Interventi |
LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario) Grazie, Presidente. Abbiamo, come Gruppo Consiliare del Partito Democratico, salutato con iniziale entusiasmo la proposta del Consigliere Curatella Cataldo, che ci invitava a proseguire con maggior sistematicità (l'ha ripetuto anche oggi) l'azione che l'Amministrazione, non da oggi, lo ha riconosciuto lui stesso, avviò con la redazione del TAPE, che, nella maggior parte dei casi, si chiama PAES, nel caso specifico della Città di Torino, si chiama TAPE, che è un acronimo che sta per Turin Action Plan for Energy. Che cos'era il TAPE? Era, sostanzialmente- partendo dall'inventario delle emissioni - mettere a sistema le azioni che l'Amministrazione avrebbe dovuto compiere, in un periodo dato, con un orizzonte temporale del 2020, per ridurre i consumi energetici, per migliorare le prestazioni energetiche, e anche per ridurre le fonti inquinanti. Il Consigliere Curatella Cataldo, e noi lo ringraziamo, ci ha invitato a dare più sistematicità, nell'azione dell'Amministrazione, introducendo un concetto nuovo, che è quello della certificazione. In particolare, il Consigliere Curatella Cataldo, ci invita ad acquisire una certificazione, che è la 50001, che, come lui ha spiegato molto bene, introduce, in tema di pianificazione, la definizione di un piano energetico che deve essere strutturato anche in funzione di una tipologia di organizzazione. Ed io, per questo lo ringrazio, perché, suggerisce all'Amministrazione di riorganizzarsi in funzione di obiettivi, che sono coerenti con quelli che l'Amministrazione ha avuto fino adesso. Lo standard ISO 50001, che il Consigliere Cataldo Curatella chiede che l'Amministrazione faccia proprio, comporta la definizione di un piano per migliorare l'efficienza energetica, e deve stabilire obiettivi e programmi d'azione, un po' come il TAPE, ma un po' meglio, è vero, prendendo in considerazione le prescrizioni legali e le informazioni relative ai consumi energetici. Abbiamo fatto, come Gruppo Consiliare del Partito Democratico, un approfondimento, per capire se, in questo momento, in Italia, ci sono altri comuni che hanno, si sono spinti fin lì. In effetti, ci sono degli altri comuni, un po' più piccoli, devo dire, decisamente più piccoli, ma non è una questione di dimensione, è una questione di praticità, di organizzazione interna. È certo un obiettivo molto ambizioso, quello che ci suggerisce e suggerisce alla Città di Torino, il Consigliere Cataldo Curatella, ed è per quello che avremmo, forti di questa ambizione che, devo ammettere, contraddice un po' l'azione dell'ultimo anno e mezzo, perché sarebbe bastato continuare il lavoro che si era avviato, proprio scritto, nero su bianco, sul TAPE. Faccio un esempio su tutti: coerente a questo impianto sarebbe stato l'esempio di proseguire la sostituzione degli impianti di illuminazione pubblica della città. Manca un terzo delle lampade, da sostituire, sono ancora vapori di sodio, una parte; bastava continuare il lavoro Led, per fare esattamente quello che il Consigliere Cataldo Curatella ci suggeriva. Così come sarebbe bastata più attenzione, ad esempio, nell'accompagnare l'estensione della rete di teleriscaldamento; così come sarebbe bastato, ad esempio, garantire che le pratiche energetiche edilizie si potessero continuare a presentare all'attenzione di questa Città. Ma oggi, un operatore privato, non può più presentare pratiche energetiche edilizie alla Città di Torino, beneficiando dello sconto sugli oneri, che era una premialità riconosciuta dalla Città di Torino, per garantire il soddisfacimento di questi importanti obiettivi che il Consigliere Cataldo Curatella oggi ci suggerisce, in modo organico e, assolutamente, sistemico di adottare. Quindi, noi avremmo con, diciamo, un gesto di fiducia nei confronti di un'Amministrazione che, fino adesso, non aveva fatto nulla su questi temi, però, in termini di prospettiva, avremmo voluto dare fiducia a questo afflato emotivo. Però, però, c'è un punto di questa mozione che noi abbiamo segnalato nella Commissione Consiliare, abbiamo chiesto al Consigliere Cataldo Curatella, primo firmatario di questa mozione, di correggerlo: c'è un punto che non ci convince e glielo abbiamo detto. Abbiamo detto: "Per favore, lo modifichi, se vuole il nostro voto, perché noi condividiamo l'impianto generale, lo ha fatto il Comune di Charvensod, in Valle D'Aosta, quindi, perché non può farlo il Comune di Torino, di buttarsi nella certificazione