Interventi |
Comunicazioni della Sindaca: - "Utilizzo spazi Arcate ex MOI". VERSACI Fabio (Presidente) La parola, per le comunicazioni, al Vicesindaco Montanari. MONTANARI Guido (Vicesindaco) Ringrazio il Presidente e saluto tutti i Consiglieri; intervengo per la prima volta e, quindi, è dovuto almeno un saluto formale alle Consigliere, ai Consiglieri, a tutti i Colleghi, al Presidente ed alla Sindaca. Il tema è quello di che cosa accadrà alle Arcate cosiddette del MOI, Mercato Ortofrutticolo, nella zona ex Villaggio Olimpico di via Giordano Bruno. Questo tema è sorto all'attenzione dei giornali perché è sostanzialmente saltato un accordo che era stato stipulato tra Università e Politecnico. Queste sono alcune note che precisano meglio la situazione. La convenzione è stata sottoscritta il 20 giugno 2015 con l'Università degli Studi di Torino ed il Politecnico al fine di costruire un polo di aggregazione multidisciplinare che favorisca, attraverso la condivisione di risorse umane ed infrastrutture, la ricerca nell'ambito delle scienze per la vita, nonché l'incontro e la collaborazione tra i ricercatori dell'area medico- chirurgica e politecnica; è questo il titolo con il quale viene descritto questo progetto nella deliberazione della Giunta Comunale del 16 dicembre 2014. Con tale atto l'Amministrazione sospendeva la pubblicazione del bando di gara per l'assegnazione del medesimo complesso immobiliare, che era stato approvato precedentemente con la deliberazione del 15 luglio 2014. Tale scelta della passata Amministrazione era stata compiuta a seguito dell'interesse manifestato congiuntamente dall'Università e dal Politecnico pervenuto il 9 dicembre 2014. In tale comunicazione veniva precisato che l'accordo quadro tra il Politecnico e l'Università degli Studi è stato approvato dagli organi deliberanti dei due Atenei; il Senato Accademico del Politecnico di Torino si è espresso positivamente ed ha fatto altrettanto il Senato Accademico dell'Università degli Studi. Sto tagliando il testo per non appesantire la lettura. L'accordo è stato formalmente sottoscritto dai Rettori dei due Atenei in data 14 novembre 2014. L'accordo a cui si riferisce la lettera riguarda la modalità di collaborazione nell'ambito del Polo formativo interdisciplinare dei due Atenei. Se per astratto tale collaborazione potrebbe essere ospitata in qualunque edificio, a riguardo dell'insediamento nel complesso delle Arcate viene detto che: "Il centro di ricerca didattica congiunta potrà essere ottimamente ospitato presso il complesso delle Arcate". Con successiva deliberazione del Consiglio Comunale del 2 marzo 2015, la Città di Torino approva lo schema di convenzione, che verrà sottoscritto dalle parti il 20 giugno 2015; in tale convenzione viene stabilita la durata di 30 anni, con facoltà per gli enti concessionari di recedere con un preavviso di sei mesi, ed al successivo articolo n. 8 vengono anche definiti gli obblighi degli enti concessionari. Con comunicazione del Rettore dell'Università degli Studi di Torino, inviata il 17 giugno, si apprende che l'Università sarebbe intenzionata a recedere dal progetto, pur non avendo attivato le procedure formali previste dall'articolo n. 6 della convenzione citata. La Città considera necessario avviare un'immediata interlocuzione con i due Atenei al fine di verificare quali condizioni possano essere applicate affinché l'Università degli Studi di Torino non proceda con l'avvio delle pratiche formali di recesso. Infatti, è evidente che, trattandosi di un centro di didattica e di ricerca congiunto, l'assenza dell'Università metterebbe anche in discussione l'interesse del Politecnico. Resta elemento di approfondimento, anche a seguito di ciò che viene riportato nella comunicazione congiunta dei due Rettori del 7 dicembre 2014, se le Arcate costituiscano ancora l'edificio ottimale per ospitale tale centro di didattica o se, nel frattempo, ne sia stato individuato un altro. Nel caso che la soluzione prospettata dai due Attenei non si riveli praticabile, cioè di andare congiuntamente ad occupare questa sede, è volontà di questa Amministrazione sondare alternative che permettano una fruizione degli spazi in sintonia con la loro vocazione architettonica ed urbanistica. Tra queste nuove prospettive appaiono praticabili la destinazione ad attività mercatali, piccolo commercio, attività produttive e di servizio, da verificare con gli attori del posto e con le esigenze sociali ed economiche del quartiere. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Lo Russo. LO RUSSO Stefano Purtroppo la risposta del Vicesindaco conferma - ahimè - la preoccupazione politica che ha il Partito Democratico. A fronte di una difficoltà oggettiva che si è rappresentata, mi sembra che il Vicesindaco Montanari venga in Aula a dirci che è intendimento dell'Amministrazione andare ad esplorare delle alternative, tra cui le aree mercatali, ed aggiungo che il Vicesindaco dichiarò ad un giornale cose di questo tipo. Ammesso e non concesso che questo sia compatibile con la destinazione urbanistica vigente - ma è prerogativa dell'Amministrazione sottoporre, eventualmente, all'Aula dei provvedimenti di Variante idonei a sviluppare funzioni diverse -, è ovvio che questa arrendevolezza dell'Amministrazione nei confronti di uno dei progetti più importanti della Città ci lascia un po' inquieti, ce lo consenta. Non sfugge a nessuno, ed è stato oggetto