Interventi |
MORANO Alberto La delibera proposta della Giunta, in discussine oggi, mi trova parzialmente d'accordo, per un duplice ordine di motivi, innanzitutto, la legge Madia, impone la semplificazione delle partecipate, incluse quelle del Comune di Torino e, in secondo luogo, è interesse della Città addivenire ad una struttura che consenta l'eventuale dismissione della partecipazione delle ritenute in IREN, con un'imputazione del ricavo alla Città, in modo più semplice. Ciò che mi impedisce, però, di votare in favore della delibera, e la bozza di patto parasociale, allegato alla delibera. Al riguardo, rilevo, innanzitutto, che la previsione di durata del patto parasociale fra FCT e FSU è fissata in 3 anni, a decorrere dalla data di sottoscrizione dello stesso, e prorogabile di altri 2. Si precisa, poi, che, qualora il atto parasociale, sottoscritto il 9 maggio 2016, da 65 soci IREN, rappresentanti, complessivamente, il 49,16% del capitale, e sono le azioni sindacate di IREN, non dovesse essere rinnovato alla scadenza del 9 magio, il patto parasociale fra FSU e FCT avrà una durata di 3 anni a decorrere dalla data di scadenza dell'attuale patto, tra soci IREN. Il patto parasociale, allegato alla bozza di delibera, prevede che in caso di mancato rinnovo del patto para-sociale generale, che vincola i 65 soci IREN, FSU e FCT nominino 11 su 13 consiglieri di amministrazione di IREN; quando oggi, FSU ha diritto a nominare direttamente solo 5 Consiglieri, e tre nominati dal sindacato. Senza entrare nel merito di una complessa disquisizione giuridica, e, da un lato, dato atto che l'ufficio legale del Comune non aveva dato un parere sull'impatto giuridico della delibera, e, dall'altro, non ci sono specifici precedenti in termini, nelle analisi che ha effettuato la CONSOB, in casi similari, pongo al Sindaco e all'Assessore, al Sindaco, peraltro, assente, come spesso accade, alcune semplici domande: è stato verificato con CONSOB, se la stipulazione, oggi, pendente l'altro atto para-sociale, del patto parasociale tra FCT e FSU, con una durata di 3 anni, quindi, con scadenza successiva al patto parasociale, non con figuri una violazione del disposto, di cui al 123 del Testo Unico, che detta un limite di durata di 3 anni, per i patto para-sociale, relativi alle società quotate in borsa? E ancora è stato verificato con CONSOB se la forma di questo patto parasociale configura, o meno, un'ipotesi di acquisto e di controllo congiunto, da altre di FCT e FSU, rilevanti ai fini delle norme OPA? Perché, se è chiaro, da un lato, che la Città di Torino e la Città di Genova continuano a detenere la stessa partecipazione in IREN, è, altresì, di tutta evidenza, che, a partire dalla data di efficacia della scissione, detta partecipazione non sarà più convogliata in un unico veicolo, ma farà capo a dei soggetti distinti, che decidono di mettersi d'accordo e che, insieme, sono in grado di nominare la Maggioranza dei Consiglieri di amministrazione, del collegio sindacale? E ancora, è stato verificato se gli altri aderenti al patto parasociale generale, sono d'accordo con i principi espressi nella bozza del patto para-sociale? Avete, per caso, richiesto un parere a un esperto di normativa OPA, che vi ha tranquillizzato, se non avete fatto la verifica con la CONSOB, sull'interpretazione delle norme in tema di acquisto del controllo per il tramite di un patto parasociale? Io, in merito, sottolineo che, in altre situazioni, complesse ed articolate, il Professor Piergaetano Marchetti, che oggi è il massimo esperto italiano in tema di normativa CONSOB; aveva ritenuto opportuno, con umiltà, nonostante abbia scritto molte delle regole che disciplinano questa materia, porre un quesito alla CONSOB; al fine di fugare ogni dubbio. Più modestamente, anche il sottoscritto aveva seguito un simile approccio, in un caso, in realtà sotto molti punto di vista assimilabile a questo, di modifica di un atto parasociale, che, originariamente vincolava 4 soci che, complessivamente, detenevano il 50% di un capitale di una società quotata in Borsa, allorquando, a seguito della vendita di azioni, da parte di uno di essi, erano stati modificati i criteri di nomina del Consiglio di Amministrazione. In conclusione, Signor Sindaco ed Assessori, quello che sarebbe opportuno evitare, è che alcuni piccoli comuni, o i fondi di investimento, si trovino serviti su un piatto d'argento la possibilità di monetizzate la loro partecipazione, per incompetenza e superficialità, da queste amministrazioni. Per questi motivi, non posso che votare contro la proposta di delibera, augurandomi, forse, che qualcuno sollevi il caso alla CONSOB, prima che voi sottoscriviate il patto parasociale, perché io temo, conoscendone molti di avvocati che lavano in questo campo, se verranno a conoscenza di questo operato, saranno i primi a indurre i fondi a cercare di trarre vantaggio da tutto ciò. |