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"Variante n. 313 al P.R.G., ai sensi dell'articolo 16 bis della L.U.R., concernente il Piano Regionale delle Alienazioni e Valorizzazioni del Patrimonio Immobiliare. Adozione" VERSACI Fabio (Presidente) Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. mecc. 201507078/009, presentata dalla Giunta Comunale in data 15 dicembre 2015, avente per oggetto: "Variante n. 313 al P.R.G., ai sensi dell'articolo 16 bis della L.U.R., concernente il Piano Regionale delle Alienazioni e Valorizzazioni del Patrimonio Immobiliare. Adozione" VERSACI Fabio (Presidente) Comunico che in data 10/11/2016 le competenti Commissioni hanno rimesso il provvedimento in Aula. A questa proposta di deliberazione sono stati presentati tre emendamenti di Giunta e più di 200 emendamenti ostruzionistici da parte del Consigliere Ricca e del Consigliere Morano. Chiederei un po' di silenzio in Aula, perché stiamo discutendo una proposta di deliberazione e l'Assessore sta per illustrarla. La parola, per l'illustrazione, al Vicesindaca Montanari. MONTANARI Guido (Vicesindaca) Anche questa proposta di deliberazione, ampiamente discussa in Commissione, riprende un percorso già avviato dalla precedente Amministrazione e che noi non abbiamo ritenuto di interrompere, perché ha a che fare con la valorizzazione di un patrimonio immobiliare della Regione Piemonte. La deliberazione comprende quattro edifici, uno in via Petrarca, uno in piazza Castello, uno in via Principe Amedeo e l'altro in viale Settimio Severo. Alcuni sono edifici non così importanti da un punto di vista pubblico, alcuni invece sì, come quello di Villa Gualino e piazza Castello. Per tutti e quattro gli edifici noi approviamo una deliberazione che ne cambia la destinazione d'uso, per favorirne la valorizzazione in termini economici. Per i primi due, via Petrarca e via Principe Amedeo, si parla di una valorizzazione prevalentemente residenziale; è evidente soprattutto per via Petrarca, si tratta di una palazzina Art Nouveau, Liberty, che è posta a due passi dall'ex Torino Esposizioni, in una zona dove effettivamente un edificio pubblico a una destinazione terziaria non ha molto senso; credo che il progetto di riutilizzazione dovrà pensare anche a una valorizzazione da un punto di vista storico-architettonico, come previsto dalle norme della Soprintendenza. Per via Principe Amedeo si può dire una cosa analoga: anche questa è una destinazione che sarà prevalentemente residenziale. La Villa Gualino, invece, sarà una destinazione prevalentemente terziaria; per quanto riguarda l'edificio di piazza Castello, sarà una destinazione ricettivo-terziaria e commerciale. L'unica osservazione politica che avevo fatto in Commissione era che a me spiace molto pensare che la Regione Piemonte rinunci a una sua sede straordinaria in piazza Castello, nel luogo di comando storico della città, per andare a stare in quel brutto edificio a grattacielo, di cui sappiamo le vicende anche recenti. Propongo, dunque, l'approvazione. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Lo Russo. LO RUSSO Stefano Sull'oggetto urbanistico, al di là dell'ultima considerazione fatta dal Vicesindaco Montanari, che non condividiamo, non è che abbiamo granché da dire. Del resto, come veniva giustamente ricordato, la deliberazione è stata adottata, sotto il profilo urbanistico, dalla precedente Giunta Comunale in data 15 dicembre 2015, pertanto, siccome non ne modifica i contenuti, sotto il profilo della destinazione d'uso degli immobili, sicuramente non vi sono elementi ostativi. C'è, però, un tema che mi pare sia molto sottovalutato dall'attuale Amministrazione; nel frattempo, vedo che è arrivato in Aula anche l'Assessore al Bilancio Rolando. Questo tema, che è sottovalutato, oggettivamente glielo pongo nuovamente in Aula, Vicesindaco; gliel'ho posto in Commissione e lei mi ha dato una risposta che onestamente mi ha lasciato un po' perplesso. Allora, siccome era possibile che io non