anche di ragionamento e di riflessione, il totale disinteresse dell'Amministrazione Comunale insediata rispetto al progetto di Città della Salute nell'area del Lingotto, per cui, nell'ambito di quella che è stata l'evoluzione del dibattito, si è passati da una frontale contrarietà all'affermare che, se proprio dobbiamo farlo, lo facciamo lì e, piuttosto che perdere i finanziamenti, va bene, esploriamo questa questione della FIAT Avio ed abbandoniamo il progetto delle Molinette. Vicesindaco Montanari, l'incubatore di imprese innovative nel campo delle biotecnologie - perché si tratta di questo essenzialmente - dentro le Arcate MOI per come è stato impostato, in realtà, rispondeva ad una serie di elementi che, mi permetta, vanno un po' oltre il ragionamento che lei ha impostato. Il problema non è quello di individuare un'area per fare dei mercatini, ma il problema è se la Città (e lei ha risposto chiaramente no) o, perlomeno, l'Amministrazione crede o meno nel progetto di dare impulso e spinta a questa vocazione. È questo il punto. Anche noi siamo rimasti colpiti dalla marcia indietro dell'Università ed è del tutto evidente che, sulla base di quello che abbiamo potuto leggere, le questioni sono essenzialmente di carattere economico e non vocazionale. Come lei, anche io ho seguito il dibattito giornalistico che si è articolato in numerose interviste di autorevoli personaggi e mi pare che ci sia quantomeno una disponibilità ad un riragionamento, senza mettere in discussione l'intero progetto. Però è abbastanza preoccupante il fatto che l'Amministrazione venga a rivendicare in Aula, con un certo grado di orgoglio, che se il progetto prosegue, bene, ma, in caso contrario, si farà un mercatino. Se immaginate di affrontare così le questioni problematiche di questa Città ed il tema della Città della Salute (è vero che non lo affrontate, perché lo faremo giovedì, e non c'è una riga nel programma su questo argomento, per cui non sfugge a nessuno che per voi è un non problema, ma ribadisco che ne parleremo giovedì), mi permetta di essere un po' inquieto, non da Capogruppo del Partito Democratico, ma da cittadino, perché il tema è davvero delicato. Abbiamo pochissime occasioni, Vicesindaco Montanari, per provare a buttare il cuore oltre l'ostacolo e montare progetti di questa importanza, che, per capirci, hanno avuto grande successo in epoche passate (pensiamo, ad esempio, a che cosa è stata la Cittadella Politecnica in un settore come quello dell'automotiv, che ha coniugato riqualificazione urbana di spazi industriali dismessi con vocazione produttiva industriale) e che, oggi, ci invidia tutta l'Europa. L'obiettivo del Polo del MOI è e continua ad essere quello. Vicesindaco, noi ci saremmo aspettati che il Sindaco o lei, che è stato delegato a rappresentare la posizione dell'Amministrazione, venisse qui a dirci di voler incontrare Ajani e Gilli, che credete nella bontà del progetto, che cercherete di capire quali sono le risorse che si possono attivare affinché non si abbandoni il progetto, che siete consapevoli del fatto che le Arcate MOI sono una parte essenziale dello sviluppo di questa Città, che occorre costruire occasioni per dare lavoro qualificato ai giovani e che il tema della bioingegneria è una delle vocazioni fondamentali di questa Città; è questo che ci saremmo aspettati e, oggi, non gliel'ho sentito dire (magari non l'ho sentito solo io), peraltro ribadendo quello che ha dichiarato ai giornali. Quello che posso dire in conclusione è che noi ci siamo; se possiamo essere utili nell'aiutare l'Amministrazione a portare a casa il progetto e nell'aiutare l'Università di Torino, che magari si trova più in difficoltà in questo momento, ci siamo e, conseguentemente, crediamo davvero che, prima di abbandonare la scialuppa e mandare a mare questo progetto, vada fatta una riflessione seria rispetto alla sua strategicità. Questo è il primo punto. Il secondo punto, che mi inquieta ancora di più, riguarda l'ubicazione delle Arcate MOI, che sono oggettivamente in una condizione periferica della città, vicino a palazzine occupate illegalmente (quelle invece nel vostro progetto di programma le avete incluse e ne avete incluso lo sgombero come punto programmatico), e sappiamo benissimo che un secondo dopo l'effetto cascata dell'abbandono del presidio fisico delle Arcate MOI possono potenzialmente diventare oggetto di ulteriori vandalismi ed ulteriori occupazioni, come peraltro lo sono state negli anni dell'abbandono post olimpico. Se non c'è la condivisione strategica del primo punto - e io lo capisco, non mi stupisce, perché stanno cominciando ad emergere le differenze di visione di città e sarà poi sui problemi concreti che emergeranno le differenze di visione di città, di respiro e di prospettiva più che sulle grandi operazioni -, almeno per questo secondo motivo, cioè il non perdere il presidio che c'è stato in questo anno e mezzo che quantomeno ha garantito il mantenimento delle Arcate nelle condizioni date, dovreste repentinamente accelerare e non certamente con arrendevolezza. Su questo abbiamo appreso che, a breve, avrete degli incontri. Vi sosteniamo in questa strategia, siamo disponibili a darvi una mano e, ovviamente, troverete nel nostro Gruppo Consiliare piena condivisione rispetto a quelle che possono anche essere azioni che politicamente possono essere messe in campo, ad esempio nel recupero di ulteriori risorse economico-finanziarie per la ristrutturazione. In sintesi, Vicesindaco Montanari, prima di abbandonare il progetto di biotecnologie per farvi un mercatino, vi chiederemmo un po' più di determinazione, un po' più di sforzi e un po' più di visione sul futuro strategico di Torino. