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Comunicazioni della Sindaca: - "Incidente che ha coinvolto i battelli Valentino e Valentina". VERSACI Fabio (Presidente) La parola, per la risposta, all'Assessore Lapietra. LAPIETRA Maria (Assessora) Innanzitutto do lettura della nota che mi ha scritto GTT: "Verso le 8.00 del giorno 25 novembre le motonavi Valentino e Valentina si sono sganciate dagli ormeggi e sono state trasportate dalla corrente sino al Ponte Vittorio Emanuele, dove si sono arenate riportando danni quantificabili a vista come di lieve entità, in particolare alle vetrate di prua. Ci si è attivati immediatamente per spostare le due imbarcazioni stante la necessità di liberare l'arcata del ponte in previsione dell'ondata di piena prevista per le ore successive. - Questa è stata la prima priorità. - Durante le successive operazioni di recupero coordinate dai Vigili del Fuoco, con la partecipazione di personale GTT e di una ditta privata titolare delle gru, il battello Valentino è stato imbragato e successivamente posto in sicurezza, attraverso una legatura con catene e funi metalliche fissate a pesanti contrappesi; il battello Valentina, invece, spinto dalla corrente, si è dapprima inclinato e poi rovesciato passando sotto il Ponte Vittorio Emanuele per terminare la sua corsa nei pressi della confluenza tra il Po e la Stura di Lanzo, poco prima della diga del Meisino, è riaffiorato a seguito della riduzione del livello delle acque per consentire il deflusso della piena. Alle 7.30 di domenica 27 novembre i Vigili del Fuoco hanno verificato la stabilità dello scafo ancorato al fondo del fiume e hanno agganciato allo stesso una boa di segnalazione per monitorarne la situazione. Nei prossimi giorni si valuterà che tipo di intervento effettuare per recuperare lo scafo e verificare se è possibile riutilizzarne una parte, in particolare le parti strutturali in acciaio, i motori e i propulsori, essendo il battello privo di eliche. Per verificare l'accaduto GTT ha aperto una Commissione di indagine GTT ed è stata chiesta la partecipazione di esponenti della Regione Piemonte del Settore navigazione acque interne, del Comune di Torino e della Motorizzazione di Milano, competente per quanto riguarda il certificato di navigabilità delle imbarcazioni. Al momento non è stato ancora possibile verificare lo stato dell'imbarco, in particolare delle bitte, ossia dei fermi a cui era ancorato il battello, fermi che, come si dirà, erano stati rafforzati di recente; allo stesso tempo non è stato possibile esaminare lo stato del corpo morto, ossia dell'ancora posata a monte dei battelli a cui gli stessi erano legati. A seguito delle informazioni ricevute dalla struttura operativa poco dopo le ore 13.30 del giorno 24 novembre, che parlavano di criticità e di preallarme, gli ormeggi erano stati rafforzati. GTT gestisce il servizio di navigazione fluviale all'interno del contratto di servizio con la Città di Torino, gli imbarchi sono di proprietà della Città. GTT deve effettuare le operazioni necessarie per svolgere al meglio il servizio, i battelli sono di proprietà della Città di Torino e sono assicurati. I nuovi battelli Valentino e Valentina sono entrati in servizio nell'aprile 2011, in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia, e sono stati progettati dallo Studio Ruggiero di Genova e realizzati dalla ditta Vemar a La Spezia. Proprio in considerazione del maggior spazio delle nuove imbarcazioni, GTT aveva contattato il Politecnico di Torino per una relazione generale sugli imbarchi. Alla fine aveva optato per un'azione di rafforzamento delle cosiddette bitte, ossia dei fermi dove fisicamente vengono ancorati i battelli tramite cime marine e catene. Si era quindi proceduto ai lavori che hanno previsto la sostituzione dei vecchi anelli di aggancio con nuove bitte marine, ancorate al cemento tramite micropali. La struttura era stata collaudata con prove di carico certificate da documentazione fotografica e da un ingegnere