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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 18 Settembre 2017 ore 14,00
Paragrafo n. 23
MOZIONE 2017-03157
"INDIRIZZI PER LA GESTIONE DEI GRANDI EVENTI NELLA CITT? DI TORINO IN SEGUITO A QUANTO EMERSO DURANTE I LAVORI DELLA COMMISSIONE D'INDAGINE SUGLI INCIDENTI DI PIAZZA SAN CARLO DEL 3 GIUGNO 2017" PRESENTATA IN DATA 31 LUGLIO 2017 - PRIMO FIRMATARIO LO RUSSO.
Interventi
LO RUSSO Stefano
La tragedia di Piazza San Carlo si poteva evitare? Parto da questa domanda a fronte di
una vittima e di oltre 1.500 feriti, le nostre considerazioni conclusive dell’indagine
condotta dalla Commissione Consiliare. Un’interminabile sequenza di approssimazioni,
omissioni, deresponsabilizzazioni, scarica barile che ha caratterizzato l’intera vicenda a
partire dalla sua preparazione passando per la sua gestione fino anche al dopo evento.
Una modalità preparatoria e gestionale della serata del 3 giugno, quella emersa nel
lavoro della Commissione, ancora più grave se si considera lo scenario internazionale in
cui si sviluppano i fatti, in relazione alla costante minaccia terroristica che colpisce con
sempre maggior ferocia e determinazione in diverse aree del mondo. I protagonisti che a
vario titolo non hanno esercitato il loro ruolo, quelli che lo hanno fatto male, quelli che
banalmente si sono disinteressati delle cose di cui avrebbero dovuto occuparsi
classificano gli eventi di Piazza San Carlo del 3 giugno come una delle più stupefacenti
ed emblematiche storie italiane di sciatteria ed approssimazione politica ed
amministrativa. Di organizzare qualcosa in occasione della finale della Uefa Champions
League la Città parla con Juventus già prima in occasione della mancata e poi rimandata
festa dello scudetto del 21 maggio. La Società si dichiara disponibile a sostenere i costi
in forma di sponsorizzazione, non risulta che nessuno della Città abbia mai proposto
alla Juventus l’utilizzo dello stadio per la visione della partita. Una decisione quella di
organizzare la visione della finale della Uefa Champions League in Piazza San Carlo il
3 giugno che viene presa in una riunione convocata solo 7 giorni prima, il 26 maggio
2017, una riunione convocata dal Capo di Gabinetto dottor Paolo Giordana su mandato
della Sindaca e da lui presieduta e governata. La riunione si svolge nei suoi uffici a
Palazzo Civico, Giordana è un funzionario in staff, è privo delle funzioni dirigenziali
senza alcun potere di firma su nessun atto. Durante la riunione Giordana convoca
telefonicamente il Presidente di un Ente partecipato come Turismo Torino, il Dottor
Maurizio Montagnese, per puro caso Montagnese si trova nei pressi di Palazzo Civico e
con l’Assessore al Turismo e Commercio Alberto Sacco, suo Assessore di riferimento
politico nell’Amministrazione. Paolo Giordana una volta giunto Montagnose, presso la
riunione che è già iniziata, gli comunica verbalmente che la Città ha deciso che deve
essere Turismo Torino ad occuparsi della gestione operativa dell’allestimento della
piazza San Carlo per la finale di Uefa Champions League. L’incarico, l’affidamento
potremmo chiamarlo così, avviene quindi così verbalmente, si dice che si era fatto così
già nel 2015 per l’altra finale Uefa di Champions League, ma in realtà non è così.
