Interventi |
Comunicazioni della Sindaca: - "Mostra di Manet". VERSACI Fabio (Presidente) Riprendiamo le comunicazioni sulla mostra di Manet. La parola al Consigliere Rosso. ROSSO Roberto Dopo il sipario tragico a cui si è appena assistito è difficile riprendere su cose più gioviali come quella di cui stiamo parlando. Però, rimane il fatto che pur se il sottoscritto ha fatto tutta la campagna elettorale criticando Fassino e il Sistema Torino, c'è una cosa su cui invece bisogna dargli atto, cioè che questo Sistema Torino ha funzionato. Sul piano della cultura e del turismo queste persone sono state in grado di rivalutare in modo forte la città di Torino. Sarebbe stupido negare il fatto che da un milione di visitatori siamo passati a sei milioni, che alcuni musei hanno cambiato faccia, a partire dal Museo Egizio, per passare alla Mole Antonelliana e al Museo del Cinema. C'è un clima in Città che è diverso da quello che c'era dieci anni fa. Hanno contribuito le Olimpiadi, ha contribuito anche una gestione che, dopo tanti sbagli, dagli obbrobri delle Spine, alla mancanza di sicurezza e ai rom, su questo tema ha però avuto un'attenzione particolare. Ho sentito prima l'Assessore che spiegava che sono diverse le questioni relative alle esposizioni e alla musealità, mentre la musealità - lo ricordava anche citando un giornale locale - riesce a recuperare somme importanti di riconduzione di turismo all'attività commerciale ed economica della Città, sul piano espositivo questo non è se non in termini di un decimo, mi sembra di aver capito, rispetto a quello che porta l'altro. C'è però da dire una cosa: io sono stato alle tre mostre di Degas, Monet e Renoir e devo dire che la cosa che mi ha impressionato è che per tre volte sono dovuto tornare a casa perché era impossibile aspettare in fila tanta era la gente là attorno. Non è possibile, Assessore, glielo dico sinceramente, che quella fosse soltanto località, nel senso persone provenienti da Torino. È evidente che se file di questo tipo si riproducono per qualche mese c'è anche un merito oggettivo nel richiamare persone da fuori, d'altronde non credo che non ci sia stata la capacità di mostre così importanti da richiamare da fuori Torino, da fuori provincia e anche da fuori Piemonte. La cosa che vorrei capire è cosa intendete fare, perché veramente rimane abbastanza inopportuno. Io ho seguito quanto detto dalla Sindaca ai giornali, non so se lo riconferma anche qui, sarebbe opportuno che ci chiarisse anche lei la sua opinione visto che la materia è di sua delega, però è evidente che non si può dire che queste cose reggevano solo sul Sindaco Fassino e una volta persa la fisicità del Sindaco Fassino non riusciamo a continuare. Se la Presidente della Fondazione Musei è stata inadeguata sul tema, perché credo che lei, che c'era già, avrebbe dovuto spendersi sulla materia e, anzi, essere lei l'interlocutrice verso di voi di questi temi, chiedetene formalmente la rimozione. Io ho assistito già per la terza volta - lo ricordava il Consigliere Ricca prima - al fatto che la Sindaca ci racconta che, prima, bisogna far dimettere Profumo e poi si legge degli amorosi sensi tra lei e Profumo, poi si deve dimettere Peveraro e poi addirittura a Peveraro scioglie un inno di lode e, terza cosa, questa Presidente della Fondazione Musei che forse rimarrà al suo posto. Adesso ho sentito che il Consigliere Ricca proporrà una mozione in questo senso. La Sindaca, anche forte del consenso del Consiglio Comunale, se tale sarà, prenda lo spunto per chiederne le dimissioni. Ci vuole anche una faccia tosta a rimanere senza che le persone che ti dovrebbero formalmente dare incarico condividano il tuo operato. Devo dire però che ho assistito in Commissione all'audizione della Presidente La Rotella e anche in quel caso pensavo che, essendo comprimaria del Sistema Torino - La Rotella è addirittura moglie di Vergnano, il Sovrintendente del Regio -, mettesse in discussione queste posizioni. Fino adesso, invece, così come probabilmente per quei