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LO RUSSO Stefano La tragedia di Piazza San Carlo si poteva evitare? Parto da questa domanda a fronte di una vittima e di oltre 1.500 feriti, le nostre considerazioni conclusive dell’indagine condotta dalla Commissione Consiliare. Un’interminabile sequenza di approssimazioni, omissioni, deresponsabilizzazioni, scarica barile che ha caratterizzato l’intera vicenda a partire dalla sua preparazione passando per la sua gestione fino anche al dopo evento. Una modalità preparatoria e gestionale della serata del 3 giugno, quella emersa nel lavoro della Commissione, ancora più grave se si considera lo scenario internazionale in cui si sviluppano i fatti, in relazione alla costante minaccia terroristica che colpisce con sempre maggior ferocia e determinazione in diverse aree del mondo. I protagonisti che a vario titolo non hanno esercitato il loro ruolo, quelli che lo hanno fatto male, quelli che banalmente si sono disinteressati delle cose di cui avrebbero dovuto occuparsi classificano gli eventi di Piazza San Carlo del 3 giugno come una delle più stupefacenti ed emblematiche storie italiane di sciatteria ed approssimazione politica ed amministrativa. Di organizzare qualcosa in occasione della finale della Uefa Champions League la Città parla con Juventus già prima in occasione della mancata e poi rimandata festa dello scudetto del 21 maggio. La Società si dichiara disponibile a sostenere i costi in forma di sponsorizzazione, non risulta che nessuno della Città abbia mai proposto alla Juventus l’utilizzo dello stadio per la visione della partita. Una decisione quella di organizzare la visione della finale della Uefa Champions League in Piazza San Carlo il 3 giugno che viene presa in una riunione convocata solo 7 giorni prima, il 26 maggio 2017, una riunione convocata dal Capo di Gabinetto dottor Paolo Giordana su mandato della Sindaca e da lui presieduta e governata. La riunione si svolge nei suoi uffici a Palazzo Civico, Giordana è un funzionario in staff, è privo delle funzioni dirigenziali senza alcun potere di firma su nessun atto. Durante la riunione Giordana convoca telefonicamente il Presidente di un Ente partecipato come Turismo Torino, il Dottor Maurizio Montagnese, per puro caso Montagnese si trova nei pressi di Palazzo Civico e con l’Assessore al Turismo e Commercio Alberto Sacco, suo Assessore di riferimento politico nell’Amministrazione. Paolo Giordana una volta giunto Montagnose, presso la riunione che è già iniziata, gli comunica verbalmente che la Città ha deciso che deve essere Turismo Torino ad occuparsi della gestione operativa dell’allestimento della piazza San Carlo per la finale di Uefa Champions League. L’incarico, l’affidamento potremmo chiamarlo così, avviene quindi così verbalmente, si dice che si era fatto così già nel 2015 per l’altra finale Uefa di Champions League, ma in realtà non è così. Secondo l’Assessore Alberto Sacco presente per caso, anche lui per caso alla riunione del 26 maggio 2017 negli uffici del Giordana, l’accettazione verbale in quella sede da parte di Montagnese equivale a tutti gli effetti, a suo modo di vedere, ad un incarico formale della Città, i giorni per mettere in piedi la macchina organizzativa sono ormai solo 6, così proprio così. Un evento che coinvolge decine di migliaia di persone in una delle piazze auliche più importanti della Città che avrebbe richiamato centinaia di giornalisti e avrebbe proiettato Torino su un palcoscenico internazionale viene deciso proprio con questa modalità 6 giorni prima. Nessun Dirigente comunale con potere di firma partecipa alla riunione in cui si assume la decisione, l’Assessore Sacco, che ha la delega ai rapporti con Turismo Torino, passa di lì per caso, la cosa, a suo parere, non lo riguardava per niente, né era compito suo valutare, ma riguardava invece la Sindaca in quanto Assessore con delega ai grandi eventi. Fine della trasmissione. Non viene istruita una deliberazione della Giunta Comunale o anche solo un qualunque altro atto formale scritto di incarico a Turismo Torino come, invece, avvenne nel 2015, così in questo modo parte una macchina organizzativa per un evento di quella portata. Nei giorni immediatamente successivi gli uffici comunali si mettono a lavoro, operano a stretto contatto tecnico e organizzativo con Turismo Torino e i professionisti incaricati affinché l’allestimento