Città di Torino

Consiglio Comunale

Città di Torino > Consiglio Comunale > VERBALI > Torna indietro

Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 26 Settembre 2016 ore 14,00
Paragrafo n. 11
MOZIONE 2016-03691
(MOZIONE N. 71/2016) "URBAN CENTER" PRESENTATA DALLA CONSIGLIERA ARTESIO IN DATA 3 AGOSTO 2016.
Interventi
"Urban Center"
"Un nuovo Urban Center"

VERSACI Fabio (Presidente)
Passiamo all'esame congiunto della proposta di mozione n. mecc. 201603691/002,
presentata dalla Consigliera Artesio in data 3 agosto 2016, avente per oggetto:

"Urban Center".

e della proposta di mozione n. mecc. 201603872/002, presentata dai Consiglieri
Carretto, Amore, Curatella, Ferrero, Giovara, Gosetto, Iaria e Malanca in data 1°
settembre 2016, avente per oggetto:

"Un nuovo Urban Center".

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola alla Consigliera Artesio.

ARTESIO Eleonora
La mia illustrazione sarà necessariamente sintetica, perché l'oggetto è stato ampiamente
sviluppato in due sedute consecutive della II Commissione. Credo sia elemento di
valutazione condiviso il fatto che la nostra Città sia stata attraversata nel tempo da
profonde trasformazioni, anche a esito dell'adozione di varianti strutturali e a maggior
ragione in un'epoca nella quale l'attuale Amministrazione si propone la revisione del
Piano Regolatore Generale, è più che mai necessaria la condivisione di una visione
strategica della Città.
Una visione strategica sulla nostra Città nel contesto europeo, una visione strategica
della nostra Città nel mutamento intervenuto rispetto alle funzioni dominanti, dalla
produzione manifatturiera alla prevalenza del settore terziario e turistico; una visione
strategica necessaria nel momento in cui avvertiamo e soffriamo gli elementi di
disuguaglianza che ancora persistono…

VERSACI Fabio (Presidente)
È possibile avere un po' di silenzio per cortesia? Se qualcuno vuole parlare può uscire
fuori dall'Aula, grazie.

ARTESIO Eleonora
…tra le qualità abitative e le connessioni della mobilità, le caratteristiche ambientali di
arredo urbano tra il centro e le zone più periferiche della nostra Città.
Indubbiamente, quindi, il processo di trasformazione che l'Amministrazione si attende a
governare è un processo che merita la più ampia discussione pubblica e la più ampia
condivisione. Da questo punto di vista molte capitali europee si sono nel tempo dotate
di strumenti di indagine, confronto, monitoraggio, valutazione delle reciproche
esperienze, aperture di dibattito pubblico esattamente sulle strategie urbane.
Anche Torino ha seguito questa strada: lo ha fatto con conferenze partecipative dei
soggetti rappresentativi della Città, come Torino Strategica, e lo ha fatto attraverso
l'adozione di strumenti operativi quale l'Urban Center, che agisce da molti anni (prima
sotto l'egida delle competenze universitarie e, poi, sotto la Presidenza dell'Assessore
all'Urbanistica) per rendere visibili e intelligibili alla popolazione cittadina le
trasformazioni urbane in corso nel nostro territorio.
Crediamo che al percorso iniziato vadano assegnate un'impronta e una svolta, che, a
nostro modo di vedere, si caratterizzano per due elementi: il primo elemento è che
l'Urban Center non può essere la presentazione pubblica, più o meno gradevole e più o
meno accattivante, delle decisioni su cui è in corso un processo di confronto interno al
governo della Città e non può nemmeno essere la mera presentazione alla cittadinanza
delle decisioni assunte e dei progetti in fieri. Deve essere, come dicevamo prima,
l'occasione di un dibattito pubblico che alterni le competenze scientifiche di più alto
livello con la partecipazione diretta delle organizzazioni formali e informali della
cittadinanza. Anche ai fini di una maggiore efficienza delle decisioni, non sfugge ad
alcuno che ogni trasformazione adottata nella Città, quale che sia il giudizio che
vogliamo operare su di essa, ha suscitato da parte della cittadinanza residente opinioni
contrastanti che, nel tempo, hanno prodotto conflittualità più o meno acute e, quindi,
credo che, laddove non si voglia condividere il principio culturale dell'Urban Center,
almeno vi ci si debba adattare rispetto alla necessità di trovare luoghi di mediazione
ragionevoli, competenti e rilassati rispetto alla trasformazione urbana
Quindi, il primo tema è trasformare la modalità dell'agire dell'Urban Center -
potremmo dire - dal basso verso l'alto, farne un luogo di dibattito prima che le decisioni
siano assunte e far sì che le decisioni assunte debbano dimostrare alle diverse parti in
causa e ai diversi argomenti in gioco per quale ragione quella soluzione sia da ritenersi
preferibile. L'altra condizione è il fatto che per agire questo tipo di pratica occorre che a
condurla non ci sia un interesse di parte, cioè non ci sia l'interesse
dell'Amministrazione a validare le scelte strategiche già compiute e già affini alla
propria matrice culturale. Chiediamo, quindi, che l'Urban Center abbia una direzione
terza, eventualmente individuata attraverso processi di selezione europea, che la
configuri come non l'evento della Città di Torino, ma come collocare Torino tra gli
eventi europei, cioè fare in modo che la Città di Torino diventi attraente per i cultori
dell'accademia e della materia rispetto al fatto di poter discutere in questa città delle
future sorti di questo capoluogo e, quindi, di farla diventare un interesse europeo
almeno per il mondo accademico. Come dicevo prima, una terzietà che garantisca non
solo la rappresentanza dei soggetti, ma anche la partecipazione. Per questo motivo
pensiamo anche a una collocazione differente, più ampia e più agibile, rispetto al centro
della città.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola al Consigliere Carretto.

