Interventi |
GIUSTA Marco (Assessore) Mi permetto di intervenire nel dibattito, perché, da come mi hanno spiegato come funziona l'Amministrazione, l'Amministrazione parla per atti, per delibere, per iniziative che intraprende e la nostra Amministrazione, su questo tema si è espressa in maniera molto chiara, con la delibera sulle politiche per l'interculturalità e la partecipazione che è stata presentata qualche settimana fa, ha dato una linea che, in qualche maniera, assume l'indicazione che è stata detta dalle due Consigliere del Movimento prima, e che in qualche maniera avanza delle proposte nel solco del ragionamento della Carta di Palermo, la considerazione dell'immigrazione come un diritto della persona umana, la visione sul fatto che, in qualche maniera, mi permetto di criticare Bauman, rispetto al fatto che le immigrazioni ormai sono realtà a livello locale e che quindi le strategie, come si diceva prima, a livello globale e complessive, è vero che devono essere attuate, ma non possono essere attuate da un'Amministrazione, da un singolo comune. Quello che noi possiamo fare è provare a costruire un programma interculturale della città per non far diventare, appunto, le persone trasparenti, ma che in qualche maniera, per considerare anche i diritti che queste persone acquisiscono sul territorio. Mi permetto di sottolineare, anche perché sono delle notizie che ci hanno anche abbastanza fatto piacere, che Intercultural City ci ha chiesto di presentare questa delibera ad Amsterdam, nel prossimo convegno, sono state avviare anche delle interlocuzioni, con altri enti del territorio a livello anche nazionale, per definire come, in qualche maniera, queste azioni possono essere messe a fattor comune. Ma, ritorno e mi permetto di rispondere a questo ragionamento sul tema del capitalismo con una battuta, nel senso, quando effettivamente si parla, tra le varie persone su quelle che sono le motivazioni per cui le discriminazioni vengono attuate, le differenze a livello economico, a livello sociale, vengono continuare in questo mondo quindi si arriva a definire qual è il problema, il problema è il capitalismo, o il neo-liberalismo o tutte le forme economiche che, in qualche maniera, consentono, diciamo così, un damping a livello di diritti, a livello di possibilità, a livello di aspettativa di vita, a livello di situazione tra le diverse parti del mondo. Verissimo quello che citava la Capogruppo Artesio, tra la scelta tra partire o morire, la scelta rimane, comunque, quella di partire, perché questa è una scelta di vita che, in qualche maniera, per quanto non hai delle speranze e non hai delle consapevolezze forti, e su questo è vero che occorre creare anche una consapevolezza, una realtà rispetto a quello che determinano le rotte migratorie, ma andando anche a recuperare ad esempio quello che diceva il Presidente Boeri, dell'INPS, dei canali umanitari all'interno di queste rotte migratorie, che vadano anche a considerare il fatto che le competenze delle singole persone che partono, ormai, acquisiscono un valore universale e che, quindi, sul tema dell'Università, delle capacità progettuali, sulle e-skill sui migranti che acquisiscono le e-skill, ci sono ormai una serie di evidenze molto interessanti. Ma, mi permetto di fare un'ultima battuta e con questo chiudo, riprendendo, invece, una citazione di Bauman: quando noi vediamo fisicamente le persone migranti presenti sul nostro territorio, in realtà, loro fomentano la cosiddetta paura lontana, di vedere che quello che succede a loro, può essere che succeda anche a noi, quello che viviamo è esattamente una fortuna rispetto ad altre persone, di essere nate in altre condizioni, di essere cresciuti all'interno di altre condizioni, che però non sono scritte sulla pietra; in qualche modo possono cambiare, noi ci siamo stati per anni un popolo migratorio, che è andato altrove a cercare la propria fortuna e, soprattutto, a livello di migranti ambientali, che è un tema molto caro al Movimento 5 Stelle e che anche per me è davvero un'iniziativa fortissima, quando noi acquisiamo la consapevolezza che la raccolta differenziata che avviene su un territorio, in qualche maniera, aiuta un altro territorio a non essere inquinato e, quindi, a non produrre siccità, carestie, erosione del suolo e quant'altro se ne può aggiungere, in qualche maniera, ci rendiamo conto che siamo noi i responsabili diretti di una serie di comportamenti che incidono a livello dell'altra parte del globo e che, quindi, in qualche modo, questo esser completamente collegati, ci mette anche nella disponibilità di superare le paure, le ritrosie che abbiamo nei confronti, normalmente delle persone migranti e di riuscire, ad ottenere la consapevolezza di solidarietà e umanità che ci dovrebbe contraddistinguere. |