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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 7 Novembre 2016 ore 14,00
Paragrafo n. 14

Comunicazioni della Sindaca su: "Mercato libero scambio".
Interventi
Comunicazioni della Sindaca:
- "Mercato libero scambio"

VERSACI Fabio (Presidente)
È stata presentata una richiesta di comunicazioni della Sindaca da parte del Consigliere
Carretta sul mercato di libero scambio.
La parola all'Assessore Giusta.

GIUSTA Marco (Assessore)
Persone e rumore, parliamo di questo quando accenniamo al libero scambio: persone,
rumore e povertà. Vorrei esordire ricordando che il libero scambio è una risposta a una
serie di esigenze e di bisogni dei nostri concittadini e delle nostre concittadine; non
nasce per sfizio, ma viene dal bisogno di avere un sostegno al reddito per molti, di
mettere insieme il pranzo e la cena per altri, di avere qualcosa da fare…

VERSACI Fabio (Presidente)
Scusi, Assessore Giusta. Oggi mi sono portato il campanello e vi chiederei di rimanere
in silenzio quando parlano gli altri. Prego, Assessore.

GIUSTA Marco (Assessore)
… di occupare il tempo, di avere un lavoro, considerato da molti, ma non certo da me, il
più basso, il più umile, ma sicuramente un lavoro. Quello stesso lavoro che sappiamo
che nobilita le persone, che dà un senso e un significato alla loro vita, che apre i percorsi
di autonomia e di autodeterminazione. La necessità di avere vestiti, coperte, scarpe,
regali per sé e per i propri cari, per le proprie figlie e per i propri figli, l'esigenza di
avere un luogo dove poter acquistare qualcosa quando il portafoglio è quasi vuoto, visto
che tutto il reddito della famiglia è investito in cibo. La possibilità, in questo periodo, di
comprare un regalo ai bambini per Natale o un libro per imparare a leggere e, poi, uno
spazio per incontrarsi, parlare, confrontarsi, darsi appuntamento; una piazza, un
mercato, un'agorà sociale dove le comunità si ritrovano, si scambiano informazioni e
consigli, risolvono problemi e stringono legami.
Un tempo, il libero scambio era definito l'Internet dei poveri e spesso lo è ancora.
Proprio come Internet però, l'area di libero scambio può essere a tutti gli effetti uno
spazio di cittadinanza. Il libero scambio è anche e soprattutto uno spazio di
valorizzazione delle persone e degli oggetti. Per essere esatti, ogni settimana otto
tonnellate di merce viene sottratta ai cassonetti per riprendere vita. L'area di libero
scambio risponde a un bisogno e ci insegna qualcosa sul nostro stile di vita, così
improntato alla ricerca dell'ultimo modello, già vecchio al momento dell'acquisto.
Quindi, il libero scambio diventa un luogo deputato alla rinascita degli oggetti, il tempio
del riuso, della volontà di opporsi a un approccio consumistico, una scorciatoia nel
tempo che ci riporta a quando le cose non si buttavano via, ma si aggiustavano, si
ricostruivano o si smontavano per dare vita a nuovi oggetti.
Qual è il costo di tutto questo? Qual è, arrivando a un'estrema sintesi, ciò di cui
parliamo quando usiamo le parole come libero scambio, oppure suk? Si tratta di un
termine che significa mercato in arabo e non vorrei sentirlo usare in questa sede, perché
non corrisponde al vero. In una precedente interpellanza, ho già avuto modo di
raccontarvi i numeri del libero scambio, ma ve li citerò nuovamente, perché sia chiaro a
tutte e a tutti di che cosa stiamo parlando. Più di mille di cartellinati, un bacino di utenti
stimato intorno a 15.000 persone a giornata. Degli iscritti, inizialmente quasi
esclusivamente stranieri, oggi più del 35% è rappresentato da italiani e, di questi, il 14%
sono donne. L'età media prevalente è dai 31 ai 50 anni e il 60% risulta disoccupato.
All'atto dell'iscrizione si deve lasciare la copia di un documento di riconoscimento e del
codice fiscale; il costo dello stallo è di 10,00 Euro, che comprende il suolo pubblico e la
gestione dell'area da parte del soggetto individuato con bando pubblico.
Nell'iscriversi si accettano le regole del libero scambio: essere regolarmente in Italia
(per chi ne è obbligato), vendere solo merce usata e non di dubbia provenienza, non
