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Estratto dal verbale della seduta di Lunedì 25 Luglio 2016 ore 14,00
Paragrafo n. 12

Comunicazioni della Sindaca su "Utilizzo spazi Arcate ex Moi".
Interventi
Comunicazioni della Sindaca:
- "Utilizzo spazi Arcate ex MOI".

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola, per le comunicazioni, al Vicesindaco Montanari.

MONTANARI Guido (Vicesindaco)
Ringrazio il Presidente e saluto tutti i Consiglieri; intervengo per la prima volta e,
quindi, è dovuto almeno un saluto formale alle Consigliere, ai Consiglieri, a tutti i
Colleghi, al Presidente ed alla Sindaca.
Il tema è quello di che cosa accadrà alle Arcate cosiddette del MOI, Mercato
Ortofrutticolo, nella zona ex Villaggio Olimpico di via Giordano Bruno. Questo tema
è sorto all'attenzione dei giornali perché è sostanzialmente saltato un accordo che era
stato stipulato tra Università e Politecnico.
Queste sono alcune note che precisano meglio la situazione. La convenzione è stata
sottoscritta il 20 giugno 2015 con l'Università degli Studi di Torino ed il Politecnico
al fine di costruire un polo di aggregazione multidisciplinare che favorisca, attraverso
la condivisione di risorse umane ed infrastrutture, la ricerca nell'ambito delle scienze
per la vita, nonché l'incontro e la collaborazione tra i ricercatori dell'area medico-
chirurgica e politecnica; è questo il titolo con il quale viene descritto questo progetto
nella deliberazione della Giunta Comunale del 16 dicembre 2014.
Con tale atto l'Amministrazione sospendeva la pubblicazione del bando di gara per
l'assegnazione del medesimo complesso immobiliare, che era stato approvato
precedentemente con la deliberazione del 15 luglio 2014. Tale scelta della passata
Amministrazione era stata compiuta a seguito dell'interesse manifestato
congiuntamente dall'Università e dal Politecnico pervenuto il 9 dicembre 2014. In
tale comunicazione veniva precisato che l'accordo quadro tra il Politecnico e
l'Università degli Studi è stato approvato dagli organi deliberanti dei due Atenei; il
Senato Accademico del Politecnico di Torino si è espresso positivamente ed ha fatto
altrettanto il Senato Accademico dell'Università degli Studi. Sto tagliando il testo per
non appesantire la lettura. L'accordo è stato formalmente sottoscritto dai Rettori dei
due Atenei in data 14 novembre 2014. L'accordo a cui si riferisce la lettera riguarda
la modalità di collaborazione nell'ambito del Polo formativo interdisciplinare dei due
Atenei. Se per astratto tale collaborazione potrebbe essere ospitata in qualunque
edificio, a riguardo dell'insediamento nel complesso delle Arcate viene detto che: "Il
centro di ricerca didattica congiunta potrà essere ottimamente ospitato presso il
complesso delle Arcate". Con successiva deliberazione del Consiglio Comunale del 2
marzo 2015, la Città di Torino approva lo schema di convenzione, che verrà
sottoscritto dalle parti il 20 giugno 2015; in tale convenzione viene stabilita la durata
di 30 anni, con facoltà per gli enti concessionari di recedere con un preavviso di sei
mesi, ed al successivo articolo n. 8 vengono anche definiti gli obblighi degli enti
concessionari.
Con comunicazione del Rettore dell'Università degli Studi di Torino, inviata il 17
giugno, si apprende che l'Università sarebbe intenzionata a recedere dal progetto, pur
non avendo attivato le procedure formali previste dall'articolo n. 6 della convenzione
citata. La Città considera necessario avviare un'immediata interlocuzione con i due
Atenei al fine di verificare quali condizioni possano essere applicate affinché
l'Università degli Studi di Torino non proceda con l'avvio delle pratiche formali di
recesso. Infatti, è evidente che, trattandosi di un centro di didattica e di ricerca
congiunto, l'assenza dell'Università metterebbe anche in discussione l'interesse del
Politecnico.
Resta elemento di approfondimento, anche a seguito di ciò che viene riportato nella
comunicazione congiunta dei due Rettori del 7 dicembre 2014, se le Arcate
costituiscano ancora l'edificio ottimale per ospitale tale centro di didattica o se, nel
frattempo, ne sia stato individuato un altro.
Nel caso che la soluzione prospettata dai due Attenei non si riveli praticabile, cioè di
andare congiuntamente ad occupare questa sede, è volontà di questa
Amministrazione sondare alternative che permettano una fruizione degli spazi in
sintonia con la loro vocazione architettonica ed urbanistica. Tra queste nuove
prospettive appaiono praticabili la destinazione ad attività mercatali, piccolo
commercio, attività produttive e di servizio, da verificare con gli attori del posto e
con le esigenze sociali ed economiche del quartiere.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola al Consigliere Lo Russo.