avessi tutti gli elementi aggiornati, ho fatto qualche piccola personale verifica. Lo ricordo io all'Assessore Rolando e lo ricordo anche ai Consiglieri Comunali, gli stessi Consiglieri Comunali che hanno spiegato che questo provvedimento, sotto il profilo urbanistico, gli fa schifo, però, visto che c'è esigenza di cassa per il Comune di Torino, gli tocca votarlo. Sotto il profilo contabile, vi rappresento le seguenti fattispecie giuridiche. Chiedo scusa se sarò un po' pedante e un po' didascalico, però mi rendo conto che sono argomenti non propriamente banali; io cercherò di renderli semplici. Nel novembre 2014, in sede di conversione in Legge del Decreto Sblocca Italia, viene introdotto dalla Legge n. 164 uno straordinario comma, nell'articolo 16 del D.P.R. 380/2001. Cosa dice questo comma? Questo comma dice che, in caso di Variante urbanistica, la plusvalenza urbanistica derivante dal gettito della Variante, cioè il valore dopo meno il valore prima, deve essere corrisposto in misura non inferiore del 50% al Comune. Non solo dice questo, ma dice anche che la modalità di calcolo deve essere fatta dalla Regione (nel nostro caso la Regione Piemonte) e che questo è un elemento essenziale nella valutazione dell'interesse pubblico. Andate a guardare il comma 4 dell'articolo n. 16. La Regione Piemonte, a valle dell'approvazione della Variante, si prende il tempo che si prende e sostanzialmente il Comune di Torino nel dicembre, in Consiglio Comunale - ancorché la deliberazione sia della fine di novembre 2015, cioè l'anno dopo -, in assenza di disciplina regionale, adotta una deliberazione che, di fatto, disciplina la modalità di calcolo di questa plusvalenza. Questa disciplina, che fondamentalmente serviva esattamente a rendere pubblica e nota questa modalità del Comune (per la verità, è la deliberazione 5760 del Consiglio Comunale del 17 dicembre), stabilisce il criterio e il metodo di calcolo con cui fare questo tipo di valutazione. Non sto qui a raccontare, perché lo sapete meglio di me, anzi, ne avete fatto una bandiera, il tema dell'urbanistica per fare cassa, non si usa l'urbanistica per fare cassa, tutte queste cose che avete giustamente raccontato. Il 15 dicembre di quello stesso anno, del 2015, a firma mia e dell'attuale Vicepresidente Vicario Lavolta, all'epoca Assessore all'Ambiente, la Giunta Comunale della Città di Torino, dopo un lungo Tavolo tecnico istruttorio, che ha portato alla definizione dell'attuale provvedimento, adotta per la trasmissione al Consiglio la Variante di cui stiamo discutendo. Andiamo tutti in vacanza per Natale e quando torniamo, dopo le vacanze, apprendiamo che alla fine di febbraio 2016 la Regione, coerentemente con il dispositivo di Legge, adotta un proprio atto deliberativo, che è la deliberazione di Giunta Regionale, (adottata il 29 febbraio da parte della Giunta Regionale), in cui stabilisce questo famoso meccanismo di calcolo, che ovviamente ha validità su tutta la Regione Piemonte, e in coda a questa D.G.R. include una serie di casistiche di esclusione dall'obbligatorietà di versare questo contributo di valorizzazione urbanistica in capo al Comune. Tra le clausole di esclusione - ce ne sono molte, forse troppe - ci sono anche le deliberazioni, come questa, in cui la Variante urbanistica è finalizzata ad incrementare valore per le alienazioni del patrimonio immobiliare. Ovviamente la Città di Torino, nella fattispecie l'Amministrazione che allora guidava la Città, inizia un'interlocuzione con la Regione da questo punto di vista, in quanto questo dispositivo regionale produce un sostanziale sconvolgimento degli equilibri economico-finanziari, non tanto della Città di Torino e non tanto per questo provvedimento specifico, quanto nella generalità dei casi per i Comuni del Piemonte e chiede a gran forza il cambio di questa deliberazione. Evita di andare in sede giurisdizionale al Tribunale Amministrativo Regionale per un eccesso di competenza, in quanto, a nostro modo di vedere - e non