Interventi |
"Urban Center" "Un nuovo Urban Center" VERSACI Fabio (Presidente) Passiamo all'esame congiunto della proposta di mozione n. mecc. 201603691/002, presentata dalla Consigliera Artesio in data 3 agosto 2016, avente per oggetto: "Urban Center". e della proposta di mozione n. mecc. 201603872/002, presentata dai Consiglieri Carretto, Amore, Curatella, Ferrero, Giovara, Gosetto, Iaria e Malanca in data 1° settembre 2016, avente per oggetto: "Un nuovo Urban Center". VERSACI Fabio (Presidente) La parola alla Consigliera Artesio. ARTESIO Eleonora La mia illustrazione sarà necessariamente sintetica, perché l'oggetto è stato ampiamente sviluppato in due sedute consecutive della II Commissione. Credo sia elemento di valutazione condiviso il fatto che la nostra Città sia stata attraversata nel tempo da profonde trasformazioni, anche a esito dell'adozione di varianti strutturali e a maggior ragione in un'epoca nella quale l'attuale Amministrazione si propone la revisione del Piano Regolatore Generale, è più che mai necessaria la condivisione di una visione strategica della Città. Una visione strategica sulla nostra Città nel contesto europeo, una visione strategica della nostra Città nel mutamento intervenuto rispetto alle funzioni dominanti, dalla produzione manifatturiera alla prevalenza del settore terziario e turistico; una visione strategica necessaria nel momento in cui avvertiamo e soffriamo gli elementi di disuguaglianza che ancora persistono… VERSACI Fabio (Presidente) È possibile avere un po' di silenzio per cortesia? Se qualcuno vuole parlare può uscire fuori dall'Aula, grazie. ARTESIO Eleonora …tra le qualità abitative e le connessioni della mobilità, le caratteristiche ambientali di arredo urbano tra il centro e le zone più periferiche della nostra Città. Indubbiamente, quindi, il processo di trasformazione che l'Amministrazione si attende a governare è un processo che merita la più ampia discussione pubblica e la più ampia condivisione. Da questo punto di vista molte capitali europee si sono nel tempo dotate di strumenti di indagine, confronto, monitoraggio, valutazione delle reciproche esperienze, aperture di dibattito pubblico esattamente sulle strategie urbane. Anche Torino ha seguito questa strada: lo ha fatto con conferenze partecipative dei soggetti rappresentativi della Città, come Torino Strategica, e lo ha fatto attraverso l'adozione di strumenti operativi quale l'Urban Center, che agisce da molti anni (prima sotto l'egida delle competenze universitarie e, poi, sotto la Presidenza dell'Assessore all'Urbanistica) per rendere visibili e intelligibili alla popolazione cittadina le trasformazioni urbane in corso nel nostro territorio. Crediamo che al percorso iniziato vadano assegnate un'impronta e una svolta, che, a nostro modo di vedere, si caratterizzano per due elementi: il primo elemento è che l'Urban Center non può essere la presentazione pubblica, più o meno gradevole e più o meno accattivante, delle decisioni su cui è in corso un processo di confronto interno al governo della Città e non può nemmeno essere la mera presentazione alla cittadinanza delle decisioni assunte e dei progetti in fieri. Deve essere, come dicevamo prima, l'occasione di un dibattito pubblico che alterni le competenze scientifiche di più alto livello con la partecipazione diretta delle organizzazioni formali e informali della cittadinanza. Anche ai fini di una maggiore efficienza delle decisioni, non sfugge ad alcuno che ogni trasformazione adottata nella Città, quale che sia il giudizio che vogliamo operare su di essa, ha suscitato da parte della cittadinanza residente opinioni contrastanti che, nel tempo, hanno prodotto conflittualità più o meno acute e, quindi, credo che, laddove non si voglia condividere il principio culturale dell'Urban Center, almeno vi ci si debba adattare rispetto alla necessità di trovare luoghi di mediazione ragionevoli, competenti e rilassati rispetto alla trasformazione urbana Quindi, il primo tema è trasformare la