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Situazione Palazzine ex MOI VERSACI Fabio (Presidente) La parola, per la risposta, alla Sindaca. SINDACA La scorsa settimana si è riunito il Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza pubblica e si è discusso della questione che riguarda le palazzine ex MOI. È una questione che riguarda sostanzialmente tre soggetti: da un lato, la Città e il quartiere, e sappiamo benissimo che ci sono delle grosse difficoltà per quanto riguarda la vivibilità del quartiere, quindi la Città ha un impegno in tal senso per garantire la vivibilità di alcune zone più critiche della Città; la proprietà ha dei diritti, quindi abbiamo anche il dovere di dare risposte a certi diritti maturati; il terzo soggetto sono le persone che stanno occupando attualmente le palazzine e, in particolare, alcuni profughi che sono regolari, a cui devono essere garantiti dei diritti, che stanno vivendo peraltro in condizioni che certamente non sono salutari e necessitano in tal senso di maggiore dignità alla persona. Questi tre soggetti che ci vedono in qualche modo coinvolti, o meglio che esprimono degli interessi, ci hanno portato a condividere un percorso che si tradurrà in alcune fasi. Come sapete, abbiamo già incontrato due volte le persone che stanno attualmente occupando le palazzine, perché insieme a loro vogliamo avviare un primo procedimento che riguarda il censimento, abbiamo la necessità di capire chi sta all'interno di quelle palazzine, quali professionalità, capacità e diritti hanno le persone che stanno all'interno. Alla luce di questo censimento, procederemo con la liberazione delle palazzine e lavoreremo per una palazzina alla volta. È impensabile immaginare di affrontare il problema tutto insieme con più di mille persone, come sembrerebbero esserci, quindi il percorso che abbiamo condiviso anche con il Prefetto è partire con una palazzina. Una volta fatto il censimento e identificata la palazzina su cui interverremo, a quel punto la libereremo e avvieremo percorsi alternativi di inserimento delle persone che hanno diritto a tali percorsi. Nel frattempo con la Prefettura abbiamo anche deciso, grazie anche alla loro disponibilità, di aumentare il presidio sul territorio, che chiaramente non è una soluzione, ci tengo a dire, siamo consapevoli che aumentare il presidio sul territorio non è la soluzione a un problema esistente, ma riteniamo che sia doveroso anche in questi momenti. Ad oggi non ho altro da aggiungere, mi assumo la responsabilità di comunicare al Consiglio più avanti, nel momento in cui la procedura sarà quantomeno costruita e potremo dare maggiori informazioni e dettagli. Condivido anche insieme alla Prefettura in questa Aula la necessità di intervenire su quelle palazzine per rispondere ai tre soggetti: Città e quartiere, proprietari e coloro che in questo momento stanno vivendo all'interno delle condizioni non certamente auspicabili. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Ricca, per cinque minuti. RICCA Fabrizio Partiamo dal fatto che non si è voluta dare la solidarietà a due Consiglieri di Circoscrizione e ad alcuni cittadini che sono stati aggrediti lì davanti giovedì sera dopo la diretta di una trasmissione. Ci tengo a partire da lontano: la vecchia Amministrazione diede una residenza a coloro che avevano fatto la richiesta di asilo, che erano circa 300, oggi sono diventati a stima più di 1.200. Chi scappa dalla guerra deve essere tutelato e non deve essere lasciato lì dentro, inizio anche a pensare che chi scappava dalla guerra magari da lì è anche già fuggito, in quanto il numero di persone che si sono aggiunte a quei 300 in questi anni è davvero importante. Partiamo da questa notte nel bar Sweet, il bar dei tifosi del Toro, una delle risorse che occupano l'ex MOI ha sfondato la vetrina con una sedia. Venerdì altre risorse che scendono con il volto coperto e cinghie alla mano aggrediscono un Consigliere di Circoscrizione disabile, un altro Consigliere di Circoscrizione, dei cittadini che erano lì e che, per qualsiasi motivo loro fossero lì, hanno tutto il diritto di starci, è casa loro e nessuno deve essere aggredito solamente perché sta in un posto della Città. Per quanto riguarda il censimento