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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 5 Febbraio 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 11

Comunicazioni della Sindaca su "Servizio decoro Amiat".
Interventi
VERSACI Fabio (Presidente)
Il punto successivo sono delle richieste di comunicazioni. Scusate, colleghi, un po' di
silenzio, grazie. Richiese di comunicazioni:

"Servizio decoro AMIAT"

VERSACI Fabio (Presidente)
Risponde l'Assessore Finardi, prego.

FINARDI Roberto (Assessore)
Grazie, Presidente. "Il mantenimento del decoro cittadino e della sicurezza urbana
rientrano fra le priorità dei compiti della Polizia Municipale che opera quotidianamente
sul territorio attraverso le pattuglie decoro appositamente istituite. La presenza di
clochard dormienti nella zona centrale crea non pochi problemi di igiene e pulizia del
luogo in cui stazionano; gli stessi presentano situazioni contingenti molto variegate tra
loro a causa della nazionalità, delle situazioni personali, dell'uso e/o abuso di sostanze
alcoliche, stupefacenti, eccetera. Nell'ambito dell'Amministrazione Comunale, pur
essendo la calendarizzazione di tali interventi di responsabilità della Polizia Municipale,
è presente una strettissima collaborazione tra chi opera nell'ambito del welfare e di chi
si occupa della sicurezza dei cittadini, basti pensare ai nuclei dedicati ad attività di
prossimità o allo stesso nucleo edilizia abitativa e assistenza. Occorre però distinguere
tre proposte offerte dall'Amministrazione a questi soggetti per trovare una sistemazione
nei dormitori e/o iniziare dei percorsi di integrazione e di cura ed attività finalizzate alle
risposte ai cittadini che richiedono rispetto delle regole di civile convivenza (possibilità
di accedere all'abitazione e ai negozi con condizioni igieniche decorose, eccetera,
eccetera). L'attività della Polizia Municipale di controllo clochard, derivata dai
numerosissimi esposti pervenuti alla Polizia Municipale, circa 100 nel 2017, è
finalizzata esclusivamente al ripristino dell'igiene e del decoro e riveste carattere di
operazione di Polizia. Il servizio programmato dal responsabile del Comando Sezione 1,
in accordo con il Comando, viene svolto una volta a settimana, solitamente il martedì o
il giovedì dalle ore 07.30 congiuntamente al personale e ai mezzi dell'AMIAT e
prevede il controllo di tutte le località nelle quali si ha la presenza di senza fissa dimora.
Le maggiori difficoltà che si oppongono ad una risoluzione o almeno alla diminuzione
del fenomeno dei senza fissa dimora, sono causate dalla reticenza con cui sono accolte
le forme di aiuto offerte dalle strutture istituzionali ed anche presumibilmente dal fatto
che soprattutto nel periodo invernale nella zona centrale vengono forniti agli stessi, da
parte di privati cittadini o associazioni, materiale per creare giacigli notturni e cibo. Per
rendere più incisivi i controlli a partire dal 2015 la Polizia Municipale ha stilato un
protocollo operativo abitualmente adottato soprattutto dagli agenti del Comando
Sezione 1 che prevede l'invito ad allontanarsi raccogliendo i propri beni, ovviamente
incluse le coperte; in tutte le occasioni la comunicazione di informazioni sulle strutture
messe a disposizione della città per ricevere assistenza, tre, intervento della Società
AMIAT per la pulizia del sito con prodotti igienizzanti nonché per la rimozione dei
rifiuti presenti: carta, avanzi di cibo, bottiglie, cicche di sigarette e quant'altro e di
quanto sia stato lasciato dai senza fissa dimora. I controlli proseguiranno con le
modalità già poste in atto". Grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie, Assessore Finardi. È iscritta a parlare la Capogruppo Artesio che ne ha facoltà
per cinque minuti.

ARTESIO Eleonora
Grazie. Il termine "decoro urbano" riferito a queste situazioni che sono comparse sui
quotidiani nella settimana scorsa, è attribuito evidentemente in ragione di una
indulgenza rispetto al tema dei DASPO urbani e rispetto alle modalità con le quali la
questione è stata raccontata sugli organi di informazione. Credo che la complessità del
tema non possa corrispondere evidentemente alla sola accezione del decoro urbano.
