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Estratto dal verbale della seduta di Mercoledì 4 Aprile 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 13
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2017-03392
APPROVAZIONE REGOLAMENTO DELLE AREE DI SOSTA ATTREZZATE PER ROM E SINTI.
Interventi
ARTESIO Eleonora
Il quadro, nel quale stiamo discutendo questo Regolamento, è sicuramente condizionato
dal fatto che interveniamo su una procedura, su una serie di articoli senza avere ancora
il senso complessivo dell'intervento che l'Amministrazione vuole realizzare attraverso
il Progetto Speciale Campi Nomadi, perché un conto è giudicare irrilevante o
impraticabile un elenco di azioni previste da un regolamento non conoscendo il quadro
nel quale queste azioni si stanno collocando nel tempo e nei modi, altro conto sarebbe
stato giudicare una sequenza di articoli, magari non particolarmente innovativi, ma
conoscendo dei processi che nel frattempo sono stati avviati rispetto ai quali gli articoli
possono essere credibili o meno. Questa mi pare la critica più sostanziale al
Regolamento che noi stiamo discutendo e oltre ad essere una critica incomincia, o
dovrebbe cominciare, ad essere una preoccupazione soprattutto per il governo della
Città e la maggioranza, perché il 15 di febbraio del 2018 l'Ufficio Stampa del nostro
Comune riportava l'adozione da parte della Giunta del Progetto Speciale Campo
Nomadi e ne delineava due sostanziali fasi, una fase, quella del 2018, legata al
perseguimento della legalità, una seconda fase, quella del 2019, legata all'inclusione
sociale. Francamente non riesco a disgiungere né concettualmente, né operativamente le
due fasi, ma poiché il vostro comunicato stampa le disgiunge, vi segnalo che siamo ad
aprile del 2018 e che anche per quello che riguarda la questione di attuazione della
prima fase, quello che abbiamo conosciuto soprattutto a mezzo stampa sono alcune
successive iniziative relativamente alla rimozione di rifiuti accumulati lungo le aree
perimetrali e qualche accenno a mezza voce da parte del Comandante della Polizia
Municipale ieri nelle due Commissioni congiunte sul fatto che sarebbero in corso delle
procedure di valutazione nella condizione economica degli attuali residenti negli attuali
campi. Quindi, in questo quadro, in cui la valutazione è per forza di cose ricondotta a
quanto è scritto nel Regolamento, cioè alle sterili norme e previsioni di un
Regolamento, non possiamo che trovarci in una condizione di insufficienza rispetto alle
aspettative che erano state sollevate, anche perché siamo passati dall'annuncio di un
progetto speciale e di una figura interna all'Amministrazione come prevedono i
Regolamenti dei Progetti speciali col ruolo di direzione e di coordinamento delle
strutture tecniche, nonché con una figura di accompagnamento, il cosiddetto project
manager, all'annuncio, nell'ultima Commissione che si è tenuta sul tema, di un bando di
evidenza pubblica che avrebbe cercato un'agenzia che avrebbe dovuto operare su più
leve del programma del Progetto Speciale e anche individuare chi se ne sarebbe
occupato. Quindi, come dire, la situazione non conforta nel dare un giudizio rispetto a
questo Regolamento, ma poiché l'unico atto su cui siamo per ora chiamati ad esprimerci
io su questo svolgerò tre osservazioni; la prima: lo stile; è vero, lo diceva già il
Consigliere Magliano, anche io, nei momenti in cui abbiamo ragionato all'avvio di
quest'Amministrazione sulle parti del programma di mandato che riguardavano questa
tematica, avevo sentito affermare, con una certa baldanza da parte dei Consiglieri 5
Stelle nella specie del Consigliere Unia, che probabilmente i fallimenti, così venivano
giudicati, delle Amministrazioni precedenti erano da ricondursi al mancato
coinvolgimento dei soggetti protagonisti e quindi alla possibilità di responsabilizzare le
diverse organizzazioni familiari che abitano nei campi, tant'è che lo stesso comunicato
stampa di cui parlo dice: "Partendo dall'analisi dei risultati ottenuti con i precedenti
progetti di inclusione, che negli ultimi anni hanno coinvolto circa 250 nuclei e un
migliaio di persone, si avvierà, tenendo conto delle esperienze passate, la fase della
coprogettazione partecipata; è previsto che portino contributi ed idee anche le comunità
rom, sinti, camminanti e i cittadini delle Circoscrizioni interessate per individuare e
sperimentare nuove modalità di insediamento, naturalmente diversi dai campi sosta e
trovare fondi per renderli concretamente realizzabili". Ora se di tutto l'impianto l'unico
momento pubblico noto è il Regolamento, la domanda, alla luce della progettazione
partecipata è: quali coinvolgimenti e progettazioni partecipate sono avvenute sul
