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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 16 Ottobre 2017 ore 14,00
Paragrafo n. 18
DELIBERAZIONE DI INIZIATIVA CONSILIARE 2017-02433
STATUTO DELLA CITT? DI TORINO - ADEGUAMENTO ALLE DISPOSIZIONI DELLA LEGGE 23 NOVEMBRE 2012, N. 215.
Interventi
FERRERO Viviana
Grazie Presidente. Allora, io, innanzitutto ringrazio la Consigliera Grippo, perché ha
messo a disposizione delle competenze, ha traghettato anche quel lavoro che si sta
facendo in Regione nel nostro Comune. Ma voglio ringraziare anche tutti i commissari
della, appunto, delle pari opportunità, perché noi ci siamo presi del tempo, abbiamo
voluto approfondire, analizzare anche i pareri delle Circoscrizioni che si sono, appunto,
come già lei bene ricordava, sostanzialmente attestati sul problema della parola "parità"
che in italiano significa proprio 50 e 50, mentre si riteneva che una percentuale
variabile, che includesse una parità liquida tra il 40 e 60 fosse più appropriata. Io in aula
vorrei, però ricordare, visto che questo lavoro è stato fatto, come il genere sotto
rappresentato potrebbe essere anche quello degli uomini, quindi facciamo anche questo
appunto, e ricordiamo che siamo proprio qui perché noi, la maggior parte delle donne
che sono presenti qui, perché era possibile una doppia preferenza di genere maschile e
femminile alla scorsa tornata elettorale. Un riequilibrio forzoso che ci potrebbero
imputare coloro che non hanno seguito l'iter di approvazione della legge, ma che in
realtà è la necessità di superare quell'altra forzatura culturale che rappresenta
l'emarginazione delle donne nel mondo politico; una storia così lunga che se viene
narrata nei libri di storia appare nei libri di storia addirittura un'altra storia. Si consideri
che la sottorappresentanza politica delle donne è un problema globale, la percentuale
media mondiale dei membri donna nelle legislature nazionali si ferma e si attesta circa
sul 19%, e la composizione di genere nelle istituzioni pubbliche appare, delle donne in
politica, nei paesi scandinavi, in Olanda e in Germania, tra il 42%, seguite poi dal 30%
in Austria, Spagna e Gran Bretagna, Italia e Francia dove si registra una media intorno,
però poi, al 20%. È vero che si tratta di paesi in cui la cultura delle pari opportunità in
ogni settore della società è molto radicato, in effetti le donne scandinave hanno più
possibilità di ricoprire posizioni di potere, perché vige una vera e propria politica di
promozione della leadership femminile, e questo succede anche in Germania, dove nel
Bundesrat, anche negli organi direttivi dei partiti vi è una grossa rappresentanza
femminile, e questo deriva di nuovo da un fattore innestato di cultura, quindi con dei
provvedimenti diretti a rimuovere discriminazione sociale della donna ed esplicitamente
negli Statuti e nei partiti attuare delle soluzioni idonee a rappresentare la rappresentanza
femminile nelle liste elettorali. Quindi è il caso di ricordare. Tra l'altro, che le donne in
Italia sono state escluse dalla vita politica fino a veramente pochissimo tempo fa, ed è
dal 10 marzo del '46 che si raggiunge la parità di genere in materia elettorale. In un
mondo in cui le donne sono escluse dalla vita politica, dove, diciamocelo, le donne
fanno tantissima fatica ad imporsi come autorevoli nel mondo politico, condannate ad
essere sempre donne di qualcuno, figlie di qualcuno: questo adeguamento era qualcosa
che ci serviva. La questione, quindi, non può essere delegata a un cambio culturale di
mentalità che è la solita cosa di cui ci riempiamo un po' la bocca, e il cambio lo fai con
azioni concrete, innestando quel processo, un processo che ha la volontà di attuare un
cambiamento in un Paese dove il ruolo politico della donna è sempre stato visto come
qualcosa di passivo. Le donne sono troppo spesso chiamate in causa solo quando
devono esprimere il voto, mentre le donne sono sia elettrici, ma devono avere la
possibilità di essere elette. Anche sul discorso, per esempio dei Ministri, abbiamo
dovuto aspettare il 1976 con l'ingresso di Tina Anselmi al Ministero per il Lavoro e la
Previdenza Sociale, per avere una donna Ministro. Sono dati, cioè, il '76 veramente è
dietro l'angolo. Un Paese dove si deve superare la cultura di differenza che ancora si
avverte relativamente alla discesa in campo delle donne che non può essere tollerata in
un'azione che pone la Democrazia alla base della sua Costituzione. Io vorrei concludere
parlando del fatto che una donna deve avere e deve sapere di avere, è un percorso di
consapevolezza, però deve sapere di essere, di poter essere protagonista della vita
politica, della vita professionale, della vita sociale e delle vita familiare, e deve poter
aspirare a questo sin dall'infanzia, senza limite o preconcetto alcuno, perché il
femminile ha un grande valore, e qui ricordo, è un piccolo brano di Serena Santagata,
che dice: "Per sua natura ella è infatti portata a occuparsi degli altri, le donne sono
madri e questo vuol dire che per indole personale tendono a mettere gli altri al primo
posto, e di conseguenza sono più sensibili alle esigenze del cittadino, sono più concrete
ed operative, risultando quindi di grande utilità per la cosa pubblica". Io rivendico
questo femminile all'interno delle istituzioni, e se non si persegue la parità, intesa come
l'abbiamo voluta declinare, tra uomini e donne, se uomini e donne non hanno le stesse
opportunità in politica, la tanto declamata Democrazia, rimane esclusivamente una
Democrazia a metà. Grazie.

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