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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 14 Novembre 2016 ore 14,00
Paragrafo n. 19
INTERPELLANZA 2016-04983
(GENERALE) "PERCH? APPENDINO MENTE AL CONSIGLIO COMUNALE?" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI RICCA ED ALTRI IN DATA 4 NOVEMBRE 2016.
Interventi
"Perché Appendino mente al Consiglio Comunale?"

VERSACI Fabio (Presidente)
Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 201604983/002, presentata in
data 4 novembre 2016, avente per oggetto:

"Perché Appendino mente al Consiglio Comunale?"

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola alla Sindaca.

SINDACA
Ringrazio i numerosi Consiglieri interpellanti. Rispondo ai due punti. In merito al
primo quesito, riprendo quanto dichiarato all'Aula durante il Consiglio del 17
ottobre, testualmente dal verbale: "La sottoscritta - lo voglio sottolineare - il 5
ottobre ha chiesto alla Presidente Asproni di venire da noi a Palazzo, ma ci è stato
comunicato che la prima data utile era il 25 ottobre, per cui se c'erano queste criticità
(evidentemente riguardanti la mostra di Manet), che non conoscevamo, forse sarebbe
stato utile comunicarle alla Sindaca". Quindi, rispetto a quanto riferito in Consiglio,
io confermo e ribadisco che è tutto vero.
La mia Segreteria ha chiesto appuntamento alla Asproni il 5 ottobre? Sì, anzi rettifico
parzialmente: la richiesta è stata fatta, in realtà, il 4 ottobre e quindi non il 5,
addirittura un giorno prima. Ci sono e-mail che smentiscano questa dichiarazione
resa al Consiglio, quanto ho letto prima? No. Asproni ha comunicato che la prima
data utile era il 24 ottobre? Sì. Ci sono e-mail che smentiscano questa mia
dichiarazione resa al Consiglio? Ribadisco, no. Quindi, per quanto mi riguarda,
ribadisco che è assolutamente vero quanto ho detto in Consiglio e rispondo alla
seconda domanda. Non ho alcun problema, e questo succederà credo nei prossimi 5
anni, è accaduto anche in passato, a chiedere scusa nel momento in cui si sbaglia e a
chiedere scusa nel momento in cui dovessi per caso - credo non accadrà, ma tutto
può accadere nella vita - mentire a verbale in Aula, ma questo non è accaduto.
Questo, quindi, non è il caso in cui oggi debba chiedere scusa, se accadrà in futuro lo
farò.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola al Consigliere Ricca; ne ha facoltà per cinque minuti.

