, ha
richiesto al Presidente del Teatro Stabile, una proroga del termine, in quanto
l'Amministrazione del Teatro Stabile stava effettuando le operazioni di chiusura del
2017, e nelle more, alcuni dati contabili potevano subire sensibili variazioni. Io ho
chiesto un dato puntuale al 31 dicembre 2017, non so come possa variare nel 2018. Vale
la pena sottolineare che anche i questi caso la proroga non è stata concessa, ma le
risposte non sono arrivare e, quindi, io chiedo nemmeno, e sottolineo, che nemmeno la
Città di Torino ha fornito risposte su quella che è la sua posizione nei confronti delle tre
Fondazioni. Tralasciando il fatto che le risposte alle richieste di accesso agli atti
dovrebbero essere fornite nel termine di 30 giorni, mi chiedo, e chiedo all'Assessore
Rolando, al Sindaco e al Collegio dei Revisori, quale grado di attendibilità ha il
Bilancio di previsione finanziaria 2018-2020, se non si ha conoscenza dei debiti della
Città, delle fondazioni culturali. Come avete, infatti, determinato i residui passivi
presunti al 31 dicembre 2017, se non siete stati in grado di rispondere ad una semplice
domanda in merito, quali controlli e verifiche incrociate avete fatto, è l'ABC della
contabilità fare la circolarizzazione dei crediti, chiedere a un soggetto che cosa ti devo e
verificare con le risultanze della contabilità del Comune, ma tutto questo è stato fatto, o
se è stato fatto, non è stato portato a conoscenza dei Consiglieri. Un secondo punto, che
non appare chiaro, è quello concernente i rapporti tra GTT, Infra.To e il Comune di
Torino, e, infatti, come più volte ho avuto modo di sottolineare, o si salva GTT, o salta
l'intero sistema, ma anche in questi caso, qualcosa non torna nel Bilancio di previsione
2018-2020. Nel piano industriale di GTT, approvato anche dalla Città di Torino, si
precisa, alla pagina 56, che il canone parcheggio 2018, dovuto da GTT al Comune, pari
a 17, 4 milioni di euro, non 7,4 sarà pagato per 10 milioni al termine del piano
industriale di GTT, e, quindi, nel 2022, e per euro 7,4 milioni in 10 anni, a partire dal
2021, e, quindi dopo la scadenza di questa Giunta, al pari degli altri debiti di GTT nei
confronti del Comune di FCT, che ammontano, complessivamente, a 92 milioni di euro.
questi sono i dati riportati nel piano industriale di GTT alla pagina 56, approvato dal
Comune di Torino. Questo è quanto scrive GTT, con l'approvazione del Comune e si
vede al riguardo la lettera del Sindaco Appendino, del 12 Gennaio 2018 ed è confermato
anche dalla lettera di Pit Marvic a Deloitte e GTT dell'11 dicembre 2017, ma già non
trova conferma nel Bilancio di previsione, dove si fa riferimento unicamente all'importo
di 7,4 milioni, il cui pagamento arriverà, peraltro in 10 rate annuali, a partire dal 2021.
Forse che il principio di competenza era forzato, utilizzato per giustificare la
contabilizzazione del debito REAM, non trova contabilizzazione per i crediti? Perché
io, qui, onestamente, non sino un esperto contabile, però, mi sembra che vengano
piegati alla convenienza dell'Amministrazione i principi contabili. Ed ancora, nel
Bilancio di previsione, non sono stati contabilizzati i debiti del Comune nei confronti di
GTT e Infra.To, per l'anno 2018, pari a complessivi 31 milioni, 7 milioni per GTT, 24
per Infra.To, oltre 6,4 milioni dovuto a GTT e Infra.To, per debiti pregressi, risultanti
dalle bozze di convenzione che la Città ha approvato a settembre del 2017, quindi, totale
37,4 milioni. In particolare, sembrerebbe che nel Bilancio di previsione manchino circa
18 milioni, essendo stanziati solo 6 milioni per GTT e 13,5 milioni per Infra.To., tutto
ciò che impatto ha sul piano di salvataggio di GTT? Ricordo al Sindaco e all'Assessore
la Bilancio, ma anche la Collegio dei Revisori, che il Piano di salvataggio di GTT,
peraltro, non ancora attuato, è stato approvato dalla Città, e necessariamente deve essere
riflesso nella sua interezza nel Bilancio di previsione, perché noi non possiamo trovare
un piano di salvataggio che la Città approva, che non trova la sua contropartita nel
Bilancio di precisione e che, quindi, poi non potrebbe essere attuato. In ultimo, nella
nota integrativa, si parla di dismissione di immobili, per 42 milioni di euro, di avvio
della procedura di vendita delle partecipate e si dava per scontato l'esito positivo della
vendita di azioni IREN, e, sempre parlando di GTT, nel perimetro di consolidamento
della Città di Torino, si fa riferimento al risultato economico di GTT dell'anno 2015,
220,000 euro di utile, e si tralascia il risultato di GTT atteso per il 2016, risultante dalla
bozza di Bilancio approvata dal Consiglio di Amministrazione, che porta una perdita di
63,5 milioni e qual è il grado di attendibilità di questo Bilancio, perché ci è stato detto
che si deve prendere l'ultimo dato disponibile, ma se vi è una bozza di Bilancio
approvata dal Consiglio di Amministrazione, occorre far riferimento alla bozza di
Bilancio approvata dal Consiglio di Amministrazione, oppure non esiste una bozza di
Bilancio di GTT approvata dal Consiglio di Amministrazione. Tornando ai presunti
incassi, 42 milioni di euro per la dismissione di immobili, è vero, stiamo parlando di un
Bilancio di previsione, e, quindi, il grado di attendibilità dei dati riportati dall'Assessore
e dalla Giunta, non deve, necessariamente, esser alto, ma non può nemmeno essere
inesistente, e allora io chiedo all'Assessore e al Sindaco, quante possibilità concrete ci
sono di vendere immobili per 42 milioni di euro, entro fine anno, e qual è lo stato
concreto della procedure di vendita, fino ad oggi emesse in atto dall'Amministrazione?
Per quanto riguarda la dismissione delle partecipate, dopo la dilettantesca gestione della
vendita del CAAT, di cui abbiamo avito notizie tra il serio e il faceto ieri, quante
possibilità, in concreto, vi sono che la partecipata più appetibile venga effettivamente
venduta, perchè, se continuiamo ad operare come dilettanti allo sbaraglio, anche i pochi
interessati staranno lì ad aspettare, perché capiscono che più passa il tempo, più si
abbassa il prezzo. E per finire, IREN, cosa succederà se alcuni azionisti di minoranza,
fondi o piccoli comuni, particolarmente irritati da questa bozza di patto para-sociale, che
attribuisce il controllo della società al Comune di Genova e al Comune di Torino,
diversamente da quanto era, fino all'approvazione della scissione? Si rivolgeranno a
CONSOB, lamentando un cambio di controllo. Voi sapete che la conseguenza del
cambio di controllo è il diritto di vendere a chi ha acquistato il controllo, la propria
partecipazione, ma se questo accade, quali saranno gli impatto sui conti del Comune di
Torino? E, soprattutto, se la CONSOB formulerà osservazioni alla bozza di patto para-
sociale non perchè stimolata, come avrebbe dovuto essere, dalla Città di Torino, ma
perchè stimolata da qualche azionista di minoranza. Quanti giorni si perderanno? La
delibera che è stata presa, che prevedeva espressamente il patto para-sociale come parte
integrante, se venisse una modifica del patto para-sociale, potrà essere attuato, o
occorrerà ritornare in Consiglio e si dovrà bloccare la procedura di scissione? E poi,
siamo sicuri che qualche azionista non attivi la procedura prevista dall'attuale patto, per
far valere la violazione del patto e richiedere il pagamento della penale? E finisco,
facendo riferimento ai proventi. L'ha detto bene il Capogruppo Tresso, la vendita dei
gioielli di famiglia non dovrebbe essere fatta a pezzettini, per finanziare la spesa
corrente, dovrebbe essere fatta in un ambito, in contesto di risanamento della Città, per
portare risorse che consentono di modificare strutturalmente il debito della Città e non
semplicemente finanziare le esigenze di quest'anno, perchè un'altro anno, quelle azioni
non ci saranno più e noi non avremo modificato nulla di quanto è strutturato.

