Interventi |
AZZARÀ Barbara Grazie Presidente. Per anni questa città è stata privata di una visione unitaria del sistema scolastico. Un pasticcio dietro l'altro, dovuto ad evidenti incapacità di governance su ciò che davvero rappresenta l'istruzione, non ha permesso a questo importante motore di essere adeguatamente efficace e siamo addirittura diventati il fanalino di coda del Paese. Le domande a cui si deve rispondere sono: qual è il valore aggiunto di un istituto comprensivo? Quali sono le convenienze di aggregarsi in verticale? Come si possono far fruttare positivamente questi effetti? Gli istituti comprensivi, quando vengono costituiti, devono tenere conto del territorio, del curriculum e dell'organizzazione. Per il primo punto, il territorio, una scuola deve rappresentare una comunità, è vero che quasi sempre i comuni sono stati i primi sponsor di questi precetti di verticalizzazione, perché l'effetto di semplificazione organizzativa e istituzionale che questo tipo di dimensionamento comporta, tale scelta, però, consente di rendere più agevoli i rapporti tra scuola e il territorio. Ma c'è dell'altro. Se riteniamo che la scuola sia un elemento fondamentale per la qualità della vita di una comunità, che sia il motore per lo sviluppo, che sia un nodo che crea fiducia, solidarietà, identità, allora questa dote di capitale sociale va incrementata attraverso azioni dell'Istituto Comprensivo nel territorio, quali fare un checkup delle relazioni tra la scuola e la società locale, per uscire dalla occasionalità, consentire una rappresentazione comune dei problemi, costruire conoscenze sul sistema sociale ed economico, stringere alleanze, rinnovare le strategie di comunicazione e di intervento, creando un posto di territorio, attivare relazioni personali con gli attori sociali, proporre idee e progetti e recuperare e attirare risorse. Il curriculum verticale, lo dicono le ricerche docimologiche, permette di lavorare per competenze e di rendere l'autonomia scolastica più efficiente ed efficace. Siamo coscienti che il miglioramento degli apprendimenti dei nostri giovani cittadini dipende da molte variabili; l'effetto scuola si lega ad un insieme di fattori, che non dipendono dalla sola variabile organizzativa, in particolare ci riferiamo al ruolo trainante del dirigente scolastico, ci creda o no nel comprensivo, alla condivisione di un'idea di comunità professionale, alla qualità delle didattiche in classe, quindi l'utilizzo delle tecnologie, la cultura valutativa, il clima sociale, al rapporto con i genitori, la comunità e il territorio. Ebbene, un istituto comprensivo si trova nelle condizioni di poter intervenire positivamente in queste aree, ad esempio una regia di programmazione comune favorisce la graduale organizzazione dei saperi, la messa a punto di indicatori di progressione per una valutazione formativa, la continuità degli approcci metodologici e degli ambienti didattici. Siamo coscienti, altresì, che solo il lavoro congiunto di tutte le situazioni coinvolte in tale percorso può davvero far sì che tali intenti si traducano poi in un effettivo processo virtuoso. Il nostro Gruppo sostiene pienamente questa delibera, che finalmente fa uscire la Città di Torino da questa situazione di evidente anomalia rispetto al resto del Paese, ma al contempo vigilerà, affinché poi il processo messo in atto, porti davvero il nostro sistema scolastico a diventare un interlocutore forte delle politiche di sviluppo locale, ad essere uno degli attori in gioco e non il solito potere debole, che sta ai margini della scena. |