modalità dell'agire dell'Urban Center - potremmo dire - dal basso verso l'alto, farne un luogo di dibattito prima che le decisioni siano assunte e far sì che le decisioni assunte debbano dimostrare alle diverse parti in causa e ai diversi argomenti in gioco per quale ragione quella soluzione sia da ritenersi preferibile. L'altra condizione è il fatto che per agire questo tipo di pratica occorre che a condurla non ci sia un interesse di parte, cioè non ci sia l'interesse dell'Amministrazione a validare le scelte strategiche già compiute e già affini alla propria matrice culturale. Chiediamo, quindi, che l'Urban Center abbia una direzione terza, eventualmente individuata attraverso processi di selezione europea, che la configuri come non l'evento della Città di Torino, ma come collocare Torino tra gli eventi europei, cioè fare in modo che la Città di Torino diventi attraente per i cultori dell'accademia e della materia rispetto al fatto di poter discutere in questa città delle future sorti di questo capoluogo e, quindi, di farla diventare un interesse europeo almeno per il mondo accademico. Come dicevo prima, una terzietà che garantisca non solo la rappresentanza dei soggetti, ma anche la partecipazione. Per questo motivo pensiamo anche a una collocazione differente, più ampia e più agibile, rispetto al centro della città. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Carretto. CARRETTO Damiano Anche io cercherò di essere sintetico per quanto riguarda la nostra proposta di mozione. Come ha detto la Consigliera Artesio, l'argomento è stato ampiamente dibattuto in Commissione ed abbiamo anche fatto un sopralluogo nell'Urban Center. Come ho già detto in Commissione, in linea di principio siamo concordi con quanto appena illustrato dalla Consigliera: la terzietà dell'Urban Center, le modalità di scelta dei suoi vertici ed il fatto che la sua sede possa essere eventualmente ripensata in un'altra parte della città, magari in una collocazione più periferica e più vicina alle zone di trasformazione della città. Proprio come ha detto la Consigliera Artesio, siamo anche consapevoli del fatto che, in questi anni, Urban Center probabilmente ha usato troppo spesso la parola: "raccontare". Se si conoscono le attività dell'Urban Center, queste sono state spesso incentrate sul concetto di raccontare la città che cambia; raccontare vuol dire prendere atto di un cambiamento già deciso e riferirlo ai cittadini. Noi riteniamo che il ruolo dell'Urban Center - così come lo immaginiamo noi - sia un altro: creare un dibattito e anche un sistema di critica, perché quello che è mancato all'Urban Center è stata anche la critica rispetto a quello che veniva deciso e pianificato a livello amministrativo. In questo senso, una terzietà per noi è assolutamente necessaria per evitare di avere un Urban Center che, forse, non è nient'altro che un quasi ufficio stampa dell'Amministrazione pubblica di turno, qualunque essa sia; noi vorremmo evitare che l'Urban Center svolgesse questo ruolo. Aggiungerei solo un punto - e penso che la Consigliera Artesio possa essere d'accordo con me -: l'idea di rivedere l'Urban Center non mette assolutamente in dubbio la professionalità di chi vi lavora o vi ha lavorato negli anni scorsi. Il lavoro svolto dall'Urban Center è stato buono; dal nostro punto di vista, è stato indirizzato male, ma è stato svolto in maniera egregia. In questo senso, non vogliamo assolutamente mettere in dubbio le professionalità presenti all'interno dell'Urban Center. Presidente, se è d'accordo, vorrei illustrare gli emendamenti presentati alla proposta di mozione, così da fare un unico intervento. VERSACI Fabio (Presidente) Proceda pure all'illustrazione degli emendamenti, Consigliere Carretto. CARRETTO Damiano Riguardo agli emendamenti, pur condividendo la proposta di mozione presentata dalla Consigliera Artesio, come Movimento 5 Stelle abbiamo una visione a medio-lungo periodo che riguarda la struttura stessa dell'Urban Center; noi riteniamo che a Torino vi siano