della manifestazione si svolga al meglio condividendo alcune decisioni operative ed organizzative dell’allestimento della piazza. La Juventus e Jeep vengono coinvolte dagli uffici della Città e da Turismo Torino per la copertura delle spese sostenute da quest’ultimo Ente che, a sua volta, incarica un professionista, l’architetto Bertoletti per la predisposizione del progetto necessario alla realizzazione dell’evento. Turismo Torino presenta in data 29 maggio la richiesta del patrocinio della Città, il giorno dopo 30 maggio la Giunta Comunale su proposta di Appendino delibera che “per seguire insieme in diretta la partita Turismo Torino di concerto con la Città e con gli organi preposti alla sicurezza posizionerà in piazza San Carlo un maxi schermo ed eventuali strutture finalizzate alla gestione del pubblico presente”, concedendo il patrocinio ed inoltre sempre la Giunta su proposta di Appendino approva gli allestimenti atti a permettere la visione condivisa in diretta della finale di Champions League Juventus-Real Madrid sabato 3 giugno 2017 in piazza San Carlo, in deroga espressa le limitazioni previste dall’art. 23, comma 7 del Regolamento Comunale Cosap n. 257 vigente. Il 31 maggio, solo 3 giorni prima, si tiene il tavolo tecnico presso la Città, si analizzano i diversi aspetti autorizzativi, ma non si affronta nello specifico il tema della sicurezza della piazza. I rappresentanti della Questura, in quella sede, comunicano, tuttavia, che è necessario chiudere la piazza ed installare presidi fissi per il controllo dell’accesso, il tutto viene relazionato subito dopo al dottor Paolo Giordana che afferma di assicurare il raccordo politico degli uffici con la Sindaca. Per la serata del 3 giugno non risulta sia mai stato riunito il tavolo Provinciale per la sicurezza e l’ordine pubblico in Prefettura, mai. Non ci sono riunioni operative interforze tra i diversi corpi di Polizia per verificare il tema della sicurezza dei cittadini che parteciperanno all’evento. Semmai sono state fatte, la nostra Polizia Municipale non vi ha mai partecipato. Non vi sono indicazioni politiche di alcun tipo da parte dell’Assessore con delega alla sicurezza, che all’epoca dei fatti è la stessa Chiara Appendino che lascerà la delega pochi giorni dopo. Non ci sono indicazioni politiche sull’esigenza di emettere una qualche forma di ordinanza antivetro o specifiche forme di contrasto all’abusivismo commerciale né da parte della Sindaca, né dall’Assessore con la delega al commercio Alberto Sacco, né da altri componenti della Giunta. Non vengono emesse specifiche ordinanze sul punto. Tuttavia la Sindaca Chiara Appendino sul suo profilo Facebook alle 20.21 del 3 giugno, pochi minuti prima dell’inizio della partita, ricorda ai torinesi e ai tifosi venuti da fuori “sarà possibile vedere la partita sul maxi schermo di piazza San Carlo”, dichiarando che “vi assicuro che tanti cittadini sono a lavoro da settimane per garantire sicurezza e ordine per quella che deve essere, comunque vada, una serata di festa”, molti cittadini da settimane, Sindaca. Il comandante della Polizia Municipale risulta non aver mai interloquito sull’organizzazione e la sicurezza della finale della Uefa Champions League del 3 giugno con il suo Assessore di riferimento Appendino appunto, mai in nessun modo. Non ha mai interloquito, mai parlato, neanche telefonicamente, non prima durante le fasi organizzative, neanche durante i fatti di quella notte mentre la Sindaca è a Cardiff e neanche dopo, i due infatti si rivedono direttamente in Prefettura il mattino dopo, il 4 giugno. Al comandante non verrà neanche chiesta una relazione sui fatti, da nessuno, lui la predispone motu proprio perché apprende, come dichiara lui, dai giornali che la si attenderebbe, viene invece convocato telefonicamente, sempre da Paolo Giordana, in Prefettura la mattina stessa del 4 giugno, 25 minuti prima dell’inizio della riunione. Non si ha accesso agli ordini di servizio della Polizia Municipale relativi alla numerosità e alla localizzazione dell’organico di Polizia Municipale disponibile nelle giornate del 3 e del 4, sono informazioni queste secretate dall’indagine della Procura della Repubblica di Torino. Si tratta, peraltro, di un weekend e quindi gli organici disponibili sono già strutturalmente ridotti, il 3 giugno c’è la finale di Eufa Champions League, ma il giorno dopo il 4 è infatti già previsto