volontario, Sindaco, ma davvero lei pensa che 1.200 persone, che potrebbero essere espulse, scendano e vengano da lei, si facciano riconoscere così da farsi espellere? Davvero qualcuno in questa Città ha questa idea? Posso sognare che questo possa accadere? Ci aveva provato l'ex Sindaco Fassino e non ci era riuscito, non credo, senza nulla togliere, che le cose siano cambiate da sei mesi a questa parte. Il censimento volontario che doveva essere fatto entro ottobre non è stato neanche ipotizzato. Scopriamo di incontri clandestini tra il Presidente del Consiglio Comunale e il Vicesindaco, che poi non si sono svolti, ma che dovevano essere fatti con gli occupanti, le stesse persone che hanno stuprato una disabile all'interno delle cantine, le stesse persone che dentro le palazzine dell'ex MOI coltivano e spacciano droga, le stesse persone che vengono arrestate per spaccio e per ricettazione. All'interno dell'ex MOI oggi c'è un barbiere, c'è un market, c'è un ferrivecchi, perché queste persone si aggiustano come possono, come alcuni dicono, queste persone vivono una vita molto più bella di altri torinesi che sono in difficoltà, che magari devono ricorrere all'emergenza abitativa e ai dormitori la sera. Allora non serve chiedere alla Compagnia di San Paolo di finanziare, perché se la Compagnia di San Paolo ha dei soldi, che li utilizzi per i torinesi; anziché fare magari due foto in più su Facebook vada direttamente dal Ministro Alfano. Io mi ricordo e glielo riconosco che Fassino, quando era Sindaco, andò dal Ministro Alfano, poi non portò niente a casa, però almeno ci aveva provato; lei, invece, purtroppo continua a dire: "Vedremo, vedremo", ma di concreto non c'è stato ancora niente. Mi auguro che le palazzine vengano liberate non una alla volta, perché ciò vorrebbe dire permettere di rioccuparle. Voglio vedere queste persone che scendono da sole, sapendo che poi la maggior parte di loro verrà espulsa, scendere liberamente con un bel sorriso, il loro zainetto e lasciare tutto quello che hanno dentro, che di legale c'è poco, e dire: "Accompagnateci da qualche altra parte", non ci credo. Una palazzina per volta vuol dire non risolvere il problema, perché adesso si stanno liberando le palazzine dell'EDISU, credo che entro Natale quelle palazzine verranno occupate, quindi sposteremo solamente il problema, perché mentre provate a liberarne una, ce ne sarà un'altra occupata. Queste persone sono talmente tante, all'interno c'è un paese, ci sono Comuni che hanno meno di 1.200 abitanti. Esattamente due anni fa, lei non c'era ma c'era il suo Collega Bertola, provammo ad entrare per un sopralluogo con la Commissione Controllo di Gestione e gli occupanti ci respinsero incalzati dai centri sociali. Forse questo le è sfuggito, come tante altre cose da quando faceva opposizione ad ora che governa la Città. Mi permetto di dire che se succederà qualcosa sicuramente non sarà merito suo, perché il suo immobilismo è stato tale in questi mesi che non ha permesso di migliorare la situazione, anzi ogni giorno ne vengono fuori di nuove. Come ho detto, questa notte uno degli occupanti ha sfondato una vetrina di un bar. Se l'aumento del controllo del territorio permette che all'interno ci facciano una fiction, esattamente come sta succedendo in queste ore, dove fuori da lì stanno facendo delle riprese, mi permetto di dire che questo non è sufficiente, esattamente come non è stato sufficiente mettere l'esercito davanti al campo nomadi di via Germagnano. Le persone continuavano a farsi i fatti loro, equilibravano i loro traffici a seconda di come andava la camionetta. A questo punto serve davvero un pugno di ferro, magari iniziamo ad utilizzare la Polizia Municipale per controllare quel territorio e non per fare le multe. Sono convinto che tutto questo immobilismo sia voluto ancora una volta per non assumersi le proprie responsabilità. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Fassino, per cinque minuti. FASSINO Piero La questione evocata dalla Sindaca, come sappiamo tutti perché ne abbiamo discusso molte volte in Consiglio, ha una particolare complessità e credo che nessuno sia così sciocco da banalizzarla. La proposta avanzata è condivisibile perché era una proposta su cui già aveva lavorato la precedente Giunta. Voglio solo sottolineare alcune difficoltà, il che non significa che non si debba perseguire l'obiettivo proposto. La prima difficoltà sta nella realizzazione del censimento, perché è evidente che è finalizzato a individuare chi ha titolo per essere ricollocato e chi non ha titolo, altrimenti non ci sarebbe necessità di farlo. Bisogna sapere che, se l'accertamento determinerà una quantità di persone, presumo non piccola, per cui è difficile pensare che abbia titolo, bisogna sapere quali sono i seguiti, che cosa accade. Questa è sempre stata la difficoltà registrata non solo in quest'Aula, ma anche nel Comitato per l'Ordine Pubblico e la Sicurezza in Prefettura. Quindi, il censimento mi sembra un passaggio ineludibile, ma dagli esiti successivi non semplici da gestire. La seconda questione è che occorre - è del tutto ragionevole - che lo sgombero avvenga gradualmente e, data la dimensione, che si faccia una palazzina per volta, ma, anche facendo una palazzina per volta, occorre avere le soluzioni di riallocazione e questo è il secondo tema che, fin qui, non era stato semplice da individuare, perché non è possibile, per vincoli normativi e di Legge, collocare queste persone dentro i percorsi con cui attualmente si gestiscono profughi e migranti. Quindi, dove li si colloca e come? Questo è un tema che qui non è stato ancora proposto; presumo che, naturalmente, l'Amministrazione ci lavori e che verrà a dircelo, però questa è una questione che va vista. Le persone che, oggi, sono lì allocate non sono gestibili né con il sistema SPRAR, né immettendoli nei canali prefettizi, che attualmente gestiscono migranti e profughi; quindi, bisogna avere un altro canale di allocazione, che non è facile, perché, come sappiamo, poi la possibilità di disporre di locali in misura adeguata si rivelerà complesso. In ogni caso, il tema non può che ricevere la condivisione di chiunque abbia a cuore una soluzione del problema e, da questo punto di vista, auspichiamo che possa essere data una soluzione, per cui sosterremo, se verrà richiesto in questo Consiglio, le iniziative utili a far sì che si arrivi a una soluzione. Ritengo che nessuno di noi debba nascondere la complessità e la difficoltà del tema. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Rosso; le ricordo che ha a disposizione 5 minuti per intervenire. ROSSO Roberto Ci fu una Giunta, quella diretta da Sergio Chiamparino, che realizzò in Città, con un appalto molto veloce, una serie di edifici che dovevano servire dopo le Olimpiadi per dare soluzione abitativa a italiani e soluzione anche addirittura ai negozi, all'artigianato e così via. Questa Giunta si è resa assolutamente responsabile di quello che faceva, nel senso che quegli edifici hanno avuto la caratteristica non solo di essere abbandonati a se stessi, ma di essere mal fatti. Chiunque sia andato a verificare dall'interno come sono fatti, si accorge che lì non si è realizzato tutto ciò che un buon appalto dovrebbe determinare. C'è un costo superiore a quello di mercato, perché fatto sostanzialmente senza appalto, e sono stati realizzati edifici che non soltanto venivano fatti senza appalto, ma addirittura venivano fatti male. Non a caso non si poté allocare subito i cittadini italiani e la conseguenza è stata quella dell'occupazione da parte degli stranieri. Ho sentito le frasi della Sindaca Appendino, ma è evidente che parlare di profughi per 1.200 persone è una cosa molto benevola e ottimistica. All'interno di quei 1.200 forse ci sarà qualche decina di profughi, gli altri sono tutti clandestini e non credo che il compito dell'Amministrazione Comunale di Torino sia trovare una sistemazione ai clandestini in questa città. Il compito dell'Amministrazione Comunale di Torino è sgomberare i clandestini dai luoghi dove non devono stare, trovare una soluzione per quei 10, 20 o 30 profughi che effettivamente ci possono essere tra di loro e risolvere in qualche maniera la situazione, come l'Appendino diceva prima di diventare Sindaco e non con la nuova versione con cui si presenta oggi che è diventata Sindaco. Ne abbiamo sentiti alcuni criticare Fassino per quello che non andava sul MOI e, adesso, le soluzioni mi sembrano rapportate