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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 2 Ottobre 2017 ore 14,00
Paragrafo n. 3
INTERPELLANZA 2017-03537
"PERCH? LA CITT? VUOLE SVENDERE IL CENTRO AGRO-ALIMENTARE?" PRESENTATA IN DATA 7 SETTEMBRE 2017 - PRIMO FIRMATARIO LAVOLTA.
Interventi
VERSACI Fabio (Presidente)
Torniamo indietro all'interpellanza la 03537, presentatore Lavolta ed altri:

"Perché la Città vuole svendere il Centro Agro Alimentare?"

VERSACI Fabio (Presidente)
Risponde l'Assessore Rolando, prego.

ROLANDO Sergio (Assessore)
Non la trovo più. C'è, c'è. Questa risposta all'interpellanza vale anche poi per
l'interpellanza successiva, lo dico prima perché tocca gli stessi argomenti, poi se volete
poi la rileggo. La Città di Torino con riferimento … oltre alle informazioni che ha già
fornito la Sindaca in Commissione e in Consiglio sul tema della dismissione CAAT che
non replico, la Città di Torino con riferimento alle Città partecipate deve dare attuazione
alle prescrizioni della Riforma Madia, D. Lgs. 175/2016, l'obbligo di procedere alla
dismissione delle partecipazioni non essenziali per il raggiungimento dei fini
istituzionali dell'ente è stato introdotto dal legislatore da diversi anni e per far fronte
all'inerzia degli enti locali il legislatore ha emanato il richiamato Decreto 175/2016, la
Corte dei Conti sezione regionale per il Piemonte del 2 febbraio 2017 ", che ricordo a
tutti, tanto per sfondare il campo, si riferiva al rendiconto 2014, poi richiamato anche
nel rendiconto 2015, " ha esaminato il piano di razionalizzazione delle società
partecipate approvato dal Comune di Torino nel 2016 con deliberazione del Consiglio
Comunale del 7 aprile 2016", si legge nella deliberazione della Corte dei Conti appena
richiamata: "in linea generale si riserva che la relazione allegata alla delibera del
Comune di Torino non offre adeguato sostegno argomentativo alla valutazione di
sussistenza del requisito di essenzialità del servizio, l'essenzialità del servizio al fine del
perseguimento delle attività istituzionali per numerose partecipazioni, difetta
un'articolata argomentazione...", no, scusi, "un'articolata argomentazione in merito,
analoghe valutazioni possono muoversi sulle motivazioni di indispensabilità dello
strumento societario, non si evincono in altri termini le motivazioni alla base delle quali
la scelta è ricaduta sull'esternalizzazione del servizio, sia pur essenziale, né della scelta
dello strumento societario per svolgere il servizio in luogo di altri strumenti. Occorre
verificare dunque non solo se il soggetto societario svolge un compito essenziale, oggi
compreso tra quelli individuati dal Decreto Madia 175/2016, ma anche se lo strumento
societario sia indispensabile sotto il profilo dell'economicità e efficienza della gestione
anche in relazione a modelli alternativi più economici. Va ancora ricordato sempre in
ordine alla scelta del mantenimento o meno di una certa partecipazione, che la scelta di
assumere o mantenere partecipazioni impone anche una valutazione di economicità,
detto in altri termini, l'esercizio di attività in costante perdita è incompatibile con lo
strumento societario, come tale è ispirato alla logica del profitto o quantomeno
