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LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario) Abbiamo, quindi, la mozione proposta dalla Consigliera Paoli e da altri, la 3652, avente ad oggetto: "Strumenti di attuazione di democrazia diretta e partecipativa" LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario) Questa proposta di mozione è stata discussa nelle Commissioni congiunte, I e Commissione Speciale Smart City, il 17 novembre del 2017, ancora recentemente, il 12 gennaio del 2018 e vi sono 4 emendamenti dei Consiglieri firmatari, quindi, sono emendamenti che, a valle dell'illustrazione, potranno considerarsi integrati e coordinati col testo da mettere in votazione. Per l'illustrazione, Consigliera Paoli, prego. PAOLI Maura Grazie Presidente. Considerato che abbiamo approfondito e discusso, appunto, già in due Commissioni questa mozione e che il dibattito è stato molto costruttivo, e per questo ringrazio tutti i Consiglieri che hanno partecipato, i tecnici e l'Assessora, non vorrei dilungarmi troppo sull'impegno di questo atto, atto che chiede, in sostanza, più trasparenza, predisponendo un sistema di gestione documentale che permetta, in modo semplice e immediato, ai cittadini di informarsi, monitorare e partecipare attivamente alla vita della propria città e che deve costituire la commissione Comunale necessaria per avviare e attivare la possibilità del voto telematico per i referendum comunali. Gli emendamenti, come discussi in Commissione, vertono ad aggiornare la mozione, dato che alcuni punti si possono ritenere superati e a riconsiderare l'adesione del Municipio nei termini di libertà di utilizzo di un sistema informativo di gestione documentale, che abbia pari o superiori caratteristiche. Vorrei, invece, approfondire il principio che sta dietro a questa richiesta, in particolare vorrei rimarcare l'importanza della democrazia diretta. Molto spesso, soprattutto mentre svolgevo il mio mandato in Circoscrizione, ma anche in quest'Aula, alla richiesta di democrazia diretta, o di partecipazione da parte dei cittadini, la gran parte dei Consiglieri ergevano muri per difendere la figura del politico e, quindi, della democrazia rappresentativa. Alcuni Consiglieri si sentivano, e si sentono, minacciati da queste due parole, democrazia diretta. Spesso mi sono sentita rispondere: "Ma allora, noi, cosa stiamo qui a fare? Ci hanno votato apposta". Per questo motivo vorrei ragionare insieme, per capire cos'è la democrazia diretta e vorrei farlo partendo dalle parole di Andrea Sawer, Professore di Diritto Costituzionale all'Università di Zurigo e Direttore del Centro Studi e di Documentazione sulla democrazia diretta: "La democrazia diretta non si oppone, ma completa la democrazia rappresentativa". Ma a cosa serve la democrazia diretta? Ad esempio, in Svizzera, la sua esistenza determina il fatto che ad ogni seduta del Consiglio la domanda ricorrente tra i rappresentanti eletti, sia: "E se poi i cittadini prendono l'iniziativa?". Così, i Consiglieri svizzeri si sentono forzati a fare effettivamente i rappresentanti, dato che si domandano continuamente se e cosa, i cittadini deciderebbero al posto loro. Questo comporta che i partiti stessi perdano un po' del loro peso e della loro influenza sui rappresentanti. "A cosa serve, per esempio, il voto di squadra se poi tanto, i cittadini possono prendere l'iniziativa? Così le riunioni preparatorie dei Gruppi Consiliari sono scambi di opinioni tra i Consiglieri del Gruppo. Servono a farsi le idee tra le persone dello stesso orientamento politico, prima della riunione del Consiglio. Non si concludono mai con una votazione, l'organo decisionale è il Consiglio, non il Partito. Frequentemente le opinioni sono diverse e lo restano anche al momento del voto in Consiglio. In quel caso, il portavoce del Gruppo espone le diverse opinioni emerse nella discussione e ogni Consigliere si sente libero di votare secondo la sua personale convinzione, al contrario di altri contesti democratici, in cui il rappresentante dei cittadini degenera in un funzionario di partito. I meccanismi decisionali, diventano, così, come un cervello collettivo, la cui intelligenza aumenta se i singoli neuroni contribuiscono con la loro intelligenza ed esperienza. Le riunioni del Consiglio diventano un confronto tra Consiglieri e Governanti. Tutti i Partiti sono al Governo e tutti i cittadini sono all'Opposizione. Un altro aspetto è che la democrazia diretta mina alla radice della corruzione, rendendo, ad esempio, più alto il rischio di non ritorno sull'investimento. Alcune indagini della scuola di economia di Sangallo hanno rilevato che, nelle città dove esiste il sistema di democrazia diretta, i servizi pubblici costano meno. Per esempio, la nettezza urbana costa il 20% in meno. Nei cantoni svizzeri, che riconoscono il diritto di decisione in materia di bilancio, si registra il 30% di evasioni fiscali in meno. Anche la forma degli esecutivi è più apprezzata, sono collaborativi e non competitivi, non godono di nessuna governabilità, non esiste la fiducia, le loro proposte sono approvate, o no, dagli organi legislativi solo