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Estratto dal verbale della seduta di Mercoledì 4 Aprile 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 18
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2018-00840
"FSU S.R.L." - PROGETTO DI SCISSIONE PARZIALE NON PROPORZIONALE ASIMMETRICA CON BENEFICIARIA "FCT HOLDING S.P.A." - SUB PATTO COMUNI GENOVA E TORINO: APPROVAZIONE.
Interventi
VERSACI Fabio (Presidente)
Passerei al punto 5, perché la delibera su

"FSU S.r.l.' - Progetto di scissione parziale non proporzionale asimmetrica con
beneficiaria 'FCT Holding S.p.A.' - Sub patto Comuni Genova e Torino:
approvazione".

VERSACI Fabio (Presidente)
Lascio la parola all'Assessore Rolando, per l'illustrazione.

ROLANDO Sergio
Grazie buonasera. Allora, questa delibera si situa esattamente nel solco della delibera
già approvata precedentemente, che riguarda la riorganizzazione del partecipante,
prevede con gli allegati di supporto, il progetto di scissione parziale non proporzionale,
asimmetrica, con beneficiaria di questa operazione FCT Holding, che riceve, proprio per
questo, in modo asimmetrico e proporzionale, parte del patrimonio netto della società.
La parte residua, invece che rimane in FSU, diventa come unico azionista il Comune di
Genova. Il tema fondamentale di questa operazione di scissione è che non rientra in
operazioni configurabili come elusive, quindi, non comporta rischi di natura fiscale per
la Città, in modo indiretto. In secondo luogo, ci consente di avere, in capo FCT
Holding, sia il contenuto, nell'attivo, la parte di azioni spettanti a noi previo acquisto, da
parte di FSU, di un'azione per poter equilibrare il numero di azioni, in modo paritetico,
secondo, consente di avere, tra il passivo, parte del mutuo di Intesa San Paolo, acceso
nel tempo, l'anno scorso, a subentro di un'operazione, precedente, che c'era con un
altro mutuo e con il derivato, a condizioni, ovviamente, buone, perché il tasso di quel
mutuo è 1,60%. Poi ci sono altre piccole partite, tra cui un debito fiscale minimo.
Quindi, la scissione non ha effetti di questo genere, in più, conseguentemente
all'operazione di scissione, si è dovuto provvedere a modificare e mettere in atto le
modifiche per quanto riguarda quello che noi chiamiamo, oggi, il sub patto, che, mi
pare, è l'allegato 3. Questo ha delle conseguenze di natura formale, perché, nel sub
patto, non vi sono più il Comune di Torino e il Comune di Genova, ma ci sono FCT.
Holding e FSU S.r.l., quella che sarà, a quel tempo, quindi, non quella di oggi, in più, ci
sono delle piccole modifiche che riguardano l'articolo 3, che io non ricordo con
precisione, che, comunque, ricordano le regole previste nei rapporti tra FCT e FSU. Gli
altri allegati che sono riportai sono, se non ricordo male, la lettera che consente questa
nuova situazione di essere recepita dal patto IREN, quindi, anche qui c'è un'influenza
della scissione, e poi, il progetto di scissione con tutti gli allegati. Tra gli allegati c'è
l'ultimo Bilancio approvato, lo Statuto, ovviamente, e tutte le modifiche relative. Alla
fine di questa operazione, i tempi previsti sono di arrivare ad aver realizzata, dopo le
delibere che saranno fatte in FSU, di avere la scissione approvata, probabilmente, nel
mese di maggio. Genova ha già deliberato una ventina di giorni fa. Dopodiché, noi
rientreremo nel percorso già previsto, che riguardava poi le operatività sulle azioni, sia
nel sindacato di blocco, che quelle libere, grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie a lei. Prima di dare la parola al Capogruppo Morano, ci sono due emendamenti
che non sono stati accorpati, non so se li vuole tenere, quelli. Okay, grazie ne ha facoltà
per 10 minuti.

