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VERSACI Fabio (Presidente) Punto 15, meccanografico 06667, della Capogruppo Artesio: "Adesione alla Carta di Palermo" VERSACI Fabio (Presidente) prego Capogruppo Artesio, ne ha facoltà per cinque minuti. ARTESIO Eleonora Grazie, ho presentato questa proposta alla fine dell'anno 2016 e sicuramente, il contesto nel quale arriviamo a discuterla, è stato segnato, caratterizzato da situazioni di cronaca, di segno opposto e anche da successive prese di posizione da parte del nostro Consiglio Comunale. Continua a mantenere tutta la sua validità, anzi, credo che ne esca rafforzata. La proposta di mozione chiede di aderire alla Carta di Palermo ma, soprattutto, di costruire un processo culturale nella nostra città con tutti i soggetti interessati, perché i contenuti della Carta di Palermo diventino elemento di coscienza e un elemento di informazione nella nostra comunità. Che cosa si propone la Carta di Palermo? Innanzitutto, vorrei sottolineare dove è stata sottoscritta, non è stata sottoscritta in un'accademia di intellettuali in Alto Adige, ma è stata sottoscritta esattamente in un territorio che, quotidianamente, vive nella fisicità della sofferenza e nella grandezza del problema, il fenomeno migratorio, quindi, non si tratta di un'astrazione di anime belle, che non siano immerse nella concretezza del quotidiano, ma si tratta, esattamente, della presa di conoscenza di coloro che quel quotidiano lo governano, ed è una Carta che si propone di sancire il diritto alla mobilità, come diritto umano. Una Carta, quindi, che si propone, non soltanto di confermare un principio di civiltà, per quello che riguarda la vita delle persone, ma anche di misurare il dibattito che oggi è in corso sull'immigrazione, con dati di realismo e di opportunità, perché credo che anche coloro che non vengono minimamente toccati dagli aspetti più legati ai principi di solidarietà, debbano oggi misurarsi con un dato incontrovertibile. Il dato incontrovertibile è quello per cui non c'è preparazione al dolore, alla sofferenza, al rischio di morte che sia superiore al desiderio e alla speranza. Si è perfettamente consapevoli degli ostacoli, non solo giuridici, ma anche fisici che si frappongono al compimento di un percorso migratorio, eppure, nonostante tutto, lo si intraprende e si continuerà ad intraprenderlo quanto più le condizioni di vita nei paesi di provenienza, per ragioni ambientali o per ragioni economiche, peggioreranno, come stanno peggiorando. Quindi, di fronte a questo fatto, il diritto alla mobilità si pone non soltanto come una questione di principio giuridico e civile, ma anche come una questione di realismo e, in modo particolare, credo che tocchi a noi affrontare questo dibattito, non in maniera episodica, come stiamo facendo, raccogliendo i nostri sentimenti e manifestandoli, anche a livello istituzionale, di caso in caso, ma costruendo, piuttosto, una posizione politica precisa, come quella della Carta di Palermo. Per dire cosa intendo, userò parole non mie. Nella settimana scorsa noi abbiamo discusso dei fatti di Bardonecchia, pochi giorni dopo, sulle pagine dei quotidiani veniva riportato un articolo del Dottor Paolo Narcisi, che è il Presidente di Rainbow for Africa, e che era stato un protagonista di quella discussione, oltre che un attore della gestione dei servizi e della solidarietà, il quale scriveva: "Sapere che una mamma muore dopo il parto, ma che soprattutto, è stata ignorata da chi, oltre a controllare i suoi documenti, avrebbe dovuto soccorrerla e proteggerla, fa arrabbiare. Sapere che un minore è stato respinto senza un perché, senza un foglio e lasciato al freddo, fa arrabbiare. Sapere che un pakistano è stato respinto perché non aveva 300 euro in tasca, fa arrabbiare. Tutta questa rabbia fa gridare contro i muri, le frontiere e contro i controlli, i visto e tutti i blocchi che impediscono la libera circolazioni degli esseri umani. Beninteso, non di tutti gli esseri umani; di quelli poveri, di quelli senza argomento, di quelli senza protezione e tutela. Ma questa è un battaglia nostra, per cui arrabbiarsi e legarsi ai posti di frontiera, con grandi catene, per cui fare scioperi della fame e della sete, marce e occupazioni, lettere di fuoco ai politici, obiezioni di coscienza e disobbedienza civile, è una battaglia nostra", e, quindi, richiama alla necessità che