RICCA Fabrizio
Magritte diceva in una sua famosa opera: "Questa non è una pipa", però questa sua,
Appendino, è una grossa bugia. Siamo già abituati alle sue bugie, perché ricordiamo
le bugie sullo Zoom, ricordiamo le bugie sull'acqua pubblica, ricordiamo le bugie su
corso Grosseto, ricordiamo le bugie sulla Linea 2 della Metropolitana, che però avete
provato a giustificare dicendo che la Città ne ha bisogno, ma su questa davvero mi
viene anche da ridere, perché le e-mail ci sono, le ha viste anche lei, sono state
portate dal Collega Morano due settimane fa quando discutevamo, però poi lei si
dimentica di quello che scrive su Facebook (non so se l'ha scritto lei o se gliel'ha
scritto qualcun altro): "Il 19 luglio i miei uffici protocollano una richiesta di incontro
da parte dell'allora direttrice Asproni la quale fa riferimento a una precedente
richiesta risalente al 19 giugno (di cui però i miei uffici non hanno traccia). Fine.
Questi sono stati i suoi contatti". Non è vero, glielo abbiamo dimostrato con le e-mail
che abbiamo portato in Aula due settimane fa. Perché ci mente? Per quale motivo? È
tanto semplice dire che ha sbagliato. Ha fatto benissimo a dirci che, quando si
sbaglia, bisogna chiedere scusa; lo faccia, è semplice, o magari qualcuno le ha scritto
le note sbagliate e si è sbagliato a trasmetterle qualche informazione. Leggo questo
passaggio: nel corso del Consiglio Comunale del 3 novembre 2016, il Consigliere
Morano ha portato all'attenzione della Sala Rossa copia della corrispondenza
intercorsa tra l'ex Presidente della Fondazione Torino Musei, il Capo di Gabinetto, la
Segreteria del Sindaco e l'Assessore alla Cultura da cui si evince quanto segue: 1) un
auspicio d'incontro in data 22 giugno 2016; 2) una richiesta di incontro il 19 luglio
2016; 3) una richiesta di designazione del rappresentante della Città in data 21 luglio
2016; 4) un invito in data 5 luglio 2016 a partecipare alla presentazione del report
semestrale della Fondazione Torino Musei in data 11 luglio 2016; 5) una
comunicazione in data 5 luglio 2016 dell'Ufficio Relazioni Internazionali della
Fondazione Torino Musei in cui si informa che l'appuntamento sopra citato è stato
spostato al 13 luglio 2016 su suggerimento del Sindaco per dar modo alla Sindaca di
portare il saluto istituzionale; 6) una comunicazione in data 11 luglio 2016, in cui il
Sindaco informa che, nonostante le sue indicazioni di spostare l'appuntamento al 13
luglio 2016, proprio per dar modo alla Sindaca di partecipare, ella non avrebbe
potuto per impegni precedentemente assunti e non per sopravvenuti impegni.
Già il fatto che le venga giustificato che non può andare per impegni già assunti,
dopo che ha chiesto lei l'appuntamento, è abbastanza paradossale.
Detto questo, ci sono le tracce che ha mentito, ma non è un problema, tutti possono
sbagliare. Nella scorsa tornata amministrativa siamo stati insieme all'opposizione, sa
perfettamente che tutti possono sbagliare, basta avere l'onestà di chiedere scusa, è
semplice. Farebbe anche più bella figura se ci dicesse che le e-mail c'erano e che,
probabilmente, chi doveva passarle le informazioni non gliele ha passate, è semplice,
come ha fatto la volta scorsa giustificando chi le gestisce i social network, idem
questa volta. Questa volta, la comunicazione che ha fatto, "Operazione trasparenza",
dove c'era il post su Facebook, con la sua scrivania vuota, era sul suo profilo,
Sindaco.
Mi permetta, quindi, chieda scusa, è semplice. Io accetto le sue scuse, errare è
umano, il problema è che perseverare diventa diabolico.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola al Consigliere Rosso.

ROSSO Roberto
Io, nel merito, sono perfettamente d'accordo con ciò che ispirava e credo ispiri la
Sindaca Appendino, cioè smantellare un sistema che lei si è trovata dopo 25 anni di
permanenza di un'altra Amministrazione in questa Città. Che questo abbia
comportato il fatto che la Asproni si sia dimessa, o che lei la revocasse, non fa
differenza, a me importa che il dato sia stato ottenuto e credo che quella donna
facesse parte a pieno titolo del sistema Torino ed è stato giusto revocare questo
rapporto. Quello che a me dispiace è che, in molti altri casi, non si fa altrettanto e
anche in questo caso, probabilmente, se la cosa non precipitava saremmo ancora qui
ad avere la Asproni a capo.
Io volevo ricordarle che altrettanto capita per la Fondazione Cultura; lei aveva
espresso, durante il precedente mandato consiliare, che se un giorno avesse
governato la Città avrebbe revocato quella posizione sciogliendo la Fondazione o,
perlomeno, rimuovendo la sua titolare, che è tra l'altro la moglie di Vergnano, quindi
una persona molto esposta, con tutte le capacità del caso però con il sistema Torino
che governava prima la Città.
Poi, non capisco una cosa. Lei oggi ha detto che, in effetti, ci sono soltanto queste
due date all'attenzione del Consiglio Comunale; in realtà, l'altra volta ho ascoltato
attentamente il Consigliere Morano e adesso il Consigliere Ricca e mi è parso di
capire che già a luglio erano pervenute delle comunicazioni, nel senso che la Asproni
si era fatta viva per essere convocata. Io dico soltanto che, siccome non c'è nulla di
male a proseguire nella strada che lei ha indicato ai suoi elettori e che, anzi, io spero
che i suoi elettori possano vedere riconfermata da lei, non c'è nulla di male neppure a
confermare che ci potevano essere dei colloqui, che avrebbero portato alla revoca
della Asproni. Conseguentemente, lei aveva mantenuto fede alle promesse che aveva
fatto ai suoi elettori. Non capisco perché, se questa era la posizione, se è vero quello
che ha detto il Consigliere Morano, che non mi sembra sia stato smentito sul caso, ci
sia stata la necessità da parte sua di dovere camuffare cose che sono alla luce del
sole, sono giuste e da realizzare.
Ritengo che questo percorso di interruzione del sistema Torino sia da continuare e
completare. Le espongo un caso che ho ascoltato oggi e non ho ancora fatto in tempo
ancora a presentare un'interpellanza, ma ne ho parlato con il Vicesindaco Montanari:
nella giornata di oggi sono venuto a scoprire che il Museo Pietro Micca, a proposito
di cultura, ha ricevuto l'intimazione dall'ingegnere Claps del Comune di Torino di
togliersi dalla vicenda...

