Interventi |
LO RUSSO Stefano Effettivamente la variazione di assestamento generale al Bilancio di previsione a questo esercizio finanziario 2017/2019 ci consente di fare ulteriori considerazioni. Partirei esattamente dalla proposta in premessa dell'Assessore Rolando che, correttamente, richiama quanto è avvenuto nella notte del 3 maggio 2017, quando l'Aula consiliare della Città di Torino approvò il Bilancio previsionale finanziario 2017/2019. In quella sede ed è questo l'oggetto della deliberazione che, in qualche modo e su cui è chiamata ad esprimersi l'Aula questa sera, noi ponemmo una serie di elementi, diciamo così, di forte e strutturale criticità in ordine alla veridicità del Bilancio. Avevamo, infatti, più volte richiamato il concetto che quanto quel Bilancio conteneva, per poter pareggiare, in particolar modo sul 2017, era a nostro modo di vedere non corretto. Peraltro, con una pratica che oggettivamente alquanto inconsueta, furono fatte, come dire, l'esecutivo gestì il rapporto coi Revisori dei Conti, quella notte, in cui discutevamo del Bilancio con una certa qual disinvoltura. Io ricordo sempre che i Revisori dei Conti sono un organo terzo indipendente, non li nomina la Giunta, non li nomina il Consiglio, li nomina il Prefetto e quella sera, proprio in virtù della criticità che noi avevamo posto sulla questione della veridicità del Bilancio, i Revisori dei Conti espressero un parere. Se vado a prendere la deliberazione a pagina 2, il primo capoverso recita: che al fine di dare attuazione alle Convenzioni di regolazione degli importi pregressi nei rapporti tra la Città e il GTT e Infra.To, si procede con variazione in entrate spesa sugli anni 2018 e 2019 e l'inserimento degli stanziamenti necessari. Viene da chiedersi e sul 2017 che cosa succede? Questo è un tema oggettivo. Noi ponemmo, con forza, l'attenzione sul fatto che il 2017 non prevedeva spese a copertura di queste uscite proprio in virtù di un assunto, poi clamorosamente smentito dalla Corte dei Conti, non da noi, che vedeva quello come necessità di essere, in qualche modo, riconosciuto come debito fuori Bilancio e cioè avente ad oggetto una specifica deliberazione del Consiglio Comunale che avrebbe dovuto, in qualche modo, integrare il già ballerino Bilancio della Città di Torino fondamentalmente per consentirne il pareggio. Dicemmo allora e ribadiamo oggi che quella era una scelta sbagliata e se si fosse operato, come dicevamo noi, sicuramente non ci saremmo trovati in queste condizioni. LO RUSSO Stefano Ordine di Giorno. LO RUSSO Stefano Bentornata, Sindaca, spero che la sua missione genovese sia stata proficua. Mi rivolgo a Lei, Sindaca, perché noi veniamo richiamati dalla sua Maggioranza ad un senso di responsabilità che viene a essere, in qualche modo, ribadito in Aula dal Consigliere Fornari fondamentalmente sulla scorta di quanto ha detto l'Assessora Patti. Come ho avuto modo di dire, Lei non era in Aula, Sindaca, noi eravamo disponibili a svolgere il Consiglio Comunale il 4 di settembre, tant'è vero che, come Lei ha fatto ci ha invitato e ci ha trovati tutti. Vorremmo evitare onde, l'ho detto in Conferenza dei Capigruppo al Presidente e arrivo sull'Ordine dei lavori, se mi fai finire, Presidente, io arrivo sull'Ordine dei lavori. Sto parlando alla Sindaca, non della Sindaca, perfetto, grazie. Il punto è questo. Noi non abbiamo nessun problema a essere una Minoranza responsabile, eviterei politicamente di buttarla su questo piano perché, come dire, io non conosco le ragioni per cui non è stato convocato il Consiglio Comunale il 4 di settembre, caro Fornari, visto che c'era l'urgenza delle supplenze l'11 c'era anche al 4, non competeva a noi, allora eviterei di porla su quel tema lì perché non mi pare che ci sia il clima per poterla porre su questo tema. Sull'ordine dei lavori, Presidente, io ribadisco la proposta che le abbiamo fatto in Conferenza dei Capigruppo. Non è nostro intendimento, come dire, dilazionare ulteriormente, guardi, ci stiamo annoiando tutti, è un atteggiamento politico oggettivamente che non capiamo perché foste nelle condizioni di potervelo permettere lo capiamo, ma visto che ci sono delle urgenze non capiamo la ratio di questo atteggiamento politico, più disponibili di così credo davvero che non possiamo essere. |