Interventi |
VERSACI Fabio (Presidente) Il punto 14, il meccanografico 00103, presentatori Curatella ed altri: "Modifica organizzazione struttura amministrativa per istituzione 'Progetto speciale Energy Management e Sistema Gestioni Energia secondo ISO 50001' e avvio azioni''". VERSACI Fabio (Presidente) Sono stati presentati 7 emendamenti e 2 sub emendamenti, sempre del Consigliere Curatella; se li vuole illustrare durante la sua presentazione, a cui lascio la parola, prego. CURATELLA Cataldo Grazie Presidente. Cercherò di presentare entrambi, sia la mozione che gli emendamenti. Allora, negli ultimi anni sono state eseguite alcune azioni di efficientamento energetico all'interno del Comune di Torino, azioni spot che hanno, (Progetto Led, Progetto Remapping) portato a dei miglioramenti, ma a cui, spesso, è mancata una sistematicità di azione, mediante una strutturazione organizzativa trasversale a tutto l'ente. Questo è il punto su cui si focalizza questa mozione, implementare sulla Città di Torino e, quindi, nella sua organizzazione amministrativa, un Sistema di Gestione dell'Energia, basato sulla normativa nazionale, internazionale, che è volontaria, la ISO 50001. Cosa chiede questa normativa? Di individuare un rappresentante della Direzione, in collaborazione con una squadra di Energy Management, all'interno di tutta la struttura organizzativa, a definire quali sono le prestazioni energetiche del Comune, la cosiddetta Best Line, definendo anche quali sono gli obiettivi da raggiungere. L'implementazione, per questo Sistema di Gestione Energetico, andrebbe a indicare, come priorità strategica alla Città di Torino, di tutti gli interventi associati agli aspetti energetici. Perché è importante implementare un sistema strutturale, e non un sistema basato sull'intervento puntuale di singoli? Il Dipartimento di Energia degli Stati Uniti ha fatto un'analisi all'interno di tutti gli enti che hanno implementato il Sistema di Gestione Energia basato sulla ISO 50001, individuando che tutti questi enti hanno raggiunto un beneficio anche del 30%. Non solo, la FIRE, la Federazione Italiana sull'Uso Razionale dell'Energia, ha fatto un'analisi, risalente ad aprile 2017, in cui tutti gli enti che sono intervenuti, implementando un Sistema di Gestione Energia, basato su questa ISO 50001, hanno ottenuto dei benefici di tipo economico-finanziario, che sono arrivati anche fino al 45% e benefici, non di tipo economico-finanziario, intorno al 50%. Questo cosa significa, per Torino? 30%, 45%? La Città di Torino ha una bolletta energetica annuale che si aggira intorno ai 60-70 milioni di euro, in spesa corrente, tra energia termica, energia elettrica, tipo l'illuminazione di questa Sala, e l'energia dell'illuminazione pubblica. Un vantaggio del 30% - secondo il Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti - o del 45%, che è il valore ottenibile sulla base dei dati forniti dal FIRE, vuol dire, per la Città di Torino, un beneficio, in spesa corrente, quindi, un risparmio economico, in spesa corrente, in Bilancio, intorno ai 20-30 milioni di euro l'anno, a regime, solo implementando un Sistema Gestione Energia. Dobbiamo anche ricordarci - e lo abbiamo approvato a novembre 2017 - che quest'anno dovremmo approvare il prossimo Bilancio triennale, 2018, 2019 e 2020, dove dovremmo attuare un piano di rientro, che dovrà portare a una riduzione di spesa, pari a 80 milioni di euro. Tenendo conto i potenziali 20-30 milioni di euro, che si possono risparmiare, implementando, seriamente, in modo strutturale e sistematico un Sistema Gestione Energia, l'implementazione, secondo la ISO 50001, può coprire un terzo, un quarto dell'intero piano di rientro, senza richiedere tagli a servizi della Città. Stiamo parlando solo di efficientare la città, quindi, rendere la città