avere alcuna licenza commerciale, essere iscritto alla lista del libero scambio, aver
ottenuto un posto assegnato e aver pagato la quota, esporre sempre il tesserino
autorizzativo fornito dal gestore e non svolgere attività di vendita abusiva (né dentro
l'area, né esternamente ad essa). Quanto costa tutto questo? Costa molto rumore e costa
avere molte persone - lo ricordo - spesso in difficoltà sociale ed economica che per due
giorni si muovono, parcheggiano, fumano e lavorano in uno spazio ristretto.
Rumore, persone e lavoro, nulla più di questo. Mi chiedo: da quando siamo diventate e
diventati così spaventati dalle persone e da quando il rumore ci disturba così tanto da
dimenticarci che quello stesso rumore è vita per molte e molti? Ci arrabbiamo quando
leggiamo di muri o di barriere sulle strade per respingere i migranti, ci intristiamo
quando vediamo le aziende chiuse, ci lamentiamo pensando all'Italia che non produce e
non lavora, eppure non siamo in grado di tollerare un po' di rumore che dona vita e
lavoro a così tante famiglie.
Ve lo dico davvero con il cuore: comprendo bene le paure e l'ansia di chi pensa che il
libero scambio arriverà sotto casa loro. Non mi vergogno ad ammettere che queste paure
e questa ansia sono state anche mie, quando seppi che il mercato del libero scambio si
sarebbe spostato di fianco a dove vivo. Allora ci pensò Ilda Curti ad aprirmi gli occhi,
questa è la logica del "not in my backyard", non nel mio giardino, quella per cui va bene
tutto purché non disturbi me; la logica a cui non ero estraneo né io, né altri componenti
della precedente Amministrazione, che hanno sprecato anni senza affrontare davvero la
questione del libero scambio. Capito l'errore, però, si può cambiare idea e cercare
onestamente di rimediare.
Su quest'area stiamo costruendo un percorso di grande respiro, che un giorno potrà
attraversare tutta la città. Abbiamo iniziato spostando l'area di libero scambio, perché
volevamo dare un segnale forte e chiaro. Questa Giunta non ha paura di sporcarsi le
mani affrontando alcuni dei problemi di questa Città con il coraggio di tentare nuove
strade e nuove soluzioni. Prima di arrivare a una decisione, io e l'Assessore Sacco
abbiamo incontrato e ascoltato molti dei soggetti, inclusi i commercianti del Balon e i
residenti, incontrandoci anche con il Sermig, che, come sapete, fino a fine anno ha in
concessione l'area per il gioco del cricket per la comunità pakistana.
Poi abbiamo deciso di intervenire spostando l'area di via Monteverdi, come era stato
promesso in campagna elettorale, e l'area del canale Molassi, che costituiva
un'importante sperimentazione a livello nazionale grazie al Regolamento 316, ma
insisteva in una zona con forti problemi di sicurezza. Abbiamo identificato un'area con
criteri chiari e necessari: almeno 6.000 metri quadrati, recintata, con due accessi in
modo da non congestionare la zona, non troppo lontana dal luogo in cui era nato il
libero scambio, Porta Palazzo (per far sì che gli espositori del Canale Molassi, mai
spostati in tempi recenti, potessero più facilmente iniziare questo primo movimento
nella zona), e, in ultimo, uno spazio che fosse dichiaratamente a tempo, come è appunto
l'area del ponte Mosca, che appartiene alla Città Metropolitana e che è in vendita e sarà
concessa alla Città per un periodo di tempo molto limitato, al massimo sei o otto mesi.
Questo, dicevamo, per dare un segnale. Infatti, in questi mesi lavoreremo alla riscrittura
del Regolamento 316, in modo da fare dell'attività di libero scambio uno dei fattori di
eccellenza di questa Città; lo è già in parte, visto che sono venuti da molte città d'Italia a
imparare da noi, affinché possa essere percepito non come un fastidio, ma come
un'opportunità. Nelle intenzioni della Giunta, se non troveremo uno spazio che possa
ospitare stabilmente il libero scambio sul quale poter investire, punteremo a costruire un
evento itinerante che, ogni anno o ogni sei mesi, si sposterà di zona in zona. Andremo a
valorizzare le economie locali - provate a togliervi il gusto di andare a chiedere ai bar
della zona di via Monteverdi quanto hanno imparato ad apprezzare il mercato di libero