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
Grazie Consigliere Morano. Consigliere Fornari, prego.

FORNARI Antonio
Grazie Presidente, io avevo preparato un primo intervento sul Bilancio, poi un altro su
una mozione di accompagnamento al Bilancio, che è un po' il tema fondamentale, che è
stato già ripreso da alcuni Consiglieri. Sul Bilancio mi preme sottolineare solo alcune
questioni che sono state ribadite anche precedentemente, la riduzione di 24 milioni di
euro delle spese, e la questione che, secondo me, è fondamentale, è quella che non c'è in
questo Bilancio nessun aumento di tassi o tributi, è un Bilancio in cui ci sono delle
difficoltà, che abbiamo sottolineato. Non aver aumentato alcun tributo comunale, è un
segnale che deve essere sottolineato e che merita obiettivamente un plauso
all'Amministrazione. Alcune questioni che sono state indicate, riportate
precedentemente, le code delle anagrafi, ne abbiamo parlato in Commissione qualche
settimana fa. Qualcuno ieri diceva che nelle Commissioni si fa poco, invece, in quella
Commissione in cui c'era l'Assessora Pisano, è stato chiarito come mai in queste
settimana, a Torino, ma non solo a Torino, ma nella maggior parte delle città italiane, ci
sono state delle code alle anagrafi, magari è bene ribadirlo, perchè qualche Consigliere,
magari, o non era presente in quella Commissione, o era disattento. La procedura
quest'anno è cambiata, quindi, per fare la carta d'identità elettronica, bisogna registrarsi
al portale del Ministero. Per alcuni giorni il portale del Ministero è stato bloccato,
quindi, non c'era la possibilità nemmeno di prenotare. In più, la procedura della nuova
carta d'identità elettronica prevede, lo hanno spiegato gli uffici, una procedura che
raddoppia i tempi allo sportello. Se, prima, per fare una carta d'identità, occorrevano 15
minuti, ora ne occorrono 30, questo, è chiaro, porta ad avere maggiori code. In più, oltre
a questo, il numero delle macchine per stampare la carta di identità elettronica, è ridotto,
perchè da Roma, siccome la procedura è nazionale, da Roma hanno mandato poche
macchine che stampano la carta d'identità elettronica, quindi, più di tanto, il Comune di
Torino non può prendere degli appuntamenti per fare la carta d'identità elettronica.
Questo problema non lo ha segnalato solo Torino, lo ha segnalato, dico un nome a caso,
il Sindaco della Città di Bari, Decaro, che è anche il Presidente dell'ANCI Nazionale,
invitando il Governo a fornire ai comuni le macchine per poter stampare più carte
d'identità elettroniche e, quindi, dare un servizio migliore ai cittadini, quindi, almeno su
queste questioni, evitiamo di fare polemiche qui in Aula, o ci informiamo in
Commissione, o lasciamo perdere l'argomento e passiamo avanti, perché, sennò,
facciamo come qualcun altro, che ritira fuori il tema di SAGAT, anche questo lo
abbiamo discusso quando c'è stata la riorganizzazione delle partecipate, senza stare a
sottolineare che c'era qualcuno che nel 2012 aveva il 38% di SAGAT, ha preso e ha
venduto il 28%, dicendo che non era importante, quindi, si poteva vendere quel 28%.
Adesso, invece, ci dice che il 10% è fondamentale, no, non vendiamo questo 10%,
prima il 38, non era importante, ed è stato venduto, adesso il 10 no, almeno il 10
teniamolo, teniamo il 10 per fare che cosa? Per nominare un membro su 11 persone
all'interno di un Consiglio di Amministrazione, dove non ha nessun potere, perchè
decide tutto l'amministratore delegato; nominiamo una persona che va lì, tanto per dare
una poltrona a qualcuno, per poi che cosa decidere? Nulla, perché quella è una società
privata, no, con il 10% cosa possiamo decidere in un Consiglio di Amministrazione?
Zero, ricordando che le competenze degli aeroporti, dei porti, noi, per fortuna, non
abbiamo porti, fortuna, o purtroppo, non abbiamo porti, però abbiamo un aeroporto
sono di competenza regionale, quindi, magari, possiamo chiedere di nuovo alla Regione
di intervenire, magari, per acquisire quel 10% di SAGAT, proprio in vista di una
riorganizzazione degli aeroporti, magari verificando se, effettivamente, una regione,
come Regione Piemonte, deve tenere due aeroporti e, magari, invece di investire solo su
un aeroporto, in modo da diventare un unico hub regionale, quindi, poi a livello
internazionale, questo su SAGAT. Poi qualcuno parlava di sviluppo, di idee di sviluppo.