LO RUSSO Stefano
Purtroppo la risposta del Vicesindaco conferma - ahimè - la preoccupazione politica
che ha il Partito Democratico. A fronte di una difficoltà oggettiva che si è
rappresentata, mi sembra che il Vicesindaco Montanari venga in Aula a dirci che è
intendimento dell'Amministrazione andare ad esplorare delle alternative, tra cui le
aree mercatali, ed aggiungo che il Vicesindaco dichiarò ad un giornale cose di questo
tipo. Ammesso e non concesso che questo sia compatibile con la destinazione
urbanistica vigente - ma è prerogativa dell'Amministrazione sottoporre,
eventualmente, all'Aula dei provvedimenti di Variante idonei a sviluppare funzioni
diverse -, è ovvio che questa arrendevolezza dell'Amministrazione nei confronti di
uno dei progetti più importanti della Città ci lascia un po' inquieti, ce lo consenta.
Non sfugge a nessuno, ed è stato oggetto anche di ragionamento e di riflessione, il
totale disinteresse dell'Amministrazione Comunale insediata rispetto al progetto di
Città della Salute nell'area del Lingotto, per cui, nell'ambito di quella che è stata
l'evoluzione del dibattito, si è passati da una frontale contrarietà all'affermare che, se
proprio dobbiamo farlo, lo facciamo lì e, piuttosto che perdere i finanziamenti, va
bene, esploriamo questa questione della FIAT Avio ed abbandoniamo il progetto
delle Molinette.
Vicesindaco Montanari, l'incubatore di imprese innovative nel campo delle
biotecnologie - perché si tratta di questo essenzialmente - dentro le Arcate MOI per
come è stato impostato, in realtà, rispondeva ad una serie di elementi che, mi
permetta, vanno un po' oltre il ragionamento che lei ha impostato. Il problema non è
quello di individuare un'area per fare dei mercatini, ma il problema è se la Città (e lei
ha risposto chiaramente no) o, perlomeno, l'Amministrazione crede o meno nel
progetto di dare impulso e spinta a questa vocazione. È questo il punto. Anche noi
siamo rimasti colpiti dalla marcia indietro dell'Università ed è del tutto evidente che,
sulla base di quello che abbiamo potuto leggere, le questioni sono essenzialmente di
carattere economico e non vocazionale. Come lei, anche io ho seguito il dibattito
giornalistico che si è articolato in numerose interviste di autorevoli personaggi e mi
pare che ci sia quantomeno una disponibilità ad un riragionamento, senza mettere in
discussione l'intero progetto.
Però è abbastanza preoccupante il fatto che l'Amministrazione venga a rivendicare in
Aula, con un certo grado di orgoglio, che se il progetto prosegue, bene, ma, in caso
contrario, si farà un mercatino. Se immaginate di affrontare così le questioni
problematiche di questa Città ed il tema della Città della Salute (è vero che non lo
affrontate, perché lo faremo giovedì, e non c'è una riga nel programma su questo
argomento, per cui non sfugge a nessuno che per voi è un non problema, ma
ribadisco che ne parleremo giovedì), mi permetta di essere un po' inquieto, non da
Capogruppo del Partito Democratico, ma da cittadino, perché il tema è davvero
delicato.
Abbiamo pochissime occasioni, Vicesindaco Montanari, per provare a buttare il
cuore oltre l'ostacolo e montare progetti di questa importanza, che, per capirci, hanno
avuto grande successo in epoche passate (pensiamo, ad esempio, a che cosa è stata la
Cittadella Politecnica in un settore come quello dell'automotiv, che ha coniugato
riqualificazione urbana di spazi industriali dismessi con vocazione produttiva
industriale) e che, oggi, ci invidia tutta l'Europa. L'obiettivo del Polo del MOI è e
continua ad essere quello.
Vicesindaco, noi ci saremmo aspettati che il Sindaco o lei, che è stato delegato a
rappresentare la posizione dell'Amministrazione, venisse qui a dirci di voler
incontrare Ajani e Gilli, che credete nella bontà del progetto, che cercherete di capire
quali sono le risorse che si possono attivare affinché non si abbandoni il progetto, che
siete consapevoli del fatto che le Arcate MOI sono una parte essenziale dello
sviluppo di questa Città, che occorre costruire occasioni per dare lavoro qualificato ai
giovani e che il tema della bioingegneria è una delle vocazioni fondamentali di
questa Città; è questo che ci saremmo aspettati e, oggi, non gliel'ho sentito dire
(magari non l'ho sentito solo io), peraltro ribadendo quello che ha dichiarato ai
giornali.
Quello che posso dire in conclusione è che noi ci siamo; se possiamo essere utili
nell'aiutare l'Amministrazione a portare a casa il progetto e nell'aiutare l'Università
di Torino, che magari si trova più in difficoltà in questo momento, ci siamo e,
conseguentemente, crediamo davvero che, prima di abbandonare la scialuppa e
mandare a mare questo progetto, vada fatta una riflessione seria rispetto alla sua
strategicità. Questo è il primo punto.
Il secondo punto, che mi inquieta ancora di più, riguarda l'ubicazione delle Arcate
MOI, che sono oggettivamente in una condizione periferica della città, vicino a
palazzine occupate illegalmente (quelle invece nel vostro progetto di programma le
avete incluse e ne avete incluso lo sgombero come punto programmatico), e
sappiamo benissimo che un secondo dopo l'effetto cascata dell'abbandono del
presidio fisico delle Arcate MOI possono potenzialmente diventare oggetto di
ulteriori vandalismi ed ulteriori occupazioni, come peraltro lo sono state negli anni
dell'abbandono post olimpico.
Se non c'è la condivisione strategica del primo punto - e io lo capisco, non mi
stupisce, perché stanno cominciando ad emergere le differenze di visione di città e
sarà poi sui problemi concreti che emergeranno le differenze di visione di città, di
respiro e di prospettiva più che sulle grandi operazioni -, almeno per questo secondo
motivo, cioè il non perdere il presidio che c'è stato in questo anno e mezzo che
quantomeno ha garantito il mantenimento delle Arcate nelle condizioni date,
dovreste repentinamente accelerare e non certamente con arrendevolezza. Su questo
abbiamo appreso che, a breve, avrete degli incontri. Vi sosteniamo in questa
strategia, siamo disponibili a darvi una mano e, ovviamente, troverete nel nostro
Gruppo Consiliare piena condivisione rispetto a quelle che possono anche essere
azioni che politicamente possono essere messe in campo, ad esempio nel recupero di
ulteriori risorse economico-finanziarie per la ristrutturazione.
In sintesi, Vicesindaco Montanari, prima di abbandonare il progetto di biotecnologie
per farvi un mercatino, vi chiederemmo un po' più di determinazione, un po' più di
sforzi e un po' più di visione sul futuro strategico di Torino.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola al Consigliere Ricca.

