Interventi |
FERRERO Viviana Grazie Presidente. Allora, io, innanzitutto ringrazio la Consigliera Grippo, perché ha messo a disposizione delle competenze, ha traghettato anche quel lavoro che si sta facendo in Regione nel nostro Comune. Ma voglio ringraziare anche tutti i commissari della, appunto, delle pari opportunità, perché noi ci siamo presi del tempo, abbiamo voluto approfondire, analizzare anche i pareri delle Circoscrizioni che si sono, appunto, come già lei bene ricordava, sostanzialmente attestati sul problema della parola "parità" che in italiano significa proprio 50 e 50, mentre si riteneva che una percentuale variabile, che includesse una parità liquida tra il 40 e 60 fosse più appropriata. Io in aula vorrei, però ricordare, visto che questo lavoro è stato fatto, come il genere sotto rappresentato potrebbe essere anche quello degli uomini, quindi facciamo anche questo appunto, e ricordiamo che siamo proprio qui perché noi, la maggior parte delle donne che sono presenti qui, perché era possibile una doppia preferenza di genere maschile e femminile alla scorsa tornata elettorale. Un riequilibrio forzoso che ci potrebbero imputare coloro che non hanno seguito l'iter di approvazione della legge, ma che in realtà è la necessità di superare quell'altra forzatura culturale che rappresenta l'emarginazione delle donne nel mondo politico; una storia così lunga che se viene narrata nei libri di storia appare nei libri di storia addirittura un'altra storia. Si consideri che la sottorappresentanza politica delle donne è un problema globale, la percentuale media mondiale dei membri donna nelle legislature nazionali si ferma e si attesta circa sul 19%, e la composizione di genere nelle istituzioni pubbliche appare, delle donne in politica, nei paesi scandinavi, in Olanda e in Germania, tra il 42%, seguite poi dal 30% in Austria, Spagna e Gran Bretagna, Italia e Francia dove si registra una media intorno, però poi, al 20%. È vero che si tratta di paesi in cui la cultura delle pari opportunità in ogni settore della società è molto radicato, in effetti le donne scandinave hanno più possibilità di ricoprire posizioni di potere, perché vige una vera e propria politica di promozione della leadership femminile, e questo succede anche in Germania, dove nel Bundesrat, anche negli organi direttivi dei partiti vi è una grossa rappresentanza femminile, e questo deriva di nuovo da un fattore innestato di cultura, quindi con dei provvedimenti diretti a rimuovere discriminazione sociale della donna ed esplicitamente negli Statuti e nei partiti attuare delle soluzioni idonee a rappresentare la rappresentanza femminile nelle liste elettorali. Quindi è il caso di ricordare. Tra l'altro, che le donne in Italia sono state escluse dalla vita politica fino a veramente pochissimo tempo fa, ed è dal 10 marzo del '46 che si raggiunge la parità di genere in materia elettorale. In un mondo in cui le donne sono escluse dalla vita politica, dove, diciamocelo, le donne fanno tantissima fatica ad imporsi come autorevoli nel mondo politico, condannate ad essere sempre donne di qualcuno, figlie di qualcuno: questo adeguamento era qualcosa che ci serviva. La questione, quindi, non può essere delegata a un cambio culturale di mentalità che è la solita cosa di cui ci riempiamo un po' la bocca, e il cambio lo fai con azioni concrete, innestando quel processo, un processo che ha la volontà di attuare un cambiamento in un Paese dove il ruolo politico della donna è sempre stato visto come qualcosa di passivo. Le donne sono troppo spesso chiamate in causa solo quando devono esprimere il voto, mentre le donne sono sia elettrici, ma devono avere la possibilità di essere elette. Anche sul discorso, per esempio dei Ministri, abbiamo dovuto aspettare il 1976 con l'ingresso di Tina Anselmi al Ministero per il Lavoro e la Previdenza Sociale, per avere una donna Ministro. Sono dati, cioè, il '76 veramente è dietro l'angolo. Un Paese dove si deve superare la cultura di differenza che ancora si avverte relativamente alla discesa in campo delle donne che non può essere tollerata in un'azione che pone la Democrazia alla base della sua Costituzione. Io vorrei concludere parlando del fatto che una donna deve avere e deve sapere di avere, è un percorso di consapevolezza, però deve sapere di essere, di poter essere protagonista della vita politica, della vita professionale, della vita sociale e delle vita familiare, e deve poter aspirare a questo sin dall'infanzia, senza limite o preconcetto alcuno, perché il femminile ha un grande valore, e qui ricordo, è un piccolo brano di Serena Santagata, che dice: "Per sua natura ella è infatti portata a occuparsi degli altri, le donne sono madri e questo vuol dire che per indole personale tendono a mettere gli altri al primo posto, e di conseguenza sono più sensibili alle esigenze del cittadino, sono più concrete ed operative, risultando quindi di grande utilità per la cosa pubblica". Io rivendico questo femminile all'interno delle istituzioni, e se non si persegue la parità, intesa come l'abbiamo voluta declinare, tra uomini e donne, se uomini e donne non hanno le stesse opportunità in politica, la tanto declamata Democrazia, rimane esclusivamente una Democrazia a metà. Grazie. |