scambio -, daremo la possibilità, modificando il Regolamento del commercio per quanto
è possibile, alle cittadine e ai cittadini che vogliono partecipare di portare in piazza le
loro cose e rimetterle in circolazione, integrando gli operatori del proprio ingegno ove è
possibile, elevando il livello delle merci, sempre con l'attenzione di chi ha in mano uno
strumento di contrasto alla povertà, di sostegno al reddito e, in definitiva, di
cittadinanza.
Anche adesso non siamo stati con le mani in mano, ma abbiamo lavorato su tre tavoli: il
primo è con le realtà più istituzionali della zona (dalla Circoscrizione ai commercianti
del Balon e ai rappresentanti dei comitati di cittadini), con l'Assessorato al Commercio
e con il Comandante della Polizia Municipale. Ci terrei a ringraziare lo spirito
collaborativo della Circoscrizione 7 nella figura del suo Presidente, Luca Deri, che è
seduto qui con noi, perché, pur non essendo stato informato preventivamente, ci ha dato
assoluto aiuto dal lunedì al venerdì e la propria disponibilità a darci una mano da questo
punto di vista, pur tenendo ferma la contrarietà per i giorni del sabato e della domenica.
Un secondo tavolo è stato invece aperto con il Questore, con i Carabinieri e con la
Guarda di Finanza, per definire eventuali problemi di illegalità e di abusivismo nella
zona; a questo tavolo abbiamo già definito delle linee di azione per identificare chi usa
quello spazio in modo non corretto (avendo, per esempio, già una licenza commerciale
da altre parti o anche in altri Comuni).
In ultimo, questa mattina abbiamo riunito il tavolo con i seguenti soggetti: Scuola
Holden, The Gate, YEPP, ANGI, CICU, Arci, Fieri, CGIL, UIL, Cecchi Point,
associazione La Brezza, Afaq, parrocchia di San Gioacchino, Centro Culturale Islamico
di via Chivasso, Centro Culturale Islamico di via La Salle, casa circondariale Lorusso
Cutugno, Fitzcarraldo, Lavazza, Robe di Kappa, Ufficio Stranieri e Nomadi,
Circoscrizione 7, Consolato della Romania, Polizia Municipale, Questura e Carabinieri.
A seguito dell'incontro di oggi abbiamo identificato quattro filoni di progettualità
comuni: verde e spazi pubblici, recupero e riuso degli oggetti, scrittura del bando al fine
di valorizzare e migliorare il libero scambio, integrandolo e rimodulandolo in base alle
esigenze e alle criticità del territorio, e, in ultimo, percorsi di integrazione.
Quindi, abbiamo convenuto di dare mandato a The Gate, ente strumentale della Città, di
raccogliere le progettualità e le idee di partecipazione sull'area al fine di delineare un
intervento complessivo. Come potete vedere, ci stiamo lavorando, con quella particolare
attenzione di chi vuole fare le cose e le vuole fare bene, mettendoci mente e cuore e
chiedendo un aiuto a chi ha esperienza e competenza sui temi, andando a dare delle
risposte chiare alla cittadinanza sia in termini di sicurezza, sia in termini di
comprensione di una realtà.
Ho iniziato il mio intervento parlando di persone, rumore e povertà. Questo è quello a
cui si pensa quando parliamo di libero scambio e in generale, purtroppo, delle politiche
di integrazione e di multiculturalità, ma non è quello a cui pensiamo noi, perché per noi
al centro ci sono le persone, i loro bisogni, le loro necessità e la possibilità per le
famiglie di acquistare un gioco che non potevano permettersi in nessun altro mercato. Si
tratta di mettere al centro le persone e, a partire da loro, costruire politiche per la Città.
Vorrei fare un'ultima chiosa: per chi si domandasse che fine faranno i pakistani che
usavano l'area di Ponte Mosca per giocare a cricket il sabato e la domenica, abbiamo
già preso in carico anche questa situazione e abbiamo chiesto alla Presidentessa della
Circoscrizione 6 di darci una mano per identificare un'area, in modo che possano
continuare a ritrovarsi e a giocare, consapevoli che lo sport è un altro importante canale
di socialità e integrazione. Come vedete, molto poco è stato lasciato al caso.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola al Consigliere Ricca; vi ricordo che ogni Gruppo può intervenire per 5 minuti.