RICCA Fabrizio
Mi sono sempre definito molto critico verso l'Amministrazione precedente, però fui
piacevolmente stupito quando questo progetto arrivò in Aula, perché, oggi, si pensa
all'ex MOI come ad una zona di Torino che è un buco nero rispetto a quello che è la
città. Su questo buco nero (che siano Arcate o le palazzine), negli ultimi cinque anni
la Città ha sempre chiuso gli occhi. A me dispiace di questo passo indietro; se per il
Salone del Libro abbiamo fatto uno sforzo per trovare una soluzione, in questo caso
mi sembra che vi sia la sensazione di arrendersi a quella che è stata la scelta
dell'Università. Mi sarebbe piaciuto vedere un po' più di convinzione nel portare a
casa un progetto che, secondo me, è fondamentale per la rinascita di quella zona.
Come diceva bene il Consigliere Lo Russo, senza un presidio fisso si rischia che quel
posto venga abbandonato. Ebbene, quel posto è già abbandonato, perché comunque
sarebbe stata una cosa per il futuro, ma se guardiamo oggi e se pensiamo a tutti i
cittadini che vivono lì e che hanno provato a cambiare l'Amministrazione per avere
un miglioramento della situazione, la risposta è che quel progetto non si farà più, pur
parlando dello sgombero delle palazzine, ma, intanto, oggi le ex residenze
universitarie sono state occupate da alcuni nuclei di nomadi.
Quindi, non vi è una visione e noi vorremmo meno titoli sui giornali e qualcosa di un
po' più concreto. Vorremmo che il Vicesindaco si confrontasse con noi, perché
siamo assolutamente disponibili, quando c'è un progetto intelligente ed utile per la
Città, a portarlo avanti e a cercare di condividere tutte le nostre competenze per fare
in modo che questo possa portarsi a compimento. Però è necessario non arrendersi e
non partire dicendo già al primo Consiglio Comunale che su un progetto del genere
non si tenta nemmeno; se è vero che il problema sono le questioni economiche,
troviamo degli sponsor. Non trovo nulla di male nel cercare qualcuno che possa
mettere dei soldi per fare un investimento di questo tipo; anzi, se questo ci aiuta,
aiuta la Città.
Vorrei capire (ma questo avremo modo di approfondirlo nel Consiglio di giovedì)
come si vuole ridisegnare adesso tutta quella zona. Questo progetto rappresentava
uno sviluppo importantissimo per cambiare completamente la faccia ad una zona
depressa e con tantissimi problemi, al di là di quello delle palazzine dell'ex MOI che
conosciamo tutti. Se il Vicesindaco si preparerà anche su come, in questi cinque
anni, vorrà disegnare il futuro di quella zona, potremo dare immediatamente delle
risposte ai cittadini, perché, oggi, i cittadini hanno cambiato Amministrazione in
quanto sentivano il bisogno di migliorare, ma tutto questo silenzio rotto soltanto da
qualche titolo sui giornali a noi lascia un po' perplessi.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola al Consigliere Carretto. Parla a nome del Gruppo? (INTERVENTO
FUORI MICROFONO). Parlando a nome del Gruppo, le rammento che ha a
disposizione 10 minuti.

CARRETTO Damiano
Questo è il mio primo intervento in Aula; ci tengo anche io ad augurare buon lavoro
a tutti i Consiglieri ed alla Giunta ed auspico che sia proficuo per la Città.
Vengo dall'ex Circoscrizione 9; non so quanti Consiglieri che siedono tra i banchi
della minoranza arrivino da quella zona, in maggioranza siamo tre. Conosciamo
molto bene la vicenda delle Arcate del MOI, in questi anni l'abbiamo seguita e ci
stupisce la premura che, adesso, dimostra il Partito Democratico, dopo anni di
colpevole abbandono, come immagino sappiano i cittadini di quella zona.
Detto questo, mi sembra di aver sentito - ma forse ho capito male io - che la prima
opzione enunciata dal Vicesindaco Montanari sia quella di incontrare il Politecnico e
l'Università principalmente per trovare la soluzione migliore affinché questo
progetto prosegua. Se non sbaglio ha citato: "Per creare le condizioni favorevoli
affinché l'Università non receda dall'accordo". In quest'ottica, siamo qui per fare il
bene della Città e perché i cittadini hanno deciso che, evidentemente, su alcune
questioni ci sono state delle mancanze.
Chi, come me, ha seguito il Consiglio della Circoscrizione 9 per qualche anno, si
ricorda bene la frustrazione di quel Consiglio di fronte alle continue richieste che
venivano inviate agli Assessorati competenti (tra l'altro, richieste puntualmente
deluse ed inascoltate). La questione del bando di assegnazione delle Arcate è stata
invocata per mesi, eppure non si è giunti a nulla. Quando le Arcate del MOI hanno
perso "Paratissima" a causa dell'abbandono e delle condizioni in cui le Arcate erano
mantenute, la Circoscrizione ha sentito tantissimo quel peso, eppure dal Comune
nessuno ha mosso un dito, salvo poi arrivare a questo progetto.
Tra l'altro, da quel che ricordo, nella scorsa Consiliatura il Movimento 5 Stelle non
era sfavorevole a questo progetto, ma aveva chiesto delle garanzie reali da parte
dell'Università e del Politecnico affinché un giorno non ci si ritrovasse nella
situazione che si è puntualmente palesata il 17 giugno. Nella scorsa Consiliatura, ai
Consiglieri del Movimento 5 Stelle era stato risposto che non ci si doveva permettere
di mettere in dubbio gli Atenei su un intervento del genere; forse, se in
quell'occasione ci fosse stata quella volontà che viene invocata adesso dalla
minoranza, probabilmente non ci sarebbe stato un rischio del genere.
La volontà del Movimento 5 Stelle, rappresentata benissimo dalla Giunta, è che il
progetto vada avanti e si cerchino le soluzioni, ma siamo anche realisti: se, malgrado
tutti i nostri sforzi, malgrado la buona volontà e malgrado la nostra visione su
quell'area, dovesse capitare qualcosa per cui il progetto non può andare avanti (ma
non per volontà del Comune di Torino, bensì dei soggetti che non dipendono dal
Comune di Torino, perché sono enti autonomi), ci deve essere la capacità politica di
immaginare una soluzione per quell'area, che può essere temporanea o definitiva, ma
che non deve ripetere gli errori del passato e, quindi, senza arrivare all'abbandono
del luogo, perché conosciamo tutti la zona e le problematiche che ha, ma chi ci ha
vissuto sa qual è la sensazione che dà l'abitare in una zona di cui il Comune si
dimentica.
Concludo il mio intervento dicendo che, dal punto di vista della volontà, il
Movimento 5 Stelle non si tirerà indietro, ascolterà sia la minoranza, sia i cittadini.
La nostra speranza, ovviamente, è che il progetto vada a buon fine; se così non sarà,
cercheremo altre soluzioni.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola al Consigliere Carretta.

