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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 19 Marzo 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 21
MOZIONE 2017-05378
"GIOCHI OLIMPICI INVERNALI 2026, CANDIDATURA DI TORINO" PRESENTATA IN DATA 27 NOVEMBRE 2017 - PRIMO FIRMATARIO CARRETTA. [Testo coordinato]
Interventi
ARTESIO Eleonora
La mozione di cui stiamo discutendo è stata depositata il 27 di novembre ed è stata
assegnata alle Commissioni il 4 dicembre; da quel momento nessuna Commissione si è
convocata sull’oggetto di questa mozione. La Presidenza di ogni Commissione in
questo Consiglio è della Maggioranza, del Movimento 5 Stelle, la responsabilità di non
aver consentito di discutere i contenuti e i dubbi insiti in quella mozione, è tutta in capo
alla Maggioranza, e, quindi, arriviamo a discuterne oggi, non soltanto con una
manifestazione di interesse già adottata, ma nell’impossibilità di discutere gli argomenti
che avrebbero potuto motivarla o disincentivarla. Poiché subisco la decisione della
Conferenza dei Capigruppo, assunta a Maggioranza, di rispettare il limite temporale da
Regolamento e, quindi, posso intervenire per cinque minuti soltanto, non potrò che
elencare, per titoli, gli argomenti di cui avrei voluto discutere nei tre mesi, che ho
ricordato, e anche nel testo di questa mozione, sulla quale avevo presentato
emendamenti di merito, ma che nella modifica introdotta in data odierna, non mi sarò
possibile illustrare e, quindi, per titoli, citerò quegli argomenti che mi sarebbero
sembrati dirimenti. Il primo argomento: la sostenibilità ambientale. Giustamente, in
un’intervista, il Sindaco Castellani ricordava che la Città di Torino, nell’edizione 2006,
ha ottenuto riconoscimento per aver rispettato, per quello che riguarda le emissioni, il
Protocollo di Kyoto. Vancouver ha fatto meglio, nel senso che ha, anche, diminuito il
livello di emissioni, rispetto a quello di Torino. Ma noi possiamo ragionare in termini di
compatibilità ambientale sulla base di un determinante, o pensando che basti una
modifica in termini di risparmio energetico di un manufatto, per dire che le Olimpiadi
saranno verdi come l’ambiente? Credo che occorrerebbe un piano strategico di maggior
periodo, quindi, di valutazione temporale più ampia, e anche di maggiore larghezza dal
punto di vista della veduta sul territorio che potrà essere coinvolto. Quindi, il tema mi
sembra essere - accanto al rispetto della prescrizioni ambientali - possono le valli alpine
ritenere desiderabile, tollerabile, compatibile, sostenibile, un’edizione delle Olimpiadi?
Questa domanda resta aperta. Altre parti delle valli alpine hanno già determinato la loro
risposta; ricordo le prese di posizione del Tirolo austriaco, dei cantoni svizzeri, che sono
state prese di posizione negative. Quindi, il tema, senza volerlo esaminare in modo
aprioristico, tanto meno, ideologico - che è bestemmia - il tema avrebbe dovuto trovare
alcuni riscontri almeno su questi aspetti. Vengo all’altra questione, la sostenibilità
economica. Esiste uno studio di lungo periodo, che dimostri che, accanto al dato,
innegabilmente positivo del periodo del durante e dell’immediato dopo, produca, nel
tempo, la conservazione di benefici economici? Oppure si rischia di cadere in quella che
viene chiamata la maledizione del vincitore, per la quale maledizione del vincitore
perdurano i costi nel tempo, senza aver discusso prima le eventuali compartecipazioni e
vantaggi? Oggi leggo sui giornali che, per la prima volta, ci sarà una compartecipazione
economica del CIO, ma io sapevo che i proventi derivanti dalle sponsorizzazioni, dai
diritti televisivi, vanno tutti in capo al CIO e non conosco quali saranno, invece, gli
interventi di compartecipazione che saranno garantiti. Quindi, esiste un grandissimo
tema di approfondimento del dibattito, proprio per rendere questa scelta non una scelta
ideologica: sì, sì, no, no, ma una scelta fondata su dei dati di evidenza. Ci è stata negata