Partirei dall'inizio. Abbiamo letto in questa settimana che il servizio nasce all'interno
dell'organizzazione del Comando dei Vigili Urbani ed era attivo fin dal 2015, poi
abbiamo letto dalle dichiarazioni del neo comandante del Corpo di Polizia Municipale
che saranno 20 anni che si effettuano questi interventi, che sono caratterizzati
prevalentemente come questioni di igiene ambientale a cui i Vigili Urbani danno
supporto; poi abbiamo letto una dichiarazione dell'Assessore alle Politiche Sociali, che
dichiara di non essere informata di questi procedimenti, salvo accertamenti da
realizzarsi in seno alla Giunta e in seno alla struttura. Con la sua risposta assumiamo il
fatto che l'operazione è in capo al Comando di Polizia Municipale e che il Comando di
Polizia Municipale opera in forma bisettimanale attraverso le metodiche che lei ha
descritto, allora... (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Opera una volta a
settimana, nelle metodiche da lei descritte. Allora, questa è la prima informazione che
assumiamo; il commento allo stato delle cose. Allora, appare evidente che esistano, in
tutte le Amministrazioni, delle procedure volte a conservare la pulizia dei luoghi. È
altrettanto evidente che in queste situazioni specifiche gli interventi di rimozione e di
pulizia non coinvolgono l'abbandono di materiali e di cose, ma coinvolgono la presenza
di persone e quindi non può essere un intervento esclusivamente di carattere ambientale.
È ovvio che non essendo un intervento di questa natura, è un intervento che prevede la
collaborazione delle competenze sociali e la collaborazione delle competenze sociali,
evidentemente, non può essere improvvisata; non basta leggere un documento nel quale
si comunica l'elenco delle sedi di ricovero e di ospitalità notturna, evidentemente va
condotto da coloro che hanno la professionalità per farlo, cioè una professionalità
relazionale sul piano sociale. È ovvio che la competenza relazionale è anche dei Vigili
Urbani, ma non esisterebbero professioni sociali se non esistesse una squisitamente
dedicata alle relazioni con queste particolari condizioni sociali. Quindi il primo tema è:
come comunica il Comando di Polizia Municipale con l'organizzazione dei Servizi
Sociali? Questo mi pare il primo tema, perché forse se avvenissero in modo compreso le
varie procedure che lei, Assessore, ha elencato, non rileggeremmo sui giornali che la
persona viene addirittura informata da uno dei condomini sul fatto che si stanno
asportando le carte, i cartoni, le coperte, il giaciglio, così come abbiamo letto sui
giornali. Se le persone fossero state preventivamente avvertite o avrebbero cercato la
soluzione nell'elenco delle opportunità messe a disposizione, oppure, avrebbero
provveduto a trasferirsi per non incorrere in quel tipo di comportamenti adottati sia
dall'AMIAT, sia dal Comando di Polizia Municipale. Quindi, il tema è che ci sembra
essere mancata una comunicazione tra le due competenze che intervengono su questa
questione. Terza ed ultima questione, sulla quale concludo, è quella delle alternative,
perché abbiamo già discusso in questo Consiglio, nella settimana scorsa, il tema
dell'emergenza freddo. Abbiamo ricevuto una serie di informazioni; io faccio presente
soltanto una questione, che gli altri colleghi hanno già approfondito: esiste un tema di
riorganizzazione dei posti letto nei ricoveri notturni; esiste un tema dei servizi a bassa
soglia, dove la bassa soglia, evidentemente, contempla che le persone che accedano
siano accolte per come sono, per il tempo in cui vogliano permanere e non siano
necessariamente disponibili all'inserimento in un circuito di inclusione sociale. La loro
prima preoccupazione è di ripararsi da un rischio immediato; la prima preoccupazione
di una società civile sarebbe proteggerli da quel rischio immediato. Allora, siamo sicuri
che sulla bassa soglia ci sia la potenzialità sufficiente? Siamo sicuri che se domani le
persone, che sono state contattate nell'altra tipologia di intervento, quella della Polizia
Municipale, decidessero di rivolgersi ai servizi a bassa soglia, troverebbero
l'accoglienza necessaria anche solo dal punto di vista numerico? A me sembra che la
questione abbia bisogno di una regia e di un governo più condivisi tra la dimensione
sociale e la dimensione del controllo del territorio e che questo governo condiviso non
debba vedere, come vittime della mancata condivisione, i diretti interessati, come
abbiamo letto, ma neanche le professionalità dell'ente perché le professionalità
dell'ente, in questa vicenda, risultano tutte umiliate: una quelle sociali, per non essere
state attori, anzi essere risultati un elemento di contraddittorietà; la Boa Urbana Mobile
porta le coperte, la Polizia Municipale le sottrae, e dall'altro lato, umiliate, perché
diventano, come dire, gli esecutori di ordini di cui fino a questa risposta non sapevamo
nemmeno l'origine.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie. Ho iscritto a parlare il Capogruppo Ricca, ne ha facoltà per cinque minuti.

