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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 21 Novembre 2016 ore 14,00
Paragrafo n. 5
INTERPELLANZA 2016-04692
"TORINO LIVING LAB" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI LAVOLTA, FOGLIETTA E TRESSO IN DATA 19 OTTOBRE 2016.
Interventi
"Torino Living Lab"

IMBESI Serena (Vicepresidente)
Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 201604692/002, presentata in
data 19 ottobre 2016, avente per oggetto:

"Torino Living Lab"

IMBESI Serena (Vicepresidente)
La parola, per la risposta, all'Assessora Pisano.

PISANO Paola (Assessora)
Rispondo alle domande poste nell'interpellanza. La prima domanda chiede se sia
prevista una proroga della sperimentazione in atto nel quartiere Campidoglio. Le
proroghe sulle singole sperimentazioni vanno valutate caso per caso, poiché sono
regolate da un contratto, per cui gli Uffici sono a vostra disposizione per condividere
in formato elettronico tutto il materiale e il report complessivo di valutazione delle
misure di Living Lab e lo stato dell'arte e di avanzamento di ogni sperimentazione.
Questo per quanto riguarda la prima domanda.
La seconda domanda chiede se sia intenzione dell'Amministrazione confermare il
progetto ed in quali tempi e modalità. Questa è una domanda molto interessante.
L'intenzione è ovviamente quella di prolungare questa sperimentazione ed è provata
dal fatto che, come Amministrazione, abbiamo già avviato altri bandi per ulteriori
sperimentazioni, uno tra questi è il Mobile Payment, cioè il pagamento via cellulare,
presso gli Uffici dell'anagrafe.
Qual è la nostra visione dei Living Lab? Attualmente il Living Lab è un'ottima
vetrina, è un'ottima iniziativa, da considerare molto positiva per l'inizio di questa
Amministrazione dal punto di vista dell'innovazione, ma che, come ogni progetto, ha
bisogno di evolversi.
L'ipotesi che stiamo analizzando è di creare un Living Lab permanente sul territorio
torinese che riguardi sia lo sviluppo di tecnologie, di dimostratori e di servizi, in
collaborazione con il cittadino. Infatti, i Living Lab sono nati proprio per fare questa
progettazione congiunta con il cittadino e per aumentare la User Experience.
Ovviamente durante i Living Lab non si co-progetta un servizio o un prodotto o un
dimostratore, ma se ne fa anche il test di tecnologia e di servizi, ma soprattutto di
modelli di business, per cercare di far sì che i progetti del Living Lab diventino poi
non solo sperimentazioni, ma progetti veri e propri da espandere su tutta la città.
Ovviamente il Living Lab è anche molto utile per la diffusione e per la
comunicazione.
Nel nostro progetto Torino ESE Platform i dati del Living Lab dovranno confluire su
un database open per fare attività di data analysis e quindi i quartieri dovranno essere
dotati di infrastruttura e broadband, di Wi-Fi per quanto riguarda i dati delle persone,
e di reti mesh per quanto riguarda i dati delle cose; ovviamente non IoT su tutte le
cose e non Internet of Data su tutti i dati, ma sul dato giusto, e mettere i sensori sulle
cose giuste.
Il focus dei Living Lab dovrà poi essere non generico, ma potrà anche essere
specifico su determinante industry, e di testing di innovazioni e di tecnologie
estremamente innovative. Stiamo, infatti, avviando la sperimentazione del testing del
5G e iniziando un progetto di Smart Mobility e di Ambiente, con la creazione di
un'auto elettrica connessa, creata attraverso la tecnica di Additive Manufacturing
insieme all'azienda cinese Jackel e al Politecnico di Torino.
Il Living Lab, quindi, è uno strumento, per noi, di sviluppo, di testing di tecnologia e
di innovazione, ma si innesta in una visione di ecosistema che riguarda il supporto
alle start up e la creazione di acceleratori sul suolo torinese. Sosteniamo, come
Comune, il progetto di acceleratore EIA e altri progetti di accelerazione, di cui a
breve vi daremo comunicazione, nonché lo sviluppo di hub tecnologici per la città.
La Città di Torino partecipa, insieme al Politecnico e all'Università di Torino, al
progetto di MAB per la creazione di un centro diffuso di competenza di tecnologia in
ambito di Smart Factory, a disposizione per le piccole e medie imprese del tessuto
torinese regionale, il modello ESE Service.
Spero di aver risposto alle domande.

IMBESI Serena (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Lavolta.