il blocco del traffico e pertanto parte del personale disponibile è certamente assegnato a quel servizio. Il 3 giugno la Sindaca è a Cardiff a vedere la partita, il suo vice Guido Montanari posta sul suo profilo Facebook la foto sfuocata della sua bicicletta da corsa in una delle pausa della sua pedalate tra Torino e Pietra Ligure. Nella linea di comando seguono l’Assessore Marco Giusta e poi Sonia Schellino. Chiara Appendino non ha dato disposizioni particolari a nessuno per coprire la sua assenza, non è dato sapere dove si trovassero gli Assessori quella sera, nessuno, salvo Alberto Sacco che sappiamo essere a Cardiff a vedersi la partita. Il mattino del 3 giugno la Commissione Provinciale di Vigilanza, organo deputato al formale via libera dell’allestimento, effettuata il sopralluogo di rito, emette 19 articolate prescrizioni, tra le altre cose secondo la CPV occorre che eventuali servizi di somministrazione di alimenti e bevande debbano essere regolarmente autorizzati e che gli accessi al parcheggio sotterraneo debbano essere presidiati al fine di garantire l’utilizzo in caso di necessità. Secondo la Polizia Municipale questa funzione di presidio non rientra tra i compiti di controllo della viabilità ad essa assegnati. Queste 19 prescrizioni vengono dattiloscritte a valle del sopralluogo presso la Prefettura e sottoscritte dal Dottor Dosio delegato del Prefetto. Sono indirizzate a tre Enti, Città, Questura e Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco. Secondo gli uffici comunali del suolo pubblico la verifica del rispetto delle prescrizioni della CPV a cui è subordinata la validità dell’autorizzazione al suolo pubblico medesimo ed è mandata alla Polizia Municipale. I tifosi iniziano ad arrivare e a posizionarsi sotto il maxi schermo, arrivano da tutta Italia, arrivano già alle otto del mattino come era capitato nel 2015 e come peraltro era prevedibile secondo i nostri uffici, hanno frigo e bevande con sé. Alle 14.30 circa, ora di inizio dei filtraggi della Polizia ai varchi della piazza, sono già molti in migliaia all’interno della piazza stessa, i rappresentanti della Questura che nel corso della mattina comunicano telefonicamente agli uffici della Città che sarebbero arrivati nel primo pomeriggio, quando giungono sul posto valutano di farli uscire per controllarli e farli rientrare. Nell’attesa dell’evento mano mano che passano le ore si posizionano i volontari delle associazioni della Protezione Civile a presidio dei serbatoi SMAT e in altri punti predefiniti. Chi coordina queste operazioni delle associazioni di Protezione Civile è l’ufficio preposto della Città. L’associazione Ex Carabinieri è una delle quattro associazioni presenti quella sera coadiuva la Polizia Municipale nella gestione del traffico anche se non se ne ravviserebbe il bisogno, il traffico intorno alla piazza è blando e i tifosi arrivano a piedi. Nel pomeriggio all’interno della piazza si assiste ad una situazione surreale, numerosi venditori abusivi con carrelli pieni di bottiglie di vetro sono nella piazza all’interno dell’area a cui si dovrebbe accedere solo attraverso i varchi pedonali che sono presidiati dalle Forze dell’Ordine sul perimetro. Ai varchi si effettuano le perquisizioni, si tolgono i tappi dalle bottiglie di plastica, si usano i metaldetector, dentro la piazza invece per ore e ore carrelli pieni di bottiglie in vetro circolano tra la folla che, nel frattempo, cresce e si surriscalda in vista del match. Gli abusivi vengono identificati, alcuni anche più volte, non si opera però nessun sequestro, gli abusivi non vengono fatti allontanare, sono invitati verbalmente a farlo. Nella piazza che è completamente presidiata e filtrata dalle Forze dell’Ordine sul suo perimetro entrano, circolano tra la folla ed escono carrelli pieni di bottiglie in vetro, i carrelli passano dal parcheggio interrato, i varchi del parcheggio non sono presidiati adeguatamente e questo avviene per ore. Erano bottiglie in vetro, avrebbe potuto essere altro molto più pericoloso. La Presidente dell’Ascom Maria Luisa Coppa già nel primo pomeriggio alcune ore prima dell’inizio della finale telefona, allarmata, per segnalare il problema all’Assessore Sacco che si trova a Cardiff per vedere la partita. Gli segnala la questione degli abusivi in piazza, Sacco tranquillizza la Coppa dicendole che ne avrebbe parlato con la Sindaca davanti ad un caffè, il