Secondo l’Assessore Alberto Sacco presente per caso, anche lui per caso alla riunione
del 26 maggio 2017 negli uffici del Giordana, l’accettazione verbale in quella sede da
parte di Montagnese equivale a tutti gli effetti, a suo modo di vedere, ad un incarico
formale della Città, i giorni per mettere in piedi la macchina organizzativa sono ormai
solo 6, così proprio così. Un evento che coinvolge decine di migliaia di persone in una
delle piazze auliche più importanti della Città che avrebbe richiamato centinaia di
giornalisti e avrebbe proiettato Torino su un palcoscenico internazionale viene deciso
proprio con questa modalità 6 giorni prima. Nessun Dirigente comunale con potere di
firma partecipa alla riunione in cui si assume la decisione, l’Assessore Sacco, che ha la
delega ai rapporti con Turismo Torino, passa di lì per caso, la cosa, a suo parere, non lo
riguardava per niente, né era compito suo valutare, ma riguardava invece la Sindaca in
quanto Assessore con delega ai grandi eventi. Fine della trasmissione. Non viene istruita
una deliberazione della Giunta Comunale o anche solo un qualunque altro atto formale
scritto di incarico a Turismo Torino come, invece, avvenne nel 2015, così in questo
modo parte una macchina organizzativa per un evento di quella portata. Nei giorni
immediatamente successivi gli uffici comunali si mettono a lavoro, operano a stretto
contatto tecnico e organizzativo con Turismo Torino e i professionisti incaricati affinché
l’allestimento della manifestazione si svolga al meglio condividendo alcune decisioni
operative ed organizzative dell’allestimento della piazza. La Juventus e Jeep vengono
coinvolte dagli uffici della Città e da Turismo Torino per la copertura delle spese
sostenute da quest’ultimo Ente che, a sua volta, incarica un professionista, l’architetto
Bertoletti per la predisposizione del progetto necessario alla realizzazione dell’evento.
Turismo Torino presenta in data 29 maggio la richiesta del patrocinio della Città, il
giorno dopo 30 maggio la Giunta Comunale su proposta di Appendino delibera che “per
seguire insieme in diretta la partita Turismo Torino di concerto con la Città e con gli
organi preposti alla sicurezza posizionerà in piazza San Carlo un maxi schermo ed
eventuali strutture finalizzate alla gestione del pubblico presente”, concedendo il
patrocinio ed inoltre sempre la Giunta su proposta di Appendino approva gli
allestimenti atti a permettere la visione condivisa in diretta della finale di Champions
League Juventus-Real Madrid sabato 3 giugno 2017 in piazza San Carlo, in deroga
espressa le limitazioni previste dall’art. 23, comma 7 del Regolamento Comunale Cosap
n. 257 vigente. Il 31 maggio, solo 3 giorni prima, si tiene il tavolo tecnico presso la
Città, si analizzano i diversi aspetti autorizzativi, ma non si affronta nello specifico il
tema della sicurezza della piazza. I rappresentanti della Questura, in quella sede,
comunicano, tuttavia, che è necessario chiudere la piazza ed installare presidi fissi per il
controllo dell’accesso, il tutto viene relazionato subito dopo al dottor Paolo Giordana
che afferma di assicurare il raccordo politico degli uffici con la Sindaca. Per la serata
del 3 giugno non risulta sia mai stato riunito il tavolo Provinciale per la sicurezza e
l’ordine pubblico in Prefettura, mai. Non ci sono riunioni operative interforze tra i
diversi corpi di Polizia per verificare il tema della sicurezza dei cittadini che
parteciperanno all’evento. Semmai sono state fatte, la nostra Polizia Municipale non vi
ha mai partecipato. Non vi sono indicazioni politiche di alcun tipo da parte
dell’Assessore con delega alla sicurezza, che all’epoca dei fatti è la stessa Chiara
Appendino che lascerà la delega pochi giorni dopo. Non ci sono indicazioni politiche
sull’esigenza di emettere una qualche forma di ordinanza antivetro o specifiche forme di
contrasto all’abusivismo commerciale né da parte della Sindaca, né dall’Assessore con
la delega al commercio Alberto Sacco, né da altri componenti della Giunta. Non
vengono emesse specifiche ordinanze sul punto. Tuttavia la Sindaca Chiara Appendino
sul suo profilo Facebook alle 20.21 del 3 giugno, pochi minuti prima dell’inizio della
partita, ricorda ai torinesi e ai tifosi venuti da fuori “sarà possibile vedere la partita sul
maxi schermo di piazza San Carlo”, dichiarando che “vi assicuro che tanti cittadini sono
a lavoro da settimane per garantire sicurezza e ordine per quella che deve essere,
comunque vada, una serata di festa”, molti cittadini da settimane, Sindaca. Il
comandante della Polizia Municipale risulta non aver mai interloquito
sull’organizzazione e la sicurezza della finale della Uefa Champions League del 3
giugno con il suo Assessore di riferimento Appendino appunto, mai in nessun modo.