CARRETTO Damiano
Anche io cercherò di essere sintetico per quanto riguarda la nostra proposta di mozione.
Come ha detto la Consigliera Artesio, l'argomento è stato ampiamente dibattuto in
Commissione ed abbiamo anche fatto un sopralluogo nell'Urban Center.
Come ho già detto in Commissione, in linea di principio siamo concordi con quanto
appena illustrato dalla Consigliera: la terzietà dell'Urban Center, le modalità di scelta
dei suoi vertici ed il fatto che la sua sede possa essere eventualmente ripensata in
un'altra parte della città, magari in una collocazione più periferica e più vicina alle zone
di trasformazione della città.
Proprio come ha detto la Consigliera Artesio, siamo anche consapevoli del fatto che, in
questi anni, Urban Center probabilmente ha usato troppo spesso la parola: "raccontare".
Se si conoscono le attività dell'Urban Center, queste sono state spesso incentrate sul
concetto di raccontare la città che cambia; raccontare vuol dire prendere atto di un
cambiamento già deciso e riferirlo ai cittadini. Noi riteniamo che il ruolo dell'Urban
Center - così come lo immaginiamo noi - sia un altro: creare un dibattito e anche un
sistema di critica, perché quello che è mancato all'Urban Center è stata anche la critica
rispetto a quello che veniva deciso e pianificato a livello amministrativo.
In questo senso, una terzietà per noi è assolutamente necessaria per evitare di avere un
Urban Center che, forse, non è nient'altro che un quasi ufficio stampa
dell'Amministrazione pubblica di turno, qualunque essa sia; noi vorremmo evitare che
l'Urban Center svolgesse questo ruolo.
Aggiungerei solo un punto - e penso che la Consigliera Artesio possa essere d'accordo
con me -: l'idea di rivedere l'Urban Center non mette assolutamente in dubbio la
professionalità di chi vi lavora o vi ha lavorato negli anni scorsi. Il lavoro svolto
dall'Urban Center è stato buono; dal nostro punto di vista, è stato indirizzato male, ma è
stato svolto in maniera egregia. In questo senso, non vogliamo assolutamente mettere in
dubbio le professionalità presenti all'interno dell'Urban Center.
Presidente, se è d'accordo, vorrei illustrare gli emendamenti presentati alla proposta di
mozione, così da fare un unico intervento.

VERSACI Fabio (Presidente)
Proceda pure all'illustrazione degli emendamenti, Consigliere Carretto.

