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"Impatto della direttiva cosiddetta 'Bolkestein', recepita dal D. Lgs. n. 59 del 26 marzo 2010, sul commercio ambulante a Torino" VERSACI Fabio (Presidente) Passiamo all'esame della seguente proposta di mozione n. mecc. 201603812/002, presentata in data 24 agosto 2016, avente per oggetto: "Impatto della direttiva cosiddetta 'Bolkestein', recepita dal D. Lgs. n. 59 del 26 marzo 2010, sul commercio ambulante a Torino" VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Russi. Le ricordo che ha 5 minuti a disposizione. RUSSI Andrea La direttiva 2006/123 in materia di servizi del mercato interno, la cosiddetta direttiva Bolkestein, prevede nel suo articolo n. 12 che, nel caso in cui il numero di autorizzazioni disponibili per una determinata attività sia limitato a causa della scarsità di risorse naturali, l'autorizzazione stessa debba essere rilasciata per una durata limitata e non possa essere previsto un rinnovo automatico. La direttiva è stata recepita nell'Ordinamento italiano dal Decreto Legislativo n. 59 del 26 marzo 2010, non prevedendo però l'esclusione del commercio ambulante dall'applicazione della direttiva nonostante il parere contrario delle Commissioni 2 e 10 della Camera e nonostante un successivo invito alla modifica da parte della Conferenza unificata Stato-Regioni del 2011. In particolare, l'articolo n. 16 del Decreto Legislativo n. 59/2010 non riconosce la dinamica di proroga automatica ai titoli autorizzatori scaduti. Anche il Consiglio Regionale, con un ordine del giorno del luglio 2011 e con una proposta di Legge al Parlamento del marzo 2016, si è dichiarato contrario a tale interpretazione della direttiva. Noi, quindi, partiamo da un presupposto: riteniamo che l'equiparazione tra le nozioni di risorse naturali limitate e i posteggi in aree di mercato sia un'interpretazione errata della direttiva, che infatti non è stata seguita dagli altri Stati membri dell'Unione Europea. Da questa interpretazione, purtroppo, derivano una serie di criticità che comprometteranno e creeranno delle difficoltà operative agli oltre 160.000 operatori ambulanti e microimprese, operanti nel settore del commercio o su area pubblica. Inoltre, l'articolo n. 70 del provvedimento consente il riconoscimento dei titoli autorizzatori anche alle società di capitali e, quindi, inserendo la grande distribuzione all'interno dell'applicazione della direttiva. Migliaia di piccole aziende rischiano così di essere messe fuori mercato per un'interpretazione della direttiva che pare fatta a misura per la grande distribuzione organizzata. Si parla che per la Provincia di Torino sono 7.800 imprese registrate, 4.000 solo nella Città di Torino, il 5% degli operatori ambulanti su area pubblica a livello nazionale, quindi una parte consistente del PIL. Con l'intesa unificata tra Regioni e Province del 5 luglio 2012 è stato approvato un documento che stabilisce per i prossimi dodici anni i criteri e i punteggi di priorità di selezione a cui attenersi per i bandi, che fissano un tetto del 40%, ma soltanto in fase di primo rinnovo - ed è questa la cosa più importante - del punteggio riferibile all'anzianità dell'operatore su area pubblica rispetto al totale dei punti necessari alla riassegnazione delle concessioni. Inoltre, il documento di intesa del 5 luglio 2012, così come dichiarato dal Ministero dello Sviluppo Economico, è vincolante per i Comuni e definisce le scadenze delle attuali concessioni tra il 2017 e il 2020 su scala nazionale. Abbiamo verificato in Commissione che a Torino sarà il 2018, comunque sono state definite queste scadenze secondo un presupposto che è assolutamente infondato e completamente arbitrario e che costringerà i Comuni a istituire diverse procedure di assegnazione dei posteggi, di conseguenza con un aumento del numero dei bandi e con un aumento della spesa per i Comuni. Con questa proposta di mozione, vogliamo chiedere alla Giunta e alla Sindaca un