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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 31 Luglio 2017 ore 14,00
Paragrafo n. 14

Comunicazioni della Sindaca su "Occupazione alloggi della Città in via Aosta".
Interventi
CANALIS Monica
Grazie, Presidente. Ringrazio l'Assessore Finardi per questa risposta che, tuttavia, mi sembra
alquanto scarna rispetto al problema. Innanzitutto a me risultano ad oggi otto alloggi occupati e non
solo sei, inoltre ritengo che questo fenomeno sia assolutamente di competenza del Comune e anche
della Polizia Municipale perché gli alloggi sono di proprietà della Città, ma anche perché chi si
trova all'interno di questi alloggi sono cittadini torinesi, non sono gli antagonisti o gli anarchici. Io
attirerei l'attenzione di tutti sul fatto che noi siamo di fronte ad un incremento delle occupazioni in
questo ultimo anno. Ci sono davvero delle occupazioni a raffica in varie parti della città, non
possiamo più parlare di un'emergenza perché, da un anno a questa parte, sta diventando un costume
diffuso, qualcosa è cambiato, fino a maggio 2016 Askatasuna non aveva mai supportato
l'occupazione di case popolari. I centri sociali e i comitati e i sindacati pro occupazione che
strumentalizzano, abilmente, i poveri senza casa non trovano, forse, sufficienti limitazioni da parte
dell'ente pubblico. Come Minoranza dopo tanti mesi e un notevole incremento di questi casi di
occupazione, perché oltre a questi otto alloggi di via Aosta dobbiamo anche ricordare i due alloggi
di proprietà di ATC occupati in via Cuneo, 30 e via Cuneo, 6, noi denunciamo il vuoto istituzionale,
l'assenza di presidio, l'inerzia della Giunta. Questo è un tipo di fenomeno che se sfugge di mano,
nella fase iniziale, è difficile da far rientrare nei ranghi nelle fasi successive; la situazione sta
davvero sfuggendo di mano, gli alloggi vengono occupati mentre sono ancora in fase di
ristrutturazione come quelli in via Cuneo o appena finisce la ristrutturazione, prima che possano
essere assegnati ai legittimi destinatari. Quindi, io chiedo un approfondimento da parte della Giunta
sul modello operativo che intende mettere a punto per risolvere, per rispondere a questo incremento
delle occupazioni, quale modello operativo avete in mente? Le risposte devono essere chiaramente
duplici e strettamente integrate, da un lato l'intervento sociale per potenziare le politiche per la casa
in una città al top nel numero degli sfratti e dall'altro e quindi giustamente mi ha risposto lei,
Assessore, che ha la delega alla sicurezza e alla Polizia Municipale, l'intervento sull'ordine
pubblico. Però è davvero una competenza della città, non sfuggiamo da questa responsabilità da un
lato perché questi beni sono un bene patrimonio del Comune, dall'altro perché si tratta di nostri
cittadini che vanno ad abitare in questi immobili occupati, come pensate di organizzarvi per fermare
il dilagare delle occupazioni? C'è un problema evidentemente di organizzazione della Polizia
Municipale, noi a Torino abbiamo 1.800 Vigili, ma non è ancora stata sostituita la figura alla guida
del Nucleo Specializzato della Polizia Municipale che interviene in occasione delle occupazioni,
quindi vi esorto a sostituire questa figura in via prioritaria. Poi vorrei fare anche una piccola nota al
Presidente, di carattere procedurale e di rispetto del regolamento: la mia richiesta di comunicazione
datava 30 giugno, se io avessi voluto una risposta dopo un mese, probabilmente avrei fatto
un'interpellanza, invece la richiesta di comunicazioni si chiama così proprio perché richiederebbe
una risposta più pronta. E infine vorrei fare una piccola digressione di carattere culturale,
sull'approccio culturale rispetto a questo che è davvero un problema grande della Città. A Torino
migliaia di persone hanno il problema della casa, sono anche questi dei poveri, come chi non ha
lavoro o non ha mezzi di sussistenza, io mi aspetto che l'Amministrazione Comunale sia molto
chiara e determinata nel combattere questa forma di povertà, ma nel modo corretto; intendo dire che
non è accettabile che si giustifichi il reato di occupazione abusiva nascondendosi dietro al diffuso
bisogno di casa, usando i poveri per giustificare l'illegalità. Non è accettabile e non è accettabile per
svariate ragioni, la prima è che molte delle persone che vanno ad abitare negli alloggi occupati sono
strumentalizzate dai centri sociali o dai gruppi di pensiero che giocano sulla loro pelle per
combattere le loro battaglie ideologiche; la seconda ragione per cui è inaccettabile è che non si può
far passare il principio che se occupi io ti trovo più velocemente una sistemazione, sulla base di
questo principio la situazione sfugge presto di mano e si sfocia nell'anarchia e chi occupa, con le
maniere forti, passa davanti a chi è altrettanto povero, ma rispetta le regole, bisogna interrompere il
nesso pericoloso tra commissione di reato e vantaggi conseguenti; la terza ragione è che le
Istituzioni devono promuovere una cultura della lotta alla povertà che comprenda sia la povertà
materiale, sia la povertà culturale, la povertà contro cui dobbiamo...

CANALIS Monica
...Lottare non è solo la mancanza di casa, ma è anche la mancanza di una cultura della legalità, la
condizione di povertà, infatti, non giustifica intrinsecamente la perpetrazione di reati, dobbiamo
mettere lo stesso impegno nel creare opportunità abitative, nel colmare la ferita della mancanza di
case e nel promuovere il rispetto delle regole e il rispetto del proprio turno per l'assegnazione della
casa popolare. Legge e giustizia non sempre coincidono, ma dove finiremo se un ente pubblico
giustifica il non rispetto della legalità quale è l'occupazione abusiva? Il rischio è perseguire ad
intermittenza la legalità, cioè fare campagne mediatiche sulla legalità per i fenomeni minori.

CANALIS Monica
Come la mala sosta, le grigliate nei parchi, i bicchieri di vetro degli aperitivi, ma non per i fenomeni
più profondi come l'assegnazione delle case di proprietà pubblica.

CANALIS Monica
È l'ultima frase. E ricordiamolo: queste case sono davvero un patrimonio collettivo. Concludo, la
lotta alla povertà richiede un atteggiamento attivo e responsabilizzante, non è facilitata
dall'accondiscendenza verso i reati, come diceva Paul Ricoeur si può essere con i poveri solo se si è
contro la povertà, ed io aggiungo, non solo contro la povertà materiale, ma anche contro quella
povertà culturale che conduce all'illegalità, ai soprusi e non al rispetto delle regole.

CANALIS Monica
Ho aspettato un mese, Presidente.

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