CARRETTO Damiano
Riguardo agli emendamenti, pur condividendo la proposta di mozione presentata dalla
Consigliera Artesio, come Movimento 5 Stelle abbiamo una visione a medio-lungo
periodo che riguarda la struttura stessa dell'Urban Center; noi riteniamo che a Torino vi
siano diversi soggetti che operano se non sul medesimo argomento, su argomenti
contigui e a volte sovrapposti, e con questo atto di indirizzo (perché la proposta di
mozione è un atto di indirizzo verso la Giunta) intendiamo indirizzare il lavoro della
Giunta nell'ottica di ripensare l'Urban Center all'interno di una struttura che accorpi
diversi soggetti che, sul territorio, hanno funzioni simili e complementari, in modo da
arrivare ad ottenere una struttura completa che guardi la Città a 360 gradi, in tutte le sue
componenti (quindi, magari non solo l'urbanistica, non solo la riqualificazione
energetica e non solo i rapporti tra Torino e quello che sta intorno a Torino).
Ci piacerebbe avere una struttura che possa anche fare un po' scuola al di fuori della
Città, qualcosa che abbia un'impronta più globale nella visione dello sviluppo, della
crescita e della trasformazione di una città.
A questo proposito, abbiamo presentato due emendamenti alla proposta di mozione
della Consigliera Artesio per inserire questa visione che completa la discussione
sull'Urban Center. Ovviamente, accorpare più soggetti va anche nell'ottica di una
razionalizzazione e un miglioramento del servizio e di una diminuzione delle spese; il
nostro intendimento è questo. Attenderemo che la Giunta avanzi le sue proposte; in
Commissione, il Vicesindaca ha già detto che si sta andando in quella direzione e,
quindi, attendiamo gli atti veri e propri, magari per intavolare successivamente
un'ulteriore discussione sul tema e costruire questo nuovo soggetto.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola al Consigliere Lo Russo.

LO RUSSO Stefano
Presidente, posso intervenire sulla mozione o, come sulle richieste di comunicazioni,
neanche quanto pattuito in Capigruppo…

VERSACI Fabio (Presidente)
Mi scuso, ma non è stata una mia volontà. Dopo la discussione su queste proposte di
mozione, le lascerò il minuto per l'illustrazione della richiesta di comunicazioni non
concessa. Prego, Consigliere Lo Russo.

