Interventi |
ARTESIO Eleonora Questo atto presentato al Consiglio Comunale conserva tutta la sua attualità e, dal mio punto di vista, anche tutto il merito con il quale è stato presentato alla conferenza dei Capigruppo venerdì. Qualche quotidiano ha ritenuto di titolare che il caso dell'episodio di insulti e di aggressione avvenuto sulla linea 63 si è sgonfiato. E a dire, evidentemente, di quella testata si è sgonfiato per il fatto di aver individuato nella persona responsabile anche un soggetto fragile sotto il profilo della salute e sotto il profilo della condizione economica e sociale. Devo dire che fin dal primo momento nelle dichiarazioni che ho fatto e nei documenti che ho scritto ho lasciato immediatamente intendere che con tutta probabilità si trattasse, almeno, di una persona socialmente debole, ma nulla toglie, la biografia dell'autore, alla situazione generale nella quale il fatto è avvenuto, vale a dire non cambia il fatto che la condizione di aggressione sia avvenuta in un contesto sostanzialmente indifferente, che non ha prestato solidarietà, che non si è dissociato, che non ha provato a contenere l'intemperanza dell'autore. Quindi il tema della relazione tra episodi aggressivi con una discriminazione fondata sulla provenienza della persona che ha subito l'aggressione. Un contesto, quindi, del tutto indifferente è la preoccupazione sociale che un'istituzione, come il Consiglio Comunale io ritengo abbia. Perché noi abbiamo una preoccupazione rispetto alla qualità del nostro modo di stare insieme e questa preoccupazione sarebbe uguale, continuerebbe a persistere anche laddove noi ci ponessimo questa domanda: ma allora, di fronte alle intemperanze, e agli atteggiamenti aggressivi di una persona in evidente stato confusionale è normale che il contesto intorno di un autobus, di un locale, di una strada non reagisca, non tuteli, non cerchi di contenere? No, direi che non è normale. E, da ulteriore peggioramento della situazione, il fatto che i contenuti verbali di quella aggressività fossero indiscutibilmente di tipo razzista richiama integralmente alla preoccupazione che avevamo già condiviso come Consiglio Comunale rispetto al crescere delle discriminazioni all'interno di questa società e alla necessità che il Consiglio Comunale lavori per creare un clima disteso. Ora io so bene che un clima disteso non si può percorrere né soltanto nelle aule, attraverso i procedimenti giudiziari, per i quali appunto chiedo che la Città come istituzione si associ in questo procedimento, né soltanto con un atteggiamento volto a contenere quegli episodi sui mezzi pubblici. Dicevo ai Capigruppo, forse, se lì ci fosse stata una persona a mettere una mano sulla spalla nei confronti di quel soggetto particolarmente, evidentemente alterato probabilmente sarebbe bastato a contenere ulteriori reazioni. Certo, la mia proposta di aggiungere a quella che era una consuetudine in passato, sui mezzi pubblici, ricordate quando c'era un cartello che diceva "si ricorda che la bestemmia è un reato" e forse oggi dire "si ricorda che ai sensi della legge qualunque insulto con carattere discriminatorio è un reato", forse non serviva alzare il dito per indicare il cartello ma qualcuno avrebbe trovato il coraggio di farlo, se quel cartello ci fosse stato. Sono due esempi di come, credo, che l'Amministrazione debba operare per cambiare lo stato delle cose nell'aggressività che noi rileviamo ogni giorno, un'aggressività purtroppo, spesso, fondata sulla discriminazione. So bene e non a caso ho presentato questi documenti che il Comune, non da oggi, è impegnato esattamente per costruire questo clima di relazioni e di convivenza civile, che siamo titolari di progetti europei di formazione per gli operatori che lavorano nei servizi pubblici, che siamo impegnati in progetti di formazione sull'uso del linguaggio. Quindi so che il lavoro è di lunga lena, so che i lavori di lunga lena hanno bisogno anche di passaggi simbolici e quindi credo che questo possa esserlo. |