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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 19 Settembre 2016 ore 14,00
Paragrafo n. 19
MOZIONE 2016-03812
(MOZIONE N. 69/2016) "IMPATTO DELLA DIRETTIVA COSIDDETTA 'BOLKESTEIN', RECEPITA DAL D.LGS. N. 59 DEL 26 MARZO 2010, SUL COMMERCIO AMBULANTE A TORINO" PRESENTATA DAI CONSIGLIERI RUSSI ED ALTRI IN DATA 24 AGOSTO 2016.
Interventi
"Impatto della direttiva cosiddetta 'Bolkestein', recepita dal D. Lgs. n. 59 del 26
marzo 2010, sul commercio ambulante a Torino"

VERSACI Fabio (Presidente)
Passiamo all'esame della seguente proposta di mozione n. mecc. 201603812/002,
presentata in data 24 agosto 2016, avente per oggetto:

"Impatto della direttiva cosiddetta 'Bolkestein', recepita dal D. Lgs. n. 59 del 26
marzo 2010, sul commercio ambulante a Torino"


VERSACI Fabio (Presidente)
La parola al Consigliere Russi. Le ricordo che ha 5 minuti a disposizione.

RUSSI Andrea
La direttiva 2006/123 in materia di servizi del mercato interno, la cosiddetta direttiva
Bolkestein, prevede nel suo articolo n. 12 che, nel caso in cui il numero di
autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato a causa della
scarsità di risorse naturali, l'autorizzazione stessa debba essere rilasciata per una
durata limitata e non possa essere previsto un rinnovo automatico. La direttiva è stata
recepita nell'Ordinamento italiano dal Decreto Legislativo n. 59 del 26 marzo 2010,
non prevedendo però l'esclusione del commercio ambulante dall'applicazione della
direttiva nonostante il parere contrario delle Commissioni 2 e 10 della Camera e
nonostante un successivo invito alla modifica da parte della Conferenza unificata
Stato-Regioni del 2011.
In particolare, l'articolo n. 16 del Decreto Legislativo n. 59/2010 non riconosce la
dinamica di proroga automatica ai titoli autorizzatori scaduti. Anche il Consiglio
Regionale, con un ordine del giorno del luglio 2011 e con una proposta di Legge al
Parlamento del marzo 2016, si è dichiarato contrario a tale interpretazione della
direttiva.
Noi, quindi, partiamo da un presupposto: riteniamo che l'equiparazione tra le nozioni
di risorse naturali limitate e i posteggi in aree di mercato sia un'interpretazione errata
della direttiva, che infatti non è stata seguita dagli altri Stati membri dell'Unione
Europea.
Da questa interpretazione, purtroppo, derivano una serie di criticità che
comprometteranno e creeranno delle difficoltà operative agli oltre 160.000 operatori
ambulanti e microimprese, operanti nel settore del commercio o su area pubblica.
Inoltre, l'articolo n. 70 del provvedimento consente il riconoscimento dei titoli
autorizzatori anche alle società di capitali e, quindi, inserendo la grande distribuzione
all'interno dell'applicazione della direttiva. Migliaia di piccole aziende rischiano così
di essere messe fuori mercato per un'interpretazione della direttiva che pare fatta a
misura per la grande distribuzione organizzata.
Si parla che per la Provincia di Torino sono 7.800 imprese registrate, 4.000 solo nella
Città di Torino, il 5% degli operatori ambulanti su area pubblica a livello nazionale,
quindi una parte consistente del PIL.
Con l'intesa unificata tra Regioni e Province del 5 luglio 2012 è stato approvato un
documento che stabilisce per i prossimi dodici anni i criteri e i punteggi di priorità di
selezione a cui attenersi per i bandi, che fissano un tetto del 40%, ma soltanto in fase
di primo rinnovo - ed è questa la cosa più importante - del punteggio riferibile
all'anzianità dell'operatore su area pubblica rispetto al totale dei punti necessari alla
riassegnazione delle concessioni.
Inoltre, il documento di intesa del 5 luglio 2012, così come dichiarato dal Ministero
dello Sviluppo Economico, è vincolante per i Comuni e definisce le scadenze delle
attuali concessioni tra il 2017 e il 2020 su scala nazionale. Abbiamo verificato in
Commissione che a Torino sarà il 2018, comunque sono state definite queste
scadenze secondo un presupposto che è assolutamente infondato e completamente
arbitrario e che costringerà i Comuni a istituire diverse procedure di assegnazione dei
posteggi, di conseguenza con un aumento del numero dei bandi e con un aumento
della spesa per i Comuni.
Con questa proposta di mozione, vogliamo chiedere alla Giunta e alla Sindaca un
impegno formale ad attivarsi presso tutte le sedi istituzionali per ottenere, prima di
tutto, una proroga delle concessioni fino al 2020, in modo da poter preparare i bandi
in maniera accurata e in modo da poter risparmiare sul numero dei bandi che
verranno fatti; in secondo luogo, affinché venga riconosciuta l'estraneità degli
operatori ambulanti all'applicazione della direttiva; in terzo luogo, prevedere
soprattutto che l'attività di commercio al dettaglio su area pubblica sia riservata alle
società di persone.
Ci auguriamo che questa proposta di mozione possa trovare l'unanimità dei voti del
Consiglio Comunale, così come già avvenuto in Consiglio Regionale a marzo, anche
se in questo momento non siamo in campagna elettorale, a maggior ragione, mi
auguro che l'impegno venga formalizzato e ratificato dall'unanimità della nostra
Assemblea.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola al Consigliere Ricca.