CARRETTA Domenico
Noi conosciamo benissimo le regole d'ingaggio, abbiamo pieno rispetto per le
Istituzioni, sappiamo quello che sarà il nostro nuovo ruolo di opposizione. Abbiamo
un rispetto enorme anche per quello che è stato il verdetto espresso dai cittadini e
abbiamo la consapevolezza anche di aver compiuto degli errori.
Però, Consigliere Carretto, mi rivolgo a lei in riferimento al suo ultimo intervento, lei
dovrà avere la costanza di continuare a tornarci adesso, perché vedrà come sarà
complicato continuare a fare il Consigliere di lotta e di governo, vedrà come sarà
complicato continuare a portare avanti dei progetti e a tastare la difficoltà di portarli
avanti.
Noi non contestiamo tanto il fatto che nel MOI possa andare un mercatino
dell'artigianato, non contestiamo tanto che per esempio il Salone del Libro possa
avere una destinazione diversa, come Torino Esposizioni. Quello che stiamo
contestando in questi giorni è che sembra quasi che sia improvvisato, cioè si cercano
delle soluzioni che poi il giorno dopo non hanno più senso, che non danno risposte
concrete.
Allora ben vengano i suoi richiami all'abbandono del MOI, ma l'abbandono del MOI
è determinato da una serie di motivi che spesso ha reso difficile portare avanti
un'interlocuzione con l'Università; un'interlocuzione (era questa la richiesta che
veniva fatta dal Capogruppo) che non deve essere assolutamente abbandonata,
bisogna perseguire su quella strada.
Ma nel momento in cui si cerca di portare avanti un'interlocuzione, è necessario
dopo due secondi sparare l'idea dell'artigianato? Io ho sentito un passaggio
brevissimo del Vicesindaco (che poi immagino vorrà rimarcarlo nel suo intervento di
chiusura) in cui ha affermato "cercheremo..., ma prima di cercare avevamo già
trovato una soluzione (e che soluzione): il mercatino dell'artigianato".
Chi conosce quella zona... tra l'altro un Consigliere non deve essere un abitante della
zona per conoscerne i problemi; un Consigliere Comunale conosce tutti i problemi
che ci sono alla Circoscrizione 9, alla Circoscrizione 8. Abbiamo, per fortuna, un
radicamento in diverse zone, che ci è riconosciuto anche da un numero importante di
cittadini.
Quello che voglio dire è che limitarsi a trovare delle soluzioni senza cercare di
perseguire delle soluzioni un po' più importanti ci fa un po' riflettere. Forse non c'è
un disegno sulla città, forse - lo analizzeremo meglio nelle Linee Programmatiche -
c'è questo tentativo di avanzare questa soluzione alternativa, anche perché bisogna
cercare di dare delle risposte, ma dare delle risposte dai banchi della maggioranza
sarà più difficile, mi creda.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola al Consigliere Iaria. Le ricordo che ha a disposizione tre minuti.

IARIA Antonino
Io sono un po' maleducato, prima non ho salutato nessuno durante il mio primo
intervento, ma non lo faccio nemmeno nel secondo, perché non l'ho fatto prima.
Voglio solo dire che il Consigliere Carretta ha ragione, siamo insediati da un mese e
non abbiamo risolto la questione del MOI. Abbiamo risolto solo la vicenda del
Salone del Libro, abbiamo risparmiato 5 milioni di Euro, ma in un mese di tempo
non abbiamo ancora risolto tutti i problemi degli ultimi 20 anni che ereditiamo.
Nella passata tornata amministrativa ho spesso criticato alla vostra Giunta il fatto di
aver coperto tutte le magagne che hanno fatto i vostri predecessori, Chiamparino e
Castellani, e a voi è rimasto un po' il cerino. Il Consigliere Carretta ha ragione, è
difficile fare il partito di lotta e poi il partito di governo.

VERSACI Fabio (Presidente)
Invito tutti i Consiglieri a rimanere sulla discussione dell'ordine giorno.

