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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 17 Ottobre 2016 ore 14,00
Paragrafo n. 20

Comunicazioni della Sindaca su: "Mostra di Manet".
Interventi
Comunicazioni della Sindaca:
- "Mostra di Manet".

VERSACI Fabio (Presidente)
Riprendiamo le comunicazioni sulla mostra di Manet.
La parola al Consigliere Rosso.

ROSSO Roberto
Dopo il sipario tragico a cui si è appena assistito è difficile riprendere su cose più
gioviali come quella di cui stiamo parlando. Però, rimane il fatto che pur se il
sottoscritto ha fatto tutta la campagna elettorale criticando Fassino e il Sistema
Torino, c'è una cosa su cui invece bisogna dargli atto, cioè che questo Sistema
Torino ha funzionato.
Sul piano della cultura e del turismo queste persone sono state in grado di rivalutare
in modo forte la città di Torino. Sarebbe stupido negare il fatto che da un milione di
visitatori siamo passati a sei milioni, che alcuni musei hanno cambiato faccia, a
partire dal Museo Egizio, per passare alla Mole Antonelliana e al Museo del Cinema.
C'è un clima in Città che è diverso da quello che c'era dieci anni fa. Hanno
contribuito le Olimpiadi, ha contribuito anche una gestione che, dopo tanti sbagli,
dagli obbrobri delle Spine, alla mancanza di sicurezza e ai rom, su questo tema ha
però avuto un'attenzione particolare.
Ho sentito prima l'Assessore che spiegava che sono diverse le questioni relative alle
esposizioni e alla musealità, mentre la musealità - lo ricordava anche citando un
giornale locale - riesce a recuperare somme importanti di riconduzione di turismo
all'attività commerciale ed economica della Città, sul piano espositivo questo non è
se non in termini di un decimo, mi sembra di aver capito, rispetto a quello che porta
l'altro.
C'è però da dire una cosa: io sono stato alle tre mostre di Degas, Monet e Renoir e
devo dire che la cosa che mi ha impressionato è che per tre volte sono dovuto tornare
a casa perché era impossibile aspettare in fila tanta era la gente là attorno. Non è
possibile, Assessore, glielo dico sinceramente, che quella fosse soltanto località, nel
senso persone provenienti da Torino. È evidente che se file di questo tipo si
riproducono per qualche mese c'è anche un merito oggettivo nel richiamare persone
da fuori, d'altronde non credo che non ci sia stata la capacità di mostre così
importanti da richiamare da fuori Torino, da fuori provincia e anche da fuori
Piemonte.
La cosa che vorrei capire è cosa intendete fare, perché veramente rimane abbastanza
inopportuno. Io ho seguito quanto detto dalla Sindaca ai giornali, non so se lo
riconferma anche qui, sarebbe opportuno che ci chiarisse anche lei la sua opinione
visto che la materia è di sua delega, però è evidente che non si può dire che queste
cose reggevano solo sul Sindaco Fassino e una volta persa la fisicità del Sindaco
Fassino non riusciamo a continuare. Se la Presidente della Fondazione Musei è stata
