Interventi |
TISI Elide Sì, grazie, Presidente. Io ero già intervenuta nel merito di una richiesta di comunicazioni, nello scorso Consiglio Comunale, al di là del tema specifico, sulla questione più generale delle persone senza dimora e in quell'occasione avevo già chiesto, anche per la complessità del tema che stiamo affrontando, che venisse ripresa questa tematica approfondendola in Commissione, eventualmente anche con il coinvolgimento delle persone che più direttamente lavorano con i senza dimora. Quello che però mi ha colpito, negli ultimi giorni, sono stati i messaggi anche contraddittori che sono emersi da quest'Amministrazione: da un lato la Sindaca, che solo qualche giorno fa ha dichiarato che la città non avrebbe mai provveduto a realizzare allontanamenti forzosi dalle vie del centro e da qualunque altra via della città equiparando via Bologna a via Roma, come è giusto che sia, dall'altro delle informazioni giornalistiche che, invece, ci hanno rappresentato una modalità, direi poco rispettosa della dignità delle persone, se questa è stata effettivamente la modalità con cui sono stati realizzati questi allontanamenti. Allora, io credo che in queste contraddizioni la cosa che si è un po' persa di vista è la necessità di coniugare il diritto delle persone che vivono in questa città alla..., io non vorrei chiamarlo il decoro, ma credo, agli aspetti più igienico-sanitari di cui ogni città, ogni zona della città, credo, debba meritare attenzione; dall'altro, la centralità, i bisogni e le differenze che chi si trova in una situazione di mancanza, di privazione, di senza dimora - come appunto vengono definite - si trova a dover vivere. Dicevo dignità e differenze, perché certamente una città degna di questo nome non può non avere come obiettivo ultimo quello di non smettere mai di cercare di offrire un'opportunità a tutti. Un'opportunità che sia confacente con i bisogni delle persone, e la domanda e il dubbio che io oggi pongo è se in questo momento la Città ha un'offerta di prima accoglienza, quindi il primo approccio, la cosiddetta bassa soglia, sufficiente nel momento in cui anche soltanto la metà di quelli che oggi vivono in strada volessero essere accolti, anche soltanto in una struttura di bassa soglia e salvavita. In passato è accaduto di trovarci con situazioni, in piazza San Giovanni, di 20-15 siriani arrivati a Torino, passando attraverso la rotta balcanica, che hanno necessitato di un intervento di emergenza nell'immediatezza della loro presenza, ma non necessariamente di percorsi di accoglienza, ma di dover affrontare condizioni climatiche che non consentivano quel tipo di permanenza. Allora, io credo nell'approfondimento, che spero davvero in Commissione il Presidente vorrà prevedere di affrontare questa tematica. Noi, oggi, siamo in grado di offrire questo tipo di risposte e poi l'altro aspetto, che invece è molto più politico, la coerenza con i messaggi che si trasmettono; perché le persone, i cittadini che auspicano di vivere, come dire, nel migliore dei modi possibili e chi si trova in una condizione di estrema facilità, sicuramente, ha bisogno di avere una coerenza nei messaggi per non essere disorientato e credo, anche, che dobbiamo avere la consapevolezza che, probabilmente, ci sono persone - cosiddette irriducibili - per le quali occorre mantenere un monitoraggio forte e cercare di aiutarli negli unici posti, laddove è possibile farlo, ma credo che accanto a questo ci sia la necessità di continuare a non rassegnarsi all'idea di avere così tante persone che vivono in strada. |