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ARTESIO Eleonora Grazie. L'Amministrazione Comunale di Torino si sta prestando al nuovo bando della ristorazione scolastica e tutti ci stiamo avvicinando alla conclusione dell'anno scolastico, credo che l'Amministrazione Comunale non dovrebbe perdere l'opportunità di sistemare sul piano teorico quanto avvenuto in questi ultimi anni e quindi che non debba perdere l'occasione di conoscere le motivazioni e la consistenza dei comportamenti che sono stati adottati da coloro che hanno deciso unilateralmente di scindere il contratto con il loro tempo scuola e con il servizio erogato dall'Amministrazione Comunale. Anche io in modo informale ho avuto modo di verificare alcune situazioni, probabilmente abbiamo visto le stesse, probabilmente avendo visto le stesse abbiamo le medesime ragioni di preoccupazione. La preoccupazione prevalente è quella riferita al fatto che, il tempo della mensa che anche la sentenza del Tribunale Ordinario definisce essere pienamente tempo scuola, sia diventato, nel contesto attuale, un momento diverso dagli obiettivi preliminari del tempo scuola, ovvero, anziché un momento di emancipazione nell'eguaglianza, un momento di rappresentazione delle diseguaglianze e che queste disuguaglianze, evidentemente indotte da ragioni diverse, tempi della famiglia o possibilità economiche della famiglia si riproducano e si manifestino nel tipo di alimenti consumati. Io credo quindi che questo, il problema di conoscere sia assolutamente un dovere dell'Amministrazione Comunale e lo dico anche sulla base di una fondatezza formale, perché non è che le sentenze possano essere applicate da qualcuno quando sono loro favorevoli e poi disattese quando sono sfavorevoli, in modo particolare se la sentenza del Tribunale sostiene che il permanere presso la scuola nell'orario della mensa costituisce un diritto soggettivo perfetto e poi ancora dice: "che se la permanenza è diritto soggettivo perfetto, quindi la refezione scolastica offerta dal Comune non può diventare obbligatoria e deve comunque aver luogo il consumo del pasto negli stessi locali della scuola, questo introduce anche il pasto domestico come una delle variabili organizzative del tempo scuola". Quindi la legittimità, trasferendo il tema da un comportamento privato ad un comportamento pubblico di poter conoscere quali siano le tipologie delle scelte è evidentemente sostenuta dalla stessa sentenza. Perché dico che dobbiamo conoscere queste tipologie? Per le ovvie ragioni di discriminazione a cui facevo cenno prima, ma anche per capire proprio perché stiamo ricostruendo un bando per la refezione scolastica, quali possono essere le preferenze che orientano i genitori a preparare in proprio il pasto, piuttosto che affidarsi ad un menù, equilibrato sicuramente, igienico sicuramente, appetibile, forse, predisposto dai nostri uffici congiuntamente alle ASL e ai servizi nutrizionali. Non dico che ci siano molti casi in Torino quali quello rilevato dal Comune di Firenze, per cui una mamma premurosa e così solerte nel rispetto del servizio pubblico da riprodurre in proprio lo stesso menù della mensa scolastica, ma curandone direttamente la confezione. Certamente però noi sappiamo di avere di fronte situazioni in cui ci sono pasti predisposti secondo le preferenze dei bambini e situazioni di pasti frettolosi, non ci sono giudizi morali su questi comportamenti, ci mancherebbe, non siamo certo qui per questo, non abbiamo questa titolarità, c'è sicuramente però una possibilità di moral suasion, cioè conoscere quelle tipologie ci aiuta a capire se siamo di fronte ad un problema di natura economica, ad un problema di gradimento del cibo, ad un problema di fiducia nei confronti delle forme con cui il cibo è preparato e distribuito nei nostri servizi, quindi io auspico che questa ricerca di conoscenza ispiri l'Amministrazione Comunale e quindi possano esserci le forme più idonee a queste rilevazioni che ritengo saranno molto istruttive. Dal punto di vista dell'esito dell'interpellanza, io faccio un atto di fiducia nei confronti dell'Assessora, dato che dovrà passare in Commissione tutta l'operazione della ristorazione scolastica, immagino anche la presentazione del bando della ristorazione scolastica, forse non è dovuto amministrativamente, spero lo senta come dovere politico, in quell'occasione riprendiamo sulla base di una sua informativa le eventuali nuove idee che possano essere emerse per avviare questo tipo di monitoraggio. |