dalla Maggioranza questo approfondimento, ci è negato dal clima, col quale discutiamo
oggi, la manifestazione di interesse di poter ragionare nelle questioni di merito e,
quindi, a noi tocca, nella presa d’atto di quanto è già successo, semplicemente,
augurarci che, non quello che dichiaro io, ma quello che dichiara un rappresentante del
CIO, per il caso di Torino sia una città che si avvantaggia dei giochi, e non i giochi che
si avvantaggiano di una città. Però, per parlare di città, di vantaggi attesi, di speranze e
di sogni rincorsi, di eventuali delusioni con cui misurarsi, bisognerà fare alcune cose, di
qui alla costruzione delle candidature, gennaio, di qui alla presentazione della
candidatura, marzo-aprile, se non mi sbaglio e, nel fare queste cose, ad esempio, provare
a rispondere ai banali interrogativi che ho cercato di proporre al Consiglio; magari
sarebbe bene non farlo in splendida solitudine nell’ufficio del Sindaco, della Sindaca
della Città Metropolitana, non in splendida dialettica della Maggioranza di questo
Consiglio, ma, magari, coinvolgendo la cittadinanza. E, quindi, conservo un
emendamento sull’ultimo punto della mozione del Partito Democratico, che parla,
appunto, della consultazione popolare.

ARTESIO Eleonora
Bene, nella discussione che si è svolta fino a questo momento, oltre al fatto di aver
acquisito la necessità di approfondire e confrontare condizioni che io, comunque,
ritengo che, se sviluppate nelle Commissioni dedicate precedentemente avrebbero
consentito, anche oggi, in questo Consiglio, un altro tenore del dibattito, ho però
ascoltato degli argomenti che mi sembrano molto convincenti, cioè, è stato detto che
esiste una questione di valutazione della sostenibilità e delle compatibilità, ma esiste
anche la necessità di rappresentare un’aspettativa, un’attesa, un orgoglio, una volontà
della nostra comunità e in modo particolare ho sentito molto colleghi fare questo tipo di
dichiarazioni, tutta la Città glielo chiede, alla Sindaca, al Comune, al Consiglio
Comunale, quindi dobbiamo fare uno scatto di orgoglio per produrre tutta quella
convergenza di interessi e di volontà che rafforzi la candidatura. È stato detto che
bisogna portare a vincere la Città e, con la Città, far vincere tutti i torinesi. La
candidatura sarà vincente se avrà il supporto di tutta la Città e, quindi, non soltanto di
coloro che si sono espressi, perché capaci di rappresentare valutazioni economiche, di
interessi, di competenze, di professionalità, bisogna prendersi cura della nostra
comunità, anzitutto ascoltandola e andare alla candidatura tutti insieme. Benissimo,
l’emendamento che propongo è esattamente quello del coinvolgimento della comunità.
Quindi, poiché nella tempistica che ci è stata ricordata dalla Sindaca, nella fase,
nell’intervallo tra la manifestazione di interesse e la candidatura, marzo 2019... no,
scusate, gennaio 2019, e poi aprile 2019, in questo tempo noi abbiamo tutta la
possibilità, oltre che fare le valutazioni che ci venivano ricordate, su cui si prendeva un
impegno, anche di condurre la valutazione sul pathos della comunità, rispetto a questa
candidatura, cioè quanto la Città concorra, condivida, sosterrà, si sentirà parte, dal
volontariato civico a tutte le altre manifestazioni di interesse. E, quindi, io propongo,
con questo emendamento che, rispettosamente anche al Regolamento del Consiglio
Comunale e dello Statuto, ci si avvii su un referendum, consultivo o propositivo,
dipende dalla modalità con cui il quesito verrà posto, che può essere indetto, a norma di
Regolamento, in due intervalli: l’uno tra il 15 aprile e il 15 giugno, l’altro tra il 1°
ottobre e il 30 novembre. Direi che il secondo è esattamente proprio, a quanto noi
vorremmo e potremmo fare, per costruire in maniera comprensibile, gli elementi della
candidatura e su questo chiamare la nostra comunità a pronunciarsi perché,
effettivamente, questo percorso sia veramente vissuto da tutta la città. Sono sicura che il
Consiglio converrà.

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