abbiamo problemi a dirlo -, la Regione si è spinta un po' oltre nell'emanazione di questa D.G.R. e prevedendo queste clausole di esclusione; per ragioni istituzionali riteniamo utile interloquire e chiediamo una modifica sostanziale alla Giunta Regionale di questa deliberazione. Non lo facciamo soltanto noi informalmente, lo fa addirittura l'ANCI del Piemonte, che, con una nota a firma dell'allora Presidente ANCI Piemonte, il dottor Ballarè, allora Sindaco della Città di Novara, scrive al Presidente Sergio Chiamparino evidenziando quelle che potevano essere le criticità indotte dall'applicazione di questa deliberazione di Giunta Regionale alla universalità dei Comuni piemontesi. Questa nota del 29 aprile riceve formale risposta a firma dell'Assessore Valmaggia in data 9 giugno, di cui do breve lettura dell'ultimo capoverso: "Nell'ottica della collaborazione tra Enti, tuttavia, la Regione, consapevole dell'importanza economica di tale contributo, sta esaminando la vostra proposta...", la proposta dell'ANCI era quella di togliere tutte quelle clausole di esclusione che la Regione aveva previsto e, conseguentemente, consentire ai Comuni di poter adottare varianti urbanistiche e poter incamerare, secondo i dispositivi di legge, il 50% dovuto per legge, "...e valutando come, con proprio atto amministrativo, chiarire o modificare il paragrafo esclusioni". Nella fattispecie, la nota dell'ANCI chiedeva di limitare al massimo le vicende di esclusione dei provvedimenti urbanistici. Vicesindaco, io in Commissione le ho chiesto qual era lo stato dell'arte di questa questione, e visto che c'è anche l'Assessore Rolando guardo anche lui, perché non sfugge a nessuno - spero -, alla luce di questa breve illustrazione, che a legislazione regionale vigente, in assenza di atti amministrativi formali della Regione Piemonte, cari Consiglieri del Movimento 5 Stelle, la votazione di questa deliberazione non produce titolo ad acquisire alcunché in termini di valorizzazione economica per la Città di Torino. Questa è la ragione per cui, a valle dell'approvazione da parte della Giunta Comunale scorsa in data 15 dicembre, con grande chiarezza di posizione politica, io, a nome dell'Amministrazione, dissi all'Amministrazione Regionale che, in assenza di modifica del dispositivo regionale del febbraio 2016, a nostro modo di vedere la Variante urbanistica della valorizzazione degli immobili regionali sarebbe stata in qualche modo congelata dalla Città di Torino. Tradotto, abbiamo chiesto, in via formale negli incontri, ma soprattutto in via sostanziale attraverso l'ANCI del Piemonte - proprio perché non è una questione che riguarda solo la Città di Torino, ma è una questione che riguarda l'intero parco dei Comuni piemontesi -, di modificare sostanzialmente questa D.G.R., cosa che ad oggi non ci risulta essere avvenuta. Dovete sapere tutti, noi lo diciamo con grande chiarezza e con grande fermezza, che la votazione in adozione di questa Variante urbanistica, a queste condizioni di vigenza normativa, non produce titolo a chiedere alcuna risorsa finanziaria da parte della Regione Piemonte. Questo dovete averlo bello chiaro. Ed è questa la ragione per cui, pur condividendo, assolutamente, lo spirito del provvedimento sotto il profilo urbanistico, noi, in coerenza con quanto abbiamo fatto prima, cioè non abbiamo certamente revocato il provvedimento del 15 dicembre, ma lo abbiamo sospeso prima dell'approvazione del Consiglio Comunale, non voteremo l'atto in questione all'ordine del giorno. Da questo punto di vista, vi invitiamo caldamente a trasformare quelle che sono state dichiarate da lei, Vicesindaco, interlocuzioni informali su un Tavolo, di cui peraltro non ha informato la Commissione e oggi nella illustrazione non ha informato il Consiglio, né dello stato dell'arte di queste interlocuzioni, né di qual è l'orientamento della Regione Piemonte non sulle Varianti urbanistiche dei loro immobili, ma su un impianto generale di azione sulla DGR, di cui ho fatto