energeticamente, ambientalmente, compatibile con un abbattimento, quindi, anche della spesa energetica. Oltre ai benefici economici, ci sono, conseguentemente, anche benefici ambientali. Altro aspetto che viene chiesto all'interno di questa mozione, riguarda la fornitura di beni e servizi. Com'è indicato anche dalla stessa normativa, per tutto l'acquisto di prodotti e di servizi, si chiede di andare verso i fornitori, introducendo in tutti i bandi, in tutte le richieste, il rispetto della ISO 50001. Perché? Facendo ridurre i costi di produzione e i costi di servizio, si avrebbe anche una riduzione del costo alla Città, del pagamento di questi beni e servizi e quindi si avrebbe un ulteriore beneficio economico, nel senso: andremmo a pagare meno, cosa che oggi paghiamo un po' di più. A questo scopo, visto che è emerso durante la Commissione, voglio ricordare la delibera ANAC, numero 422 del 12 aprile 2017, in cui si riporta, era stato fatto un ricorso alla città di Trieste, si riporta:"la richiesta del possesso, a pena esclusione, di una registrazione EMAS, oppure di una certificazione secondo la norma ISO 14001, che è il Sistema Gestione Ambiente, o secondo norme di gestione ambientale, basate sulle pertinenti norme europee o internazionali (la ISO 50001 è una norma internazionale, recepita in Europa e recepita in Italia) oppure altre prove relative a misure equivalenti, in materia di gestione ambientale, è da considerarsi criterio di partecipazione". Quindi, la ISO 50001 va nel filone del criterio di partecipazione, quindi, la Città può chiedere ai propri fornitori di beni e servizi, di implementare tale normativa. L'ultimo punto dell'impegnativa riguarda la parte di gestione, dal punto di vista degli altri enti sovracomunali: GSE, ENEA e, in particolare, Città Metropolitana, Regione e Governo, perché, purtroppo, al momento, la Città di Torino, ma come capita in tutti i comuni, è solo coinvolta alla fine, quando è ormai tutto approvato, quando deve attuare. Mi spiego meglio: attualmente è in corso una discussione per il Piano Regionale Energetico. Non mi risulta che nessuno abbia coinvolto la Città di Torino, né politicamente, né dal punto di vista amministrativo. Ho rivolto la domanda anche agli uffici, perché noi come Gruppo, non siamo stati coinvolti da nessuno e mi sembra che neanche la Città, dal punto di vista amministrativo, sia stata coinvolta. Quindi, è importante che, prima di definire, o mentre si stanno definendo le politiche energetiche, nazionali e regionali, la Città di Torino possa intervenire, quantomeno, per concordare e non trovarsi soltanto a doverle attuare. Gli emendamenti sono, per lo più, delle correzioni, a parte una modifica in cui, visto che sembrava esserci qualche dubbio sulle tempistiche, è stato esplicitato in modo chiaro che si richiede, come tempo per l'implementazione, il 2020, sia dal punto di vista interno, sia nelle emissioni verso l'esterno, perché dovendo andare con il piano di rientro, vista la potenzialità di risparmio, il quale è circa un quarto, un terzo dell'intero piano di rientro, è importante procedere in modo spedito. Normalmente, l'implementazione, partendo da un piccolo confine e poi allargandosi, può variare da sei mesi a un anno e mezzo, due anni. Questo è quanto, ringrazio. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie, Consigliere Curatella. Non ho nessuno iscritto a parlare. Prego, Vice Presidente Lavolta, ne ha facoltà. LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario) Grazie, Presidente. Abbiamo, come Gruppo Consiliare del Partito Democratico, salutato con iniziale entusiasmo la proposta del Consigliere Curatella Cataldo, che ci invitava a proseguire con maggior sistematicità (l'ha ripetuto anche oggi) l'azione che l'Amministrazione, non da oggi, lo ha riconosciuto lui stesso, avviò con la redazione del TAPE, che, nella maggior parte dei casi, si chiama PAES, nel caso specifico della Città di Torino, si chiama TAPE, che è un acronimo che sta per Turin Action Plan for Energy. Che cos'era il TAPE? Era, sostanzialmente- partendo dall'inventario delle emissioni - mettere a sistema le azioni che l'Amministrazione avrebbe dovuto compiere, in un periodo dato, con un orizzonte temporale del 2020, per ridurre i consumi energetici, per migliorare le prestazioni energetiche, e anche per ridurre le fonti inquinanti. Il Consigliere Curatella Cataldo, e noi lo ringraziamo, ci ha invitato a dare più sistematicità, nell'azione dell'Amministrazione, introducendo un concetto nuovo, che è quello della certificazione. In particolare, il Consigliere Curatella Cataldo, ci invita ad acquisire una certificazione, che è la 50001, che, come lui ha spiegato molto bene, introduce, in tema di pianificazione, la definizione di un piano energetico che deve essere strutturato anche in funzione di una tipologia di organizzazione. Ed io, per questo lo ringrazio, perché, suggerisce all'Amministrazione di riorganizzarsi in funzione di obiettivi, che sono coerenti con quelli che l'Amministrazione ha avuto fino adesso. Lo standard ISO 50001, che il Consigliere Cataldo Curatella chiede che l'Amministrazione faccia proprio, comporta la definizione di un piano per migliorare l'efficienza energetica, e deve stabilire obiettivi e programmi d'azione, un po' come il TAPE, ma un po' meglio, è vero, prendendo in considerazione le prescrizioni legali e le informazioni relative ai consumi energetici. Abbiamo fatto, come Gruppo Consiliare del Partito Democratico, un approfondimento, per capire se, in questo momento, in Italia, ci sono altri comuni che hanno, si sono spinti fin lì. In effetti, ci sono degli altri comuni, un po' più piccoli, devo dire, decisamente più piccoli, ma non è una questione di dimensione, è una questione di praticità, di organizzazione interna. È certo un obiettivo molto ambizioso, quello che ci suggerisce e suggerisce alla Città di Torino, il Consigliere Cataldo Curatella, ed è per quello che avremmo, forti di questa ambizione che, devo ammettere, contraddice un po' l'azione dell'ultimo anno e mezzo, perché sarebbe bastato continuare il lavoro che si era avviato, proprio scritto, nero su bianco, sul TAPE. Faccio un esempio su tutti: coerente a questo impianto sarebbe stato l'esempio di proseguire la sostituzione degli impianti di illuminazione pubblica della città. Manca un terzo delle lampade, da sostituire, sono ancora vapori di sodio, una parte; bastava continuare il lavoro Led, per fare esattamente quello che il Consigliere Cataldo Curatella ci suggeriva. Così come sarebbe bastata più attenzione, ad esempio, nell'accompagnare l'estensione della rete di teleriscaldamento; così come sarebbe bastato, ad esempio, garantire che le pratiche energetiche edilizie si potessero continuare a presentare all'attenzione di questa Città. Ma oggi, un operatore privato, non può più presentare pratiche energetiche edilizie alla Città di Torino, beneficiando dello sconto sugli oneri, che era una premialità riconosciuta dalla Città di Torino, per garantire il soddisfacimento di questi importanti obiettivi che il Consigliere Cataldo Curatella oggi ci suggerisce, in modo organico e, assolutamente, sistemico di adottare. Quindi, noi avremmo con, diciamo, un gesto di fiducia nei confronti di un'Amministrazione che, fino adesso, non aveva fatto nulla su questi temi, però, in termini di prospettiva, avremmo voluto dare fiducia a questo afflato emotivo. Però, però, c'è un punto di questa mozione che noi abbiamo segnalato nella Commissione Consiliare, abbiamo chiesto al Consigliere Cataldo Curatella, primo firmatario di questa mozione, di correggerlo: c'è un punto che non ci convince e glielo abbiamo detto. Abbiamo