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Ricca. RICCA Fabrizio Mi sono sempre definito molto critico verso l'Amministrazione precedente, però fui piacevolmente stupito quando questo progetto arrivò in Aula, perché, oggi, si pensa all'ex MOI come ad una zona di Torino che è un buco nero rispetto a quello che è la città. Su questo buco nero (che siano Arcate o le palazzine), negli ultimi cinque anni la Città ha sempre chiuso gli occhi. A me dispiace di questo passo indietro; se per il Salone del Libro abbiamo fatto uno sforzo per trovare una soluzione, in questo caso mi sembra che vi sia la sensazione di arrendersi a quella che è stata la scelta dell'Università. Mi sarebbe piaciuto vedere un po' più di convinzione nel portare a casa un progetto che, secondo me, è fondamentale per la rinascita di quella zona. Come diceva bene il Consigliere Lo Russo, senza un presidio fisso si rischia che quel posto venga abbandonato. Ebbene, quel posto è già abbandonato, perché comunque sarebbe stata una cosa per il futuro, ma se guardiamo oggi e se pensiamo a tutti i cittadini che vivono lì e che hanno provato a cambiare l'Amministrazione per avere un miglioramento della situazione, la risposta è che quel progetto non si farà più, pur parlando dello sgombero delle palazzine, ma, intanto, oggi le ex residenze universitarie sono state occupate da alcuni nuclei di nomadi. Quindi, non vi è una visione e noi vorremmo meno titoli sui giornali e qualcosa di un po' più concreto. Vorremmo che il Vicesindaco si confrontasse con noi, perché siamo assolutamente disponibili, quando c'è un progetto intelligente ed utile per la Città, a portarlo avanti e a cercare di condividere tutte le nostre competenze per fare in modo che questo possa portarsi a compimento. Però è necessario non arrendersi e non partire dicendo già al primo Consiglio Comunale che su un progetto del genere non si tenta nemmeno; se è vero che il problema sono le questioni economiche, troviamo degli sponsor. Non trovo nulla di male nel cercare qualcuno che possa mettere dei soldi per fare un investimento di questo tipo; anzi, se questo ci aiuta, aiuta la Città. Vorrei capire (ma questo avremo modo di approfondirlo nel Consiglio di giovedì) come si vuole ridisegnare adesso tutta quella zona. Questo progetto rappresentava uno sviluppo importantissimo per cambiare completamente la faccia ad una zona depressa e con tantissimi problemi, al di là di quello delle palazzine dell'ex MOI che conosciamo tutti. Se il Vicesindaco si preparerà anche su come, in questi cinque anni, vorrà disegnare il futuro di quella zona, potremo dare immediatamente delle risposte ai cittadini, perché, oggi, i cittadini hanno cambiato Amministrazione in quanto sentivano il bisogno di migliorare, ma tutto questo silenzio rotto soltanto da qualche titolo sui giornali a noi lascia un po' perplessi. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Carretto. Parla a nome del Gruppo? (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Parlando a nome del Gruppo, le rammento che ha a disposizione 10 minuti. CARRETTO Damiano Questo è il mio primo intervento in Aula; ci tengo anche io ad augurare buon lavoro a tutti i Consiglieri ed alla Giunta ed auspico che sia proficuo per la Città. Vengo dall'ex Circoscrizione 9; non so quanti Consiglieri che siedono tra i banchi della minoranza arrivino da quella zona, in maggioranza siamo tre. Conosciamo molto bene la vicenda delle Arcate del MOI, in questi anni l'abbiamo seguita e ci stupisce la premura che, adesso, dimostra il Partito Democratico, dopo anni di colpevole abbandono, come immagino sappiano i cittadini di quella zona. Detto questo, mi sembra di aver sentito - ma forse ho capito male io - che la prima opzione enunciata dal Vicesindaco Montanari sia quella di incontrare il Politecnico e l'Università principalmente per trovare la soluzione migliore affinché questo progetto prosegua. Se non sbaglio ha citato: "Per creare le condizioni favorevoli affinché l'Università non receda dall'accordo". In quest'ottica, siamo qui per fare il bene della Città e perché i cittadini hanno deciso che, evidentemente, su alcune questioni ci sono state delle mancanze. Chi, come me, ha seguito il Consiglio della Circoscrizione 9 per qualche anno, si ricorda bene la frustrazione di quel Consiglio di fronte alle continue richieste che venivano inviate agli Assessorati competenti (tra l'altro, richieste puntualmente deluse ed inascoltate). La questione del bando di assegnazione delle Arcate è stata invocata per mesi, eppure non si è giunti a nulla. Quando le Arcate del MOI hanno perso "Paratissima" a causa dell'abbandono e delle condizioni in cui le Arcate erano mantenute, la Circoscrizione ha sentito tantissimo quel peso, eppure dal Comune nessuno ha mosso un dito, salvo poi arrivare a questo progetto. Tra l'altro, da quel che ricordo, nella scorsa Consiliatura il Movimento 5 Stelle non era sfavorevole a questo progetto, ma aveva chiesto delle garanzie reali da parte dell'Università e del Politecnico affinché un giorno non ci si ritrovasse nella situazione che si è puntualmente palesata il 17 giugno. Nella