Interventi |
FOGLIETTA Chiara Grazie Presidente, io sono seconda firmataria di questa proposta di mozione. La mozione è stata presentata in data 23 giugno, pochi giorni dopo gli infausti e poco chiari, ancora poco chiari eventi di piazza Santa Giulia. Hanno già ricordato i Colleghi, che sono intervenuti prima di me, che la scorsa settimana abbiamo ampiamente dibattuto su questa proposta di mozione in Commissione Consiliare. Ci è stato detto che quest'ordinanza, la n. 46, a firma della Sindaca e su proposta anche dell'Assessore al Commercio, dell'Assessore alle Politiche giovanili e dell'Ambiente, che mi dispiace, nessuna di queste quattro figure è oggi presente in aula per discutere e per dare il loro contributo, sicuramente importante su questa proposta di mozione. Dicevo che ci è stato detto che questa ordinanza è un test per capire come arginare il fenomeno della cosiddetta "movida". Abbiamo anche dibattuto con i colleghi per dichiarare che il termine "movida", forse, non è il termine più azzeccato, però, anche giornalisticamente viene definito così e per arginare temporaneamente la vendita per asporto di alcolici e superalcolici dei minimarket e dei supermarket, nelle zone di S. Salvario, Vanchiglia e piazza Vittorio. Abbiamo parlato, e l'ha detto anche il Consigliere del Movimento Cinque Stelle che mi ha preceduto, delle eccessive licenze concesse nelle zone più congestionate, è anche vero che però la Legge è stata recepita dalla regione Piemonte con la Legge Regionale del 29 Dicembre 2006, la n. 38, e ulteriori modifiche, legge regionale che in maniera molto corretta riportata poi anche nell'ordinanza, faccio ancora due passaggi sulla Legge Regionale 29 Dicembre 2006, la numero 38, facendo riferimento all'articolo 2, comma 1: "Ai fini della presente Legge si intende per somministrazione di alimenti, bevande, la vendita per il consumo sul posto, che comprende tutti i casi in cui gli acquirenti consumano con apposito servizio assistito i prodotti nel locale dell'esercizio o in un'area aperta al pubblico a tal fine attrezzati", che vuol dire i dehors. Faccio ancora un ulteriore riferimento alla Legge sull'articolo 7, comma 3: "Gli esercizi di quel presente articolo, hanno facoltà di vendere per asporto i prodotti oggetto dell'attività di somministrazione". Ha ragione il Consigliere che mi ha preceduto nel dichiarare che, probabilmente, giornalisticamente, ma non solo giornalisticamente, sia un po' interpretata in maniera non corretta l'ordinanza. Perché è vero, io posso, io avventore della movida posso consumare o all'interno del dehors, o seduto all'interno del locale, non posso stazionare sul marciapiede. Questo non lo dice la vice capo gruppo del Partito Democratico, lo dice l'ordinanza che ha firmato la Sindaca Appendino. I Consiglieri di maggioranza hanno anche parlato di divertimento, a verbale, in Commissione; mi rendo conto che non sono gli unici ad usare la parola divertimento, l'aveva usata anche la Sindaca Appendino il 9 giugno, dichiarando in un fantomatico post su facebook: "Il divertimento è un diritto, figuratevi se non lo condivido io a poco più di 30 anni, ma va tutelato finché non sconfina nel ledere le libertà ed i diritti di tutti". Io concordo particolarmente con questa frase, eccetto il termine divertimento. Noi esponenti del Partito Democratico abbiamo sempre parlato di Torino come città a vocazione universitaria e questo va anche un po' in contrasto, questo nel particolare l'ordinanza 46 e la successiva 60, con quanto abbiamo votato il 13 febbraio 2017, mi riferisco alla delibera sull'immobile di via Lombroso 16, che è stato ceduto a EDISU. Abbiamo poi successivamente sempre nella Commissione Consiliare parlato dell'ordinanza 60 che è successiva all'ordinanza 46, sulla riduzione di apertura degli orari notturni e dehors, e non solo, anche dei locali. Colgo l'occasione visto che ne ho facoltà per rammentare chi confondeva le parole dell'Assessore Curti e accostava il dehors ad un concetto di democrazia in un suo scritto del 2011, che in realtà non è che il dehors venisse accostato ad un concetto di democrazia, era l'uso dello spazio pubblico che veniva accostato al concetto di democrazia stessa. Ci sono criteri e requisiti che valgono per tutti, però è certo che spetta alla politica definire e far rispettare. Io conoscendo già, perché ci è già stato anticipato ed espresso la volontà dei Consiglieri della maggioranza di non votare a favore della nostra revoca, chiedo comunque che i Consiglieri della maggioranza facciano una riflessione in merito alla nostra proposta di mozione, della Consigliera Artesio, mia e del Consigliere Lavolta, perché questa ordinanza è partita male, è partita in un momento estremamente delicato per la Città di Torino, esattamente pochi giorni dopo la tragedia di piazza S. Carlo. L'ordinanza può essere migliorata, ci abbiamo provato, è stato un test come voi avete ampiamente detto, mi auguro che la prossima volta possa essere fatta in una maniera nettamente migliore, grazie. |