inadeguata sul tema, perché credo che lei, che c'era già, avrebbe dovuto spendersi
sulla materia e, anzi, essere lei l'interlocutrice verso di voi di questi temi, chiedetene
formalmente la rimozione. Io ho assistito già per la terza volta - lo ricordava il
Consigliere Ricca prima - al fatto che la Sindaca ci racconta che, prima, bisogna far
dimettere Profumo e poi si legge degli amorosi sensi tra lei e Profumo, poi si deve
dimettere Peveraro e poi addirittura a Peveraro scioglie un inno di lode e, terza cosa,
questa Presidente della Fondazione Musei che forse rimarrà al suo posto. Adesso ho
sentito che il Consigliere Ricca proporrà una mozione in questo senso.
La Sindaca, anche forte del consenso del Consiglio Comunale, se tale sarà, prenda lo
spunto per chiederne le dimissioni. Ci vuole anche una faccia tosta a rimanere senza
che le persone che ti dovrebbero formalmente dare incarico condividano il tuo
operato. Devo dire però che ho assistito in Commissione all'audizione della
Presidente La Rotella e anche in quel caso pensavo che, essendo comprimaria del
Sistema Torino - La Rotella è addirittura moglie di Vergnano, il Sovrintendente del
Regio -, mettesse in discussione queste posizioni.
Fino adesso, invece, così come probabilmente per quei poveracci che hanno pensato
che arrivando voi cambiasse il "sistema casa Torino", ci sono purtroppo molte
occasioni nelle quali la Sindaca, la sua Giunta, il suo Consiglio e la sua maggioranza
in Consiglio confermano la volontà di cambiare le cose, di risistemarle, di rimetterle
a posto e poi non succede nulla. Addirittura - voglio ricordarvelo - in questa stessa
Aula sulle scelte programmatiche strategiche del vostro Consiglio Comunale, della
vostra maggioranza, della vostra Giunta avete votato la rotazione: io l'avevo
proposta perché era una raccomandazione dell'ANAC, dell'Autorità Nazionale
Anticorruzione, ai Comuni, avete votato la rotazione della dirigenza di questa Città,
cosa estremamente utile per togliere i cancri che si annidano anche in questa
Amministrazione, e ancor nulla è stato fatto in questo senso, né nulla si sa sulle
vostre future intenzioni.
Mi auguro che ci sia la possibilità e la volontà di rimuovere queste cose, io faccio
l'opposizione e voi fate la maggioranza, ma eravamo di comune intesa sull'idea di
cambiare, smembrare, ridurre ad impotenza la macchina del Sistema Torino, così
come nella parte peggiore si era attuata; spero che questa cosa sia possibile.
Tra una settimana, mi dice il Consigliere Ricca, ci sarà la sua mozione qui in
Consiglio Comunale e premetto già che ovviamente la voterò sullo sprone per essere
chiari fin da subito e mi auguro che dopo questa consensualità, che penso il
Movimento 5 Stelle vorrà dare alla mozione proposta, ci sia da parte del Sindaco
almeno una volta l'azione propositiva e volitiva di far cambiare le cose, cioè non
soltanto dichiarazioni estemporanee sul momento, ma atti conseguenti alle proprie
volontà.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola al Consigliere Giovara.