Non ha mai interloquito, mai parlato, neanche telefonicamente, non prima durante le
fasi organizzative, neanche durante i fatti di quella notte mentre la Sindaca è a Cardiff e
neanche dopo, i due infatti si rivedono direttamente in Prefettura il mattino dopo, il 4
giugno. Al comandante non verrà neanche chiesta una relazione sui fatti, da nessuno, lui
la predispone motu proprio perché apprende, come dichiara lui, dai giornali che la si
attenderebbe, viene invece convocato telefonicamente, sempre da Paolo Giordana, in
Prefettura la mattina stessa del 4 giugno, 25 minuti prima dell’inizio della riunione. Non
si ha accesso agli ordini di servizio della Polizia Municipale relativi alla numerosità e
alla localizzazione dell’organico di Polizia Municipale disponibile nelle giornate del 3 e
del 4, sono informazioni queste secretate dall’indagine della Procura della Repubblica di
Torino. Si tratta, peraltro, di un weekend e quindi gli organici disponibili sono già
strutturalmente ridotti, il 3 giugno c’è la finale di Eufa Champions League, ma il giorno
dopo il 4 è infatti già previsto il blocco del traffico e pertanto parte del personale
disponibile è certamente assegnato a quel servizio. Il 3 giugno la Sindaca è a Cardiff a
vedere la partita, il suo vice Guido Montanari posta sul suo profilo Facebook la foto
sfuocata della sua bicicletta da corsa in una delle pausa della sua pedalate tra Torino e
Pietra Ligure. Nella linea di comando seguono l’Assessore Marco Giusta e poi Sonia
Schellino. Chiara Appendino non ha dato disposizioni particolari a nessuno per coprire
la sua assenza, non è dato sapere dove si trovassero gli Assessori quella sera, nessuno,
salvo Alberto Sacco che sappiamo essere a Cardiff a vedersi la partita. Il mattino del 3
giugno la Commissione Provinciale di Vigilanza, organo deputato al formale via libera
dell’allestimento, effettuata il sopralluogo di rito, emette 19 articolate prescrizioni, tra le
altre cose secondo la CPV occorre che eventuali servizi di somministrazione di alimenti
e bevande debbano essere regolarmente autorizzati e che gli accessi al parcheggio
sotterraneo debbano essere presidiati al fine di garantire l’utilizzo in caso di necessità.
Secondo la Polizia Municipale questa funzione di presidio non rientra tra i compiti di
controllo della viabilità ad essa assegnati. Queste 19 prescrizioni vengono dattiloscritte
a valle del sopralluogo presso la Prefettura e sottoscritte dal Dottor Dosio delegato del
Prefetto. Sono indirizzate a tre Enti, Città, Questura e Comando Provinciale dei Vigili
del Fuoco. Secondo gli uffici comunali del suolo pubblico la verifica del rispetto delle
prescrizioni della CPV a cui è subordinata la validità dell’autorizzazione al suolo
pubblico medesimo ed è mandata alla Polizia Municipale. I tifosi iniziano ad arrivare e
a posizionarsi sotto il maxi schermo, arrivano da tutta Italia, arrivano già alle otto del
mattino come era capitato nel 2015 e come peraltro era prevedibile secondo i nostri
uffici, hanno frigo e bevande con sé. Alle 14.30 circa, ora di inizio dei filtraggi della
Polizia ai varchi della piazza, sono già molti in migliaia all’interno della piazza stessa, i
rappresentanti della Questura che nel corso della mattina comunicano telefonicamente
agli uffici della Città che sarebbero arrivati nel primo pomeriggio, quando giungono sul
posto valutano di farli uscire per controllarli e farli rientrare. Nell’attesa dell’evento
mano mano che passano le ore si posizionano i volontari delle associazioni della
Protezione Civile a presidio dei serbatoi SMAT e in altri punti predefiniti. Chi coordina
queste operazioni delle associazioni di Protezione Civile è l’ufficio preposto della Città.