RICCA Fabrizio
Grazie, Presidente. Premesso che è da due Consigli che iniziamo con una richiesta di
comunicazioni, nata anche da alcune dichiarazioni, diciamo, dubbie da parte del neo
Comandante della Polizia Municipale. Detto questo, partiamo da un punto che così
come dichiarato dagli stessi clochard non vanno nei dormitori per paura. Quindi, io
inizierei a ragionare su quello che è l'ambiente che si vive all'interno di questi dormitori
e probabilmente del senso di insicurezza percepito dalle persone che li utilizzano e se
qualcuno sceglie di dormire per strada al freddo, anziché in un dormitorio,
evidentemente, qualche problema strutturale in quel tipo di strutture, mi permetto di
dire, che ci potrebbe essere. Questo, Assessore, lo chiedo anche al Presidente della IV
Commissione: merita un approfondimento importante perché non possiamo permettere
che determinate strutture che paghiamo, che facciamo in modo che siano il più efficienti
possibili, così efficienti non siano tanto, perché le persone poi continuano a dormire per
strada. Detto questo, la cosa che mi ha lasciato perplesso, so che non è beneficenza
penosa, però l'Amministrazione cerca comunque di incentivare il fatto che, in maniera
caritatevole, i cittadini possano regalare coperte e tutte quelle cose che possano servire
per queste persone sfortunate che vivono per strada. Mi fa un po' arrabbiare sapere che
la Polizia Municipale, credo, con qualche ordine di servizio, verbale o non, possa andare
ad intervenire buttando via quello che l'Amministrazione chiede di regalare, in maniera
totalmente spontanea. Quando qualcuno regala questo tipo di beni non lo fa per farsi
vanto, ma lo fa, sicuramente, con il cuore e sapere che, dopo questi interventi, la roba
presa venga buttata nei cassonetti dell'immondizia fa doppiamente male. Terzo - questa
è la cosa che mi fa arrabbiare di più - definire spazzini le persone, gli agenti della
Polizia Municipale che intervengono in quel tipo di situazioni crea - mi permetto di
dire- due dubbi: uno perché, davvero, vengano considerati - gli agenti della Polizia
Municipale - solamente degli spazzini, questo va a denigrare il loro lavoro e denigra
anche quello degli operatori ecologici che tutti i giorni cercano di tenere pulita la nostra
città ma, secondo, fa passare il concetto che quelle persone che vengono spazzate via
siano immondizia, che le persone siano immondizia da buttare via. Ecco, io questo non
lo posso assolutamente permettere e credo che le parole rilasciate da questa intervista
(io vorrei un po' più di lavoro, ma avremmo modo di dirlo al Comandante, domani,
quando verrà in Capigruppo, magari un po' meno mediatico e un pochino più
operativo): "Non è che facciamo un servizio di allontanamento, né DASPO urbano, né
applichiamo le sanzioni amministrative previste dal decreto Minniti; non è
un'operazione di Polizia, è un'operazione di supporto agli operatori AMIAT, facciamo
gli spazzini". Ecco, io credo che, per questo, vorrei pubblicamente che vengano fatte le
scuse, ma non da parte dell'Assessore, ma da chi ha rilasciato queste dichiarazioni
perché, ripeto, non possiamo pensare di accomunare le persone che vivono per strada
all'immondizia. Detto questo, io sono convinto che l'Amministrazione, nelle repliche,
avrà modo di poter intervenire, far valere la posizione di buon senso, soprattutto
l'Assessore Schellino che, sono convinto, voglia lavorare tutti i giorni per risolvere
questi problemi; risolviamo questi problemi evitando determinati tipi di dichiarazioni,
consigliando, magari, di poter tenere nel silenzio alcuni pensieri e, secondo, magari
andando a migliorare quelle che sono le strutture dei dormitori che sono all'interno della
nostra città per fare in modo che chi ne va ad usufruire possa passare delle notti un
pochino più confortevoli.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie. È iscritta a parlare la Consigliera Tisi, ne ha facoltà per cinque minuti.