RICCA Fabrizio
Mi chiedo se l'Assessore Giusta sia l'Assessore della Città di Torino o della Città di
Fantasia, dove abbia visto questo bellissimo racconto che ci ha fatto all'inizio e in quale
viaggio sia riuscito a vedere tutta questa bellezza intorno al suk. È un argomento che
abbiamo già trattato e, quindi, cercherò di essere il più sintetico possibile, perché il
nostro punto di vista non è cambiato. Se si voleva fare qualcosa per riqualificare le
periferie, probabilmente qualcosa non ha funzionato, perché riqualificare le periferie
mandando in giro in maniera itinerante il suk ogni tot mesi ritengo che invece aggiunga
problemi su problemi. Prima di tutto, partiamo dalla partecipazione: in questi mesi, ho
sentito usare questa parola praticamente in qualsiasi contesto, ma neanche a un cittadino
è stato chiesto che cosa pensava del fatto di avere il suk sotto casa, perché poi andiamo
anche a ragionare sull'aspetto urbanistico della zona.
È stato spostato da via Monteverdi, perché creava dei problemi, e quindi si decide di
metterlo in un posto dove i problemi raddoppiano, perché il numero degli abitanti è
superiore e perché il problema che si va a creare a livello di viabilità è superiore;
naturalmente, tutto questo senza interpellare una sola persona. Non è stata coinvolta la
Circoscrizione, non è stato coinvolto un comitato di quartiere, non è stato neanche fatto
un referendum online per capire se poteva interessare o meno metterlo lì. Si deve
amministrare nell'interesse dei cittadini e non nell'interesse di spostare una cosa per
metterla da un'altra parte. Vorrei far riflettere la Giunta su un dato: sapete perché
l'Amministrazione precedente ha preso nei seggi intorno all'area di via Monteverdi il
7% al ballottaggio? Ve lo siete chiesto? Rispondetevi da soli. Andate a vedere i seggi
attorno all'area di via Monteverdi e rispondetevi sul motivo per cui qualcuno ha preso il
7% e qualcun altro il 93%.
Detto questo, ho sentito parlare di indennizzi alle Circoscrizioni. Che cosa sono questi
indennizzi? Diamo dei soldi per mascherare il problema? Facciamo fare i progetti
insieme a qualcuno o cerchiamo davvero di fare qualcosa? Non ho sentito una parola su
questi indennizzi che saranno dati alle Circoscrizioni. Non credo che, coinvolgendo
tutte queste realtà che lei ha elencato, si vada a risolvere il vero problema del suk,
ovvero da dove arriva quella merce. Come si fa a certificare che delle gomme, le stesse
di cui parlavo durante lo scorso dibattito, a cui viene soltanto strappata la targhetta che
garantisce che sono nuove, arrivino da un gommista o da una cantina? Come possiamo
avere la certezza che la roba che viene venduta all'interno (penso ai trapani, alle
molette, a tutta l'attrezzatura edile) non sia sparita da un cantiere e poi qualche
muratore, passeggiando, la trova lì, magari ancora con il suo nome. Come facciamo ad
avere questa certezza? Anche a questa domanda non ho avuto alcuna risposta.
Per quanto riguarda l'amianto su via Aosta, ho sentito la Presidente dei commercianti di
zona parlare di un problema amianto sulla parte di via Aosta, perché le coperture
sarebbero ancora in questo materiale; che cosa intendete fare? Sull'ex OGM c'era stato
un ricorso, vinto sempre per un motivo simile, e vorrei capire, nel caso ci sia un ricorso,
come si comporterà l'Amministrazione; vorrei sapere se è stato messo in preventivo
questo tipo di problema. Avrei preferito - l'avevo anche suggerita - una soluzione
diversa, ovvero allontanarlo da un centro urbano, anche perché (per chi conosce un po'
la realtà, soprattutto di Borgo Dora quando c'è il Balon o quando c'era al Canale
Molassi) si sa che intorno al suk "regolare" - se così si può definire - del sabato nascono
tanti altri piccoli mercatini, quelli in cui l'illegalità è il fulcro fondante del commercio;
quali sono le misure che l'Amministrazione intende mettere in piedi per contrastare quel
tipo di illegalità? Se qualcuno lì lascia un documento o, magari, fa un'autocertificazione
sulla provenienza della merce, che cosa mettiamo in campo per contrastare questo tipo
di fenomeno? Da lì si nasconde la ricettazione e lo spaccio, Assessore; se, negli ultimi
mesi, ha avuto modo di passeggiare per il suk di Canale Molassi si sarà accorto che
vendono anche telefonini nuovi o televisori.
Presidente, quello che proponiamo è la massima collaborazione nel trovare un sito
lontano dal centro abitato, all'interno del quale si possa fare davvero un controllo e
all'esterno del quale non ci possa essere illegalità, magari mettendosi anche nella
condizione di non creare disturbo a chi vive lì; infatti, saranno 400 persone che avranno
magari 400 mezzi di trasporto, che dovranno parcheggiare 400 mezzi di trasporto dopo
aver scaricato la merce, e può immaginare che alle 6.00 del mattino della domenica c'è
ancora qualcuno che lavora a Torino e si potrebbe lamentare.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola alla Consigliera Foglietta.

