Interventi |
ARTESIO Eleonora Allora, questa proposta scaturisce dal rispetto, io credo, del Regolamento del Consiglio Comunale, che è stato ampiamente invocato in quest'Aula, ogniqualvolta sia intervenuto sull'ampliamento della facoltà dei cittadini di partecipazione e di accesso ai processi decisionali, ma che è un Regolamento che, nello stesso titolo, mentre riferisce della partecipazione dei cittadini, riferisce della difesa civica, perché la difesa civica è una delle condizioni per le quali la relazione di fiducia tra i cittadini e le diverse amministrazioni, si fonda anche sulla possibilità di venire tutelati nelle situazioni per le quali si possa nutrire un dubbio, più o meno fondato, che il proprio diritto sia stato leso, o per omissione, non presa in considerazione della propria sollecitazione, o per un'errata o parziale, o partigiana, interpretazione della norma, l'istituzione del Difensore Civico, che ha visto lavorare nella nostra Città, fino al 2009, delle figure di tutto rispetto, che hanno lavorato nella predisposizione di numerosi casi e su queste situazioni hanno puntualmente riferito in una Relazione annuale al Consiglio Comunale, è stata abolita attraverso una Legge Finanziaria del 2010, una cosiddetta Legge Omnibus, nella quale, quindi, si caricano misure particolari su un provvedimento generale di natura finanziaria, e sul quale è stato richiesto il voto di fiducia. Tuttavia, come spesso accade sulle Leggi Omnibus, diventano soluzioni imperfette, infatti, in nome di un principio generale di risparmio, è stata abolita la figura del Difensore Civico, a livello comunale, ma non quella del Difensore Civico a livello territoriale, cioè, di scala metropolitana. Ecco perché alcune Amministrazioni Comunali, evidentemente, particolarmente sensibili alla difesa civica e particolarmente interessate ad acquisire dalla difesa civica tutti quegli elementi di miglioramento delle proprie procedure amministrative e organizzative, hanno ritenuto di ovviare all'ostacolo dell'abolizione della figura del Difensore Civico, attraverso una convenzione del proprio ente, comune XY, con il Difensore Civico di scala metropolitana. La mia mozione propone di fare, esattamente, questo, cioè, di percorrere la strada, ad esempio, della Città di Venezia, che ha stipulato una convenzione con il Difensore Civico Metropolitano, rendendo disponibile, ai sensi di questa convenzione, un ufficio di collegamento tra la propria Città e il Difensore Civico Metropolitano, ufficio che, ovviamente, deve constare di personale dedicato, non, immagino, in unità così rilevanti, ma, certamente, motivate e capaci sul piano professionale, poi di tutte le spese della logistica conseguente, nonché della compartecipazione al rimborso del costo dell'attività del Difensore Metropolitano. Nella fattispecie della nostra Città Metropolitana e della nostra città, la Città Metropolitana ha ritenuto di convenzionarsi con il Difensore Civico Regionale, il quale, peraltro, interpellato, ha espressamente sottolineato come gran parte dei casi a lui segnalati, provengano, esattamente, da, ed è comprensibile, anche banalmente, per ragioni di proporzioni geografiche, dall'area metropolitana e in specie dal capoluogo della Città di Torino. Quindi, la mia proposta era di una semplicità che oserei definire disarmante. Seguiamo la strada della Città di Venezia, chiediamo alla Città Metropolitana, che è presieduta dal Sindaco della Città di Torino di istituire il Difensore Civico Metropolitano, affinché si possa stipulare un'adeguata convenzione, a fronte di questa proposta che è stata segnalata e illustrata alla Conferenza dei Capigruppo, si sono sollevate alcune eccezioni. Un'eccezione sarebbe quella dell'eventuale sovrapposizione di funzioni, tra regionale e comunale. Così non è, perché il Difensore Regionale ha, per la gran parte delle proprie materie, quelle di tipo sanitario, mentre l'ultima relazione di cui disponiamo del Difensore Civico, ci dimostra come le materie per cui i cittadini si sono rivolti, siano squisitamente comunali. La questione dei costi, a me, francamente, sembra che, anche lavorando sull'ampliamento della partecipazione dei cittadini, abbiamo dei costi, come Amministrazione, ma il principio è stato così forte che, evidentemente, non ha frenato la volontà di questo Consiglio di andare in quella direzione, non vedo perché debba frenarla ora. Vedo, dagli emendamenti che sono stati presentati dalla maggioranza, che si butta la palla in tribuna, cioè, che anziché decidere di fare una cosa qui ed ora, nell'ambito delle proprie facoltà, si rinvii tutto ad una futura normativa che dovrebbe definire, a livello nazionale, il quadro complessivo della difesa civica. Allora, io non posso che, di fronte a questa questione, dedurre che ogni qualvolta si chiede di fare qualcosa, qui, con una responsabilità diretta della Sindaca o della Presidente della Città Metropolitana, tutto è complicatissimo e si rimanda ad altri di assumere le responsabilità. Dopodiché assumiamo, giustamente, secondo me, tant'è che li voto, mozioni e ordini del giorno, che chiedono a Regione, Stato e altri soggetti, di ampliare le risorse, è il caso della revisione della Legge 34 sui cantieri di lavoro o di modificare la propria legislazione. Quindi, questo modo per cui, se ci si impegna in prima persona, nulla è mai possibile, ma gli altri possono impegnarsi sempre e comunque, purché non lo si voglia, mi sembra, davvero, un modo, per quel che mi riguarda, insopportabile, nelle relazioni politiche. Quindi, dato che non voglio far diventare questa mozione una prateria di commenti, di emendamenti, se la maggioranza ritiene di fare, ai sensi della sua visione, una propria mozione e la farà, e io ritiro il mio testo. |