impegno formale ad attivarsi presso tutte le sedi istituzionali per ottenere, prima di tutto, una proroga delle concessioni fino al 2020, in modo da poter preparare i bandi in maniera accurata e in modo da poter risparmiare sul numero dei bandi che verranno fatti; in secondo luogo, affinché venga riconosciuta l'estraneità degli operatori ambulanti all'applicazione della direttiva; in terzo luogo, prevedere soprattutto che l'attività di commercio al dettaglio su area pubblica sia riservata alle società di persone. Ci auguriamo che questa proposta di mozione possa trovare l'unanimità dei voti del Consiglio Comunale, così come già avvenuto in Consiglio Regionale a marzo, anche se in questo momento non siamo in campagna elettorale, a maggior ragione, mi auguro che l'impegno venga formalizzato e ratificato dall'unanimità della nostra Assemblea. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Come ho anticipato in Commissione, sottoscriverò la proposta di mozione e la voterò convintamente, anche perché ritengo la direttiva Bolkestein, forse, la peggiore delle direttive europee mai fatte e mai proposte. Il Gruppo della Lega Nord è stato contro la Bolkestein fin dalla sua votazione, mi sembra nel 2010, in Parlamento europeo, lo è adesso nel Parlamento italiano e lo è in tutti i Consigli dove si discute della Bolkestein. Abbiamo votato in Consiglio Regionale convintamente a favore della proposta di mozione, adesso non ricordo di chi fosse la primogenitura, ma non è importante; l'importante è dare il segnale. È un segnale che, mi auguro, verrà recepito dal Governo, in quanto si legge - vedremo quando diventerà realtà - che la direttiva verrà prorogata al 2020. È chiaro che l'obiettivo è cancellare quella direttiva europea, perché è una direttiva che uccide migliaia di partite IVA dai balneari agli ambulanti (questo, chiaramente, non è territorio che li vede coinvolti, però anche i balneari vengono schiacciati dalla direttiva Bolkestein) e a tutto questo si deve porre rimedio. Ci auguriamo che venga prorogata al 2020 e che, nel frattempo, il prossimo Governo sia meno vicino a determinate lobby e più sensibile a quelle che sono, invece, le necessità delle partite IVA e di chi tutte le mattine si alza per andare a lavorare e per portare a casa il pane alle proprie famiglie. Questa proroga non potrebbe fare che il bene di un Paese che è sempre più in difficoltà e che vede il microcommercio sempre più vessato, forse perché qualcuno da Bruxelles ha bisogno di far lavorare qualcun altro. È per questo che sottoscriverò questa proposta di mozione e la voterò convintamente. Chiedo alla Sindaca, che è presente in Aula, di far presente in tutte le occasioni possibili quanto il Consiglio Comunale chiede, ovvero di intervenire in maniera forte sulla Bolkestein. So che ha un ottimo rapporto con il Presidente della Regione e questo, secondo me, dovrà essere uno degli argomenti che lei andrà a trattare la prossima volta che lo incontrerà - il Consiglio Regionale si è espresso e credo che il Consiglio Comunale si esprimerà in maniera favorevole - per fare in modo che almeno a Torino e in Piemonte la Bolkestein non trovi davvero nessuna persona favorevole. VERSACI Fabio (Presidente) La parola alla Consigliera Artesio. ARTESIO Eleonora Intervengo molto brevemente, per ribadire quanto già comunicato in sede di discussione in Commissione Consiliare. Per convinzione rispetto alle critiche che sono state mosse rispetto all'adozione della direttiva, con possibili conseguenze sulla sua applicazione, ma anche per coerenza con la posizione politica del Gruppo al Parlamento europeo, Sinistra Europea, che votò contro la direttiva Bolkestein e, con la mia personale posizione, che votò l'ordine del giorno del Consiglio Regionale del Piemonte, che impegnava la Giunta ad agire presso il Governo per ottenere il più presto possibile una modifica del Decreto Legislativo di recepimento, anche su questo testo voterò a favore. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Lo Russo. LO RUSSO Stefano Intervengo per ribadire quanto abbiamo già annunciato in Commissione, nel senso che, pur condividendo le preoccupazioni per l'impatto che l'attuazione della direttiva Bolkestein potrebbe avere sul settore del commercio ambulante a Torino, rileviamo che sostanzialmente nel testo della proposta di mozione, di fatto, non vi è alcun accenno al lavoro che è stato fatto in questi anni per limitare tale impatto. Sarebbe un ampio tema quello sulla liberalizzazione dei servizi pubblici locali e non è certamente questa l'occasione per affrontarlo, però è evidente che qui noi dobbiamo contemperare a due esigenze: da un lato quella di garantire ovviamente che vi sia una liberalità nell'esecuzione di un servizio commerciale, come quello che il mercato ambulante svolge sul suolo pubblico, e dall'altro, però, che vi sia un rispetto delle regole da parte di chi sviluppa questo servizio. Ci è del tutto evidente che, relativamente alla questione oggettiva del rispetto della direttiva Bolkestein, vi siano delle difficoltà nell'interpretazione, però ci pareva che l'accordo raggiunto in conferenza unificata, anche su spinta di numerose forze politiche, peraltro assolutamente trasversali rispetto al quadro politico attuale, fosse un buon punto di partenza e dal punto di vista oggettivo ritenevamo fosse corretto che, sotto il profilo istituzionale, la Città di Torino non partecipasse all'iniziativa pubblica a cui l'Assessore Sacco ha dichiarato di andare a titolo personale, qualora venisse approvata questa mozione di andarci con la fascia tricolore e il gonfalone a rappresentare la Città. È evidente che qui c'è un problema (lo sollevava prima il Consigliere Rosso, se non sbaglio, relativamente alle famose somme non ancora versate): la situazione di adeguamento dei versamenti delle imposte comunali, per quanto riguarda il settore del mercato ambulante, a Torino per ragioni storiche - per certi versi le affronteremo anche più avanti, qualora il dibattito decidesse di sviluppare questo argomento - è una delle più critiche, nel senso che noi oggi abbiamo una situazione debitoria certificata nei confronti della Città che supera gli 8.400.000 Euro di imposte evase. In altri termini, rispetto a uno squilibrio di recupero di finanza pubblica, noi abbiamo oltre 8.000.000 di Euro di soldi che, per ragioni le più diverse e sicuramente non tutte imputabili a dolo (perlomeno nella larga parte), ma certamente comunque, dal punto di vista dell'Amministrazione, in ogni caso perseguibili, riteniamo essere un numero oggettivamente molto alto. Allora capite che, sotto il profilo squisitamente politico, leggere le dichiarazioni dell'Assessore Sacco, che alla stampa dichiara di voler addirittura esentare progressivamente dal contributo TARI gli ambulanti torinesi, ovviamente con la progressività che sarà possibile sviluppare sulla base delle compatibilità di bilancio, e nel contempo non ascoltare nulla rispetto a quella che invece è un'esigenza che lo so che è politicamente scomoda, perché chiedere alla gente di pagare le tasse è sempre una cosa molto complicata per un'Amministrazione, però un'Amministrazione vive se il cittadino rispetta le famose regole. Uno dei primi criteri dell'onestà - quella che è diventata il mantra della presa del Palazzo d'Inverno del 19 giugno - è pagare le tasse dovute. Nel momento in cui io ho un cittadino che palesemente e ripetutamente per molti anni non paga le tasse, evidentemente è - per capirci - politicamente lo scuso, come è stato fatto in Commissione, perché, poverino, non paga le tasse perché sono troppo alte. Io sarei curioso di vedere un sondaggio, se qualcuno mai avesse l'ardire di commissionarlo, che chieda agli italiani: "Secondo te, tu paghi troppe o poche tasse per i servizi che hai?"; credo, ragionevolmente, di immaginare che, dal multimiliardario all'ultimo cittadino torinese, la risposta sarebbe che ne paga troppe. Però un'Amministrazione pubblica