GIOVARA Massimo
Dispiace per l'episodio avvenuto prima; tengo a precisare che abbiamo parlato in
molti con i rappresentanti che si sono presentati in Sala del Consiglio, rispondendo a
tutte le esigenze che hanno proposto, purtroppo non è stato utile.
Allora è interessante il discorso su Manet perché come vediamo sulla stessa cosa ci
sono due opinioni completamente diverse, cioè sulla stessa azione di
amministrazione ci sono opinioni completamente opposte, in particolare quella del
Gruppo del PD. Consigliere Carretta, io la stimo, mi è anche molto simpatico, però la
cosa che state facendo da diverso tempo… (INTERVENTO FUORI MICROFONO).
No, ma non sto scherzando, lo stimo davvero. La cosa che state facendo da diverso
tempo, forse perché siete passati all'opposizione e siete abituati a governare, è
attribuire a noi un pensiero che non abbiamo, è attribuire a noi in maniera molto
facile delle cose che non abbiamo detto. Andiamo a vedere, io devo imparare tante
cose da voi, siete molto più esperti di me, come politici, abbiamo molto da imparare,
e leggo, così magari quando riporterete le mie parole, potrò dare conto che ho scritto
altro.
Apprendiamo in questi giorni che la mostra di Manet prevista per il 2017 non si fa
per responsabilità della Sindaca Appendino, lo apprendiamo dalla stampa, lo
apprendiamo anche da voi, però sappiamo che in questo momento non dovrebbe
essere la Sindaca a decidere se si fa la mostra o no, ma come sappiamo è la
Presidente della Fondazione Torino Musei. Apprendiamo dai giornali che - tra
virgolette - "tra le motivazioni addotte da Skira, organizzatrice dell'evento, ci
sarebbe il cambio di Giunta che non avrebbe manifestato interesse", quanti
condizionali ci sono: "ci sarebbe, sarebbe stato, non avrebbe", forse per evitare
querele, non so. Sappiamo che alla Presidente Patrizia Asproni è stato chiesto più
volte - a differenza di quanto è stato detto da un'altra parte della minoranza - un
passo indietro, per motivazioni che non hanno niente a che fare con questa storia di
Manet, hanno più a che fare con la gestione, una gestione piuttosto personale della
Fondazione che, per esempio, avrebbe trascurato le richieste dei Sindacati dei
lavoratori, con i quali sono in contatto da diverso tempo, compresa la richiesta di
leggere il bilancio della Fondazione, richiesta che è stata assolta qualche settimana
fa, pensate. Sempre questa Presidente avrebbe ritenuto opportuno chiudere la
Biblioteca della GAM perché è poco fruttuosa, poi non l'ha fatto. Avrebbe pagato
250.000 Euro per consulenze esterne nel solo 2016, senza dare scatti, in
contemporanea, ai lavoratori, passaggi di livello o pagare straordinari. Avrebbe
deciso di chiudere la Rocca del Borgo Medievale nel periodo invernale per carenza
di personale. Io so che qua fuori, oltre a questi signori che sono intervenuti, c'erano
tre lavoratori distaccati al Museo della Resistenza da sette anni, che non sanno cosa
fare, non hanno niente da fare e chiedono di essere distaccati al Borgo Medievale o
in qualsiasi altro posto per lavorare.
Noi sappiamo tutte queste cose e sappiamo che questo non ha nulla a che fare con la
fervida immaginazione del, purtroppo in questo giorno assente, ex Sindaco e ora
Consigliere Piero Fassino, che parla di una supposta decrescita infelice. Direi che
l'espressione è molto infelice, attribuendo alla forza di governo della Città una linea
che sarebbe contro la cultura, contro lo sviluppo e contro tutto. È la continuazione di
una campagna elettorale che si è dimostrata, mi dispiace per voi, perdente, è una
vecchia retorica, è stata usata tante volte, chi non vuole il ponte sullo Stretto di
Messina è contro lo sviluppo, chi non vuole le Olimpiadi è contro lo sviluppo, chi
non vuole la TAV è contro lo sviluppo. Magari c'è ancora qualcuno che ci crede, che
casca in questo artificio retorico; a giudicare dalle ultime elezioni direi che questi
qualcuno sono pochi, sono meno degli altri. I cittadini sanno che la verità non è
questa, i cittadini sanno che qualcosa non ha funzionato e non funziona in questo
ragionamento, sembra un gioco di prestigio, sembra un dispettuccio per usare un
eufemismo: "Non mi vuoi più? Allora io ti faccio saltare una mostra e poi racconto e
lascio che si dica in giro che se questa mostra non si fa più è colpa tua, Sindaca
Appendino, perché tu non mi vuoi più e allora faccio saltare una mostra. Io non
faccio nulla per evitare questo, ometto informazioni".
È gravissimo che un ente privato che ha tratto beneficio da relazioni con
l'Amministrazione torinese non rispetti un cambio politico, perché il cambio politico
viene dai cittadini e dalle elezioni, è grave. È grave che questi adducano una debole
giustificazione basata su una supposta mancanza di interesse che, invece, qui è stato