L’associazione Ex Carabinieri è una delle quattro associazioni presenti quella sera
coadiuva la Polizia Municipale nella gestione del traffico anche se non se ne
ravviserebbe il bisogno, il traffico intorno alla piazza è blando e i tifosi arrivano a piedi.
Nel pomeriggio all’interno della piazza si assiste ad una situazione surreale, numerosi
venditori abusivi con carrelli pieni di bottiglie di vetro sono nella piazza all’interno
dell’area a cui si dovrebbe accedere solo attraverso i varchi pedonali che sono presidiati
dalle Forze dell’Ordine sul perimetro. Ai varchi si effettuano le perquisizioni, si tolgono
i tappi dalle bottiglie di plastica, si usano i metaldetector, dentro la piazza invece per ore
e ore carrelli pieni di bottiglie in vetro circolano tra la folla che, nel frattempo, cresce e
si surriscalda in vista del match. Gli abusivi vengono identificati, alcuni anche più volte,
non si opera però nessun sequestro, gli abusivi non vengono fatti allontanare, sono
invitati verbalmente a farlo. Nella piazza che è completamente presidiata e filtrata dalle
Forze dell’Ordine sul suo perimetro entrano, circolano tra la folla ed escono carrelli
pieni di bottiglie in vetro, i carrelli passano dal parcheggio interrato, i varchi del
parcheggio non sono presidiati adeguatamente e questo avviene per ore. Erano bottiglie
in vetro, avrebbe potuto essere altro molto più pericoloso. La Presidente dell’Ascom
Maria Luisa Coppa già nel primo pomeriggio alcune ore prima dell’inizio della finale
telefona, allarmata, per segnalare il problema all’Assessore Sacco che si trova a Cardiff
per vedere la partita. Gli segnala la questione degli abusivi in piazza, Sacco tranquillizza
la Coppa dicendole che ne avrebbe parlato con la Sindaca davanti ad un caffè, il
colloquio tra i due a Cardiff avviene, Sacco comunica alla Sindaca la segnalazione
dell’Ascom e Chiara Appendino gli conferma che ne è già al corrente e che se ne è già
occupata, dopodiché Sacco torna a vedersi la partita. All’inizio della partita la piazza è
stracolma di gente, piena di vetri rotti sul selciato, la raccolta del vetro avviene solo
all’esterno del perimetro, all’interno della piazza, saturata a tappo dai tifosi contro il
maxi scherma posizionato tra le due chiese di via Roma è impossibile qualunque
accesso veicolare. Verso la fine della partita tre ondate di panico scatenano un vero
inferno, i tifosi in preda al panico si accalcano, si calpestano, cadono e vengono
schiacciati, tre ondate a distanza di 3 minuti la seconda dalla prima e di circa 10, ben 10
minuti tra la seconda e la terza, le transenne vengono divelte dalla spinta dei tifosi e
diventano con i vetri in terra causa di ferite anche molto gravi, è il caos. La gente inizia
a scappare e a mano a mano che la piazza si svuota, appare evidente uno spettacolo
agghiacciante, centinaia di feriti in terra, bambini che si sono persi, persone in stato
confusionale, sangue, scarpe, zaini e feriti anche gravi da curare. Il bilancio finale sarà
di una vittima e di 1.526 feriti, ma questi sono quelli registrati presso gli ospedali
cittadini e dell’area metropolitana, in realtà è verosimile che siano molti di più, poteva