esterno in data 24 aprile 2014. I battelli tutte le sere erano messi al largo per evitare che qualcuno li danneggiasse ed erano legati nel seguente modo: Valentina era sempre messa davanti a Valentino, due cime marine legavano le bitte di cui sopra al battello a prua, in modo da tenerlo in tiro nei confronti della corrente che scorre da prua verso poppa, ossia dalla parte anteriore a quella posteriore, altre due cime marine legavano ogni battello al palo dell'imbarco; questo avveniva per ogni battello che quindi era legato da quattro cime marine. Inoltre una catena d'acciaio collegava la prua di Valentina all'ancora di circa 12 tonnellate posta di fronte ai battelli, la stessa catena legata all'ancora era poi passata anche sulla prua di Valentino. Queste disposizioni sono riportate nel regolamento interno di GTT". Come detto, sarà una Commissione di indagine a chiarire l'esatta dinamica degli avvenimenti. Sino a ieri sera era solo possibile constatare alcune cose che vi riporto: l'acqua è salita in modo molto concentrato nel tempo tra la mezzanotte del 23 novembre e le ore 8.00 del 25 novembre, è salita di circa sei metri, ben oltre il livello di guardia. Ricordo che l'alluvione ha causato lo straripamento del torrente Chisola nella zona di Tetti Piatti e Moncalieri e che i circoli presenti sul Po hanno tutti patito danni legati all'ingresso dell'acqua nei locali. La forza dell'acqua è stata eccezionale. Il palo di cui si parlava prima, dove erano legati i battelli, semplicemente non c'è più, non era mai successo in nessuna piena precedente; nessuna piena precedente aveva mai divelto le saracinesche del chiosco posto sull'imbarco, da cui sono state addirittura strappate alcune pietre di copertura; vasi ornamentali in cemento di notevole peso presenti sull'imbarco sono stati spazzati via, anche questo non era mai successo. Si ha testimonianza, inoltre, che la causa scatenante possa essere una grossa isola di tronchi e rami che si è abbattuta sui battelli, portata dalle acque la cui forza è stata sopradescritta, poco prima del loro distacco. Si stanno verificando prove documentali, filmati e si aspetta ovviamente di effettuare un sopralluogo sull'imbarco per poter effettuare i primi rilievi fotografici. Si precisa, infine, che mai in occasione di alluvioni i battelli sono stati movimentati e posti in altro luogo e che GTT non ha mezzi propri per movimentare battelli di questa stazza. L'Amministrazione si impegna a partecipare attivamente all'indagine di GTT, al fine di verificare l'accaduto e le eventuali responsabilità. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Rosso; ne ha facoltà per cinque minuti. ROSSO Roberto Sarò brevissimo. Non è un mistero delfico che ci sono le alluvioni al Po a Torino, così come non è un mistero delfico il fatto che si sapesse in anticipo rispetto alla mezzanotte che l'acqua del Po sarebbe di gran lunga aumentata. Lascia un po' sconcertati il fatto che si provveda soltanto a dire che ci sarà una Commissione, il modo migliore in Italia per imboscare i problemi è quella di far nascere una Commissione pubblica, io mi auguro che l'Assessora Lapietra vorrà almeno garantire la sicurezza e la certezza di chi abbia responsabilità nel caso, perché essendo tutto molto chiaro fin dall'inizio, che due strutture così importanti per l'agreabilità turistica del Po siano state messe non solo a rischio, ma addirittura in un caso distrutte, è una ragione per cercare un responsabile all'interno di GTT; spero che questo avvenga e che ci facciate sapere al più presto. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Magliano. MAGLIANO Silvio Ringrazio l'Assessora per ciò che ha detto. Mi pare però che, nella risposta che dà l'Assessora, GTT è come se avesse cercato di trovare i colpevoli ovunque tranne che all'interno della sua struttura: prima il Politecnico e poi l'azienda che si è occupata delle imbarcazioni. Mi pare una scusa grande come una casa per cercare di capire qual è il responsabile, purché non sia nell'azienda e, da questo punto di vista, a me piacerebbe come regalo di Natale, visto che parlavamo poc'anzi proprio di questo, che si cercasse di capire di chi è la responsabilità, altrimenti questa interpellanza generale o questa richiesta di comunicazioni dovevamo farla a Madre Natura. Alla fine della fiera, infatti, sembra che non sia mai capitata una cosa di questo tipo, che non è mai successo che la potenza dell'acqua abbia divelto tutta una serie di manufatti presenti sulla banchina, non so lei, Assessora, cosa ne pensa, però è inaccettabile che l'immagine della nostra Città sia quella consegnata ai giornali, quella consegnata alla TV, di due imbarcazioni, una alla deriva, cerchiamo in qualche modo di salvare entrambe. Tra l'altro, mi chiedo, oltre a ringraziare chi della Protezione Civile è intervenuto piuttosto che i Vigili del Fuoco, ma non potevamo servirci di personale specializzato che si occupasse di imbarcazioni? Eravamo in grado in un'ora di farli arrivare da Genova. Inoltre, c'era una modalità per ancorarle entrambe? È una serie di domande che mi faccio e che penso si facciano anche i cittadini, anche dal punto di vista della simbologia che quelle due realtà, quelle due barche rappresentavano. Poi possiamo entrare nel merito se era necessario avere due imbarcazioni così grosse, perché uno dei grandi temi che si è sviluppato negli ultimi anni, quando si è ripensato quel servizio, è se era necessario che le imbarcazioni fossero così grosse, invece di averle più piccole. Mi auguro che entro Natale, alla fine, si possa capire di chi è la responsabilità, cioè se era possibile toglierle. È chiaro che GTT dice che non aveva la struttura e gli argani per alzarle dall'acqua, cioè tutta una serie di scuse, però mi auguro che trovino, invece, qualche responsabilità, perché ce ne sono state tante di piene. Sappiamo benissimo cosa può capitare, sappiamo esattamente la potenza del nostro fiume. L'immagine che noi consegniamo ai media, alla gestione… meno male che non è successo nulla, meno male che se ne è ribaltata una e non ci sono stati danni a persone, poi dovremo quantificare i danni alle imbarcazioni, alla prima come alla seconda, ma anche rispetto al ponte, perché oggettivamente siamo riusciti a fermare il traffico, però anche il ponte avrà subito qualche danno. Non do la responsabilità all'Amministrazione, ci mancherebbe, è chiaro che una volta che accade un fatto del genere le cause sono tutte da cercare prima della gestione dell'emergenza, mi auguro che la Commissione di inchiesta si apra, per capire se fino in fondo abbiamo fatto quello che era necessario, se fino in fondo abbiamo avuto tutte le preoccupazioni necessarie. Mi piacerebbe però consegnare alla fine, e mi auguro che GTT lo faccia in fretta, delle responsabilità: il problema è dell'azienda di Genova o del Politecnico, abbiamo fatto un'ulteriore ricerca, ma alla fine non riusciamo a capire chi deve rispondere. Mi piacerebbe che almeno su questo si applicassero dei criteri magari di diritto privatistico, che non piacciono alla Pubblica Amministrazione, che chi ha sbagliato paghi, per il danno non solo fisico alle imbarcazioni, ma per il grave danno di immagine a questa Città. Mi auguro, Assessora, che lei sia la prima assieme al Sindaco a chiedere a GTT, o a chi per esso, di fare chiarezza fino in fondo, perché se non siamo in grado di gestire quel tipo di struttura e quel tipo di attrazione, perché poi è un'attrazione turistica, cerchiamo di sostituire chi non è in grado di tutelarla e mantenerla. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Napoli; ne ha facoltà per cinque minuti. NAPOLI Osvaldo Presidente, sarò velocissimo, forse nemmeno un minuto. L'hanno già detto i Colleghi che mi hanno preceduto, la mia richiesta è soltanto una, come diceva giustamente il Consigliere Rosso, e riguarda la Commissione di inchiesta. Chiederei che la Commissione d'inchiesta abbia dei tempi, se non c'è scritto, perché se non ci sono i tempi per farla perdiamo del tempo - scusate il gioco di parole -, quindi chiederei che ci sia il tempo per dare una risposta scritta. Quanti giorni le diamo? Quanti mesi le diamo? Credo che questo sia il dato principale perché, bisogna essere molto sinceri, la Città effettivamente ha fatto una figuraccia, non è colpa di nessuno, chiarisco, non polemizziamo, non è proprio il caso, sarebbe fuori luogo, però la Città ha fatto una brutta figura. Allora, va bene la Commissione di inchiesta, ma mettiamo giù i tempi necessari perché questa Commissione possa dare una risposta, altrimenti corriamo il rischio di perdere tempo. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Tresso. TRESSO Francesco Mi unisco anche io alle richieste dei Colleghi che mi hanno preceduto circa la Commissione di inchiesta. Anche io non voglio evidenziare delle responsabilità in capo all'Amministrazione perché sono eventi di carattere eccezionale, però, Assessora, eccezionali fino a un certo punto, perché purtroppo, se abbiamo la memoria neanche poi così lunga, ma relativamente corta, nel 2000 l'evento occorso che ha interessato il fiume Po a Torino ha avuto le stesse e identiche dinamiche in termini proprio di parametri idrologici e idraulici, anzi in otto ore forse l'escursione, il gradiente del livello idrico è stato anche leggermente maggiore. Aspetteremo di vedere i risultati di questi primi rilievi, ma sicuramente in termini di livelli raggiunti, sia ai Murazzi inferiori che ai Murazzi superiori, sono stati anche leggermente superiori in quell'occasione. Ora, che nel 2011 siano state varate due imbarcazioni di questo tipo, senza fare tesoro dell'esperienza recente, di circa dieci anni prima, impone una riflessione seria e lascia qualche dubbio in merito al fatto che lei ci riferisce che sono state rispettate fedelmente tutte le procedure previste e nessuno sembra avere quindi responsabilità dirette. Evidentemente il problema è stato sottostimato: non si può dire che è arrivata un'isola di materiale legnoso, perché tutte le piene sono caratterizzate da un ingente trasporto di materiale ligneo e vegetale. Non è la prima volta che poi bisogna intervenire, il Servizio competente del Comune lo sa bene, bisogna sempre liberare le pile dei ponti e comunque questa volta non c'è stato un trasporto più eccezionale di altre volte. Evidentemente è stato veramente sottostimato il problema. Che poi il problema sia stato sottostimato dai tecnici del Politecnico che avevano fatto le verifiche, dai tecnici di GTT che anche loro hanno un servizio di ingegneria che probabilmente non ha esperienze di questo tipo, ma non dimentichiamoci che il corso d'acqua Po a Torino ha ancora un carattere direi quasi torrentizio, cioè sei metri in otto ore, quindi quasi un gradiente di un metro all'ora è un carattere di tipo torrentizio. Se vogliamo mantenere questo tipo di servizio, bisogna avere dei natanti che siano adeguatamente messi in sicurezza in situazioni di questo genere. Cosa fare? Si possono fare degli scudi per evitare che il materiale ligneo si vada a interporre tra le bitte, creando una tensione maggiore, si possono mettere in sicurezza ancorandoli sulla base dei Murazzi, perché lei mi insegna che dove c'è meno attrito nel corso d'acqua, nel canale la corrente viaggia a 7-8 metri al secondo in quelle circostanze, bisogna studiare altri sistemi. Il fatto che si legge sui giornali che il progettista delle imbarcazioni garantisce che nel giro di poco sarà rimesso in funzione lo stesso tipo di servizio con lo stesso tipo di natante pone qualche problema, perché dice se vogliamo ancora continuare a battere la testa contro il muro è già successo nel 2000 un evento del genere, succede a distanza di 16 anni, se oggi non siamo stati in grado, da quello che ci dice lei, avendo rispettato tutte le garanzie che erano richieste, allora andremo facilmente a ripercorrere un altro incidente di questo tipo, che - ribadisco - è grave sia per i danni economici, ancorché assicurati, però sicuramente questo non ci limita