VERSACI Fabio (Presidente)
Però, Consigliere Rosso, così va fuori tema.

ROSSO Roberto
D'accordo. Era per confermare che ci sono argomenti in campo culturale sui quali
spero e credo che la Sindaca Appendino, in relazione alla gravità di ciò che era
successo relativamente ai sotterranei di Torino, voglia intervenire per cambiare
quella conduzione e non per riconfermarla, perché, altrimenti, sembra che i suoi
Assessori vengano presi direttamente dalle Frattocchie e non invece dalla scuola del
Movimento 5 Stelle. Allora, per questa ragione, cerchiamo di essere coerenti, non c'è
nessun problema a smantellare il sistema Torino, ha preso questo impegno con la
popolazione, con la Città e credo che sia giusto doverlo confermare e lo faccia alla
luce del sole, perché deve essere orgogliosa di fare questa operazione e non
vergognarsi.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola al Consigliere Napoli; ne ha facoltà per cinque minuti.

NAPOLI Osvaldo
Sindaco, sono stato io a chiederle in quella seduta o le scuse o le dimissioni. Forse,
qualcuno di voi perde un attimo quello che è avvenuto in quell'occasione. Io credo
che - mi permetta - quando lei era bambina sua mamma le abbia insegnato che le
bugie hanno le gambe corte, ma temo che lei l'abbia dimenticato e che abbia la
memoria corta e, quindi, che se lo sia dimenticato.
Io credo che quanto è successo in quel Consiglio Comunale, Sindaco, sia di una
gravità enorme. Fino adesso - mi permetta l'amico Consigliere Ricca e il Consigliere
Morano - non è uscito, ma il Consigliere Morano in quella seduta, Sindaco, le ha
dato della bugiarda. Non siamo a Porta Palazzo oppure al mercato di corso
Sebastopoli, siamo nella sede istituzionale più importante della Città di Torino e le
ha dato della bugiarda. Credo che nel verbale ci sia scritto. Allora, credo che lei o
querela il dottor Morano, di cui io ho profonda stima e credo che abbia ragione,
oppure c'è qualcosa che non quadra, perché lei in quell'occasione non ha
minimamente risposto alle sollecitudini che arrivavano dai Consiglieri Comunali. Si
è presa della bugiarda, è andata via, ha lasciato stare e si ripresenta oggi. Io non ci
sto, perché è mancanza di rispetto nei confronti del Consiglio Comunale. Ha ragione
il Collega Ricca, ormai siamo abituati alle bugie, ma una cosa sono le bugie
politiche, mi stanno anche bene le promesse sullo zoo, le promesse su corso
Romania, la promessa sulla Smat, che è andata a finire come è finita; Sindaco, lei ha
girato la Città di Torino e i Sindaci dell'Area Metropolitana illudendoli di quello che
lei rappresentava, siamo abituati. Io non sono abituato a vedere in un'Aula un
Sindaco che si sente dare del bugiardo e che non dice nulla.
O lei prende dei provvedimenti sotto un certo tipo di aspetto, altrimenti, onestamente,
dalla mamma non ha imparato nulla. Le bugie hanno le gambe corte e quindi lei ci
dica testualmente se il Consigliere Morano ha mentito - il quale si prenderà le
conseguenze -, oppure se non ha mentito, però, se il Consigliere Morano non ha
mentito, lei deve chiedere scusa alla Città o dimettersi e, se il Consigliere Morano ha
mentito, lei deve avere il coraggio di fare quello che deve fare.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola al Consigliere Lo Russo; ne ha facoltà per cinque minuti.