Io sottolineo solo un protocollo che è stato firmato nella Città di Torino da 14 partner
sula guida autonoma. Non so quante altre città nel mondo abbiano formato un
protocollo del genere, ma io sono andato a vedermelo, magari vi cito i 14 partner
industriali che fanno parte di questo accordo: Fiat Chrysler, il Centro Global Propulsion
Systems di General Motors, Ital Design, FEV Italia, ANFIA, le aziende della filiera
Automotiv, Unione Industriale, il Politecnico di Torino, l'Università degli Studi, la
Fondazione Torino Wireless, 5 T, TIM, Open Fiber e Unipol, alla faccia. Io direi che
proprio qua non è che non si sta facendo nulla, qualcosa si sta facendo, magari,
seguiamo le notizie, perchè, se non seguiamo le notizie, o magari le seguiamo in
maniera superficiale, come per le code delle anagrafi, poi ci perdiamo anche i protocolli
di intesa che riguardano lo sviluppo della città e la prospettiva per il futuro. Questo per
quanto riguarda il Bilancio, poi ci sono altre questioni importanti. Però il tema che
secondo me è fondamentale, in questo momento, mettere al centro del dibattito - ne
parlava la Consigliera Artesio.- io ho partecipato a quel dibattito che c'è stato venerdì in
Sala delle Colonne, interessante, che è proprio quello della rinegoziazione dei mutui del
Comune di Torino. Perché il Comune di Torino ha un debito enorme, dovuto a degli
investimenti, poi, sul tipo di investimenti ci sono sicuramente dei pareri contrastanti e
se, attualmente, il Comune di Torino è tra le città del Nord Italia con la disoccupazione
giovanile più alta tra le città in cui il numero delle imprese cresce, la differenza tra
natalità e chiusura delle imprese è il più basso a livello del Nord Italia, probabilmente,
tutti questi investimenti, che sono stati rivendicati in vari dibattiti, probabilmente, sono
stati un po' errati, non propriamente centrati, perchè, a monte di investimenti enormi - e
siamo la città d'Italia con il debito più alto per numeri di abitanti - questi investimenti,
poi, in realtà, sul territorio non è che abbiano rilasciato molte ricadute, se poi i risultati
sono quelli, basta andare a vedere i risultati macroeconomici, questi investimenti non
hanno avuto un grande ritorno economico. Però qualcosina di buono c'è stato o,
comunque, gli investimenti sono fondamentali. Sono fondamentali, perchè? E ritorno
alla mozione di accompagnamento sul Bilancio che vi dicevo, perchè alcuni dati che
sono stati riportati, i Comuni, negli ultimi anni, hanno contribuito più di tutti al
risanamento dei conti pubblici, nonostante il contributo degli stessi al debito pubblico
nazionale non superi il 2%, che è un dato in diminuzione. Nel periodo 2010-2016, i
comuni hanno aumentato le imposte locali di 7,8 miliardi eppure dispongono di risorse
inferiori di 5,6 miliardi, rispetto a quello che detenevano nel 2010. Dai dati della
Ragioneria Generale dello Stato, in quel 2011-2015, il contributo alla riduzione del
deficit pubblico fornito dagli Enti Locali, ammonta a circa la metà: 12,5 miliardi su 25,
e ben 9 miliardi dal solo comparto comunale. Quindi, questa è la situazione che c'è stata
in questi anni. Perché, però, nonostante la situazione attuale, sono importanti gli
investimenti, non lo dico soltanto io, che sono un semplice Consigliere comunale, ma
un report della Cassa Depositi e Prestiti, ha ribadito che la strategia operata ai danni
degli Enti Locali, avviata dal governo Monti nel 2011, ha bloccato gli investimenti, e
con essi la ripresa. In quasi 10 anni il debito delle amministrazioni centrali, è salito di
634 miliardi, mentre quello delle amministrazioni locali: Regione, Comuni ed ex
Province, è sceso di 22 miliardi. Da quel momento, infatti, i vincoli più stringenti
imposti dal patto di stabilità interno e i tagli ai trasferimenti correnti, hanno portato le
amministrazioni locali a produrre avanzi di bilancio, senza però poterli usare. Attraverso
una simulazione, i ricercatori hanno notato che, a parità di condizioni, se si fosse
permesso agli Enti Locali di impiegare il surplus di bilancio in nuovi investimenti, al
2016 il debito PIL sarebbe sceso di 4 punti percentuali, quindi, è stato un errore
clamoroso da parte dei governi precedenti: un'azione di austerity, solo puntata,
esclusivamente, sui comuni. Quindi, il sistema dei comuni, oggi, si trova a far fronte,
comunque, alle proprie funzioni istituzionali, che tendono, ad aumentare di giorno in
giorno:dalla protezione civile alla sicurezza, al welfare, ai nuovi obblighi di legge, però,
con minori risorse e senza margini di bilancio di cui dispongono lo Stato e le Regioni.
Ribadire questo è necessario per comprendere e far comprendere il contesto e il
perimetro entro cui oggi ci muoviamo. Hanno imposto ai comuni un sacrificio enorme,
sproporzionato, e lo scontiamo nella gestione quotidiana. L'amministrazione comunale,
però ha tra gli obiettivi anche quello di ridurre l'incidenza degli oneri finanziari, anche
mediante operazioni di ristrutturazione o rinegoziazione del debito, nel rispetto della
normativa vigente. Pertanto, è necessario ed urgente alleggerire i bilanci dagli oneri di
ammortamento di finanziamenti nati anni fa, e quindi gravati da tassi di interesse che
sono lontanissimi dai livelli attuali. Negli anni futuri gli Enti Locali saranno sempre più
in difficoltà nel procedere alla chiusura della parte corrente del bilancio, in molti casi
resa ancora più sofferta dall'aumento della percentuale di accantonamento al fondo
crediti di dubbia esigibilità, oltre che della contrazione del fondo di solidarietà
comunale. Occorre, quindi, l'avvio di una ricontrattazione politica ed economica dei
mutui contratti, chiamando in causa il Governo, sia in quanto diretto interessato, infatti
l'81,4% del capitale sociale di Cassa Depositi e Prestiti è del Ministero, sia riguardo alla
necessità di un provvedimento legislativo che modifichi, attraverso il ripristino dei tassi
agevolati, le modalità di sostegno di Cassa Depositi e Prestiti agli Enti Locali. È
evidente l'urgenza di ristrutturare il debito, in quanto rappresenta il maggior ostacolo a
un'Amministrazione che voglia far ripartire la città, riavviando gli investimenti per i
servizi sociali, trasporti pubblici, interventi utili alla riqualificazione della città, in
particolare delle periferie. Tutto ciò premesso, con la mozione che, ovviamente
voteremo dopo il Bilancio, noi vogliamo impegnare poi la Sindaca e l'Amministrazione
- mi auguro che ci sia un largo consenso da parte di tutto il Consiglio Comunale -
abbiamo la fortuna di avere due Consiglieri comunali che oggi non ci sono, ma che
saranno in Parlamento nei prossimi mesi, come Fassino e Napoli, quindi, mi auguro che
ci sia anche il loro impegno, perché poi serve l'impegno di tutti, affinché i Comuni
tornino ad essere un po' il motore di sviluppo della nostra Nazione. Per fare questo,
quindi, ci sarà bisogno sia del Governo, del Parlamento, il coinvolgimento dell'ANCI,
perchè poi due sono le questioni fondamentali: rimodulare il debito degli Enti Locali,
per consentire, appunto, il recupero di importanti risorse in bilancio e, quindi, una
gestione più flessibile. In particolare, l'operazione di rinegoziazione dei mutui,
l'allungare il periodo di ammortamento di alcune posizioni debitorie già rinegoziate, e
utilizzare, liberamente, i risparmi di linea capitale derivanti da queste operazioni di
rinegoziazioni dei mutui, e l'altro, appunto, avviare il sostegno di Cassa Depositi e
Prestiti verso gli Enti Locali, di tassi agevolati che consentano la rinegoziazione dei
mutui contratti, adeguandoli, a valori di mercato e liberando in questo modo risorse
finalizzate ad investimenti, a infrastrutture come: ambiente e Trasporto Pubblico Locale,
servizi essenziali, e piccoli e grandi cantieri, nel futuro programma di governo. Quindi,
ricapitolando, la rinegoziazione dei mutui e il rilancio degli investimenti, deve partire
dagli Enti Locali e deve essere, sicuramente, un tema centrale, grazie.

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
Grazie collega. Consigliera Canalis.

CANALIS Monica
Il passaggio più suggestivo della relazione introduttiva al Bilancio di previsione 2018 è
certamente quello finale, in cui, con una citazione dotta, si fa riferimento al rapporto che
dobbiamo avere con il passato. Anche nella saggezza popolare ci sono dei detti molto
conosciuti, che ci ricordano questo rapporto con il passato: "la storia è maestra;
dobbiamo imparare dagli errori della storia; ognuno di noi è la sua storia", quindi, anche
la Città di Torino è la sua storia, innegabilmente. Credo che questo passaggio finale, in
qualche maniera tenda a voler ristabilire un rapporto corretto, anche politico, tra il
passato di questa città e il presente e il futuro, vuole ristabilire un rapporto corretto, che
corregga anche la tendenza a cui abbiamo assistito ripetutamente, a un atteggiamento
manicheo e infantile, cioè, attribuire tutte le colpe, tutti gli errori, tutte le mancanze al
passato, in nome di una rigenerazione quasi surreale nel presente. Io ho apprezzato
questo passaggio della relazione dell'Assessore Rolando, perché mi sembra che vi si
possa ravvisare un maturazione politica. Vi si ravvisa anche, in qualche maniera,
un'ammissione di colpa, perchè questo rimpallo a cui abbiamo assistito in quest'ultimo
anno e mezzo, di sicuro, non è stato attribuibile alle Minoranze, un'ammissione di colpa
e anche un tentativo di correzione di rotta, che mi auguro sia seguito non soltanto dalla
Giunta, ma anche dai Consiglieri di Maggioranza che siedono in quest'Aula. Tutto
questo per dire che, se la Città di Torino è in qualche maniera anche il suo passato, lo è
anche in ciò che di buono ci ha lasciato il passato. Negli interventi di questi giorni,
stiamo tutti attingendo a piene mani al rapporto Rota, edito ogni anno dalla Fondazione
Einaudi, lo abbiamo fatto ieri, quando abbiamo discusso di turismo, e lo stiamo di
nuovo facendo oggi, nei nostri interventi, fermo restando che non è l'unico punto di
riferimento per l'analisi dei dati della città, è certamente un riferimento autorevole.