dimostrato più volte, ma è ancora più grave che una rappresentante della Città, anche
se indirettamente, non abbia avvertito la Sindaca del pericolo in tempo utile.
Parliamo di sviluppo, parliamo di quanto siamo contro e a cosa siamo contro, visto
che si allarga la questione. Parliamo delle ricadute, parliamo di un modello o di un
sistema come diceva il Consigliere Rosso. Ormai da diversi anni ci è stato detto che
il comparto culturale avrebbe portato delle ricadute. Quello che avevamo capito è che
una città decurtata dal suo comparto principale, quello industriale, automotive come
dite voi, una Città che si è sforzata di rifarsi il trucco, di rifarsi un'immagine, dopo la
facciata avrebbe fatto ripartire l'economia cittadina. L'ha detto prima l'Assessora
Leon, i partecipanti, per esempio, al Festival Jazz sono per l'81% cittadini della Città
Metropolitana, proprio quelli che dovrebbero avere delle ricadute e invece
contribuiscono a far crescere il Festival Jazz, su una spesa di 1 milione di Euro, la
ricaduta dal turismo esterno alla città metropolitana è stata solo del 10%.
I Grandi Eventi per noi non sono il male, ma se uno ti dice: "Questa casa è molto
bella, la voglio ridipingere" e poi si sente dire che ha detto che vuole distruggerla,
bisogna fare delle precisazioni. Noi abbiamo molto da imparare da voi, almeno io, e
imparo.
Per esempio, vengo a sapere continuamente da parte della minoranza del Partito
Democratico che noi non siamo capaci a governare, che le cose che stanno
succedendo a Torino, per esempio quest'ultima grave, dipendono dal fatto che se non
si hanno le persone giuste nei posti giusti, se il Comune non intrattiene relazioni non
si riesce ad amministrare la Città, è banale, ma noi dobbiamo ancora impararla questa
cosa, scusateci. Anzi sarebbe banale questa cosa se per relazione intendessimo tutti e
due la stessa cosa, ma non è così. Ovviamente non è così, ci sono opinioni diverse, la
persona giusta al posto giusto è la persona che ha le relazioni giuste, anzi utili.
Per noi non è questo il modello, Consigliere Rosso, noi non stiamo dicendo che se
manca Fassino noi non siamo in grado di fare nulla. Allora senza quella persona,
questa persona deve avere le conoscenze, deve conoscere le persone, senza quella
persona non se ne fa nulla e questo è il modello, il Comune non conta nulla, la
volontà dei cittadini non conta nulla, un Salone si spezza, una mostra non si fa.
Questa è una storia vecchia come l'Italia, signori, una storia che ci ha portato fino
qui.
Diverse settimane fa proprio in questa Sala un Consigliere di minoranza del Partito
Democratico ha simpaticamente citato uno storico film di Monicelli, "Amici miei",
io ho fatto fatica in quell'occasione a capire qual era l'attinenza tra Monicelli,
"Amici miei", la supercazzola e il bilancio, ho fatto un po' fatica. Devo anche dire
che il tema del bilancio è un po' scottante per la minoranza PD e questo lo sappiamo,
eppure sto imparando e oggi riesco a capire perché è attinente: il modo di pensare, il
modo di fare politica, "Amici miei" è così. Noi abbiamo molto da imparare e in
questi mesi da Consigliere ho incontrato tantissime persone del comparto culturale,
persone che volevano parlarmi di cultura, persone che venivano da me a parlarmi di
un progetto, di un problema, di una difficoltà e tutti, nessuno escluso, soprattutto gli
"amici miei", venivano da me o da altri Consiglieri e dicevano: "Noi vogliamo
risolvere un problema personale. Io adesso sono tuo amico e tu, che adesso sei
Consigliere, me lo risolvi questo problema?". È un'equazione semplice e conosciuta:
se faccio amicizia con te che sei Consigliere metterai una buona parola per me, siamo
amici, amici miei.
Hanno ragione, siamo stati abituati a vivere in questo sistema, in un sistema in cui da
vent'anni devi conoscere qualcuno per fare le cose, se è un politico è meglio. Io ogni
volta a queste povere persone devo spiegare che non posso favorire uno al posto di
un altro, così come non posso favorire Said al posto di altre 15.000 persone, ci sono
delle procedure, non sarebbe questo il mio compito. Eppure le abitudini sono difficili
da sradicare, Consigliera Grippo, e queste sono abitudini che noi ereditiamo da un
altro sistema, non l'abbiamo fatto noi. Queste abitudini noi non le vogliamo imparare
e lei sa che sto parlando di cose vere, tra l'altro, perché lo sappiamo tutti e poi al bar
ce lo diciamo.
Allora lo voglio dire qui in Consiglio Comunale, guardiamo chi sono questi amici e
come si fa a vedere chi sono questi amici? Basta vedere, è uscito in questi giorni, chi
ha finanziato una campagna e chi ha finanziato l'altra: da una parte abbiamo banche,
farmacie private, dirigenti di partecipate, dall'altra abbiamo singole persone, piccole
somme, tante persone, questi sono i nostri amici.