siamo noi a prendere parole e posizioni, e credo che l'adesione alla Carta sia un gesto simbolico, da un parte, perché rappresenta il coordinamento di una rete nazionale e internazionale, che ormai si sta costruendo intorno a questi principi, ma, soprattutto, sia un impregno per il futuro, perché io chiedo nella mozione che la Carta di Palermo diventi, come dicevo nell'incipit, oggetto di dibattito. Perché? Perché soltanto la cultura può modificare i comportamenti, le paure e i timori che oggi vediamo riflessi nelle scelte delle politiche nazionali. Concludo con questo passaggio: È tratto da un'intervista di una scrittrice, Valeria Parrella, che, chiamata a pronunciarsi su questi aspetti, diceva e ricordava: "La chiave è la cultura, a partire dalla scuola, Nausicaa dice alle compagne che scappano, "Perché vi spaventate di un uomo nudo che viene dal mare?". L'uomo nudo era Odisseo. Se un allievo prende otto a un'interrogazione, su una storia così, la paura dell'immigrazione e tutte le costruzioni politiche che su questo si fondano, svaniranno come un palloncino bucato. Ci vuole lavoro, ci vuole cultura ed è quello che, anche come istituzione, siamo chiamati a fare. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie, ho iscritto a parlare la Consigliera Ferrero, ne ha facoltà per cinque minuti. FERRERO Viviana Grazie Presidente. La Carta di Palermo assume, in sé, oggi, grande valore per l'Amministrazione cittadina, in ordine soprattutto a quanto rilevato come importante processo culturale e politico. Focalizzare l'essere persone è un valore grande, che ha delle caratteristiche come l'accoglienza, l'integrazione e il riconoscimento dell'altro. La mobilità di tutti gli esseri umani, che si intende portare avanti in Unione Europea, è riconoscere la cittadina mondiale, abolire quella servitù della gleba dei paesi poveri. Questa Carta sta facendo il giro dell'Europa, ed è una Carta che, sicuramente, presenta delle imperfezioni, soprattutto nell'applicazione, ma che vuole dare, sicuramente, un grande segnale di cambiamento, di percezione dell'altro, del migrante che porta in sé un bagaglio di cultura e di vissuto, che hanno bisogno di accoglienza, ma anche di un percorso di immigrazione consapevole, che parta dal loro paese. Nelle diverse Commissioni che abbiamo realizzato in Sala Orologio, come Pari Opportunità, infatti, è stato rilevato come la migrazione debba avere le necessarie caratteristiche, sapere dove si va e, soprattutto che cosa si trova, quando si parte. Il Comune deve necessariamente fare rete con le altre città del mondo per la divulgazione della Carta, ma, ancor di più, per intraprendete un percorso che muti la percezione di quei viaggi della speranza, perché la multiculturalità sia un dato di fatto, e lo è anche se non lo vogliamo, accettata e utilizzata come contagio culturale, come motore per far crescere la comunità cittadina. Credo che la mobilità umana internazionale sia un diritto. Ricordo qui la famosa cena del Serming, paesi poveri e paesi ricchi, in cui vengono separati ed estratti a sorte i ragazzi e a quelli dei paesi poveri viene dato un mestolo di acqua e un mestolo di riso e gli altri vengono riempiti abbondantemente di cibo, proprio in modo esagerato. Ecco, chi ci dà il diritto di parlare dell'altro, quando siamo stai scelti per il Paese più ricco? Chi ha diritto di fermare un processo migratorio? E, soprattutto, possiamo ragionarlo e non trattarlo come un'emergenza? La sofferenza della migrazione, in un paese di migranti è il primo passo e il riconoscimento del migrante e del suo percorso per diventare un cittadino. Poter scegliere il luogo dove vivere, sarà come i cambiamenti climatici, uno dei grandi temi che andremo ad affrontare e non saranno le montagne, ne abbiamo parlato la scorsa volta, proprio qui, in Sala Rossa, parlando del dovere al soccorso, non sarà il mare, né altri muri a fermare le immigrazioni, non è più un'emergenza, cari colleghi e, forse, non lo è mai stata e se continuiamo a trattarla come tale, siamo destinati ad una legalità disumana e bestiale. Il migrante deve esser informato, consapevole, non attratto e illuso da una terra che non gli ha promesso nessuno. Il migrante è una persona che non deve diventare trasparente nella società, perché quello è il modo più semplice per farlo ricadere nella oscura illegalità. Per la migrazione legale, come quella romena, ad