Ebbene, per quanto riguarda il welfare di questa città, il rapporto Rota che su altri settori
è piuttosto severo; sappiamo bene che ha parlato di una sbornia nella narrazione su
questa città, ha parlato di un retorica autocelebrativa, ebbene, sul welfare, il rapporto
Rota ci dice che Torino è l'eccellenza italiana per antonomasia e questo non soltanto
grazie alle Giunte che hanno preceduto quella attuale, ma anche grazie a un tessuto
sociale - io lo definirei anche un tessuto produttivo - perchè poi, lo dirò, sociale, il
sociale è anche generatore di lavoro e di sviluppo. Questo tessuto sociale che è extra
istituzionale si è formato in tanti anni, ed è un asset di questa città, un asset che si basa
su un'integrazione virtuosa tra pubblico e privato, su quella sussidiarietà che voi, a
pagina 8 della relazione citate forse in maniera non così consapevole. Ecco, tutto questo
che il passato di Torino vi ha lasciato, è un bene, è un bene dal quale si può partire
anche per fare sviluppo e adesso cito quello che avete scritto nella relazione introduttiva
al Bilancio di Previsione 2017, quindi, nella relazione dello scorso anno, quando
dicevate questa seguente frase: "Quando andiamo al meglio, spesso roviniamo ciò che è
bene". Ecco, fate molta attenzione, perché le eredità del passato, non sono solo alla voce
debiti, ma sono anche la voce welfare, che funzione e, sicuramente aver scelto di
contrarre la spesa comunale per il welfare, nel Bilancio di Previsione 2018. non è un
buon segnale, rischiate di rovinare ciò che di buono c'è in questa città. E ha un bel dire
l'Assessore Schellino che non so, come ci ha detto nella Commissione del 22 marzo,
che "i tagli applicati al welfare non sono veri tagli", la sto citando "ma sono la
constatazione di una variazione del bisogni sui minori e sulle prestazioni socio-sanitarie,
sulla domiciliarità, sulle RSA e sull'assistenza diurna". Guardate che, benissimo, se c'è
un minor bisogno sui minori e sulla domiciliarità va molto bene, ma noi dobbiamo
approfittarne, quando c'è una congiuntura su certi aspetti favorevole, per non ridurre
quella spesa, mantenerla inalterata, se non incrementarla e andare a fare del welfare uno
di quegli assi sui quali creare lo sviluppo della città, perchè gli studi sul lavoro ci dicono
che uno dei filoni, una delle frontiere nuove per la creazioni di lavoro, è proprio la cura
della persona, lo dicono tutti gli studi. Allora, se abbiamo la fortuna di avere meno
bisogni sui minori, sulla domiciliarità e sulle RSA, perché il sistema socio-sanitario se
n'è fatto carico in maggior misura rispetto al passato e se abbiamo la fortuna - come
illustreremo più pienamente nella nostra mozione di accompagnamento più tardi - di
avere maggiori trsferimenti statali, quest'anno, allora approfittiamo per elaborare dei
progetti innovativi sul welfare che creino lavoro in questa città, perché welfare è
sviluppo. Il welfare non è solo riparare le falle, quando le falle si sono create, ma è
anche creare opportunità nuove, è anche aiutare lo straordinario terzo settore torinese,
supportandolo nelle sue geniali novità, che si elaborano continuamente. Noi rischiamo,
come istituzione comunale, di non stare al passo del terzo settore torinese, che continua
ad innovarsi, a differenza nostra, senza dimenticare che il welfare è anche erogato dalle
Circoscrizioni , pensiamo alla domiciliarità leggera e pensiamo ai soggiorni estivi per
disabili. Noi abbiamo già fatto in Commissione un monito all'Assessore, avvertendo
che monitoreremo attentamente sul fatto che, nell'ambito dei sostenuti tagli applicati
alle Circoscrizioni, non ci vadano a rimettere i disabili e le loro famiglie, oppure gli
anziani che beneficiano della domiciliarità leggera. È welfare anche andare a
incrementare la spesa comunale con quell'altra grandissima eredità che il passato ci ha
lasciato, cioè il patrimonio ex IPAB. Allora, davvero non citiamo Churchill a
sproposito, e non roviniamo quello che il passato ci ha dato, soprattutto nell'ambito del
welfare.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie, ho iscritto a parlare il Consigliere Mensio, prego.

MENSIO Federico
Grazie Presidente, ma vale la pena ricordare che in tutto quello che è stato citato oggi
mancano anche alcuni passi che a volte, evidentemente, si vuole far apposta a non
trapelare o dimenticare. Io credo che sia stato dimenticato, ad esempio, il fatto che
questa città ha avviato, dopo anni di fermo l'estensione, di nuovo, di una raccolta di
rifiuti che sarà efficace ed efficiente negli anni prossimi, che porterà dei risparmi e, non
in ultimo, mi piacerebbe ricordare che qualche giorno fa la Giunta è riuscita a mettere
ordine anche nei conti, proprio con quelle Partecipate che ci viene detto che oggi
vogliamo dismettere. Conti che se uno va vedere, non sono proprio semplici di gestione,
si parla di piano di rientro nei confronti sia di IREN, che AMIAT. Tutto questo, però, ha
comunque portato a gestire meglio quella che sarà la raccolta rifiuti degli anni prossimi
e, visto che ci viene detto che non abbiamo una visione, e ci viene sempre detto che
abbiamo fermato le cose, anche a dei progetti di rilancio dell'illuminazione pubblica,
degli impianti semaforici, quei progetti led, e anche di efficientamento energetico col
progetto di revamping. Quindi, le cose non si fermano, vanno avanti in una situazione di
bilancio che, però, come si dice, si fa di necessità virtù. Io credo che in tempi di vacche
magre, conti molto la capacità della persone di capire e di comprendere quali sono le
opportunità e le occasioni di utilizzare al meglio le proprie risorse. Affacciarsi alla
politica per chi è giovane come noi, lo dico molto francamente, è un esercizio
interessante. No, no, lo dico, giovane dal punto di vista politico, diciamo così, anche se
mi considero ancora giovane dentro, non anagraficamente parlando; io comunque, la
carta di identità elettronica sono riuscito a farla senza problemi, quindi, no, ma lo dico a
verbale, perchè l'ho fatta in tempi non sospetti e quindi, vabbè, tagliamo. No, ma detto
questo, mi piacerebbe vedere da parte delle Opposizioni, non discorsi preconfezionati o
letti all'uopo, ma ascoltare anche quello che viene detto dalle Maggioranze, dalla
Maggioranza, scusate. Io credo che, appunto in tempi di vacche magre, e di
impossibilità, da parte di tutta la politica di confrontarsi su questi temi, sarebbe ora di
mettersi al tavolo e discutere su che cos'è il bene della città, perchè, altrimenti, non
facciamo un servizio ai cittadini, ma lo facciamo solo a noi stessi. Questo è uno degli
esercizi più interessanti della politica, a cui ci si dovrebbe mettere intorno a un tavolo e
discutere dei temi. Quindi, invito le Minoranze a prendere atto che questa città ha delle
difficoltà e a collaborare affinché queste difficoltà vengano superate, grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie, ho iscritta a parlare la Consigliera Ferrero, prego.