poveracci che hanno pensato che arrivando voi cambiasse il "sistema casa Torino", ci sono purtroppo molte occasioni nelle quali la Sindaca, la sua Giunta, il suo Consiglio e la sua maggioranza in Consiglio confermano la volontà di cambiare le cose, di risistemarle, di rimetterle a posto e poi non succede nulla. Addirittura - voglio ricordarvelo - in questa stessa Aula sulle scelte programmatiche strategiche del vostro Consiglio Comunale, della vostra maggioranza, della vostra Giunta avete votato la rotazione: io l'avevo proposta perché era una raccomandazione dell'ANAC, dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, ai Comuni, avete votato la rotazione della dirigenza di questa Città, cosa estremamente utile per togliere i cancri che si annidano anche in questa Amministrazione, e ancor nulla è stato fatto in questo senso, né nulla si sa sulle vostre future intenzioni. Mi auguro che ci sia la possibilità e la volontà di rimuovere queste cose, io faccio l'opposizione e voi fate la maggioranza, ma eravamo di comune intesa sull'idea di cambiare, smembrare, ridurre ad impotenza la macchina del Sistema Torino, così come nella parte peggiore si era attuata; spero che questa cosa sia possibile. Tra una settimana, mi dice il Consigliere Ricca, ci sarà la sua mozione qui in Consiglio Comunale e premetto già che ovviamente la voterò sullo sprone per essere chiari fin da subito e mi auguro che dopo questa consensualità, che penso il Movimento 5 Stelle vorrà dare alla mozione proposta, ci sia da parte del Sindaco almeno una volta l'azione propositiva e volitiva di far cambiare le cose, cioè non soltanto dichiarazioni estemporanee sul momento, ma atti conseguenti alle proprie volontà. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Giovara. GIOVARA Massimo Dispiace per l'episodio avvenuto prima; tengo a precisare che abbiamo parlato in molti con i rappresentanti che si sono presentati in Sala del Consiglio, rispondendo a tutte le esigenze che hanno proposto, purtroppo non è stato utile. Allora è interessante il discorso su Manet perché come vediamo sulla stessa cosa ci sono due opinioni completamente diverse, cioè sulla stessa azione di amministrazione ci sono opinioni completamente opposte, in particolare quella del Gruppo del PD. Consigliere Carretta, io la stimo, mi è anche molto simpatico, però la cosa che state facendo da diverso tempo… (INTERVENTO FUORI MICROFONO). No, ma non sto scherzando, lo stimo davvero. La cosa che state facendo da diverso tempo, forse perché siete passati all'opposizione e siete abituati a governare, è attribuire a noi un pensiero che non abbiamo, è attribuire a noi in maniera molto facile delle cose che non abbiamo detto. Andiamo a vedere, io devo imparare tante cose da voi, siete molto più esperti di me, come politici, abbiamo molto da imparare, e leggo, così magari quando riporterete le mie parole, potrò dare conto che ho scritto altro. Apprendiamo in questi giorni che la mostra di Manet prevista per il 2017 non si fa per responsabilità della Sindaca Appendino, lo apprendiamo dalla stampa, lo apprendiamo anche da voi, però sappiamo che in questo momento non dovrebbe essere la Sindaca a decidere se si fa la mostra o no, ma come sappiamo è la Presidente della Fondazione Torino Musei. Apprendiamo dai giornali che - tra virgolette - "tra le motivazioni addotte da Skira, organizzatrice dell'evento, ci sarebbe il cambio di Giunta che non avrebbe manifestato interesse", quanti condizionali ci sono: "ci sarebbe, sarebbe stato, non avrebbe", forse per evitare querele, non so. Sappiamo che alla Presidente Patrizia Asproni è stato chiesto più volte - a differenza di quanto è stato detto da un'altra parte della minoranza - un passo indietro, per motivazioni che non hanno niente a che fare con questa storia di Manet, hanno più a che fare con la gestione, una gestione piuttosto personale della Fondazione che, per esempio, avrebbe trascurato le richieste dei Sindacati dei lavoratori, con i quali sono in contatto da diverso