LO RUSSO Stefano
Sulla questione in oggetto della querelle e della naturale personale antipatia tra lei e
la dottoressa Asproni, direi che si sono sprecati fiumi di parole e anche forse
eccessivi. È del tutto evidente che, quando le questioni sono pregiudiziali e sono
sostanzialmente di carattere personale, anche provare a contestualizzare e a metterla
in politica o rispetto al merito diventa difficile, anche perché lei ha, in assenza di
qualunque tipo di valutazione perlomeno pubblica (per la verità, in maniera
assolutamente legittima, perché lei è il Sindaco della Città e quindi può
legittimamente non fidarsi o non condividere l'operato di qualcuno), però certamente
quello che è emerso nell'ambito di questa vicenda, abbastanza triste per la verità,
della gestione da parte sua delle dimissioni della dottoressa Asproni, quello che è
chiaramente emerso è l'assoluta mancanza di una valutazione oggettiva dell'operato
della dottoressa Asproni. Che la dottoressa Asproni le stesse un po' antipatica
l'abbiamo capito tutti abbastanza in fretta; che però il Sindaco della Città, non Chiara
Appendino, ma il Sindaco della Città si comporti e gestisca le proprie prerogative
istituzionali con la disinvoltura che ha caratterizzato le sue dichiarazioni a mezzo
stampa, questo onestamente ci lascia un po' più perplessi.
Venendo al merito dell'interpellanza, noi l'abbiamo sottoscritta, perché - lo dirò
magari con toni meno accesi di quanto ha fatto il Collega Napoli - un pochino ha
ragione il Collega Napoli, delle due l'una: o il Consigliere Morano è arrivato qui con
delle e-mail false e le ha letto delle e-mail false e quelle e-mail se le è inventate lui,
le ha scritte lui e quindi, Collega Morano, il bugiardo è lei, oppure, Sindaca, se non
sono false le e-mail che le ha letto in questa Aula a verbale, in streaming per chi ha
voluto seguirlo e in generale dandole poi anche alla stampa, allora delle due l'una.
Qualcuno qui gioca su un equivoco di fondo, io non uso la parola "è bugiardo"
perché è una cosa che mi dà fastidio anche dire e pensare del mio Sindaco; io non ci
posso credere che un Sindaco, a fronte di un'evidenza documentale, si ostini a dire
che quei documenti lì sono falsi.
Sindaca, se il Consigliere Morano fosse bugiardo - e questo l'ho detto a lui, quindi lo
dico a verbale -, lei ha il dovere di querelarlo, a tutela dell'immagine non di Chiara
Appendino, ma del Sindaco di Torino. Se un Consigliere Comunale viene in Aula e
le sbatte in faccia delle e-mail che lei nega siano esistite tra i suoi Uffici e la
dottoressa Asproni e gliele legge, o sono false le e-mail e, allora, Consigliere
Morano, lei ha insultato il Sindaco della Città, o lei, Sindaco, ha il dovere di
querelare il Consigliere Morano e un Giudice Penale ha il dovere di controllare e di
verificare se quello che ha detto il Consigliere Morano in questa Aula è vero o è
falso. Non mi risulta lei l'abbia fatto, ha sbagliato a non farlo. Lei doveva querelare il
Consigliere Morano. Se, invece, il Consigliere Morano, di cui credo di poter dire fino
adesso ha sempre parlato per atti documentali, ha portato dei documenti veri, lei
oggi, ribadendo quanto ha detto, ha fatto una cosa gravissima. Lei non è solo più
Chiara Appendino, lei è il Sindaco della Città, questo è il Consiglio Comunale. Lei
non può venire qui a negare l'esistenza di fatti documentali. Qui non si parla di
opinioni politiche, qui si parla di atti trasmessi tra i suoi uffici, che non sono suoi,
sono gli uffici della Città di Torino, e altri uffici, che non sono gli uffici della
dottoressa Asproni, sono gli uffici della Fondazione Musei. Di cosa stiamo parlando?
Allora, io voglio sperare che in questo ipercinetismo mediatico, e le do il beneficio
del dubbio, non si stia rendendo conto della gravità di questa cosa. In un paese
normale e civile per una cosa di questo tipo, anzi per molto meno, noi abbiamo avuto
dimissioni di Ministri, dimissioni di Presidenti del Consiglio. Per aver mentito alle
assemblee in paesi normali, non dico ad Amministrazioni che fanno della trasparenza
e dell'onestà la cifra, ma per molto meno c'è gente che è andata a casa. Sindaca, la
invito veramente a riflettere su questa questione, perché lei perde di credibilità.
Perdendo lei di credibilità, perde di credibilità il Sindaco della Città di Torino. Se lei
oggi dice una cosa falsa su un fatto documentale, domani come potremmo crederle?
Come potrà la città crederle? Se Morano ha detto delle cose false, lei è tenuta a
sporgere querela. Non può far finta di niente, perché lei non rappresenta solo più se
stessa, lei rappresenta l'Istituzione e come tale, rappresentando anche chi non l'ha
sostenuta e chi non la sostiene politicamente, ha alcuni doveri che deve
assolutamente svolgere.
Quindi, Sindaca, concludo, ci pensi bene, rifletta su quello che è capitato. Noi siamo
convinti che sia stata una sua svista, un suo errore. Se così è, vogliamo credere che il
nostro Sindaco dalla prossima volta in avanti non venga qui e a fronte di documenti
racconti falsità al Consiglio Comunale.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola al Consigliere Morano; ne ha facoltà per cinque minuti.