in base ai contenuti, ma sono stabili e offrono un servizio efficace durante tutto l'arco della legislatura. Questo, ovviamente, accade in Svizzera, che nel bene o nel male, è molto diversa dall'Italia, anche per quanto riguarda, ad esempio, gli strumenti di democrazia diretta, perché, sebbene la nostra Costituzione, sulla carta, sia decisamente più avanzata di altre, purtroppo, tutti e tre gli strumenti esistenti, referendum abrogativo, la legge di iniziativa popolare e i referendum costituzionali, sono deboli e sono stati ulteriormente indeboliti. Uno strumento svizzero che ho trovato particolarmente interessante, in più a quelli che esistono in Italia, è il referendum per ratifica delle leggi, che è un referendum obbligatorio, imposto dal tipo stesso di legge, per esempio, le leggi dichiarate urgenti, dopo un anno di entrata in vigore, o l'adesione a organizzazioni di sicurezza collettiva o a comunità sovranazionali, oppure a spese particolarmente elevate, o leggi che possono concernere direttamente ai legislatori, come, ad esempio, le leggi elettorali o quelle sugli stipendi. In diversi cantoni il referendum scatta anche quando l'organo legislativo dovesse trascurare di dare seguito a un'iniziativa popolare. C'è da dire, anche, che i cittadini possono revocare il mandato ai rappresentanti eletti. Esiste poi la legge di iniziativa popolare a voto popolare, che è il più frequentemente utilizzato. Tutti questi strumenti si basano sul concetto che la democrazia consiste nel coinvolgere nelle decisioni chi è coinvolto dalle conseguenze delle decisioni. Così una decisione diventa un processo, come è sempre nella realtà della vita, non solo sociale. Il potere legislativo dei cittadini fa emergere esigenze che sarebbero trascurate e questo potere, però, non esclude la funzione dei rappresentanti, che si prodigano, invece, per mediare tra esigenze diverse della società. La presa di conoscenza della popolazione, una volta acquisita, è evidente e il suo esprimersi crea una più convinta applicazione delle leggi e un'effettiva coesione sociale. Succede infatti che, quando si parla, sapendo che quello che si dice non conta niente, perché ci sono anche gli emendamenti, sapendo che quello che si dice non conta niente, è diverso da quando ci si esprime, sapendo che quella è una decisone che conta per noi. Un esempio di legge popolare, a voto popolare, è quella delle 6 settimane di vacanza per tutti. Ci fu un grande dibattito in Svizzera, ma poi il 66% dei votanti rifiutarono l'iniziativa. E il medesimo comportamento, ovvero quello di respingere proposte legislative, nelle quali il tornaconto immediato della maggioranza dei votanti sembra evidente, non è ricorrente solo in Svizzera, ma anche in quegli stati nord americani dove è stata introdotta la democrazia diretta. È il percorso più veloce? Probabilmente no, ma quando una proposta arriva, arriva più robustamente allo scopo, che è quello di identificare il bene collettivo con una migliore approssimazione. Ma, quindi, la democrazia diretta rallenta e riduce le decisioni dell'organo legislativo? In realtà no, l'organo legislativo nazionale italiano vota circa 100 leggi all'anno, l'equivalente organo legislativo federale svizzero risulta processarne un numero circa equivalente, ma i parlamentari svizzeri non lavorano a tempo pieno, fanno in 12 settimane quello che il Parlamento italiano fa in un anno. Quindi, la democrazia diretta non riduce il flusso legislativo. Alla base della democrazia diretta c'è, ovviamente, l'informazione e concludo, l'informazione e come viene gestita l'informazione. Ad esempio, in Svizzera hanno un libretto per i referendum, in cui viene spiegato, in cui c'è una sintesi del voto in oggetto e viene spiegato con un linguaggio molto semplice e in alcuni cantoni c'è anche in italiano. Nella "Democrazia diretta, vista da vicino", di Leonello Zaquini, si legge che lui stesso è rimasto affascinato nel vedere come si possa scrivere in un italiano semplice e chiaro quello che da noi è scritto in burocratese. E questo è fondamentale per la democrazia, conseguentemente i media hanno un impatto minore ed un seguito decisamente più limitato. Quindi, concludo dicendo che la democrazia diretta migliora la società, migliora i partiti politici, migliora i politici e migliora anche i cittadini e spero che questo documento ci permetta di avvicinarci un po' a questa utopia. Grazie. LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario) Grazie. Non è consuetudine dell'ufficio di presidenza concedere, aggregare i tempi, i minuti a disposizione, però mi sembrava inopportuno interromperla, visto il ragionamento articolato. Io non ho altre richieste di intervento, diamo, quindi, per illustrati gli emendamenti e, ovviamente, la mozione che mettiamo in votazione, ha un testo coordinato con le modifiche proposte dalla Consigliera Paoli. Bene, mettiamo in votazione quindi la mozione, così come emendata. Prego, Consiglieri, votate. Bene, se i Consiglieri hanno votato, chiudiamo la votazione. 27 favorevoli, questa mozione è approvata all'unanimità dei votanti. Accettiamo la votazione e proseguiamo i nostri lavori. |