alle stesse modalità con cui si ergeva la Giunta Fassino fino a poco tempo fa. Mi auguro che ci possa essere la volontà. Capisco che siamo davanti a un Governo inetto che non trova soluzioni, perché è colpa anche del Governo, non certamente soltanto della Sindaca Appendino, se non si trovano soluzioni di rimpatrio. I clandestini devono essere rimpatriati, non devono essere allocati in altro alloggio a nostre spese e non devono essere alimentati a nostre spese. Ci sono navi che non soltanto dovrebbero recuperarli dalla Libia, ma dovrebbero anche restituirli alla Libia una volta verificato che non hanno diritto e titolo per stare qui. Mi auguro che, pur con tutta la cautela e la lentezza del caso - si è parlato qui dello sgombero di una palazzina per volta -, si arrivi a una soluzione definitiva, perché molti cittadini - e la Sindaca lo sa benissimo - si lamentano del fatto che dove avevano dei punti commerciali non si è più riuscito nel prosieguo a fare niente. Io penso che ci sia la possibilità di fare qualcosa. Bisogna anche fare in modo che il Prefetto e il Questore non siano imbabboniti da quello che non fa il Governo e non siano richiamati a un ordine che non dovrebbe esserci qui a Torino, ma siano invece spinti dalla Sindaca a fare un po' di più di quello che fanno attualmente. A un Governo inetto non vorremmo si rapportassero anche una Sindaca e un Consiglio Comunale altrettanto inetti. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Napoli; le ricordo che ha a disposizione 5 minuti per intervenire. NAPOLI Osvaldo Penso che per i torinesi MOI sia sinonimo di illegalità autorizzata ormai da lunghi anni. Probabilmente mi ripeto, ma, dopo le parole del Consigliere Ricca, sotto un certo aspetto, e del Consigliere Fassino, profondo conoscitore di questa materia - piaccia o non piaccia -, non posso che ammettere che la proposta avanzata dal Sindaco Appendino sia da tenere in considerazione. Sindaco, la mia paura, lo dico già qui, è che passeranno mesi e mesi e che, poi, non si farà nulla. Ho questo timore. Spero che le sue parole possano avere un risultato finale, tenendo presente, lo diceva adesso il Consigliere Rosso, che il problema reale è il censimento, come diceva il Consigliere Fassino, ma il problema è: legali e non legali. Come riusciremo a mandare via l'80 o il 90% dei non legali? Saranno espulsi? In che modo? Questa è la domanda interessante che credo che bisogna porsi. E dove li mettiamo? Lei è anche Presidente dell'Area Metropolitana, allora faccio un riferimento anche sotto questo aspetto, perché i Comuni che sono stati obbligati o non sono stati obbligati - è un altro discorso - a ricevere i profughi che vengono ospitati in centri, in cooperative, sappiamo tutti che hanno 18 mesi di tempo per poter stare in quelle strutture, ma la domanda è: dopo 18 mesi, in tutti questi paesi dell'Area Metropolitana che cosa facciamo degli ospiti che sono autorizzati? Abbiamo una prospettiva di lavoro? Possiamo dargli una prospettiva? Vorrei ricordare ai Consiglieri - e questo per me è un orgoglio, non ho paura di dirlo - che avevo un Assessore, Daniela Ruffino, che è bravissima sotto l'aspetto sociale e che aveva istituito, quando sono arrivati i primi albanesi, un centro di pronta accoglienza per 20 persone: 18 sono risultati bravissimi, lavorano ancora adesso, sono presenti a Giaveno e fanno il loro dovere, mentre due erano delinquenti (2 su 20 penso che ci stessero anche). Allora erano altri tempi, il Sindaco, il parroco, il farmacista, il maresciallo, tutti ci eravamo dati da fare per trovare del lavoro e, allora, il lavoro si trovava; la domanda è: oggi, dopo 18 mesi, che cosa troveremo e quale prospettiva potremo dare? Su questo non posso che ripetermi rispetto a quello che diceva il Consigliere Fassino. Credo e mi auguro che quello che lei ha detto si attui, ma la mia paura è che, tra sei o sette mesi, ci troveremo in quest'Aula forse a continuare delle polemiche che non è giusto fare. In questi giorni ho letto quanto dichiarato dal Sindaco di Bari, Decaro, anche Presidente dell'ANCI, che, piaccia o meno, ha seguito l'indirizzo che aveva preso in precedenza Fassino e che è un ottimo indirizzo nei confronti del Governo. Mi auguro che quello che propone l'ANCI venga attuato e realizzato dal Governo. Se non lo fosse, vorrebbe dire che, con tutto il rispetto e al di là dei colori politici, corriamo il rischio di vendere fumo inutilmente ed è una negatività davanti all'opinione pubblica. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Tresso. TRESSO Francesco Ringrazio la Sindaca per l'aggiornamento. Anche io trovo condivisibili le fasi che sono state prospettate e sono favorevole a una modularità, perché il problema è di una tale dimensione che non può essere risolto con la ratio della fretta. Quello che però lei, Sindaca, non ci ha detto è come si intende fare fronte a un'operazione di questo genere, che richiede risorse anche importanti. Sui giornali abbiamo letto che c'è un interessamento da parte della Compagnia di San Paolo, ma ritengo che, a fronte di una programmazione dettagliata di questo intervento, probabilmente bisognerà fare ricorso a dei fondi anche a livello nazionale. Vorrei sottolineare come, per esempio, l'emergenza profughi fu oggetto di uno specifico finanziamento a livello del Ministero dell'Interno, che aveva dato modo di sviluppare degli interventi quale quello della Città Possibile per il campo di Lungo Stura Lazio. Ritengo che sia urgente manifestare all'interno di quell'area occupata la presenza della Città in maniera concreta. Il censimento è una parola che nell'immaginario di tutti vuol dire contare le persone e l'individuazione delle persone, però, in questo caso, il censimento è un'operazione decisamente più articolata e delicata, intanto perché c'è un turn over molto elevato che caratterizza la presenza e la stanzialità di queste persone nei tre anni in cui hanno iniziato l'occupazione, poi ci sono degli aspetti culturali e degli aspetti legati anche a questioni di tutela verso i minori e c'è sicuramente una questione anche di spaccio e di altri fenomeni di illegalità, che quindi vanno affrontati, anche perché c'è bisogno di dare delle risposte, però, secondo me, è importante che, in primis, la Città dimostri l'effettiva presa di coscienza del problema, proprio dando un segno concreto di presenza e quindi avviando un percorso di territorialità interna e di conoscenza delle realtà. Tra i soggetti che lei ha citato, tutto sommato, ricorderei anche la preesistenza di associazioni che in questo periodo hanno svolto un lavoro - chi più e chi meno - spontaneo ed interessante, come il comitato che si è costituito e che ha dato adito anche a delle iniziative spontanee di ricucitura - tentata almeno - con il quartiere e che sono da valorizzare. In ultimo, mi permetto di citare un aspetto che, secondo me, è però a latere della questione, ma che può essere importante: credo che sia necessario tentare, in tempi rapidi, di mantenere anche il presidio all'interno di quella realtà e di quelle di altri tipi di preesistenze (quali l'ostello, il Coni, eccetera); questo, però, non può prescindere dal fatto di avere una visione chiara dello sviluppo di tutta l'intera area. Abbiamo appreso della mancata volontà da parte dell'Università di dare seguito al progetto che era stato individuato per le Arcate, però è importante che la Città abbia una visione chiara, quindi anche sotto il profilo urbanistico, dello sviluppo dell'area, perché questo può essere un ulteriore volano per mettere a punto un sistema di accompagnamento e di ricollocazione di queste persone, che deve essere visto anche in funzione di questa progettualità. In ultimo, in questo percorso di conoscenza, di individuazione dei singoli casi e della possibilità di inserimento, solleciterei anche la valutazione della necessità di collaborare anche a livello di Area Metropolitana, perché, se i numeri valutati sono quelli che sembrano essere reali (cioè, si parla forse di più di 1.500 persone), è ovvio che la stessa Municipalità di Torino non può farsi carico di situazioni immediate, ma bisognerà lavorare anche a livello di rete, quantomeno a livello di Città Metropolitana. VERSACI Fabio (Presidente) Non avendo nessun altro iscritto a parlare, la parola alla Sindaca. SINDACA Ringrazio i Consiglieri che sono intervenuti. Credo di avere già risposto alle sollecitazioni che sono state poste, ma le riprenderò un po'. Per quanto riguarda