MORANO Alberto
Sindaco, come prevedibile, un'altra occasione perduta. Io inizio ad essere
francamente annoiato di occuparmi di questa vicenda, che è trita e ritrita.
"Gabosutorino", vedo qui un giornalista, mi ha definito un austero notaio e questo mi
ha richiamato alla realtà del mio essere. Io, Sindaco, potrei essere suo padre e se lo
fossi oggi sarei molto arrabbiato per quanto lei ha detto mentendo di nuovo a questo
Consiglio e per quanto lei ha detto qualche tempo fa, mentendo a questo Consiglio, e
per quanto oggi non ha avuto il coraggio di dire, che era molto semplice: "Chiedo
scusa, mi sono sbagliata". Forse, ci poteva essere qualche implicazione? Forse, lei
oggi non lo ha detto, perché qualcuno potrebbe ricordarle che esiste l'abuso in atti di
ufficio, esiste il falso ideologico e lei è un incaricato di pubbliche funzioni.
Se poi la Presidente Asproni, indotta alle dimissioni dalle sue false dichiarazioni,
dovesse intentarle una causa, lei avrebbe anche causato un danno a questo Comune.
Io penso che la Presidente Asproni abbia mille altre cose di cui occuparsi, ma, se lo
dovesse fare, questo suo atteggiamento non sarebbe scevro di conseguenze.
Noi oggi da lei ci aspettavamo non le sue dimissioni, perché onestamente in Italia
non è così comune darle, ma delle scuse sì; scuse che lei doveva a questo Consiglio e
a questa Città, perché il ruolo che lei ricopre le impone il rispetto delle Istituzioni e
dei Consiglieri e perché, anche in un tempo in cui mancanza di lealtà, onestà e
volgarità di atteggiamenti la fanno da padrone, lei si sarebbe dovuta ricordare che
rappresenta la Città e che mentire al Consiglio è come mentire alla Città.
Mi scusi poi la divagazione, perché, vede Sindaco, io ogni tanto ho la percezione che
lei non abbia chiaro il ruolo che riveste: qualche giorno fa, invitata dal don Fiandino
alla Parrocchia della Crocetta, lei ha comunicato che i debiti della Città fuori
Bilancio ammontano a 60-70 milioni, salvo correggersi il giorno dopo in un'altra
occasione pubblica, ma perché queste cose le dice come se fosse un capopopolo in
campagna elettorale ai cittadini e non le viene a dire a questo Consiglio? Venga a
dirle a questo Consiglio portando i documenti, perché non è così che si gestisce la
Città.
Sindaco, credo che lei si stia proprio dimenticando il ruolo che ricopre e i doveri
istituzionali.
Se riprendo poi il discorso della sua bugia a questo Consiglio, lei, se è vero, come
dice, che non vi era un rapporto di fiducia tra lei e la Presidente Asproni, doveva fare
una cosa molto semplice: doveva seguire le regole dettate dal Regolamento nomine,
che disciplinano la nomina dei rappresentanti della Città e la revoca dei
rappresentanti della Città. Credo che lei sappia bene - perché in questo Consiglio ci è
stata 5 anni e quindi lo sa anche meglio di me - che per fare la revoca basta dettare un
indirizzo politico e, se il Presidente non si attiene o un Consigliere nominato non si
attiene all'indirizzo politico, lo si può revocare, e lo si revoca senza nemmeno
rischiare che vi sia una causa. Certo, era un percorso più complesso, coerente con le
regole dettate dalle norme comunali.
Noi non vorremmo, invece, che il suo comportamento, invero un po' meschino, fosse
in realtà indirizzato proprio ad ottenere le dimissioni dell'Asproni, aggirando le
regole dettate in tema di nomine e revoca, evitando a lei e all'Assessore Leon il
confronto con una persona che per qualità, curriculum, esperienza e reputazione vi
sovrasta.
Poi peggio ancora sarebbe se lei ha voluto indurre il Presidente alle dimissioni al fine
di evitare di avere in carico una persona che venisse a chiedere a questo Comune il
pagamento dei 6.300.000 approvati con determina dirigenziale 90 del 26 maggio
2016 e tuttora non pagati, o ancora il pagamento dei 4.300.000 che derivano da un
mancato conferimento di immobili, perché è certo che avere in Consiglio un
commercialista, che ha ovviamente un debito ed un obbligo di conformarsi agli
indirizzi dati dalla Città, è meglio che avere un Presidente indipendente, perché più
facilmente questo commercialista, che peraltro è anche un amico, potrebbe adattarsi
ad accettare dilazioni che aiutino le disastrate casse comunali.
Se così fosse, Sindaco, allora, invece che smantellare quello che l'amico Rosso
chiama Sistema Torino, saremmo in presenza della versione 2.0 del Sistema Torino,
cioè il Sistema Torino secondo il Sindaco Appendino. Sa qual è la versione 2.0? No
al Salone del Libro, no al Torino Jazz Festival, no alla mostra sul Futurismo, no alla
mostra su Manet, dilazione di pagamento dei debiti. E poi, se il prossimo anno non
riusciremo ad organizzare manifestazioni, il fatturato di Torino Musei crollerà, si
dovranno mandare a casa dipendenti, sarà ancora colpa di Fassino o forse,
finalmente, Sindaco, ammetterà che la versione 2.0 del Sistema Torino non funziona
perché priva di contenuto e prospettiva?