MORANO Alberto
La delibera proposta della Giunta, in discussine oggi, mi trova parzialmente d'accordo,
per un duplice ordine di motivi, innanzitutto, la legge Madia, impone la semplificazione
delle partecipate, incluse quelle del Comune di Torino e, in secondo luogo, è interesse
della Città addivenire ad una struttura che consenta l'eventuale dismissione della
partecipazione delle ritenute in IREN, con un'imputazione del ricavo alla Città, in modo
più semplice. Ciò che mi impedisce, però, di votare in favore della delibera, e la bozza
di patto parasociale, allegato alla delibera. Al riguardo, rilevo, innanzitutto, che la
previsione di durata del patto parasociale fra FCT e FSU è fissata in 3 anni, a decorrere
dalla data di sottoscrizione dello stesso, e prorogabile di altri 2. Si precisa, poi, che,
qualora il atto parasociale, sottoscritto il 9 maggio 2016, da 65 soci IREN,
rappresentanti, complessivamente, il 49,16% del capitale, e sono le azioni sindacate di
IREN, non dovesse essere rinnovato alla scadenza del 9 magio, il patto parasociale fra
FSU e FCT avrà una durata di 3 anni a decorrere dalla data di scadenza dell'attuale
patto, tra soci IREN. Il patto parasociale, allegato alla bozza di delibera, prevede che in
caso di mancato rinnovo del patto para-sociale generale, che vincola i 65 soci IREN,
FSU e FCT nominino 11 su 13 consiglieri di amministrazione di IREN; quando oggi,
FSU ha diritto a nominare direttamente solo 5 Consiglieri, e tre nominati dal sindacato.
Senza entrare nel merito di una complessa disquisizione giuridica, e, da un lato, dato
atto che l'ufficio legale del Comune non aveva dato un parere sull'impatto giuridico
della delibera, e, dall'altro, non ci sono specifici precedenti in termini, nelle analisi che
ha effettuato la CONSOB, in casi similari, pongo al Sindaco e all'Assessore, al Sindaco,
peraltro, assente, come spesso accade, alcune semplici domande: è stato verificato con
CONSOB, se la stipulazione, oggi, pendente l'altro atto para-sociale, del patto
parasociale tra FCT e FSU, con una durata di 3 anni, quindi, con scadenza successiva al
patto parasociale, non con figuri una violazione del disposto, di cui al 123 del Testo
Unico, che detta un limite di durata di 3 anni, per i patto para-sociale, relativi alle
società quotate in borsa? E ancora è stato verificato con CONSOB se la forma di questo
patto parasociale configura, o meno, un'ipotesi di acquisto e di controllo congiunto, da
altre di FCT e FSU, rilevanti ai fini delle norme OPA? Perché, se è chiaro, da un lato,
che la Città di Torino e la Città di Genova continuano a detenere la stessa
partecipazione in IREN, è, altresì, di tutta evidenza, che, a partire dalla data di efficacia
della scissione, detta partecipazione non sarà più convogliata in un unico veicolo, ma
farà capo a dei soggetti distinti, che decidono di mettersi d'accordo e che, insieme, sono
in grado di nominare la Maggioranza dei Consiglieri di amministrazione, del collegio
sindacale? E ancora, è stato verificato se gli altri aderenti al patto parasociale generale,
sono d'accordo con i principi espressi nella bozza del patto para-sociale? Avete, per
caso, richiesto un parere a un esperto di normativa OPA, che vi ha tranquillizzato, se
non avete fatto la verifica con la CONSOB, sull'interpretazione delle norme in tema di
acquisto del controllo per il tramite di un patto parasociale? Io, in merito, sottolineo che,
in altre situazioni, complesse ed articolate, il Professor Piergaetano Marchetti, che oggi
è il massimo esperto italiano in tema di normativa CONSOB; aveva ritenuto opportuno,
con umiltà, nonostante abbia scritto molte delle regole che disciplinano questa materia,
porre un quesito alla CONSOB; al fine di fugare ogni dubbio. Più modestamente, anche
il sottoscritto aveva seguito un simile approccio, in un caso, in realtà sotto molti punto
di vista assimilabile a questo, di modifica di un atto parasociale, che, originariamente
vincolava 4 soci che, complessivamente, detenevano il 50% di un capitale di una società
quotata in Borsa, allorquando, a seguito della vendita di azioni, da parte di uno di essi,
erano stati modificati i criteri di nomina del Consiglio di Amministrazione. In
conclusione, Signor Sindaco ed Assessori, quello che sarebbe opportuno evitare, è che
alcuni piccoli comuni, o i fondi di investimento, si trovino serviti su un piatto d'argento
la possibilità di monetizzate la loro partecipazione, per incompetenza e superficialità, da
queste amministrazioni. Per questi motivi, non posso che votare contro la proposta di
delibera, augurandomi, forse, che qualcuno sollevi il caso alla CONSOB, prima che voi
sottoscriviate il patto parasociale, perché io temo, conoscendone molti di avvocati che
lavano in questo campo, se verranno a conoscenza di questo operato, saranno i primi a
indurre i fondi a cercare di trarre vantaggio da tutto ciò.

VERSACI Fabio (Presidente)
Prima di procedere, ricordo che c'è anche una mozione di accompagnamento,
accompagnata dal Capogruppo Tresso, che, ovviamente, va discussa congiuntamente
alla delibera. Prego, Tresso, ne ha facoltà per 10 minuti.

