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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 5 Febbraio 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 3
INTERPELLANZA 2018-00190
"MENSA SCOLASTICA" PRESENTATA IN DATA 19 GENNAIO 2018 - PRIMA FIRMATARIA ARTESIO.
Interventi
LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario)
Passiamo quindi all'interpellanza successiva della Consigliera Artesio, l'oggetto
dell'interpellanza 190 è:

"Mensa scolastica"

LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario)
Risponde l'Assessora Patti, prego, Assessora.

PATTI Federica (Assessora)
Buongiorno. In merito all'interpellanza della Consigliera Artesio, dove viene chiesto se
siano noti all'Amministrazione Comunale comportamenti alimentari afferenti al pasto
domestico, facendo anche riferimento a ciò che è avvenuto a Firenze, io mi sono poi
premurata di chiamare l'Assessore di Firenze per capire come loro avevano agito sui
controlli e in effetti loro hanno fatto i controlli come ristorazione scolastica, i numeri
però sono decisamente diversi perché hanno 44 non aderenti al servizio di ristorazione.
Quello che abbiamo noi come informazione, riguardo i comportamenti, sono più di tipo
informale, tipo informale dato da insegnanti piuttosto che da alcune cose riportate,
alcuni fatti riportati dal personale delle aziende ristoratrici. Lei chiede se non si ritenga
opportuno fare una rilevazione in maniera più adeguata, è una cosa che avevamo
pensato, ma vista anche la tensione che c'era stata inizialmente, soprattutto nello scorso
anno scolastico, tra i genitori, diciamo, del Caro Mensa e l'Amministrazione, come
anche dei genitori del Caro Mensa con le direzioni scolastiche, forse in quel momento
non ci era sembrato opportuno iniziare a capire come rilevare questa situazione, io
personalmente mi sono recata in alcuni refettori, in particolare un refettorio che mi ha
colpito nella zona nord di Torino, non dico il nome della scuola, dove i pasti consumati
erano molti con bibite, quali Coca Cola e succhi di frutta e in alcuni casi anche porzioni
monodose di pasta, anche in versione consistente come unico, come dire, elemento di
cui cibarsi, in molti avevano dei panini e quindi la situazione, che io ho visto, non era
confortante, viste anche tutte le numerose azioni che stiamo facendo, quali, sulla
formazione degli insegnanti insieme all'ufficio scolastico regionale all'ASL, sia il
percorso che stiamo attuando per riformare le Commissioni Mensa, stanno in un
qualche modo ricreando dei rapporti più sereni, diciamo, all'interno delle istituzioni
scolastiche ed è all'interno di questo anno che, come dire, ci eravamo un po' immaginati
di capire come, con le autonomie scolastiche provare ad immaginare un percorso di
rilevazione o perlomeno di monitoraggio di quelli che sono i comportamenti alimentari
all'interno delle scuole, anche capire come farli, perché non è proprio banalissimo il
modo e chi deve farli.

LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario)
Grazie, Assessora. Prego, Capogruppo Artesio.

ARTESIO Eleonora
Grazie. L'Amministrazione Comunale di Torino si sta prestando al nuovo bando della
ristorazione scolastica e tutti ci stiamo avvicinando alla conclusione dell'anno
scolastico, credo che l'Amministrazione Comunale non dovrebbe perdere l'opportunità
di sistemare sul piano teorico quanto avvenuto in questi ultimi anni e quindi che non
debba perdere l'occasione di conoscere le motivazioni e la consistenza dei
comportamenti che sono stati adottati da coloro che hanno deciso unilateralmente di
scindere il contratto con il loro tempo scuola e con il servizio erogato
dall'Amministrazione Comunale. Anche io in modo informale ho avuto modo di
verificare alcune situazioni, probabilmente abbiamo visto le stesse, probabilmente
avendo visto le stesse abbiamo le medesime ragioni di preoccupazione. La
preoccupazione prevalente è quella riferita al fatto che, il tempo della mensa che anche
la sentenza del Tribunale Ordinario definisce essere pienamente tempo scuola, sia
diventato, nel contesto attuale, un momento diverso dagli obiettivi preliminari del tempo
scuola, ovvero, anziché un momento di emancipazione nell'eguaglianza, un momento di
rappresentazione delle diseguaglianze e che queste disuguaglianze, evidentemente
indotte da ragioni diverse, tempi della famiglia o possibilità economiche della famiglia
si riproducano e si manifestino nel tipo di alimenti consumati. Io credo quindi che
questo, il problema di conoscere sia assolutamente un dovere dell'Amministrazione
Comunale e lo dico anche sulla base di una fondatezza formale, perché non è che le
sentenze possano essere applicate da qualcuno quando sono loro favorevoli e poi
disattese quando sono sfavorevoli, in modo particolare se la sentenza del Tribunale
sostiene che il permanere presso la scuola nell'orario della mensa costituisce un diritto
soggettivo perfetto e poi ancora dice: "che se la permanenza è diritto soggettivo
perfetto, quindi la refezione scolastica offerta dal Comune non può diventare
obbligatoria e deve comunque aver luogo il consumo del pasto negli stessi locali della
scuola, questo introduce anche il pasto domestico come una delle variabili organizzative
del tempo scuola". Quindi la legittimità, trasferendo il tema da un comportamento
privato ad un comportamento pubblico di poter conoscere quali siano le tipologie delle
scelte è evidentemente sostenuta dalla stessa sentenza. Perché dico che dobbiamo
conoscere queste tipologie? Per le ovvie ragioni di discriminazione a cui facevo cenno
prima, ma anche per capire proprio perché stiamo ricostruendo un bando per la
refezione scolastica, quali possono essere le preferenze che orientano i genitori a
preparare in proprio il pasto, piuttosto che affidarsi ad un menù, equilibrato
sicuramente, igienico sicuramente, appetibile, forse, predisposto dai nostri uffici
congiuntamente alle ASL e ai servizi nutrizionali. Non dico che ci siano molti casi in
Torino quali quello rilevato dal Comune di Firenze, per cui una mamma premurosa e
così solerte nel rispetto del servizio pubblico da riprodurre in proprio lo stesso menù
della mensa scolastica, ma curandone direttamente la confezione. Certamente però noi
sappiamo di avere di fronte situazioni in cui ci sono pasti predisposti secondo le
preferenze dei bambini e situazioni di pasti frettolosi, non ci sono giudizi morali su
questi comportamenti, ci mancherebbe, non siamo certo qui per questo, non abbiamo
questa titolarità, c'è sicuramente però una possibilità di moral suasion, cioè conoscere
quelle tipologie ci aiuta a capire se siamo di fronte ad un problema di natura economica,
ad un problema di gradimento del cibo, ad un problema di fiducia nei confronti delle
forme con cui il cibo è preparato e distribuito nei nostri servizi, quindi io auspico che
questa ricerca di conoscenza ispiri l'Amministrazione Comunale e quindi possano
esserci le forme più idonee a queste rilevazioni che ritengo saranno molto istruttive. Dal
punto di vista dell'esito dell'interpellanza, io faccio un atto di fiducia nei confronti
dell'Assessora, dato che dovrà passare in Commissione tutta l'operazione della
ristorazione scolastica, immagino anche la presentazione del bando della ristorazione
scolastica, forse non è dovuto amministrativamente, spero lo senta come dovere
politico, in quell'occasione riprendiamo sulla base di una sua informativa le eventuali
nuove idee che possano essere emerse per avviare questo tipo di monitoraggio.

LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario)
Bene.
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