Interventi |
RICCA Fabrizio Sì, Presidente, giusto intervengo per spiegare le motivazioni del mio voto contrario. Noi dovremmo chiedere agli Assessori di scrivere un accordo, di mettere uno striscione che andrebbe a rappresentare una cosa chiaramente falsa, perché qua lo striscione decanta la scritta: "Chi cresce in Italia è italiano", dovremmo dire: "Chi ha 18 anni e vuole la cittadinanza, la richiede", quello, allora, sì, potremmo farlo, perché è una cosa che, automaticamente, si può accedere chi ha compiuto il 18° anno e ha tutti i requisiti per la cittadinanza. Poi, conferire simbolicamente la cittadinanza onoraria a bambini nati in territorio italiano, mi permetto di dire, è una cosa che è già stata fatta, non ha portato assolutamente niente, soprattutto quando l'istituto della cittadinanza onoraria, in questa città, è sempre stato utilizzato per, diciamo, andare, diciamo, a premiare quella persone che si sono distinte, che hanno fatto qualcosa di importante di Torino, e che non sono residenti a Torino, quindi, mi permetto di dire, che è una cosa che va a contrastare quello che era il fine per cui era nata la cittadinanza onoraria. Io, più volte anche, avevo chiesto al Consiglio Comunale di lavorare per trovare una soluzione per, diciamo, dare una benemerenza particolare, esattamente come succede a Milano con l'Ambrogino d'oro, per andare a premiare quelle persone, per andare a cambiare, diciamo, in maniera forte, appunto, il senso di quelle che sono, appunto, le cose simboliche che questa città può regalare. Detto questo, ritengo che sia anche inopportuno discutere in questo momento, dato che alla Camera e al Senato, anche i gruppi che hanno, diciamo, presentato, i gruppi parlamentari che sono rappresentati in Consiglio Comunale, che oggi hanno presentato questa mozione, se volevano fare qualcosa, potevano farlo, e questo non l'hanno fatto, quindi, mi permetto di dire che anche il Partito Democratico, Liberi e Uguali, volendo potevano presentarlo e discuterlo alla Camera. Evidentemente, se non è stato fatto, è perché non c'erano le condizioni, non c'era la volontà di poter portare un provvedimento di questo tipo e mi permetto di dire che, se non c'è alla Camera, non c'è al Senato, perché dobbiamo andare noi a forzare? Questa potrebbe essere, invece, una cosa interessante, di referendum cittadino, a cui chiediamo ai torinesi, se per loro è una cosa che ha un senso, o meno, dare questo tipo di…, anche perché noi stiamo andando a forzare, ripeto, la cittadinanza onoraria, che nasceva con uno scopo completamente diverso, andando, comunque, a forzare il concetto che chi non è, le persone che sono straniere, nate in Italia, non hanno nessun tipo di tutela, invece, questo no, non c'è nessuna differenza tra un bambino di 2 anni, un bambino di 5, un ragazzo di 14 e un ragazzo di 17, rispetto ai suoi coetanei, con l'unica differenza che queste persone, al compimento del 18° anno di età, possono fare richiesta per la cittadinanza. Detto questo, Presidente, io mi permetto anche di dire, fare un appunto, visto l'elevatissimo numero di ragazzi che vanno via dall'Italia, perché non trovano, non hanno nessun tipo di possibilità, io posso anche immaginare che, magari, un ragazzo che compie il 18° anno di età, da questo Paese se ne voglia andare a cercare fortuna, magari, in un altro. Detto questo, io non vorrei andare, diciamo, a obbligare un qualsiasi ragazzo ad avere una cittadinanza che magari non vuole, in quanto se la vuole, al 18° anno, può richiederla, può ottenerla senza nessun problema. Io ho amici di infanzia che sono cresciuti con me, che non erano cittadini italiani, che lo sono diventati, alcuni, invece, la cittadinanza non l'hanno voluta, perché, io vi rappresento, per esempio, il caso della comunità cinese, la quale, tendenzialmente, non fa richieste di cittadinanza, perché la Cina non permette di avere il doppio passaporto, questo creerebbe un sacco di problemi. Io, prima di fare un calderone generale, vi inviterei ad andarvi a interfacciare soprattutto con determinate comunità, che la nostra cittadinanza non la vogliono, quelli che sono qua da trent'anni e, magari, non la vogliono neanche per i loro figli. |