detto: "Per favore, lo modifichi, se vuole il nostro voto, perché noi condividiamo l'impianto generale, lo ha fatto il Comune di Charvensod, in Valle D'Aosta, quindi, perché non può farlo il Comune di Torino, di buttarsi nella certificazione ISO 50001?". Quindi, Consigliere, noi l'avremmo votato, però avevamo chiesto di modificare il punto 3 dell'impegnativa. Il punto 3, lo dico per il verbale, cito testualmente: "Chiede alla Città di Torino di modificare, tutte, le procedure di acquisto di prodotti e servizi da fornitori interni ed esterni, in modo tale che, a partire da inizio 2020, tali acquisti potranno essere attuati, solo, da fornitori certificati da parte terza, ISO 50001", cioè, il Consigliere Cataldo Curatella chiede che, dal 2020 la Città di Torino possa comprare beni e servizi solo da aziende certificate 50001. Perché abbiamo chiesto al Consigliere Curatella di sopprimere questa indicazione, questo obbligo nei confronti della Città di Torino e, di conseguenza, anche nei confronti delle aziende? Per un semplice motivo, Consigliere, perché, come le ho già detto in Commissione, io speravo che si ravvedesse; c'è un problema, che è di duplice natura: il primo, che però vorrei che non fosse oggetto del dibattito, ma, in qualche modo insinua in noi, nelle nostre teste ciniche e a volte maliziose, il dubbio che ci sia un interesse privato, e questo mi dispiace di doverlo dire, perché io gliel'ho detto in Commissione Consiliare, sperando che lei potesse convincerci, oggi, in qualche modo, con degli emendamenti, del contrario. Lei, sostanzialmente, sta chiedendo che la Città di Torino si rivolga solo ed esclusivamente ad aziende con la certificazione 50001. Allora, io vorrei sapere se in quest'Aula c'è qualcuno che, di mestiere, fa il certificatore ISO 50001? Perché me lo chiedo, e lo chiedo retoricamente, ma non voglia fare polemica. Perché è evidente che, se c'è un'Amministrazione che ad oggi, in un anno e mezzo non ha fatto niente rispetto a quello che avrebbe potuto fare, oggi, con un guizzo e uno slancio emotivo significativo - che io voglio riconoscere con positività - introduce una certificazione per la Città di Torino, ben venga, ben venga, però, non possiamo chiedere che la Città di Torino si rivolga solo ed esclusivamente alle aziende che hanno la certificazione 50001. Perché io capisco che, nel 2020, immaginiamo tutti quanti che tutte le aziende possano essere certificate, però, le aziende, a seconda della dimensione, devono pagare un costo, devono farsi carico di sostenere un costo che, a seconda della dimensione, varia dai 1.500, ai 3.000, ai 4.000, può arrivare anche a 5.000 euro; ma lei lo sa meglio di me, io non sono del mestiere, quindi non posso dire con certezza quanto costa una certificazione di un'azienda. Chiedere alla Città di Torino e alla Giunta di rivolgersi solo ed esclusivamente ad aziende con certificazione ISO 50001, quando ancora la Città di Torino, questa certificazione, non l'ha fatta propria, beh, guardi, Consigliere Cataldo Curatella, insinua in me un malizioso sospetto. Allora, io le avevo chiesto, in Commissione Consiliare, di presentare un emendamento; io le avevo chiesto di togliere dalla mia testa questo malizioso sospetto. Sono sicuro che lei, adesso, ha il tempo per farlo, possa modificare questa mozione. Per carità, è un atto di indirizzo, lei non è nell'esecutivo, non c'è un conflitto di interessi, intendiamoci, anche se la definizione di conflitto di interessi della Treccani è abbastanza chiara; però, c'è una normativa e lei non è in una situazione di conflitto di interessi, non fa parte dell'esecutivo, non fa parte del governo della città, però, abbia pazienza, non può introdurre, in un atto di indirizzo come questo, l'obbligo della certificazione, lei, che è un certificatore 50001! C'è un limite a tutto, io