VERSACI Fabio (Presidente)
La invito a concludere.

MORANO Alberto
Mi avvio alla conclusione, Sindaco, dicendole che, dopo aver mentito a questo
Consiglio, lei dovrebbe provare a chiedersi se non stia iniziando a mentire anche a se
stessa quando ogni mattina, davanti allo specchio, mentre si trucca, si guarda e si
dice: "Io so governare questa Città". Se lo chieda, Sindaco, ed abbia l'onestà di dire
almeno a se stessa la verità, se no la prossima volta dovrà andare da don Fiandino a
confessare i suoi peccati.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola al Consigliere Tresso. Può intervenire per 5 minuti.

TRESSO Francesco
Signora Sindaca, desidero anche io esprimere le motivazioni che mi hanno indotto a
firmare l'interpellanza. Premetto che, a livello personale, tendenzialmente fatico a
non credere alla buona fede delle persone, per cui, se lei mi dice che il 4 ottobre ha
fatto richiesta di incontro ed è stato rimandato al 24, io le credo assolutamente, però a
volte le verità nascondono anche delle mezze verità non dette o delle piccole
omissioni. Mi spiego: la questione che mi fa un po' specie è che effettivamente lei
accetti - lei e, peraltro, anche l'Assessora competente - di avere una prima
interlocuzione con la Presidentessa di una Fondazione importante, quale è la
Fondazione Musei, alla fine di ottobre, questo a valle anche dell'emanazione delle
Linee guida e, in teoria, anche a valle di quella che sarebbe dovuta essere la data di
scadenza della pubblicazione delle Linee programmatiche, perché si era detto 60
giorni e quindi sarebbero già abbondantemente trascorsi.
Ora, mi fa un po' strano che effettivamente, ancorché a luglio ci siano stati o meno,
io francamente fatico ad avere questa mentalità più investigativa e di attaccarmi poi a
questo tipo di aspetti, però sono importanti per capire se effettivamente ci sia stato un
tergiversare rispetto ad affrontare questioni importanti per quello che era lo sviluppo
e la visione dell'elemento cultura all'interno della Città, che hanno procrastinato fino
a quando - sue parole - era poi tardi per capire anche l'imminenza di certe scelte, in
ragione, ad esempio, della mostra di Manet. Ora, mi chiedo, non era poi così
complicato pensare che forse c'era una serie di programmazioni che andavano
comunque affrontate immediatamente, quantomeno per avere un quadro completo e
poter essere più efficaci nell'espressione poi delle Linee guida che riguardavano
questo aspetto.
In questo mi unisco anche ad alcune perplessità che non vorrei rispecchiassero,
quindi, una mancanza di una programmaticità e mi riferisco - come già accennato dal
Consigliere Morano, che mi ha preceduto - alla scelta poi di mettere persone,
ancorché molto competenti nel loro settore, all'interno del Consiglio di
Amministrazione, che, a mio modo di vedere, deve più avere la visione di poter dare
delle Linee di indirizzo e di individuare delle strategie che non un ruolo di Revisore
dei conti.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola al Consigliere Fornari. Può intervenire per cinque minuti.

FORNARI Antonio
Per me questa interpellanza è un po' qualcosa di surreale. Io sinceramente non ho
ben capito quale sia la bugia o quali siano le bugie della Sindaca, perché da una parte
abbiamo delle e-mail, che sinceramente non so come abbia fatto ad averle il
Consigliere Morano, perché, fino a prova contraria, io non credo che con
un'interpellanza al Comune si possano avere delle e-mail private e uno scambio di
corrispondenza, perché, fino a prova contraria, c'è un Codice Civile, c'è un reato e
quindi chi viola la corrispondenza tra due privati può eventualmente...
(INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sono e-mail private, giusto? No? Sono
pubbliche quelle e-mail? (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Sono al
protocollo. Bene, se sono a protocollo allora, fino a prova contraria, magari sono uno