IARIA Antonino
Il tema all'ordine del giorno è che si criticano delle soluzioni presentate
dall'Assessore Montanari che alla fine, anche se voi state prendendo un po' in giro,
sembrano più reali delle soluzioni che avevate presentato voi e portato avanti in
campagna elettorale, con questo eccezionale progetto dell'Università, che adesso si è
tirata indietro.
È tutto nel nostro interesse, come è già stato ribadito, riprovare a fare un'operazione
come è già stata fatta forse per il Salone del Libro; quindi ricominciare a parlare con
le persone interessate e vedere di trovare la soluzione. È chiaro che mettere sul
ridicolo - come sta cercando di fare il Consigliere - le nostre soluzioni alternative,
forse non è molto corretto.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola, per fatto personale, al Consigliere Carretta.

CARRETTA Domenico
Solo per chiarire, nessuno ha messo sul ridicolo, Consigliere. Nessuno ha provato a
fare dell'ironia, perché a noi sta a cuore il bene dei cittadini. Forse, come il suo
intervento spontaneo di prima, lei non ha sentito il mio intervento. Io non ho detto
che bisognava risolvere in un mese, ho detto che il modo in cui si è risolto... Lei
prima è intervenuto chiedendo al Capogruppo Lo Russo di ringraziare pubblicamente
il Sindaco per quello che era stato fatto; il Capogruppo l'aveva già fatto, lei non si
era concentrato su quello che stava dicendo il Capogruppo (evidentemente bisognava
portare avanti una tesi a prescindere), quindi non l'ha ascoltato e non ha ascoltato
quello che ho detto io.
Io non prendo in giro nessuno. Quando sono intervenuto ho detto che conosco le
regole dell'ingaggio, conosco il mio ruolo, ho rispetto per lei, per la maggioranza,
per i miei Colleghi, per l'Aula e so come muovermi. Quindi, io non prendo mai in
giro nessuno. Sto solo dicendo che il modo in cui si è arrivati a individuare la
soluzione, per una serie di problemi che sono intervenuti (l'eccezionalità del
momento, il fatto che l'Università si tiri indietro, il fatto che sul Salone del Libro ci
sia una serie di motivazioni), nessuno sta incolpando qualcuno, è un modo che ci
lascia perplessi, tutto qui.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola al Consigliere Fassino. Le ricordo che ha a disposizione tre minuti.

FASSINO Piero
Siamo alle prime battute, poi naturalmente ognuno si comporta come ritiene, però se
vogliamo fare una discussione sugli atti deliberativi o sulle comunicazioni che
vengono sottoposte al Consiglio Comunale bisogna che accettiamo un confronto e
anche che ci ascoltiamo, partendo dal dato che nessuno di noi è portatore di una
verità assoluta. Il principio di laicità è riconoscere che un pezzo di verità c'è anche
nella persona più distante da te ed è utile scoprirlo.
Noi non abbiamo fatto una critica pregiudiziale alla comunicazione dell'Assessore
Montanari, abbiamo detto una cosa molto semplice: quello non è un progetto banale,
non è un progetto di ordinaria amministrazione, non è una cosa che si può archiviare
in cinque minuti prendendo semplicemente atto che il Consiglio di Amministrazione
dell'Università ha ritenuto di recedere, perché è un progetto che ha una valenza -
come ha cercato di spiegare bene il Consigliere Lo Russo - significativa dal punto di
vista del profilo di Torino come città dell'innovazione, della tecnologia e
dell'eccellenza in questo campo.
Tra l'altro, l'ubicazione in quell'area di un centro di innovazione e di ricerca sulle
tecnologie sanitarie ha un senso, perché con il collegamento della passerella costruita
al tempo delle Olimpiadi, quell'area è immediatamente attigua all'area su cui sorgerà
la Città della Salute.
Il Parco della Salute se vuole essere davvero una Città della Salute, in grado di
esprimere un'eccellenza sanitaria, non potrà essere soltanto il rifacimento degli
ospedali, pur necessario, ma anche una Città della Salute capace di avere oltre
ospedali di eccellenza, corrispondente a un sistema sanitario di eccellenza, anche
centri di ricerca nel campo delle tecnologie sanitarie, della farmaceutica e di tutto ciò
che costituisce il sistema.
Quindi l'allocazione lì aveva un senso, che è questo. Non è che lo abbiamo allocato lì
perché non sapevamo cosa fare delle Arcate. Abbiamo ipotizzato di mettere lì un
centro di innovazione e di eccellenza nel campo delle tecnologie sanitarie come parte
di un investimento che, massimizzando l'eccellenza delle nostre Università, sia il
Politecnico che Medicina, arricchisse e ampliasse il progetto di Torino come Città
della Salute e di un sistema sanitario di eccellenza.
Per questo diciamo che, prima di prendere atto che semplicemente non se ne può fare
niente, si riprenda un colloquio con il Politecnico e con l'Università per verificare se
sia redimibile la posizione dell'Università e si possa dare corso a un progetto che io
penso, e tutti noi pensiamo, abbia una valenza strategica dal punto di vista dello
sviluppo e della qualità dei servizi della città. Tutto qui.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola alla Consigliera Amore. Le ricordo che ha a disposizione tre minuti.

AMORE Monica
Buonasera a tutti, Consiglieri. Mi chiamo Monica Amore ed essendo una Consigliera
uscente della ex Circoscrizione 9, conosco bene quel territorio. La cosa che voglio
ricordare all'attuale opposizione, essendo l'Amministrazione uscente, è che prima di
parlare bisognerebbe pensare, perché se Università e il Politecnico hanno fatto un
passo indietro, di certo non è colpa dell'Amministrazione attuale. (INTERVENTO
FUORI MICROFONO). Mi faccia finire, per cortesia.
Quando sento dire dal Capogruppo Lo Russo che bisogna riqualificare quell'area
perché ci sono delle palazzine occupate, voglio ricordare al Capogruppo Lo Russo
che quando ero in Circoscrizione sono state fatte svariate richieste di Consigli aperti,
dove è stata anche richiesta all'epoca la presenza del Sindaco uscente, Piero Fassino,
ma l'Amministrazione uscente è sempre stata sorda. Quindi oggi non venite a fare
critiche, ma state zitti e prima di parlare pensate.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola, per fatto personale, al Consigliere Lo Russo.