LO RUSSO Stefano
La ringrazio moltissimo di questa sua magnanimità, Presidente.
Io partirei in questa discussione da uno degli ultimi premi che ha ricevuto la Città di
Torino: da Urbanpromo 2016 per i 20 anni del nostro PRG, un riepilogo di 20 anni di
trasformazione urbana della Città e la motivazione, anzi, la categoria del premio è:
"Equilibrio degli interessi nel rapporto pubblico-privato". La questione di fondo intorno
a cui ruotano queste due proposte di mozione - e senza infingimenti io ho avuto modo di
dirlo in Commissione e lo ribadisco in Aula - ovviamente attiene ad un giudizio che
l'attuale maggioranza che governa esprime, legittimamente, sulla trasformazione urbana
della città e che è un giudizio che non solo ci trova radicalmente contrari sotto il profilo
dell'impostazione culturale, ma ci pare che, in termini di condivisione generale esterna
alla cinta daziaria della città, riscontri un grado di apprezzamento da parte della
comunità scientifica e degli addetti ai lavori, che sono i due stakeholders che sono stati
citati sia dalla Collega Artesio che dal Collega Carretto, attorno a cui ruota appunto il
tema della trasformazione urbana della Città.
L'Urban Center che, in realtà, è l'oggetto della mozione, quindi diventa non tanto uno
strumento di per sé della mozione in quanto tale ma diventa il fil rouge che lega i due
atti (che, per certi versi, si sovrappongono in molte parti e che si pongono proprio
nell'ottica della cosiddetta terzietà della istituzione rispetto al dibattito urbanistico), che
in qualche modo portano a far diventare l'Urban Center non tanto l'oggetto in sé della
mozione, quanto piuttosto il veicolo intorno a cui ribadire e riconsiderare il
ragionamento urbanistico sulla città o, meglio, la critica alla trasformazione urbana della
Città, che non è un caso che, in nuce ai due documenti, venga ripercorsa con grande
dettaglio.
Quindi, in realtà, l'argomentazione in ordine alle questioni del dibattito pubblico e
dell'azione dal basso nel processo di ragionamento sulla Città diventa (anche nel verso
positivo, non vorrei offendere i Colleghi) strumentale e, ovviamente, l'Urban Center - di
cui molti Consiglieri non conoscevano neanche l'esistenza fino a poche settimane fa -
diventa l'oggetto giuridico intorno a cui concentrare gli sforzi per ribadire il tema
politico della critica politica strutturale alla trasformazione urbana di Torino.
È del tutto evidente che molti dei soggetti che, in qualche modo in questi anni, si sono
sentiti esclusi dal processo di trasformazione urbana della Città, dai suoi processi
elaborativi e da tutte quelle che sono le componenti intorno a cui una città pensa e
ragiona sul suo futuro, vedono proprio all'interno dello strumento Urban Center il
veicolo intorno a cui tornare a far sentire la propria voce. Del resto era uno dei cardini
programmatici del raggruppamento politico che ha portato la Consigliera Artesio in Sala
Rossa ed era, per certi versi, uno dei pilastri fondanti dell'attuale maggioranza che
governa la Città.
Noi continuiamo a ribadire il nostro giudizio politico e il nostro giudizio storico sul
fatto che, per quanto possa essere criticabile e per quanto non sia esente da elementi di
criticità, la trasformazione urbana di Torino continua ad essere riconosciuta come uno
degli elementi più rilevanti relativamente alla vocazione che, oggi, l'attuale
Amministrazione si trova a dover gestire e questo non lo dice il Partito Democratico,
non lo dice il Consigliere Lo Russo - ci pare di poter rilevare, sulla base del lungo
elenco di premi che riceve la Città di Torino - lo dice la comunità scientifica
internazionale.
Tornando al tema specifico del ruolo dell'Urban Center, è ovvio che alcuni degli
elementi che sono emersi nell'ambito del dibattito in Commissione e che sono presenti
all'interno dei documenti (cioè l'esigenza di avere un luogo terzo di discussione rispetto
a un luogo primo, anche se non capisco dov'è il luogo secondo ma immagino che ci sia
anche un luogo secondo sulla discussione urbanistica) non ci trovano assolutamente
contrari. Non solo non ci trovano contrari, ma, per certi versi, nell'ottica di immaginare
un profilo strategico da dare all'Urban Center, condividiamo anche l'idea di una
progressiva razionalizzazione di tutte quelle che sono state le agenzie della Città, che, a
vario titolo - e qui ha ragione il Consigliere Carretto -, si occupano di trasformazione
urbana nelle diverse accezioni. Sotto questo profilo squisitamente di impostazione,
credo davvero che questi siano elementi che possono essere anche condivisi.
Chiudo dicendo che, alla luce di questi elementi, non ci pare tuttavia di poter sostenere
l'atto presentato dai Colleghi, proprio perché, in realtà, parte e viene scritto su
presupposti che noi non condividiamo dal punto di vista strutturale; ci mettiamo in una
posizione propositiva rispetto agli intendimenti anche contenuti negli emendamenti
presentati dal Consigliere Carretto, cioè, questa mission che viene in qualche modo
declamata, di cui però, ad oggi, onestamente facciamo fatica ad individuarne i contorni
precisi ed operativi e rimaniamo in attesa, a questo punto, a valle dell'approvazione
degli atti, di verificare quale sarà poi il disegno che emergerà da questa nuova
impostazione dell'Urban Center e ovviamente saremo a disposizione, se riterrete, per
poter dare dei suggerimenti anche metodologici: ovviamente, per queste ragioni, in
un'ottica davvero costruttiva, ci asterremo su entrambi gli atti presentati.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola al Consigliere Rosso.

