Interventi |
ARTESIO Eleonora Con la modestia che caratterizza la mia consapevolezza di non essere sicuramente una protagonista di questo tipo di dibattiti, io faccio soltanto due osservazioni, una forse è pragmaticamente utile e la seconda invece, sempre partendo dal dato che non sono una protagonista di questo tipo di dibattiti, inutile, ma per quel che mi riguarda necessaria almeno sul piano della testimonianza. La prima, ho sentito tutti gli interlocutori che mi hanno preceduto dire, che ogni definizione delle relazioni economiche intercorrenti tra l'Amministrazione Comunale e le proprie partecipate e in modo particolare relativamente a GTT, deve riguardare prima la definizione di una scelta politica di governo, possibilmente condivisa con il Consiglio Comunale, in ordine a quelle che sono le prospettive aziendali di GTT, le aspettative riposte in termini di mandato sullo svolgimento dei servizi e quindi il piano industriale di GTT. Nel piccolo che mi caratterizza il 3 luglio avevo scritto una lettera al Presidente della I Commissione e al Presidente della II Commissione nella quale esponevo questo antefatto, abbiamo letto dagli organi di informazione, che sarebbe stato discusso un piano industriale redatto anche sulla base di una consulenza tecnica esterna, che questo piano industriale sarebbe stato presentato ai soci, quindi alla Città, chiedo cortesemente ai Presidenti delle Commissioni, agli Assessori d'indirizzo di riferire al Consiglio Comunale, trattavasi del 3 luglio, siamo all'11 di settembre, questa non è una responsabilità precedente, è una responsabilità attuale, forse potremmo essere qui nelle condizioni di discutere degli aspetti finanziari ed economici, alla luce di una proiezione delle aspettative di svolgimento di servizio che la Città assegnerà, assegna, ha assegnato a GTT, questo in virtù delle parti di intervento dei colleghi che mi hanno preceduto che chiedevano, appunto, il piano industriale. Punto n. 2, vorrei ricordare qui una figura, secondo me, nobilissima nella storia del nostro paese sul piano della filosofia, della cultura, ma anche della capacità di governo ed è il Sindaco La Pira della città di Firenze, interpellato alla fine dei suoi numerosi mandati, gli venne chiesto: "qual è la cosa di cui si rammarica di più nella sua attività di Sindaco?" e la risposta fu: "di non aver fatto abbastanza debito". Ovviamente, so benissimo di scandalizzare moltissimi degli amministratori presenti, in ispecie coloro che coniugano l'attività professionale con quella politica, sui temi complessivi della finanza e del governo dei conti, perché espongo qui una tesi secondo la quale il debito realizzato per le politiche pubbliche è una funzione anticiclica degli enti locali ed io continuo a rivendicare questa aspettativa, ve l'ho anche offerta, attraverso le mozioni che avete voluto votare in cui proponevo un dibattito pubblico sul tema della messa in discussione della formazione del debito e delle forme di uscita dal debito pubblico, ma questo è stato abbandonato e chi ha preceduto voi nel governo e voi che governate oggi continuate ad adottare quel curioso atteggiamento che il professor Zagrebelsky al Festival del Diritto definì: "atteggiamento dell'Uroboro", l'Uroboro è quella figura mitologica del serpente che avvolgendosi su se stesso inizia a divorarsi la sua coda e così nella ricerca della soluzione del debito pubblico e della cattiveria del debito pubblico, incominciate a divorare pezzetti di voi stessi, a cominciare dalle società di cui partecipate o dei gioielli di famiglia, chiedo scusa per aver avvilito il discorso nobile di coloro che sanno di conti e padroneggiano i conti con le mie figure mitologiche. |