scorsa Consiliatura, ai Consiglieri del Movimento 5 Stelle era stato risposto che non ci si doveva permettere di mettere in dubbio gli Atenei su un intervento del genere; forse, se in quell'occasione ci fosse stata quella volontà che viene invocata adesso dalla minoranza, probabilmente non ci sarebbe stato un rischio del genere. La volontà del Movimento 5 Stelle, rappresentata benissimo dalla Giunta, è che il progetto vada avanti e si cerchino le soluzioni, ma siamo anche realisti: se, malgrado tutti i nostri sforzi, malgrado la buona volontà e malgrado la nostra visione su quell'area, dovesse capitare qualcosa per cui il progetto non può andare avanti (ma non per volontà del Comune di Torino, bensì dei soggetti che non dipendono dal Comune di Torino, perché sono enti autonomi), ci deve essere la capacità politica di immaginare una soluzione per quell'area, che può essere temporanea o definitiva, ma che non deve ripetere gli errori del passato e, quindi, senza arrivare all'abbandono del luogo, perché conosciamo tutti la zona e le problematiche che ha, ma chi ci ha vissuto sa qual è la sensazione che dà l'abitare in una zona di cui il Comune si dimentica. Concludo il mio intervento dicendo che, dal punto di vista della volontà, il Movimento 5 Stelle non si tirerà indietro, ascolterà sia la minoranza, sia i cittadini. La nostra speranza, ovviamente, è che il progetto vada a buon fine; se così non sarà, cercheremo altre soluzioni. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Carretta. CARRETTA Domenico Noi conosciamo benissimo le regole d'ingaggio, abbiamo pieno rispetto per le Istituzioni, sappiamo quello che sarà il nostro nuovo ruolo di opposizione. Abbiamo un rispetto enorme anche per quello che è stato il verdetto espresso dai cittadini e abbiamo la consapevolezza anche di aver compiuto degli errori. Però, Consigliere Carretto, mi rivolgo a lei in riferimento al suo ultimo intervento, lei dovrà avere la costanza di continuare a tornarci adesso, perché vedrà come sarà complicato continuare a fare il Consigliere di lotta e di governo, vedrà come sarà complicato continuare a portare avanti dei progetti e a tastare la difficoltà di portarli avanti. Noi non contestiamo tanto il fatto che nel MOI possa andare un mercatino dell'artigianato, non contestiamo tanto che per esempio il Salone del Libro possa avere una destinazione diversa, come Torino Esposizioni. Quello che stiamo contestando in questi giorni è che sembra quasi che sia improvvisato, cioè si cercano delle soluzioni che poi il giorno dopo non hanno più senso, che non danno risposte concrete. Allora ben vengano i suoi richiami all'abbandono del MOI, ma l'abbandono del MOI è determinato da una serie di motivi che spesso ha reso difficile portare avanti un'interlocuzione con l'Università; un'interlocuzione (era questa la richiesta che veniva fatta dal Capogruppo) che non deve essere assolutamente abbandonata, bisogna perseguire su quella strada. Ma nel momento in cui si cerca di portare avanti un'interlocuzione, è necessario dopo due secondi sparare l'idea dell'artigianato? Io ho sentito un passaggio brevissimo del Vicesindaco (che poi immagino vorrà rimarcarlo nel suo intervento di chiusura) in cui ha affermato "cercheremo..., ma prima di cercare avevamo già trovato una soluzione (e che soluzione): il mercatino dell'artigianato". Chi conosce quella zona... tra l'altro un Consigliere non deve essere un abitante della zona per conoscerne i problemi; un Consigliere Comunale conosce tutti i problemi che ci sono alla Circoscrizione 9, alla Circoscrizione 8. Abbiamo, per fortuna, un radicamento in diverse zone, che ci è riconosciuto anche da un numero importante di cittadini. Quello che voglio dire è che limitarsi a trovare delle soluzioni senza cercare di perseguire delle soluzioni un po' più importanti ci fa un po' riflettere. Forse non c'è un disegno sulla città, forse - lo analizzeremo meglio nelle Linee Programmatiche - c'è questo tentativo di avanzare questa soluzione alternativa, anche perché bisogna cercare di dare delle risposte, ma dare delle risposte dai banchi della maggioranza sarà più difficile, mi creda. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Iaria. Le ricordo che ha a disposizione tre minuti. IARIA Antonino Io sono un po' maleducato, prima non ho salutato nessuno durante il mio primo intervento, ma non lo faccio nemmeno nel secondo, perché non l'ho fatto prima. Voglio solo dire che il Consigliere Carretta ha ragione, siamo insediati da un mese e non abbiamo risolto la questione del MOI. Abbiamo risolto solo la vicenda del Salone del Libro, abbiamo risparmiato 5 milioni di Euro, ma in un mese di tempo non abbiamo ancora risolto tutti i problemi degli ultimi 20 anni che ereditiamo. Nella passata tornata amministrativa ho spesso criticato alla vostra Giunta il fatto di aver coperto tutte le magagne che hanno fatto i vostri predecessori, Chiamparino e Castellani, e a voi è rimasto un po' il cerino. Il Consigliere Carretta ha ragione, è difficile fare il partito di lotta e poi il partito di governo. VERSACI Fabio (Presidente) Invito tutti i Consiglieri a rimanere sulla discussione dell'ordine giorno. IARIA Antonino Il tema all'ordine del giorno è che si criticano delle soluzioni presentate dall'Assessore Montanari che alla fine, anche se voi state prendendo un po' in giro, sembrano più reali delle soluzioni che avevate presentato voi e portato