colloquio tra i due a Cardiff avviene, Sacco comunica alla Sindaca la segnalazione dell’Ascom e Chiara Appendino gli conferma che ne è già al corrente e che se ne è già occupata, dopodiché Sacco torna a vedersi la partita. All’inizio della partita la piazza è stracolma di gente, piena di vetri rotti sul selciato, la raccolta del vetro avviene solo all’esterno del perimetro, all’interno della piazza, saturata a tappo dai tifosi contro il maxi scherma posizionato tra le due chiese di via Roma è impossibile qualunque accesso veicolare. Verso la fine della partita tre ondate di panico scatenano un vero inferno, i tifosi in preda al panico si accalcano, si calpestano, cadono e vengono schiacciati, tre ondate a distanza di 3 minuti la seconda dalla prima e di circa 10, ben 10 minuti tra la seconda e la terza, le transenne vengono divelte dalla spinta dei tifosi e diventano con i vetri in terra causa di ferite anche molto gravi, è il caos. La gente inizia a scappare e a mano a mano che la piazza si svuota, appare evidente uno spettacolo agghiacciante, centinaia di feriti in terra, bambini che si sono persi, persone in stato confusionale, sangue, scarpe, zaini e feriti anche gravi da curare. Il bilancio finale sarà di una vittima e di 1.526 feriti, ma questi sono quelli registrati presso gli ospedali cittadini e dell’area metropolitana, in realtà è verosimile che siano molti di più, poteva essere una strage. Chi è lì ed è in grado di farlo fornisce il suo aiuto, la Protezione Civile, le Forze dell’Ordine, l’ex Comandante dei Vigili Alberto Gregnanini, che sta guardando la partita alla tv a casa sua, apprende della cosa dalla tv e arriva in piazza, da poco è andato in pensione ed è entrato a far parte dello staff della Sindaca per occuparsi di sicurezza su alcuni progetti specifici, è lui che avvisa il suo collega in staff Paolo Giordana, non parla mai con la Sindaca che nel frattempo è a Cardiff. Viene convocato per la riunione l’indomani mattina in Prefettura dal Prefetto stesso nel frattempo accorso sul luogo, non dalla Sindaca che non lo cerca così come la Sindaca non cercherà mai neanche il comandante dei Vigili il dottor Berti. I soccorsi sono resi molto difficili dal numero esorbitante di feriti, alcuni molto gravi. All’1.24 di notte del 4 giugno la Sindaca Appendino da Cardiff annuncia, con un suo post sulla sua pagina Facebook, che la domenica ecologica prevista per il giorno 4 è revocata, domenica ecologica prevista da una delibera della Giunta Comunale e dai successivi atti dirigenziali attuativi. Appendino non comunica nulla al Dirigente responsabile dell’ordinanza del blocco Paolo Camera e al Comandante della Polizia Municipale Berti, non lo fa nessun Assessore e non lo fa nessuno del suo staff, entrambi Camera e Berti lo apprendono dal sito internet del Comune la mattina successiva. A quel punto gli agenti di Polizia Municipale inizialmente previsti a (incomprensibile) del blocco del traffico in Città vengono dirottati dai loro superiori sull’area di libera scambio in via Carcano. La Sindaca Appendino rientra in Italia nella notte, si reca in Prefettura insieme alle altre Autorità, al termine della riunione viene fatta una conferenza stampa. Difficile trarre delle conclusioni a valle di quanto ricostruito anche perché quanto ricostruito è agli atti, la mole di errori, omissioni, valutazioni sbagliate e approssimazioni è talmente grande che sotto questo profilo diventano a nostro modo di vedere addirittura quasi difficilmente ricostruibili nel loro complesso. Non competeva alla Commissione d’indagine valutare i profili di responsabilità civile e penale in capo ai singoli soggetti, pubblici ufficiali o incaricati di pubblici servizi che a vario titolo hanno contribuito con i loro comportamenti, le loro azioni, le loro omissioni e i loro ritardi a determinare quanto avvenuto, questo è un compito della Magistratura cui siamo convinti questa ricostruzione potrà comunque essere utile in questo difficile lavoro, idem per quanto concerne eventuali profili di responsabilità patrimoniale in capo ai singoli e relativi al risarcimento dei danni alle vittime. La Commissione d’indagine avrebbe dovuto valutare cosa non ha funzionato invece sotto il profilo politico e amministrativo; sul primo punto, quello politico, alla luce del quadro che è emerso e che è stato ricostruito, le considerazioni conclusive sull’adeguatezza ruolo dei diversi