tempo, compresa la richiesta di leggere il bilancio della Fondazione, richiesta che è stata assolta qualche settimana fa, pensate. Sempre questa Presidente avrebbe ritenuto opportuno chiudere la Biblioteca della GAM perché è poco fruttuosa, poi non l'ha fatto. Avrebbe pagato 250.000 Euro per consulenze esterne nel solo 2016, senza dare scatti, in contemporanea, ai lavoratori, passaggi di livello o pagare straordinari. Avrebbe deciso di chiudere la Rocca del Borgo Medievale nel periodo invernale per carenza di personale. Io so che qua fuori, oltre a questi signori che sono intervenuti, c'erano tre lavoratori distaccati al Museo della Resistenza da sette anni, che non sanno cosa fare, non hanno niente da fare e chiedono di essere distaccati al Borgo Medievale o in qualsiasi altro posto per lavorare. Noi sappiamo tutte queste cose e sappiamo che questo non ha nulla a che fare con la fervida immaginazione del, purtroppo in questo giorno assente, ex Sindaco e ora Consigliere Piero Fassino, che parla di una supposta decrescita infelice. Direi che l'espressione è molto infelice, attribuendo alla forza di governo della Città una linea che sarebbe contro la cultura, contro lo sviluppo e contro tutto. È la continuazione di una campagna elettorale che si è dimostrata, mi dispiace per voi, perdente, è una vecchia retorica, è stata usata tante volte, chi non vuole il ponte sullo Stretto di Messina è contro lo sviluppo, chi non vuole le Olimpiadi è contro lo sviluppo, chi non vuole la TAV è contro lo sviluppo. Magari c'è ancora qualcuno che ci crede, che casca in questo artificio retorico; a giudicare dalle ultime elezioni direi che questi qualcuno sono pochi, sono meno degli altri. I cittadini sanno che la verità non è questa, i cittadini sanno che qualcosa non ha funzionato e non funziona in questo ragionamento, sembra un gioco di prestigio, sembra un dispettuccio per usare un eufemismo: "Non mi vuoi più? Allora io ti faccio saltare una mostra e poi racconto e lascio che si dica in giro che se questa mostra non si fa più è colpa tua, Sindaca Appendino, perché tu non mi vuoi più e allora faccio saltare una mostra. Io non faccio nulla per evitare questo, ometto informazioni". È gravissimo che un ente privato che ha tratto beneficio da relazioni con l'Amministrazione torinese non rispetti un cambio politico, perché il cambio politico viene dai cittadini e dalle elezioni, è grave. È grave che questi adducano una debole giustificazione basata su una supposta mancanza di interesse che, invece, qui è stato dimostrato più volte, ma è ancora più grave che una rappresentante della Città, anche se indirettamente, non abbia avvertito la Sindaca del pericolo in tempo utile. Parliamo di sviluppo, parliamo di quanto siamo contro e a cosa siamo contro, visto che si allarga la questione. Parliamo delle ricadute, parliamo di un modello o di un sistema come diceva il Consigliere Rosso. Ormai da diversi anni ci è stato detto che il comparto culturale avrebbe portato delle ricadute. Quello che avevamo capito è che una città decurtata dal suo comparto principale, quello industriale, automotive come dite voi, una Città che si è sforzata di rifarsi il trucco, di rifarsi un'immagine, dopo la facciata avrebbe fatto ripartire l'economia cittadina. L'ha detto prima l'Assessora Leon, i partecipanti, per esempio, al Festival Jazz sono per l'81% cittadini della Città Metropolitana, proprio quelli che dovrebbero avere delle ricadute e invece contribuiscono a far crescere il Festival Jazz, su una spesa di 1 milione di Euro, la ricaduta dal turismo esterno alla città metropolitana è stata solo del 10%. I Grandi Eventi per noi non sono il male, ma se uno ti dice: "Questa casa è molto bella, la voglio ridipingere" e poi si sente dire che ha detto che vuole distruggerla, bisogna fare delle precisazioni. Noi abbiamo molto da imparare da voi, almeno io, e imparo. Per esempio, vengo a sapere continuamente da parte della minoranza del Partito Democratico che noi non siamo capaci a governare, che le cose che