avanti in campagna elettorale, con questo eccezionale progetto dell'Università, che adesso si è tirata indietro. È tutto nel nostro interesse, come è già stato ribadito, riprovare a fare un'operazione come è già stata fatta forse per il Salone del Libro; quindi ricominciare a parlare con le persone interessate e vedere di trovare la soluzione. È chiaro che mettere sul ridicolo - come sta cercando di fare il Consigliere - le nostre soluzioni alternative, forse non è molto corretto. VERSACI Fabio (Presidente) La parola, per fatto personale, al Consigliere Carretta. CARRETTA Domenico Solo per chiarire, nessuno ha messo sul ridicolo, Consigliere. Nessuno ha provato a fare dell'ironia, perché a noi sta a cuore il bene dei cittadini. Forse, come il suo intervento spontaneo di prima, lei non ha sentito il mio intervento. Io non ho detto che bisognava risolvere in un mese, ho detto che il modo in cui si è risolto... Lei prima è intervenuto chiedendo al Capogruppo Lo Russo di ringraziare pubblicamente il Sindaco per quello che era stato fatto; il Capogruppo l'aveva già fatto, lei non si era concentrato su quello che stava dicendo il Capogruppo (evidentemente bisognava portare avanti una tesi a prescindere), quindi non l'ha ascoltato e non ha ascoltato quello che ho detto io. Io non prendo in giro nessuno. Quando sono intervenuto ho detto che conosco le regole dell'ingaggio, conosco il mio ruolo, ho rispetto per lei, per la maggioranza, per i miei Colleghi, per l'Aula e so come muovermi. Quindi, io non prendo mai in giro nessuno. Sto solo dicendo che il modo in cui si è arrivati a individuare la soluzione, per una serie di problemi che sono intervenuti (l'eccezionalità del momento, il fatto che l'Università si tiri indietro, il fatto che sul Salone del Libro ci sia una serie di motivazioni), nessuno sta incolpando qualcuno, è un modo che ci lascia perplessi, tutto qui. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Fassino. Le ricordo che ha a disposizione tre minuti. FASSINO Piero Siamo alle prime battute, poi naturalmente ognuno si comporta come ritiene, però se vogliamo fare una discussione sugli atti deliberativi o sulle comunicazioni che vengono sottoposte al Consiglio Comunale bisogna che accettiamo un confronto e anche che ci ascoltiamo, partendo dal dato che nessuno di noi è portatore di una verità assoluta. Il principio di laicità è riconoscere che un pezzo di verità c'è anche nella persona più distante da te ed è utile scoprirlo. Noi non abbiamo fatto una critica pregiudiziale alla comunicazione dell'Assessore Montanari, abbiamo detto una cosa molto semplice: quello non è un progetto banale, non è un progetto di ordinaria amministrazione, non è una cosa che si può archiviare in cinque minuti prendendo semplicemente atto che il Consiglio di Amministrazione dell'Università ha ritenuto di recedere, perché è un progetto che ha una valenza - come ha cercato di spiegare bene il Consigliere Lo Russo - significativa dal punto di vista del profilo di Torino come città dell'innovazione, della tecnologia e dell'eccellenza in questo campo. Tra l'altro, l'ubicazione in quell'area di un centro di innovazione e di ricerca sulle tecnologie sanitarie ha un senso, perché con il collegamento della passerella costruita al tempo delle Olimpiadi, quell'area è immediatamente attigua all'area su cui sorgerà la Città della Salute. Il Parco della Salute se vuole essere davvero una Città della Salute, in grado di esprimere un'eccellenza sanitaria, non potrà essere soltanto il rifacimento degli ospedali, pur necessario, ma anche una Città della Salute capace di avere oltre ospedali di eccellenza, corrispondente a un sistema sanitario di eccellenza, anche centri di ricerca nel campo delle tecnologie sanitarie, della farmaceutica e di tutto ciò che costituisce il sistema. Quindi l'allocazione lì aveva un senso, che è questo. Non è che lo abbiamo allocato lì perché non sapevamo cosa fare delle Arcate. Abbiamo ipotizzato di mettere lì un centro di innovazione e di eccellenza nel campo delle tecnologie sanitarie come parte di un investimento che, massimizzando l'eccellenza delle nostre Università, sia il Politecnico che Medicina, arricchisse e ampliasse il progetto di Torino come Città della Salute e di un sistema sanitario di eccellenza. Per questo diciamo che, prima di prendere atto che semplicemente non se ne può fare niente, si riprenda un colloquio con il Politecnico e con l'Università per verificare se sia redimibile la posizione dell'Università e si possa dare corso a un progetto che io penso, e tutti noi pensiamo, abbia una valenza strategica dal punto di vista dello sviluppo e della qualità dei servizi della città. Tutto qui. VERSACI Fabio (Presidente) La parola alla Consigliera Amore. Le ricordo che ha a disposizione tre minuti. AMORE Monica Buonasera a tutti, Consiglieri. Mi chiamo Monica Amore ed essendo una Consigliera uscente della ex Circoscrizione 9, conosco bene quel territorio. La cosa che voglio ricordare all'attuale opposizione, essendo l'Amministrazione uscente, è che prima di parlare bisognerebbe pensare, perché se Università e il Politecnico hanno fatto un passo indietro, di certo non è colpa dell'Amministrazione attuale. (INTERVENTO FUORI MICROFONO). Mi faccia finire, per cortesia. Quando sento dire dal Capogruppo Lo Russo che bisogna riqualificare quell'area perché ci sono delle palazzine occupate, voglio ricordare al