a dover chiedere contezza di quanto è accaduto, ma soprattutto in termini di protezione civile. Non dimentichiamo che i due battelli (come era già avvenuto, mi sembra, nel 1999, quando una zattera, che si era incagliata contro il ponte, aveva occluso completamente la prima luce), in questo caso, hanno occluso quasi interamente le due luci in un momento in cui il colmo della piena non era ancora transitato e, quindi, questo ha creato dei problemi enormi in termini di sicurezza. Non ci possiamo più permettere questo, al di là delle perdite che sono altrettanto gravi, non solo per la figura che facciamo, ma, soprattutto, per il livello di sicurezza che dobbiamo garantire al ponte napoleonico e a quello che vi è intorno. LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Siamo tutti abbastanza intelligenti da non imputare né all'Assessore, né al Sindaco il fatto che si siano sganciate le barche; non diamo sicuramente la colpa all'autista del battello perché non ha ormeggiato bene le imbarcazioni, però la colpa è di qualcuno e vogliamo individuarlo. Una cosa del genere non si è mai vista; come ha detto bene il Consigliere Tresso, una portata di questo tipo era già successa e le imbarcazioni non hanno avuto grandi problemi. È, quindi, importante capire quali sono state le problematiche che hanno portato a tutto questo e come mai non si è riusciti a mettere in sicurezza l'imbarcazione che si è rovesciata, perché su una si è riusciti a fare una buona operazione, mentre sull'altra no, tanto che adesso è quasi alla diga. Quello che chiedo è se sia possibile quantificare i danni in Euro - anche perché vorremmo capire quanto danno ha causato questa situazione alla Città - nel più breve tempo possibile (lo dico senza alcun tipo di polemica) e vorremmo capire quanto ci costa tutto questo; quindi, mi unisco al Consigliere Napoli nel chiedere dei tempi certi per svolgere questa indagine. Se si potesse fare nel giro di un paio di settimane credo che sarebbe meglio anche per la Città, così da poter capire anche come intervenire il prossimo anno, perché ritengo che, poi, bisognerà riprogrammare tutta quella che era l'attività. So che l'altra imbarcazione - quella che non è arrivata a schiantarsi contro il ponte - era destinata a ristorante e vorremmo capire se anche quella era sotto la gestione della Città come ormeggio oppure no e se anche lì ci sono dei danni che, poi, andranno imputati alla Città; infatti, la colpa poi, come verrà accertato, sarà di chi doveva assicurarsi che gli ormeggi fossero ben fissati e, chiaramente, sarà nostra. Quindi, vorremmo delle risposte il più in fretta possibile. LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) La parola al Consigliere Lo Russo. LO RUSSO Stefano Il tema della questione relativa allo sgancio delle barche, al di là delle considerazioni di chi mi ha preceduto e in particolar modo del Consigliere Tresso (considerazioni che sottoscrivo e condivido anche sotto il profilo tecnico), sarebbe il meno. Quello che a me personalmente ha lasciato perplesso e che lei ha accuratamente evitato di citare è il fatto che l'oltre milione di persone che hanno visualizzato su Facebook il video della collisione tra le due barche e il ponte si sono rese immediatamente conto che su quel ponte c'erano delle persone che stavano transitando. Allora, il punto non è tanto il fatto se quei ganci, li chiamo così - non sono un esperto di nodi marinari -, hanno tenuto o no, ma il tema è se il sistema di protezione civile di questa Città, di cui piaccia o non piaccia la Sindaca è titolare per Legge, ha funzionato, in virtù del fatto che questo evento si è verificato in maniera - come dice lei - inattesa, lo verificherà l'inchiesta interna, ma sostanzialmente in pieno giorno, sotto gli occhi delle telecamere, e nessuno, se non per svariati minuti, ha bloccato l'accesso a quel ponte. Noi stiamo stati molto fortunati, perché nel vedere inabissarsi la barca e, per certi versi, anche in qualche modo un po' basiti da questa