VERSACI Fabio (Presidente)
La invito a concludere.

GIOVARA Massimo
I nostri amici ci hanno detto che il sistema delle amicizie non va più bene. È stato
quello che ha messo persone sbagliate nei posti sbagliati. È stato quello che ha
favorito qualcuno senza merito a discapito di potenzialità e talenti che aspettano
ancora di essere riconosciuti.
C'è qualcuno che vuole salvare il Partito a tutti i costi, perché per qualcuno il Partito
è il fine, per me il Partito è il mezzo per risolvere i problemi dei cittadini. Questa
cosa non la voglio imparare, questo sistema non lo voglio salvare. Gli amici miei li
vedo al bar, a casa mia e non nelle occasioni istituzionali.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola al Consigliere Morano.

MORANO Alberto
Ho ascoltato con grande attenzione l'intervento dell'Assessore e devo dire che,
onestamente, non ho capito.
Non ho capito se la nuova Amministrazione vuole o non vuole la mostra di Manet.
Non ho capito se la mostra di Manet non ci sarà perché la nuova Amministrazione
non ha la credibilità e le relazioni che aveva la vecchia Amministrazione; mi dispiace
dirlo perché non sono certo un fan della vecchia Amministrazione. Non ho capito se
questa mostra non ci sarà perché il Presidente della Fondazione ha chiesto audizione
al Sindaco due mesi fa e ce l'avrà il 24 ottobre e, in assenza del supporto
dell'Amministrazione, non si è sentito di esporre la Città - perché forse è un
doveroso atto di rispetto istituzionale nei confronti della nuova Amministrazione - a
un fatto compiuto senza averla interpellata.
Poi non ho capito questo continuo riferimento ai dati del turismo e alla capacità di
attrarre delle manifestazioni. È un dato noto e arcinoto: l'81-82% dei turisti che
vengono a Torino, mostre o non mostre, sono principalmente locali o poco più che
locali. Il turismo in Torino non è un turismo internazionale, non è nemmeno un
grande turismo di fuori Torino, lontano da Torino. Ci sono dati molto puntuali, che
forse i Consiglieri del Movimento 5 Stelle non conosco, che dicono che l'81-82% dei
turisti viene dal Piemonte, il 19% viene… (INTERVENTO FUORI MICROFONO).
Ma non è un problema di mostre, le mostre non cambiano il flusso del turismo,
questo è un dato fattuale. La mostra ha un valore culturale per la Città, ha un valore
culturale per i torinesi, prescinde dal fatto che riesca ad attrarre turisti da fuori
Torino. Per attrarre turisti da fuori Torino bisogna cambiare la politica del turismo,
bisogna vendere questa Città all'estero.
Oggi Torino è conosciuta in America, ti dicono che è a 100 chilometri da Milano e
allora capiscono dov'è Torino. Il 19% dei turisti stranieri sono principalmente
francesi, spagnoli e tedeschi, ci sono pochi inglesi e non ci sono quasi gli americani,
tralasciamo gli altri Paesi del BRICS, di questi non ne viene quasi nessuno, vanno a
Milano, Firenze e Roma.
Tornando alla mostra di Manet, che io credo sia una grande perdita per la Città se
non ci sarà, non vorrei che noi dovessimo ammettere alla fine che queste mostre
c'erano non per le relazioni personali, perché insinuare che le mostre c'erano per
relazioni personali fa pensare a interessi privati e non credo che questo sia il caso,
forse questa mostra non ci sarà per mancanza di credibilità della nuova
Amministrazione, perché forse chi amministrava prima aveva una credibilità
internazionale che consentiva al Presidente di interloquire con la Città e la Direttrice
di Torino Musei non si è sentita coperta dalla nuova Amministrazione.
Se questo è il problema, se non c'è un rapporto di fiducia tra la Presidente della
Fondazione Torino Musei e l'Amministrazione, come ha fatto il Consigliere Ricca, è
molto semplice, se ne chiede la revoca. Le nomine della Città possono essere
revocate se chi è stato nominato non si conforma agli indirizzi. Allora se l'indirizzo
dell'Amministrazione è fare la mostra di Manet a Torino, la Città avrà modo di
indurre il Presidente attuale o un nuovo Presidente a farla; se invece non è chiaro
cosa vuole fare questa Città, allora è ovvio che il Presidente della Fondazione Torino
Musei non si espone, perché comunque impegnava la Città.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola, per fatto personale, alla Consigliera Grippo.

GRIPPO Maria Grazia
Ci tenevo soltanto a precisare che non ho nulla da insegnare al Collega, se non un
certo modo di fare rispetto all'atteggiamento che si deve avere nei confronti dei
Colleghi. Mi sembra che oggi si parli di procedure quando, se fossimo andati in giro
a farlo, probabilmente non avremmo visto le scene alle quali abbiamo assistito in
Aula. Una cosa soltanto: il rispetto nei confronti degli altri.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola al Consigliere Giovara, per l'ultima volta, altrimenti andiamo avanti tutta
la sera.

