Interventi |
POLLICINO Marina Grazie, Presidente. Loro malgrado, in maniera del tutto inattesa, agli sgoccioli dello scorso anno, le maestre diplomate magistrale, ante 2001/2002, hanno scoperto di essere diventate un serio problema per lo stato italiano. La figura più rassicurante, secondo la tradizione tipicamente italiana, forse, anche demodé, la maestra di deamicisiana memoria, improvvisamente, si è trovata costretta a indossare la t-shirt della protesta e apparire in essere a una serie di agitazioni, scioperi e manifestazioni, per opporsi agli effetti devastanti che la sentenza dell'adunanza plenaria del Consiglio di Stato, emessa il 20 dicembre 2017, provocherebbe. Se venisse applicata, in particolare, sono gli enunciati contestati per la sentenza, in primo luogo, la sentenza dell'adunanza nega l'inserimento nelle graduatorie ad esaurimento, ai docenti con diploma magistrale conseguito entro l'anno 2001/2002, in questo contraddicendo se stessa e alcuni pronunciamenti di sentenze precedenti dello stesso Consiglio di Stato che ne consentivano, invece, l'inserimento in GAE. Secondariamente, nega il valore abilitante del diploma magistrale, sostenendo che consente solo la partecipazione ai corsi abilitanti o al concorso e, infine, impedisce l'inserimento nelle GAE, adducendo, come motivazione, che i ricorsi dei diplomati magistrali, ante 2001/2002, erano tardivi in quanto avrebbero dovuto essere presentati nel 2007, subito dopo l'espulsione dalle GAE. Per comprendere meglio la materia, davvero complessa per i non addetti ai lavori, cerco di riassumere, semplificando al massimo, il percorso che ha portato a questa situazione e che cosa provocherà l'applicazione della sentenza. Fino al 2000 le maestre entravano di ruolo attraverso il cosiddetto doppio canale, una parte, attingendo alle graduatorie di merito, di coloro che avevano superato il concorso, da un'altra parte, attingendo fra coloro che avevano insegnato per un certo periodo di tempo. Nel frattempo, nel 1998, partiva il corso universitario di laurea in Scienze della Formazione Primaria; nel 2000, con la riforma del reclutamento, si dividono le graduatorie per fasce e i diplomati magistrali vengono confinati nella graduatoria dei non abilitati in terza fascia, per cui, vengono esclusi dal ruolo; nel 2007 Fioroni chiude le graduatorie per tutti, diplomati e laureati in Scienze della Formazione Primaria. Gli altri entrano nelle graduatorie di istituto, escluse dal ruolo. Nel '14, a seguito di ricorso, il Consiglio di Stato si esprime con parere recepito con Decreto del Presidente della Repubblica, confermando che il diploma magistrale è titolo abilitante. Da qui una serie di ricorsi dei diplomati magistrali, per impegnare dall'esclusione dalle GAE e ottenerne l'inserimento, anche facendo rilevare che i titolari di titoli equipollenti della Comunità Europea, erano stati inseriti nelle graduatorie ed ammessi al ruolo. Dal '14 al 2016, ottengono dieci sentenze positive al merito, per cui, solo per questioni esclusivamente burocratiche, blocchi di ricorrenti con procedure calendarizzate nel 2015, vengono ammessi nelle GAE e poi ruolo. Altri, nel 2016, che entrano in ruolo con riserva, solo perché il Tribunale non aveva ancora calendarizzato la loro procedura, con palese disparità di trattamento, rischiano il licenziamento. Si verifica, anche, un ulteriore paradosso, che penalizza i docenti magistrali, coloro che erano stati ammessi in ruolo con riserva, non avevano partecipato ai concorsi nel 2016, primo perché già di ruolo, secondo perché forti del fatto che esistevano molti pronunciamenti del Consiglio di Stato a loro favore. Altri, che insegnavano a tempo indeterminato nelle scuole paritarie, sono stati costretti, torto collo, a licenziarsi, per accertare il ruolo condizionato a esito favorevole, di sentenza favorevole, per evitare la cancellazione dalle GAE. Quindi il parere dell'adunanza impatterebbe in modo devastante su migliaia di lavoratori, cancellando i contratti a tempo indeterminato di docenti, che, nel frattempo, hanno già effettuato, o stanno effettuando l'anno di prova e provocando ostruzione dalle GAE per gli iscritti nelle graduatorie con riserva. Tutti questi docenti verrebbero retrocessi nelle graduatorie di istituto, utilizzate per le supplenze annuali e temporanee. C'è da aggiungere, poi, che molti supererebbero i 36 mesi di insegnamento e, per effetto della Legge 107, per non incorrere nella sentenza Mascolo del 2014, della Corte Europea, della Cassazione del 2016, sull'abuso di precariato, verrebbero esclusi dalle supplenze, per non essere una vera e propria forma di licenziamento di massa. Per non parlare, poi, delle ricadute a livello di continuità didattica, che verrebbe interrotta con notevole disagio, per le famiglie e per gli allievi. Andiamo alla concretezza con i numeri, secondo i dati del Ministero dei centri interessati dalla sentenza, sarebbero circa 50.000 in tutta Italia. In Piemonte, i docenti di ruolo da GAE, con clausola risolutiva, sono 911, quelli iscritti nelle GAE con riserva, circa 6.000, gli storici delle GAE in Piemonte, sono 392 nell'infanzia, molto meno rispetto al numero delle scuole, ma sono zero nella primaria. Ciò significa che non ci sarebbero maestre a tempo indeterminato per le nostre scuole, se non facendo rientrare dalla finestra delle graduatorie di istituto quelle stesse insegnanti costrette a uscire dalla porta di ruolo e dalle GAE. Per questo motivo riteniamo che non sia più accettabile che i singoli siano costretti ad agire ai Tribunali Amministrativi per tutelare i propri diritti, rispetto a una condizione diffusa, laddove, invece, è responsabilità della politica, con le sue scelte, trovare una soluzione coanime e condivisa, rispetto alle esigenze della scuola, dei lavoratori e della società, soluzione che, finora, lungi dall'essere stata trovata, ha, al contrario, esasperato la contrapposizione tra i lavoratori precari, ma non dimentichiamo la funzionaria a sistema, a causa di un ginepraio di interventi succedutisi nel tempo, miopi e privi di una visione complessiva lungimirante. Invitiamo, quindi, la Sindaca e la Giunta ad adoperarsi presso tutte le sedi istituzionali, per trovare una soluzione che tuteli tutte le parti in causa, docenti, famiglie, allievi, tutelando i diritti dei docenti in possesso del diploma magistrale e, al tempo stesso, rispettando gli eguali diritti dei docenti in possesso di laurea. Grazie. |