FERRERO Viviana
Grazie Presidente, grazie anche alla Sindaca che è presente oggi con noi in Aula. Io
sono contenta che sia stata scomodato Winston Churchill proprio perchè abbiamo, in
qualche modo, ampliato il dibattito e l'interazione di noi con la Minoranza e non
parliamo solo più di Rovazzi. Io quest'anno vorrei ripetere quell'intervento che feci
l'anno scorso, che parlava di sviluppo sostenibile anche di pari dignità, nel proporre
modelli di città, perché come abbiamo già detto, la città non si sviluppa solo con i
grattacieli, con le grandi arterie, con i mega supermercati. Lo sviluppismo ha fallito, io
quindi, non parlerò, non ripeterò che c'è lo sviluppo sostenibile, l'Olivetti, perchè noi
abbiamo pensato di tenere conto delle reali e sostanziali esigenze dei cittadini. Io penso
a quei cittadini che vanno riportati nell'azione politica e le politiche le abbiamo fatte,
penso a Co-City, AperTo, PartecipaTo. Siamo il partito che ha superato numericamente
il partito dell'astensionismo ed è una grande vittoria, se innesteremo, comunque, anche
nella città di Torino quella partecipazione che è fondamentale. Parliamo di una politica
puntuale di prossimità, di una politica di vicinanza. Il mio intervento è un intervento
sostanzialmente politico, non voglio andare nel dettaglio del Bilancio, perchè la
sottomissione al debito delle Amministrazioni la dobbiamo comunque superare, e come
la possiamo superare? Affrontandola con coraggio e mi sembra che sia stato un atto di
grande coraggio quello di non andare in predissesto. Premetto che è un atto di coraggio
che io non condividevo neanche, perchè ritenevo che fosse veramente molto difficile
riuscire a portare avanti quella politica di prudenza, che però poi, ha dato, finora, buoni
frutti. Quindi, io non credo che si possa vivere di solo bilancio, ma tutti siamo capaci di
grandi risorse, di fare grandi cose, e direi che il PD ha dimostrato, invece, in momenti in
cui c'era una città ancora ricca e con tante risorse, ha fatto grandi disastri. Una città,
quindi, su cui vogliamo lavorare; una città della qualità; una città, abbiamo detto, dei
bambini e delle bambine; una città dalla visione dagli 80 centimetri, dal basso; una città
che ha della sua identità culturale una unitarietà. La città che va manutenuta, da
manutenere, che sappiamo che è una città che è in difficoltà, ma anche una capacità in
grado di resistere all'assedio del debito; una città laboratorio, che con i beni comuni,
con quella grande esperienza che stiamo sperimentando qua, a Torino, che deve essere
un 'esperienza estesa su tutti i punti della città, quella dei beni comuni, perchè è una
nuova forma di partecipazione della cittadinanza, e i beni comuni non hanno bisogno di
denaro. Quindi, la contrapposizione non la vogliamo più declinare tra centro e periferie,
perchè sa tanto di contrapposizione sociale tra ricchi e poveri, mentre sappiamo che ci
sono la povertà, la povertà è un povertà grigia ed è un povertà che sta emergendo
ovunque, ma anche a fare emergere la povertà è una grande presa in carico e una presa
di responsabilità. Le Circoscrizioni svantaggiate ci sono, ma va fatta una mappatura che
consiste proprio nel tenere insieme tutte quelle parti di città facendo dei sistemi filtranti
tra le biblioteche, i beni comuni, le Case del Quartiere, i centri aggregativi, tutto quello
che filtra, che mappa e che tiene insieme questa città. Una città che è cablata con Case
del Quartiere, biblioteche e beni comuni; la città che viene ritessuta, in qualche modo,
con il sistema sociale, quindi prudenza nel bilancio, ma grande forza nel capitale umano
di cui la città dispone. Tutta l'attività che abbiamo fatto noi come Pari Opportunità,
anche con le comunità straniere, tutte le attività che stiamo facendo con i centri di
protagonismo giovanile, ecco, c'è tutto un lavoro che forse i numeri un po' scarni del
bilancio non rappresentano, però c'è tutto un lavoro che viene e deve essere
rappresentato in quest'Aula, veramente più silenzioso ma che comunque ci appartiene e
appartiene al nostro modo di vedere la città.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie, ho iscritto a parlare la Capogruppo Giacosa, prego.

GIACOSA Chiara
Grazie Presidente, io inizierò come altri colleghi, precedentemente, l'intervento
ringraziando veramente di cuore tutte le persone che in questi mesi, in questo periodo,
hanno contribuito, a varare questo Bilancio di Previsione. È veramente molto
entusiasmante sapere che ci sono delle persona che mettono tutte loro stesse per il bene
di questa città. La politica, io credo, dovrebbe imparare anche da queste persone, sì,
perchè è stato appena detto, non ricordo da quale consigliere delle Minoranze, che
citiamo e che ieri è stato citato a sproposito Churchill; lo citerò di nuovo anch'io
ricordando le parole, dell'Assessore Rolando di ieri. Noi crediamo fermamente che non
possiamo permetterci di rischiare tutto quello che sarà il futuro, continuando ad aprire le
liti tra il presente e il passato. Deve guidarci, o almeno, dovrebbe guidarci il senso di
responsabilità che abbiamo quando siamo seduti in quest'Aula e quando lavoriamo fuori
da Palazzo, per Torino. Questo bilancio è un bilancio di sacrificio, non è mai stato
nascosto e non lo nascondiamo sicuramente noi. Il consenso, a prescindere da qualsiasi
cosa, checché qualcuno ne dica, non fa parte del nostro DNA. Sono state seguite le
prescrizioni della Corte dei Conti, sono stati messi in atto i punto previsti dal piano di
interventi, che questo stesso Consiglio ha approvato lo scorso anno. Ricordiamo, per
l'ennesima volta - secondo me giova tutti ricordarlo - che il piano di interventi si è reso
necessario per evitare la scure del commissariamento che ci avrebbe fatto perdere
qualsiasi tipo di autonomia di scelta. Qualcuno dai banchi delle Minoranze, ieri, ci
accusava di noi renderci conto di cosa sia successo a Torino negli ultimi 20 anni. Bene,
anche lei, Presidente, lo sa bene che noi con quello che è successo a Torino negli ultimi
20 anni ci facciamo i conto tutti i giorni; questo Bilancio di Previsione ne è anche il
risultato. Nonostante ciò, cioè, nonostante negli ultimi 20 anni di politica torinese,
dettata più dal "Poi ci pensiamo", piuttosto che dal " Impegniamoci oggi, qui ed ora, per
far quadrare i conti", questa Amministrazione, il mio Gruppo di Maggioranza va avanti
a testa alta e continuerò ad andare avanti a testa alta, perchè siamo consci che noi ci
mettiamo il massimo impegno per far andare avanti questa città nel migliore dei modi,
grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie a lei. Se non ci sono altri interventi da parte dei Consiglieri, lascerei la parola,
Assessore, risponde prima lei? Prego Assessore Rolando, per la replica.