ROSSO Roberto
Vorrei premettere che le scelte di natura urbanistica competono alla maggioranza, anzi
la ragione per cui i cittadini eleggono qualcuno in quest'Aula a fare il Sindaco,
l'Assessore o il Consigliere è essenzialmente quella di decidere come saranno i
trasporti, la viabilità, il verde pubblico e quant'altro. Pertanto mi sembra ragionevole,
anche se improprio dal punto di vista dei costi, che la vecchia Amministrazione e anche
quella precedente abbiano creato uno strumento che cantava il Magnificat in chiesa alle
loro scelte urbanistiche, cioè loro decidevano che cosa fare su Torino e c'era questo
organismo che amplificava nella comunità scientifica, accademica e professionale le
ragioni di quelle scelte.
Trovo che questo processo sia stato uno spreco dal punto di vista delle risorse
finanziarie, ma, quantomeno, è stato un processo ragionevole, perché qualcuno decideva
e, poi, c'era qualcun altro che espandeva le decisioni all'interno della città. In linea di
principio, condivido quanto illustrato dai Consiglieri Artesio e Carretto, cioè creare un
organo di terzietà; intendiamoci, però: a noi la terzietà va bene a condizione che serva a
far partecipare la gente alle scelte che prima venivano soltanto decantate.
Prima, uno decideva (senza la partecipazione dei cittadini) e, poi, spiegava ai cittadini
quello che era stato deciso, mentre adesso, se ho capito bene - e, in questo caso, lo
condividerei -, si decide con i cittadini; ricordo di aver partecipato a diversi dibattiti in
cui era presente anche il Vicesindaca Montanari, nel corso dei quali lui reclamava
questa priorità, cioè, se avesse vinto il Movimento 5 Stelle, si sarebbe partiti da una
preparazione anteriore e a una decisione successiva.
Da questo punto di vista, ha ragione chi vuole un ente di terzietà rispetto a questa
funzione, perché mi sembra che sia il criterio necessario avere un ente che non è
partigiano dell'Amministrazione, ma che consente a tutti di dire la loro su dove fare il
parco cittadino, la viabilità, la Metropolitana e quant'altro.
Non mi troverei invece d'accordo se questo significasse creare un soggetto terzo che
avanzasse una proposta urbanistica distinta da quella dell'Amministrazione Comunale;
mi sembrerebbe una follia se le Amministrazioni Comunali creassero una soggettività
para-privata nella città per discutere quello che loro devono decidere.
Vorrei chiudere il mio intervento sottolineando che, per adesso, mi sembra che le scelte
dell'Amministrazione targata Movimento 5 Stelle non siano conseguenti a quelle che
erano le loro dichiarazioni originarie. Voglio ricordare che qui ci sono state due
discussioni (su corso Grosseto e sulla Linea 2 della Metropolitana) e, in entrambi i casi,
si era detto che si sarebbe partiti dai cittadini, anche con eventuale sanzione, per
rivedere il processo che, inopinatamente, la Regione e il Comune (nel secondo caso,
soltanto il Comune) avevano optato di rendere decisionale all'interno di questa Aula.
Mi è sembrato che, invece, in entrambi i casi non si faccia niente di tutto questo, perché
si continua nella perpetuazione di un sistema che, originariamente, aveva messo in
pratica la Giunta di sinistra. Mi auguro che alle ottime intenzioni seguano anche ottimi
comportamenti e non pessimi comportamenti, perché - a proposito ne ho parlato anche
con l'Assessora Lapietra - sulla Linea 2 della Metropolitana il Vicesindaca Montanari
nel corso di due o tre dibattiti aveva detto che, se avessero guidato l'Amministrazione
della Città di Torino, avrebbero fatto una grande discussione per rivedere il percorso,
concordandolo con la gente e costruendolo in maniera consona a quelle che sono le
aspettative della popolazione. A distanza di due mesi, sento che l'Assessora Lapietra
conferma che prosegue l'appalto per la progettazione. Se l'appalto per la progettazione
va avanti - me lo potrà confermare chiunque - sarà difficile ipotizzare che, chi vincerà il
concorso, potrà cambiare successivamente e chi arriverà terzo, quarto o quinto potrà
contestare il fatto che, al cambio di progetto, magari sarebbe seguito anche un cambio di
aggiudicazione.
Queste sono cose che mi lasciano interdetto sul comportamento del Movimento 5 Stelle
in quest'Aula e mi piacerebbe capire anche dall'Amministrazione, oltre che dai due
presentatori, qual è l'atteggiamento che ci dobbiamo aspettare da loro, se è coerente alle
intenzioni dichiarate prima della campagna elettorale o se è coerente, invece, con il
mantenimento del comportamento che era ascrivibile alla vecchia Giunta di sinistra.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola al Vicesindaca.

