Interventi |
TISI Elide Sì, grazie, Presidente. Io ho avuto già occasione nella Commissione che è stata fatta nel merito di questo regolamento, rivisitazione di regolamento come lo definisce l'Assessora Schellino, di rappresentare alcune preoccupazioni e anche alcune sottolineature. Intanto io credo che sia importante ricordare a questo Consiglio che questo dei regolamenti per le aree autorizzate è un tema antico in questa Città. Il primo regolamento risale al 1991 nato proprio con la necessità di dare un quadro organizzato a quelle che erano le aree autorizzate, l'ultimo come è stato già ricordato è del 2004, perché sottolineo questo aspetto dell'autorizzazione? Perché le aree autorizzate della Città e quindi oggetto di questo regolamento sono sostanzialmente quattro: strada Aeroporto, che è anche credo la prima autorizzata in ordine di tempo; due campi: Sangone e Le Rose di sinti piemontesi che sono cittadini italiani a pieno titolo e una piccolissima parte di Germagnano. Questa sottolineatura la voglio fare perché io credo che il messaggio che, almeno in alcune occasioni, è stato trasmesso è che attraverso un regolamento si possa risolvere il problema dei campi rom, non è così e credo che occorra anche, diciamo, per trasparenza ribadirlo; si tratta semplicemente di rivedere alcune modalità regolamentari, che peraltro in gran parte erano già preesistenti nel regolamento del 2004, in piccolissime parti, che interessano solo una piccola parte del più ampio problema dei campi rom. Allora, è chiaro che l'aspettativa, io credo, della Città, anche con il rimando che è stato fatto ad un progetto speciale che viene..., che diventa parte integrante di questo regolamento. Io però su questo vorrei far notare che ci sono due aspetti di questo regolamento che cambiano sostanzialmente rispetto a quello precedente, che ci sono alcuni rimandi, uno è questo alla stesura di un piano, di un progetto speciale rom, l'altro è alla definizione della Commissione che sarà deputata alla designazione e all'individuazione dei beneficiari che viene demandata ad atti di Giunta, quindi in qualche modo il Consiglio Comunale fa un po' un passo indietro da questo punto di vista. È chiaro che l'individuazione di nomi e cognomi di Commissioni è un atto di Giunta, ma credo che sarebbe stato opportuno che, quantomeno, come figure interne all'Amministrazione come ruoli ci potesse essere anche, come dire, un atto che veniva dal Consiglio Comunale perché è molto diverso avere una Commissione presieduta, faccio un esempio, da una persona che in qualche modo rappresenta dei percorsi più di inclusione sociale da, invece, delle figure che rappresentano un'applicazione di elementi di ordine pubblico. Io credo che questa sia una scelta politica che con questo regolamento demandiamo a degli atti di Giunta. La stessa cosa vale per il progetto speciale. Noi abbiamo atteso a portare in Consiglio la modifica di regolamento, nuovo regolamento se vogliamo così definirlo, perché si attendeva di avere il progetto speciale. Ora è altrettanto evidente che, dal mio punto di vista, un progetto speciale deve avere delle caratteristiche che devono durare nel tempo ed è altrettanto evidente che oggi c'è potenzialmente la possibilità che la Giunta decida di rivederlo anche in tempi molti ristretti e molto rapidi. Perché è importante un progetto speciale? Perché deve avere un ampio respiro e soprattutto a mio parere deve guardare non soltanto a quello che è la verifica regolamentare dei campi autorizzati, ma anche a quello che invece è stato definito anche da componenti di Maggioranza, il più complessivo generale tema del superamento dei campi rom. Ci sono alcuni altri aspetti che io vorrei sottolineare e che non ho ritrovato né nel regolamento, né nel progetto speciale. Ne cito due in modo particolare, io credo che non ci sono degli elementi, e ce l'ha confermato anche ieri in Commissione il comandante della Polizia Municipale, che ci dicano esattamente come le regole potranno essere applicate perché naturalmente questo è un punto di criticità che è sempre stato presente, ma che credo vada risottolineato perché le regole, se non ci sono gli strumenti per farle rispettare, ovviamente, diventano delle non regole e l'altro elemento è come e se si pensa nell'affrontare questo tema di trattare, come dire, l'eventuale decadenza di requisiti delle famiglie che abitano all'interno del campo e quale può essere il loro destino e la loro sorte, su questo non ci sono elementi. Come pure io credo che sia stata un po' persa un'occasione perché tra il regolamento del 2004 ad oggi sono successe molte cose nella nostra Città da questo punto di vista, tra queste c'è stata una delibera di iniziativa popolare, che io credo anche la Sindaca Appendino ricordi bene, perché aveva visto la sottoscrizione se non sbaglio di 3.000 cittadini che l'avevano presentata, che aveva richiamato anche non solo la necessità su queste tematiche di agire sotto due direttrici: solidarietà e regole, ma anche sottolineando l'importanza della partecipazione, non soltanto interassessorile, ma anche della partecipazione di cittadini organizzati o di quelle formazioni che da molti anni si occupano di questi temi. Ecco, io credo che forse si sarebbe dovuto coinvolgerle di più nella scrittura di un regolamento che vuole rivisitare delle condizioni, perché certamente c'è tanta storia in questa Città pur nelle fatiche e nelle difficoltà di affrontare un tema così complesso e difficile, ma c'è anche tanta competenza non solo dentro l'Amministrazione, ma anche al di fuori. È stato, anche in passato, costituito un osservatorio permanente che non è mai stato revocato e che, quindi, credo possa costituire ancora oggi una risorsa, ma che non ha visto un coinvolgimento, come pure a mio parere, è stato scarso, il coinvolgimento delle Circoscrizioni, soprattutto quelle Circoscrizioni nelle quali sono presenti i campi rom. Quindi, io credo che, senza voler sminuire o negare la complessità di questo problema, io penso che si sarebbe potuto in una fase di questo tipo, di riscrittura di un regolamento allargare il livello di coinvolgimento, tener maggiormente in conto le problematiche che in parte si sono già presentate in passato e soprattutto all'interno di un progetto speciale provare a tracciare o a ribadire la necessità di trovare degli strumenti anche economici - in questo ha ragione la Capogruppo Montalbano - anche economici, da ricercare per coniugare appunto solidarietà e rigore come era già stato tracciato proprio dalla delibera di iniziativa popolare. |