ROLANDO Sergio
Ho ascoltato con molto interesse tutte le discussioni sia da parte della Minoranza, che
dalla parte della Maggioranza e devo dire che, tendenzialmente, ho apprezzato di più
quelli della Maggioranza, ma non è una novità. Vorrei soltanto dare due informazioni
aggiuntive, alcune che hanno una connotazione un po' tecnica, quindi, le direi per
ultime, però è l'unico accenno che farò, tenendo fede coerentemente, a quello che ho
detto nel passato e chissà cosa avrebbe detto Cavour, probabilmente dormiva, quando
nel 2015 è stata approvata quella delibera sull'IPAB Buon Pastore; è l'unico accenno
che farò, non ne farò altri al passato, però no, ma dormiva, mi hanno detto che dormiva,
forse c'era stato qualcosa, però era una battuta di spirito, non farò altre battute,
invece…, non vedo un tubo senza occhiali…. Allora, qualcuno ha sollevato un tema
tecnico del principio di competenza economica potenziata. Mi piace raccontare a tutti
che c'è un'eccezione al principio che prevede l'annualità secca: è il principio che
riguarda l'iscrizione delle entrate. Il 3.5 dell'allegato 4.2 dice che: "nel caso di
rateizzazione di entrate proprie, l'accertamento delle entrate effettuate ed imputata
all'esercizio in cui l'obbligazione nasce, a condizione che la scadenza dell'ultima rata
non sia fissata oltre i 12 mesi". Questo spiega perché gli oneri, le cauzioni - ricordo a
tutti un caso emblematico delle cauzioni, REAM, rientra in questo principio - si possono
iscrivere in un anno, purché il pagamento avvenga entro dodici mesi. Lo dice il
principio 4/2. Il Capogruppo Morano ha sollevato un tema che riguarda l'indebitamento
di debiti, che poi un giornale ci ha ricamato sopra, di GTT, Infra.To, perchè noi
abbiamo stanziato un importo inferiore a quello che è il debito che matura nel 2018.
Perché nello stanziamento GTT e nello stanziamento Infra.To, sono iscritti sia i 2, 3
milioni a parte, e i 3,8 che riguardano il passato, la spalmatura in 10 anni e poi è iscritta
una sola rata, una semi rata, perché? Perché quest'anno, finalmente, le due società
hanno obbedito all'indirizzo che gli è stato dato un anno fa, di predisporre il piano
industriale. Il piano industriale è stato presentato agli istituti, i tre istituti che finanziano
pesantemente le società partecipate torinesi; hanno il piano industriale tra le mai, tra due
giorni avranno anche il piano finanziario di FCT che, ovviamente, è una conseguenza di
altri anni, perchè espone i dividendi e le transazioni patrimoniali. A completamento di
questo cerchio, gli istituti di credito hanno detto che erano disponibili fino a consentire
uno spostamento, in coda ai mutui, o di una rata o di semi-rate. Questo è il motivo per
cui nel 2018 non è stato iscritto l'intero debito perchè se, come noi crediamo,
riusciremo a fare in modo che le due società più importanti del trasporto rinegozieranno
i mutui entro il secondo semestre, prima della fine del secondo semestre, e per questo
bisognerà avere le entrate che ci consentano di fare l'operazione, sarà possibile
riottenere questo accorciamento di una o due rate a fine mutuo, senza spostare la durata,
perché nessuno pensa di incrementare sui mutui di Infra.To dei mutui che hanno una
durata superiore ai vent'anni che, peraltro, saprete tutti come sono nati questi mutui,
perché sono nati intorno al 2009, con l'apporto di attivo patrimoniale, in conseguenza,
l'accensione di due grandi operazioni di debito, che facevano tra i 4 e i 500 milioni e
che sono riflessi nel Bilancio consolidato della città, anche se non abbiamo potuto
consolidare GTT, per le note vicende, ma fra qualche giorno, nella riedizione del
Bilancio consolidato, post approvazione del Bilancio 2016, lo vedremo tutti. Poi avevo
ancora qualcosa, ma di meno rilevante. È stato sollevato anche un tema che riguarda il
piano delle dismissioni per 42 milioni. Farò avere il cronoprogramma delle attività che,
peraltro, sono già iniziate, perchè sono due delibere con l'anticipo, la prima delibera
importante, che riguarda la famosa foresteria, si vedrà a giorni, la delibera con gli atti
successivi. Ricordo a tutti che dei 42 milioni; 15 milioni sono sulla foresteria, circa, poi
ci sono 12 milioni fra ex beni IPAB, in stato, come dire, San Marino, in stato non
proattivo, cioè, e qui aggiungo un'informazione che non avevo. Gli uffici hanno fatto i
conteggi di quanto ha investito la Città di Torino dal 2010 ad oggi, su beni ex IPAB: 25
milioni, 25 milioni di fondi del Comune, non dati da qualcuno. Allora, questi 25 milioni
che, probabilmente, hanno anche una storia, perché se la Corte dei Conti ha detto - e
non mi riferisco al passato - e ce lo dirà ancora, che abbiamo accertato più entrate di
quelle che potevamo accertare nel passato, perchè sovrastimavamo le entrate, con pochi
accantonamenti al Fondo crediti di dubbia esigibilità, oppure con la storia delle
sanzioni. Quindi, questi 25 milioni che sono stati spesi, probabilmente, sono frutto di
entrate che non sono mai state realizzate, in parte, nella locuzione della Corte dei Conti,
però li abbiamo spesi i 25 milioni. Allora, l'idea non malsana è che, finché la Città di
Torino, magari, dovendo obbedire a un piano di rientro, ma non aggiungo altro, fino a
quella cifra utilizza gli strumenti che ha avuto per compensare queste spese che ha fatto
perchè, probabilmente, ripeto, parte di quelle spese sono state finanziate da entrate,
magari non realizzate dal punto di vista degli incassi. Ho finito.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie Assessore, prego Sindaca, si prenoti. Lascio la parola alla Sindaca Appendino,
prego.