FOGLIETTA Chiara
Torniamo a parlare del mercato di libero scambio, come avevamo già fatto il 10 ottobre,
quando il sempre attento Consigliere Ricca, conscio della quasi imminente scadenza
della concessione, aveva interpellato la Sindaca e l'Assessore competente per conoscere
il futuro del mercato di via Monteverdi; in risposta l'Assessore Giusta ci aveva
puntualmente spiegato che cosa fosse il mercato di libero scambio, quali fossero le altre
città in cui esisteva la stessa fruttuosa esperienza torinese e con quanta delicatezza
l'attività andasse affrontata, senza però comunicare all'Aula come l'Amministrazione si
sarebbe mossa a riguardo. Quindi, di fatto, non ne torniamo a parlare, ma, per la prima
volta, ne parliamo oggi a giochi fatti.
Da "La Stampa" siamo venuti a conoscenza della deliberazione del 25 ottobre; in effetti,
la concessione scadeva a fine mese per cui la questione andava improrogabilmente
affrontata. Appena insediata la Giunta Appendino è stato a tutti molto chiaro che ci
sarebbe stato un cambiamento di regime, una consultazione cittadina sui problemi da
affrontare, la valorizzazione delle periferie, la trasparenza, il confronto e finalmente una
Città che guarda al cittadino e lo coinvolge.
Fatte queste premesse, scopriamo sempre da "La Stampa" che: 1) il mercato rimarrà in
via Monteverdi, fino a fine anno, e questo è ovvio a tutti; 2) è stato stracciato l'accordo
di massima con IREN per un ricollocamento sull'area a Basse di Stura; 3) si prevede
una rotazione su molteplici aree, andando a toccare tutte e otto le Circoscrizioni, e a tale
rotazione potrebbe essere associato un meccanismo di indennizzo per chi ospita; come a
dire: io, Comune, metto il mercato in una tua area, ma tranquilla, Circoscrizione,
sopporta, verrai ricompensata; 4) verranno revisionate le modalità di gestione del libero
scambio, magari inserendolo nell'ambito del progetto Co-City della precedente
Amministrazione, cosa altamente improbabile, cari Colleghi, visto che nel programma
Co-City questo non è previsto.
Ma la notiziona, di cui abbiamo già tanto parlato, è che dal 2017 il mercato traslocherà a
Ponte Mosca. Ora, quindi, non ci resta che verificare i fatti riportati dai giornali, perché,
si sa, i giornalisti magari hanno mal interpretato e magari ha mal interpretato il
Presidente citato della Circoscrizione 7, che di punto in bianco si trova il mercato nel
quartiere che amministra, senza neppure una telefonata o mezza e-mail.
Veniamo, quindi, alla lettura della deliberazione, che peraltro è oggetto della richiesta di
comunicazioni di oggi. Leggo dalla deliberazione: "La gestione dell'attività di libero
scambio è stata quindi affrontata, fino ad oggi, in un'ottica di controllo del fenomeno,
nella garanzia della minimizzazione degli impatti negativi". No, era stata affrontata in
un'ottica di contrasto alla povertà, basta vedere gli atti precedenti. Peraltro, l'ultimo atto