esempio, proprio la possibilità di venire in Italia, di tornare al proprio paese con facilità, permette di trovare facilmente lavoro ed è una mobilità proficua, una cittadinanza che diventa attiva, che crea impegno, grazie al lavoro e socialità. E vorrei concludere questo intervento pensando a come spesso ci si riempia la bocca della parola pace, che è un parola che per i politici, fa molto politico- impegnato e non impegna per nulla. Ecco, la pace è proprio costruire i ponti e lasciare aperti quei corridoi di speranza, eliminare l'illegalità, quel razzismo della mancanza di conoscenza dell'altro. La politica deve ribaltare questa narrazione e, quindi, questo invito della Consigliera Artesio, attraverso questo documento, è veramente un modificare proprio la percezione che abbiamo di tutto questo sistema, appunto, delle immigrazioni, che attua, tra l'altro, quindi, anche quei principi giuridici, come l'articolo 2 e l'articolo 3, che sono quelli dei diritti fondamentali della persona per cui si devono rimuovere gli ostacoli che ne impediscono la realizzazione, o anche l'articolo 10 sul diritto all'asilo, noi attuiamo semplicemente la Costituzione, ma ribaltiamo il paradigma dell'accoglienza e del modo di vedere il migrante. VERSACI Fabio (Presidente) Ho iscritto a parlare il Capogruppo Rosso, ne ha facoltà per cinque minuti. ROSSO Roberto Quattro giorni fa l'Onorevole Luigi Di Maio, capo politico del vostro Movimento, ha prospettato agli italiani questa alternativa, di avere un programma, o con la Lega Nord, nel quale mi riconosco, pur non essendo aderente a quel Partito, o con il Partito Democratico. Io capisco che ci possano essere delle incomprensioni, però, come la Consigliera Ferrero possa ancora argomentare dai banchi del Movimento 5 Stelle, dopo quello che ha detto quando sa bene che noi del Centro-Destra, siamo, non soltanto irrispettosi di ciò che la Consigliera Artesio è venuta dicendo, ma culturalmente opponenti, cioè, questa cosa, mi meraviglia. Se lei avesse un po' di coerenza, Consigliera Ferrero, dovrebbe quantomeno porsi dei dubbi su chi la rappresenta in questo momento, perché questa persona che vuole fare con il Centro-Destra, quantomeno una parte del Centro-Destra, quella più spinta, sulle posizioni opposte a quelle che lei ha sostenuto, un' alleanza di lungo termine per l'Italia e per il cambiamento, questa è stata la frase esatta di Di Maio, dovrebbe porle qualche problema. Deve essere un problema culturale perché, vedete, c'è una bella posizione e lo dico alla Consigliera Artesio, lei viene dal Partito Comunista oltretutto, Marx, il grande Carlo Marx diceva una cosa semplice, diceva che quando il capitalismo non ce l'avrebbe più fatta a sfruttare fino in fondo la propria base proletaria, si sarebbe dotato di un esercito di riserva tra i disgraziati del mondo. Il mio amico Marco Rizzo, che è un comunista autentico, queste cose le capisce e le condivide; le vostre posizioni sono, invece, genericamente realistiche, non si capisce dove volete andare, anzi, non è neppure possibile difendere a casa propria il diritto a stare a casa propria, perché voi dite che il diritto alla mobilità è un diritto universale del cittadino, di qualsiasi parte del mondo si circonda. Questo non è vero e, voglio dire, lei, Consigliera Ferrero, ha citato la multiculturalità come un dato ineludibile della nostra società. La multiculturalità, in molti paesi islamici e arabi, africani, soprattutto, comporta ad esempio il fatto che la donna non debba neppure godere, la donna deve essere infibulata per togliergli l'organo che gli consente il godimento e questo fa parte di culture che lei vorrebbe includere come multiculturali dentro il nostro mondo. Io credo che, quantomeno, dobbiate rinfrescarvi le idee, voi dei 5 Stelle, perché, che la Sinistra sia su questa posizione, mi sembra ragionevole ed evidente, per questo li combattiamo da una vita, ma che voi non sappiate dove siete, questo è veramente preoccupante, perché o siete come i ragazzini a ricreazione, che dicono le cose e non si rendono conto delle loro conseguenze, oppure c'è da domandarsi se lei si interroga, voi vi interrogate su quello che dice il vostro capo politico, su quello che propone, su quello che ha proposto ufficialmente a Salvini, sono posizioni completamente opposte a quelle che avete difeso. Io mi auguro che il più realista, Di Maio, possa andare avanti sulla