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Estratto dal verbale della seduta di Mercoledì 7 Marzo 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 9
DELIBERAZIONE (Giunta: proposta e urgenza) 2018-00541
ALIENAZIONE IMMOBILI DI PROPRIET? COMUNALE AD ASTA PUBBLICA. APPROVAZIONE.
Interventi
CANALIS Monica
Grazie Presidente. Io dissento dal mio Capogruppo, e mi rivolgo, Assessore, se mi
ascolta, Assessore Rolando? Non so…, io dissento dal Capogruppo, perché in lei non ho
visto alcun tipo di candore in questi mesi, a parte ridere sotto i baffi, quando le vengono
fatte delle osservazioni. Io, in lei ho visto tantissima sfrontatezza nel perpetrare e
reiterare un comportamento distorsivo e profondamente irrispettoso di un'eredità
storica, culturale e, addirittura, spirituale di questa città, perché lei sa benissimo qual è
la collocazione storica di questi lasciti. La collocazione storica è la fine del Settecento e
l'inizio dell'Ottocento, cioè, quel periodo d'oro della solidarietà torinese, che ci fa
conoscere in tutto il mondo come la città dei Santi Sociali, cioè il periodo storico in cui,
da un lato, ci furono figure come Giovanni Bosco, come Murialdo, Cafasso, Fari Bruno,
Giulia Di Barolo, e l'elenco è moto lungo, Cottolengo, e, dall'altro lato, ci furono dei
laici, non ecclesiastici, ricchi, benestanti, ispirati dalla solidarietà per la parte più povera
della nostra comunità, la tanto citata comunità, per evitare che questa povertà si
accrescesse. Questi lasciti si chiamano IPAB e la legge prevede che abbiano un vincolo.
Lei, con grandissima sfrontatezza, più volte, perché non stiamo più parlando di un
precedente, stiamo parlando di un comportamento reiterato, in Commissione è venuto a
dirci che questo comportamento era contabilmente del tutto giustificabile e quindi lei
era a posto con la coscienza. No, Assessore, lei non è a posto con la coscienza, perché
lei ha di fatto adottato un comportamento sottilmente ricattatorio, cioè, lei ci ha detto
"Se non mi consentite di usare queste risorse", stiamo parlando di 4 milioni e 100.000
Euro per il Buon Pastore, e di 477.000 per questa tornata di alienazioni, "se non mi
consentite di usare queste risorse per appianare il disavanzo del Comune e quindi", lei
dice, "tenere invariata la spesa sociale della Città, io ve la ridurrò, questa spesa sociale".
Questo si chiama ricatto, quindi non ha nulla a che vedere con il candore. Non ha nulla
a che vedere con il candore. Io vedo una profonda mancanza di rispetto per la storia di
questa città, per le intenzioni, per lo spirito che c'erano dietro alla formazione di questi
lasciti, e vedo anche una profonda mancanza di rispetto per i poveri che oggi vivono in
questa città, e per lo spirito che continua ad animare gran parte della nostra popolazione,
orientata alla solidarietà, ma quella vera; alla coesione sociale, ma quella vera; alla
comunità e ai legami di comunità, ma quelli veri. Noi, più volte, le abbiamo detto
"Okay, ha fatto l'errore col Buon Pastore, recuperiamo, cioè, applichiamo la mozione
che anche la sua Maggioranza ha votato all'unanimità, andiamo a recuperare quella
cifra successivamente". Non si nasconda dietro la Corte dei Conti, perché tutto ciò non
ha nulla a che vedere con la Corte dei Conti, sono risorse fresche, nuove, formatesi a
fine Settecento, inizio Ottocento, forse la Corte dei Conti manco esisteva, a quel tempo,
sono solo i poveri che sono sempre attuali, e che, evidentemente, nel suo falso candore,
non albergano nel suo cuore. Bene, noi le chiediamo di non eludere la mozione votata
dalla sua Maggioranza, di smettere di adottare questo atteggiamento sottilmente
ricattatorio, di non solo mantenere invariata la spesa sociale, ma di aumentarla,
aggiungendovi queste risorse, che sono vincolate, per legge, alle politiche sociali e di
non dilapidare, di non sperperare questo patrimonio inestimabile, che rende nota in
tutto il mondo Torino come la città della solidarietà, lei, oggi, sta dilapidando questa
eredità.

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