APPENDINO Chiara (Sindaco)
Grazie Presidente, ringrazio tutti i Consiglieri e le Consigliere intervenute. Mi dispiace
che non siano tutti presenti coloro che sono intervenuti, anche a lungo, replicherò,
comunque, e spero che avranno il tempo di andare a sentirsi, se avranno voglia,
ovviamente, la replica. Intanto, permettetemi di iniziare da un ringraziamento,
ovviamente, l'Assessore Rolando e tutta la Giunta che ha lavorato con grande dedizione
a questo Bilancio, non semplice, e un ringraziamento particolare agli uffici, al dottor
Lubbia e a tutte le persone delle varie Direzioni che hanno speso, ovviamente, tempo e
energie. Credo che abbiano approcciato questo Bilancio, non solo come un atto dovuto,
ma come è giusto che sia, come una forma di programmazione importante dell'Ente in
un momento molto difficile. Concordo con chi dice che il Bilancio deve essere
contestualizzato, perchè non si può paragonare un Bilancio di un piano di rientro, con
un Bilancio di 10 anni fa, dove non c'era un piano di rientro, dove c'erano delle leve
che si potevano utilizzare. Io credo, davvero, con grande fermezza, sennò non lo direi,
che questo Bilancio è il miglior Bilancio che questa Amministrazione potesse attuare in
queste condizioni. Le condizioni sono chiare, non credo di dire nulla di nuovo e non
voglio ripeterle. Le condizioni sono quelle di un piano di rientro e qui rispondo a
qualcosa che, ogni tanto, dice la Capogruppo Artesio, lo ha detto in Commissione, non
ho replicato allora, forse è stato detto in Aula, non ho sentito tutto l'intervento. Io sono
perfettamente consapevole che la scelta politica di attuare il Piano di rientro è tutta di
questa Amministrazione, intesa come Giunta e Maggioranza, e la rivendico e ne sono
perfettamente convinta, non voglio delegare a qualcun altro questa scelta, non mi
assumo, però, la responsabilità di che cosa ha portato questa situazione dei conti, mi
assumo la scelta, si potevano percorrere altre scelte, forse sì. Qualcuno ha detto anche
legittimamente, poco fa, che si poteva percorrere il predissesto. Io sono convinta della
scelta che abbiamo fatto e me ne assumo pienamente la responsabilità di quella scelta e
di cosa accadrà da qui ai prossimi 4, 5 anni del Piano di rientro e penso che sia la scelta
migliore e non perché sia divertente, evidentemente, attuare una politica di rigore, ma
penso che sia la scelta migliore, perchè è l'unica scelta che ci permette di tutelare, come
è avvenuto in questo Bilancio, da un lato, giustamente, le esigenze che ci sono, di
sviluppo di un territorio, in cui noi stiamo credendo e, dall'altro, le esigenze di tutela
delle fasce deboli. Faccio due esempi: senza il Piano di rientro non avremmo potuto,
perché saremmo, probabilmente, andati in predissesto, mantenere le agevolazioni ISEE,
di cui abbiamo ampiamente discusso in quest'Aula - ampiamente discusso in quest'Aula
- che oggi ci sono, perché con il predissesto, in automatico, si perde la legittimità e la
possibilità di mantenere le agevolazioni perchè vanno in automatico tutte le tasse e tutte
le imposte comunali, al massimo, cosa che già in parte ci sono, perché sappiamo
benissimo che l'IMU è al massimo, ma la leva che perdi, nell'ambito del predissesto,
qual è? Poter finanziare le agevolazioni. Quindi, consapevolmente abbiamo scelto il
pano di rientro per, da un lato - e faccio un esempio - tutelare le fasce più deboli.
Dall'altra parte, consapevolmente abbiamo scelto il piano di rientro, per poter utilizzare
quella poca leva che abbiamo di margine politico che abbiamo, per fare delle scelte. È
vero, in un Bilancio ci sono delle scelte. Ora, io credo anche, che da quello che ho
sentito, che, forse, la differenza non sta che qualcuno ha la visione e qualcuno non ce
l'ha, ma che ci sono visioni diverse, perchè se io sento dire dal Capogruppo del Partito
Democratico - e rispetto la battaglia politica che qualcuno stava facendo, perché è
legittima - che la ZTL è tornare indietro, per me, rivedere la ZTL è guardare avanti, per
me ragionare su una mobilità diversa è guardare avanti. Invece, mantenere una ZTL così
com'era, sperimentale, in modo, peraltro, assolutamente non congruo rispetto al resto
del mondo, io credo che invece sia guardare indietro, ed è bene che ci sia questo
dibattito, è bene, ma ci sono, semplicemente, due visioni diverse. Altro esempio:
AperTo, questo Bilancio riporta, ovviamente. tutte quelle che sono le politiche di
AperTo È una scelta ben precisa, abbiamo discusso tante volte anche in quest'Aula,
qualcuno diceva, dai banchi delle Minoranze, che per AperTo dovevamo decidere di
investire su un grande progetto. Noi abbiamo fatto una scelta diversa, che io continuo a
rivendicare. Forse si vede meno, ma stanno partendo questi piccoli interventi di
riqualificazione che riguardano lo spazio urbano, che riguardano, ovviamente, quello
che è il tema della coesione sociale, e che per noi sono importanti, quindi io non credo
che ci sia - ho fatto due esempi - una visione che prima c'era e oggi non c'è più,
semplicemente, ci sono visioni diverse, poi, su alcune cose saremmo d'accordo,
probabilmente, se vi parlo di, credo, spero - non l'ho sentito parlare, lo ha detto solo il
Consigliere Fornari - di rivedere, provare a ricostruire la filiera dell'Automativ, e
guardando alla guida autonoma, nell'ottica di riprendere la nostra filiera e rilanciarla,
credo, spero, credo che siamo tutti d'accordo su questo; è probabilmente un punto di
sviluppo in cui tutti crediamo, e grazie a questo, peraltro, si è creato un tessuto
commerciale ed economico, sociale, attorno a questo progetto importante. Però, non
accetto, o meglio, non condivido, l'idea che da una parte ci sia la realtà assoluta, una
visione assolutamente concreta e dall'altra parte non ci sia. Ci sono idee in parte
diverse, che si confrontano; visioni in parti diverse, visioni in parte simili. Altro
esempio: questo Bilancio prende atto di una scelta importante di questa
Amministrazione, che è non privatizzare GTT; abbiamo scelto di non privatizzare GTT,
e in questo Bilancio abbiamo fatto uno sforzo straordinario, perché ci sono risorse in
più, per tenere fede rispetto agli impegni che si sono presi con le aziende: GTT, con la
Regione Piemonte, grazie anche al lavoro, ovviamente, della Regione e il Governo e
tutti coloro che si sono messi a disposizione. Quindi, non è che non ci sono scelte
strategiche, ci sono scelte strategiche nel contesto in cui siamo. Faccio due numeri, due
numeri: l'Amministrazione, nel 2011, di qualunque colore fosse, poteva utilizzare o,
comunque, fare debito per certe cifre. Passiamo da - si dice perché le risorse non
vengono usate per investimenti - noi, quello che possiamo fare, ovviamente, lo
utilizziamo per gli investimenti, ma io vi do dei numeri: 2011, 75 milioni; 2012, 30
milioni; 2013, 238 milioni, grazie al DL 35; 2014, 211 milioni, DL 35; 22 milioni;
2014, sempre di nuovi mutui; 2015, 32 milioni di nuovi mutui e 66 milioni di DL 35;
2016, 42 milioni; 2017, 20 milioni; 2018, 5 milioni. Non perché in qualche modo, non
ci divertiamo a investire ma perché, evidentemente, nel contesto in cui siamo, non ci
possiamo più permettere di fare qualche debito che era stato fatto allora. È stato usato
bene o male, non è questo il punto, non voglio entrare in questa discussione. Però il
punto è che il quadro è diverso e quindi noi, con le risorse che abbiamo, cerchiamo di
fare il possibile. Consigliere Tresso, perchè non usiamo i 32 milioni di euro per fare
investimenti? La Corte dei Conti ci dice che c'è un disavanzo di 80 milioni, facciamo
un Piano di rientro, perché dobbiamo arrivare a colmare quegli 80 milioni. Ci permette,
grazie al Piano di rientro di utilizzare entrate straordinarie, per non avere un taglio secco