LO RUSSO Stefano
Chiedo scusa, Presidente, sono un po' in imbarazzo; chiedo scusa alla Consigliera
Amore, non me ne voglia. Noi non solo non staremo zitti, noi siamo stati eletti tanto
quanto lei, anzi forse sotto il profilo personale con un leggerissimo grado di
legittimazione superiore, per parlare. Quindi, la tranquillizzo, siccome non abbiamo
nulla da rimproverarci, siamo consapevoli di aver fatto degli errori, ce ne scusiamo,
del resto abbiamo perso le elezioni e conseguentemente i cittadini hanno scelto, però,
e guardo anche lei, Presidente, noi non staremo zitti.
È compito della minoranza consiliare fare determinate cose. Se ne faccia una
ragione. È compito nostro segnalare le questioni, abbiamo sostanzialmente detto,
consapevoli della difficoltà del progetto e della difficoltà per cui si è arrivati a quella
soluzione, che non riteniamo l'atteggiamento dell'Amministrazione, in questa fase,
per come è stato espresso e per come è stato ribadito in questa Aula, coerente con
quello che ci aspetteremmo debba fare l'Amministrazione Comunale a fronte di un
evento.
Nessuno ha detto che è colpa della Sindaca Appendino se l'Università si è chiamata
fuori. Il problema non è di chi è la colpa. Usciamo, per favore, dalla dinamica di chi
è la colpa. Il problema è: esiste una ordinarietà; l'Amministrazione, a differenza di
altre Amministrazioni (leggo Roma), che si è insediata qui si è insediata su una
macchina che se non succede niente viaggerà spedita fino al 2021. Il problema non é
l'ordinarietà dell'Amministrazione, il problema è che quando si pongono i problemi
(leggasi Salone del Libro, leggasi MOI, ma ce ne saranno molti altri), come risponde
l'Amministrazione? Sul Salone del Libro l'abbiamo detto; sul tema delle Arcate del
MOI non ci sentivamo di condividere. Però, Consigliera Amore, ci faccia fare quello
per cui siamo stati eletti, esattamente come lei.

VERSACI Fabio (Presidente)
Invito tutti i Consiglieri a rispettare tutte le persone che sono sedute in quest'Aula,
soprattutto a non dire a nessuno di stare zitto, perché siamo qui per parlare e per
confrontarci.
La parola al Consigliere Rosso.

ROSSO Roberto
Il MOI avrebbe dovuto essere, nelle aspettative di tutti i cittadini di Torino, un
grande lascito post-olimpico. Questa era la condizione in cui nacque, anche da un
bravo architetto come Camerana, e si ritenne che non potesse andare a finire come è
andato concretamente a finire nell'arco di pochi anni. Cioè una struttura
completamente nuova, che doveva essere all'avanguardia, ben progettata e ben
collaudata, si disse all'epoca, avrebbe dovuto rivolgersi ai cittadini con un'altra
attenzione.
Abbiamo constatato che, purtroppo, la qualità del manufatto non era adeguata; oggi
al MOI permangono extracomunitari, spesso clandestini, anziché cittadini a tutti gli
effetti residenti o chiedenti asilo politico da noi. Accanto a loro abbiamo il problema
delle Arcate, un grande lascito architettonico a questa città.
La cosa che mi chiedo è, di fronte alla posizione che l'Università ha ritenuto di
assumere, forse non ancora formalmente, ma in molti temono che possa assumere,
cosa si dovrebbe dire nei confronti di un uomo molto altolocato, il Rettore
dell'Università, che dopo due anni di aspettative della Città, come ha ricordato bene
l'ex Sindaco Fassino, per un'innovazione forte nella città delle tecnologie sanitarie,
che avrebbero anche avuto il collegamento intelligente con l'area del Lingotto, in cui
doveva nascere il nuovo Parco della Salute, improvvisamente, senza dare neanche
delle adeguate giustificazioni, propone di chiudere un rapporto con la Città in modo
del tutto arbitrario, neppure discrezionale?
Io credo che la discussione qui dentro avrebbe dovuto vertere sulla censura che
questo personaggio altolocato avrebbe dovuto ricevere da questo Consiglio
Comunale, perché mi pare che la colpa non sia, in questo caso, né dell'ex Sindaco
Fassino, che ha coltivato un'intelligente prospettiva per la Città, né dell'attuale
Sindaca appena arrivata.
Francamente è inaccettabile e improponibile il fatto che a distanza di un mese e
mezzo dalle elezioni uno degli interlocutori principali di questo Consiglio Comunale,
di questa Giunta, ritenga di sospendere quello che aveva messo lui in piedi. Io credo
che se il Capogruppo Lo Russo e l'ex Sindaco Fassino avessero la possibilità di
riallacciare rapporti, di integrare quello che può fare la Giunta, dovrebbe
chiederglielo l'intero Consiglio Comunale, perché è una prospettiva intelligente per
questa Città avere quel tipo di soluzione.
Ritengo però che non sia inopportuno andare sulla posizione secondaria; forse non è
da annunciare urbi et orbi, come è stato fatto oggi, ma ritengo che dire che,
comunque, le Arcate avranno un destino sia importante per chi ci abita. Io ho
ascoltato persone che vengono dal mondo del Movimento 5 Stelle che vivono in
quella Circoscrizione e credo sia importante dire a quelle persone, a quei
commercianti che stanno chiudendo, a quei cittadini che risiedono vicino al MOI,
che un altro destino è possibile per quella zona.
Se lo si potrà fare nel campo delle eccellenze, come era stato definito due anni fa,
meglio; ma se non lo si potesse fare, ben venga un'altra soluzione che integri quello
che altrimenti non si sarebbe potuto fare. E soprattutto ci sia anche la possibilità di
dire, in modo chiaro, che il Rettore dell'Università ha tradito l'impegno che aveva
preso con la Città.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola al Consigliere Unia. Le ricordo che ha a disposizione tre minuti.