MONTANARI Guido (Vicesindaca)
Intervengo molto brevemente, perché, come si è detto, di queste cose abbiamo già
parlato ampiamente in Commissione con un dibattito anche ricco e interessante, a cui
rimando. Faccio solo un paio di precisazioni: l'Urban Center ha un po' un peccato
originale, cioè è nato come qualche cosa di assolutamente non terzo, ma un vero e
proprio braccio armato dell'Amministrazione per far passare in ambienti più o meno
intellettuali, negli ambienti colti della Città, alcune idee, alcune prospettive politiche
molto precise. Da questo punto di vista, la vicenda del grattacielo nell'organizzazione
del suo dibattito pubblico è emblematica; nell'Urban Center non è mai passata una
parola di critica a queste scelte, mentre invece è passato un sostanziale sostegno, non
soltanto approvazione. È un esempio, ma se ne possono fare molti altri.
Devo dire - e l'ho detto pubblicamente - che la "gestione Lo Russo", secondo me, è
andata in una direzione positiva, che sostanzialmente condividiamo, perché ha iniziato
ad aprire una autonomizzazione dell'Urban Center dalle scelte politiche
dell'Amministrazione, ne ha premesso alcune possibilità da questo punto di vista, anche
snellendo un po' la struttura dell'Urban Center, sostituendo la direzione.
Questo processo però, come ho già detto, non è completato; noi lo vogliamo portare
avanti, lo vogliamo approfondire e vogliamo farne davvero un organismo di dibattito
libero e democratico per i cittadini.
Come giustamente ha detto, mi sembra, il Consigliere Rosso, non deve diventare un
organismo terzo di progettazione, un organismo terzo di proposta, ma deve
semplicemente essere la cassa di risonanza di un dibattito che noi vogliamo sollecitare e
stimolare nella città. Ci sono, nel suo Statuto, alcune parole nella missione che io vorrei
modificare; per esempio, si parla ancora di presidio e di accompagnamento, due parole
che, secondo me, vanno tolte, perché "accompagnare" non vuol dire nulla, si
accompagna qualcuno che ha già deciso un percorso. Noi non dobbiamo accompagnare
nessuno, dobbiamo semplicemente illustrare percorsi, raccogliere dai cittadini
alternative e aprire un dibattito da questo punto di vista. Questo è il significato di Urban
Center. Inoltre, l'Urban Center, in qualche fase della sua storia, è stato addirittura un po'
un organismo di sovra controllo delle proposte urbanistiche; questa è una cosa folle, una
cosa che sta al di fuori da qualsiasi regola sia democratica sia tecnico-culturale, quindi
certamente da eliminare.
Sul secondo punto che ha sollevato il Consigliere Lo Russo, cioè sul dibattito in merito
alle scelte urbanistiche, quest'Aula è l'espressione di una critica alle scelte urbanistiche
che sono state fatte in questi anni. Quando il Consigliere Lo Russo parla di
apprezzamento della comunità scientifica, si riferisce a una parte della comunità
scientifica, perché altrettanta parte della comunità scientifica si è espressa in modi molto
critici. Io ricordo un convegno di bilancio al Politecnico sui vent'anni del PRG, a cui
l'Assessore era stato invitato, nel quale mi sembra che, su una ventina di interventi, una
stragrande maggioranza fosse molto critica. Poi, tante persone che non erano presenti in
quel convegno si sono espresse in altre forme, in altri modi, eccetera, quindi il dibattito
è naturalmente aperto. Poi, che la comunità scientifica aderisca a una posizione o a
un'altra, secondo me, è un'immagine che il Consigliere Lo Russo ci dà che non
corrisponde al vero.
Devo rispondere ancora una volta al Consigliere Rosso. Noi abbiamo un programma di
mandato, lo stiamo portando avanti, non c'è nessuna contraddizione tra quello che
facciamo e quello che abbiamo detto. È ancora un po' presto per decidere se stiamo
davvero facendo il nostro mandato o meno; io sono convinto che ci siamo pienamente
dentro.

VERSACI Fabio (Presidente)
Grazie, Vicesindaca.
Copyright © Comune di Torino - accesso Intracom Comunale (riservato ai dipendenti)