RICCA Fabrizio
Come ho anticipato in Commissione, sottoscriverò la proposta di mozione e la voterò
convintamente, anche perché ritengo la direttiva Bolkestein, forse, la peggiore delle
direttive europee mai fatte e mai proposte. Il Gruppo della Lega Nord è stato contro
la Bolkestein fin dalla sua votazione, mi sembra nel 2010, in Parlamento europeo, lo
è adesso nel Parlamento italiano e lo è in tutti i Consigli dove si discute della
Bolkestein.
Abbiamo votato in Consiglio Regionale convintamente a favore della proposta di
mozione, adesso non ricordo di chi fosse la primogenitura, ma non è importante;
l'importante è dare il segnale. È un segnale che, mi auguro, verrà recepito dal
Governo, in quanto si legge - vedremo quando diventerà realtà - che la direttiva verrà
prorogata al 2020.
È chiaro che l'obiettivo è cancellare quella direttiva europea, perché è una direttiva
che uccide migliaia di partite IVA dai balneari agli ambulanti (questo, chiaramente,
non è territorio che li vede coinvolti, però anche i balneari vengono schiacciati dalla
direttiva Bolkestein) e a tutto questo si deve porre rimedio. Ci auguriamo che venga
prorogata al 2020 e che, nel frattempo, il prossimo Governo sia meno vicino a
determinate lobby e più sensibile a quelle che sono, invece, le necessità delle partite
IVA e di chi tutte le mattine si alza per andare a lavorare e per portare a casa il pane
alle proprie famiglie. Questa proroga non potrebbe fare che il bene di un Paese che è
sempre più in difficoltà e che vede il microcommercio sempre più vessato, forse
perché qualcuno da Bruxelles ha bisogno di far lavorare qualcun altro.
È per questo che sottoscriverò questa proposta di mozione e la voterò convintamente.
Chiedo alla Sindaca, che è presente in Aula, di far presente in tutte le occasioni
possibili quanto il Consiglio Comunale chiede, ovvero di intervenire in maniera forte
sulla Bolkestein. So che ha un ottimo rapporto con il Presidente della Regione e
questo, secondo me, dovrà essere uno degli argomenti che lei andrà a trattare la
prossima volta che lo incontrerà - il Consiglio Regionale si è espresso e credo che il
Consiglio Comunale si esprimerà in maniera favorevole - per fare in modo che
almeno a Torino e in Piemonte la Bolkestein non trovi davvero nessuna persona
favorevole.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola alla Consigliera Artesio.

ARTESIO Eleonora
Intervengo molto brevemente, per ribadire quanto già comunicato in sede di
discussione in Commissione Consiliare.
Per convinzione rispetto alle critiche che sono state mosse rispetto all'adozione della
direttiva, con possibili conseguenze sulla sua applicazione, ma anche per coerenza
con la posizione politica del Gruppo al Parlamento europeo, Sinistra Europea, che
votò contro la direttiva Bolkestein e, con la mia personale posizione, che votò
l'ordine del giorno del Consiglio Regionale del Piemonte, che impegnava la Giunta
ad agire presso il Governo per ottenere il più presto possibile una modifica del
Decreto Legislativo di recepimento, anche su questo testo voterò a favore.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola al Consigliere Lo Russo.