UNIA Alberto
Innanzitutto mi scuso per il tono, probabilmente anche dovuto a un attimo di
eccessivo entusiasmo. Ovviamente, a nome del Gruppo, concordo sul fatto che tutti
siamo qui per discutere e quindi nessuno deve stare zitto, ci mancherebbe altro.
Voglio chiedere un chiarimento al Presidente su una questione tecnica. Quando c'è
un ordine del giorno si discute di quello e non si interviene su quello precedente,
tendenzialmente; questo deve valere per il Consigliere Iaria, ma deve valere anche
per gli altri. Vorrei che si evitasse di applicare due pesi e due misure, perché prima il
Presidente ha interrotto il Consigliere Iaria, invece i due Consiglieri dall'altra parte
hanno parlato del Salone del Libro mentre si parlava dell'ex MOI, ma non sono stati
interrotti. Chiedo al Presidente questa cortesia.
Chiudo ringraziando il Sindaco - come dice il Consigliere Carretta - per
l'improvvisazione, che direi sta andando molto bene.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola al Consigliere Tresso.

TRESSO Francesco
Ne approfitto anche io, essendo il mio primo intervento, per salutare tutti i
partecipanti del Consiglio Comunale, augurando a tutti buon lavoro. Voglio solo
chiedere una precisazione al Vicesindaco.
Devo dire che anche io ho avvertito una certa timidezza nell'esporre le motivazioni
che hanno portato a dire che effettivamente il progetto aveva una certa difficoltà;
però magari di questo mi faccio cattivo interprete e mi scuso in anticipo. Mi rendo
perfettamente conto del problema, il Consigliere Carretto ci ha spiegato le difficoltà e
conosciamo tutti la drammaticità in cui versa questa area, che poi ha avuto anche un
epilogo con la situazione della ragazza disabile, i migranti che sono ospitati, eccetera.
Mi chiedo, però, se la Giunta abbia valutato quello che io trovo un elemento di
innovazione importante di questo progetto, cioè il problema della dislocazione degli
Atenei in aree periferiche, proprio come possibilità di recupero e di ricucitura delle
periferie, anche tramite il trasferimento di centri di cultura e di tutto l'indotto che
questi possono portare, anche in maniera molto concreta e banale: il fatto che
persone giovani che studiano possano frequentare aree più periferiche.
Questo a me sembra un elemento valoriale molto interessante, che peraltro ha in
Europa e in altre parti del mondo delle esperienze molto significative. Tutte le grandi
città hanno sempre avuto necessariamente gli Atenei dislocati nei palazzi storici; poi,
per crescita, per necessità di funzionalità, questi devono potersi dislocare in altre
realtà. Questo mi sembra un elemento chiave molto interessante su cui puntare,
proprio per questa azione di recupero e di ricucitura delle periferie, su cui
giustamente avete puntato molto nel vostro programma, che devo dire ho anche
condiviso in parte.
Non solo, viviamo anche in un'ottica di Città Metropolitana, quanto più ci spostiamo
verso la periferia e tanto più quei servizi possono essere trasferiti a un più ampio
bacino di utenza, che crea anche un tessuto marginalmente connettivo.
In questo senso, non vorrei che da parte dell'Amministrazione questa non fosse - ma
magari mi sbaglio - vista come una priorità interessante, che però poi ha anche altre
esemplificazioni: pensiamo all'area dell'ex Manifatturiera Tabacchi, eccetera.
Chiedo solo un parere e un'ulteriore delucidazione in proposito.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola al Vicesindaco.