essere una strage. Chi è lì ed è in grado di farlo fornisce il suo aiuto, la Protezione
Civile, le Forze dell’Ordine, l’ex Comandante dei Vigili Alberto Gregnanini, che sta
guardando la partita alla tv a casa sua, apprende della cosa dalla tv e arriva in piazza, da
poco è andato in pensione ed è entrato a far parte dello staff della Sindaca per occuparsi
di sicurezza su alcuni progetti specifici, è lui che avvisa il suo collega in staff Paolo
Giordana, non parla mai con la Sindaca che nel frattempo è a Cardiff. Viene convocato
per la riunione l’indomani mattina in Prefettura dal Prefetto stesso nel frattempo accorso
sul luogo, non dalla Sindaca che non lo cerca così come la Sindaca non cercherà mai
neanche il comandante dei Vigili il dottor Berti. I soccorsi sono resi molto difficili dal
numero esorbitante di feriti, alcuni molto gravi. All’1.24 di notte del 4 giugno la
Sindaca Appendino da Cardiff annuncia, con un suo post sulla sua pagina Facebook,
che la domenica ecologica prevista per il giorno 4 è revocata, domenica ecologica
prevista da una delibera della Giunta Comunale e dai successivi atti dirigenziali
attuativi. Appendino non comunica nulla al Dirigente responsabile dell’ordinanza del
blocco Paolo Camera e al Comandante della Polizia Municipale Berti, non lo fa nessun
Assessore e non lo fa nessuno del suo staff, entrambi Camera e Berti lo apprendono dal
sito internet del Comune la mattina successiva. A quel punto gli agenti di Polizia
Municipale inizialmente previsti a (incomprensibile) del blocco del traffico in Città
vengono dirottati dai loro superiori sull’area di libera scambio in via Carcano. La
Sindaca Appendino rientra in Italia nella notte, si reca in Prefettura insieme alle altre
Autorità, al termine della riunione viene fatta una conferenza stampa. Difficile trarre
delle conclusioni a valle di quanto ricostruito anche perché quanto ricostruito è agli atti,
la mole di errori, omissioni, valutazioni sbagliate e approssimazioni è talmente grande
che sotto questo profilo diventano a nostro modo di vedere addirittura quasi
difficilmente ricostruibili nel loro complesso. Non competeva alla Commissione
d’indagine valutare i profili di responsabilità civile e penale in capo ai singoli soggetti,
pubblici ufficiali o incaricati di pubblici servizi che a vario titolo hanno contribuito con
i loro comportamenti, le loro azioni, le loro omissioni e i loro ritardi a determinare
quanto avvenuto, questo è un compito della Magistratura cui siamo convinti questa
ricostruzione potrà comunque essere utile in questo difficile lavoro, idem per quanto
concerne eventuali profili di responsabilità patrimoniale in capo ai singoli e relativi al
risarcimento dei danni alle vittime. La Commissione d’indagine avrebbe dovuto
valutare cosa non ha funzionato invece sotto il profilo politico e amministrativo; sul
primo punto, quello politico, alla luce del quadro che è emerso e che è stato ricostruito,
le considerazioni conclusive sull’adeguatezza ruolo dei diversi soggetti che hanno
contribuito alla tragedia del 3 giugno, diventa difficile addirittura esprimerle.