GIOVARA Massimo
Non capisco perché la Consigliera abbia chiesto la parola per fatto personale,
perché… (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Va bene, comunque sappia che
noi siamo andati a parlare con queste persone, come ho già detto prima, quindi non
sto qui a ripeterlo.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola al Consigliere Tresso.

TRESSO Francesco
Vorrei soltanto aggiungere una rapida riflessione. Ho ascoltato con interesse il
discorso dell'Assessora e devo dire che alcuni passaggi mi hanno convinto: quando,
per esempio, dice che un modello culturale non può essere messo in crisi da un
cambio di Giunta, perché bisogna lavorare per costruire un tessuto che sia in grado di
continuare e, quindi, trasmettere anche competenze e conoscenze; ho condiviso
anche alcuni passaggi dell'intervento del Consigliere Giovara (che stimo, in assoluta
trasparenza posso dirlo anche io), ma, quando lui dice che per esempio è corretto
tutto il discorso anche legato alla giusta pervasività di certi interventi nell'ambito
culturale, alla fine non ho capito se vi sia la volontà o meno di programmare ed è per
questo motivo avevamo chiesto che si desse anche conto del piano programmatico
che seguiva il documento di programmazione della Giunta.
Sono passati 100 giorni e, giustamente, ci è stato detto che per fare un lavoro a punto
è necessario ancora un minimo di tempo, però mi chiedo se sia possibile che in 100
giorni non ci sia stato il modo di concordare con la Presidente della Fondazione
Torino Musei quali erano i programmi in corso e di fare delle scelte anche su questo,
in continuità con quello che era stato avviato nella precedente tornata amministrativa.
Mi sembra che, come è già stato detto da chi mi ha preceduto e in particolare dal
Consigliere Morano, qui non si tratti meramente di individuare quegli eventi che
possono portare a un gettito in termini economici, perché qui c'è un valore aggiunto
che la Città ha e di cui i primi fruitori sono i cittadini.
Personalmente, con la famiglia sono andato a vedere le altre mostre legate agli
impressionisti e ritengo che, come diceva il Consigliere Giovara, qualora ci sia un
soggetto privato che parla (con i soggetti privati si può parlare), bisogna essere in
grado di fare dei programmi e di potersi presentare, sedere a un tavolo e fare in
maniera però attiva. Dall'intervento dell'Assessore mi è sembrato un po' che ci si
limitasse a dire che non siete stati sufficientemente informati, che ritenete che questa
sia una carenza e che non sia colpa vostra; sicuramente c'è stato un problema di
comunicazione e sicuramente vanno fatte delle scelte, anche se le persone non si
ritengono adeguate a ricoprire degli incarichi, ma ci vuole anche una presa di
posizione e una diretta proposizione dei temi.

VERSACI Fabio (Presidente)
Non essendoci altre richieste di intervento, la parola alla Sindaca.

