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TRESSO Francesco Mah, io sono invece per andare avanti nella discussione, a parte che l'atto da me presentato non riguarda il riconoscimento di una cittadinanza a livello comunale, ma riguarda, invece, il riconoscimento del diritto di cittadinanza ed è, ovviamente, in stretta relazione con quanto si sta discutendo a livello di Governo e in particolare quello di Senato, quindi per me, anzi, è opportuno, proprio anche perché ho presentato quest'atto già a luglio, ritengo che ci siano momenti migliori, quale questo, per discuterlo, anche perché abbiamo già atteso, anche in virtù del fatto che c'è un'altra iniziativa in corso, però sono per andare avanti nella discussione. Posso procedere con la presentazione? TRESSO Francesco Dunque, ho presentato questa mozione, intanto perché, come ho detto, c'è una legge che giace da 2 anni, ferma in Senato, e ritengo che sia opportuno, invece, e anche il Comune a livello locale dia un segnale evidente di cercare di accelerare questi tempi. Peraltro, ha anche un particolare senso discuterlo oggi in Consiglio Comunale, in quanto lo stesso disegno di legge cita l'articolo 23, leggo testualmente: "I comuni promuovono, nell'ambito delle proprie funzioni, a favore di tutti i minori, iniziative alla conoscenza e alla consapevolezza dei diritti e dei doveri legati alla cittadinanza e una giornata dedicata all'ufficializzazione di noi cittadini". Ed è proprio per questo che ho presentato quest'atto, che nella parte di impegno, richiama, appunto, la necessità, anche da parte del Comune, di promuovere iniziative di sensibilizzazione. Cosa dice il disegno di legge 2092, attualmente fermo? Sancisce, rispetto all'attuale norma, che è, ricordiamo, una norma del '92, che prevede lo "ius sanguinis", vi spiego bene la norma, per cui la Cittadinanza viene trasmessa da genitori in figli, prevede l'inserimento, non tanto dello "ius soli", che è il principio per cui chi nasce nel territorio di uno Stato automaticamente acquisisce la cittadinanza, cosa che, per esempio, è in vigore negli Stati Uniti, per un principio sancito dalla stessa Costituzione del 1868, ma prevede il cosiddetto "ius soli temperato", ovvero, in particolare, un sistema per cui chi nasce in Italia da genitori che siano residenti da almeno cinque anni nello Stato, senza interruzioni e senza irregolarità, con permesso di lungo soggiorno, quindi già in possesso di requisiti precisi e specifici, automaticamente, possa acquisire la cittadinanza. A questo si aggiunge, poi, lo "ius, cosiddetto, culturae" cioè la previsione anche per coloro che arrivano entro il dodicesimo anno di età e che abbiano superato un ciclo di studi di almeno cinque anni, con esito positivo, di acquisire anche loro la cittadinanza. Ora, è chiaro che questo avrà un effetto anche a livello nazionale, che porterà ad un incremento dei cittadini italiani, a parte una fase iniziale di assestamento, in cui sono stata fatte delle valutazioni, in particolare la Fondazione Moressa ha fatto delle proprie valutazioni, si calcola, sulla base di una percentuale di quelli che sono, effettivamente, i nati da residenti con permessi di lungo soggiorno, a cui si aggiungono, appunto, quelli che potrebbero fruire dello "ius culturae", una quantità di circa 60.000, 50/60.000 nuovi cittadini italiani ogni anno, che a fronte, però, della decrescita demografica, cioè del saldo netto naturale, diciamo, da nascite meno decessi, che nel 2016 ha toccato la cifre record di 134.000 unità, è sempre una quantificazione numerica che non deve destare particolare preoccupazione. Ricordiamo ancora che anche in Europa sono presenti varie forme di "ius soli temperato", anche Paesi, come la Germania, tanto per fare un esempio, che sicuramente sulla cittadinanza ha sempre avuto una certa, particolare, attenzione, anche nella sua storia, prevede che in automatico chi nasce da genitori che risiedono almeno da 8 anni sul territorio tedesco possa fruire della cittadinanza in maniere automatica. Ora, Torino ritengo che sia un esempio, anche a livello nazionale, di Città che ha sempre praticato delle iniziative di inclusione, di capacità anche di dare sostegno, tramite i suoi servizi, dei servizi educativi, in termini di accoglienza degli stranieri, quindi, ritengo particolarmente significativo che il Consiglio si doti di una mozione che impegna in questo senso. E' una questione, credo, di buon senso. Si tratta di fare uscire da una situazione di limbo sociale ragazzi e ragazze, su cui lo Stato Italiano, peraltro sta anche investendo. Sta investendo sulla loro formazione, sta investendo su di loro, e sulla loro educazione, in certi casi addirittura li premia, ma non gli può dare questa cittadinanza, per altro privandoli di alcuni diritti fondamentali, quali, per esempio, poter ricevere anche delle borse di Studio o, addirittura, anche il diritto di voto qualora, effettivamente, non abbiano potuto risiedere per 18 anni continuamente e ininterrottamente. Si tratta, quindi, di un'azione di buonsenso. Io credo che condividere questo tipo di valore sia anche un elemento di maturità. Chiedo, nella parte di "impegna", due elementi: il primo è quello, proprio che la Sindaca, la Giunta e tutte le Forze Politiche riescano a fare un'azione di persuasione nei confronti dei loro riferimenti nazionali per accelerare questo principio di voto a livello di Senato; il secondo è quello, proprio, di attivare una serie di iniziative e di sensibilizzazione sull'argomento, anche a livello cittadino. Credo che anche le Commissioni che abbiamo svolto nell'arco della discussione che era seguita alla presentazione dell'atto, siano già state un primo esempio quando abbiamo ascoltato sia le persone che al momento non godono della cittadinanza, ma che hanno dimostrato come il loro percorso di vita, di studi e di presenza sul territorio possa essere degno di avere questo riconoscimento, e abbiamo anche ascoltato chi, dal suo profilo giuridico, ci ha dato un chiaro esempio di quello che, invece, questo principio vuole sancire. Chiedo, quindi, a tutti, in coerenza anche con quelle che sono state tutta una serie di dichiarazioni... TRESSO Francesco …fatte in sede di Commissione, di poter portare avanti quest'atto. Grazie. |