scambio parziale di corrispondenza tra - credo - la Sindaca e la Presidente Asproni,
giusto? Quindi, eventualmente, il dubbio che ho è: queste e-mail, se non sono
arrivate dal Comune, saranno arrivate dalla controparte, giusto? Quindi saranno
arrivate dalla Presidenza della Fondazione Musei, questo è il mio quesito, non so,
magari poi risponderà anche il Consigliere Morano. Quello che voglio evidenziare è
che da una parte abbiamo la Presidenza di una Fondazione Musei che ha nascosto
alla Città che la presunta mostra di Manet era ormai persa, quindi ha nascosto tutto
questo, perché noi ovviamente ne siamo venuti a conoscenza tramite i giornali,
quando ormai il Comune di Milano aveva preso accordi e aveva comunque l'accordo
sulla mostra di Manet; quindi, noi siamo venuti a sapere da questa Presidente, senza
avvisare la Città, senza avvisare nessuno, che la mostra di Manet era persa, per poi
accusare il Comune di Torino e la Sindaca di questa mancanza. Quindi, anziché
prendersi le proprie responsabilità, perché lei era la Presidente della Fondazione
Musei, aveva tutti i contatti, aveva tutte le competenze e il mandato del Consiglio
Comunale per svolgere appieno il suo ruolo, non svolgendo appieno il suo ruolo che
cosa ha fatto? Ha dato la colpa alla Sindaca, per poi dimettersi e per poi andare dal
padre politico, perché poi l'abbiamo vista sul palco della Leopolda a fianco a Renzi.
Quindi, poi da lì due più due fa sempre quattro. Se fino al giorno prima la nomina era
una nomina fiduciaria della precedente Amministrazione e, anziché fare gli interessi
della Città, come avrebbe dovuto fare l'Asproni, e quindi comunicare per tempo che
c'erano dei problemi, che c'erano dei rischi su questa presunta mostra di Manet, ha
taciuto, al di là dello scambio di e-mail, ma ha taciuto su una cosa grave, noi cosa
andiamo ad imputare alla Sindaca? Un presunto mancato incontro della Asproni. Ma
stiamo scherzando? Cioè, l'Asproni ha nascosto al Consiglio Comunale e
all'Amministrazione che c'era il rischio di perdere la mostra di Manet, come poi
effettivamente è successo, e poi che cosa ha fatto? Ha accusato la Sindaca di questo
mancato incontro e poi si è dimessa, per poi andare a piangere alla Leopolda da
Renzi. Ci rendiamo conto di qual è il quadro? E invece qui cosa discutiamo?
Discutiamo uno scambio di e-mail, perché è arrivata il 4, però l'e-mail era arrivata
ancora prima e quindi poi la Sindaca non l'ha ricevuta. Ma stiamo scherzando? La
Presidente della Fondazione Musei aveva tutte le competenze e l'incarico di questo
Comune per portare avanti il suo compito e il suo ruolo. Non lo ha fatto. Per fortuna
si è dimessa. Purtroppo si doveva dimettere molto prima, o meglio chi l'aveva
nominata lì a suo tempo doveva accertarsi delle competenze della dottoressa
Asproni, perché, a quanto pare, di grosse competenze non ce ne sono state, se siamo
riusciti a perdere una mostra che, a detta di tutti, era una mostra già del Comune di
Torino. In realtà questa cosa non c'era, quindi o erano errate le informazioni
precedenti, in cui si diceva che questa mostra era già del Comune di Torino, oppure
chi effettivamente doveva occuparsi di queste cose non lo ha fatto correttamente.
Quindi, io direi di riportare la discussione su dei binari corretti. I binari quali sono?
In primis, chi doveva effettivamente occuparsi della mostra di Manet e della
Fondazione Torino Musei, non lo ha fatto; e in più cosa ha fatto? Ha messo in giro
queste e-mail o comunque il Consigliere Morano è riuscito ad avere queste e-mail
dove non si sa bene come ci sia questa mancanza della Sindaca, a me sinceramente
non è chiaro. Voi avete delle certezze del fatto che si parla di bugie, ma io ancora
adesso non ho capito chi abbia mentito, su cosa abbia mentito, perché eventualmente
la Sindaca abbia mentito, quando la Presidente della Fondazione Musei aveva anche
il numero di cellulare e poteva benissimo contattare chi voleva.

