Interventi |
ARTESIO Eleonora La mozione di cui stiamo discutendo è stata depositata il 27 di novembre ed è stata assegnata alle Commissioni il 4 dicembre; da quel momento nessuna Commissione si è convocata sull’oggetto di questa mozione. La Presidenza di ogni Commissione in questo Consiglio è della Maggioranza, del Movimento 5 Stelle, la responsabilità di non aver consentito di discutere i contenuti e i dubbi insiti in quella mozione, è tutta in capo alla Maggioranza, e, quindi, arriviamo a discuterne oggi, non soltanto con una manifestazione di interesse già adottata, ma nell’impossibilità di discutere gli argomenti che avrebbero potuto motivarla o disincentivarla. Poiché subisco la decisione della Conferenza dei Capigruppo, assunta a Maggioranza, di rispettare il limite temporale da Regolamento e, quindi, posso intervenire per cinque minuti soltanto, non potrò che elencare, per titoli, gli argomenti di cui avrei voluto discutere nei tre mesi, che ho ricordato, e anche nel testo di questa mozione, sulla quale avevo presentato emendamenti di merito, ma che nella modifica introdotta in data odierna, non mi sarò possibile illustrare e, quindi, per titoli, citerò quegli argomenti che mi sarebbero sembrati dirimenti. Il primo argomento: la sostenibilità ambientale. Giustamente, in un’intervista, il Sindaco Castellani ricordava che la Città di Torino, nell’edizione 2006, ha ottenuto riconoscimento per aver rispettato, per quello che riguarda le emissioni, il Protocollo di Kyoto. Vancouver ha fatto meglio, nel senso che ha, anche, diminuito il livello di emissioni, rispetto a quello di Torino. Ma noi possiamo ragionare in termini di compatibilità ambientale sulla base di un determinante, o pensando che basti una modifica in termini di risparmio energetico di un manufatto, per dire che le Olimpiadi saranno verdi come l’ambiente? Credo che occorrerebbe un piano strategico di maggior periodo, quindi, di valutazione temporale più ampia, e anche di maggiore larghezza dal punto di vista della veduta sul territorio che potrà essere coinvolto. Quindi, il tema mi sembra essere - accanto al rispetto della prescrizioni ambientali - possono le valli alpine ritenere desiderabile, tollerabile, compatibile, sostenibile, un’edizione delle Olimpiadi? Questa domanda resta aperta. Altre parti delle valli alpine hanno già determinato la loro risposta; ricordo le prese di posizione del Tirolo austriaco, dei cantoni svizzeri, che sono state prese di posizione negative. Quindi, il tema, senza volerlo esaminare in modo aprioristico, tanto meno, ideologico - che è bestemmia - il tema avrebbe dovuto trovare alcuni riscontri almeno su questi aspetti. Vengo all’altra questione, la sostenibilità economica. Esiste uno studio di lungo periodo, che dimostri che, accanto al dato, innegabilmente positivo del periodo del durante e dell’immediato dopo, produca, nel tempo, la conservazione di benefici economici? Oppure si rischia di cadere in quella che viene chiamata la maledizione del vincitore, per la quale maledizione del vincitore perdurano i costi nel tempo, senza aver discusso prima le eventuali compartecipazioni e vantaggi? Oggi leggo sui giornali che, per la prima volta, ci sarà una compartecipazione economica del CIO, ma io sapevo che i proventi derivanti dalle sponsorizzazioni, dai diritti televisivi, vanno tutti in capo al CIO e non conosco quali saranno, invece, gli interventi di compartecipazione che saranno garantiti. Quindi, esiste un grandissimo tema di approfondimento del dibattito, proprio per rendere questa scelta non una scelta ideologica: sì, sì, no, no, ma una scelta fondata su dei dati di evidenza. Ci è stata negata dalla Maggioranza questo approfondimento, ci è negato dal clima, col quale discutiamo oggi, la manifestazione di interesse di poter ragionare nelle questioni di merito