MONTANARI Guido (Vicesindaco)
Grazie a tutti i Consiglieri che sono intervenuti. Io ho due strade, posso entrare nel
merito di una discussione che si apre a questo punto sull'urbanistica, ma credo che
andremmo fuori tema; quindi tendenzialmente non lo farò, se non fare due
osservazioni molto brevi, non mi piacciono gli interventi lunghi.
Intanto se il Consigliere Lo Russo pensa che noi andiamo su un binario ormai
tracciato da qui al 2021 senza spostarci, si sbaglia, perché non sarà così. Noi
cambieremo molte scelte urbanistiche fatte dalle precedenti Amministrazioni, molto
semplicemente perché sono sbagliate; altre invece assolutamente condivisibili le
porteremo avanti. Quindi la risposta è molto semplice.
Più in generale, le Arcate del MOI, che io ho studiato ai tempi quando mi occupavo
ancora di storia dell'architettura, sono straordinariamente interessanti sia da un punto
di vista architettonico (1932, Umberto Cuzzi, un'architettura pubblicata su tutte le
riviste dell'epoca), sia da un punto di vista operativo, sociale, nel suo tessuto
connettivo e nel suo quartiere, sono state abbandonate con un provvedimento che è
partito nel 1984 e poi si è sviluppato negli anni successivi, con una logica che tutto
sommato continua a caratterizzare le Amministrazioni fino ad oggi; cioè si spostano
le attività, si abbandonano intere zone della città, ma non si pensa a che cosa
succederà in quelle zone.
Addirittura sono state utilizzate, giustamente, per le Olimpiadi, per pochi mesi, con
uno straordinario recupero e un restauro bellissimo, che è costato moltissimi soldi, e
si sono riabbandonate tranquillamente. Quindi, evidentemente, questa capacità di
pensare alla città come qualcosa che va certamente trasformata, ma che va anche
ripensata costantemente nelle sue ulteriori destinazioni, forse non è così stata
presente nelle passate Amministrazioni.
Detto ciò, ripeto, non volendo approfondire più di tanto questi aspetti, che comunque
saranno parte di una discussione, perché adesso presentiamo un programma, che ha
la parte urbanistica, che sarà presentato al Consiglio Comunale, organizzeremo
questo programma nell'attività concreta degli Assessori, quindi rimanderei la
discussione sull'urbanistica alle nostre prossime riunioni.
Nello specifico, rispondo molto semplicemente, rileggendo alcune cose che ho
appena letto: "La Città considera necessario avviare un'immediate interlocuzione con
i due Atenei, al fine di verificare quali condizioni possano essere applicate affinché
l'Università degli Studi di Torino non proceda con l'avvio delle pratiche formali di
recesso".
Dunque noi quindi non abbiamo assolutamente niente contro questo tipo di
iniziativa, al di là che arrivi tardi... non mi ci soffermo; un'iniziativa assolutamente
condivisibile e sulla quale si potrebbe andare avanti. Ci sono fattori nuovi che sono
intervenuti, li affronteremo con tutta la forza necessaria. Quindi non ci si può
accusare addirittura sulle intenzioni. Abbiamo detto questo e questo faremo.
Però diciamo anche che se questa strada non si rivelasse percorribile, dovremo porci
altre strade. Io ne ho ipotizzata qualcuna che pregherei l'ex Assessore Lo Russo di
non sintetizzarla con il termine "mercatino", perché noi non siamo qui per fare i
mercatini. Noi siamo qui per cambiare un pezzo di città importante, l'ho detto prima,
con una valenza storico-architettonica straordinaria, che ha un riscontro sociale e
urbanistico importantissimo.

VERSACI Fabio (Presidente)
La parola alla Sindaca.

SINDACA
Molto è già stato detto e ringrazio anche io i Consiglieri intervenuti. Io voglio solo
rasserenare gli animi, qui non c'è nulla di improvvisato, come non è stata
improvvisata la trattativa con GL Events che ci ha portato a uno sconto del 50%, ci
stiamo lavorando nell'interesse della città.
Neanche io voglio mettermi a dare colpe, perché non penso che sia questo il punto di
cui dobbiamo dibattere. C'è una lettera formale che è stata inviata in data 17 giugno,
quindi possiamo anche dire che non è ascrivibile a nessuno, in cui l'Università di
Torino prende una posizione chiara, netta e dice che questo progetto non le interessa.
Cosa ha fatto l'Amministrazione? L'Amministrazione ha lavorato su due livelli.
Primo: ha avviato un dialogo con gli Atenei. Tra l'altro, invito l'opposizione ad
ascoltare quello che dice il Vicesindaco quando dichiara che la prima strada che
vogliamo percorrere è provare a rientrare nei binari e trovare un accordo con i
soggetti coinvolti, tant'è che è già stato definito in agenda un incontro.
Quindi è chiaro che noi vogliamo cercare di intraprendere quella strada, però è
altrettanto chiara - la ricordo benissimo - la discussione che è stata fatta in
quest'Aula quando l'ex Assessore Lo Russo e l'ex Sindaco Fassino guidavano questa
Città, e io continuo ad avere la stessa preoccupazione di allora. Riprendo il verbale
perché me lo sono andato a rileggere: "L'altro grande tema proposto agli Atenei, per
cui ho delle perplessità e delle preoccupazioni, sono le priorità degli Atenei".
Evidentemente siccome sappiamo che gli Atenei sono impiegati in tanti progetti, da
Manifattura Tabacchi a Città della Salute, dobbiamo capire quali sono le priorità
degli Atenei, perché tutti siamo consapevoli delle difficoltà che ci sono in quell'area,
quindi ben venga che gli Atenei intervengano e investano, ma è altrettanto chiaro che
come Città abbiamo la responsabilità di far sì che quella sia una priorità, ma se quella
non lo è, io non posso tenere quell'area ancora in ballo per anni senza far partire
nulla.
Allora quello che ha fatto l'Amministrazione è iniziare ad avviare un percorso dove
si discuterà nella Commissione opportuna, e si possa avviare un eventuale piano B,
perché io come Città, e credo tutti, non vogliamo far sì che quell'area continui a
rimanere abbandonata.
Quindi, strategia A, prioritaria, come già definito in agenda, come ha già detto il
Vicesindaco: avviare un discorso per cercare di far sì che quell'area possa continuare
anche a fronte del progetto Parco della Salute. Strategia B: non lasciare l'area
abbandonata nel caso in cui gli Atenei non ci dicessero che nel breve vogliono
investire delle risorse, perché tutti vorremmo che gli Atenei investissero milioni, ma
se poi gli Atenei non li mettono i milioni, stiamo parlando del nulla; questo è chiaro,
però dobbiamo dircelo.
Quindi, fase A, capire quali sono le priorità, vedere se con gli Atenei si trova una
quadra per far sì che effettivamente si possa investire in quell'area. Nel caso in cui
non ci fossero certezze, e si sta parlando di nuovo di rinviare, credo che tutto il
Consiglio Comunale si debba assumere la responsabilità di pensare a un piano B,
perché è interesse di tutta la Città, maggioranza e opposizione, far sì che quell'area
non sia abbandonata.

VERSACI Fabio (Presidente)
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