Interventi |
MALANCA Roberto Grazie, Presidente. Io mi pongo alcune domande, perché, dopo aver ascoltato tutti gli interventi, mi pongo alcune domande su che cosa sia successo nella Commissione Consiliare dei servizi pubblici locali di giovedì, quando GTT ha dato le risposte su quello che è previsto in questo Piano. Al di là di questo, che sembra che alcuni Consiglieri non fossero attenti, evidentemente, quello che importa a me è far capire a chi…, non riesco a concepire, che si prenda un Piano Industriale e lo si tratti alla stregua di un Bilancio. È evidente che un Piano Industriale, è un Piano Industriale, non è un Bilancio, non possiamo iscrivere somme su un bilancio, basandosi su un Piano Industriale di una società partecipata. Il Piano Industriale, per quello che dice Borsa Italiana, deve avere 3 caratteristiche, la sostenibilità finanziaria, la coerenza e l'attendibilità, che sono, sostanzialmente, i requisiti che gli advisor dovevano assoggettare a questo Piano e dovevano dire "Sì, questo Piano è attendibile, è sostenibile e, soprattutto, è coerente, all'interno non ci sono cifre di non coerenza". Se lei, caro Consigliere, ha dato un'occhiata ben precisa al Piano Industriale, e mi ha detto che lo ha fatto in Commissione, e quindi ha visto l'evoluzione e, quindi, diciamo, la necessità di quei 191 milioni, di cui lei parlava prima, come veniva soddisfatta e come questo è stato accettato dagli advisor, non può parlare di cifre diverse, in diversi punti, perché si riferiscono, evidentemente ad argomenti diversi, 191 sono le cifre iniziali, che poi, grazie a tutti gli apporti, scendono. Quello che è importante, secondo me, da questo punto di vista, è cercare di capire qual è l'obiettivo di questo Piano e, soprattutto, visto che è stato certificato, accettato, non soltanto dagli advisor, ma da ben 2 amministrazioni, e anch'io faccio un po' di difficoltà a distinguere alcuni ruoli all'interno delle amministrazioni, ma, di fatto, è stato accettato da tutti come un Piano sostenibile e raggiungibile. Oggi, l'Assessore Rolando, ha tenuto a precisare che ci sarà un monitoraggio attento di questo Piano, proprio perché, essendo, sia sostenibile, che attendibile, che coerente, deve anche diventare realizzabile. Per diventare realizzabile, bisogna che venga costantemente monitorato, che avvengano tutte le cose che ci sono scritte dentro, una dopo l'altra e che quando ci sono degli eventi, come quello che citava il Capogruppo Lo Russo, cioè, quello dei 250 licenziamenti, questo è uno degli eventi che la Città di Torino ha chiesto all'azienda di scongiurare, modificando, nel corso dell'esecuzione del Piano, e in accordo con i sindacati, evidentemente, perché sono le parti sociali con cui deve parlare l'azienda, di scongiurare questo tipo di ipotesi, perché si tratta di ipotesi, perchè è un Piano, di nuovo, non è un bilancio, non sono decisioni scritte da nessuna parte e firmate, è un Piano che dice "Noi ce la faremo". Bene, se questa Città avesse voluto tirare indietro le mani, era molto, ma molto facile farlo un anno fa, bastava chiedere l'applicazione della legge Marzano, bastava portare libri in Tribunale, dicendo "è colpa di quello di prima". Cosa crede, che questa Città non abbia più il coraggio e la fiducia in questa azienda? È proprio perché noi abbiamo il coraggio di portare avanti questa azienda, di farla rilanciare, di farla rinascere, che noi stiamo cercando, disperatamente, e con forza, di sostenere un Piano che è, lo ripeto, coerente, sostenibile, e, oltre che attendibile, secondo noi, realizzabile. Avete parlato di moltissime cose, faccio difficoltà a riprenderle tutte, ma, vede, ci sono delle differenze tra gli attori in gioco, c'è differenza tra quella che è la Regione, e quello che è il Comune, nei confronti dell'azienda GTT. C'è una differenza sostanziale, che è quella dei crediti e dei debiti, visto che sono state citate una quantità di cifre impressionanti. Il Comune non è nella stessa posizione della Regione, nei confronti di GTT, perché, è vero che il Comune è debitore nei confronti di GTT, ma è anche creditore. La stessa cosa non si può dire della Regione, che è solo ed esclusivamente, debitrice, nei confronti di GTT, ancorché non voglia riconoscere determinati crediti, ma, comunque, sarà una delle cose che dovrà fare. Io mi chiedo, ma da che pulpito, da quale forza politica avvengono le accuse di aver un Piano che non è sostenibile? Un Piano che è stato accettato da due Amministrazioni, da una società di advisor, una delle quali è stata, proprio, espressamente, richiesta dall'Amministrazione sostenuta dalla forza politica che parla. Non sarà abbandonata a sé stessa, l'azienda, perché se avessero abbandonato a sé stessa l'azienda, forse, l'azienda avrebbe dovuto cavarsela con le sue forze e sarebbe stato, tutto sommato, molto difficile, ma, forse, sarebbe andata in crisi lo stesso. Il problema è che queste forze politiche che hanno governato, hanno contribuito ad affossare lo stato economico e finanziario, soprattutto, di questa azienda. Se questa azienda si trova in una tensione finanziaria pazzesca, che ha dovuto far sì che loro non riuscissero più a pagare bene i fornitori, che ha fatto sì che non riuscissero più ad avere i ricambi dei mezzi, che ha fatto sì che non riuscissero più a pagare la manutenzione, e che, quindi, il servizio