soggetti che hanno contribuito alla tragedia del 3 giugno, diventa difficile addirittura esprimerle. Preferiamo che a tirare queste conclusioni politiche sia ciascun lettore che ha ascoltato questa relazione, lasciamo che il giudizio politico sul fatto che chi guida certi processi, chi ha certi incarichi e ha certi ruoli sia davvero all’altezza di farlo lo lasciamo a chi ha ascoltato e a chi ha letto la relazione, ognuno tirerà le sue conclusioni, con chiarezza però pensiamo utile, urgente mettere mano e velocemente alla macchina organizzativa comunale. Le recenti trasformazioni degli organigrammi, e dei processi infunzionali interni alla Città di Torino della scorsa primavera formali e informali, hanno dimostrato la loro totale e assoluta inadeguatezza al primo banco di prova minimamente significativo. Lo scopo della nostra Commissione era ricostruire i fatti per mettere in evidenza cosa non è funzionato nella macchina comunale e nelle filiere di comando politiche e amministrative in modo da mettere in campo i correttivi necessari affinché simili episodi non si verifichino più in futuro. I risultati del lavoro hanno scoperchiato un tale livello di inadeguatezza che questo ripensamento non è solo indispensabile, ma assume i caratteri di estrema urgenza. Per queste ragioni, Sindaca Appendino, abbiamo voluto predisporre una mozione di indirizzo, come ho già avuto modo di dire non competeva, né compete alla Commissione di indagine comunale che comunque ha fatto un egregio lavoro analitico, preciso, attento e documentato perché tutto quello che è stato riportato in questa relazione è scritto negli atti delle audizioni o scritto dentro gli atti a disposizione dei Consiglieri Comunali e conseguentemente può essere tranquillamente verificato, non competeva, né compete alla Commissione di indagine o al Consiglio Comunale valutare i profili della responsabilità penale sulle eventuali omissioni in atti di ufficio, su eventuali lacune comunicative che ci sono state da parte dell’organo politico, da parte di Dirigenti di questo Comune e non solo da parte di Dirigenti di questo Comune dall’organo politico, ma anche da tutti coloro che in qualche modo sono stati coinvolti nell’ambito dell’organizzazione di questa vicenda e della gestione operativa dell’ordine pubblico quella sera. Il livello di inadeguatezza è, a nostro modo di vedere, stato palesemente evidenziato e conseguentemente siccome questa questione ha avuto delle conseguenze gravissime, abbiamo avuto una vittima, abbiamo avuto oltre 1.500 feriti, sarà... - e noi abbiamo la massima fiducia nell’operato della Magistratura -, sarà la Magistratura a fare il suo corso. Tuttavia non può la politica stare ferma in attesa che si compia l’accertamento delle responsabilità penali che non sappiamo quando avverrà, in che termini avverrà, la politica e l’Amministrazione a valle di quello che è emerso non può stare ferma, qui dal 3 giugno ad oggi non è cambiato nulla, non è successo nulla, sono tutti lì al loro posto, tutti, indistintamente. Questo mi dispiace non ha niente a che vedere con l’elemento penale, l’elemento civile, è un elemento squisitamente politico e amministrativo, la macchina organizzativa dei grandi eventi di questa Città ha, oggettivamente, evidenziato lacune non emendabili e necessariamente deve essere adeguata ed è questo il senso del primo punto della mozione che oggi sottoponiamo in Consiglio Comunale. Abbiamo anche qualche idea su come farlo, abbiamo anche qualche idea di quali siano stati, come dire, i tasselli mancanti, le ambiguità, i rapporti di forza sostanziali non formali, il fatto che certe decisioni sono state assunte in un certo modo piuttosto che in un altro, ma ci riserviamo di stare un passo indietro, se verremo chiamati a dare dei suggerimenti li daremo, a noi basta che l’Amministrazione prenda coscienza del fatto che non è tollerabile che un morto e 1.526 feriti non producano alcuna azione amministrativa nella macchina che ha organizzato l’evento e nella macchina che avrebbe dovuto collaborare alla tutela dell’incolumità dei cittadini quella sera. Il secondo punto della nostra mozione, Sindaca e Maggioranza, riguarda il tema del risarcimento alle vittime, abbiamo appreso, in settimana, che Turismo Torino ha impugnato di fronte al Tar Piemonte la delibera e l’ordinanza con cui l’Amministrazione Comunale, peraltro Lei, ne do atto, un giorno dopo ha