TRESSO Francesco
Grazie Presidente, ma intervengo brevemente, per motivare e spiegare la mozione di
accompagnamento che ho presentato alla delibera che stiamo discutendo. Ora, nulla da
eccepire sulla necessità di provvedere a una riorganizzazione, ovvero, una
funzionalizzazione delle partecipate, così come ci ha ricordato il Capogruppo Morano,
anche la legge cosiddetta Madia, ci impone, e che, quindi, la normativa nazionale
chiama le amministrazioni comunali a fare. Peraltro, come è già stato richiamato nella
narrativa della delibera stessa, anche il Consiglio Comunale di Torino si era espresso,
precedentemente, nel 2015 su questa possibilità di alienazione di quote e, quindi, di
provvedere in questo senso. Quello che però mi preoccupa ed è questo il motivo per cui
ho presentato la mozione di accompagnamento, è la necessità di porre l'attenzione sul
fatto che non si rischi di depauperare il patrimonio della Città, patrimonio che è stato
consegnato, nei decenni, in si termini mobiliari, che immobiliari. Questo mi sembra un
tema che precorre, un attimo, quella che sarà, poi, la scissione che ci interesserà e che ci
vedrà coinvolti, dalla prossima settimana, dall'approvazione del Bilancio. Il fatto che il
debito esisteva e che, insieme ad un'azione di risanamento, dettata anche dal piano di
rientro, si operi, però, sul patrimonio, rende particolarmente urgente valutare che le
ricadute di queste alienazioni possano andare a intervenire sull'investimento, ma non a
finanziare la parte corrente, perché, altrimenti, si otterrebbe, poi, un duplice risultato e il
comitato disposto sarebbe quello di, parzialmente, risanare il debito, ma, sicuramente,
non risolverlo e lasciare, poi, una Città fortemente depauperizzata, sotto il profilo del
patrimonio e delle sue risorse. In sostanza, chiedo, nella parte di impegna della mia
proposta di mozione, che il Sindaco e la Giunta si adoperano per non utilizzare, in
qualche corrente, gli efficienti di FCT, generati dalle cessioni del quote IREN.
Aggiungo, per motivare meglio queste mie considerazioni, che, dal 2012, non è più
possibile utilizzare, il plusvalore, in parte corrente, delle parti di cessione di quote,
mentre prima era vincolato al rimborso quote capitale, per mutui, per esempio, ora non è
più possibile utilizzare questo plusvalore, che, ricordiamo, è, comunque, stato generato
da una cessione che era stata effettuata dalla Città, e che aveva, appunto, generato,
l'ultima volta che era stata ceduta la quota IREN, risale agli anni 2005, 2006, aveva
generato questo intervento, che ora frutta alla Città questi 20 milioni di euro, che sono
una plusvalenza economica da conversione e quindi, questa è un'eredità delle precedenti
giunte, che, comunque, secondo me e secondo quelli che sono i principi contabili, non
vanno utilizzati per la spesa corrente. Quando, in precedenza, la Città si è trovata anche
nell'esigenza di alienare delle quote, per esempio, quella che fu la quota delle
alienazioni di TRM, o di AMIAT, in effetti, queste furono convertite al 50% sul
risanamento e al 50% su nuovi investimenti, e questo fu un comportamento, a mio
modo di vedere, più corretto. Non vorrei, invece, che in questo caso, si giustificasse,
con le necessità del piano di rientro, che, tra l'altro, così come è stato impostato, è un
piano di rientro che taglia, diciamo, meno dell'incremento del fondo crediti di dubbia
esigibilità, quindi, in fondo, si sta niente facendo se non quello che tutte le
amministrazioni comunali sono chiamate a fare, secondo quelle che sono le normative
nazionali. Queste mie considerazioni, mi portano, appunto, a chiedervi di valutare la
mozione che ho presentato, in cui, sostanzialmente, ribadisco, anche alla luce della
recente espressione della Corte dei Conti, che hanno richiamato l'attenzione sul fatto
che queste dismissioni non devono costituire un mero depauperamento patrimoniale
della Città, per far fronte alla spesa corrente, ma siamo, piuttosto, oggetto di
investimenti e di effettiva riduzione del debito. Auspico, quindi, che ci sia una
responsabile valutazione, anche da parte della Maggioranza, di quanto io chiamo la
Giunta ad impegnarsi sul tema della mozione proposta e chiedo, quindi, di votare
favorevolmente, grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie a lei. Nessuno vuole intervenire? L'Assessore Rolando vuole rispondere? Se
vuole intervenire? Consigliere Fornari, prego.

FORNARI Antonio
Sì, grazie Presidente, solo per comunicare il voto contrario alla mozione di
accompagnamento del Consigliere Tresso, per un motivo duplice, uno, perché questa
delibera riguarda una scissione di FSU e che, quindi, questa mozione riguarda, invece,
più il Bilancio del Comune di Torino, quindi, non è questa, sicuramente, la sede di
discussione. Ci aspettiamo, magari, dal Consigliere che ha proposto questa mozione,
degli emendamenti sul Bilancio che possano permettere, magari, al Comune di trovare
una trentina di milioni per raggiungere l'equilibrio di Bilancio, che la futura operazione
di cessione di IREN ci permette, comunque, di fare. Quindi, un eventuale emendamento
che aiuta la Città a trovare, in breve tempo, quei 30 milioni che la cessione di IREN al
Comune riesce ad ottenere, sicuramente, sarà valutato e verrà accolto con piacere, ma,
in questa sede, sinceramente, non mi sembra il caso di votare una mozione del genere,
che vincola la Città a non raggiungere l'equilibrio nella parte corrente dei conti, che è
fondamentale, ovviamente, per chiudere un Bilancio.
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