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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 7 Novembre 2016 ore 14,00
Paragrafo n. 7
INTERPELLANZA 2016-04385
"INEFFICIENZA DEL COMUNE NEL GESTIRE IL PROBLEMA DEL RICONOSCIMENTO DEL COSIDDETTO 'DIRITTO AL PANINO' IN LUOGO DELLA MENSA SCOLASTICA" PRESENTATA DAL CONSIGLIERE LO RUSSO IN DATA 30 SETTEMBRE 2016.
Interventi
"Inefficienza del Comune nel gestire il problema del riconoscimento del cosiddetto
'diritto al panino' in luogo della mensa scolastica"

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
Passiamo alla discussione dell'interpellanza n. mecc. 201604385/002, presentata in data
30 settembre 2016, avente per oggetto:

"Inefficienza del Comune nel gestire il problema del riconoscimento del cosiddetto
'diritto al panino' in luogo della mensa scolastica"

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
La parola, per la risposta, all'Assessora Patti.

PATTI Federica (Assessora)
Ribadendo che non è il Comune che riconosce il diritto al panino, potrei innanzitutto
sottolineare che nessuna sentenza ha mai previsto né l'avvio dell'esercizio del diritto del
pasto da casa sin dall'inizio dell'anno, né l'utilizzo promiscuo e indiscriminato dei locali
refettorio, anzi, tutte le sentenze menzionavano esplicitamente la necessità di un tempo
per individuare modalità organizzative in riferimento a spazi, personale e tutela degli
aspetti igienico-sanitari.
A fronte di questa esigenza di tempi di organizzazione, la Regione Valle d'Aosta si è
presa un anno. Noi, dopo la raccolta dei dati sulle richieste di usufruire della
ristorazione collettiva del pasto domestico - numeri che hanno subito variazioni, nel
senso che all'inizio di settembre erano circa 58 i ricorrenti, mentre nella data di fine
settembre i numeri salgono a circa 3.300 bambini - abbiamo deciso di prenderci un
quadrimestre, ossia fino al 31 gennaio, per concordare con ogni singola scuola, quindi
con ogni dirigente, le modalità organizzative da adottare, proprio per ottemperare alla
sentenza e per andare incontro alle esigenze singole di ogni dirigente scolastico.
L'utilizzo dello stesso locale per i pasti domestici e quelli collettivi ha richiesto
l'individuazione di due aree chiaramente distinte ed identificabili e la successiva
ridefinizione dello spazio di competenza della ditta di ristorazione, in senso stretto
quello che viene chiamato refettorio. Tale suddivisione doveva essere concordata con la
dirigente scolastica, perché ogni scuola ha non solo peculiarità dal punto di vista degli
spazi, ma anche dal punto di vista organizzativo e didattico.
I sopralluoghi da fare erano circa 160 e sono stati fatti ben più sopralluoghi di quanti
menzionati, perché in alcune scuole si è dovuti tornare anche più di una volta. Abbiamo
ricevuto nei nostri Uffici diversi dirigenti per individuare insieme soluzioni che
tenessero conto non solo degli aspetti logistico-organizzativi, ma che andassero incontro
alle istanze educative pedagogiche implicate.
Abbiamo incontrato nuovamente la ASL e richiesti ulteriori pareri. Abbiamo avuto più
incontri con le aziende ristoratrici, per monitorare ciò che accadeva e accade nei
refettori, con le quali abbiamo concordato i modi e tempi dell'apparizione delle pratiche
per definire lo spazio del refettorio.
Oggi non solo tutti i sopralluoghi sono stati ultimati, ma anche tutte le pratiche sono
state consegnate. Ad oggi sono state mandate tutte le lettere in tutte le scuole che
avvertono del fatto che tutte le SCIA sono state presentate e che, quindi, da dopodomani
tutte le scuole saranno in regola.
I dati precisi sono: 136 scuole, di cui 98 primarie e 38 secondarie, nove scuole che non
hanno pasti domestici e una scuola con la quale stiamo concordando l'organizzazione
perché in questo momento non ha in uso il refettorio e quindi dobbiamo trovare una
soluzione.
Quindi, il Comune non solo aveva il diritto di prendersi il tempo che la sentenza gli
diceva, ma ha finito addirittura tre mesi prima rispetto al previsto, per quel che riguarda
la messa in ordine della situazione. Credo che sia questa la risposta alla domanda.
Colgo comunque l'occasione per fare una piccola riflessione sul fatto che i problemi
segnalati dalle aziende ristoratrici sono molti: thermos che si rovesciano, che esplodono,
bambini che arrivano con poco da mangiare, bambini che non apprezzano ciò che viene
dato a casa e che cercano di mangiare ciò che c'è nei piatti degli altri. Insomma, la
gestione quotidiana è indubbiamente complicata.
Inoltre faccio presente che il Comune di Torino, con grande scalpore, che mi stupisce,
ha fatto ricorso in Cassazione, esattamente come il MIUR, tanto che i genitori di "caro
mensa" hanno aperto una colletta per raggiungere i 50.000 Euro e difendersi contro il
ricorso in Cassazione, e il loro gruppo va avanti raccogliendo adesioni e soldi.
A questo punto non ci rimane che aspettare di capire come varieranno i numeri del
pranzo domestico all'interno di questo anno scolastico; ma, in ogni caso, ad oggi fino
alla fine dell'anno, noi siamo a posto.

LAVOLTA Enzo (Vicepresidente Vicario)
La parola al Consigliere Lo Russo.