Regolamento? Non mi pare ne siano avvenute moltissime, tant'è che si riconduce il
tema del Regolamento al fatto che esso sia una rivisitazione per renderlo coerente con le
misure trasversali del progetto speciale del Regolamento in vigore dal 2004. E quindi,
vengo al Regolamento in vigore dal 2004, sul quale io mi ero espressa criticamente
come Presidente di una Circoscrizione, come portavoce dei Presidenti di Circoscrizioni
e mi soffermo, nel mio giudizio, su due articoli: l'articolo 4 e l'articolo 5. L'articolo 4,
le forme di rappresentanza non sono diverse da quelle che erano previste
precedentemente, in questo modo direi un po' di basso profilo rispetto a chi voleva la
progettazione partecipata; oltre a questo va riconosciuto che i tempi sono cambiati
anche nelle relazioni interne al campo e che i delicati profili di eventuale impossibilità
di prendere parola da parte di condizioni particolarmente fragili, quali ad esempio quelle
femminili, dovrebbe essere una preoccupazione di coloro che vogliono agire sulla
mediazione nei rapporti con chi abita il campo e vogliono farlo per innalzare il livello di
qualità della convivenza interna, ma gli elementi di contraddizione che io ritrovo
maggiormente, riguardano l'articolo 5, al punto 7 e al punto 9, l'ho già detto nella
Commissione Consiliare che ha istruito la discussione. Allora, in casi come questi, cioè
ogni qualvolta si agisce verso una logica di inclusione, in tempi passati si adottavano
principi di discriminazione positiva, cioè si era consapevoli di fare di più di quanto nella
media venisse fatto per ottenere un vantaggio che alla fine avrebbe arrecato benessere
collettivo proprio dal miglioramento delle condizioni di quelle persone. Ora, parlare di
cosiddetta discriminazione positiva, specie se applicata a questo argomento, è diventato
blasfemo e non lo farò, però almeno evitiamo le discriminazioni punto e basta senza
attributi e ci sono le discriminazioni in questo articolato, perché se io posso concordare
sul punto 7, che riguarda l'accertamento patrimoniale ai sensi dell'ISEE delle famiglie,
del capofamiglia richiedente che abitano negli attuali campi, perché mi rendo conto che
ad esempio quando formuliamo le graduatorie di accesso all'Edilizia Residenziale
Pubblica o la condizione di emergenza abitativa non viene considerato come persona
alla quale possa essere attribuita la possibilità di accedere chi ha altri patrimoni
immobiliari e quindi stiamo trattando le persone dei campi come trattiamo le persone
che abitano ad esempio nell'Edilizia Pubblica, o che si affacciano ad una domanda di
Edilizia Pubblica, io questo lo vedo come un elemento comprensibile, ma se al comma
9 dell'articolo 5 dichiarate che non possono risiedere nei campi le persone che hanno
sentenze penali e che dalla conclusione del percorso giudiziario per poter rifare
domanda di residenza devono essere trascorsi cinque anni, questa è una discriminazione
esplicita, perché immaginatevi se ad esempio un ufficio pubblico, come quello di
Locare, di fronte alla domanda di una persona che ha concluso un procedimento penale
e ha scontato la sua pena dicesse: "No, io non costruisco l'incontro tra un eventuale
proprietario interessato a concedere un contratto di locazione e questo nucleo perché in
quel nucleo c'è una persona che ha scontato una sentenza penale", ma provate a
chiedere al Garante delle persone private della libertà se ritiene che sia condivisibile una
posizione che sottrae l'abitazione, la possibilità di abitare a chi si trova in quelle
condizioni, quando il Garante e tutti i Garanti del mondo ci intrattengono una volta
l'anno con le loro relazioni annuali per dirci quanto è interessante e utile, per evitare le
recidive, avere almeno garanzie minime come quella della casa e dell'avviamento al
lavoro. Allora, io ve lo dico questo, anche se dicendolo in Commissione ovviamente,
come dire, mi sono sentita riprendere e riprendere a un eufemismo dai comitati presenti
che erano stati invitati a partecipare, ve lo dico anche pubblicamente, perché questa è
un'illusione che vi auto somministrate e che somministrate alle varie organizzazioni a
cui andrete a raccontare il Regolamento, perché un avvocato, interpellato da uno dei
soggetti potenzialmente esclusi o espulsi, vi avvia un procedimento, lo vince e quindi
voi fate esattamente una promessa/proposta che non saprete mantenere e questo è
pericolosissimo su un tema come questo. Questo come contributo di merito, dopodiché
devo dire che non è vero che non c'è una novità, una novità c'è...

ARTESIO Eleonora
Ho finito, che questa Giunta ha l'obbligo, ai sensi delle indicazioni e delle Commissioni
Europee, di realizzare questi obbiettivi entro il 2020 ed è questo che vorremmo vedere.

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