LO RUSSO Stefano
Intervengo per ribadire quanto abbiamo già annunciato in Commissione, nel senso
che, pur condividendo le preoccupazioni per l'impatto che l'attuazione della direttiva
Bolkestein potrebbe avere sul settore del commercio ambulante a Torino, rileviamo
che sostanzialmente nel testo della proposta di mozione, di fatto, non vi è alcun
accenno al lavoro che è stato fatto in questi anni per limitare tale impatto. Sarebbe un
ampio tema quello sulla liberalizzazione dei servizi pubblici locali e non è
certamente questa l'occasione per affrontarlo, però è evidente che qui noi dobbiamo
contemperare a due esigenze: da un lato quella di garantire ovviamente che vi sia una
liberalità nell'esecuzione di un servizio commerciale, come quello che il mercato
ambulante svolge sul suolo pubblico, e dall'altro, però, che vi sia un rispetto delle
regole da parte di chi sviluppa questo servizio.
Ci è del tutto evidente che, relativamente alla questione oggettiva del rispetto della
direttiva Bolkestein, vi siano delle difficoltà nell'interpretazione, però ci pareva che
l'accordo raggiunto in conferenza unificata, anche su spinta di numerose forze
politiche, peraltro assolutamente trasversali rispetto al quadro politico attuale, fosse
un buon punto di partenza e dal punto di vista oggettivo ritenevamo fosse corretto
che, sotto il profilo istituzionale, la Città di Torino non partecipasse all'iniziativa
pubblica a cui l'Assessore Sacco ha dichiarato di andare a titolo personale, qualora
venisse approvata questa mozione di andarci con la fascia tricolore e il gonfalone a
rappresentare la Città.
È evidente che qui c'è un problema (lo sollevava prima il Consigliere Rosso, se non
sbaglio, relativamente alle famose somme non ancora versate): la situazione di
adeguamento dei versamenti delle imposte comunali, per quanto riguarda il settore
del mercato ambulante, a Torino per ragioni storiche - per certi versi le affronteremo
anche più avanti, qualora il dibattito decidesse di sviluppare questo argomento - è
una delle più critiche, nel senso che noi oggi abbiamo una situazione debitoria
certificata nei confronti della Città che supera gli 8.400.000 Euro di imposte evase.
In altri termini, rispetto a uno squilibrio di recupero di finanza pubblica, noi abbiamo
oltre 8.000.000 di Euro di soldi che, per ragioni le più diverse e sicuramente non tutte
imputabili a dolo (perlomeno nella larga parte), ma certamente comunque, dal punto
di vista dell'Amministrazione, in ogni caso perseguibili, riteniamo essere un numero
oggettivamente molto alto.
Allora capite che, sotto il profilo squisitamente politico, leggere le dichiarazioni
dell'Assessore Sacco, che alla stampa dichiara di voler addirittura esentare
progressivamente dal contributo TARI gli ambulanti torinesi, ovviamente con la
progressività che sarà possibile sviluppare sulla base delle compatibilità di bilancio, e
nel contempo non ascoltare nulla rispetto a quella che invece è un'esigenza che lo so
che è politicamente scomoda, perché chiedere alla gente di pagare le tasse è sempre
una cosa molto complicata per un'Amministrazione, però un'Amministrazione vive
se il cittadino rispetta le famose regole.
Uno dei primi criteri dell'onestà - quella che è diventata il mantra della presa del
Palazzo d'Inverno del 19 giugno - è pagare le tasse dovute. Nel momento in cui io ho
un cittadino che palesemente e ripetutamente per molti anni non paga le tasse,
evidentemente è - per capirci - politicamente lo scuso, come è stato fatto in
Commissione, perché, poverino, non paga le tasse perché sono troppo alte. Io sarei
curioso di vedere un sondaggio, se qualcuno mai avesse l'ardire di commissionarlo,
che chieda agli italiani: "Secondo te, tu paghi troppe o poche tasse per i servizi che
hai?"; credo, ragionevolmente, di immaginare che, dal multimiliardario all'ultimo
cittadino torinese, la risposta sarebbe che ne paga troppe. Però un'Amministrazione
pubblica vive se il cittadino paga le tasse.
Allora, quello che ci saremmo aspettati è che le cose venissero messe un po' più in
chiaro, cioè - traduco - un'azione forte e determinata di recupero dell'evasione
fiscale, che oggi supera il 40% rispetto alla numerosità degli operatori di mercato e,
nel contempo, a tutela del 60% che le tasse le paga e a tutela di tutti gli altri cittadini
che la TARI la versano.
Per questa ragione, pur condividendo lo spirito di una battaglia politica, che è quella
di garantire contemporaneamente di tutelare un settore e, nel contempo, garantire
accessibilità al mercato, il Partito Democratico non parteciperà alla votazione di
questa proposta di mozione.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola al Consigliere Tresso.