Preferiamo che a tirare queste conclusioni politiche sia ciascun lettore che ha ascoltato
questa relazione, lasciamo che il giudizio politico sul fatto che chi guida certi processi,
chi ha certi incarichi e ha certi ruoli sia davvero all’altezza di farlo lo lasciamo a chi ha
ascoltato e a chi ha letto la relazione, ognuno tirerà le sue conclusioni, con chiarezza
però pensiamo utile, urgente mettere mano e velocemente alla macchina organizzativa
comunale. Le recenti trasformazioni degli organigrammi, e dei processi infunzionali
interni alla Città di Torino della scorsa primavera formali e informali, hanno dimostrato
la loro totale e assoluta inadeguatezza al primo banco di prova minimamente
significativo. Lo scopo della nostra Commissione era ricostruire i fatti per mettere in
evidenza cosa non è funzionato nella macchina comunale e nelle filiere di comando
politiche e amministrative in modo da mettere in campo i correttivi necessari affinché
simili episodi non si verifichino più in futuro. I risultati del lavoro hanno scoperchiato
un tale livello di inadeguatezza che questo ripensamento non è solo indispensabile, ma
assume i caratteri di estrema urgenza. Per queste ragioni, Sindaca Appendino, abbiamo
voluto predisporre una mozione di indirizzo, come ho già avuto modo di dire non
competeva, né compete alla Commissione di indagine comunale che comunque ha fatto
un egregio lavoro analitico, preciso, attento e documentato perché tutto quello che è
stato riportato in questa relazione è scritto negli atti delle audizioni o scritto dentro gli
atti a disposizione dei Consiglieri Comunali e conseguentemente può essere
tranquillamente verificato, non competeva, né compete alla Commissione di indagine o
al Consiglio Comunale valutare i profili della responsabilità penale sulle eventuali
omissioni in atti di ufficio, su eventuali lacune comunicative che ci sono state da parte
dell’organo politico, da parte di Dirigenti di questo Comune e non solo da parte di
Dirigenti di questo Comune dall’organo politico, ma anche da tutti coloro che in
qualche modo sono stati coinvolti nell’ambito dell’organizzazione di questa vicenda e
della gestione operativa dell’ordine pubblico quella sera. Il livello di inadeguatezza è, a
nostro modo di vedere, stato palesemente evidenziato e conseguentemente siccome
questa questione ha avuto delle conseguenze gravissime, abbiamo avuto una vittima,
abbiamo avuto oltre 1.500 feriti, sarà... - e noi abbiamo la massima fiducia nell’operato
della Magistratura -, sarà la Magistratura a fare il suo corso. Tuttavia non può la politica
stare ferma in attesa che si compia l’accertamento delle responsabilità penali che non
sappiamo quando avverrà, in che termini avverrà, la politica e l’Amministrazione a valle
di quello che è emerso non può stare ferma, qui dal 3 giugno ad oggi non è cambiato
nulla, non è successo nulla, sono tutti lì al loro posto, tutti, indistintamente. Questo mi
dispiace non ha niente a che vedere con l’elemento penale, l’elemento civile, è un
elemento squisitamente politico e amministrativo, la macchina organizzativa dei grandi
eventi di questa Città ha, oggettivamente, evidenziato lacune non emendabili e
necessariamente deve essere adeguata ed è questo il senso del primo punto della
mozione che oggi sottoponiamo in Consiglio Comunale. Abbiamo anche qualche idea
su come farlo, abbiamo anche qualche idea di quali siano stati, come dire, i tasselli
mancanti, le ambiguità, i rapporti di forza sostanziali non formali, il fatto che certe
decisioni sono state assunte in un certo modo piuttosto che in un altro, ma ci riserviamo
di stare un passo indietro, se verremo chiamati a dare dei suggerimenti li daremo, a noi
basta che l’Amministrazione prenda coscienza del fatto che non è tollerabile che un
morto e 1.526 feriti non producano alcuna azione amministrativa nella macchina che ha
organizzato l’evento e nella macchina che avrebbe dovuto collaborare alla tutela
dell’incolumità dei cittadini quella sera. Il secondo punto della nostra mozione, Sindaca
e Maggioranza, riguarda il tema del risarcimento alle vittime, abbiamo appreso, in
settimana, che Turismo Torino ha impugnato di fronte al Tar Piemonte la delibera e
l’ordinanza con cui l’Amministrazione Comunale, peraltro Lei, ne do atto, un giorno
dopo ha detto che era colpa di Turismo Torino e conseguentemente, questo ha innescato
