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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 29 Gennaio 2018 ore 14,00
Paragrafo n. 25
ORDINE DEL GIORNO 2018-00110
(ODG. N. 2/2018) "LICENZIAMENTO ED ESCLUSIONE DA GAE DEI DIPLOMATI MAGISTRALI" PRESENTATA IN DATA 15 GENNAIO 2018 - PRIMA FIRMATARIA POLLICINO.
Interventi
POLLICINO Marina
Grazie, Presidente. Loro malgrado, in maniera del tutto inattesa, agli sgoccioli dello
scorso anno, le maestre diplomate magistrale, ante 2001/2002, hanno scoperto di essere
diventate un serio problema per lo stato italiano. La figura più rassicurante, secondo la
tradizione tipicamente italiana, forse, anche demodé, la maestra di deamicisiana
memoria, improvvisamente, si è trovata costretta a indossare la t-shirt della protesta e
apparire in essere a una serie di agitazioni, scioperi e manifestazioni, per opporsi agli
effetti devastanti che la sentenza dell'adunanza plenaria del Consiglio di Stato, emessa
il 20 dicembre 2017, provocherebbe. Se venisse applicata, in particolare, sono gli
enunciati contestati per la sentenza, in primo luogo, la sentenza dell'adunanza nega
l'inserimento nelle graduatorie ad esaurimento, ai docenti con diploma magistrale
conseguito entro l'anno 2001/2002, in questo contraddicendo se stessa e alcuni
pronunciamenti di sentenze precedenti dello stesso Consiglio di Stato che ne
consentivano, invece, l'inserimento in GAE. Secondariamente, nega il valore abilitante
del diploma magistrale, sostenendo che consente solo la partecipazione ai corsi abilitanti
o al concorso e, infine, impedisce l'inserimento nelle GAE, adducendo, come
motivazione, che i ricorsi dei diplomati magistrali, ante 2001/2002, erano tardivi in
quanto avrebbero dovuto essere presentati nel 2007, subito dopo l'espulsione dalle
GAE. Per comprendere meglio la materia, davvero complessa per i non addetti ai lavori,
cerco di riassumere, semplificando al massimo, il percorso che ha portato a questa
situazione e che cosa provocherà l'applicazione della sentenza. Fino al 2000 le maestre
entravano di ruolo attraverso il cosiddetto doppio canale, una parte, attingendo alle
graduatorie di merito, di coloro che avevano superato il concorso, da un'altra parte,
attingendo fra coloro che avevano insegnato per un certo periodo di tempo. Nel
frattempo, nel 1998, partiva il corso universitario di laurea in Scienze della Formazione
Primaria; nel 2000, con la riforma del reclutamento, si dividono le graduatorie per fasce
e i diplomati magistrali vengono confinati nella graduatoria dei non abilitati in terza
fascia, per cui, vengono esclusi dal ruolo; nel 2007 Fioroni chiude le graduatorie per
tutti, diplomati e laureati in Scienze della Formazione Primaria. Gli altri entrano nelle
graduatorie di istituto, escluse dal ruolo. Nel '14, a seguito di ricorso, il Consiglio di
Stato si esprime con parere recepito con Decreto del Presidente della Repubblica,
confermando che il diploma magistrale è titolo abilitante. Da qui una serie di ricorsi dei
diplomati magistrali, per impegnare dall'esclusione dalle GAE e ottenerne
l'inserimento, anche facendo rilevare che i titolari di titoli equipollenti della Comunità
Europea, erano stati inseriti nelle graduatorie ed ammessi al ruolo. Dal '14 al 2016,
ottengono dieci sentenze positive al merito, per cui, solo per questioni esclusivamente
burocratiche, blocchi di ricorrenti con procedure calendarizzate nel 2015, vengono
ammessi nelle GAE e poi ruolo. Altri, nel 2016, che entrano in ruolo con riserva, solo
perché il Tribunale non aveva ancora calendarizzato la loro procedura, con palese
disparità di trattamento, rischiano il licenziamento. Si verifica, anche, un ulteriore
paradosso, che penalizza i docenti magistrali, coloro che erano stati ammessi in ruolo
con riserva, non avevano partecipato ai concorsi nel 2016, primo perché già di ruolo,
secondo perché forti del fatto che esistevano molti pronunciamenti del Consiglio di
Stato a loro favore. Altri, che insegnavano a tempo indeterminato nelle scuole paritarie,
sono stati costretti, torto collo, a licenziarsi, per accertare il ruolo condizionato a esito
favorevole, di sentenza favorevole, per evitare la cancellazione dalle GAE. Quindi il
parere dell'adunanza impatterebbe in modo devastante su migliaia di lavoratori,
cancellando i contratti a tempo indeterminato di docenti, che, nel frattempo, hanno già
effettuato, o stanno effettuando l'anno di prova e provocando ostruzione dalle GAE per
gli iscritti nelle graduatorie con riserva. Tutti questi docenti verrebbero retrocessi nelle
graduatorie di istituto, utilizzate per le supplenze annuali e temporanee. C'è da
aggiungere, poi, che molti supererebbero i 36 mesi di insegnamento e, per effetto della
Legge 107, per non incorrere nella sentenza Mascolo del 2014, della Corte Europea,
della Cassazione del 2016, sull'abuso di precariato, verrebbero esclusi dalle supplenze,
per non essere una vera e propria forma di licenziamento di massa. Per non parlare, poi,
delle ricadute a livello di continuità didattica, che verrebbe interrotta con notevole
disagio, per le famiglie e per gli allievi. Andiamo alla concretezza con i numeri,
secondo i dati del Ministero dei centri interessati dalla sentenza, sarebbero circa 50.000
in tutta Italia. In Piemonte, i docenti di ruolo da GAE, con clausola risolutiva, sono 911,
quelli iscritti nelle GAE con riserva, circa 6.000, gli storici delle GAE in Piemonte,
sono 392 nell'infanzia, molto meno rispetto al numero delle scuole, ma sono zero nella
primaria. Ciò significa che non ci sarebbero maestre a tempo indeterminato per le nostre
scuole, se non facendo rientrare dalla finestra delle graduatorie di istituto quelle stesse
insegnanti costrette a uscire dalla porta di ruolo e dalle GAE. Per questo motivo
riteniamo che non sia più accettabile che i singoli siano costretti ad agire ai Tribunali
Amministrativi per tutelare i propri diritti, rispetto a una condizione diffusa, laddove,
invece, è responsabilità della politica, con le sue scelte, trovare una soluzione coanime e
condivisa, rispetto alle esigenze della scuola, dei lavoratori e della società, soluzione
che, finora, lungi dall'essere stata trovata, ha, al contrario, esasperato la
contrapposizione tra i lavoratori precari, ma non dimentichiamo la funzionaria a
sistema, a causa di un ginepraio di interventi succedutisi nel tempo, miopi e privi di una
visione complessiva lungimirante. Invitiamo, quindi, la Sindaca e la Giunta ad
adoperarsi presso tutte le sedi istituzionali, per trovare una soluzione che tuteli tutte le
parti in causa, docenti, famiglie, allievi, tutelando i diritti dei docenti in possesso del
diploma magistrale e, al tempo stesso, rispettando gli eguali diritti dei docenti in
possesso di laurea. Grazie.

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