parola, perché questo è il punto. Non abbiamo avuto atti conseguenti e l'ultimo atto ufficiale della Regione Piemonte che noi conosciamo è questa lettera del 9 giugno. Conseguentemente, al di là di tanti buoni auspici, noi ci fidiamo di tutti, per carità, immaginarsi se non ci fidiamo della Giunta Regionale del Piemonte, soprattutto in questa fase politica, ci mancherebbe, vi facciamo sommessamente notare che votando questa proposta di deliberazione, in queste condizioni, esponete la Città a una come minimo debole capacità di negoziazione con la Regione; ma, soprattutto, ed è questo il tema più grave, mettete paradossalmente anche in difficoltà Regione Piemonte. Un domani che noi votiamo questa deliberazione oggi, in assenza di modifica di disciplina regionale, e Regione Piemonte in virtù di accordi, negoziati, trattative che avete per chiudere il Bilancio e per recuperare la questione di SMAT, che non siete riusciti a chiudere, tutte le questioni di cui leggiamo quotidianamente sui giornali, con quale giustificazione amministrativa e contabile Regione Piemonte dà alla Città di Torino il 50% della plusvalenza? Fossi un Consigliere Regionale, a fronte dell'approvazione del Consiglio Comunale di questa Variante e a fronte di un'erogazione così giustificata, cioè come contributo di valorizzazione della Variante urbanistica patrimoniale degli immobili regionali, il ditino lo alzerei nei confronti della Giunta Regionale e chiederei a che titolo la Regione Piemonte dà il 50% della plusvalenza al Comune di Torino, quando la stessa Regione Piemonte si è autodisciplinata nell'esentare l'obbligatorietà di questa contribuzione. Io vi rappresento questa difficoltà che abbiamo, che è una difficoltà nell'interesse della Città di Torino, perché se è vero, come leggiamo da indiscrezioni giornalistiche e da dichiarazioni nelle parrocchie della Sindaca, che la situazione è quella che è, davvero Assessore Rolando e Vicesindaco Montanari, ma soprattutto davvero signora Sindaca Appendino, pensateci bene prima di votare questa proposta di deliberazione, perché voi scientemente decidete di non incassare un Euro e vi mettete in una posizione rispetto a Regione Piemonte, io posso vagamente intuire quelli che possono essere degli accordi politici, vi rappresento però che questo tipo di partita si gioca su tavoli di atti amministrativi e non di accordi politici. Per queste ragioni, in assenza di modifiche di delibera di Giunta Regionale, di atti formali, di impegni formali di Regione Piemonte, il Partito Democratico, coerentemente con quello che ha fatto nel fermare la deliberazione a sua volta approvata, non potrà sostenere questo atto deliberativo, pur, ahimè, condividendolo sotto il profilo urbanistico. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Presidente, se è possibile vorrei intervenire con seduta secretata, come da articolo 97 comma 3, per favore. VERSACI Fabio (Presidente) In base all'articolo 97 comma 3, mi deve dare delle motivazioni, in base all'articolo 97 comma 1. RICCA Fabrizio Capirà le ragioni durante l'intervento, Presidente. VERSACI Fabio (Presidente) Capogruppo Ricca, posso anche essere d'accordo con lei, ma mi sembra proprio chiaro: "l'adunanza del Consiglio Comunale si tiene in forma segreta quando vengono trattati argomenti che comportino apprezzamenti sulla qualità personale, sulle condizioni economiche, sulla vita privata, sulla correttezza di una persona salvo i casi in cui la discussione riguardi lo specifico operato politico-amministrativo di un componente del Consiglio". Se lei mi spiega qual è il motivo che la induce a chiedere la discussione segreta, io lo accetto, però così non posso accettarlo. RICCA Fabrizio Devo esprimere dei giudizi, Presidente. VERSACI Fabio (Presidente) Capogruppo Ricca, se non vuole dirlo a microfono e vuole venire a dirmelo al banco della Presidenza. Anche gli altri Capigruppo se vogliono avvicinarsi alla Presidenza, perché mi sembra opportuno che lo sappiano tutti i Capigruppo. |