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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 19 Marzo 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 21
MOZIONE 2017-05378
"GIOCHI OLIMPICI INVERNALI 2026, CANDIDATURA DI TORINO" PRESENTATA IN DATA 27 NOVEMBRE 2017 - PRIMO FIRMATARIO CARRETTA. [Testo coordinato]
Interventi
MONTALBANO Deborah
Grazie Presidente. Con rispetto per tutti, che pesantore! Però, a parte che non ho mai
visto tutte le forze politiche così unite davanti a una possibile proposta del Movimento 5
Stelle, cioè, pensate se a livello nazionale, in tutti questi anni, tutte le forze politiche
avessero appoggiato così la proposta del reddito di cittadinanza. Oggi i disoccupati
italiani, magari, vivrebbero dei giorni un po’ più felici. Non entrando nel merito, perché
anche io ho solo cinque minuti. Ho trovato, e vi do anche una notizia, a tutto il
Consiglio, ho trovato un documento, pensate, datato 2005, molto interessante.
Indovinate un po’? Parla di Olimpiadi ecosostenibili, contenimento dei costi,
coinvolgimento dei privati, utilizzo di proprietà pubbliche in stato di abbandono, e
sviluppo economico. C’era già, 2005. Gli effetti li abbiamo, poi, visti tutti, ad oggi, non
secondo le posizioni personali, per partito preso, o ideologiche, ma rispetto alla
condizione dell’andamento della città. È una lettura interessante, vi invito ad andarlo a
leggere. Si tratta della valutazione degli effetti economici dei Giochi Olimpici Invernali
di Torino del 2006, che era stato redatto dall’Unione Industriale di Torino. All’interno
del documento, è interessante anche notare, vengono indicati i dati occupazionali,
affermando che, per ogni milione di euro spesi, si sarebbero prodotti (2005) 21 unità di
occupazione, quindi, 21 posti di lavoro, naturalmente, in condizione duratura nel tempo.
Però, poi, sempre all’interno del documento, andando ad osservare i grafici successivi,
si dimostrava - già allora - che, in realtà, questo dato prepositivo, era concentrato solo
nell’anno 2005/2006, mentre, poi, andava a scemare. Gli altri anni di riferimento sono
2007, 2008 e 2009. Quindi, già allora, si era capito che anche laddove ci potesse essere
un’apertura occupazionale, sarebbe durato poco e che non si parlava di occupazione
duratura, ma, semplicemente, di occupazione precaria e non voglio entrare nel merito
delle ditte che fallirono in quegli anni, oppure dei lavoratori sottopagati, non in regola,
mi fermo qui. Un altro, mi sembra di capire, che è un altro punto forte, rispetto a questa
nuova visione, tutta olimpica, si muove sulla considerazione di dire: “Costeranno meno,
perché abbiamo già le strutture”. Apro, anche qui, qualche riflessione. È vero che ci
sono già delle strutture, ma è anche vero che versano in uno stato di abbandono. Un
conto è parlare di effettuare opere di manutenzione ordinaria o straordinaria, onerose già
di per sé, che, al momento, l’Amministrazione non riesce a sovvenzionare, così, un
dato, mettiamo un po’ i piedi, tutti, per terra. Vi ricordo che il fabbisogno, sulle
manutenzioni, in questo momento, a livello cittadino, di arretrato e di fabbisogno che
dovrebbe essere coperto, è di 40 milioni di euro: 8 milioni urgenti perché c’è in pericolo
la sicurezza degli stabili, però, per questo, non abbiamo le risorse, andiamo dai cittadini
e diciamo che non si possono fare le cose, mentre qui, laddove parliamo di strutture,
dovremmo parlare di ristrutturazioni, e certo che i costi lieviteranno; lieviteranno, però
per questi li troviamo, probabilmente, per ristrutturare le strutture olimpioniche, le
risorse, molto probabilmente, private o pubbliche, usciranno fuori. Ma se anche
riuscissimo a ristrutturare il già esistente, domanda: che ne facciamo, poi, dopo questa
ennesima Olimpiade? Tra l’altro, ricordo a tutti che le strutture presenti in Città, a parte
il MOI, che già prima di ristrutturarlo bisognerebbe liberarlo, e già lì la vedo un’impresa
abbastanza difficile, gli altri palazzetti sono stati dati in gestione a concessione di
privati, quindi, laddove anche noi volessimo riutilizzare le strutture presenti in Città,
cosa facciano, andiamo dai provati ai quali li abbiamo date in concessione, dicendogli:
“Va bene, ti pagheremo un affitto, fatecele riutilizzare”? E questi costi, chi li coprirà? Il
CIO; la Città; la Regione, quella che ha azzerato i Fondi per l’Edilizia Pubblica; lo
Stato, quello che ha azzerato il Fondo Nazionale per l’Edilizia Pubblica? Boh!
Domanda. Quando, nello stesso momento, perché è di qualche mese fa, noi abbiamo
licenziato una delibera, che si chiama “delibera dismissioni”, questo per mettere in luce
una piccola contraddizione, ma sperando di aprire delle riflessioni. All’interno di questa
delibera dismissioni, stiamo procedendo a mettere all’asta immobili di proprietà della
Città, comprese delle unità abitative, unità abitative…

MONTALBANO Deborah
Sì, per far fronte alle condizioni di Bilancio e perché si ritiene che le necessarie
ristrutturazioni o manutenzioni degli immobili siano troppo onerosi e, quindi, non
conviene intervenire, oltre che, naturalmente registrare l’assenza delle risorse. Parliamo
sempre di strutture che hanno bisogno di interventi. Quindi, concludo, Signor
Presidente, dicendo che poi, oltre tutto quello che possiamo scrivere sui giornali, le
buone intenzioni, sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico e io credo che la Città
di Torino non abbia più bisogno di portate avanti questi errori e di perseverare;
cerchiamo di guardare ai bisogni concreti e reali della Città, che ce ne sono davvero
tanti.

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