TISI Elide
Sì, grazie, Presidente. Io ero già intervenuta nel merito di una richiesta di
comunicazioni, nello scorso Consiglio Comunale, al di là del tema specifico, sulla
questione più generale delle persone senza dimora e in quell'occasione avevo già
chiesto, anche per la complessità del tema che stiamo affrontando, che venisse ripresa
questa tematica approfondendola in Commissione, eventualmente anche con il
coinvolgimento delle persone che più direttamente lavorano con i senza dimora. Quello
che però mi ha colpito, negli ultimi giorni, sono stati i messaggi anche contraddittori
che sono emersi da quest'Amministrazione: da un lato la Sindaca, che solo qualche
giorno fa ha dichiarato che la città non avrebbe mai provveduto a realizzare
allontanamenti forzosi dalle vie del centro e da qualunque altra via della città
equiparando via Bologna a via Roma, come è giusto che sia, dall'altro delle
informazioni giornalistiche che, invece, ci hanno rappresentato una modalità, direi poco
rispettosa della dignità delle persone, se questa è stata effettivamente la modalità con cui
sono stati realizzati questi allontanamenti. Allora, io credo che in queste contraddizioni
la cosa che si è un po' persa di vista è la necessità di coniugare il diritto delle persone
che vivono in questa città alla..., io non vorrei chiamarlo il decoro, ma credo, agli aspetti
più igienico-sanitari di cui ogni città, ogni zona della città, credo, debba meritare
attenzione; dall'altro, la centralità, i bisogni e le differenze che chi si trova in una
situazione di mancanza, di privazione, di senza dimora - come appunto vengono definite
- si trova a dover vivere. Dicevo dignità e differenze, perché certamente una città degna
di questo nome non può non avere come obiettivo ultimo quello di non smettere mai di
cercare di offrire un'opportunità a tutti. Un'opportunità che sia confacente con i bisogni
delle persone, e la domanda e il dubbio che io oggi pongo è se in questo momento la
Città ha un'offerta di prima accoglienza, quindi il primo approccio, la cosiddetta bassa
soglia, sufficiente nel momento in cui anche soltanto la metà di quelli che oggi vivono
in strada volessero essere accolti, anche soltanto in una struttura di bassa soglia e
salvavita. In passato è accaduto di trovarci con situazioni, in piazza San Giovanni, di
20-15 siriani arrivati a Torino, passando attraverso la rotta balcanica, che hanno
necessitato di un intervento di emergenza nell'immediatezza della loro presenza, ma
non necessariamente di percorsi di accoglienza, ma di dover affrontare condizioni
climatiche che non consentivano quel tipo di permanenza. Allora, io credo
nell'approfondimento, che spero davvero in Commissione il Presidente vorrà prevedere
di affrontare questa tematica. Noi, oggi, siamo in grado di offrire questo tipo di risposte
e poi l'altro aspetto, che invece è molto più politico, la coerenza con i messaggi che si
trasmettono; perché le persone, i cittadini che auspicano di vivere, come dire, nel
migliore dei modi possibili e chi si trova in una condizione di estrema facilità,
sicuramente, ha bisogno di avere una coerenza nei messaggi per non essere disorientato
e credo, anche, che dobbiamo avere la consapevolezza che, probabilmente, ci sono
persone - cosiddette irriducibili - per le quali occorre mantenere un monitoraggio forte e
cercare di aiutarli negli unici posti, laddove è possibile farlo, ma credo che accanto a
questo ci sia la necessità di continuare a non rassegnarsi all'idea di avere così tante
persone che vivono in strada.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie. Ho iscritto a parlare la Consigliera Ferrero, ne ha facoltà per cinque minuti.