sua strada, in contrasto con quelle che sono le vostre posizioni, magari, qualcuno di voi si tolga da quei banchi. VERSACI Fabio (Presidente) Ho iscritto a parlare la Consigliera Sganga, ne ha facoltà per tre minuti. SGANGA Valentina Sì, grazie Presidente. Intervengo a supporto di quanto già detto dalla Consigliera Ferrero, appunto, per annunciare il voto favorevole della maggioranza su questo atto. Riteniamo, appunto, che questo atto ci aiuti a perseguire due obiettivi, che muovono entrambi sul lato e sul piano della consapevolezza. Da un lato, appunto, impegnare la città a discutere su questo tema, a vari livelli istituzionali, comprese anche le circoscrizioni e, quindi, avviare anche a Torino un percorso simile a quello svoltosi a Palermo, un percorso che crediamo possa essere utile, in primis, a decostruire quegli scenari di paura e di pregiudizio che oggi dilagano e, insomma, una parte li abbiamo sentiti anche poc'anzi, dalle parole del Consigliere Rosso. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). VERSACI Fabio (Presidente) Consigliere Rosso, la invito a non intervenire fuori microfono. SGANGA Valentina D'altronde, dall'altro lato l'obiettivo è quello, appunto, di dare un segnale tangibile per il superamento della Bossi-Fini, la prospettiva, appunto, di un'abolizione del permesso di soggiorno, recepita dalla Carta di Palermo, è una proposta utopica, forse una provocazione, ma è una provocazione che serve per prendere consapevolezza della necessità di rivedere l'attuale normativa sull'immigrazione, introducendo nuove modalità per l'ingresso nel Paese e anche per il contrasto all'irregolarità. Tra queste, la mia forza politica ha più volte ribadito quanto sia necessaria, ad esempio, una procedura di esame più rapida delle domande di protezione, quanto serva una revisione completa dei canali ordinari di ingresso per lavoro, quanto sia inutile, oltre che ingiusto, il reato di immigrazione clandestina. Queste cose, Consigliere, sono nel nostro programma, e non cambieranno, anche se noi ci siamo proposti come forza di governo. Per questi motivi, appunto, riteniamo che il percorso proposto dalla Consigliera Artesio possa essere un valido spunto per dei momenti di riflessione condivisa sul fenomeno dell'immigrazione, che non può non vederci che partecipi. Grazie. VERSACI Fabio (Presidente) Se non ci sono altri interventi, lascio la parola all'Assessore Giusta, prego. GIUSTA Marco (Assessore) Mi permetto di intervenire nel dibattito, perché, da come mi hanno spiegato come funziona l'Amministrazione, l'Amministrazione parla per atti, per delibere, per iniziative che intraprende e la nostra Amministrazione, su questo tema si è espressa in maniera molto chiara, con la delibera sulle politiche per l'interculturalità e la partecipazione che è stata presentata qualche settimana fa, ha dato una linea che, in qualche maniera, assume l'indicazione che è stata detta dalle due Consigliere del Movimento prima, e che in qualche maniera avanza delle proposte nel solco del ragionamento della Carta di Palermo, la considerazione dell'immigrazione come un diritto della persona umana, la visione sul fatto che, in qualche maniera, mi permetto di criticare Bauman, rispetto al fatto che le immigrazioni ormai sono realtà a livello locale e che quindi le strategie, come si diceva prima, a livello globale e complessive, è vero che devono essere attuate, ma non possono essere attuate da un'Amministrazione, da un singolo comune. Quello che noi possiamo fare è provare a costruire un programma interculturale della città per non far diventare, appunto, le persone trasparenti, ma che in qualche maniera, per considerare anche i diritti che queste persone acquisiscono sul territorio. Mi permetto di sottolineare, anche perché sono delle notizie che ci hanno anche abbastanza fatto piacere, che Intercultural City ci ha chiesto di presentare questa delibera ad Amsterdam, nel prossimo convegno, sono state avviare anche delle interlocuzioni, con altri enti del territorio a livello anche nazionale, per definire come, in qualche maniera, queste azioni possono essere messe a fattor comune. Ma, ritorno e mi permetto di rispondere a questo ragionamento sul tema del capitalismo con una battuta, nel senso, quando effettivamente si parla, tra le varie persone su quelle che sono le motivazioni per cui le discriminazioni vengono attuate, le differenze a