una serie di meccanismi, abbiamo preso atto che Turismo Torino ha impugnato al Tar
Piemonte la legittimità formale di quella delibera, ma al di là del tema formale della
legittimità o meno della delibera e dell’ordinanza il tema è politico. Un Sindaco si
assume le responsabilità e se ne fa carico, e se ne fa carico. Noi, Sindaca le chiedemmo,
a prescindere senza neanche aver svolto il livello di analisi che abbiamo portato avanti
in Commissione di indagine, banalmente due cose, di chiedere scusa perché qualcosa
non aveva funzionato e di dire che sarebbe Lei andata a fondo della verità, Lei doveva
farsi carico, non farselo chiedere o anzi provare, come dire, artatamente ad evitare che
questo lavoro venisse fatto e noi di questo ci dispiacciamo molto. Allora siccome non
abbiamo idea di quale sarà il principio di accertamento delle responsabilità crediamo
opportuno anche per dare un segnale alle migliaia di cittadini che hanno fatto richiesta
di risarcimento danni, che hanno presentato esposti alla Procura della Repubblica di
Torino e non solo di Torino di dare un segnale, che comunque noi ce ne occuperemo, di
risarcire questi nostri cittadini che sono state vittime di un’incapacità gestionale
operativa quella sera da parte del Comune di Torino. Il terzo punto riguarda la
pubblicizzazione di questi atti, la Commissione di indagine, secondo me, ha lavorato
molto bene e poi è finita male, ma ha prodotto un lavoro che credo sia doveroso rendere
pubblico, poi sarà il singolo cittadino ad utilizzare o non utilizzare quelle informazioni
per difendere i propri diritti, ma penso davvero che il rendere doverosamente all’onor
del mondo lei quando si insediò, Sindaca, parlò di casa di vetro, bene, lo faccia, lo
faccia. Rendiamo pubblici formalmente e non da indiscrezioni giornalistiche tutte le
carte dell’inchiesta, è nostro dovere, non è una nostra facoltà, è nostro dovere. Il quarto
punto riguarda il tema assicurativo, è emersa con grande chiarezza una strutturale
problematica di sottovalutazione, rispetto a questo tema, chiediamo davvero che
nell’ambito della riorganizzazione di questa valutazione che sta facendo la Città su se
stessa, sulle sue partecipate, sugli enti strumentali che questo punto venga esaminato. Il
quinto, guardi, è già un po’ datato e parla di un’annuale programmazione degli eventi, il
tema vero e a noi dispiace molto, è che purtroppo stiamo assistendo ad una cosa che
umanamente capiamo, ma politicamente non giustifichiamo che è quella che presi dal
terrore che possa ricapitare qualcosa noi banalmente gli eventi a Torino non li vogliamo
più, allora questo non è tollerabile. Siamo passati da un estremo, piazza San Carlo,
all’estremo opposto, i Fuochi in Piazza Vittorio del 24 di giugno in cui, forse, qualche
piccolo eccesso ci si consenta c’è stato. Capiamo il momento emotivo, capiamo anche la
difficoltà personale e infatti, Sindaca, non abbiamo minimamente speculato su questa
cosa, non abbiamo volutamente speculato, né lo facciamo oggi, ci limitiamo a rendere
noto ai torinesi che cosa è capitato, a lasciare ai torinesi, non solo ai torinesi, la
valutazione se Lei, non solo Lei, anche chi aveva compiti di tutela dell’ordine pubblico
è o non è all’altezza di guidare la poltrona su cui siede. Noi ovviamente abbiamo un
nostro giudizio, ce lo teniamo per noi, ciascuno si darà il suo, se Lei e la sua squadra
siete all’altezza del compito che vi siete assunti e chiediamo di fare cinque semplici
cose, tutte amministrative, tutte in capo all’Amministrazione Comunale di Torino. Con
questo spirito abbiamo affrontato i lavori della Commissione di indagine, con questa
serietà io credo davvero sarebbe doveroso che la Città di Torino a valle di quanto è
emerso e soprattutto a valle, come dire, di un percorso e anche un po’ di una
decantazione che c’è stata quindi fuori dal tema del patos emotivo io non ho mai
creduto a, come dire, azioni nell’imminenza di un fatto, succede qualcosa deve saltare
Tizio, no, perché non è l’emotività che deve regolare questo tipo di valutazione, ma non
può neanche passare il principio che succeda un fatto del genere e non succede niente
perché non sta succedendo niente, questo mi dispiace è sbagliato esattamente come il
metodo di agire nell’imminenza e sotto l’emotività, come dire, del patos di questa
questione, grazie.

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