vive se il cittadino paga le tasse. Allora, quello che ci saremmo aspettati è che le cose venissero messe un po' più in chiaro, cioè - traduco - un'azione forte e determinata di recupero dell'evasione fiscale, che oggi supera il 40% rispetto alla numerosità degli operatori di mercato e, nel contempo, a tutela del 60% che le tasse le paga e a tutela di tutti gli altri cittadini che la TARI la versano. Per questa ragione, pur condividendo lo spirito di una battaglia politica, che è quella di garantire contemporaneamente di tutelare un settore e, nel contempo, garantire accessibilità al mercato, il Partito Democratico non parteciperà alla votazione di questa proposta di mozione. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Tresso. TRESSO Francesco Anche io volevo soltanto esprimermi rispetto al fatto che unitamente non parteciperò alla votazione, perché, pur condividendo assolutamente la preoccupazione per l'applicazione della Direttiva Bolkestein e tutti i tristi percorsi che hanno portato a questa situazione, in effetti non trovo corretto proporre questo testo, che è una mozione non nuova come proposizione, in quanto è già stata presentata in analogia da altre Regioni e Comuni e, peraltro, il Governo ha già deciso e ultimamente ha anche ribadito, tramite il Sottosegretario del MISE Ivan Scalfarotto, che si andrà avanti applicando l'intesa Stato-Regioni. È un'intesa comunque forte, che, anche come effetti giuridici diretti e indiretti, supera le norme regionali e comunali che possono andare in conflitto con essa. Peraltro, mi sembra che quanto viene richiesto al punto 1), ovvero di attivarsi al fine di ottenere una proroga fino al 2020, anche alla luce di quanto ci è stato detto in Commissione, cioè che tutte le autorizzazioni mercatali indistintamente scadranno nel 2017, e cioè il prossimo anno, sia un ulteriore sottoporre i mercatali, che già arrivano da un periodo piuttosto lungo di situazioni di incertezza, a un ulteriore mantenimento di questo stato di incertezza per altri tre anni, senza una volontà di risolvere la questione in maniera strutturata. Peraltro, mi sembra che anche le associazioni di categoria abbiano concordato comunque sui vari tavoli i criteri che, se applicati correttamente, permettano ai Comuni di far conservare agli operatori il posto anche per 12 anni, ma poi, tutto sommato, tacitamente, con l'accordo che questo potrà essere prorogato di volta in volta. Mi preoccupa - e qui mi allineo a quanto detto dal Capogruppo Lo Russo - che effettivamente questo tipo di proposizione non faccia altro che sostenere quegli operatori che non sono in regola e che purtroppo rappresentano una fascia, un cancro di questa situazione, che peraltro si può anche accompagnare, invece, in un percorso con rateizzazioni, eccetera, per rientrare in questa situazione di normalità; comunque abbiamo visto che i numeri sono significativi e importanti. Questo era solo per esprimere il fatto che non ravviso nella proposizione una corretta formulazione e non vorrei davvero che questo fosse stato solamente un atto volto a giustificare la possibile manifestazione del 28, invece bisognerebbe affrontarla in maniera più coerente. VERSACI Fabio (Presidente) La parola all'Assessore Sacco. SACCO Alberto (Assessore) Intervengo soltanto per confermare che siamo favorevoli alla mozione del Consigliere Russi e per precisare, come ho già detto in Commissione, che il debito ricordato dal Capogruppo Lo Russo è di 8.400.000 Euro. Il nostro percorso per agevolare le persone, nel caso in cui non si potesse modificare questa Direttiva, è quello di cercare di portare queste persone ad avere una rateizzazione, in modo che possano partecipare. Non abbiamo mai parlato di eliminazione delle tasse o di altro. Quindi, siamo favorevoli alla mozione. VERSACI Fabio (Presidente) Non essendoci altre richieste d'intervento, pongo in votazione la proposta di mozione: presenti 31, astenuti 1, favorevoli 30. La proposta di mozione è approvata. |