FERRERO Viviana
Grazie, Presidente. Io credo che non si tratta certo di decoro urbano, ma di decoro della
persona, di sopravvivenza al freddo e al gelo; dignità per loro, sicuramente, ma anche
per coloro che abitano in quelle zone. Le patologie che queste persone, che vivono per
strada, spesso sviluppano sono comunque declinate in un certo disadattamento, in una
incapacità di relazione, nell'accumulo compulsivo e anche nella paura di perdere le
proprie cose. Si sta però svolgendo un lavoro enorme nei dormitori. Noi siamo andati a
visitarne alcuni - io inviterei la Commissione a visitarli tutti - e da quello che abbiamo
visto, comunque, i dormitori offrono un assoluto comfort; il problema è proprio
l'accettazione dell'aiuto e lo sappiamo benissimo. Io vorrei dire che ci sono anche dei
buonismi elettorali, che ci sono, anche, delle strumentalizzazioni di questo periodo per
uscire con un trafiletto; ecco, giocarselo sui clochards mi sembra veramente poco
dignitoso. Nessuno assimila, sicuramente, le persone all'immondizia; nessuno
delegittimi, però, anche il lavoro dei tanti operatori - che in questo periodo, al freddo, di
notte, vanno a cercare di convincere queste persone ad andare nelle case - delle tante
associazioni e anche degli operatori. Si può fare di più, si può fare meglio, sicuramente
sì; la politica deve coordinare ancora meglio gli interventi, mettere insieme le Forze
dell'Ordine, le varie associazioni, questo sì. L'estrema fragilità è uno degli argomenti
nostri, di mandato elettorale e nessuno si è sottratto a questo impegno, però come dico
non facciamo bandiera di problematiche che tra l'altro ci sono da tempo e che,
comunque, in qualche modo si cerca continuamente e sempre di superare, grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie a lei. Ho iscritto a parlare il Consigliere Iaria, ha ancora tre minuti a
disposizione.

IARIA Antonino
Grazie, io sarò molto più breve, penso che questo argomento sia chiaramente degno di
un approfondimento in Commissione, lo faremo molto volentieri. È chiaro, anche, che
però la coerenza dell'attività politica non si misura dagli articoli di giornale - questo lo
voglio dire a verbale - perché mi sembra che ci sia un approccio a questo problema da
tutti i punti di vista: dal punto di vista del sociale, delle strutture e dalla parte, anche,
dedicata alla sicurezza di tutti. Quindi, io propongo, cioè propongo: calendarizzeremo
una Commissione sul tema proprio per fare il punto della situazione, grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Consigliera Canalis, ha ancora trenta secondi a disposizione perché li ha utilizzati...

CANALIS Monica
Sì, grazie, Presidente. Mi premeva semplicemente rispondere a quanto ho sentito poco
fa. La scorsa settimana nessuno di noi ha speculato, né infierito su quanto è accaduto
alla Pellerina, perché ci rendiamo perfettamente conto della delicatezza della materia.
Detto questo, non possiamo ricevere accuse sul fatto che stiamo facendo del buonismo
elettorale. Le parole hanno un valore e quindi invito la Giunta, la Sindaca, il
Comandante dei Vigili a pesarle con maggiore attenzione, perché se è vero che nessuno
può essere allontanato con la forza, è anche vero che l'obiettivo di una città civile è
quello che nessuno dorma per strada. L'obiettivo di una città civile è che non si
equiparino le persone ad oggetti e che i Vigili non si autodefiniscano spazzini. Quindi,
invito tutti a ritornare un po' in noi stessi, visto che stiamo parlando appunto di persone
in difficoltà. E poi richiamandomi a quello che hanno già detto Artesio e Tisi il tema di
fondo è: se noi davvero crediamo di dover fare maggiori sforzi per convincere queste
persone ad uscire dalla strada - perché la strada non è una condizione dignitosa -
avremmo oggi i posti sufficienti per accoglierle? Questo è il punto; oggi temo che non li
abbiamo.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie. Ho iscritto a parlare l'Assessora Schellino, prego.

