Interventi |
SGANGA Valentina Ma, dico subito che... affermo subito un piccolo rammarico che, secondo me, siamo qui a discutere tre atti, probabilmente si sarebbe potuto arrivare ad un atto unico, comunque... Se è possibile, magari, mi prendo qualche minuto in più, ma perché nell'intervento faccio che presentare anche gli emendamenti che ho depositato alla mozione del Consigliere Tresso e faccio un discorso unico. Quella che è stata l'incerta gestione politica, che il Partito Democratico ha riservato alla legge sulla cittadinanza, anche il relativo rimpallo di responsabilità tra i membri dell'Esecutivo, non devono far venire meno il merito del Provvedimento. Il principio, più volte richiamato, anche dai precedenti interventi, secondo cui chi nasce in Italia da genitori stranieri, e qui cresce, studia e lavora è sacrosanto, tanto che, in realtà, già l'attuale normativa italiana lo prevede, seppure a fronte di una residenza ininterrotta fino alla maggiore età. E il primo emendamento che ho presentato alla mozione del Consigliere Tresso è volutamente provocatorio, ed esprime, in sostanza, proprio il rammarico per come si è svolto il dibattimento sul tema dello "ius soli" e dello "ius culturae", in Parlamento e, più in generale, nel Paese. Un tema che è stato strumentalizzato, offrendo visioni demagogiche, tanto a destra quanto a sinistra. Le posizioni xenofobe delle destre, che agitano gli spauracchi dell'invasione, della perdita d'identità, sono inaccettabili, come lo è anche l'idea di una certa sinistra, secondo la quale, approvare la legge sarebbe un atto di umanità. Ecco, i bambini, a cui tanto spesso si sta facendo riferimento nella discussione di questa legge, non si trovano per ora in una condizione di reietti, privi di diritti, questo credo che vada detto e vada chiarito, essi sono protetti dai Codici e dalla Giustizia della Repubblica Italiana hanno diritto all'assistenza sanitaria e hanno diritto a fruire del sistema di istruzione, giustamente. Il problema, quindi, non è quello di discutere sul diritto alla cittadinanza, ma decidere sulla base di quali criteri assegnarlo. E da questo punto di vista, questo disegno di legge è, secondo noi, un'occasione mancata. Un'occasione mancata per due ragioni: in primis perché non si è pensato, minimamente, di avviare un confronto in sede europea sul tema, un confronto che sarebbe doveroso, perché, appunto, chi diventa cittadino di uno Stato membro dell'Unione, diventa automaticamente cittadino europeo. Invece, ad oggi, come richiamava, giustamente, il Consigliere Tresso, ciascun Paese si autoregola, applicando il principio nei modo più diversi. E a questo faccio riferimento nel secondo emendamento e anche nel primo punto dell'Impegna, in cui appunto chiedo esplicitamente che si faccia un passaggio, che coinvolga anche gli Organi Comunitari, per una visione che sia maggiormente coordinata e unificata a livello europeo. E, poi, un'occasione persa anche soprattutto perché è mancato un dibattito netto sui principi dello "ius soli", sui suoi effetti pratici, è mancato anche duramente le nostre Commissioni, devo dirlo, non si sono analizzati, non si è voluto analizzare i pro e i contro, e si è persa l'occasione di analizzare il tema in una prospettiva futura. E, io mi sarei aspettata questo, da una classe politica, degna di questo nome, cioè, non solo guardare all'oggi, ma guardare... e quindi, non solo guardare all'oggi, e spesso anche stringendo interessi di carattere elettorale, ma guardare al domani, e, quindi, valutare attentamente tutti gli sviluppi della situazione attuale. E, poi, altrettanto importante è sottolineare che il processo di acquisizione della Cittadinanza non è, di per sé, una condizione sufficiente a garantire a tutti un alto livello di inclusione sociale, anzi, spesso, fenomeni di esclusione su base etnica, culturale e religiosa sono spesso indipendenti dalla cittadinanza e gli effetti di questa esclusione lo sono altrettanto. Sì, concludo. Questo era per quanto riguarda, appunto, la mozione del Consigliere Tresso. Per quanto riguarda la mozione presentata dal Consigliere Lo Russo, io ho riletto i verbali della discussione che c'era stata, appunto, nel 2012, per l'inserimento del comma nell'articolo stesso dello Statuto e, sinceramente, non capisco dove si voglia arrivare. Ovvero, da questa maggioranza non è stata espressa la volontà di modificare l'articolo di quello Statuto, quindi, ribadire l'ordine l'ovvio, ovvero che la Sindaca e la Giunta debba seguire lo Statuto, sinceramente, mi sembra abbastanza inutile. |