TRESSO Francesco
Anche io volevo soltanto esprimermi rispetto al fatto che unitamente non parteciperò
alla votazione, perché, pur condividendo assolutamente la preoccupazione per
l'applicazione della Direttiva Bolkestein e tutti i tristi percorsi che hanno portato a
questa situazione, in effetti non trovo corretto proporre questo testo, che è una
mozione non nuova come proposizione, in quanto è già stata presentata in analogia
da altre Regioni e Comuni e, peraltro, il Governo ha già deciso e ultimamente ha
anche ribadito, tramite il Sottosegretario del MISE Ivan Scalfarotto, che si andrà
avanti applicando l'intesa Stato-Regioni. È un'intesa comunque forte, che, anche
come effetti giuridici diretti e indiretti, supera le norme regionali e comunali che
possono andare in conflitto con essa.
Peraltro, mi sembra che quanto viene richiesto al punto 1), ovvero di attivarsi al fine
di ottenere una proroga fino al 2020, anche alla luce di quanto ci è stato detto in
Commissione, cioè che tutte le autorizzazioni mercatali indistintamente scadranno
nel 2017, e cioè il prossimo anno, sia un ulteriore sottoporre i mercatali, che già
arrivano da un periodo piuttosto lungo di situazioni di incertezza, a un ulteriore
mantenimento di questo stato di incertezza per altri tre anni, senza una volontà di
risolvere la questione in maniera strutturata.
Peraltro, mi sembra che anche le associazioni di categoria abbiano concordato
comunque sui vari tavoli i criteri che, se applicati correttamente, permettano ai
Comuni di far conservare agli operatori il posto anche per 12 anni, ma poi, tutto
sommato, tacitamente, con l'accordo che questo potrà essere prorogato di volta in
volta.
Mi preoccupa - e qui mi allineo a quanto detto dal Capogruppo Lo Russo - che
effettivamente questo tipo di proposizione non faccia altro che sostenere quegli
operatori che non sono in regola e che purtroppo rappresentano una fascia, un cancro
di questa situazione, che peraltro si può anche accompagnare, invece, in un percorso
con rateizzazioni, eccetera, per rientrare in questa situazione di normalità; comunque
abbiamo visto che i numeri sono significativi e importanti. Questo era solo per
esprimere il fatto che non ravviso nella proposizione una corretta formulazione e non
vorrei davvero che questo fosse stato solamente un atto volto a giustificare la
possibile manifestazione del 28, invece bisognerebbe affrontarla in maniera più
coerente.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola all'Assessore Sacco.

SACCO Alberto (Assessore)
Intervengo soltanto per confermare che siamo favorevoli alla mozione del
Consigliere Russi e per precisare, come ho già detto in Commissione, che il debito
ricordato dal Capogruppo Lo Russo è di 8.400.000 Euro.
Il nostro percorso per agevolare le persone, nel caso in cui non si potesse modificare
questa Direttiva, è quello di cercare di portare queste persone ad avere una
rateizzazione, in modo che possano partecipare. Non abbiamo mai parlato di
eliminazione delle tasse o di altro. Quindi, siamo favorevoli alla mozione.

VERSACI Fabio (Presidente)
Non essendoci altre richieste d'intervento, pongo in votazione la proposta di
mozione:
presenti 31, astenuti 1, favorevoli 30.
La proposta di mozione è approvata.
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