e, quindi, a noi tocca, nella presa d’atto di quanto è già successo, semplicemente, augurarci che, non quello che dichiaro io, ma quello che dichiara un rappresentante del CIO, per il caso di Torino sia una città che si avvantaggia dei giochi, e non i giochi che si avvantaggiano di una città. Però, per parlare di città, di vantaggi attesi, di speranze e di sogni rincorsi, di eventuali delusioni con cui misurarsi, bisognerà fare alcune cose, di qui alla costruzione delle candidature, gennaio, di qui alla presentazione della candidatura, marzo-aprile, se non mi sbaglio e, nel fare queste cose, ad esempio, provare a rispondere ai banali interrogativi che ho cercato di proporre al Consiglio; magari sarebbe bene non farlo in splendida solitudine nell’ufficio del Sindaco, della Sindaca della Città Metropolitana, non in splendida dialettica della Maggioranza di questo Consiglio, ma, magari, coinvolgendo la cittadinanza. E, quindi, conservo un emendamento sull’ultimo punto della mozione del Partito Democratico, che parla, appunto, della consultazione popolare. ARTESIO Eleonora Bene, nella discussione che si è svolta fino a questo momento, oltre al fatto di aver acquisito la necessità di approfondire e confrontare condizioni che io, comunque, ritengo che, se sviluppate nelle Commissioni dedicate precedentemente avrebbero consentito, anche oggi, in questo Consiglio, un altro tenore del dibattito, ho però ascoltato degli argomenti che mi sembrano molto convincenti, cioè, è stato detto che esiste una questione di valutazione della sostenibilità e delle compatibilità, ma esiste anche la necessità di rappresentare un’aspettativa, un’attesa, un orgoglio, una volontà della nostra comunità e in modo particolare ho sentito molto colleghi fare questo tipo di dichiarazioni, tutta la Città glielo chiede, alla Sindaca, al Comune, al Consiglio Comunale, quindi dobbiamo fare uno scatto di orgoglio per produrre tutta quella convergenza di interessi e di volontà che rafforzi la candidatura. È stato detto che bisogna portare a vincere la Città e, con la Città, far vincere tutti i torinesi. La candidatura sarà vincente se avrà il supporto di tutta la Città e, quindi, non soltanto di coloro che si sono espressi, perché capaci di rappresentare valutazioni economiche, di interessi, di competenze, di professionalità, bisogna prendersi cura della nostra comunità, anzitutto ascoltandola e andare alla candidatura tutti insieme. Benissimo, l’emendamento che propongo è esattamente quello del coinvolgimento della comunità. Quindi, poiché nella tempistica che ci è stata ricordata dalla Sindaca, nella fase, nell’intervallo tra la manifestazione di interesse e la candidatura, marzo 2019... no, scusate, gennaio 2019, e poi aprile 2019, in questo tempo noi abbiamo tutta la possibilità, oltre che fare le valutazioni che ci venivano ricordate, su cui si prendeva un impegno, anche di condurre la valutazione sul pathos della comunità, rispetto a questa candidatura, cioè quanto la Città concorra, condivida, sosterrà, si sentirà parte, dal volontariato civico a tutte le altre manifestazioni di interesse. E, quindi, io propongo, con questo emendamento che, rispettosamente anche al Regolamento del Consiglio Comunale e dello Statuto, ci si avvii su un referendum, consultivo o propositivo, dipende dalla modalità con cui il quesito verrà posto, che può essere indetto, a norma di Regolamento, in due intervalli: l’uno tra il 15 aprile e il 15 giugno, l’altro tra il 1° ottobre e il 30 novembre. Direi che il secondo è esattamente proprio, a quanto noi vorremmo e potremmo fare, per costruire in maniera comprensibile, gli elementi della candidatura e su questo chiamare la nostra comunità a pronunciarsi perché, effettivamente, questo percorso sia veramente vissuto da tutta la città. Sono sicura che il Consiglio converrà. |