peggiorasse fino a un livello mai visto in questa città, questo è dovuto, principalmente, al disallineamento, è dovuto alle richieste di effettuare dei servizi che, poi, non sono stati pagati, è dovuto alla rigidità nell'abbassare quello che era il livello di servizio, rispetto alle risorse che, immancabilmente, dalla Regione, venivano tagliate, in conseguenza dei tagli del Fondo Nazionale Trasporti. Ora, io mi chiedo, questo Piano, in realtà, non è soltanto un Piano di risanamento, perché, risanamento, sarebbe il minimo sindacale accettabile. Questo è un Piano di rilancio. I famosi milioni di chilometri che citava, di nuovo, il Capogruppo, milioni di chilometri percorsi, non sono un'unità di misura dell'efficienza di un trasporto, sono, semplicemente, un dato contabile nel momento in cui, sul contratto di servizio, c'è scritto che viene riconosciuto un tot a chilometro. Ma cosa vuol dire che io faccio X milioni di chilometri? A noi importa che vengano trasportate le persone, non i chilometri fatti dai bus, è molto diverso, è molto diverso, mi creda, perché il piano di ristrutturazione della rete non parlerà di numero di milioni di chilometri, che, tra l'altro, di nuovo, subiranno un taglio, grazie alla Regione e grazie al Governo, perché il Governo dà i soldi per gli investimenti, ma poi toglie i fondi al Fondo Nazionale Trasporti, ogni anno sempre di più. Siamo partiti da un contratto di servizio da 172 milioni di Euro, che è arrivato a 133, 40 milioni di Euro in meno, e si fa lo stesso servizio. Ora, io mi chiedo, con quale coraggio questa forza politica viene a criticare un'Amministrazione che lei, sì, ha trovato il coraggio e la fiducia nella nascita di questa azienda, coraggio e fiducia che, in realtà, non vanno a vantaggio dell'Amministrazione, ricordiamocelo, vanno a vantaggio della città ed ei suoi cittadini, perché, una revisione di una rete, in maniera tale da renderla efficiente da evitare quei disallineamenti che si sono creati negli ultimi 5 anni, quelli a cui faceva riferimento l'Amministratore Delegato nella Commissione che citavo prima, questi sono i risultati. L'investimento nei mezzi, abbiamo parlato di mezzi Diesel, ma lei sa bene che gli obiettivi di ricambio sono immediati, non sono procrastinabili ulteriormente. Già il fatto che ci siano voluti 6/7/8 mesi, per arrivare a un'approvazione, posso dire, corale, tranne, ovviamente, delle forze che sono in quest'Aula, di minoranza, di approvazione corale di questo Piano Industriale, ha, ancora ulteriormente peggiorato la qualità del servizio e la manutenzione di questi mezzi, senza avere un'adeguata copertura economica. Ma gli obiettivi sono, intanto, togliamo dalla circolazione i mezzi più inquinanti, gli Euro 2, gli Euro 3, questo è l'obiettivo primario. Siamo in procedura di infrazione della Comunità Europea, per lo sforamento dei limiti. Dobbiamo eliminare i mezzi più vecchi, perché, se non eliminiamo i mezzi più vecchi, i costi di manutenzione continueranno a gravare enormemente. E poi, da ultimo, dobbiamo sostituire, quindi, da subito, il maggior numero dei mezzi possibili, perché, con il maggior numero dei mezzi possibili, noi riduciamo i costi di manutenzione, riduciamo le emissioni e mi creda, un Piano che ha una visibilità di 5 anni, in realtà, non è un Piano di lunghissima durata, visto che, oltretutto, di questi 5 anni ne è già stato consumato uno. Ma, giusto per dare due cifre, visto che ne abbiamo date tante in questo Consiglio, in questo Piano si cambierà la flotta, se ne cambierà quasi la metà della flotta dei bus. Ma i mezzi a gasolio, che oggi sono il 64% di questa flotta, scenderanno a 52, in questi 5 anni, con questo Piano. I mezzi a metano saliranno dal 32 al 40%, pur essendo costanti per problemi di rifornimento. I mezzi completamente elettrici, passeranno dal 4 all'8%. Dall'altra parte, in altre città, abbiano flotte che oggi sono al 97% di Diesel, non a 63. Il Piano, come dicevo all'inizio, è un Piano che deve essere approvato per poter partire, ma deve essere monitorato e deve essere modificato ogni qualvolta cambieranno le condizioni per poterlo modificare. Come ha detto l'Amministratore Delegato di GTT e i suoi collaboratori nell'ultima Commissione, il primo obiettivo è consolidare quello che è la flotta, con mezzi che non abbiano bisogno di manutenzione tutti, tutti i giorni, e il primo obiettivo è questo, in realtà, è quello che viene colpito dal primo bando. I bandi successivi avranno caratteristiche diverse, perché potranno agire in un'ottica leggermente più di respiro, diciamo così. Io ricordo ancora una cosa, il coraggio e la fiducia non sono soltanto nell'azienda, questo sarà un anno molto duro per l'azienda, sarà un anno molto duro per i suoi fornitori, sarà un anno molto duro per i suoi dipendenti. Noi la fiducia la riponiamo nella società, nei dipendenti, nei fornitori e nel loro senso di attaccamento e di responsabilità, non soltanto all'azienda, ma alla città stessa e ai suoi cittadini, questo è quello che si va a colpire con questo Piano, non questioni di lana caprina, come quelle che ho sentito oggi e che richiedono che questo Piano sia certificato come se fosse un Bilancio Contabile. Questo è un Piano Industriale, signori, non è un Bilancio Contabile, è una cosa profondamente diversa e anche profondamente più impattante. Grazie, Presidente. |