Interventi |
PATTI Federica (Assessora) Buonasera a tutti. Allora, questa è una delibera di indirizzo che, come si evince dal titolo, è per l'organizzazione delle reti scolastiche che con legge del 15 marzo numero 59/1997 e successivi decreti legge, in realtà delega agli enti locali, in virtù del fatto che sono i proprietari degli immobili, delle scuole primarie e secondarie di primo grado, il dimensionamento, la proposta di dimensionamento scolastico è quindi di riorganizzazione dei locali, in virtù, diciamo, di questa caratteristica. Nel 2012 sono state promulgate le indicazioni nazionali per il curriculum della scuola dell'infanzia del primo ciclo di istruzione, che in realtà promuovono quello che è il curriculum verticale, a partire dalla scuola dell'infanzia, alla scuola primaria e alla scuola secondaria di I grado, dico medie per fare un po' più, come dire, velocemente. E in questi anni in Italia, come nella Regione Piemonte, in Città Metropolitana si è proceduto abbastanza celermente a quello che è il dimensionamento, ossia la costituzione di istituti comprensivi. Torino, in realtà, è abbastanza disallineata, rispetto alla situazione che c'è sia nell'area metropolitana, sia Regione Piemonte, nonché nella situazione nazionale, tant'è che, se noi consideriamo che sull'area metropolitana ogni direzione didattica ci sono cinque istituti comprensivi e su ogni direzione didattica a Torino, scusate, è al contrario, mentre invece su 11,46 istituti comprensivi su Regione noi ne abbiamo 1, ciò vuol dire che Torino ha circa, rispetto all'autonomia scolastica, meno di 1 su 3 di istituti comprensivi. Cos'è l'Istituto Comprensivo? In realtà, è quella organizzazione dell'autonomia scolastica che permette di poter più agevolmente, più facilmente progettare il curriculum verticale di cui sopra rispetto alle linee, alle indicazioni nazionali per il curriculum della scuola dell'infanzia. In realtà abbiamo ritenuto di fare una delibera di indirizzo perché crediamo che in realtà, fino ad oggi, si sia proceduto solo nel momento in cui ci si è trovati obbligati a dimensionare. In realtà ho fortemente, diciamo, invitato a dimensionare da quella che è la delibera della Regione Piemonte. La Regione Piemonte quest'anno, in realtà, delibera che non saranno consentite deroghe finalizzate al mantenimento delle istituzioni che presentano parametri inferiori ai limiti della normativa vigente, il che vuol dire meno di 600 alunni, e quindi diventa un obbligo dimensionare in questo senso. Ma quello che crediamo è che forse ci voglia un piano che nei prossimi 3 – 4 anni, in realtà, organizzino in una visione di insieme, il dimensionamento, per non andare a dimensionare solo là dove le autonomie scolastiche scendono sotto i 600 alunni e dunque non avendo, come dire, una programmazione pluriennale sul territorio. È chiaro che, però, il Comune di Torino dimensiona in quanto, come dicevo all'inizio, proprietario, diciamo, e delegato in quanto, come dire, proprietario dei muri e delle strutture, ma in realtà il dimensionamento coinvolge anche tutta la parte che riguarda il personale, nonché i flussi degli alunni, e quindi è stato, come dire, avviato un confronto alla condivisione con la Regione Piemonte e con l'Ufficio Scolastico Regionale Territoriale e Città Metropolitana per quel che riguardano, diciamo, i diversi ambiti, tra cui quello del personale, per quello che attiene l'Ufficio Scolastico Regionale e Territoriale in particolare. Questo perché crediamo e riteniamo che solo un percorso condiviso possa, diciamo, cercare di considerare tutti gli ambiti in maniera adeguata e proprio perché in realtà il dimensionamento non è semplicemente un mero atto di risistemazione e riconfigurazione di alunni all'interno delle strutture, ma deve tenere conto anche di tutta una serie di parametri, appunto, di cui sopra, quali il personale e quali, come dire, il progetto formativo rispetto ai segmenti scolastici. Ed è quindi in questo senso che la Città di Torino ha ritenuto di dotarsi di una delibera di indirizzo per potersi muovere nei prossimi anni all'interno di un quadro di una direzione, di una visione, che è quella della formazione di istituti comprensivi non solo perché ritiene che sia, come dire, una configurazione, un'organizzazione scolastica da perseguire, ma anche per riuscire a raggiungere quelli che sono, come dire, i livelli di istituti comprensivi pari a quelli che sono, diciamo, le altre realtà italiane regionali e metropolitane. Grazie. PATTI Federica (Assessora) Allora, illustro prima gli emendamenti Presidente o rispondo? Okay. Allora, a pagina 5, riga 21 sostituire la frase: "che saranno interessate nella loro totalità, al fine di arrivare ad avere in ognuno esclusivamente" con la frase: "all'interno delle quali si opererà, salvo specifiche motivate eccezioni debitamente argomentate negli atti relativi dei mandati della Giunta Comunale, al fine di arrivare alla costituzione di". Invece a pagina 5, riga 18 sostituire le parole: "da tutte le" con la parola:"dalle". Mi spiace che il Consigliere Lo Russo sia uscito, nel senso che credo che lui si riferisse alla Conferenza delle Autonomie Scolastiche che per circa 4 anni è anche l'anno, come dire, da quando ci siamo insediati, ha lavorato con me sulla riorganizzazione delle autonomie scolastiche. In realtà è stato un lavoro molto prezioso e in realtà la Conferenza delle Autonomie Scolastiche è stata convocata alla fine dei lavori proprio per, come dire, per essere informati del fatto che insieme alla Regione Piemonte, a Città Metropolitana l'Ufficio Scolastico Regionale si era arrivati a condividere una decisione di un processo che ci vedesse nei prossimi tre o quattro anni, diciamo, riorganizzare la situazione. Dunque, il problema vero è che i dirigenti scolastici non è personale comunale, quindi dei dirigenti scolastici, in un qualche modo, l'interlocuzione spetta a quello che è l'Ufficio Scolastico Regionale, così come per le associazioni sindacali anche la Regione Piemonte, ed è il motivo per cui in realtà questo, diciamo, questa condivisione è stata fatta da tutte, come dire, gli enti e i soggetti coinvolti, proprio perché come dicevo prima, il Comune di Torino è sì proprietario, come dire, delle strutture, ma ci sono degli argomenti e dei livelli che coinvolgono quelle che sono la parte di personale e la parte sindacale, che quindi vedono obbligatoriamente intervenire anche altri soggetti. Per quel che riguarda le criticità, per quel che riguarda le ricadute territoriali mi rendo conto di quelle che possono essere le preoccupazioni, è anche molto difficile immaginare di esplicitare un piano da qui a 4 anni, in realtà si sono fatte una serie di, come dire, di opzioni che verranno man mano, di anno in anno, diciamo, illustrate. Le ricadute territoriali che, come dire, possono essere più critiche, ad oggi, sappiamo quali possono essere, perché proprio per il fatto che la Città di Torino non ha dimensionato ci si può trovare ad avere dei comprensivi un po' sbilanciati o con dei numeri importanti. È altrettanto vero che credo che fosse importante iniziare questo processo proprio anche per quel che diceva la Consigliera Azzarà, perché l'Istituto Comprensivo può dare la possibilità e molti dirigenti che hanno gli istituti comprensivi davvero fanno continuità didattica, magari anche molti dei quali adesso, come dire, dicono che questo è un processo che non li ha visti coinvolti, di fatto, in realtà, sono poi quelli che portano molti di loro avanti degli istituti comprensivi di assoluta eccellenza. Grazie. |