VERSACI Fabio (Presidente)
Consigliere, la invito a concludere il suo intervento.

FORNARI Antonio
A parte quello, a me preme tornare su qualcosa di concreto e non lanciare accuse su
bugie o altro, perché lasciano il tempo che trovano; ad ogni modo, non siamo qui per
queste cose, ma siamo qui per discutere di ben altro.

VERSACI Fabio (Presidente)
Io non ho altri iscritti a parlare.
La parola alla Sindaca Appendino.

SINDACA
Ringrazio tutti i Consiglieri intervenuti. Io ovviamente mi sono limitata a rispondere
a quanto riportato testualmente nell'interpellanza. Ribadisco semplicemente che
quanto io ho detto a verbale non è smentito dalle e-mail che sono state portate qui in
Aula, di cui peraltro la Presidente Asproni aveva già parlato anche a mezzo stampa
precedentemente.
Per quanto riguarda, invece, Consigliere Lo Russo, il presunto dovere di andare a
difendere eventualmente in Tribunale, eccetera, io onestamente credo che i tribunali
si occupino di molto e siano sufficientemente intasati per questioni forse più
importanti di questioni che io ritengo prettamente politiche, quindi poi ognuno fa le
valutazioni del caso, ma credo onestamente che non ci sia alcun dovere in tal senso
dal punto di vista personale. Credo che le questioni politiche debbano essere
affrontate sul lato politico e non è mio intendimento andare ad intasare i lavori
abbastanza complessi che stanno portando avanti. Questo ovviamente non significa,
per quanto mi riguarda - ribadisco -, di aver mentito. Non ho mentito. Quelle e-mail
non smentiscono quanto dichiarato a verbale, come peraltro riportato anche
all'interno dell'interpellanza e ribadisco.

VERSACI Fabio (Presidente)
Consigliere Napoli, non si parla fuori microfono. Bisogna smetterla di avere questa
brutta abitudine di parlare fuori microfono, perché questa è la Sala in cui bisogna
avere rispetto di tutti. Le regole passano anche da qui. Questo è il giochino: ogni
volta che qualcuno non ha la più la parola, parla fuori microfono.
L'interpellanza è discussa.
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