Capogruppo Lo Russo che quando ero in Circoscrizione sono state fatte svariate richieste di Consigli aperti, dove è stata anche richiesta all'epoca la presenza del Sindaco uscente, Piero Fassino, ma l'Amministrazione uscente è sempre stata sorda. Quindi oggi non venite a fare critiche, ma state zitti e prima di parlare pensate. VERSACI Fabio (Presidente) La parola, per fatto personale, al Consigliere Lo Russo. LO RUSSO Stefano Chiedo scusa, Presidente, sono un po' in imbarazzo; chiedo scusa alla Consigliera Amore, non me ne voglia. Noi non solo non staremo zitti, noi siamo stati eletti tanto quanto lei, anzi forse sotto il profilo personale con un leggerissimo grado di legittimazione superiore, per parlare. Quindi, la tranquillizzo, siccome non abbiamo nulla da rimproverarci, siamo consapevoli di aver fatto degli errori, ce ne scusiamo, del resto abbiamo perso le elezioni e conseguentemente i cittadini hanno scelto, però, e guardo anche lei, Presidente, noi non staremo zitti. È compito della minoranza consiliare fare determinate cose. Se ne faccia una ragione. È compito nostro segnalare le questioni, abbiamo sostanzialmente detto, consapevoli della difficoltà del progetto e della difficoltà per cui si è arrivati a quella soluzione, che non riteniamo l'atteggiamento dell'Amministrazione, in questa fase, per come è stato espresso e per come è stato ribadito in questa Aula, coerente con quello che ci aspetteremmo debba fare l'Amministrazione Comunale a fronte di un evento. Nessuno ha detto che è colpa della Sindaca Appendino se l'Università si è chiamata fuori. Il problema non è di chi è la colpa. Usciamo, per favore, dalla dinamica di chi è la colpa. Il problema è: esiste una ordinarietà; l'Amministrazione, a differenza di altre Amministrazioni (leggo Roma), che si è insediata qui si è insediata su una macchina che se non succede niente viaggerà spedita fino al 2021. Il problema non é l'ordinarietà dell'Amministrazione, il problema è che quando si pongono i problemi (leggasi Salone del Libro, leggasi MOI, ma ce ne saranno molti altri), come risponde l'Amministrazione? Sul Salone del Libro l'abbiamo detto; sul tema delle Arcate del MOI non ci sentivamo di condividere. Però, Consigliera Amore, ci faccia fare quello per cui siamo stati eletti, esattamente come lei. VERSACI Fabio (Presidente) Invito tutti i Consiglieri a rispettare tutte le persone che sono sedute in quest'Aula, soprattutto a non dire a nessuno di stare zitto, perché siamo qui per parlare e per confrontarci. La parola al Consigliere Rosso. ROSSO Roberto Il MOI avrebbe dovuto essere, nelle aspettative di tutti i cittadini di Torino, un grande lascito post-olimpico. Questa era la condizione in cui nacque, anche da un bravo architetto come Camerana, e si ritenne che non potesse andare a finire come è andato concretamente a finire nell'arco di pochi anni. Cioè una struttura completamente nuova, che doveva essere all'avanguardia, ben progettata e ben collaudata, si disse all'epoca, avrebbe dovuto rivolgersi ai cittadini con un'altra attenzione. Abbiamo constatato che, purtroppo, la qualità del manufatto non era adeguata; oggi al MOI permangono extracomunitari, spesso clandestini, anziché cittadini a tutti gli effetti residenti o chiedenti asilo politico da noi. Accanto a loro abbiamo il problema delle Arcate, un grande lascito architettonico a questa città. La cosa che mi chiedo è, di fronte alla posizione che l'Università ha ritenuto di assumere, forse non ancora formalmente, ma in molti temono che possa assumere, cosa si dovrebbe dire nei confronti di un uomo molto altolocato, il Rettore dell'Università, che dopo due anni di aspettative della Città, come ha ricordato bene l'ex Sindaco Fassino, per un'innovazione forte nella città delle tecnologie sanitarie, che avrebbero anche avuto il collegamento intelligente con l'area del Lingotto, in cui doveva nascere il nuovo Parco della Salute, improvvisamente, senza dare neanche delle adeguate giustificazioni, propone di chiudere un rapporto con la Città in modo del tutto arbitrario, neppure discrezionale? Io credo che la discussione qui dentro avrebbe dovuto vertere sulla censura che questo personaggio altolocato avrebbe dovuto ricevere da questo Consiglio Comunale, perché mi pare che la colpa non sia, in questo caso, né dell'ex Sindaco Fassino, che ha coltivato un'intelligente prospettiva per la Città, né dell'attuale Sindaca appena arrivata. Francamente è inaccettabile e improponibile il fatto che a distanza di un mese e mezzo dalle elezioni uno degli interlocutori principali di questo Consiglio Comunale, di questa Giunta, ritenga di sospendere quello che aveva messo lui in piedi. Io credo che se il Capogruppo Lo Russo e l'ex Sindaco Fassino avessero la possibilità di riallacciare rapporti, di integrare quello che può fare la Giunta, dovrebbe chiederglielo l'intero Consiglio Comunale, perché è una prospettiva intelligente per questa Città avere quel tipo di soluzione. Ritengo però che non sia inopportuno andare sulla posizione secondaria; forse non è da annunciare urbi et orbi, come è stato fatto oggi, ma ritengo che dire che, comunque, le Arcate avranno un destino sia importante per chi ci abita. Io ho ascoltato persone che vengono dal mondo del Movimento 5 Stelle che vivono in quella Circoscrizione e credo sia importante dire a quelle persone, a quei commercianti che stanno chiudendo, a quei cittadini che risiedono vicino al MOI, che un altro destino è possibile per quella zona. Se lo si potrà fare nel campo delle eccellenze, come era stato definito due anni fa, meglio; ma se non lo si potesse fare, ben venga un'altra soluzione che integri quello che altrimenti non si sarebbe potuto fare. E soprattutto ci sia anche la possibilità di dire, in modo chiaro, che il Rettore dell'Università ha tradito l'impegno che aveva preso con la Città. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Unia. Le ricordo che ha a disposizione tre minuti. UNIA Alberto Innanzitutto mi scuso per il tono, probabilmente anche dovuto a un attimo di eccessivo entusiasmo. Ovviamente, a nome del Gruppo, concordo sul fatto che tutti siamo qui per discutere e quindi nessuno deve stare zitto, ci mancherebbe altro. Voglio chiedere un chiarimento al Presidente su una questione tecnica. Quando c'è un ordine del giorno si discute di quello e non si interviene su quello precedente, tendenzialmente; questo deve valere per il Consigliere Iaria, ma deve valere anche per gli altri. Vorrei che si evitasse di applicare due pesi e due misure, perché prima il Presidente ha interrotto il Consigliere Iaria, invece i due Consiglieri dall'altra parte hanno parlato del Salone del Libro mentre si parlava dell'ex MOI, ma non sono stati interrotti. Chiedo al Presidente questa cortesia. Chiudo ringraziando il Sindaco - come dice il Consigliere Carretta - per l'improvvisazione, che direi sta andando molto bene. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Consigliere Tresso. TRESSO Francesco Ne approfitto anche io, essendo il mio primo intervento, per salutare tutti i partecipanti del Consiglio Comunale, augurando a tutti buon lavoro. Voglio solo chiedere una precisazione al Vicesindaco. Devo dire che anche io ho avvertito una certa timidezza nell'esporre le motivazioni che hanno portato a dire che effettivamente il progetto aveva una certa difficoltà; però magari di questo mi faccio cattivo interprete e mi scuso in anticipo. Mi rendo perfettamente conto del problema, il Consigliere Carretto ci ha spiegato le difficoltà e conosciamo tutti la drammaticità in cui versa questa area, che poi ha avuto anche un epilogo con la situazione della ragazza disabile, i migranti che sono ospitati, eccetera. Mi chiedo, però, se la Giunta abbia valutato quello che io trovo un elemento di innovazione importante di questo progetto, cioè il problema della dislocazione degli Atenei in aree periferiche, proprio come possibilità di recupero e di ricucitura delle periferie, anche tramite il trasferimento di centri di cultura e di tutto l'indotto che questi possono portare, anche in maniera molto concreta e banale: il fatto che persone giovani che studiano possano frequentare aree più periferiche. Questo a me sembra un elemento valoriale molto interessante, che peraltro ha in Europa e in altre parti del mondo delle esperienze molto significative. Tutte le grandi città hanno sempre avuto necessariamente gli Atenei dislocati nei palazzi storici; poi, per crescita, per necessità di funzionalità, questi devono potersi dislocare in altre realtà. Questo mi sembra un elemento chiave molto interessante su cui puntare, proprio per questa azione di recupero e di ricucitura delle periferie, su cui giustamente avete puntato molto nel vostro programma, che devo dire ho anche condiviso in parte. Non solo, viviamo anche in un'ottica di Città Metropolitana, quanto più ci spostiamo verso la periferia e tanto più quei servizi possono essere trasferiti a un più ampio bacino di utenza, che crea anche un tessuto marginalmente connettivo. In questo senso, non vorrei che da parte dell'Amministrazione questa non fosse - ma magari mi sbaglio - vista come una priorità interessante, che però poi ha anche altre esemplificazioni: pensiamo all'area dell'ex Manifatturiera Tabacchi, eccetera. Chiedo solo un parere e un'ulteriore delucidazione in proposito. VERSACI Fabio (Presidente) La parola al Vicesindaco. MONTANARI Guido (Vicesindaco) Grazie a tutti i Consiglieri che sono intervenuti. Io ho due strade, posso entrare nel merito di una discussione che si apre a questo punto sull'urbanistica, ma credo che andremmo fuori tema; quindi tendenzialmente non lo farò, se non fare due osservazioni molto brevi, non mi piacciono gli interventi lunghi. Intanto se il Consigliere Lo Russo pensa che noi andiamo su un binario ormai tracciato da qui al 2021 senza spostarci, si sbaglia, perché non sarà così. Noi cambieremo molte scelte urbanistiche fatte dalle precedenti Amministrazioni, molto semplicemente perché sono sbagliate; altre invece assolutamente condivisibili le porteremo avanti. Quindi la risposta è molto semplice. Più in generale, le Arcate del MOI, che io ho studiato ai tempi quando mi occupavo ancora di storia dell'architettura, sono straordinariamente interessanti sia da un punto di vista architettonico (1932, Umberto Cuzzi, un'architettura pubblicata su tutte le riviste dell'epoca), sia da un punto di vista operativo, sociale, nel suo tessuto connettivo e nel suo quartiere, sono state abbandonate con un provvedimento che è partito nel 1984 e poi si è sviluppato negli anni successivi, con una logica che tutto sommato continua a caratterizzare le Amministrazioni fino ad oggi; cioè si spostano le attività, si abbandonano intere zone della città, ma non si pensa a che cosa succederà in quelle zone. Addirittura sono state