evenienza - del resto non è certamente colpa di Appendino, come non sarebbe stata colpa di Fassino -, però il tema di fondo è che forse c'è stata un po' di sottovalutazione sotto questo profilo, perché di chi sarebbe stata la responsabilità se su quel ponte fosse successo qualcosa? Dei ganci che si sono staccati o del sistema di protezione civile di questa Città che non ha bloccato quel ponte, Assessora Lapietra? Lei non ha risposto a questa domanda. Allora, noi ci auguriamo che questa indagine interna che avviene sicuramente per questo gruppo di lavoro di GTT, ma che forse varrebbe la pena estendere rispetto al sistema di allerta e di protezione civile della Città, con celerità produca un rapporto - che, le anticipiamo, vorremmo vedere come Consiglieri Comunali - in ordine a quelle che sono state le misure di protezione civile messe in campo a valle dell'evento, che non è stato inaspettato, è stato addirittura seguito dalle telecamere e, anzi, era presente sul posto una nutrita mole di persone e - riguardate quel video - su quel ponte stava transitando un sacco di gente. Il punto, Assessora, è quello. Qualche cosa non ha funzionato. Noi non vogliamo attribuire, né men che meno speculare su questa questione, però qualche cosa va aggiustato, perché qualcosa non ha funzionato e non è tanto il fatto che le barche si siano staccate, quello lo dirà un'indagine interna; anche io trovo suggestivo il fatto che, come dire, inaspettatamente arrivino dei tronchi durante una piena, perché non mi pare un evento di particolare difficoltà previsionale, però, ovviamente, può capitare che, per una combinazione incredibile di circostanze tutte una in fila all'altra, succeda quello che abbiamo visto. Il tema vero, Assessora, è che quel ponte è rimasto aperto e questa, mi dispiace, è una responsabilità dell'Autorità di protezione civile, cioè della Sindaca Appendino, e, visto che ha risposto lei, anche sua, essendo lei la titolare delle deleghe alla viabilità. Perché quel ponte è rimasto aperto nonostante le barche si siano sganciate e si siano appoggiate su quel ponte per questo lungo tempo? Avete valutato correttamente il pericolo per persone e cose su quel ponte? A queste domande non avete risposto e ci auguriamo che l'indagine che avete annunciato produca gli effetti sperati, quantomeno nell'ordine di capire se il nostro sistema di protezione civile ha o non ha dei bachi ed è stato correttamente gestito e/o allertato. LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) Non avendo altri iscritti a parlare, la parola, per la replica, all'Assessora Lapietra. LAPIETRA Maria (Assessora) Per quanto riguarda l'indagine, due settimane sono poche; mi chiedono almeno un mese per riuscire ad avere delle risposte, che sicuramente avremo, e questa Amministrazione avrà cura di capire non tanto le colpe, ma come poter fare in modo che non si ripeta più un evento del genere. Per quanto riguarda il ponte, come ha detto giustamente lei, c'è il video e questo testimonia il fatto che, da quando si sono staccate le barche a quando c'è stata la collisione contro il ponte, sono passati pochissimi minuti e - ahimè - non si è fatto in tempo a chiudere il transito sul ponte, perché è questa la parte più grave della situazione, ma non c'è stato proprio il tempo fisico. Invece, appena c'è stata la collisione, i tecnici erano prontamente sul posto e hanno chiuso le passerelle a valle di quel ponte, perché la paura era che questa imbarcazione, andando verso valle, potesse sbattere contro altri ponti o comunque contro la diga. La preoccupazione è stata rincorrere le imbarcazioni, che andavano a una velocità molto elevata. Nella notte sono state fatte le chiusure dei ponti più a rischio di alluvione e, quindi, la situazione è stata monitorata tutta la notte. Quello che è successo la mattina, sotto gli occhi di tutti purtroppo, anche della Protezione Civile, non era previsto. LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario) Le comunicazioni sono state effettate. |