SCHELLINO Sonia (Assessora)
Cerco di essere sintetica perché tanto ci sarà un approfondimento in Commissione. Dico
solo alcune cose su alcuni punti: il tema che credo sia quello più importante, tra quelli
che avete toccato, è il tema della capienza dei posti a bassa soglia. Per anni ci siamo
sentiti dire che Pellerina era troppo grande; ce lo siamo sentiti dire - anche agli
Assessori prima di me - che era indecente, che era brutta, che le persone non dovevano
andare lì, che si dovevano trovare soluzioni alternative. Allora, gradualmente - come ho
già detto nell'intervento della settimana scorsa - abbiamo provato a superare Pellerina,
ma rendendoci conto che è un luogo a bassa soglia, che consente alle persone..., che sia
un luogo salvavita è assolutamente fondamentale. Quest'anno non lo abbiamo chiuso,
ma lo abbiamo abbassato a 60 posti. Tutti i posti non sono stati persi, sono stati spostati,
con l'iniziativa che conoscete dalla quale abbiamo ampiamente parlato, con un
protocollo di collaborazione con ASL, Città della Salute, eccetera. Quindi i posti sono
esattamente uguali, solo che invece di avere i 150 posti a Pellerina, i posti sottratti a
Pellerina sono posti più dignitosi, posti che si prendono più in carico le persone, posti
che invogliano ad entrarci. Il giorno in cui troveremo un luogo - io spero che accadrà -
più confortevole, più protetto, meno marginale nella città, dove si possa però sempre
garantire questa funzione salvavita, faremo lo spostamento di Pellerina, non prima.
Ampliare di nuovo Pellerina vorrebbe dire, semplicemente, che tutto quello che è stato
criticato: perché è brutta, perché è grande, perché non ci vogliono andare, sarebbe
sconfessare una linea di programma che non riteniamo di fare. Faccio presente che negli
anni passati, Pellerina, a volta era mezza vuota; quest'anno essendo più piccola
(abbiamo controllato i dati l'anno scorso, li ho monitorati sistematicamente) c'erano
delle giornate in cui c'erano 80 posti liberi a Pellerina, molte di queste giornate.
Quest'anno ci sono sempre in media una decina di posti. È chiaro che dovremmo avere
più posti con le caratteristiche di Pellerina dal punto di vista dell'accessibilità: quindi il
libero accesso, la possibilità di avere anche un minimo di vuoto, perché se arrivano dei
gruppi, improvvisamente, li possiamo sistemare, eccetera. Teniamo presente che esiste
anche la Protezione Civile e che tutti gli anni, sul Piano inverno, viene stanziata una
somma per far fronte alla messa a punto, in brevissimo tempo - con l'aiuto della
Protezione Civile - di luoghi: un anno è stato fatto all'interno di Porta Nuova; in altre
occasioni è stato fatto in altri posti, in luoghi dove far andare le persone che -
eventualmente in momenti di particolare freddo - si dovessero collocare. Non la faccio
lunga, l'approfondiamo in un'altra sede. Faccio, invece, un altro punto sul tema del
vocabolario utilizzato: la parola spazzini. Io non ero presente all'intervista del
Comandante, quindi non mi metto né ad accusare, né a difendere persone, quando non
ho sentito direttamente. Vi è solo però un dubbio, all'intervista mia, quella che è uscita
molto male, dove sembro una deficiente, sprovveduta, che non sa che cosa fanno gli
altri; erano presenti quattro persone che quando hanno letto l'intervista mi hanno detto:
"Ma eri tu questa?". Allora, al di là del rapporto mio col giornalista, al quale ho fatto
presente che ha fatto una restituzione non esattamente, diciamo, coerente a quello che
era stato detto - non voglio qui fare polemica nei confronti di un giornalista, che tra
l'altro stimo anche - però sono cose che succedono. Vi invito, vi esorto, quando leggete
i giornali a tener presente che i titoli a volte vengono fatti (audio disturbato) per attirare
l'attenzione, per vendere; ci sono mille ragioni per cui si fanno dei titoli, ad effetto,
utilizzando anche dei termini così, insomma, che catturano l'attenzione. Quindi, mentre
nel mio caso, a volte vi dico che non mi rileggo in quello che..., magari perché non sono