LO RUSSO Stefano
È un po' suggestivo affrontare oggi, 7 novembre, la discussione di un'interpellanza che
è stata depositata al 30 settembre 2016, quindi qui c'è un tema di sfasamento temporale
rispetto all'attualità della discussione che stiamo facendo e alle questioni che sono state
poste.
Quindi, Assessora, se lei gentilmente avesse l'accortezza e la cortesia istituzionale di
venire a rispondere quando i Consiglieri le pongono le domande e non quando fa
comodo a lei, potrebbe essere in qualche modo utile alla dinamica politica di questa
Aula.
In ordine alle questioni sollevate nella risposta, è proprio questo il punto suggestivo:
l'Assessora Patti ci spiega che non c'è nessuna sentenza che ha mai esplicitato e
obbligato in termini... anzi, ponendo come esempio la Regione Valle d'Aosta che si è
presa un anno di tempo per poter adempiere. Bene, allora mi viene da chiederle, come
mai lei, Assessora, ha mandato alle scuole una direttiva e, peraltro, come riportato nella
narrativa di quest'interpellanza, ha detto che il sistema sarebbe dovuto andare a regime
al 3 di ottobre?
Cito testuali sue parole date in questa Aula a fronte delle comunicazioni: "dal 3 ottobre
potrà partire (che è la ragione per la quale è stata presentata un'interpellanza al 30
settembre) il sistema di refezione misto nelle scuole che avranno individuato soluzioni
organizzative appropriate"
Dopodiché, l'Assessora oggi ci viene a raccontare, e meno male che vi siete presi il
giusto tempo, perché effettivamente la sensazione che abbiamo avuto inizialmente, che
poi è stato corretto in corso d'opera, è che c'è stata questa frenesia nel mandare questa
circolare alle scuole. Lei non ha incontrato i dirigenti scolastici, non ha avviato alcun
Tavolo di lavoro ex ante l'invio della circolare. Di fatto, con un'operazione un pochino
alla don Abbondio di scaricare tutto il cerino dell'onere della responsabilità politica in
capo ai dirigenti scolastici e al direttore dell'USR, che si è dovuto far carico, motu
proprio, di concerto con i dirigenti scolastici, di affrontare un tema che invece era di
stretta attinenza comunale. L'atteggiamento che ha avuto l'Amministrazione è stato
quello di liberarsene, fondamentalmente, inviando alle scuole la nota circolare di cui
facevo parola prima.
Quindi, ben venga che invece in corso d'opera vi siete resi conto che la soluzione
prospettata dall'Assessora, e cioè che il 3 ottobre il sistema sarebbe dovuto andare a
regime, peraltro senza individuare risorse, modalità e percorsi, senza un confronto con i
dirigenti scolastici di questa città, ha invece poi portato a un ripensamento. Per cui,
apprendiamo con piacere dall'Assessora, oggi, peraltro notizia già data ai dirigenti
scolastici con una seconda sua circolare che di fatto smentiva la prima, che invece
l'attestamento della messa a regime del sistema avverrà all'inizio del secondo
quadrimestre, cioè al 31 di gennaio.
Il tema riguarda una consistente parte di scuole, anzi praticamente la quasi totalità delle
scuole torinesi. Noi le ribadiamo, Assessora, che dal nostro punto di vista il ruolo che
deve avere il Comune non è quello di gestire in maniera notarile le questioni, ma è
sostanzialmente farsi parte attiva per trovare delle soluzioni.
Terza e ultima considerazione. Lo scaricare il cerino di un'inefficienza ed inefficacia di
risposta in capo ai dirigenti scolastici è stato, a nostro modo di vedere, ovviamente io
parlo quando presentai quest'interpellanza al 30 settembre, un gesto che, al di là
dell'ineleganza, è proprio, sotto il profilo istituzionale, abbastanza scorretto.
Tuttavia, Presidente, alla luce delle risposte dell'Assessora, per quanto mi riguarda,
l'interpellanza è assolutamente discussa.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola, per una breve replica, all'Assessora Patti.

PATTI Federica (Assessora)
Per quanto riguarda il fatto che ho risposto solo ora è perché per due volte credo che
non ci sia stato il Consigliere in Consiglio Comunale, dunque non c'è stata la possibilità
di rispondere; poi c'è stato il ponte e l'ultima volta credo di aver mancato il mio unico
Consiglio Comunale.
Detto ciò, in realtà abbiamo collaborato sia con l'Assessora Pentenero, sia con Manca,
sin dall'inizio. Ho convocato io stessa i dirigenti nell'Ufficio di via Bassi, all'interno del
quale abbiamo fatto una cabina di regia. Ritengo anche di non aver mai fatto da
scaricabarile verso i dirigenti, ma semplicemente di aver definito quali sono le
competenze dei singoli attori in gioco, tanto che nella penultima riunione dell'ANCI-
Commissione Istruzione si è definito, insieme alla Vicesindaco di Firenze, Giachi, che è
Presidente dell'ANCI, quali sono le competenze degli Enti Locali.
Se lei va a leggere il comunicato dell'ANCI vedrà che io non ho mai scaricato nessuna
responsabilità su nessuno, ma semplicemente ho definito le competenze, anche con
molta difficoltà e molto dispiacere, perché era evidente che fossero in capo ai dirigenti
scolastici in quanto la scuola è statale, ma la mia intenzione non era assolutamente
quella, tanto che abbiamo collaborato e siamo stati sul campo anche con più incontri per
arrivare a definire una situazione che adesso, in qualche modo, è stata risolta, in tempi,
ripeto, più rapidi di quelli previsti, cioè tre mesi prima del 31 gennaio.

VERSACI Fabio (Presidente)
L'interpellanza è discussa.
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