in merito al libero scambio non è quello come riportato in deliberazione dell'8
settembre 2015, ma è quello del 29 aprile 2016, stessa deliberazione in cui si parlava
anche dell'individuazione di una possibile nuova area. Il mercato di libero scambio è
presente anche in altre realtà cittadine, come sempre l'Assessore Giusta ci aveva
ricordato nella risposta all'interpellanza, ma la scelta di gestione in un'ottica di
contrasto alla povertà è unicamente torinese. Non a caso il Comune di Genova, a fine
gennaio 2016, era venuto a Torino con alcuni dei suoi rappresentanti per far proprio il
Regolamento e poterlo applicare.
Torniamo, quindi, alla deliberazione della Giunta Appendino, dove in riferimento
all'atto del 29 aprile si legge: "Era ipotizzato un ricollocamento sull'area di Basse di
Stura a seguito di trattativa (che non è stata poi condotta a termine, anche in relazione ai
primi indirizzi politici) - quali ci verrebbe da chiedere - con IREN, soggetto proprietario
dell'area".
Gli Assessori competenti della precedente Giunta avevano chiuso un accordo di
massima con IREN che avrebbe ceduto lo spazio a titolo non oneroso. Va bene che tutti
gli accordi della Giunta precedente devono saltare, e su questo siamo d'accordo, ma
perché la Giunta Appendino si è tirata indietro?
Passiamo alla rotazione delle Circoscrizioni e il relativo indennizzo. Sempre nell'ottica
dell'ormai famosa innovazione amministrativa della Giunta, che prevede la
collaborazione, l'ascolto dei cittadini e cittadine, è stata fatta una telefonata
all'associazione che al momento gestisce il mercato? Sono stati contattati i Presidenti
delle Circoscrizioni? Non dico tutti e subito, ci mancherebbe, ma almeno una telefonata
al Presidente della Circoscrizione 7, la cui risposta è no, e lo sappiamo oggi, come
sappiamo oggi che vi siete incontrati oggi.
Ci hanno pensato i residenti della Circoscrizione 7 raccogliendo 150 firme per chiedere
un Consiglio aperto e la Circoscrizione, giustappunto venerdì scorso, ha inviato una
lettera formale per chiedere la presenza della Sindaca e della Giunta per riferire tali
decisioni affrettate e non preventivamente condivise. Inoltre, la Consigliera Grippo ha
chiesto di audire in III Commissione i comitati di zona e le associazioni di categoria;
sarebbe, quindi, interessante poter calendarizzare a breve detta richiesta.
Fino a fine anno la gestione del mercato è affidata all'associazione Vivi Balon, che ha al
suo interno 1.500 soci e 16 addetti che lavorano al mercato regolarmente
contrattualizzati. Il costo a carico del Comune per la gestione è pari a zero; è un incasso
e basta. Questo perché? Perché Vivi Balon si occupa, come ha già detto l'Assessore
Giusta, di vendere un voucher di 10 Euro per la piazzola dove poter esporre la merce; in
questi 10 Euro sono compresi la TARI, la COSAP e un costo di gestione che
chiaramente viene trattenuto nelle associazioni. Nelle tasche del Comune, quindi,
attualmente, entrano TARI e COSAP...