ISO 50001?". Quindi, Consigliere, noi l'avremmo votato, però avevamo chiesto di modificare il punto 3 dell'impegnativa. Il punto 3, lo dico per il verbale, cito testualmente: "Chiede alla Città di Torino di modificare, tutte, le procedure di acquisto di prodotti e servizi da fornitori interni ed esterni, in modo tale che, a partire da inizio 2020, tali acquisti potranno essere attuati, solo, da fornitori certificati da parte terza, ISO 50001", cioè, il Consigliere Cataldo Curatella chiede che, dal 2020 la Città di Torino possa comprare beni e servizi solo da aziende certificate 50001. Perché abbiamo chiesto al Consigliere Curatella di sopprimere questa indicazione, questo obbligo nei confronti della Città di Torino e, di conseguenza, anche nei confronti delle aziende? Per un semplice motivo, Consigliere, perché, come le ho già detto in Commissione, io speravo che si ravvedesse; c'è un problema, che è di duplice natura: il primo, che però vorrei che non fosse oggetto del dibattito, ma, in qualche modo insinua in noi, nelle nostre teste ciniche e a volte maliziose, il dubbio che ci sia un interesse privato, e questo mi dispiace di doverlo dire, perché io gliel'ho detto in Commissione Consiliare, sperando che lei potesse convincerci, oggi, in qualche modo, con degli emendamenti, del contrario. Lei, sostanzialmente, sta chiedendo che la Città di Torino si rivolga solo ed esclusivamente ad aziende con la certificazione 50001. Allora, io vorrei sapere se in quest'Aula c'è qualcuno che, di mestiere, fa il certificatore ISO 50001? Perché me lo chiedo, e lo chiedo retoricamente, ma non voglia fare polemica. Perché è evidente che, se c'è un'Amministrazione che ad oggi, in un anno e mezzo non ha fatto niente rispetto a quello che avrebbe potuto fare, oggi, con un guizzo e uno slancio emotivo significativo - che io voglio riconoscere con positività - introduce una certificazione per la Città di Torino, ben venga, ben venga, però, non possiamo chiedere che la Città di Torino si rivolga solo ed esclusivamente alle aziende che hanno la certificazione 50001. Perché io capisco che, nel 2020, immaginiamo tutti quanti che tutte le aziende possano essere certificate, però, le aziende, a seconda della dimensione, devono pagare un costo, devono farsi carico di sostenere un costo che, a seconda della dimensione, varia dai 1.500, ai 3.000, ai 4.000, può arrivare anche a 5.000 euro; ma lei lo sa meglio di me, io non sono del mestiere, quindi non posso dire con certezza quanto costa una certificazione di un'azienda. Chiedere alla Città di Torino e alla Giunta di rivolgersi solo ed esclusivamente ad aziende con certificazione ISO 50001, quando ancora la Città di Torino, questa certificazione, non l'ha fatta propria, beh, guardi, Consigliere Cataldo Curatella, insinua in me un malizioso sospetto. Allora, io le avevo chiesto, in Commissione Consiliare, di presentare un emendamento; io le avevo chiesto di togliere dalla mia testa questo malizioso sospetto. Sono sicuro che lei, adesso, ha il tempo per farlo, possa modificare questa mozione. Per carità, è un atto di indirizzo, lei non è nell'esecutivo, non c'è un conflitto di interessi, intendiamoci, anche se la definizione di conflitto di interessi della Treccani è abbastanza chiara; però, c'è una normativa e lei non è in una situazione di conflitto di interessi, non fa parte dell'esecutivo, non fa parte del governo della città, però, abbia pazienza, non può introdurre, in un atto di indirizzo come questo, l'obbligo della certificazione, lei, che è un certificatore 50001! C'è un limite a tutto, io dico, c'è un limite a tutto! Avrebbe potuto, e io questo glielo riconosco, avrebbe potuto far presentare questa mozione ad un suo collega; avrebbe potuto, in modo ipocrita, come spesso si fa, e io le riconosco, invece, la schiettezza, l'onestà intellettuale di essere diretto e unico, principale responsabile di questo atto di indirizzo, però, la prego - è ancora in tempo - stralci da questi cinque punti l'unico che ingenera il sospetto e che, in qualche modo, introduce anche una discriminazione. Guardate, perché dire che la Città di Torino potrà comprare solo beni e servizi da chi è certificato, beh, discrimina tutti coloro i quali e tutte le altre aziende che, nel frattempo, non avranno potuto godere di una consulenza per ottenere la certificazione. Sul resto della mozione, stralciato il punto 3, ovviamente, il Gruppo Consiliare del Partito Democratico sarà contento di votare a favore. |