capace a spiegarmi, per carità, io poi le colpe me le prendo sempre tranquillamente,
prima di dire quella persona ha detto quella cosa bisogna averla sentita con le proprie
orecchie. Al tema se vi sia o meno pericolo all'interno dei dormitori, beh, francamente
che ci sia tutto questo pericolo li monitoriamo con attenzione; quali tipi di pericolo ci
possono essere? Questo soprattutto a Pellerina che essendo a bassa soglia le persone
dormono, all'interno di Pellerina, in container di due posti. Può esserci qualche piccolo
furto, ma questo può avvenire anche in altri dormitori, può accadere che tra di loro, a
volte c'è stato qualche furto, questo è successo. Vengono monitorati questi spazi,
vengono tenuti in ordine, vengono tenuti puliti e viene anche fatto un minimo di
attenzione in ragione per cui nella maggior parte dei posti si chiedono i documenti alle
persone per sapere chi è entrato, chi ha passato la notte lì. Un reale pericolo, insomma il
Bronx non c'è, ecco! All'interno dei dormitori, ci sono i classici piccoli pericoli che ci
sono in qualsiasi luogo in condivisione. Anche quando si dorme in un rifugio di
montagna, tendenzialmente, uno si tiene addosso i valori perché non sa con chi dorme,
fatte le debite proporzioni, naturalmente. Il ruolo dei servizi è quello di accompagnare le
persone. (Audio disturbato) sono attente a stare, in particolare, vicino alle persone - che
correttamente la Consigliera Tisi ha definito gli irriducibili -, quelli che puoi aiutare
soltanto in strada, quelli ai quali puoi chiedere di spostare un attimo le loro cose per
pulire, ma che poi resteranno lì, ma perché sono persone che in nessuno modo si
possono portare via. Queste persone che sono conosciute dai Servizi, sono aiutate dai
Servizi, sono monitorate anche dal punto di vista della salute: quando c'è qualcuno che
sta male o che ha l'influenza c'è qualcuno che si preoccupa di portargli la tachipirina,
per esempio. Quello che è importante è che contano le persone. Stiamo facendo un
sacco di discussioni sulla parola sbagliata: come è uscita l'immagine dell'Assessore
piuttosto che del Comandante. Quello che ci interessa è di poter aiutare delle persone
fragili, ci interessa di poter fare dei programmi che limitino il numero di persone che
vivono in strada. I nostri cittadini, tendenzialmente, non dovrebbero vivere in strada,
quando accade - e sono gli irriducibili - cerchiamo di seguirli lì. In tutti gli altri casi
proviamo con tutte le nostre forze, con tutti i nostri mezzi della società civile, del
volontariato, della Caritas, a stare vicino alle persone e a provare a riportarle ad una vita
normale, dignitosa, con una casa o degli spazi condivisi; se sono abbastanza anziani
piuttosto in una casa di riposo. Se non ci sono alternative, a volte non vogliono, a volte
non accettano - in vita mia ne ho conosciute di persone che non si sono assolutamente
adeguate perché non vogliono - ma non credo siano moltissimi quelli che assolutamente
non vogliono. Ci sono tante persone che sono (audio disturbato) ....la vita non è stata
generosa con loro; il nostro obiettivo deve essere quello di aiutare le persone, non farci
polemica l'un l'altro. Io accetto tutte le critiche, anche la polemica, mi va bene tutto,
preoccupiamoci però soprattutto di stare vicino alle persone che hanno più bisogno
perché se stanno in strada, se sono alcolizzati, tossicodipendenti o cose di questo genere
ci sarà una ragione e quindi sono i loro problemi che dobbiamo cercare di provare a
risolvere e non... La pulizia delle strade è ovvio che ci deve essere. Il proprietario del
negozio deve poter spazzare davanti al negozio. Bilanciamo le due cose, ma
l'importante è che siamo focalizzati sui bisogni delle persone e cerchiamo di aiutarli, il
resto viene da sé e poi approfondiremo in Consiglio.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie, Assessora, come ha detto verrà approfondita nella IV Commissione Consiliare.
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