Interventi |
ARTESIO Eleonora La sospensione di questo documento era motivata dalla discussione che attendevamo a livello nazionale, nei due rami di Parlamento, di definizione, a livello legislativo, della questione. Ovviamente, vale sempre il principio secondo il quale il reale riconoscimento non può che avvenire attraverso una normativa di carattere nazionale, di cui, purtroppo, prendiamo atto, l'impossibilità dei rami di Parlamento a concludere, in questa tornata legislativa, ma auspichiamo possa essere prontamente assunta con l'insediamento delle nuove Camere. Tuttavia, proprio per le ragioni di mobilitazione e di organizzazione pubblica dell'orientamento civico sul tema, ci sembra importante, in questa fase di latenza, che ci separa dalla futura attività legislativa, dare un'indicazione coerente con i sentimenti di questa istituzione. Io voglio, infatti, ricordare che la Città di Torino, oltre a praticare politiche inclusive attraverso tutte le competenze istituzionali dell'ente, da quelle educative a quelle sociali, a quelle di orientamento professionale, a quelle di formazione linguistica, si è prodigata nel corso degli anni, a organizzare una modalità per la quale la Città di Torino, che è necessariamente plurale, possa essere una città capace di riconoscere le diverse provenienze delle persone e a costruire legami e relazioni sociali tali, attraverso il concorso delle cittadine e dei cittadini tutti, a migliorare lo sviluppo della nostra città. Se questa è la storia con la quale si è caratterizzata la nostra istituzione, voglio anche ricordare che, con il voto del Consiglio Comunale, si è introdotta una modifica nel nostro Statuto, che riconosceva la consegna del sigillo civico ai figli di immigrati, nati in Italia e residenti a Torino, e che, quindi, aveva, con quel gesto, fin dal 2013, anticipato quale sarebbe stato l'indirizzo istituzionale e quale ci si sarebbe atteso, dal livello nazionale. Credo, quindi, che le premesse che ho ricordato, che sono premesse storiche, ascrivibili alla volontà delle forze politiche di questo Consiglio, ci possano portare in questa fase da essere consapevolmente orientati a mantenere quella continuità di civiltà che abbiamo nel tempo costruito, sapendo anche che le procedure in discussione nel nostro Parlamento, fanno riferimento all'acquisizione della cittadinanza per chi è nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri, con determinati requisiti di permanenza, e fanno anche riferimento, attraverso lo strumento dello Ius Culturae, alla possibilità di ottenere la cittadinanza, per il minore straniero, laddove fosse entrato nel nostro Paese successivamente alla nascita, ma che abbia regolarmente frequentato nel nostro Paese i corsi scolastici e che abbia compiuto il 12° anno di età. Quindi, la proposta che io formulo, è una proposta di continuità, una proposta che ho sintetizzato, attraverso lo strumento della Civil Card, perché, dall'epoca della dotazione statutaria della formula del sigillo civico, si sono, presso altre amministrazioni comunali, prodotti altri strumenti di riconoscimento, che hanno anche cercato di congiungere forme legate agli aspetti anagrafici, con il tema della cittadinanza. In modo particolare, faccio riferimento agli strumenti di anticipazione e semplificazione delle procedure anagrafiche, per le quali, in alcune amministrazioni, la Civil Card costituisce una sorta di premessa, vale a dire, una sorta di organizzazione dei dati generali della persona, che, attraverso lo strumento informatico, possa consentire agevolmente l'accessibilità a quei dati per, poi, riconoscere altri tipi di documentazione. Sulla Civil Card, oltre ai dati anagrafici, sono contenuti anche riferimenti di tessere sanitarie, quindi, attraverso l'ipotesi del fascicolo sanitario elettronico, si converge, anche attraverso lo strumento della Civil Card. Ma quello dello strumento è semplicemente un suggerimento, io non voglio, ovviamente, fare ombra rispetto alle problematiche tecnologiche, informatiche e organizzative, al valore di questa mozione. Quindi, il mio tema è, quale che sia lo strumento con il quale si intende procedere, il ripristino del sigillo, o un'altra modalità, più innovativa rispetto ai cambiamenti in essere, sul versante anagrafico, si assuma questo atto che, sappiamo essere, è simbolico, fino a quando il Parlamento non darà pienezza. Grazie. |