diversi soggetti che operano se non sul medesimo argomento, su argomenti contigui e a volte sovrapposti, e con questo atto di indirizzo (perché la proposta di mozione è un atto di indirizzo verso la Giunta) intendiamo indirizzare il lavoro della Giunta nell'ottica di ripensare l'Urban Center all'interno di una struttura che accorpi diversi soggetti che, sul territorio, hanno funzioni simili e complementari, in modo da arrivare ad ottenere una struttura completa che guardi la Città a 360 gradi, in tutte le sue componenti (quindi, magari non solo l'urbanistica, non solo la riqualificazione energetica e non solo i rapporti tra Torino e quello che sta intorno a Torino). Ci piacerebbe avere una struttura che possa anche fare un po' scuola al di fuori della Città, qualcosa che abbia un'impronta più globale nella visione dello sviluppo, della crescita e della trasformazione di una città. A questo proposito, abbiamo presentato due emendamenti alla proposta di mozione della Consigliera Artesio per inserire questa visione che completa la discussione sull'Urban Center. Ovviamente, accorpare più soggetti va anche nell'ottica di una razionalizzazione e un miglioramento del servizio e di una diminuzione delle spese; il nostro intendimento è questo. Attenderemo che la Giunta avanzi le sue proposte; in Commissione, il Vicesindaca ha già detto che si sta andando in quella direzione e, quindi, attendiamo gli atti veri e propri, magari per intavolare successivamente un'ulteriore discussione sul tema e costruire questo nuovo soggetto. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Lo Russo. LO RUSSO Stefano Presidente, posso intervenire sulla mozione o, come sulle richieste di comunicazioni, neanche quanto pattuito in Capigruppo… VERSACI Fabio (Presidente) Mi scuso, ma non è stata una mia volontà. Dopo la discussione su queste proposte di mozione, le lascerò il minuto per l'illustrazione della richiesta di comunicazioni non concessa. Prego, Consigliere Lo Russo. LO RUSSO Stefano La ringrazio moltissimo di questa sua magnanimità, Presidente. Io partirei in questa discussione da uno degli ultimi premi che ha ricevuto la Città di Torino: da Urbanpromo 2016 per i 20 anni del nostro PRG, un riepilogo di 20 anni di trasformazione urbana della Città e la motivazione, anzi, la categoria del premio è: "Equilibrio degli interessi nel rapporto pubblico-privato". La questione di fondo intorno a cui ruotano queste due proposte di mozione - e senza infingimenti io ho avuto modo di dirlo in Commissione e lo ribadisco in Aula - ovviamente attiene ad un giudizio che l'attuale maggioranza che governa esprime, legittimamente, sulla trasformazione urbana della città e che è un giudizio che non solo ci trova radicalmente contrari sotto il profilo dell'impostazione culturale, ma ci pare che, in termini di condivisione generale esterna alla cinta daziaria della città, riscontri un grado di apprezzamento da parte della comunità scientifica e degli addetti ai lavori, che sono i due stakeholders che sono stati citati sia dalla Collega Artesio che dal Collega Carretto, attorno a cui ruota appunto il tema della trasformazione urbana della Città. L'Urban Center che, in realtà, è l'oggetto della mozione, quindi diventa non tanto uno strumento di per sé della mozione in quanto tale ma diventa il fil rouge che lega i due atti (che, per certi versi, si sovrappongono in molte parti e che si pongono proprio nell'ottica della cosiddetta terzietà della istituzione rispetto al dibattito urbanistico), che in qualche modo portano a far diventare l'Urban Center non tanto l'oggetto in sé della mozione, quanto piuttosto il veicolo intorno a cui ribadire e riconsiderare il ragionamento urbanistico sulla città o, meglio, la critica alla trasformazione urbana della Città, che non è un caso che, in nuce ai due documenti, venga ripercorsa con grande dettaglio. Quindi, in realtà, l'argomentazione in ordine alle questioni del dibattito pubblico e dell'azione dal basso nel processo di ragionamento sulla Città