di 80 milioni e quindi quei 32 milioni, evidentemente, ci servono per spesa corrente,
perché, se non ci servissero per la spesa corrente. Ha ragione a dire, il Consigliere
Fornari, facciamo un emendamento, da dove prendiamo quei 32 milioni di euro, dove li
tagliamo? Io credo, onestatamente, che è bene discutere, ed è bene discutere delle
progettualità ma altra, scusatemi, baggianata che è stata detta, questa Amministrazione
non crede nella cultura e nel turismo: Ma guardate che questo Bilancio, sempre grazie al
Piano di rientro, è un Bilancio che non taglia più - come avevamo detto l'anno scorso -
un euro alla cultura. Non ci sono tagli alla cultura, non perché evidentemente l'altro
anno ci fossimo divertiti a farli, ma perché l'anno scorso abbiamo fatto un'operazione,
come facciamo su tutti i nostri enti, in cui abbiamo riportato degli enti che non erano in
equilibrio e quest'anno la Fondazione Torino Musei, mantenendo anche l'impegno che
è stato più volte ribadito da questo Consiglio Comunale, ovviamente, nel tutelare quella
che è l'occupazione, sta portando avanti delle politiche finalmente culturali, che non
sono solo più - come è stato l'anno scorso - una questione di gestione economica
dell'ente, e chiudo su una considerazione ultima, che città lasceremo? Credo che
ciascuno di noi, naturalmente, lavori, sennò, non saremmo tutti qui, perché lavoriamo
tutti per lasciare una città migliore di quella che abbiamo ereditato. Però, perdonatemi,
non esiste una città che può guardare al suo futuro se non ha i conti in ordine, ma non
esiste; non esiste perché è come non avere le fondamenta. Se noi vogliamo tornare ad
avere una città che è in grado di fare investimenti, come giustamente è stato detto, io
vorrei avere milionate per fare investimenti, ma non le ho. Se vogliamo creare una città
che può tornare a fare investimenti, deve avere un Bilancio sano, dove non dobbiamo
più ricorrere alle entrare straordinarie,per far la spesa corrente, ma deve essere un
Bilancio sano. Allora, stiamo lavorando per avere un Bilancio sano, che possa tornare a
fare investimenti, in modo strutturale. Peraltro, come diceva qualcun altro, negli
interventi precedenti, una città è sana quando una città è coesa, e guardate che gli
interventi che si stanno facendo anche grazie al regolamento beni comuni, come
venivano ricordati: Co-City, AperTo, sono strumenti che, probabilmente, non si
misurano poi in termini di PIL. È vero, non lo misuriamo in termini di PIL ma lo
misuriamo nella sfida che credo abbiamo tutti, tutte le forze politiche, di tutti i colori, di
tutte le sedi, di riavvicinare e creare un tessuto di partecipazione nei confronti della cosa
pubblica, perché se vogliamo tornare all'educazione civica, se vogliamo tornare a far sì
che le persone si sentano rappresentate, non da Chiara Appendino, non dal Movimento
5 Stelle, non è questo il punto, ma tornare a credere nell'Amministrazione, noi abbiamo
anche la responsabilità di costruire una comunità coesa e questo lo fai sicuramente con
politiche di sviluppo, con politiche di welfare, ma anche ricreando un tessuto che parte
da nuove sperimentazioni, come il regolamento beni comuni, come progetti che stanno
facendo su Co-City, dove le persone tornano a sentirsi parte attiva. Noi questa sfida la
stiamo provando a raccoglie poi si possono fare tutte le discussioni, legittime, è giusto il
metodo, è sbagliato il metodo, però è una sfida che credo anche noi tutti, Minoranza e
Maggioranza abbiamo di fronte a un tessuto sociale che tende a sfaldarsi. Ultima cosa e
chiudo, io credo, poi vedremo strada facendo, che questo Bilancio tenga insieme la
scelta politica che ci porteremo avanti nei prossimi anni del Piano di rientro, con tutto
quello che comporta e dall'altra parte, la necessità di far sì che questa città possa tornare
a crescere. I numeri, che diceva l'Assessore Rolando, in parte danno un certo ottimismo,
ma è evidente che c'è ancora una soglia di povertà enorme, e c'è ancora una crisi molto
forte che la nostra città - e non voglio entrare in questioni di responsabilità, lo abbiamo
detto tante volte - ha subìto più di tante altre città del Nord. Allora, è difficile per un
Ente che non ha capacità di spesa riuscire a far ripartire il tessuto commerciale e
produttivo. Sì è difficile, evidentemente, è una sfida che tutti stiamo raccogliendolo, io
credo che questo Bilancio la raccolga. Ultima questione, rispetto al debito, che è stata
sollevata. È evidente che è nostra intenzione e l'Amministrazione vuole rinegoziare il
debito, ma è altrettanto evidente che, nel momento in cui si rinegozia un debito, ci sono
più parti in causa. Allora, io credo, come ho detto più volte, l'ho sollevata anche più
volte in ANCI questa questione, lo abbiamo già discusso, anche più volte in questo
Consiglio, che il risanamento dei nostri conti e l'equilibrio in parte corrente che
andremo, in qualche modo, a maturare negli anni, debba passare da una rinegoziazione
del nostro debito, come debba passare da una revisione di alcun partite che riguardano i
nostri derivati. Ma è altrettanto vero che non è facile per soggetti che, in qualche modo
in predissesto, avere forza contrattuale, nel rivedere le proprie posizioni, e quindi, sì,
sono d'accordo con lei, Consigliera, ma come diceva il Consigliere Fornari, sicuramente
serve un intervento anche solo dal punto di vista nazionale. Perché, guardate che, lo
sapete meglio di me, nel momento in cui si decide di dilazionare su più anni un mutuo -
che è un elemento su cui bisogna intervenire in caso di rinegoziazione - l'Ente Locale è
debole nel fare questa operazione. Quindi, qualsiasi atto, documento, scelta che faccia
questo Consiglio, credo tutto, che aiuti questa Amministrazione sia nei confronti
nazionali, sia nei confronti locali, sia nei confronti regionali,e tutti gli attori coinvolti,
che ci aiuti ad avere maggiore forza nella riorganizzazione dei debiti, noi ci siamo, ci
stiamo già provando; ad oggi, evidentemente, non ci siamo ancora riusciti, non è
semplice. Quindi, ben venga, sono assolutamente d'accordo con voi, e anche in ANCI si
è discusso questo, peraltro, credo che l'abbia discusso anche l'ex Sindaco Fassino
quando era Presidente di ANCI. Più volte si è sollevata questa cosa ed è sentita non solo
a livello locale, torinese, a livello di tutti i comuni, perchè è vero che in momenti di
crisi, come stiamo vivendo, in parte di ripresa, bisogna interrogarsi ma a livello
nazionale, sul fatto che su chi sia il modello di sviluppo sul territorio. Io credo che noi
siamo tutti qui, abbiamo scelto di fare i Consiglieri comunali, il Sindaco, perchè
crediamo tutti nel fatto che sia l'Ente territoriale il motore di sviluppo, ma questo si
deve tradurre, a un certo punto, in scelte a livello nazionale, quindi, quante risorse
vengono date agli enti, quanti strumenti dati agli enti per, ad esempio, rinegoziare i
debiti, come viene accantonato l'FCDE, sono scelte che ricadono su di noi. Quindi io
auspico, come tanti altri comuni, come ha già detto ANCI anche in passato, come
continua a dire, che il prossimo Governo riprenda in mano il tema dei rapporti con gli
Enti Locali, credo che sia una questione trasversale forse una delle prime cose che
potrebbe, forse, mettere d'accordo tutte le forze politiche. Permettetemi di chiuder con
un ringraziamento al Collegio dei Revisori dei Conti per il lavoro che ha fatto, per la
disponibilità e per il tempo che ha dedicato, insieme agli uffici, e ringrazio tutti i
Consiglieri che sono intervenuti e procederemo dopo ai singoli emendamenti, darò
parere successivamente, grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie a lei.
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