dico, c'è un limite a tutto! Avrebbe potuto, e io questo glielo riconosco, avrebbe potuto far presentare questa mozione ad un suo collega; avrebbe potuto, in modo ipocrita, come spesso si fa, e io le riconosco, invece, la schiettezza, l'onestà intellettuale di essere diretto e unico, principale responsabile di questo atto di indirizzo, però, la prego - è ancora in tempo - stralci da questi cinque punti l'unico che ingenera il sospetto e che, in qualche modo, introduce anche una discriminazione. Guardate, perché dire che la Città di Torino potrà comprare solo beni e servizi da chi è certificato, beh, discrimina tutti coloro i quali e tutte le altre aziende che, nel frattempo, non avranno potuto godere di una consulenza per ottenere la certificazione. Sul resto della mozione, stralciato il punto 3, ovviamente, il Gruppo Consiliare del Partito Democratico sarà contento di votare a favore. VERSACI Fabio (Presidente) Consigliere Curatella, immagino per fatto personale, prego. CURATELLA Cataldo Innanzitutto, respingo al mittente le accuse, velate o meno, di volerci guadagnare, perché, alla fine, è quello che si è detto, numero uno. Due, chiedo a tutti di andarsi a sentire la Commissione, l'audio, perché, in quella Commissione, il Consigliere che ha parlato prima di me, ha chiesto, al punto 3: "Potremmo, perché si eviti ogni cosa, cambiare la frase: "a partire da inizio 2020, e sostituirla con "una volta che la Città di Torino si sarà dotata della certificazione". Se uno si va a leggere il sub emendamento 2, che è tra il plico degli emendamenti, trova esattamente quello che il Consigliere Lavolta ha chiesto a verbale, in Commissione. Quindi, che adesso venga a fare la paternale, mi fa girare un po' i maroni, scusate se perdo… VERSACI Fabio (Presidente) Manteniamo la calma, non c'è bisogno di… CURATELLA Cataldo Chiedo scusa, perché non c'è bisogno di fare, perché non c'è nessun interesse, personalmente, non ho alcun interesse. Ho letto una delibera dell'ANAC del 2017, che riguarda un'altra ISO, la ISO 14001. Ma la ISO 50001 e la ISO 14001, come la ISO 90001, adesso, magari, non sono obbligatorie, come la 90001, ma lo saranno a breve. L'Amministrazione deve dare l'esempio. È vero che adesso solo piccoli comuni, ma se uno va a vedere le normative, si definisce il confine; si può partire da un piccolo pezzo per via, via, estenderlo. Non è obbligatorio farla tutta subito, su tutta al città. Conviene iniziare, perciò dicevo 6 mesi, un anno e mezzo; poi, le accuse si possono restituire al mittente. Io, a differenza di altri, non ho nulla, sono trasparente. Se ci sono dei problemi, ci sarà il Tribunale, ma non mi sembra di essere indagato per turbativa d'asta. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie. Ho iscritto a parlare il Capogruppo Lo Russo, che ne ha facoltà per tre minuti. LO RUSSO Stefano Grazie Presidente. Vede, Consigliere Curatella, io avrei taciuto, se non avesse risposto come ha risposto. Però le segnalo sommessamente che, a differenza da quanto ha detto il Consigliere Lavolta, io credo che certi atti, alle volte, siano inopportuni, a prescindere dalla buona fede o dalla cattiva fede; io do sempre il beneficio della buona fede. È inopportuno, il merito, al di là del fatto che lei possa o non possa avere a me non interessa. Guardi, ciascuno di voi ha i suoi percorsi di vita professionale, quindi, non è questo il punto. Il tema è se è opportuno che un punto così cogente in una mozione di indirizzo, debba essere inserito in una mozione, anche perché, davvero, noi dobbiamo contemperare sempre delle esigenze: da un lato, quello di migliorare la qualità dell'ente, dall'altro quello di non preconfigurare abusi, dal punto di vista della competitività, rispetto al mercato che, con l'ente si relaziona e quanto vale sempre, è un principio generale. Ma la