utilizzate, giustamente, per le Olimpiadi, per pochi mesi, con uno straordinario recupero e un restauro bellissimo, che è costato moltissimi soldi, e si sono riabbandonate tranquillamente. Quindi, evidentemente, questa capacità di pensare alla città come qualcosa che va certamente trasformata, ma che va anche ripensata costantemente nelle sue ulteriori destinazioni, forse non è così stata presente nelle passate Amministrazioni. Detto ciò, ripeto, non volendo approfondire più di tanto questi aspetti, che comunque saranno parte di una discussione, perché adesso presentiamo un programma, che ha la parte urbanistica, che sarà presentato al Consiglio Comunale, organizzeremo questo programma nell'attività concreta degli Assessori, quindi rimanderei la discussione sull'urbanistica alle nostre prossime riunioni. Nello specifico, rispondo molto semplicemente, rileggendo alcune cose che ho appena letto: "La Città considera necessario avviare un'immediate interlocuzione con i due Atenei, al fine di verificare quali condizioni possano essere applicate affinché l'Università degli Studi di Torino non proceda con l'avvio delle pratiche formali di recesso". Dunque noi quindi non abbiamo assolutamente niente contro questo tipo di iniziativa, al di là che arrivi tardi... non mi ci soffermo; un'iniziativa assolutamente condivisibile e sulla quale si potrebbe andare avanti. Ci sono fattori nuovi che sono intervenuti, li affronteremo con tutta la forza necessaria. Quindi non ci si può accusare addirittura sulle intenzioni. Abbiamo detto questo e questo faremo. Però diciamo anche che se questa strada non si rivelasse percorribile, dovremo porci altre strade. Io ne ho ipotizzata qualcuna che pregherei l'ex Assessore Lo Russo di non sintetizzarla con il termine "mercatino", perché noi non siamo qui per fare i mercatini. Noi siamo qui per cambiare un pezzo di città importante, l'ho detto prima, con una valenza storico-architettonica straordinaria, che ha un riscontro sociale e urbanistico importantissimo. VERSACI Fabio (Presidente) La parola alla Sindaca. SINDACA Molto è già stato detto e ringrazio anche io i Consiglieri intervenuti. Io voglio solo rasserenare gli animi, qui non c'è nulla di improvvisato, come non è stata improvvisata la trattativa con GL Events che ci ha portato a uno sconto del 50%, ci stiamo lavorando nell'interesse della città. Neanche io voglio mettermi a dare colpe, perché non penso che sia questo il punto di cui dobbiamo dibattere. C'è una lettera formale che è stata inviata in data 17 giugno, quindi possiamo anche dire che non è ascrivibile a nessuno, in cui l'Università di Torino prende una posizione chiara, netta e dice che questo progetto non le interessa. Cosa ha fatto l'Amministrazione? L'Amministrazione ha lavorato su due livelli. Primo: ha avviato un dialogo con gli Atenei. Tra l'altro, invito l'opposizione ad ascoltare quello che dice il Vicesindaco quando dichiara che la prima strada che vogliamo percorrere è provare a rientrare nei binari e trovare un accordo con i soggetti coinvolti, tant'è che è già stato definito in agenda un incontro. Quindi è chiaro che noi vogliamo cercare di intraprendere quella strada, però è altrettanto chiara - la ricordo benissimo - la discussione che è stata fatta in quest'Aula quando l'ex Assessore Lo Russo e l'ex Sindaco Fassino guidavano questa Città, e io continuo ad avere la stessa preoccupazione di allora. Riprendo il verbale perché me lo sono andato a rileggere: "L'altro grande tema proposto agli Atenei, per cui ho delle perplessità e delle preoccupazioni, sono le priorità degli Atenei". Evidentemente siccome sappiamo che gli Atenei sono impiegati in tanti progetti, da Manifattura Tabacchi a Città della Salute, dobbiamo capire quali sono le priorità degli Atenei, perché tutti siamo consapevoli delle difficoltà che ci sono in quell'area, quindi ben venga che gli Atenei intervengano e investano, ma è altrettanto chiaro che come Città abbiamo la responsabilità di far sì che quella sia una priorità, ma se quella non lo è, io non posso tenere quell'area ancora in ballo per anni senza far partire nulla. Allora quello che ha fatto l'Amministrazione è iniziare ad avviare un percorso dove si discuterà nella Commissione opportuna, e si possa avviare un eventuale piano B, perché io come Città, e credo tutti, non vogliamo far sì che quell'area continui a rimanere abbandonata. Quindi, strategia A, prioritaria, come già definito in agenda, come ha già detto il Vicesindaco: avviare un discorso per cercare di far sì che quell'area possa continuare anche a fronte del progetto Parco della Salute. Strategia B: non lasciare l'area abbandonata nel caso in cui gli Atenei non ci dicessero che nel breve vogliono investire delle risorse, perché tutti vorremmo che gli Atenei investissero milioni, ma se poi gli Atenei non li mettono i milioni, stiamo parlando del nulla; questo è chiaro, però dobbiamo dircelo. Quindi, fase A, capire quali sono le priorità, vedere se con gli Atenei si trova una quadra per far sì che effettivamente si possa investire in quell'area. Nel caso in cui non ci fossero certezze, e si sta parlando di nuovo di rinviare, credo che tutto il Consiglio Comunale si debba assumere la responsabilità di pensare a un piano B, perché è interesse di tutta la Città, maggioranza e opposizione, far sì che quell'area non sia abbandonata. VERSACI Fabio (Presidente) Le comunicazioni sono effettuate. |