stanno succedendo a Torino, per esempio quest'ultima grave, dipendono dal fatto che se non si hanno le persone giuste nei posti giusti, se il Comune non intrattiene relazioni non si riesce ad amministrare la Città, è banale, ma noi dobbiamo ancora impararla questa cosa, scusateci. Anzi sarebbe banale questa cosa se per relazione intendessimo tutti e due la stessa cosa, ma non è così. Ovviamente non è così, ci sono opinioni diverse, la persona giusta al posto giusto è la persona che ha le relazioni giuste, anzi utili. Per noi non è questo il modello, Consigliere Rosso, noi non stiamo dicendo che se manca Fassino noi non siamo in grado di fare nulla. Allora senza quella persona, questa persona deve avere le conoscenze, deve conoscere le persone, senza quella persona non se ne fa nulla e questo è il modello, il Comune non conta nulla, la volontà dei cittadini non conta nulla, un Salone si spezza, una mostra non si fa. Questa è una storia vecchia come l'Italia, signori, una storia che ci ha portato fino qui. Diverse settimane fa proprio in questa Sala un Consigliere di minoranza del Partito Democratico ha simpaticamente citato uno storico film di Monicelli, "Amici miei", io ho fatto fatica in quell'occasione a capire qual era l'attinenza tra Monicelli, "Amici miei", la supercazzola e il bilancio, ho fatto un po' fatica. Devo anche dire che il tema del bilancio è un po' scottante per la minoranza PD e questo lo sappiamo, eppure sto imparando e oggi riesco a capire perché è attinente: il modo di pensare, il modo di fare politica, "Amici miei" è così. Noi abbiamo molto da imparare e in questi mesi da Consigliere ho incontrato tantissime persone del comparto culturale, persone che volevano parlarmi di cultura, persone che venivano da me a parlarmi di un progetto, di un problema, di una difficoltà e tutti, nessuno escluso, soprattutto gli "amici miei", venivano da me o da altri Consiglieri e dicevano: "Noi vogliamo risolvere un problema personale. Io adesso sono tuo amico e tu, che adesso sei Consigliere, me lo risolvi questo problema?". È un'equazione semplice e conosciuta: se faccio amicizia con te che sei Consigliere metterai una buona parola per me, siamo amici, amici miei. Hanno ragione, siamo stati abituati a vivere in questo sistema, in un sistema in cui da vent'anni devi conoscere qualcuno per fare le cose, se è un politico è meglio. Io ogni volta a queste povere persone devo spiegare che non posso favorire uno al posto di un altro, così come non posso favorire Said al posto di altre 15.000 persone, ci sono delle procedure, non sarebbe questo il mio compito. Eppure le abitudini sono difficili da sradicare, Consigliera Grippo, e queste sono abitudini che noi ereditiamo da un altro sistema, non l'abbiamo fatto noi. Queste abitudini noi non le vogliamo imparare e lei sa che sto parlando di cose vere, tra l'altro, perché lo sappiamo tutti e poi al bar ce lo diciamo. Allora lo voglio dire qui in Consiglio Comunale, guardiamo chi sono questi amici e come si fa a vedere chi sono questi amici? Basta vedere, è uscito in questi giorni, chi ha finanziato una campagna e chi ha finanziato l'altra: da una parte abbiamo banche, farmacie private, dirigenti di partecipate, dall'altra abbiamo singole persone, piccole somme, tante persone, questi sono i nostri amici. VERSACI Fabio (Presidente) La invito a concludere. GIOVARA Massimo I nostri amici ci hanno detto che il sistema delle amicizie non va più bene. È stato quello che ha messo persone sbagliate nei posti sbagliati. È stato quello che ha favorito qualcuno senza merito a discapito di potenzialità e talenti che aspettano ancora di essere riconosciuti. C'è qualcuno che vuole salvare il Partito a tutti i costi, perché per qualcuno il Partito è il fine, per me il Partito è il mezzo per risolvere i problemi dei cittadini. Questa cosa non la voglio imparare, questo sistema non lo voglio salvare. Gli amici miei li vedo al bar, a casa mia e non nelle occasioni istituzionali. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Morano. MORANO Alberto Ho ascoltato con grande attenzione l'intervento dell'Assessore e devo dire che, onestamente, non ho capito. Non ho capito se la nuova Amministrazione vuole o non vuole la mostra di Manet. Non ho capito se la mostra di Manet non ci sarà perché la nuova Amministrazione non ha la credibilità e le relazioni che aveva la vecchia Amministrazione; mi dispiace dirlo perché non sono certo un fan della vecchia Amministrazione. Non ho capito se questa mostra non ci sarà perché il Presidente della Fondazione ha chiesto audizione al Sindaco due mesi fa e ce l'avrà il 24 ottobre e, in assenza del supporto dell'Amministrazione, non si è sentito di esporre la Città - perché forse è un doveroso atto di rispetto istituzionale nei confronti della nuova Amministrazione - a un fatto compiuto senza averla interpellata. Poi non ho capito questo continuo riferimento ai dati del turismo e alla capacità di attrarre delle manifestazioni. È un dato noto e arcinoto: l'81-82% dei turisti che vengono a Torino, mostre o non mostre, sono principalmente locali o poco più che locali. Il turismo in Torino non è un turismo internazionale, non è nemmeno un grande turismo di fuori Torino, lontano da Torino. Ci sono dati molto puntuali, che forse i Consiglieri del Movimento 5 Stelle non conosco, che dicono che l'81-82% dei turisti viene dal Piemonte, il 19% viene… (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Ma non è un problema di mostre, le mostre non cambiano il flusso del turismo, questo è un dato fattuale. La mostra ha un valore culturale per la Città, ha un valore culturale per i torinesi, prescinde dal fatto che riesca ad attrarre turisti da fuori Torino. Per attrarre turisti da fuori Torino bisogna cambiare la politica del turismo, bisogna vendere questa Città all'estero. Oggi Torino è conosciuta in America, ti dicono che è a 100 chilometri da Milano e allora capiscono dov'è Torino. Il 19% dei turisti stranieri sono principalmente francesi, spagnoli e tedeschi, ci sono pochi inglesi e non ci sono quasi gli americani, tralasciamo gli altri Paesi del BRICS, di questi non ne viene quasi nessuno, vanno a Milano, Firenze e Roma. Tornando alla mostra di Manet, che io credo sia una grande perdita per la Città se non ci sarà, non vorrei che noi dovessimo ammettere alla fine che queste mostre c'erano non per le relazioni personali, perché insinuare che le mostre c'erano per relazioni personali fa pensare a interessi privati e non credo che questo sia il caso, forse questa mostra non ci sarà per mancanza di credibilità della nuova Amministrazione, perché forse chi amministrava prima aveva una credibilità internazionale che consentiva al Presidente di interloquire con la Città e la Direttrice di Torino Musei non si è sentita coperta dalla nuova Amministrazione. Se questo è il problema, se non c'è un rapporto di fiducia tra la Presidente della Fondazione Torino Musei e l'Amministrazione, come ha fatto il Consigliere Ricca, è molto semplice, se ne chiede la revoca. Le nomine della Città possono essere revocate se chi è stato nominato non si conforma agli indirizzi. Allora se l'indirizzo dell'Amministrazione è fare la mostra di Manet a Torino, la Città avrà modo di indurre il Presidente attuale o un nuovo Presidente a farla; se invece non è chiaro cosa vuole fare questa Città, allora è ovvio che il Presidente della Fondazione Torino Musei non si espone, perché comunque impegnava la Città. VERSACI Fabio (Presidente) La parola, per fatto personale, alla Consigliera Grippo. GRIPPO Maria Grazia Ci tenevo soltanto a precisare che non ho nulla da insegnare al Collega, se non un certo modo di fare rispetto all'atteggiamento che si deve avere nei confronti dei Colleghi. Mi sembra che oggi si parli di procedure quando, se fossimo andati in giro a farlo, probabilmente non avremmo visto le scene alle quali abbiamo assistito in Aula. Una cosa soltanto: il rispetto nei confronti degli altri. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Giovara, per l'ultima volta, altrimenti andiamo avanti tutta la sera. GIOVARA Massimo Non capisco perché la Consigliera abbia chiesto la parola per fatto personale, perché… (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Va bene, comunque sappia che noi siamo andati a parlare con queste persone, come ho già detto prima, quindi non sto qui a ripeterlo. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Tresso. TRESSO Francesco Vorrei soltanto aggiungere una rapida riflessione. Ho ascoltato con interesse il discorso dell'Assessora e devo dire che alcuni passaggi mi hanno convinto: quando, per esempio, dice che un modello culturale non può essere messo in crisi da un cambio di Giunta, perché bisogna lavorare per costruire un tessuto che sia in grado di continuare e, quindi, trasmettere anche competenze e conoscenze; ho condiviso anche alcuni passaggi dell'intervento del Consigliere Giovara (che stimo, in assoluta trasparenza posso dirlo anche io), ma, quando lui dice che per esempio è corretto tutto il discorso anche legato alla giusta pervasività di certi interventi nell'ambito culturale, alla fine non ho capito se vi sia la volontà o meno di programmare ed è per questo motivo avevamo chiesto che si desse anche conto del piano programmatico che seguiva il documento di programmazione della Giunta. Sono passati 100 giorni e, giustamente, ci è stato detto che per fare un lavoro a punto è necessario ancora un minimo di tempo, però mi chiedo se sia possibile che in 100 giorni non ci sia stato il modo di concordare con la Presidente della Fondazione Torino Musei quali erano i programmi in corso e di fare delle scelte anche su questo, in continuità con quello che era stato avviato nella precedente tornata amministrativa. Mi sembra che, come è già stato detto da chi mi ha preceduto e in particolare dal Consigliere Morano, qui non si tratti meramente di individuare quegli eventi che possono portare a un gettito in termini economici, perché qui c'è un valore aggiunto che la Città ha e di cui i primi fruitori sono i cittadini. Personalmente, con la famiglia sono andato a vedere le altre mostre legate agli impressionisti e ritengo che, come diceva il Consigliere Giovara, qualora ci sia un soggetto privato che parla (con i soggetti privati si può parlare), bisogna essere in grado di fare dei programmi e di potersi presentare, sedere a un tavolo e fare in maniera però attiva. Dall'intervento dell'Assessore mi è sembrato un po' che ci si limitasse a dire che non siete stati sufficientemente informati, che ritenete che questa sia una carenza e che non sia colpa vostra; sicuramente c'è stato un problema di comunicazione e sicuramente vanno fatte delle scelte, anche se le persone non si ritengono adeguate a ricoprire degli incarichi, ma ci vuole anche una presa di posizione e una diretta proposizione dei temi. VERSACI Fabio (Presidente) Non essendoci altre richieste di intervento, la parola alla Sindaca. SINDACA Ringrazio tutti i Consiglieri che sono intervenuti. Credo sia opportuno fare chiarezza su tanti punti. Iniziamo dal tema dei grandi eventi, che è stato posto più volte (anche se, adesso, non vedo in Aula il Consigliere Carretta). La sottoscritta non ha mai detto, né in campagna elettorale, né in cinque anni di Consiglio, di essere contraria ai grandi eventi in quanto tali. Ho detto e continuo a sostenere che, quando si tratta di decidere se investire delle risorse in un grande evento oppure no, bisogna verificare quali sono le ricadute sul territorio dal punto di vista economico e che, invece, non sempre una scelta di investimento in cultura, in particolare un evento culturale (quindi, non il grande evento), deve essere presa in base alle ricadute economiche sul territorio. Da qui nasce la scelta, a monte, di dividere le deleghe. Quando si è insediata, questa Giunta ha iniziato a lavorare con tutti gli enti senza problemi: stiamo organizzando la Biennale Democrazia, ci stiamo battendo per il Salone del Libro e posso dire che avrei preferito ereditare una situazione più