VERSACI Fabio (Presidente)
La invito a concludere, Consigliera Foglietta.

FOGLIETTA Chiara
Dove metterà a Bilancio, la Giunta Appendino, l'indennizzo previsto per le
Circoscrizioni? Rinunciamo alla TARI, rinunciamo alla COSAP?
Veniamo al trasferimento a Ponte Mosca. L'Amministrazione precedente aveva
analizzato più aree dove spostare il mercato del libero scambio, una di queste che era
stata scartata era proprio Ponte Mosca, perché è un'area piccola, perché è troppo vicina
e concomitante al mercato del Balon del sabato ed è verosimilmente credibile che i
venditori che non riescono ad acquistare il famoso voucher si collochino fuori sul
Lungo Dora...

VERSACI Fabio (Presidente)
La invito a concludere, Consigliera Foglietta.

FOGLIETTA Chiara
Io invito solo l'Assessore Giusta a ricordare che le nostre preoccupazioni in merito al
mercato di libero scambio non sono tanto sul concetto, o sul contenuto che porta dentro
questo nome, quanto sul metodo con il quale questa decisione è stata presa dall'attuale
Amministrazione.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola, per una replica, all'Assessore Giusta.

GIUSTA Marco (Assessore)
Consigliere Ricca, prendo atto che come sempre non siamo d'accordo, però apprezzo il
ragionamento sul tema della sicurezza e della legalità. Questo è un tema che
sicuramente avremo modo di affrontare quando sarà costituito il bando. Proprio su
questo tema ci siamo confrontati con le Forze dell'Ordine, anche per capire come
potremo andare a definire tutta una serie di situazioni.
Segnalo, però, sugli oggetti, per dovere di cronaca, che non abbiamo dati rilevanti
riguardo alle segnalazioni di abuso. Quando ne abbiamo avute sono state sempre gestite
in accordo con l'ottimo lavoro fatto dall'associazione Vivi Balon, che segnala
determinate situazioni alla Polizia Municipale, che può intervenire. Quindi,
assolutamente, prendo atto delle sue parole e daremo seguito come avevamo già detto.
Per quanto riguarda le segnalazioni della Consigliera Foglietta, mi permetto di dire che,
innanzitutto, non stiamo parlando di indennizzo alle Circoscrizioni, ma stiamo parlando
di un ragionamento di ridistribuire i soldi che arrivano dalla COSAP, quindi proprio
magari legato a interventi di riqualificazione urbana. Anche perché sappiamo molto
bene che in questo momento le Circoscrizioni, così come il Comune, sono in sofferenza
economica; quindi, stiamo cercando di capire come possiamo aiutarli, anche attraverso
la movimentazione del libero scambio e una ripartizione dei fondi.
Per quanto riguarda il progetto Co-City, mi fa strano che non si possa utilizzare per
l'area di libero scambio, visto che la proposta di inserirlo è partita proprio dagli Uffici
che hanno scritto il bando; quindi, evidentemente, c'è qualcosa che non chiariamo.
Per quanto riguarda lo spazio dell'IREN, era praticamente un tentativo di nascondere le
cose sotto il tappeto, infatti quello spazio richiedeva tantissimi interventi per renderlo
agibile, era scollegato dalla realtà, perché non c'erano mezzi pubblici che arrivavano, e
molto sgradevole e umiliante.
In ultimo, ricordiamoci anche altre cose. È verissimo che la Circoscrizione non è stata
coinvolta, però non mi si venga a dire che il libero scambio è stato trattato come un
tentativo di riduzione di povertà. È stato trattato da alcuni come un tentativo di
riduzione della povertà, non in accordo con grande parte dell'Amministrazione, non in
accordo con precedenti Presidenti o Presidentesse di Circoscrizione. Questo ce lo
ricordiamo molto bene.
Sappiamo che c'è un Consiglio aperto a cui siamo stati invitati. Io parteciperò
sicuramente, verrò a parlare con la cittadinanza, a spiegare perché abbiamo scelto
determinate cose, perché queste cose resteranno lì per un determinato tempo, che
comunque è molto ridotto, 6-8 mesi, come ho già detto, e perché all'interno di quello
spazio vogliamo creare un laboratorio per modificare l'attività di libero scambio e
renderla un'iniziativa positiva per la città, che possa avere ricadute positive su tutto il
territorio.
Quindi, grazie per le risposte, ci stiamo lavorando e cercheremo di lavorarci al meglio.

VERSACI Fabio (Presidente)
Le comunicazioni sono effettuate.
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