il tema della sicurezza posto dal Consigliere Napoli, sono assolutamente d'accordo e credo di essermi anche esposta a livello nazionale sul potere dei Sindaci sulla sicurezza, a cui però devono anche essere date le risorse adeguate. Ultimamente, stiamo un po' assistendo - è successo in varie occasioni - al fatto che ai Sindaci e agli Enti che sono sul territorio vengono date responsabilità, ma non vengono fornite le necessarie risorse economiche per poter agire. Credo che i Sindaci possano davvero avere un ruolo importante e devo dire che ho anche apprezzato il lavoro che è stato fatto dall'ex Presidente Fassino e dall'ANCI (in tal senso, mi sono anche esposta), però è chiaro che ci devono essere le risorse. Se ci vengono date le responsabilità, ma non ci viene data la capacità economica di affrontarle, stiamo scaricando il barile su qualcun altro, che, peraltro, ha il contatto con il territorio. Credo che sia questo il tema, cioè maggiori poteri e maggiori risorse. Relativamente a quanto diceva il Consigliere Tresso, ci stiamo muovendo a livello nazionale per cercare di ottenere le risorse, ma, come Sindaco, credo di avere il dovere di provare anche ad avere un'alternativa, nel caso in cui dal Governo non arrivino quelle risorse. Lo stiamo facendo ponendo come priorità due grandi temi che, oggi, sono stati detti: il tema delle palazzine MOI e il tema del campo di via Germagnano. Credo che abbiamo tutti la responsabilità, opposizione e maggioranza, chi più e chi meno, di dare delle risposte ai cittadini su queste due zone del territorio che sono particolarmente colpite per vari motivi. Certamente, mi muovo a livello nazionale, ma devo dire che anche in passato si è provato e non è sempre così facile. Non è solo una questione di appartenenza politica, è una questione generale, perché le risorse sono scarse. Mentre mi muovo a livello nazionale, mi muovo anche a livello locale e cerco alternative per poter procedere il più in fretta possibile. Il censimento è assolutamente necessario e lo faremo, lavoreremo per palazzina, proprio perché bisogna provare a dare una prospettiva, perché, altrimenti, diventa molto complicato avviare un percorso di censimento, che sarà fatto dai Servizi Sociali, nell'ottica di capire chi sono le persone, che diritti hanno e quali diritti non hanno, anche con l'aiuto della parte sicurezza e della mia delega. Onestamente, non so quali siano le percentuali, non credo che siano quelle dette in questa Aula, però, prima di poter agire e dire che sarà il 10, 20, 30, 40 o 50, agiamo per palazzina e vedremo all'interno di quella palazzina chi ha diritto e chi non ha diritto; peraltro, siamo obbligati a seguire dei percorsi che non decide il Sindaco, perché vengono decisi a livello nazionale. Poi, se vogliamo aprire il dibattito, lo farò volentieri anche su che cosa è stata Emergenza Africa, sui tempi di riconoscimento e su che cosa significa questo per i Comuni; facciamolo, ma è chiaro che non è una discussione che può fare il Sindaco da sola. Probabilmente, tutti qui potremmo essere d'accordo sul fatto che Emergenza Africa non ha funzionato così come è stata gestita e che la chiusura dei rubinetti dall'oggi al domani ha creato grandi problemi ai Comuni, perché la vicenda che abbiamo lì deriva da una scelta sbagliata fatta a suo tempo. In questo modo, tutti i Comuni sono stati messi in difficoltà nel gestire questa situazione. Vogliamo discutere di questo? Discutiamone, ma non credo che sia il punto. Proviamo a guardare avanti: noi crediamo che quella sia una priorità per il territorio, per le persone che ci stanno dentro e per la Città, cerchiamo risorse alternative e cercheremo di fare tutto nel minor tempo possibile. Abbiamo tempo davanti, mi rendo conto che, se si potesse fare domani, lo faremmo domani, ma oggi le risorse non ci sono ancora e stiamo lavorando per trovarle e per creare un percorso; in tal senso, auspico che tutto il Consiglio, a prescindere dalle posizioni, ci possa aiutare. Mi assumo l'impegno, anche con il Prefetto (che ci sta accompagnando in questo percorso), di tornare a riferire - se non in Commissione, in Consiglio - appena avrò maggiori dettagli a proposito. VERSACI Fabio (Presidente) Dichiaro concluso il dibattito. |