dell'economicità di gestione intesa come integrale copertura dei costi con i ricavi,
l'esame dei dati finanziari reperiti su sistema informativo SIQuEL evidenzia il
perdurare di numerose criticità già rilevate nelle precedenti deliberazioni di questa
sezione con riferimento agli organismi partecipati e ai rapporti dell'ente con gli stessi. A
tal riguardo la Corte esamina alcune società partecipate in perdita e tra queste anche il
CAAT, lo società come è noto ha fatto registrare un risultato negativo per quattro dei
cinque esercizi nel periodo preso come riferimento dal Decreto 175/2016, ovvero
2011/2015 e quindi ai sensi dell'articolo 20, comma 2, lettera E del Testo Unico sulle
società partecipate deve essere oggetto di misure di razionalizzazione. Per poter ritenere
che il (parola incomprensibile) sia assoggettabile a tale disposizione bisognerebbe
sostenere e comprovare che il servizio di gestione della struttura non sarebbe svolto dal
mercato senza un intervento pubblico o che alle condizioni con cui oggi il servizio
erogato, nessun privato sarebbe disposto a gestire la struttura senza limitare il servizio
in termini di accessibilità fisica ed economica, continuità, non discriminazione, qualità e
sicurezza", questa è la definizione dell'attività di interesse generale introdotta dalla
Riforma Madia. Inoltre a tale valutazione la normativa impone anche una seconda
verifica diretta da testare se l'attività svolta dalla società partecipata sia necessaria per lo
svolgimento di una funzione fondamentale dell'ente, infatti l'articolo 4 del decreto
Madia dispone che le Amministrazioni pubbliche non possono mantenere partecipazioni
in società aventi per oggetto, attività di produzione di beni e servizi non strettamente
necessarie per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali, a tal riguardo la Corte
dei Conti nella più volte richiamata pronuncia con riferimento al Decreto 78/2010
articolo 14, comma 27, ricordo a tutti, è il famoso Decreto Tremonti del primo grande
taglio, la fonte normativa utile per individuare le attività indispensabili per il
perseguimento delle finalità istituzionali in materia di servizi pubblici elenca; primo:
"l'organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale di ambito comunale, ivi
compresi i servizi di trasporto pubblico, l'organizzazione e la gestione dei servizi di
raccolta, avvio e smaltimento e recupero dei rifiuti urbani e la riscossione dei relativi
tributi", è finito l'articolo. Il piano di razionalizzazione per il 2017/2018 prevede una
dismissione di almeno il 5% rinviando ai prossimi piani di razionalizzazione ordinaria
l'adozione di altre eventuali misure, la misura adottata mira a ridurre la partecipazione
pubblica con l'auspicio che la presenza di una maggiore partecipazione di soggetti
privati nella compagine societaria possa dare un'impronta più manageriale alla gestione
della struttura e mette al regime le grandi potenzialità che la struttura stessa offre,
d'altra parte il legislatore ha da tempo introdotto la figura delle società con
partecipazione miste pubblico-privata, proprio per lo scopo anzi rappresentato, grazie.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie. Prego, Vice Presidente Lavolta, ne ha facoltà per 5 minuti.

LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario)
Grazie, Presidente. Ma a beneficio di chi ci ascolta, visto che ha letto molte norme e
molti articoli di legge, provo velocemente a riassumere il significato di questa richiesta
di chiarimento che il Partito Democratico ha rivolto all'Amministrazione con la
consapevolezza che avremo tantissime ore per approfondire il tema e discuterne insieme
in occasione di quella sciagurata delibera che questa Amministrazione vuole che questo
Consiglio Comunale voti in data odierna. In sintesi, l'Assessore ci ha appena detto che,
questa Amministrazione, questa Giunta, questa Sindaca nel corso di questo anno del
2017 ha cambiato idea sul Centro Agro Alimentare di Torino, perché ha cambiato idea?
Ha cambiato idea perché, ci comunica, che siccome ci sono tanti elementi che
riconducono il Centro Agro Alimentare ad una delle società oggetto del Decreto Madia,
elementi tra cui i più rilevanti reiterate perdite e il non interesse pubblico, è opportuno
che la Città di Torino venda, io dico, svenda delle quote, perché dico che ha cambiato
idea? Perché se i Consiglieri Comunali, tutti, leggessero bene la delibera che
discuteremo oggi a un certo punto troverebbero un riferimento ad una determina che è la
149 del 23 marzo del 2017, quella determina ha degli allegati, che cosa sono questi
allegati? Sono delle schede che rappresentano la fotografia in quel momento delle
società partecipate oggetto della ricognizione, se voi prendeste quelle schede e le
confrontaste con quelle allegate alla delibera di oggi, scoprireste che sono state …, la
scheda del CAAT del Centro Agro Alimentare è stata stravolta, in particolare nella
scheda che fa riferimento a quella determina citata nella delibera di oggi, ci sono scritte
alcune cose che è bene che i Consiglieri Comunali, che quest'oggi diligentemente senza
leggere la delibera voteranno favorevolmente a quella deliberazione è bene che
sappiano. Ve ne dico solo due, ripeto, nel corso del Consiglio ve ne dirò tante altre, la
prima, che quella scheda redatta da quest'Amministrazione, non dalla Giunta Fassino,
non dall'Amministrazione precedente, da quest'Amministrazione, a marzo ultimava la
scheda con queste parole e in particolare diceva la scheda che è bene, adesso non la
trovo, ma ve la voglio leggere perché dice: "esito della revisione straordinaria ai sensi
del Testo Unico - citato più volte dall'Assessore - mantenimento della partecipazione",
perché questa Giunta, quest'Amministrazione a marzo diceva che era giusto mantenere
la partecipazione del Centro Agro Alimentare, perché sostanzialmente riconosceva
l'interesse pubblico che, Assessore, non è l'interesse istituzionale, è l'interesse di
carattere generale in relazione ai benefici che dà la gestione di una società nei confronti
della collettività. La cosa che sorprende è che questo giramento, questa, diciamo, questa
involuzione da parte dell'esecutivo avviene in che anno? Nel 2017 quando questa stessa
Amministrazione che siede nel Consiglio di Amministrazione del Centro Agro
Alimentare, prende atto che dopo tanti anni il Centro Agro Alimentare ha esaurito, ha
finalmente soddisfatto un mutuo che era stato concesso dallo Stato per svilupparsi e
crescere a proposito di interesse pubblico, lo Stato aveva riconosciuto un mutuo a
condizioni agevolate nei confronti del Centro Agro Alimentare. Il 2017, dobbiamo
essere tutti contenti finalmente quel mutuo è estinto, cioè grazie a una gestione sana,
grazie alla positiva gestione del Centro Agro Alimentare, tutto è stato possibile
soddisfare un mutuo pluriennale, l'Assessore ci dice il CAAT va venduto perché ci sono
reiterate perdite e basta andare a prendere il Bilancio approvato dal Consiglio
d'Amministrazione per scoprire che quest'anno il CAAT finisce, diciamo, l'esperienza
dell'ultimo anno con un utile, un utile che non si era visto, ma perché non si era visto?
Perché doveva nel frattempo soddisfare quel mutuo, allora noi abbiamo una società
sana, ben gestita che finalmente ha un utile, che ha soddisfatto e ha pagato un mutuo
pluriennale che gli era stato concesso per sviluppare le finalità di interesse pubblico e in
questo anno l'Amministrazione, questa Amministrazione e il Movimento 5 Stelle si
permette il lusso di dire, a marzo che non andava dismessa e anzi quella partecipazione
andava mantenuta, oggi, beh, la Madia ci costringe a farlo. Eh no, caro Assessore,
questa è una bugia, il Decreto Madia, il Testo Unico sulle società partecipate non
impongono la vendita del CAAT e concludo perché, ripeto, ne parleremo a lungo nel
corso di questa bellissima giornata, lo dico ai Consiglieri Comunali, qui si sta cercando
di svendere pezzi di società partecipate, allora abbia il coraggio questa
Amministrazione, se riconosce l'interesse istituzionale del CAAT, decida, prenda
coraggio, prenda carta e penna e scriva su un foglio nuovo che ha un'intenzione politica
che è quella di uscire dal Centro Agro Alimentare...

IMBESI Serena (Vice Presidente)
La invito a concludere.

LAVOLTA Enzo (Vice Presidente Vicario)
E responsabilmente, cara Presidente, lo dico anche lei che voterà quella delibera,
responsabilmente noi ci potremo confrontare sul futuro di una struttura che questo
Consiglio Comunale, nei confronti della quale, questo Consiglio Comunale ha posto
un'attenzione particolare in relazione a 3.000, ripeto, 3.000 dipendenti, 3.000 lavoratori
che quotidianamente animano quello spazio più i tantissimi altri che beneficiano della
gestione pubblica e pubblicistica, che sono gli operatori di mercato, nei confronti dei
quali io credo tutti quanti noi abbiamo il dovere morale di spiegare che cosa vuole fare
questa Amministrazione.

IMBESI Serena (Vice Presidente)
Grazie.
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