discussione di quest'oggi fa sorgere il legittimo sospetto, che, come dire, forse, l'aver introdotto un meccanismo così perentorio nella mozione, poi sarà, come dire, la Giunta che attuerà, non attuerà. Tanto, a secondo della geometria, un po' vengono attuate, un po' no, quindi, onestamente, non è che questa cosa qua ci preoccupi più di tanto, francamente, perché le mozioni (non vi cito mozioni storiche che avete deliberato all'unanimità) che, come dire, non è che sono state proprio un motore inespugnabile di lavorio della Giunta. Quindi, questa è una mozione di indirizzo, ve lo votate. Proprio perché è un atto di indirizzo, Consigliere Curatella, forse il suggerimento che le dava il Consigliere Lavolta andrebbe preso dal verso giusto. Cioè, ben venga il fatto che vi sia un'operazione di efficientamento energetico ulteriore. Ben venga che si vada verso un'ottica della certificazione. Forse essere così perentori nell'individuare quella particolare norma, con quel particolare codice, diciamo così, che travalica, leggermente, quelli che sono i compiti di una mozione di indirizzo, che dà un indirizzo, non entra nel merito specifico della questione, perché, davvero, rischia di aprire una discussione che potevamo tranquillamente evitate. Così come, leggendo la mozione, chiedo scusa, non ho partecipato alla discussione in Commissione, anche il quarto punto, onestamente, mi lascia un po' basito. Dare indirizzo Urban Lab, è andata via la Sindaca. Questo famoso ente di cui facciamo i bandi, che non c'è ancora, interessante, questo Urban Lab che torna ciclicamente, si occupa di urbanistica, si occupa di energia, non abbiamo ancora ben capito se è legittimamente o non è legittimamente costituito, caro Segretario Generale. Io attendo, poi, nella prossima Capigruppo, se mi dà un riscontro rispetto alla legittimità di quanto è stato fatto, affinché qualunque attività sia avviata in ambito energetico, preveda, obbligatoriamente, il coinvolgimento dell'Energy Management. Cioè, mi faccia capire, Consigliere Curatella, tutta questa aggettivazione, qualunque e obbligatoriamente, cos'è che la sta preoccupando? Perché, davvero, chi legge questa mozione, infila il punto 3, e al di là delle questioni sollevate dal Consigliere Lavolta, uno può dire; infila il punto 4…, cioè, davvero, è oltre la mozione di indirizzo, è oltre la mozione di indirizzo. Allora, mi permetto di fare una proposta, che è quella di, nelle more della definizione del mitico Urban Lab, io faccio riferimento a questo quarto punto, e del chiarire, sostanzialmente, questo Moloch, che è stato costruito, se è stato costruito, non è stato costruito, perché nel frattempo la Sindaca, se non sbaglio, ha fatto una seconda proroga delle nomine, quindi, voglio dire - c'è un'ampia letteratura sul tema di queste cose - proporrei di sospendere, in Aula, questa discussione, attendere come dire, il compimento della questione relativa, concludo, Presidente, della questione relativa a Urban Lab. Nel frattempo, lasciamo scorrere un po' d'acqua. Lei, Consigliere Curatella, se ritiene che le osservazioni siano fondate, smussa e la porta e essere quella che deve essere, cioè, una mozione di indirizzo politico. Questa mozione, dal punto di vista nostro, avrà, come dire, come è sempre capitato nel merito, il sostegno del Gruppo del Partito Democratico. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie, Capogruppo Lo Russo. Se non ci sono interventi, Consigliere, vorrei procedere con la votazione, visto che gli emendamenti e i sub emendamenti sono sempre del presentatore, pongo di votare il testo coordinato. Se siete tutti d'accordo, pongo in votazione la mozione col testo coordinato. Prego, Consiglieri, votate. Se tutti i Consiglieri hanno votato, dichiaro chiusa la votazione. Presenti 21, favorevoli 21, dichiaro la mozione approvata. |