LAVOLTA Enzo
Sarò brevissimo, anche perché credo che i cofirmatari vogliano aggiungere qualcosa.
Comincio col dichiararmi soddisfatto della risposta dell'Assessora Pisano, che
ringrazio.
La motivazione che ci ha indotto a presentare questa interpellanza non era tanto la
paura che venisse meno questo progetto. I Consiglieri Comunali sanno che qualche
mese fa la Città di Torino è salita sul podio tra le capitali dell'innovazione in Europa,
siamo arrivati al secondo posto. Una delle motivazioni di questo secondo posto, dopo
la città di Amsterdam e prima della città di Parigi, era proprio la capacità di questo
territorio di osare nei Living Lab. Del resto, questi apprezzamenti sono stati unanimi,
anche dal punto di vista politico, non ci sono distinzioni particolari, ma non era tanto
questo il motivo; non era neanche il fatto che rappresenta un sano rapporto di
relazione tra il pubblico e i privati che compongono l'ecosistema di innovazione nel
nostro territorio, quanto piuttosto perché ci risulta che i commenti dei cittadini
residenti siano particolarmente lusinghieri, sia rispetto all'impatto che nel quartiere
Campidoglio ha prodotto questo insieme di sperimentazioni, sia per la capacità di
coinvolgimento da parte dei cittadini su specifici progetti, alcuni dei quali paiono
davvero essere particolarmente capaci di migliorare la qualità della vita degli stessi
su quel territorio.
Quindi, grazie, ci conforta e mi conforta sapere il fatto che ci sarà una fase 2 di
questo progetto, che ci sarà un'evoluzione. Ci fa particolarmente piacere che questa
Amministrazione abbia colto il senso del progetto così come lo avevamo
immaginato, ma soprattutto che voglia dare continuità e gambe ad un progetto che
credo meriti l'attenzione anche di questa Amministrazione.

IMBESI Serena (Vicepresidente)
La parola al Consigliere Tresso.

TRESSO Francesco
Mi associo ai ringraziamenti e alla soddisfazione del Consigliere Lavolta. Aggiungo
anche io due brevi considerazioni, che vanno sulla linea che ha tracciato l'Assessora.
Prima di tutto, l'esperienza, che mi sembra rilevante anche dal punto di vista di
interesse di questo Living Lab prodotto a Campidoglio, si esplica sia sui costi
relativamente contenuti, perché ovviamente è costato alla macchina amministrativa
metterlo in piedi, ma non sono stati previsti particolari esborsi specifici sui progetti.
In secondo luogo, per quanto riguarda la localizzazione, è comunque interessante che
certi tipi di risultati sono stati ottenuti proprio perché le installazioni sono state
previste in un'area pericentrale e questo ha dato modo probabilmente anche di
attivare maggiormente un senso di partecipazione attiva e di maggiore appartenenza
in luoghi che vanno, come giustamente si è fatto notare più volte, ricuciti rispetto alla
zona centrale.
Cito soltanto due esempi su una realtà che conosco meglio, che è quella della Piazza
Intelligente, della Smart Square: gli orti urbani, che peraltro ho avuto piacere di
inaugurare con l'Assessora, sono stati previsti 25 stalli che nella settimana successiva
hanno ricevuto il doppio di richieste, quindi da 25 assegnati subito in una settimana
sono state fatte altre 50 richieste.
Anche gli atti di vandalismo relativi alle installazioni, che in tutto il Campidoglio
sono state realizzate, sono veramente minimali in questi primi mesi, il che vuol dire
che comunque c'è stato anche un sistema pervasivo di coscientizzazione, di presa a
carico e di valorizzazione di questa esperienza.
Altri ancora sarebbero interessanti: il bookcrossing è partito con 30 testi e nel giro di
pochi mesi ne ha già più di 150, quindi ha avviato anche un sistema virtuoso di presa
a carico da parte delle Associazioni, che adesso si occupano di fare reading e altre
cose di questo genere.
Lei giustamente ha parlato di due aspetti, che mi sono segnato: uno era quello di
capire come esperienze di questo genere vadano comunque alimentate e quale sia
l'evoluzione. Nel breve vedo anche una diretta connessione, per esempio, con il
Regolamento dei beni comuni, che potrà farsi carico anche forse di alcune di queste
realizzazioni, anche tecnologicamente avanzate, ancorché sia poi necessario magari
individuare delle risorse, però su questo sarebbe interessante fare una valutazione di
cosa si può effettivamente lasciare anche coinvolgendo la cittadinanza. L'altro
aspetto - ed è quello di cui lei parlava giustamente - è che questa è una
sperimentazione rivolta ai cittadini, ma anche per offrire modelli di business attuabili
alle start up che queste realizzazioni mettono a terra. Su questo sarebbe interessante
capire ulteriormente la capacità di queste progettazioni, che livello di attrattività
hanno anche verso start up estere. Alcune delle realizzazioni che ci sono, sono già
state oggetto di start up, società, company che hanno anche delle attività non solo
italiane, però sarebbe veramente interessante riuscire ad avere un bando di taratura,
fatta questa prima sperimentazione, ma anche di livello più internazionale.

IMBESI Serena (Vicepresidente)
L'interpellanza è discussa.
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