detto che era colpa di Turismo Torino e conseguentemente, questo ha innescato una serie di meccanismi, abbiamo preso atto che Turismo Torino ha impugnato al Tar Piemonte la legittimità formale di quella delibera, ma al di là del tema formale della legittimità o meno della delibera e dell’ordinanza il tema è politico. Un Sindaco si assume le responsabilità e se ne fa carico, e se ne fa carico. Noi, Sindaca le chiedemmo, a prescindere senza neanche aver svolto il livello di analisi che abbiamo portato avanti in Commissione di indagine, banalmente due cose, di chiedere scusa perché qualcosa non aveva funzionato e di dire che sarebbe Lei andata a fondo della verità, Lei doveva farsi carico, non farselo chiedere o anzi provare, come dire, artatamente ad evitare che questo lavoro venisse fatto e noi di questo ci dispiacciamo molto. Allora siccome non abbiamo idea di quale sarà il principio di accertamento delle responsabilità crediamo opportuno anche per dare un segnale alle migliaia di cittadini che hanno fatto richiesta di risarcimento danni, che hanno presentato esposti alla Procura della Repubblica di Torino e non solo di Torino di dare un segnale, che comunque noi ce ne occuperemo, di risarcire questi nostri cittadini che sono state vittime di un’incapacità gestionale operativa quella sera da parte del Comune di Torino. Il terzo punto riguarda la pubblicizzazione di questi atti, la Commissione di indagine, secondo me, ha lavorato molto bene e poi è finita male, ma ha prodotto un lavoro che credo sia doveroso rendere pubblico, poi sarà il singolo cittadino ad utilizzare o non utilizzare quelle informazioni per difendere i propri diritti, ma penso davvero che il rendere doverosamente all’onor del mondo lei quando si insediò, Sindaca, parlò di casa di vetro, bene, lo faccia, lo faccia. Rendiamo pubblici formalmente e non da indiscrezioni giornalistiche tutte le carte dell’inchiesta, è nostro dovere, non è una nostra facoltà, è nostro dovere. Il quarto punto riguarda il tema assicurativo, è emersa con grande chiarezza una strutturale problematica di sottovalutazione, rispetto a questo tema, chiediamo davvero che nell’ambito della riorganizzazione di questa valutazione che sta facendo la Città su se stessa, sulle sue partecipate, sugli enti strumentali che questo punto venga esaminato. Il quinto, guardi, è già un po’ datato e parla di un’annuale programmazione degli eventi, il tema vero e a noi dispiace molto, è che purtroppo stiamo assistendo ad una cosa che umanamente capiamo, ma politicamente non giustifichiamo che è quella che presi dal terrore che possa ricapitare qualcosa noi banalmente gli eventi a Torino non li vogliamo più, allora questo non è tollerabile. Siamo passati da un estremo, piazza San Carlo, all’estremo opposto, i Fuochi in Piazza Vittorio del 24 di giugno in cui, forse, qualche piccolo eccesso ci si consenta c’è stato. Capiamo il momento emotivo, capiamo anche la difficoltà personale e infatti, Sindaca, non abbiamo minimamente speculato su questa cosa, non abbiamo volutamente speculato, né lo facciamo oggi, ci limitiamo a rendere noto ai torinesi che cosa è capitato, a lasciare ai torinesi, non solo ai torinesi, la valutazione se Lei, non solo Lei, anche chi aveva compiti di tutela dell’ordine pubblico è o non è all’altezza di guidare la poltrona su cui siede. Noi ovviamente abbiamo un nostro giudizio, ce lo teniamo per noi, ciascuno si darà il suo, se Lei e la sua squadra siete all’altezza del compito che vi siete assunti e chiediamo di fare cinque semplici cose, tutte amministrative, tutte in capo all’Amministrazione Comunale di Torino. Con questo spirito abbiamo affrontato i lavori della Commissione di indagine, con questa serietà io credo davvero sarebbe doveroso che la Città di Torino a valle di quanto è emerso e soprattutto a valle, come dire, di un percorso e anche un po’ di una decantazione che c’è stata quindi fuori dal tema del patos emotivo io non ho mai creduto a, come dire, azioni nell’imminenza di un fatto, succede qualcosa deve saltare Tizio, no, perché non è l’emotività che deve regolare questo tipo di valutazione, ma non può neanche passare il principio che succeda un fatto del genere e non succede niente perché non sta succedendo niente, questo mi dispiace è sbagliato esattamente come il metodo di agire nell’imminenza e sotto l’emotività, come dire, del patos di questa questione, grazie. |