semplice. Stiamo lavorando dove è possibile lavorare. La sottoscritta - lo voglio sottolineare - ha chiesto il 5 ottobre alla Presidente Asproni di venire da noi a Palazzo, ma ci è stato comunicato che la prima data utile era il 25 ottobre, per cui, se c'erano queste criticità che non conoscevamo, forse sarebbe stato utile comunicarle alla Sindaca. Dove ci viene detto che ci sono dei problemi, noi ci stiamo battendo e ce la stiamo mettendo tutta; il Salone del Libro ne è una prova. Non accetto che venga utilizzata in modo strumentale una mancanza di informazione nei confronti di questa Giunta per giustificare forse l'incapacità di organizzare quell'evento; non lo accetto, perché noi ci stiamo battendo. Onestamente, non accetto neanche, come diceva l'Assessora Leon, che si costruisca un modello dove le cose si basano sulle relazioni personali, perché vuol dire indebolire la Città e GL Events, con il caso del Lingotto e con il caso del Salone del Libro, lo ha dimostrato. Noi vogliamo costruire un modello, come diceva l'Assessora Leon, dove le competenze, le capacità e le relazioni sono patrimonio della Città e non del Sindaco di turno o della Giunta di turno. Quando sono andata a Dubai - magari ne parleremo - ho portato con me, come è giusto che sia, gli Uffici, perché, se tra tre mesi non sarò più Sindaco, quelle relazioni devono essere dell'Ufficio, della Città e non del Sindaco, che va e che viene. È questo il modello che vogliamo costruire; non so se sarà semplice, ma è il nostro obiettivo. Questa Giunta vuole provare a fare la mostra di Manet, ma, ad oggi, non so se vi siano le condizioni per poterla fare. Ci informeremo, metteremo in campo tutto quello che possiamo mettere in campo, facendo un'analisi dei costi e dei benefici. Consigliere Ricca, non mi sottraggo alla sua richiesta: ben venga la mozione di sfiducia. Se c'è il supporto del Consiglio, ben venga; rafforzate la mia posizione, perché non è la prima volta che, come Sindaca e ancor prima come Consigliere di opposizione, parlo delle mie perplessità rispetto alla gestione. Non ho alcun problema a portare avanti questa scelta, anzi vi invito ad aiutarmi in Consiglio: esprimetevi, datemi forza su questo. Qui chi ci rimette non è la Giunta, ma la Città. Credo che non sia una questione personale e non sto facendo la battaglia contro una persona perché quella persona non mi piace, ma dico che questa condizione non è percorribile, perché, evidentemente, non si riesce a lavorare nell'interesse della Città. Chiedo, quindi, al Consigliere Ricca e, magari, anche alla mia maggioranza di procedere con questa mozione di sfiducia. Aggiungo un'altra risposta: il 30 agosto abbiamo pubblicato l'avviso per la sostituzione, poi c'è stato il mese di settembre e ci sembrava giusto che l'avviso fosse presente per almeno 45 giorni, in modo tale che le persone potessero rispondere. Procederemo con la nomina, ma l'avremmo fatto comunque; siamo consapevoli che dobbiamo nominare una persona lì, ma questo non prescinde dal fatto che, evidentemente, ci sono stati dei forti problemi di comunicazione e ritengo che il Presidente di una Fondazione in una situazione di difficoltà avrebbe dovuto informare la Giunta, ma questa informazione non è arrivata. Riassumendo, questa Amministrazione non ha alcuna contrarietà a prescindere a un evento. Stiamo lavorando, ragionando su costi e benefici e ci sono già le dimostrazioni, perché stiamo portando avanti alcuni eventi, anche se c'erano delle criticità. Questa Giunta proverà a capire se ci sono le condizioni per andare avanti con la mostra di Manet; questa Giunta ritiene che non vi siano le condizioni per poter continuare a lavorare con l'attuale Presidente della Fondazione Torino Musei (come ho già detto più volte); questa Giunta procederà con la nomina per la sostituzione entro fine mese e questa Giunta chiede al Consiglio di darle forza esprimendo anch'esso un indirizzo in merito all'attuale nomina del Presidente. VERSACI Fabio (Presidente) Le comunicazioni sono state effettuate. |