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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 5 Febbraio 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 11

Comunicazioni della Sindaca su "Servizio decoro Amiat".
Interventi
TISI Elide
Sì, grazie, Presidente. Io ero già intervenuta nel merito di una richiesta di
comunicazioni, nello scorso Consiglio Comunale, al di là del tema specifico, sulla
questione più generale delle persone senza dimora e in quell'occasione avevo già
chiesto, anche per la complessità del tema che stiamo affrontando, che venisse ripresa
questa tematica approfondendola in Commissione, eventualmente anche con il
coinvolgimento delle persone che più direttamente lavorano con i senza dimora. Quello
che però mi ha colpito, negli ultimi giorni, sono stati i messaggi anche contraddittori
che sono emersi da quest'Amministrazione: da un lato la Sindaca, che solo qualche
giorno fa ha dichiarato che la città non avrebbe mai provveduto a realizzare
allontanamenti forzosi dalle vie del centro e da qualunque altra via della città
equiparando via Bologna a via Roma, come è giusto che sia, dall'altro delle
informazioni giornalistiche che, invece, ci hanno rappresentato una modalità, direi poco
rispettosa della dignità delle persone, se questa è stata effettivamente la modalità con cui
sono stati realizzati questi allontanamenti. Allora, io credo che in queste contraddizioni
la cosa che si è un po' persa di vista è la necessità di coniugare il diritto delle persone
che vivono in questa città alla..., io non vorrei chiamarlo il decoro, ma credo, agli aspetti
più igienico-sanitari di cui ogni città, ogni zona della città, credo, debba meritare
attenzione; dall'altro, la centralità, i bisogni e le differenze che chi si trova in una
situazione di mancanza, di privazione, di senza dimora - come appunto vengono definite
- si trova a dover vivere. Dicevo dignità e differenze, perché certamente una città degna
di questo nome non può non avere come obiettivo ultimo quello di non smettere mai di
cercare di offrire un'opportunità a tutti. Un'opportunità che sia confacente con i bisogni
delle persone, e la domanda e il dubbio che io oggi pongo è se in questo momento la
Città ha un'offerta di prima accoglienza, quindi il primo approccio, la cosiddetta bassa
soglia, sufficiente nel momento in cui anche soltanto la metà di quelli che oggi vivono
in strada volessero essere accolti, anche soltanto in una struttura di bassa soglia e
salvavita. In passato è accaduto di trovarci con situazioni, in piazza San Giovanni, di
20-15 siriani arrivati a Torino, passando attraverso la rotta balcanica, che hanno
necessitato di un intervento di emergenza nell'immediatezza della loro presenza, ma
non necessariamente di percorsi di accoglienza, ma di dover affrontare condizioni
climatiche che non consentivano quel tipo di permanenza. Allora, io credo
nell'approfondimento, che spero davvero in Commissione il Presidente vorrà prevedere
di affrontare questa tematica. Noi, oggi, siamo in grado di offrire questo tipo di risposte
e poi l'altro aspetto, che invece è molto più politico, la coerenza con i messaggi che si
trasmettono; perché le persone, i cittadini che auspicano di vivere, come dire, nel
migliore dei modi possibili e chi si trova in una condizione di estrema facilità,
sicuramente, ha bisogno di avere una coerenza nei messaggi per non essere disorientato
e credo, anche, che dobbiamo avere la consapevolezza che, probabilmente, ci sono
persone - cosiddette irriducibili - per le quali occorre mantenere un monitoraggio forte e
cercare di aiutarli negli unici posti, laddove è possibile farlo, ma credo che accanto a
questo ci sia la necessità di continuare a non rassegnarsi all'idea di avere così tante
persone che vivono in strada.

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