livello economico, a livello sociale, vengono continuare in questo mondo quindi si arriva a definire qual è il problema, il problema è il capitalismo, o il neo-liberalismo o tutte le forme economiche che, in qualche maniera, consentono, diciamo così, un damping a livello di diritti, a livello di possibilità, a livello di aspettativa di vita, a livello di situazione tra le diverse parti del mondo. Verissimo quello che citava la Capogruppo Artesio, tra la scelta tra partire o morire, la scelta rimane, comunque, quella di partire, perché questa è una scelta di vita che, in qualche maniera, per quanto non hai delle speranze e non hai delle consapevolezze forti, e su questo è vero che occorre creare anche una consapevolezza, una realtà rispetto a quello che determinano le rotte migratorie, ma andando anche a recuperare ad esempio quello che diceva il Presidente Boeri, dell'INPS, dei canali umanitari all'interno di queste rotte migratorie, che vadano anche a considerare il fatto che le competenze delle singole persone che partono, ormai, acquisiscono un valore universale e che, quindi, sul tema dell'Università, delle capacità progettuali, sulle e-skill sui migranti che acquisiscono le e-skill, ci sono ormai una serie di evidenze molto interessanti. Ma, mi permetto di fare un'ultima battuta e con questo chiudo, riprendendo, invece, una citazione di Bauman: quando noi vediamo fisicamente le persone migranti presenti sul nostro territorio, in realtà, loro fomentano la cosiddetta paura lontana, di vedere che quello che succede a loro, può essere che succeda anche a noi, quello che viviamo è esattamente una fortuna rispetto ad altre persone, di essere nate in altre condizioni, di essere cresciuti all'interno di altre condizioni, che però non sono scritte sulla pietra; in qualche modo possono cambiare, noi ci siamo stati per anni un popolo migratorio, che è andato altrove a cercare la propria fortuna e, soprattutto, a livello di migranti ambientali, che è un tema molto caro al Movimento 5 Stelle e che anche per me è davvero un'iniziativa fortissima, quando noi acquisiamo la consapevolezza che la raccolta differenziata che avviene su un territorio, in qualche maniera, aiuta un altro territorio a non essere inquinato e, quindi, a non produrre siccità, carestie, erosione del suolo e quant'altro se ne può aggiungere, in qualche maniera, ci rendiamo conto che siamo noi i responsabili diretti di una serie di comportamenti che incidono a livello dell'altra parte del globo e che, quindi, in qualche modo, questo esser completamente collegati, ci mette anche nella disponibilità di superare le paure, le ritrosie che abbiamo nei confronti, normalmente delle persone migranti e di riuscire, ad ottenere la consapevolezza di solidarietà e umanità che ci dovrebbe contraddistinguere. VERSACI Fabio (Presidente) Ha chiesto di intervenire l'Assessora Schellino, prego. SCHELLINO Sonia (Assessora) Grazie, io mi limito ad aggiungere a quello che ha detto l'Assessore Giusta che, ovviamente, condivido e mi limito ad aggiungere solo una battuta, fare riferimento ad atti che sono condivisi anche a livello nazionale ci aiuta a fare della programmazione su questi temi. Noi non possiamo limitarci solo ad andare ai funerali e dire quanto ci dispiace che qualcuno abbia perso la vita nel tentativo di cercare una vita più dignitosa, di cercare un modo per integrarsi, per superare le difficoltà che ha incontrato a casa sua. Va bene, va benissimo, ma pensare con un po' più di visione, visto che è un termine che piace molto qui, e lavorare sulla programmazione, facendo anche leva sullo Stato nazionale, o anche a livello di Unione Europea, non sarà certo il Comune a farlo, ma facciamo parte, comunque, di forze politiche che possono fare proposte di legge, possono fare sentire la propria voce in Europa. Aderire a dei movimenti, aderire a dei momenti di programmazione un po' più ampi, come possono essere quelle delle Carte di intenti, ci aiuta anche a lavorare in questo senso, per aiutare, per essere più vicini e per programmare il lavoro, la permanenza sui nostri territori di persone che arrivano dagli altri mondi. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie. Pongo in votazione la mozione, prego, Consiglieri, votate. Se tutti i Consiglieri hanno votato, dichiaro chiusa la votazione. Presenti 28, favorevoli 27, contrari 1, dichiaro la mozione approvata. |