Interventi |
UNIA Alberto (Assessore) Grazie, Presidente. Allora, l'amministratore delegato Paolo Romano riferisce che non risultano situazioni che evidenziano una grave crisi idrica nell'area torinese, approvato dal ATO 3 torinese sono state adottate, già da tempo, misure che consentono di evitare sofferenze, in particolare per la cittadinanza torinese, che potrebbero essere determinate per periodi di lunga siccità, dalla diminuzione dell'acqua presente sul Po. Proprio in considerazione di tale remota evenienza, è stato realizzato a La Loggia un bacino di lagunaggio da 2 milioni metri cubi a cui è in corso di collegamento un altro bacino di 5 milioni di metri cubi per un totale di 7 milioni di metri cubi che consentono un'autonomia completa di oltre 45 giorni. Più vulnerabili risultano le fonti montane per le quali ATO 3 e SMAT hanno adottato, primi in Italia, una politica di tutela delle risorse da destinare prioritariamente all'idropotabile, così è stato anche grazie al coinvolgimento della Regione Piemonte per la definizione del grande acquedotto Valle di Susa, che entrerà in funzione nel 2018 e che utilizzerà l'ottima acqua della Diga di Rochemolles, garantendo l'erogazione montana a 27 Comuni della Valle D'Aosta. Analoga operazione è iniziata con l'approvazione del piano industriale SMAT 2015/2019 relativo piano di investimenti da parte di ATO 3 che prevedono la realizzazione nel prossimo decennio del grande acquedotto Valle Orco. Si evidenzia che lo sviluppo totale della rete di acquedotto supera i 12.000 chilometri con oltre 3 milioni di giunti che sollecitati con pressioni diverse producono delle perdite che in Torino risultano del 24,7% a fronte di una media nazionale di oltre il 35%. È proprio di questi giorni l'utilizzo di un radar satellitare per individuare la presenza di perdite della rete che ha consentito di sviluppare anche attività di preverifiche su 400 chilometri di rete idrica e che a seguito di validazione consentirà di impostare interventi preventivi con un'organizzazione di lavoro industriale sulle perdite. Pur migliorando con interventi mirati si potrà raggiungere un ordine di dispersione intorno al 18-20% e comporterà in ogni caso perdite fisiologiche di oltre 70 milioni di metri cubi. Per quanto riguarda gli investimenti finalizzati alla riduzione delle perdite il totale annuo solo sulla città di Torino ammonta a 2 milioni e 600.000 euro, inoltre per competenza di trattazione si evidenzia che il centro ricerche SMAT, il CNR IGG, il Politecnico di Torino, ARPA Piemonte, Società Meteorologica Italiana stanno sviluppando una ricerca finalizzata allo studio degli impianti del cambiamento climatico sui corpi idrici sotterranei e di approvvigionamento per scopi idropotabili nell'area metropolitana torinese. Possiamo pertanto concludere evidenziando i seguenti punti: la programmazione di interventi con relativi investimenti per l'eliminazione delle perdite è prevista dal piano di investimenti e dal piano industriale SMAT nei termini sopra riportati, anche se prevediamo di valutare eventualmente altri investimenti a breve, sono già state individuate aree significative per l'allestimento di invasi di acque superficiali, come chiedeva la Consigliera Artesio, la diga di Tournon già Combanera come tutti i grandi invasi è un'infrastruttura non prevista nel piano degli investimenti fino al 2033 da parte dell'ATO 3. |