SINDACA
Ringrazio tutti i Consiglieri che sono intervenuti. Credo sia opportuno fare chiarezza
su tanti punti. Iniziamo dal tema dei grandi eventi, che è stato posto più volte (anche
se, adesso, non vedo in Aula il Consigliere Carretta). La sottoscritta non ha mai
detto, né in campagna elettorale, né in cinque anni di Consiglio, di essere contraria ai
grandi eventi in quanto tali. Ho detto e continuo a sostenere che, quando si tratta di
decidere se investire delle risorse in un grande evento oppure no, bisogna verificare
quali sono le ricadute sul territorio dal punto di vista economico e che, invece, non
sempre una scelta di investimento in cultura, in particolare un evento culturale
(quindi, non il grande evento), deve essere presa in base alle ricadute economiche sul
territorio. Da qui nasce la scelta, a monte, di dividere le deleghe.
Quando si è insediata, questa Giunta ha iniziato a lavorare con tutti gli enti senza
problemi: stiamo organizzando la Biennale Democrazia, ci stiamo battendo per il
Salone del Libro e posso dire che avrei preferito ereditare una situazione più
semplice. Stiamo lavorando dove è possibile lavorare. La sottoscritta - lo voglio
sottolineare - ha chiesto il 5 ottobre alla Presidente Asproni di venire da noi a
Palazzo, ma ci è stato comunicato che la prima data utile era il 25 ottobre, per cui, se
c'erano queste criticità che non conoscevamo, forse sarebbe stato utile comunicarle
alla Sindaca.
Dove ci viene detto che ci sono dei problemi, noi ci stiamo battendo e ce la stiamo
mettendo tutta; il Salone del Libro ne è una prova. Non accetto che venga utilizzata
in modo strumentale una mancanza di informazione nei confronti di questa Giunta
per giustificare forse l'incapacità di organizzare quell'evento; non lo accetto, perché
noi ci stiamo battendo. Onestamente, non accetto neanche, come diceva l'Assessora
Leon, che si costruisca un modello dove le cose si basano sulle relazioni personali,
perché vuol dire indebolire la Città e GL Events, con il caso del Lingotto e con il
caso del Salone del Libro, lo ha dimostrato.
Noi vogliamo costruire un modello, come diceva l'Assessora Leon, dove le
competenze, le capacità e le relazioni sono patrimonio della Città e non del Sindaco
di turno o della Giunta di turno. Quando sono andata a Dubai - magari ne parleremo -
ho portato con me, come è giusto che sia, gli Uffici, perché, se tra tre mesi non sarò
più Sindaco, quelle relazioni devono essere dell'Ufficio, della Città e non del
Sindaco, che va e che viene. È questo il modello che vogliamo costruire; non so se
sarà semplice, ma è il nostro obiettivo. Questa Giunta vuole provare a fare la mostra
di Manet, ma, ad oggi, non so se vi siano le condizioni per poterla fare. Ci
informeremo, metteremo in campo tutto quello che possiamo mettere in campo,
facendo un'analisi dei costi e dei benefici.
Consigliere Ricca, non mi sottraggo alla sua richiesta: ben venga la mozione di
sfiducia. Se c'è il supporto del Consiglio, ben venga; rafforzate la mia posizione,
perché non è la prima volta che, come Sindaca e ancor prima come Consigliere di
opposizione, parlo delle mie perplessità rispetto alla gestione. Non ho alcun
problema a portare avanti questa scelta, anzi vi invito ad aiutarmi in Consiglio:
esprimetevi, datemi forza su questo. Qui chi ci rimette non è la Giunta, ma la Città.
Credo che non sia una questione personale e non sto facendo la battaglia contro una
persona perché quella persona non mi piace, ma dico che questa condizione non è
percorribile, perché, evidentemente, non si riesce a lavorare nell'interesse della Città.
Chiedo, quindi, al Consigliere Ricca e, magari, anche alla mia maggioranza di
procedere con questa mozione di sfiducia.
Aggiungo un'altra risposta: il 30 agosto abbiamo pubblicato l'avviso per la
sostituzione, poi c'è stato il mese di settembre e ci sembrava giusto che l'avviso
fosse presente per almeno 45 giorni, in modo tale che le persone potessero
rispondere. Procederemo con la nomina, ma l'avremmo fatto comunque; siamo
consapevoli che dobbiamo nominare una persona lì, ma questo non prescinde dal
fatto che, evidentemente, ci sono stati dei forti problemi di comunicazione e ritengo
che il Presidente di una Fondazione in una situazione di difficoltà avrebbe dovuto
informare la Giunta, ma questa informazione non è arrivata.
Riassumendo, questa Amministrazione non ha alcuna contrarietà a prescindere a un
evento. Stiamo lavorando, ragionando su costi e benefici e ci sono già le
dimostrazioni, perché stiamo portando avanti alcuni eventi, anche se c'erano delle
criticità. Questa Giunta proverà a capire se ci sono le condizioni per andare avanti
con la mostra di Manet; questa Giunta ritiene che non vi siano le condizioni per poter
continuare a lavorare con l'attuale Presidente della Fondazione Torino Musei (come
ho già detto più volte); questa Giunta procederà con la nomina per la sostituzione
entro fine mese e questa Giunta chiede al Consiglio di darle forza esprimendo
anch'esso un indirizzo in merito all'attuale nomina del Presidente.

VERSACI Fabio (Presidente)
Le comunicazioni sono state effettuate.
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