diventa (anche nel verso positivo, non vorrei offendere i Colleghi) strumentale e, ovviamente, l'Urban Center - di cui molti Consiglieri non conoscevano neanche l'esistenza fino a poche settimane fa - diventa l'oggetto giuridico intorno a cui concentrare gli sforzi per ribadire il tema politico della critica politica strutturale alla trasformazione urbana di Torino. È del tutto evidente che molti dei soggetti che, in qualche modo in questi anni, si sono sentiti esclusi dal processo di trasformazione urbana della Città, dai suoi processi elaborativi e da tutte quelle che sono le componenti intorno a cui una città pensa e ragiona sul suo futuro, vedono proprio all'interno dello strumento Urban Center il veicolo intorno a cui tornare a far sentire la propria voce. Del resto era uno dei cardini programmatici del raggruppamento politico che ha portato la Consigliera Artesio in Sala Rossa ed era, per certi versi, uno dei pilastri fondanti dell'attuale maggioranza che governa la Città. Noi continuiamo a ribadire il nostro giudizio politico e il nostro giudizio storico sul fatto che, per quanto possa essere criticabile e per quanto non sia esente da elementi di criticità, la trasformazione urbana di Torino continua ad essere riconosciuta come uno degli elementi più rilevanti relativamente alla vocazione che, oggi, l'attuale Amministrazione si trova a dover gestire e questo non lo dice il Partito Democratico, non lo dice il Consigliere Lo Russo - ci pare di poter rilevare, sulla base del lungo elenco di premi che riceve la Città di Torino - lo dice la comunità scientifica internazionale. Tornando al tema specifico del ruolo dell'Urban Center, è ovvio che alcuni degli elementi che sono emersi nell'ambito del dibattito in Commissione e che sono presenti all'interno dei documenti (cioè l'esigenza di avere un luogo terzo di discussione rispetto a un luogo primo, anche se non capisco dov'è il luogo secondo ma immagino che ci sia anche un luogo secondo sulla discussione urbanistica) non ci trovano assolutamente contrari. Non solo non ci trovano contrari, ma, per certi versi, nell'ottica di immaginare un profilo strategico da dare all'Urban Center, condividiamo anche l'idea di una progressiva razionalizzazione di tutte quelle che sono state le agenzie della Città, che, a vario titolo - e qui ha ragione il Consigliere Carretto -, si occupano di trasformazione urbana nelle diverse accezioni. Sotto questo profilo squisitamente di impostazione, credo davvero che questi siano elementi che possono essere anche condivisi. Chiudo dicendo che, alla luce di questi elementi, non ci pare tuttavia di poter sostenere l'atto presentato dai Colleghi, proprio perché, in realtà, parte e viene scritto su presupposti che noi non condividiamo dal punto di vista strutturale; ci mettiamo in una posizione propositiva rispetto agli intendimenti anche contenuti negli emendamenti presentati dal Consigliere Carretto, cioè, questa mission che viene in qualche modo declamata, di cui però, ad oggi, onestamente facciamo fatica ad individuarne i contorni precisi ed operativi e rimaniamo in attesa, a questo punto, a valle dell'approvazione degli atti, di verificare quale sarà poi il disegno che emergerà da questa nuova impostazione dell'Urban Center e ovviamente saremo a disposizione, se riterrete, per poter dare dei suggerimenti anche metodologici: ovviamente, per queste ragioni, in un'ottica davvero costruttiva, ci asterremo su entrambi gli atti presentati. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Rosso. ROSSO Roberto Vorrei premettere che le scelte di natura urbanistica competono alla maggioranza, anzi la ragione per cui i cittadini eleggono qualcuno in quest'Aula a fare il Sindaco, l'Assessore o il Consigliere è essenzialmente quella di decidere come saranno i trasporti, la viabilità, il verde pubblico e quant'altro. Pertanto mi sembra ragionevole, anche se improprio dal punto di vista dei costi, che la vecchia Amministrazione e anche quella precedente abbiano creato uno strumento che cantava il Magnificat in chiesa alle loro scelte urbanistiche, cioè loro decidevano che cosa fare su Torino e c'era questo organismo che amplificava nella comunità scientifica, accademica e professionale le ragioni di quelle scelte. Trovo che questo processo sia stato uno spreco dal punto di vista delle risorse finanziarie, ma, quantomeno, è stato un processo ragionevole, perché qualcuno decideva e, poi, c'era qualcun altro che espandeva le decisioni all'interno della città. In linea di principio, condivido quanto illustrato dai Consiglieri Artesio e Carretto, cioè creare un organo di terzietà; intendiamoci, però: a noi la terzietà va bene a condizione che serva a far partecipare la gente alle scelte che prima venivano soltanto decantate. Prima, uno decideva (senza la partecipazione dei cittadini) e, poi, spiegava ai cittadini quello che era stato deciso, mentre adesso, se ho capito bene - e, in questo caso, lo condividerei -, si decide con i cittadini; ricordo di aver partecipato a diversi dibattiti in cui era presente anche il Vicesindaca Montanari, nel corso dei quali lui reclamava questa priorità, cioè, se avesse vinto il Movimento 5 Stelle, si sarebbe partiti da una preparazione anteriore e a una decisione successiva. Da questo punto di vista, ha ragione chi vuole un ente di terzietà rispetto a questa funzione, perché mi sembra che sia il criterio necessario avere un ente che non è partigiano dell'Amministrazione, ma che consente a tutti di dire la loro su dove fare il parco cittadino, la viabilità, la Metropolitana e quant'altro. Non mi troverei invece d'accordo se questo significasse creare un soggetto terzo che avanzasse una proposta urbanistica distinta da quella dell'Amministrazione Comunale; mi sembrerebbe una follia se le Amministrazioni Comunali creassero una soggettività para-privata nella città per discutere quello che loro devono decidere. Vorrei chiudere il mio intervento sottolineando che, per adesso, mi sembra che le scelte dell'Amministrazione targata Movimento 5 Stelle non siano conseguenti a quelle che erano le loro dichiarazioni originarie. Voglio ricordare che qui ci sono state due discussioni (su corso Grosseto e sulla Linea 2 della Metropolitana) e, in entrambi i casi, si era detto che si sarebbe partiti dai cittadini, anche con eventuale sanzione, per rivedere il processo che, inopinatamente, la Regione e il Comune (nel secondo caso, soltanto il Comune) avevano optato di rendere decisionale all'interno di questa Aula. Mi è sembrato che, invece, in entrambi i casi non si faccia niente di tutto questo, perché si continua nella perpetuazione di un sistema che, originariamente, aveva messo in pratica la Giunta di sinistra. Mi auguro che alle ottime intenzioni seguano anche ottimi comportamenti e non pessimi comportamenti, perché - a proposito ne ho parlato anche con l'Assessora Lapietra - sulla Linea 2 della Metropolitana il Vicesindaca Montanari nel corso di due o tre dibattiti aveva detto che, se avessero guidato l'Amministrazione della Città di Torino, avrebbero fatto una grande discussione per rivedere il percorso, concordandolo con la gente e costruendolo in maniera consona a quelle che sono le aspettative della popolazione. A distanza di due mesi, sento che l'Assessora Lapietra conferma che prosegue l'appalto per la progettazione. Se l'appalto per la progettazione va avanti - me lo potrà confermare chiunque - sarà difficile ipotizzare che, chi vincerà il concorso, potrà cambiare successivamente e chi arriverà terzo, quarto o quinto potrà contestare il fatto che, al cambio di progetto, magari sarebbe seguito anche un cambio di aggiudicazione. Queste sono cose che mi lasciano interdetto sul comportamento del Movimento 5 Stelle in quest'Aula e mi piacerebbe capire anche dall'Amministrazione, oltre che dai due presentatori, qual è l'atteggiamento che ci dobbiamo aspettare da loro, se è coerente alle intenzioni dichiarate prima della campagna elettorale o se è coerente, invece, con il mantenimento del comportamento che era ascrivibile alla vecchia Giunta di sinistra. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Vicesindaca. MONTANARI Guido (Vicesindaca) Intervengo molto brevemente, perché, come si è detto, di queste cose abbiamo già parlato ampiamente in Commissione con un dibattito anche ricco e interessante, a cui rimando. Faccio solo un paio di precisazioni: l'Urban Center ha un po' un peccato originale, cioè è nato come qualche cosa di assolutamente non terzo, ma un vero e proprio braccio armato dell'Amministrazione per far passare in ambienti più o meno intellettuali, negli ambienti colti della Città, alcune idee, alcune prospettive politiche molto precise. Da questo punto di vista, la vicenda del grattacielo nell'organizzazione del suo dibattito pubblico è emblematica; nell'Urban Center non è mai passata una parola di critica a queste scelte, mentre invece è passato un sostanziale sostegno, non soltanto approvazione. È un esempio, ma se ne possono fare molti altri. Devo dire - e l'ho detto pubblicamente - che la "gestione Lo Russo", secondo me, è andata in una direzione positiva, che sostanzialmente condividiamo, perché ha iniziato ad aprire una autonomizzazione dell'Urban Center dalle scelte politiche dell'Amministrazione, ne ha premesso alcune possibilità da questo punto di vista, anche snellendo un po' la struttura dell'Urban Center, sostituendo la direzione. Questo processo però, come ho già detto, non è completato; noi lo vogliamo portare avanti, lo vogliamo approfondire e vogliamo farne davvero un organismo di dibattito libero e democratico per i cittadini. Come giustamente ha detto, mi sembra, il Consigliere Rosso, non deve diventare un organismo terzo di progettazione, un organismo terzo di proposta, ma deve semplicemente essere la cassa di risonanza di un dibattito che noi vogliamo sollecitare e stimolare nella città. Ci sono, nel suo Statuto, alcune parole nella missione che io vorrei modificare; per esempio, si parla ancora di presidio e di accompagnamento, due parole che, secondo me, vanno tolte, perché "accompagnare" non vuol dire nulla, si accompagna qualcuno che ha già deciso un percorso. Noi non dobbiamo accompagnare nessuno, dobbiamo semplicemente illustrare percorsi, raccogliere dai cittadini alternative e aprire un dibattito da questo punto di vista. Questo è il significato di Urban Center. Inoltre, l'Urban Center, in qualche fase della sua storia, è stato addirittura un po' un organismo di sovra controllo delle proposte urbanistiche; questa è una cosa folle, una cosa che sta al di fuori da qualsiasi regola sia democratica sia tecnico-culturale, quindi certamente da eliminare. Sul secondo punto che ha sollevato il Consigliere Lo Russo, cioè sul dibattito in merito alle scelte urbanistiche, quest'Aula è l'espressione di una critica alle scelte urbanistiche che sono state fatte in questi anni. Quando il Consigliere Lo Russo parla di apprezzamento della comunità scientifica, si riferisce a una parte della comunità scientifica, perché altrettanta parte della comunità scientifica si è espressa in modi molto critici. Io ricordo un convegno di bilancio al Politecnico sui vent'anni del PRG, a cui l'Assessore era stato invitato, nel quale mi sembra che, su una ventina di interventi, una stragrande maggioranza fosse molto critica. Poi, tante persone che non erano presenti in quel convegno si sono espresse in altre forme, in altri modi, eccetera, quindi il dibattito è naturalmente aperto. Poi, che la comunità scientifica aderisca a una posizione o a un'altra, secondo me, è un'immagine che il Consigliere Lo Russo ci dà che non corrisponde al vero. Devo rispondere ancora una volta al Consigliere Rosso. Noi abbiamo un programma di mandato, lo stiamo portando avanti, non c'è nessuna contraddizione tra quello che facciamo e quello che abbiamo detto. È ancora un po' presto per decidere se stiamo davvero facendo il nostro mandato o meno; io sono convinto che ci siamo pienamente dentro. VERSACI Fabio (Presidente) Grazie, Vicesindaca. |